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mercoledì 9 giugno 2021

59ma Biennale d'Arte di Venezia 2022

 

Annunciati i temi della 59ma Biennale d'Arte di Venezia


Roberto Cicutto e Cecilia Alemani. Photo by Andrea Avezzù, Courtesy La Biennale di Venezia 


Il potere dell’immaginazione, nel processo di trasformazione degli individui e delle società. Questo il fulcro, tanto poetico quanto politico, intorno al quale verterà la 59ma Biennale d’Arte Contemporanea che, curata da Cecilia Alemani e in programma dal 23 aprile al 27 novembre 2022, ha svelato oggi il suo titolo: “Il latte dei sogni”. Come ha spiegato la stessa Alemani, la mostra prende il nome da un libro di Leonora Carrington, scrittrice e artista britannica scomparsa nel 2011, vicina al movimento surrealista e compagna di Max Ernst. «L’artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita è costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé. La mostra propone un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano», ha commentato Alemani.

Scritto negli anni ’50, recentemente ripubblicato in Italia da Adelphi, nel suo libro Carrington raccoglie e illustra una serie di favole misteriose, che aveva precedentemente ritratto sui muri della sua casa in Messico, dove l’artista – che pure viaggiò molto e per un periodo, da giovanissima, fu anche in Italia, a Firenze – visse per diversi anni. «Raccontate in uno stile onirico che pare terrorizzasse adulti e bambini, le storie di Carrington immaginano un mondo libero e pieno di infinite possibilità, ma anche l’allegoria di un secolo che impone sull’identità una pressione intollerabile, forzando Carrington a vivere come un’esiliata, rinchiusa in ospedali psichiatrici, perenne oggetto di fascinazione e desiderio ma anche figura di rara forza e mistero, sempre in fuga dalle costrizioni di un’identità fissa e coerente», ha continuato Alemani che, nel 2020, ha coordinato il lavoro dei direttori di tutti i settori della Biennale – Arte, Architettura, Cinema, Danza, Musica, Teatro – per realizzare la “Mostra Le muse inquiete. La Biennale di fronte alla storia”.

«Cecilia Alemani mette al centro del suo “viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano” una serie di domande su “questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo”. Anche il titolo della 17ma Mostra Internazionale di Architettura curata da Hashim Sarkis è una domanda: “Come vivremo assieme?”. Due scelte frutto dei tempi correnti privi di certezze che caricano l’umanità di immense responsabilità», ha dichiarato il Presidente della Biennale, Roberto Cicutto.

Dunque, almeno leggendo tra queste prime righe, sembra proprio che la prossima Biennale d’Arte di Venezia proporrà una visione “magica” della realtà, interpretata nella sua dimensione relazionale ma anche intima, personale. Come di consueto, oltre alla mostra centrale, l’Esposizione prevedrà anche le varie partecipazioni nazionali con specifici progetti espositivi allestiti nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia. Confermata anche la selezione di Eventi Collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, che presenteranno le loro esposizioni e le loro iniziative in tutta la città.


lunedì 15 marzo 2021

Salerno, RETROSPETTIVA di GIULIA NAPOLEONE “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito” - Opere 1956-2020



 

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

RETROSPETTIVA di GIULIA  NAPOLEONE

“Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”

Opere 1956-2020

dal  20 marzo  al 30 giugno  2021

A cura di Sandro Bongiani

 



COMUNICATO STAMPA

S’inaugura sabato 20 marzo 2021, alle ore 18.00, la mostra Retrospettiva “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”, dedicata a Giulia  Napoleone, con opere create dal 1956 al 2020. Inoltre, viene presentato il libro d’artista di Giulia Napoleone dal titolo “Come il volo del tuffatore di Paestum” con 7 pastelli inediti creati tra il 2018-19 e con due poesie visuali di Sandro Bongiani. L’evento è sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Museo Madre di Napoli.

54 opere, tra dipinti, disegni, pastelli e incisioni, datati 1956-2020, per delineare gli sviluppi dei paesaggi interiori, dei paesaggi “di puntini”, come li definisce lei stessa, di quella ricerca che domina la scena intellettuale e artistica degli anni Sessanta in cui opera l’artista con la sua specifica lettura del reale mediata dalla poesia.

Amica di Alberto Moravia, Carlo Levi, Ennio Flaiano Vanni Schewiller, Leonardo Sinisgalli, Giulia Napoleone –confessa- “La poesia è come un paesaggio, tutta la comprensione delle cose avviene attraverso la poesia, a tutto corrisponde un verso”,  e poi, “La mia lettura è una lettura lenta e tormentata, un processo di assimilazione difficoltoso”. Insomma, un dialogo continuo e costante tra poesia e ricerca grafica-pittorica a caratterizzare l’importanza e la qualità del suo lavoro, dalle prime riflessioni sul tema del segno degli anni Sessanta, fino alla sperimentazione del colore sublime, soprattutto il blu, “colore versatile” che lei considera “del pensiero” ma anche dell’infinito, il più misterioso e metafisico dei colori. La forza  dirompente e inquieta di questo colore connota, da sempre, il lavoro di oltre un settantennio di lavoro di questa importante  e storica artista contemporanea.

La ricerca  di Giulia Napoleone viene approfondita soprattutto dalla seconda metà degli anni Settanta in poi, in cui l’assenza di materia fa riaffiorare la luce e l’emozione. Una ricerca personalissima che trae suggerimenti da Klee, Morandi, Fontana e Tancredi. Agli infiniti intrecci che pervadono gli attraversamenti inoggettivi di Napoleone, corrisponde un nucleo proprio di confluenza che è il disegno, da sempre abilitato a una rilettura specifica dell’altra faccia del visibile, di un paesaggio del tutto mentale costruito tra equilibrio e geometria. che – come suggerisce Leonardo Sinisgalli – è una chimica interiore.   

Per Giulia Napoleone Il viaggio “non è soltanto spostamento da un  luogo per arrivare ad un altro, ai viaggi fisici anche frequenti di Giulia Napoleone corrispondono altrettanti  viaggi mentali di luoghi inesplorati, tra spazi, segni e costellazioni dell’assoluto e dell’indefinito. Una lunga e assidua ricerca  a indagare i segni dell’esistere, del pensiero, che diviene spazio, tempo e profondità in cui la luce entra nella sua ombra per aprirsi all’infinito e divenire paesaggio interiore.

Scrive Sandro Bongiani, “Un dialogo incessante con il blu maestoso dei pensieri che lacerano il tempo per divenire respiro e poi vento fugace che trabocca di luce e si addensa all’orizzonte, un soffio misterioso di leggerezza, un indefinito procedere verso un equilibrio precario che inonda la natura per tramutarsi in aria sottile. Un viaggio insostanziale e al contempo metafisico, con una realtà in equilibrio e un percorso intimo nel mondo interiore che resiste e accompagna in profondità il cammino permettendo ai pensieri di prendere forma, con quella linea ininterrotta dell’orizzonte e del mare che guarda l’infinito, nasconde e desta vecchi ricordi che emergono all’improvviso per divenire evocazione di luce e sperimentazione, appunti e anche note sopraffini della memoria”. Come sempre, nel suo lavoro, il sogno di Sula si fa e si disfa lentamente, raccoglie gli oscuri presagi che si decantano leggeri in superficie, linee sottili e umori sfuggenti che addensati assieme nella penombra si rincorrono per dare nuova vita e destino all’emozione. Segno nel sogno, a scandagliare i sortilegi dell’anima e tramutare i nascosti pensieri che l’occhio indifeso e distratto non può mai recepire. Una traccia dopo l’altra di senso, a suggerire geometrie interiori in un procedere verso l’equilibrio e il silenzio, tra l’ordine apparente e l’improvviso momento di caos. Come nel precario volo dell’ignoto Tuffatore di Paestum, che sprofonda in un abisso per poi riemergere dall’acqua a nuova vita, i colori incantati di Napoleone viaggiano nel cosmo, alla ricerca di un tempo sospeso, tra la percezione di un infinito procedere e la ricerca di un assoluto che non ha ancora trovato sicura stabilità e certezza.   

