giovedì 27 marzo 2014

ERNESTO TERLIZZI ALLO SPAZIO TADINI DI MILANO


ERNESTO TERLIZZI

Apologia della superficie
 
 

29 marzo - 18 aprile 2014

Inaugurazione: Sabato 29 marzo 2014 - ore 18,30

Spazio Tadini - Via Niccolò Jommelli, 24 - 20131 Milano - www.spaziotadini.it  - Tel. 0226829749

La mostra è visitabile dal martedì al sabato dalle 15,30/19,00 o per appuntamento