 

 


#giulianapoleone 



“SOLO LA MEMORIA RESISTE ALLA VITA”

(Poesia Visuale di Sandro Bongiani 

dedicata a  Giulia Napoleone e a Leonardo Sinisgalli)

(20 febbraio 2021)

 


[…Si scorre tutto il cielo per trovare una stella.]

ci vuole un’intera stagione

 per raccogliere  lacerti di senso

 da consegnare alla vita

e solo una lunga notte insonne

 per  trovare l'essenza maestosa dell'oscuro infinito.


Un travaglio lento e cupo

tormentato di attese, oblio e transitori silenzi

in cui  il niente è tutto

e il tutto può divenire anche niente.

 

E’ come stendere  ad un filo di ferro

 vecchi  cenci di carta abbandonati

 che all'improvviso  si accendono di luce e traiettorie fugaci

 di viaggi e di  memorie inquiete

 in cui il ricordo è solo una fragile linea geometrica

 che ora si staglia  misteriosa  all'orizzonte.

 

La vita è come un paesaggio,

tutto si riduce a un segno e a un abbaglio di luce

che convive nell’ombra oscura di una traccia precaria

  per divenire provvisorio universo.


Due occhi solitari non bastano

solo la memoria  transitoria  e ingrata

resiste all’ora incerta del  temporaneo esistere.

 

 




La Presentazione di Sandro  Bongiani

La retrospettiva prende spunto dal titolo: “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”.  Per Giulia Napoleone Il viaggio “non è soltanto spostamento da un  luogo per arrivare ad un altro, ai viaggi fisici anche frequenti di Giulia Napoleone  corrispondono altrettanti  viaggi mentali di luoghi inesplorati, tra spazi, segni e costellazioni dell’assoluto e dell’indefinito. Una lunga e assidua ricerca  a indagare i segni dell’esistere, del pensiero, che diviene spazio, tempo e profondità in cui la luce entra nella sua ombra per aprirsi all’infinito e divenire paesaggio interiore.

56 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, datati 1956-2020 per delineare gli sviluppi dei paesaggi emozionali, dei paesaggi “di puntini”, come li definisce lei stessa, di quella ricerca che domina la scena intellettuale e artistica degli anni Sessanta in poi in cui opera l’artista con la sua specifica lettura del reale mediata dalla poesia.

Amica di Alberto Moravia, Carlo Levi, Ennio Flaiano Vanni Schewiller, Leonardo Sinisgalli, Giulia Napoleone confessa che “La poesia è come un paesaggio, tutta la comprensione delle cose avviene attraverso la poesia, a tutto corrisponde un verso”,  e poi, “La mia lettura è una lettura lenta e tormentata, un processo di assimilazione difficoltoso”. Insomma, un dialogo continuo e costante tra poesia e ricerca grafica-pittorica, a caratterizzare la qualità del suo lavoro, dalle prime riflessioni sul tema del segno degli anni Sessanta, fino alla sperimentazione del colore sublime, soprattutto il blu, (“colore versatile”) che lei considera “del pensiero” ma anche del’infinito, il più misterioso e metafisico dei colori. La forza  dirompente e inquieta di questo colore connota, da sempre, il lavoro di oltre un settantennio di lavoro di questa importante  e storica artista contemporanea.

L’opera “Senza titolo” del 1956 è un inchiostro di china su carta di  cm 13,6x13,7 che cronologicamente apre questa retrospettiva di Giulia a Salerno.  La ricerca  lirica di Giulia Napoleone viene approfondita soprattutto dalla seconda metà degli anni Settanta in poi, in cui l’assenza di materia fa riaffiorare la luce e l’emozione. Una ricerca personalissima che trae suggerimenti da Klee, Morandi, Fontana e Tancredi. Agli infiniti intrecci che pervadono gli attraversamenti immateriali, corrisponde un nucleo proprio di confluenza che è il disegno, da sempre abilitato a una rilettura specifica dell’altra faccia del visibile, di un paesaggio del tutto mentale costruito tra equilibrio e geometria che – come suggerisce Leonardo Sinisgalli – è una chimica interiore.

E’ proprio Leonardo Sinisgalli nella breve ode “Firmamento” della vigna vecchia del 1956 scriveva: “Si scorre tutto il cielo per trovare una stella”. La poesia, infondo, ha il cuore antico capace di destare attimi di suggestione e riflessione. Orizzonti  infiniti, universi e costellazioni dell’anima  che vivono nel silenzio della pagina alludendo a un’altrove trascorrente e oscuro. Le opere di Giulia sono astri nascosti sospesi all’orizzonte del firmamento, capaci di rendere insolita e inquieta la geometria, di ordinare il caos dell’universo inesplorato e gli angoli più oscuri d’immensità per poi renderli visibili. Un’ artista raffinata e intensa nel suo cammino lirico d’astrazione che ha saputo dialogare intensamente  con la realtà e con la poesia, cercando di spingersi in un altrove praticabile, aggiungendo e rendendo  palpabile la percezione dei bagliori di un infinito e delle presenze oscure dell’assoluto.

Un dialogo incessante con il blu maestoso dei pensieri che lacerano il tempo per divenire respiro e poi vento fugace che trabocca di luce e si addensa all’orizzonte, un soffio misterioso di leggerezza, un indefinito procedere verso un equilibrio precario che inonda la natura per tramutarsi in aria sottile. Un viaggio insostanziale e al contempo metafisico, con una realtà in equilibrio e un percorso intimo nel mondo interiore che resiste e accompagna in profondità il cammino permettendo ai pensieri di prendere forma, con quella linea ininterrotta dell’orizzonte e del mare che guarda l’infinito, nasconde e desta vecchi ricordi che emergono all’improvviso per divenire evocazione di luce e sperimentazione, appunti e anche note sopraffini della memoria. Come sempre, nel suo lavoro, il sogno di Sula si fa e si disfa lentamente, raccoglie gli oscuri presagi che si decantano leggeri in superficie, linee sottili e umori sfuggenti che addensati assieme nella penombra si rincorrono per dare nuova vita e destino all’emozione. Segno nel sogno, a scandagliare i sortilegi dell’anima e tramutare i nascosti pensieri che l’occhio indifeso e distratto non può mai recepire. Una traccia dopo l’altra di senso, a suggerire geometrie interiori in un procedere verso l’equilibrio e il silenzio, tra l’ordine apparente e l’improvviso momento di caos. Come nel precario volo dell’ignoto Tuffatore di Paestum, che sprofonda in un abisso per poi riemergere dall’acqua a nuova vita, i colori incantati di Napoleone viaggiano nel cosmo, alla ricerca di un tempo sospeso, tra la percezione di un infinito procedere e la ricerca di un assoluto che non ha ancora trovato sicura stabilità e certezza.   


 

 Biografia di  Giulia Napoleone



Giulia Napoleone nasce nel 1936 a Pescara in Abruzzo e oggi vive nella Tuscia, in provincia di Viterbo, con frequenti soggiorni in Ticino (Svizzera). Dopo il diploma magistrale nel 1954 si avvicina alla pratica del disegno con lo scultore Ferdinando Gammelli (1913-1983), studia musica e si appassiona alla fotografia. Nel 1957 completa gli studi superiori nel I Liceo Artistico di Roma e si iscrive alla Scuola libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti dove apprende i principi dell’incisione dai maestri Mino Maccari e Lino Bianchi Barriviera. Nel 1958 conosce Giorgio Morandi che le consiglia di dedicarsi all’incisione, al disegno e all’insegnamento. Le prime opere che espone sono dipinti a olio e nel 1963 inaugura la prima mostra personale, Giulia Napoleone, alla Galleria Numero di Firenze. La carta è il suo supporto preferito, realizza le prime incisioni e, dal 1965, frequenta la Sala Studio della Calcografia Nazionale a Roma per approfondirne lo studio. Compie numerosi viaggi all’estero in Francia, Nord Europa, Australia e per lavoro in Tunisia, dove partecipa al restauro pittorico di alcuni dipinti del Museo del Bardo di Tunisi. Allo stesso tempo intraprende la lunga attività d’insegnamento che la vedrà impegnata fino al 2010: all’Istituto d’Arte di Anagni, al I Liceo Artistico di Roma, alla Calcografia Nazionale, all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, all’Università di Tenerife e di Aleppo, in Siria. Perfeziona la tecnica calcografica con una borsa di studio concessa dal Governo olandese al Rijkmuseum di Amsterdam dove rimane affascinata dai pittori Rembrandt, Hercules Seghers e Franz Hals. Nei primi anni Settanta torna in Olanda, viaggia in Inghilterra e sperimenta l’utilizzo del sicoglass, una plastica durevole e trasparente. Dopo le mostre personali alla Galleria dell’Obelisco a Roma (1973) e alla Galleria Menghelli a Firenze (1974) in cui espone lavori in sicoglass, disegni e incisioni, ritorna a studiare alla Calcografia: l’artista, che originariamente aveva inciso all’acquaforte e all’acquatinta, inizia a lavorare con il bulino e il punzone. Nel 1976 compie un viaggio negli Stati Uniti e in Canada per l’inaugurazione di una mostra personale a Toronto; mentre a Urbino, frequenta prima un corso di xilografia e in seguito dei corsi di incisione con Renato Bruscaglia, che la introducono all’utilizzo della maniera nera. In questi anni Giulia Napoleone entra in contatto con numerosi artisti, intellettuali e poeti anche attraverso la collaborazione con Giuseppe Appella, direttore dello Studio Internazionale d’Arte Grafica L’Arco ed inizia a creare preziose edizioni d’arte. In particolare con Vanni Scheiwiller realizza insieme ad Appella un’edizione con quattro incisioni a punzone dal titolo Non vedo quasi nulla (1978) con due poesie di André du Bouchet. Il libro, esposto al Centre Georges Pompidou di Parigi in occasione di una mostra sulla poesia italiana nelle edizioni Scheiwiller, sarà il primo di un’intensa collaborazione con l’editore milanese. L’artista dipinge acquarelli su carta che espone regolarmente in mostre collettive e personali, tra cui a Milano alla Galleria Bon à tirer (1977), a Roma alla Galleria Il Segno (1980) e alla Galleria Il Millennio (1983), dove presenta un nucleo di opere il cui filo conduttore è il colore azzurro. Nel 1983, inoltre, presso la Biblioteca Comunale di Palazzo Sormani a Milano si svolge un’importante rassegna antologica dell’opera grafica dell’artista, accompagnata da un volume pubblicato da Vanni Scheiwiller. Nel 1986 partecipa con tre grandi acquerelli all’XI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (sarà invitata anche nel 1999). Negli anni Novanta continua a realizzare ed esporre incisioni, disegni a pastello, a china, a matite colorate; in particolare per le retrospettive a Le Locle in Svizzera (1990), a Roma (1992), a Bologna (1995) e a Firenze(1996). L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma nel 1997 le dedica una mostra personale che raccoglie gran parte della sua produzione grafica di cui acquisisce un cospicuo nucleo di opere. Successivamente si costituiscono dei fondi al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona in Svizzera (2001), al Gabinetto di Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze (2009, 2011) e in numerosi altri musei e collezioni pubbliche. Durante la sua carriera riceve numerosi riconoscimenti e dal 2007 è Accademico Nazionale di San Luca. Nel 2002 espone una serie di dipinti a olio su tela, Mutano i cieli, presso la galleria fiorentina Il Ponte e l’anno successivo è in Siria ad insegnare alla Private University of Science and Arts di Aleppo. Nonostante l’attività didattica all’estero partecipa a numerose mostre in Italia e in Europa: a Roma all’Istituto Nazionale per la Grafica (2007), all’Associazione Mara Coccia (2007), all’Accademia di San Luca (2008); a Reggio Emilia a Palazzo Magnani (2014) e in Svizzera a Bellinzona al Museo Villa dei Cedri (2007, 2009, 2015). Sempre in Svizzera, la Galleria Stellanove di Mendrisio ospita nel 2011 una mostra di disegni a inchiostro di china e un libro d’artista a cura di Josef Weiss che dà inizio ad un’importante collaborazione editoriale con Giulia Napoleone. Nel 2014 la stessa galleria espone alcuni pastelli dell’artista insieme ad un libro di poesie di Alberto Nessi con sue incisioni (edizioni Il Bulino) e la riproduzione del manoscritto Tempi innocenti del 1980 con l’aggiunta di componimenti poetici di diversi autori (edizioni Pagine d’Arte), mentre l’Atelier di Josef Weiss presenta una scelta di libri d’artista e il volume Nero con disegni originali a inchiostro di china. Nel 2016 il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara le dedica una sala espositiva in occasione della mostra collettiva Percorsi d’Arte Contemporanea. 15 Sale per 15 Artisti. Nel 2017, propone una serie di dipinti a olio alla Galleria Contact di Roma (edizioni Kappabit) e l’inaugurazione presentata da Rosa Pierno, è accompagnata da una performance d’improvvisazione  per voce sola di Ludovica Manzo. Lo Spazio polivalente Arte e Valori di Giubiasco in Svizzera ospita una sua personale di pastelli su carta, seguita da una mostra di pitture a olio a cura di Loredana Müller presso l’Areapangeart di Camorino, presentata da Maria Will, con l’intervento musicale di Walter Fähndrich per tutta la durata dell’esposizione. Alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano  un’antologica di  libri d’artista e incisioni a cura di Alessandro Soldini. Alla Calcografia Nazionale di Roma un’antologica di libri  manoscritti a cura di Antonella Renzitti. Nel 2018 un'importante antologica dal titolo "REALTA' IN EQUILIBRIO" che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea  di Roma dedica a Giulia Napoleone, ricomponendone il percorso con una mostra  a cura di Giuseppe Appella. Centoquattro le opere (dipinti, sculture, disegni, incisioni, libri d’artista, datati 1956-2018) selezionate per evidenziare la nascita e gli sviluppi di un preciso linguaggio formale: dei paesaggi interiori, dei paesaggi “di puntini”, come li definisce lei stessa, di quella ricerca sulla complessità semantica che domina la scena intellettuale e artistica degli anni Sessanta, in cui l’artista opera con la sua personalissima lettura del reale mediata dalla poesia. Nel 2020 la galleria Il Ponte di Firenze presenta nero di china. Mostra curata da Bruno Corà e corredata da un volume che ripercorre il suo lavoro con l’inchiostro di china fin dalla metà degli anni Cinquanta. 

Nel 2021 è presente con una Retrospettiva dal titolo: Giulia Napoleone, “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”, con 54 opere tra  dipinti a olio, acquarelli, pastelli, chine e incisioni presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno a cura di Sandro Bongiani.



LE  OPERE:






























SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY - SALERNO

COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/   

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=41


Giulia Napoleone, Libro d’artista “Come il volo del tuffatore di Paestum” 2018-19

https://issuu.com/sandrobongiani/docs/-giulia_napoleone__issuu.

https://issuu.com/sandrobongiani


 




 




giovedì 30 aprile 2020

Mostra Collettiva Internazionale / OXYGEN - Associazione Culturale Gurubu, Roma



OXYGEN!


GURUBU GARAGE 77
Via della Farina, 18 ROMA

30 Aprile 31 Maggio 2020
Inaugurazione 30 Aprile 

Vernissage 30 aprile ore 17:30

Diretta LIVE da Roma con Patrizio Maria 
dal Gruppo Poga Poga (una metropoli che balla). 

Gli artisti del Gurubu Garage 77 di Roma fanno un richiamo disperato alla vita. Con urla, echi di megafoni, amplificatori rotti e opere grafiche aperte, richiamano l'attenzione verso quel rispetto arrugginito dall'incoscienza e dal progresso - troppo spesso macigno assoluto - che decapita la natura, il respiro, la creatività e le cose semplici e fondamentali di questa introvabile giravolta chiamata vita.

Gli artisti (130 in totale) provenienti da tutto il mondo, capitanati dagli internazionali Gabi Minedi e Patrizio Maria (cantautore-chitarrista/fumettista/storico dell'arte), in collaborazione logistica con l'Ophen Art del Maestro Sandro Bongiani, danno vita a óuna grande e significativa esposizione virtuale di opere, due per autore.

La Mostra sarà visibile sul gruppo  Facebook POGA POGA (Una metropoli che balla) Libri D'Artista, sul canale YouTube PATRIZIO MARIA official e sull'account Instagram dell'Ufficio Stampa @giadaferri_ufficiostampa 

La Mostra è dedicata al nostro caro amico Didier Bouvet, girovago sensazionale, fratello degli ingranaggi a molla e di ogni cielo graffiato, fotografo dei secondi, artista per merito della Natura.



“IL RESPIRO È DISINVOLTURA, 
COME L'UOMO È LA PAURA". [Patrizio Maria]

Associazione Culturale Gurubu - Roma  
Curatori: Sandro Bongiani-Patrizio Maria-Gabi Minedi-Joe Gabriel Walsh
Ufficio Stampa Giada Ferri-Roma 
Gurubu Garage 77 Roma
Tel. e WhatsApp +393281553001
gurubu@mail.com

“Il corpo respira tra battiti e numeri persi, alla ricerca continua di un viaggio pulito, che collega i punti elettrici e sonori del sistem Looka nervoso. Ossigenarsi è purificare la propria insonnia, legata da filosofie presocratiche, intente ad eliminare i concetti cosmici del pensiero. Battere e sbattere il cuore e dare fuoco all'anima, decompone e graffia, tutte quelle strutture che si sgretolano tra il punto di vista atomico e quello rumoroso. Il rimorso pervade e si accentua sul tempo perso del fare, dell ammettere, dell'esplodere costantemente, senza avere sanificato e disinfettato, e glorificato abbastanza quella sintesi completa ed astratta, che il corpo, il tatto, i polmoni e le ossa, chiamano desiderio continuo di pneuma multicolore. Siamo passi inquinati dal nostro stesso respiro deforme.”  Patrizio Maria




OXYGEN

IN NATURA TUTTI I NODI TORNANO AL PETTINE
presentazione a cura di  Sandro  Bongiani

In natura, prima o poi tutti i nodi tornano al pettine con un ambiente già devastato dall'inquinamento atmosferico, del mare e del territorio planetario. Questa non è più una frase di comodo ma una concreta realtà che di fatto condiziona e costringe l’umanità planetaria ad una riflessione e a prendere coscienza della  difficile sussistenza della specie umana. Oggi è arrivato anche il problema terribile del tsunami coronavirus che di fatto ha costretto  l’intero pianeta ad essere recluso e sospeso temporaneamente  in casa in attesa di momenti forse migliori. Di fatto tutto è cambiato, la vita, le relazioni sociali, l’economia, la politica, l’arte, la cultura. Dalla mutazione del virus corrisponde oggi un altrettanto mutamento delle gerarchie del sistema, ancora una volta per niente attento ad una autoriflessione e autovalutazione di cui invece abbiamo urgentemente bisogno. Tutto il nostro vivere non potrà più  essere come prima.

Già nel 1978 Pierre Restany, con il Manifesto del Rio Negro, ovvero il  “Naturalismo Integrale”, postulato nell’estate del 1978  dopo aver risalito in un viaggio assieme agli  artisti Sepp Baendereck e Frans Krajcberg il Rio Negro e suoi affluenti fino alla frontiera dell'Amazzonia brasiliana con il Venezuela e la Columbia, prospettava una sensibilità nuova di fronte ad un ambiente e una natura incontaminata. Baendereck e Krajcberg, due artisti europei naturalizzati brasiliani negli anni Cinquanta, già lavoravano da anni traendo ispirazione dalla natura brasiliana e in particolare dalla foresta amazzonica. Restany, sopraffatto dalla bellezza della natura, si chiese quale potesse essere il ruolo dell’uomo e dell’arte nella società contemporanea, sotto quali forme e secondo quali principi essa poteva offrire una chiave di lettura del presente che ne incarni le problematiche e le criticità, segnalando che bisognava  attuare una sorta di “naturalismo integrale”, una nuova percezione della realtà basata sulla sensibilità dell’individuo che si opponesse ai ritmi vitali dettati e imposti dalla società occidentale dei consumi che minacciosa  devasta la vera natura dell’uomo. Restany sottolineava in particolare che “nello spazio-tempo della vita di un uomo, la natura è la misura della coscienza e della sua sensibilità, e quindi,  “praticare   questa disponibilità in relazione al dato naturale, è ammettere la modestia della percezione umana e i suoi limiti, in rapporto a un tutto che è fine a se stesso”. 

nel 1995, in tempi non sospetti, anch'io scrivevo: “mai prima d’oggi l’uomo si era trovato di fronte a una situazione di “s-naturazione totale” come ai nostri giorni. La civiltà tecnologica ha sconvolto il normale rapporto uomo-natura, frantumato il consueto concetto di spazio/tempo e consolidato il senso della perdita. La rapidità e l’accelerazione della nostra esistenza ha condizionato negativamente tutta la civiltà moderna. L’isolamento del nostro tempo da quello della natura, il movimento continuo e nomade dei nostri spostamenti è diventato un elemento essenzialmente “artificiale” non più legato ai normali ritmi ma  ad una contrazione e un mutamento totale di questi momenti”. Ormai nulla è misurabile, non esistono più neanche modelli stabili. Queste considerazioni ambientali e sociali ci impongono un cambiamento sostanziale, una presa di coscienza forte sul modo di pensare al fine di costruire una nuova percezione del mondo che sia adeguata alla complessità della nostra società; una società che ha perso i consueti punti di riferimento e ha creato la costrizione e il  grande vuoto dell‘uomo contemporaneo. Oggi, purtroppo, per sopravvivere a questa  penosa catastrofe ambientale collettiva si dovrà dare per forza  un senso nuovo a questo  cambiamento planetario. Sandro Bongiani 



130 Artisti di fama Internazionale

Fernando Aguiar-Portogallo, Andreina Argiolas-Italia, Alfredo Avagliano-Italia, Franco Ballabeni-Italia, Sabela Bana-Spagna, Calogero Barba-Italia, Vittore Baroni-Italia, Pier Roberto Bassi-Italia, Rodia Bayginot-Francia, Lancillotto Bellini-Italia, Enrico Benaglia-Italia, Luisa Bergamini-Italia, Brigitte Bernard-Francia, Alejandra Besozzi-Argentina, Tomaso Binga-Italia, Olivier Blot-Francia/Canada, Giovanni Bonanno-Italia, Paolo Gubinelli-Italia, Sylvain Borella-Svizzera, Anna Boschi-Italia, Carlos Botana-Spagna, Didier Bouvet-Francia, Silvano Braido-Italia, Alfonso Caccavale-Italia, Silla Campanini-Italia, Jocelyne Caputo-Francia, Lamberto Caravita-Italia, Alberto Casiraghy-Italia, Land Collodion (Didier Bouvet, Michel Darnis, Norbert Hardy)-Francia, Pino Chimenti-Italia, Ryosuke Cohen-Giappone, Carmela Corsitto-Italia, Maria Credidio-Italia, Maria Crispal-Italia, Paska Deb-Belgio, Bruno Donzelli-Italia, Paolo D’Orazio-Italia, Bruno Chiarlone Debenedetti-Italia, Jakob de Chirico-Italia-Germania, Jakob de Chirico-Germania/Italia con: Lome Menguzzato, Furio Colombo, Jakob de Chirico, Roger Fritz, Eric Demelis-Francia, Eric Demelis, Margaux Salmi, Gaspard Pitiot (Gruppo-Siamo tutti sulla stessa barca)-Francia, Adolfina De Stefani-Italia, Francesco Diotallevi-Italia, Marcello Diotallevi-Italia, Giovanna Donnarumma-Italia, Edizioni Lettere S.Com.Poste Duccio Scheggi, Michela Mascarucci-Italia, Marie-Jeanne Faravel-Francia, Cinzia Farina-Italia, Marco Fattori-Italia, Gretel Fehr-Germania-Italia, Naire Feo-Italia, Luc Fierens-Belgio, Aaron Flores-Messico, Roberto Formigoni-Italia, Aurelio Fort-Italia, Mikel Frank-USA, Ivo Galassi-Italia, Dania Gentili-Italia, Coco Gordon-USA, Lusin Ginosyan-Armenia, Gennaro Ippolito-Italia, Benedetta Jandolo-Italia, Roberto KeppleR-Brasile, Laszlo Ladany-Ungheria, Thierry Lambert-Francia, Ettore Le Donne-Italia, Alfonso Lentini-Italia, Hugues Leroy-Belgio, Giovanni Leto-Italia, Alexander Limarev-Siberia, Adrian Lis-Romania, Pierpaolo Limongelli-Italia, Oronzo Liuzzi-Italia, Serse Luigetti-Italia, Mela M-USA, Ruggero Maggi-Italia, Bibiana Padilla Maltos-USA, Sergio Mammina-Italia, Marcoleptique (Marc Guérin)-Francia, Patrizio Maria-Italia, Lillo Messina-Italia, Gabi Minedi-Italia/Francia, Massimo Monteleone-Italia, Franco Mulas-Italia, Maya Lopez Muro-Argentina, Petra Lorenz-Germania, Theo Nelson-Canada, Carlo Oberti-Italia, Víctor Gabriel Ojeda-Cittá del Messico, Janys Oliveira-Brasile, Nichola Orlick-Japan, Tito S. Remy Orta-Spagna, Shura Oyarce-Perú, Franco Panella-Italia, Claudio Parentela-Italia, Alexey Parygin-Russia, MCA Peintresse-Francia, Corinne Pirault-Francia, Mathias Quetglas-Spagna, Asia Rota-Italia, Mauro Rea-Italia, Martine Rives-Francia, Maurizio Romani-Italia, Claudio Romeo-Italia, Sabine Remy-Germania, Mattew Rose- Francia/USA, Asia Rota-Italia, Sébastien Russo-Francia, Alessandro Sala-Italia, Antonio Sassu-Italia, Roberto Scala-Italia, Jack Seiei-Giappone, Veronique Smet-Belgio, Alberto Sordi-Italia, Lucia Spagnuolo-Italia, Fulgor Silvi-Italia, Gruppo Sinestetico-Italia, Dominique Spessiert-Francia, Giannis Stamenitis-Grecia, Renata e Giovanni Strada-Italia, Marc Taupin-Francia, Ernesto Terlizzi-Italia, Patrizia Tictac-Italia, Horst Tress-Germania, Stefano Turrini-Italia, Valmigot Val-Polinesia, Karen Weber-USA

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno


domenica 2 agosto 2015

TIBET PAVILION - 56 Biennale di Venezia 2015




PADIGLIONE TIBET 2015  /  9 maggio  -  28 agosto 2015  VENEZIA


 


EVENTO PARALLELO

TIBET PAVILION
project by Ruggero Maggi


Santa Marta Congressi – SpazioPorto - Venice
9 maggio – 28 agosto 2015
Opening Day 9th May – 6 p.m.



Under the Patronage of the Municipality of Venice




Dedicato alle vittime del recente terremoto che ha devastato il Nepal, il Tibet, il Bangladesh e l'India.


Spiritualità ed Arte come cibo per la mente e per l’anima.

Si rinnova l'appuntamento veneziano con Padiglione Tibet. La rassegna, con il patrocinio del Comune di Venezia, parallela alla 56. Biennale di Venezia e quest'anno in concomitanza anche con EXPO Milano 2015, verrà inaugurata il 9 maggio 2015 e proseguirà fino al 28 agosto 2015 presso la suggestiva Chiesa di Santa Marta.

Tibet: una nazione che evoca da sempre un sentimento religioso, mistico, di pace, una vitale “centralina” spirituale per tutti gli esseri umani.

Padiglione Tibet, un’idea che nella propria semplicità racchiude una forte carica emozionale, è un sogno che ha lasciato il segno ponendosi l’obiettivo di far incontrare la sensibilità della cultura contemporanea occidentale con quella tibetana.

Ambasciata Tibetana con rilascio del relativo Passaporto

Anno del Dalai Lama. Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, il 6 luglio 2015 (20° giorno, del 5° mese dell’anno tibetano 2142) compirà 80 anni. Oggi il Dalai Lama non è soltanto la massima autorità del popolo tibetano, ma anche un punto di riferimento fondamentale per decine di milioni di persone in tutto il mondo. Il Comitato Padiglione Tibet, la Fondazione  per  la Preservazione  della  Tradizione Mahayana (FPMT) e il Progetto L’Eredità del Tibet, come atto di affettuoso e sentito omaggio all’opera di questo altissimo testimone del nostro tempo, tra l’altro insignito nel 1989 del Premio Nobel per la Pace, hanno deciso di dedicare al Dalai Lama il prossimo anno tibetano (2142,  “Anno della Pecora di Legno” che è iniziato il 19 febbraio 2015 e terminerà l’8 febbraio 2016), organizzando all’interno dell’Anno del Dalai Lama eventi artistici, insegnamenti spirituali e conferenze.


Padiglione Tibet vuole evidenziare il connubio tra Arte Sacra Tibetana ed Arte Contemporanea Occidentale e recentemente è stato invitato come progetto speciale alla Biennale del Fin del Mundo, a cura di Massimo Scaringella, in Argentina
Le numerose esperienze degli anni scorsi hanno visto coinvolti importanti artisti contemporanei, che si sono espressi attraverso le Khata, le tipiche sciarpe bianche che i monaci offrono in segno di solidarietà e amicizia o si sono misurati con l'arte della composizione dei Mandala dei monaci tibetani e le Ruote della preghiera che accompagnano nella preghiera i buddisti tibetani.
Questa edizione (la terza a Venezia) è all'insegna dell'ombrello, proprio del nostro fedele protettore dalla pioggia che, suo malgrado, è stato protagonista della rivolta degli studenti di Hong Kong verso il governo centrale di Pechino. L'ombrello emblema di protezione e di protesta – due lati della stessa medaglia – è divenuto contenitore e supporto degli interventi artistici e di video arte che hanno reso possibile una grande installazione corale con opere dedicate al Tibet, alla sua spiritualità, ai suoi simboli ed alla sua marcia verso la libertà.

La libertà è come un'opera d'arte… va creata, plasmata, modellata.

Gli artisti invitati hanno creato i loro interventi su una stessa base costituita appunto dall'ombrello, dalla sua stoffa, dalla sua stessa struttura, realizzando ombrellipoemi, ombrelliopere che, come un grande ed unico ombrello cerimoniale, uno degli otto simboli di buon auspicio presenti nello stupa (simbolo della natura della mente), secondo il grande veicolo (Mahayana) della compassione e della saggezza illimitati, rappresenterà il superamento di ogni sofferenza
Purtroppo il governo cinese considera il Tibet una nazione di morti… morta deve essere la sua lingua, morta deve essere la sua cultura, morta deve essere la sua arte. I Tibetani devono essere annichiliti dalla violenza.
Padiglione Tibet è sempre stato e sempre sarà un progetto puramente artistico, nato per dare dignità a questo popolo martoriato; ma non può esimersi dal dimostrare, ancora una volta in modo fermo e deciso, il proprio sdegno davanti al disinteresse di tutti verso questo grave problema.

Problema affrontato anche dalla mostra Tibet… c'è poco da ridere” un'idea che ho proposto anni fa a Dino Aloi, grande frequentatore di… artistici Buduar (almanacco dell'arte leggera, mensile satirico online da lui diretto) e dalla dirompente ironia che, coinvolgendo con cura ed intelligenza artisti italiani e francesi, nella sua presentazione si chiede: Ma come è possibile scherzare sul Tibet, la nazione che non c’è ma che dovrebbe esserci in quanto esiste? E poi con tutto quello che succede? Già, perchè è proprio tutto quello che succede di cui spesso non siamo informati, o perlomeno malamente informati, che vorremmo portare alla luce con questa esposizione, partendo, per l’appunto, dal disegno umoristico, dalla satira e dalla caricatura, che sono elementi fondanti della democrazia […]

Padiglione Tibet come progetto artistico accomuna molteplici “anime”: artistica, spirituale, culturale e durante il periodo espositivo altre due iniziative ne accompagnano il percorso: la mostra fotografica di Giampietro Mattolin “Amdo – il paese del XIV Dalai Lama” presentata da Piero Verni che così la descrive: “Situata nella parte nord orientale del Paese delle Nevi, la regione dell'Amdo è uno dei luoghi più affascinanti, superbi e significativi dell'intero Tibet. Alcune delle principali figure religiose della civiltà tibetana sono nate lungo questi sconfinati orizzonti: Lama Tzongkhapa il grande riformatore del 14° secolo padre della scuola Gelug, il 10° Panchen Lama e l'attuale XIV Dalai Lama, originario del villaggio di Takster.” e l'esposizione costituita da un approfondimento grafico del grande disegnatore Giuseppe Coco sulla figura di Milarepa (1040 – 1123) il più famoso ed amato degli yogin tibetani ed uno dei più grandi maestri spirituali di tutti i tempi. Scrive Chiara Gatti che presenta la mostra Coco & Milarepa - I colori dello spirito: In questa occasione […] si propone un ciclo di opere concentrate su un tema più intimo, caro al lato spirituale della sua personalità riservata. Si tratta delle tavole dedicate alla figura di Milarepa, icona della scuola Kagyu del Buddhismo tibetano. Una figura intensa e magica che Coco indagò, fra la fine degli anni Ottanta e il Duemila, sperimentando colori lisergici e forme potenti, specchio di una riflessione esistenziale segnata da grande energia e, insieme, grande sofferenza.[…] Un viaggio catartico ed escatologico che scuote la coscienza.”

Quest'anno il programma di Padiglione Tibet si arricchisce anche, il giorno dell'inaugurazione sabato 9 maggio, della presenza di Ghese Lobsang Tenkyong (nato nel Tibet orientale. Ha studiato nel monastero di Sera, ottenendo il grado di Geshe Lharampa, il più alto titolo di studi conseguibile all'interno della tradizione gelug-pa) e di Stefano Antichi, direttore del Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition (FPMT) di Genova.



Artisti PADIGLIONE TIBET
Piergiorgio Baroldi, BAU, Carla Bertola - Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Pino Chimenti, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma - Gennaro Ippolito, Giglio Frigerio - Fabrizio Martinelli, Ivana Geviti, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano, Oronzo Liuzzi - Rossana Bucci, Silvia Mariani - Christine Davis, Gianni Marussi - Alessandra Finzi, Fernando Montà, Lorenza Morandotti - Francesco Maglia snc, Clara Paci, Lucia Paese, Claudio Pantana, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Tiziana Priori - Simonetta Chierici, Roberto Scala - Bruno Cassaglia, Anna Seccia, Lucia Spagnuolo, Roberto Testori, Micaela Tornaghi.

Video arte
Francesca Lolli, Marco Rizzo.
Testi di
Giosuè Allegrini, Dino Aloi, Stefano Antichi, Elisabetta Bacci, Lara Caccia, Claudio Cardelli, Mauro Carrera, Giulia Fresca, Chiara Gatti, Alexander Larrarte, Ruggero Maggi, Cristina Romieri, Giuliana Schiavone, Claudio Tecchio, Trini Castelli, Piero Verni, Roberto Vidali.

Artisti della mostra Tibet… c'è poco da ridere
Dino Aloi, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Gianni Chiostri, Lido Chiostri, Milko Dalla Battista, Marco De Angelis, Guido Giordano, Ruggero Maggi, Claudio Mellana, Danilo Paparelli, Alessandro Prevosto, Robert Rousso, Fabio Sironi, Carlo Squillante.


Prossimi appuntamenti, di cui verrà fornito un programma più dettagliato in seguito, sono previsti nelle seguenti date:

7 giugno 2015  insegnamenti buddisti di Ghese Tenzin Tenphel con tema: L'etica laica. come perseguire valori etici, morali, di gentilezza e compassione al di là di una formazione religiosa.

17/18/19/20 giugno 2015 realizzazione di un mandala da parte di monaci tibetani

20 giugno 2015 Art Night Venezia performances di artisti contemporanei e in serata il rito di dispersione del mandala

6 luglio 2015 grandi festeggiamenti per l'80° Compleanno del Dalai Lama, la presentazione in anteprima del libro “Tulku le incarnazioni mistiche del Tibet” di Piero Verni e Giampietro Mattolin ed alcune intense azioni artistiche

28 agosto 2015 finissage
 entrata libera - orari: martedì – domenica 11.00/19.00 - chiusura: lunedì




per informazioni:
320.9621497



Santa Marta Congressi – SpazioPorto
DALLA STAZIONE FERROVIARIA DI VENEZIA
Linee ACTV 41, 51 fermata “Santa Marta” che dista 50 metri da SpazioPorto
DA PIAZZALE ROMA Linee ACTV 41, 51, 61, fermata “Santa Marta”
DA SAN MARCO Linee ACTV 42, 52, 62, fermata “Santa Marta”


Sponsor
CFLI, SpazioPorto, Tre D s.r.l., NCA Engineering Srl, Tecnodomes, FabLab Fondazione Mike Bongiorno, Buduar, Atelier51, The Heritage of Tibet, FPMT, Dossier Tibet, Iscos, Associazione Italia-Tibet, Associazione Vimala, La Casa del Tibet


Note:
. La figura di Giuseppe Coco (Biancavilla, Catania 1936 – 2012) è entrata nell'immaginario comune per le celebri illustrazioni che hanno animato, a partire dagli anni Sessanta, con ironia e straordinario humor nero, le pagine di testate famose. Come Comix, il Corriere della Sera, Epoca, Horror, La Gazzetta dello Sport, L’Espresso, la Repubblica, La Domenica del Corriere, La Settimana enigmistica, Panorama, Relax e Zoom; oltre a celebri e popolarissimi periodici stranieri, da Playmen a Punch, da Hara Kiri al The Saturday Evening Post. (Chiara Gatti)

. La FPMT (Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana) è un’organizzazione internazionale non-profit, fondata nel 1975 da Lama Thubten Yeshe. La Fondazione si dedica alla trasmissione in tutto il mondo della tradizione buddhista mahayana e dei suoi valori attraverso l’insegnamento, la meditazione e il servizio alla comunità. La FPMT Italia appartiene a questa rete internazionale costituita da centri di insegnamento buddhista, centri di meditazione, centri di ritiro, monasteri per monaci e monache, case editrici, hospice, centri di cura e altri centri di servizi per la comunità.

. Quella tibetana era una civiltà di grande valore, poco sviluppata dal punto di vista del progresso materiale ma incredibilmente progredita sotto il profilo della ricerca filosofica e interiore. Il Progetto L’Eredità del Tibet nasce dalla consapevolezza dell'urgenza di un aiuto per preservare la cultura tibetana e cerca, con le sue modeste energie, di contribuire alla conoscenza degli elementi essenziali di quello che è stato efficacemente chiamato, il “Messaggio dei Tibetani”.





VISITA AL
PADIGLIONE TIBET 2015 

(foto di Lorenza Morandotti)




(foto archivio)




(foto archivio)




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(foto di Melissa Simionato)




(foto archivio)




(foto archivio)




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(foto archivio)




(foto di Rosamaria Zumbo)




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(foto di Rosamaria Zumbo)




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(foto archivio)




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(foto archivio)



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(foto di Lorenza Morandotti)







PADIGLIONE TIBET 2015  /  9 maggio  -  28 agosto 2015  VENEZIA

 TIBET PAVILION
project by Ruggero Maggi


Santa Marta Congressi – SpazioPorto - Venice
9 maggio – 28  agosto 2015
Opening Day 9th May – 6 p.m.

Under the Patronage of the Municipality of Venice


Dedicated to victims of the recent major earthquacke which has devastated Nepal, Tibet, Bangladesh and India.

Spirituality and Art as Food for Mind and Soul.


A new Venetian appointment with the Tibet Pavilion. The event under the patronage of the Municipality of Venice, parallel to the 56th Venice Biennial and this year in conjunction with Milan EXPO 2015, will be inaugurated on May 9, 2015 and will continue until August 28, 2015 at the suggestive Santa Marta’s Church.

Tibet: a nation that always evokes a religious, mystical, peaceful feeling, a vital, spiritual unit” for all the human beings.

Tibet Pavilion, an idea that in its simplicity encloses a strong emotional charge, it is a dream that has left its mark, setting the goal of bringing together the sensitivity of the contemporary Western and the Tibetan cultures.

Tibetan Embassy with release of its Passport.

Year of the Dalai Lama. His Holiness Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama of Tibet, July 6, 2015 (the 20th day of the 5th month of the Tibetan year 2142) celebrates 80 years. Nowadays the Dalai Lama is not only the highest authority of the Tibetan people, but also a fundamental reference point for tens of millions of people around the world. The Tibet Pavilion Committee, the Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition (FPMT) and The Heritage of Tibet , as an act of affectionate and heartfelt tribute to the work of this high witness of our time, among others awarded in 1989 with the Nobel Peace Prize, have decided to dedicate the next Tibetan year to the Dalai Lama (2142, "Year of the Wood Sheep" which began on February 19, 2015 and will end on February 8, 2016), organizing within the Year of the Dalai Lama artistic events, spiritual teachings and lectures.


Tibet Pavilion highlights the combination of Tibetan Sacred Art and Contemporary Western Art and recently has been invited as a special project at the Biennale del Fin del Mundo, curated by Massimo Scaringella, in Argentina.
The many experiences of the past years have seen involved important contemporary artists who expressed themselves through the Khata, the typical white scarves that monks offer in a sign of solidarity and friendship, or through the art of the Tibetan monks’ Mandala composition or the Wheels of prayer that accompanying in the prayer the Tibetan Buddhists.
The third edition is dedicated to the umbrella, our loyal protector from the rain that in spite of itself was the protagonist of the Hong Kong’s students revolt toward the central government of Beijing. The umbrella emblem of protection and protest – two sides of the same coin – became container and support of artistic interventions and video art that made possible a large choral installation with works dedicated to Tibet, its spirituality, its symbols and its march towards freedom.

Freedom is like a work of art... it has to be created, shaped, modelled.

The invited artists have created their actions on the same base consists precisely by the umbrella, by its cloth, by its own structure, presenting umbrellapoems, umbrellaworks that like a great and unique ceremonial umbrella, one of the eight auspicious symbols present in the stupa (symbol of the nature of the mind) according to the great vehicle (Mahayana) of unlimited compassion and wisdom, will represent the overcoming of all suffering.
Unfortunately, the Chinese government considers Tibet a nation of dead... its language must be dead, its culture must be dead, its art must be dead. Tibetans must be annihilated by violence.
Tibet Pavilion has always been and always will be a purely artistic project, created to give dignity to this martyred people; but once again, it cannot refrain from showing its strong and determined outrage in front of the lack of interest of everyone toward this serious problem.

Problem that it is also presented at the exhibition “Tibet ... there's nothing to laugh” that I proposed years ago to Dino Aloi, great frequenter of ... artistic Buduar (almanac of light art, satirical monthly online directed by him) that, involving by care and intelligence, Italian and French artists, in presentation asks himself: How can you joke about Tibet, the nation that isn’t but should be. Have you thought about all the things happening there? Well infact, this exhibition would like to put a spotlight on things we are not usually informed about, starting with humoristic drawings, satires and caricatures, founding elements of democracy [...]

Tibet Pavilion as artistic project unites many “souls”: artistic, spiritual, cultural and, during the exhibition itinerary, two other initiatives will accompany the path: the photographic exhibition of Giampietro Mattolin “Amdo - the country of the XIV Dalai Lama” presented by Piero Verni: “Located in the north-eastern part of the Land of Snows, the region of Amdo is one of the most fascinating, magnificent and meaningful of the whole Tibet. Some of the major religious figures of the Tibetan civilization arose along these endless horizons: the great reformer of the 14th century Lama Tzongkhapa father of the Gelug School, the 10th Panchen Lama and the current XIV Dalai Lama native of the village of Takster.”;
and the exhibition constituted of a graphic deepening of the great illustrator Giuseppe Coco on the figure of Milarepa (1040 - 1123) the most famous and beloved of the Tibetan yogin and one of the greatest spiritual masters of all time. Chiara Gatti that presents the exhibition Coco & Milarepa - The colors of the spirit, writes: “On this occasion [...] it is proposed a cycle of works focused on a more intimate theme, dear to the spiritual side of his reserved personality. These are the plates dedicated to the figure of Milarepa, icon of the Kagyu School of the Tibetan Buddhism. An intense and magical figure that Coco investigated, between the end of the Eighties and the Two thousand, experiencing lysergic colours and powerful shapes, mirror of an existential reflection marked by great energy and suffering together. [...] A cathartic and eschatological trip that shocks the conscience.”

Saturday, May 9, opening day, will be present also Ghese Lobsang Tenkyong (born in the Eastern Tibet. He studied in the Sera monastery, obtaining the degree of Geshe Lharampa, the highest title of study achievable within the gelug-pa tradition) and Stefano Antichi director of the Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition (FPMT) of Genoa.



Artists TIBET PAVILION
Piergiorgio Baroldi, BAU, Carla Bertola - Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Pino Chimenti, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma - Gennaro Ippolito, Giglio Frigerio - Fabrizio Martinelli, Ivana Geviti, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano, Oronzo Liuzzi - Rossana Bucci, Silvia Mariani - Christine Davis, Gianni Marussi - Alessandra Finzi, Fernando Montà, Lorenza Morandotti - Francesco Maglia snc, Clara Paci, Lucia Paese, Claudio Pantana, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Tiziana Priori - Simonetta Chierici, Roberto Scala - Bruno Cassaglia, Anna Seccia, Lucia Spagnuolo, Roberto Testori, Micaela Tornaghi.

Video art
Francesca Lolli, Marco Rizzo.
Texts by
Giosuè Allegrini, Dino Aloi, Stefano Antichi, Elisabetta Bacci, Lara Caccia, Claudio Cardelli, Mauro Carrera, Giulia Fresca, Chiara Gatti, Alexander Larrarte, Ruggero Maggi, Cristina Romieri, Giuliana Schiavone, Claudio Tecchio, Trini Castelli, Piero Verni, Roberto Vidali.

Artists of the exhibition “Tibet ... there's nothing to laugh”
Dino Aloi, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Gianni Chiostri, Lido Chiostri, Milko Dalla Battista, Marco De Angelis, Guido Giordano, Ruggero Maggi, Claudio Mellana, Danilo Paparelli, Alessandro Prevosto, Robert Rousso, Fabio Sironi, Carlo Squillante.





Upcoming events, of which will be provided a more detailed program later:

June 7, 2015 Buddhist teachings by Ghese Tenzin Tenphel with theme: The laical ethics. How to pursue ethical, moral, kindness and compassion values beyond a religious formation.

June 17/18/19/20, 2015 creation of a mandala by Tibetan Monks.

June 20, 2015 Art Night Venice performances by contemporary artists and the dispersion rite of the mandala in the evening.

July 6, 2015 great celebrations for the 80th birthday of the Dalai Lama, the preview presentation of the book “Tulku the mystical incarnations of Tibet” by Piero Verni and Giampietro Mattolin and some intense artistic actions.

August 28, 2015 finissage


Free Entry Tuesday - Sunday 11.00 a.m. / 7.00 p.m. – Closed: Monday


for information:
320.9621497


Santa Marta Congressi – SpazioPorto
FROM VENICE RAILWAY STATION
Lines ACTV 41, 51 stop “Santa Marta” 50 meters far from SpazioPorto
FROM PIAZZALE ROMA Lines ACTV 41, 51, 61, stop “Santa Marta”
FROM SAN MARCO Lines ACTV 42, 52, 62, stop “Santa Marta”


Sponsor
CFLI, SpazioPorto, Tre D s.r.l., NCA Engineering Srl, Tecnodomes, FabLab Fondazione Mike Bongiorno, Buduar, Atelier51, The Heritage of Tibet, FPMT, Dossier Tibet, Iscos, Associazione Italia-Tibet, Associazione Vimala, La Casa del Tibet,.


 notes:

. The figure of Giuseppe Coco (Biancavilla, Catania 1936 – 2012) entered in the popular imagination for the famous illustrations that since the Sixties have animated with irony and extraordinary black humour the pages of popular magazines. Such as Comix, il Corriere della Sera, Epoca, Horror, La Gazzetta dello Sport, L’Espresso, la Repubblica, La Domenica del Corriere, La Settimana enigmistica, Panorama, Relax, Zoom, Playmen, Punch, Hara Kiri and The Saturday Evening Post. (Chiara Gatti)

. The FPMT (Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition) is an international non-profit organization founded in 1975 by Lama Thubten Yeshe. The Foundation is dedicated to the transmission of the Mahayana Buddhist tradition and its values in the world through teaching, meditation and community service. The FPMT Italy belongs to this international network consisting of Buddhist centres of teaching, meditation centres, retreat centres, monasteries for monks and nuns, publishing houses, hospices, care centres and other community service centres.

. The Tibetan civilization was of great value, undeveloped in terms of material progress but incredibly improved from the point of view of an interior and philosophical research. The Project The Heritage of Tibet derives from the awareness of an urgency help to preserve Tibetan culture trying to contribute with its modest energy to the knowledge of the essential elements of what was effectively called the “The Tibetans’ Message”.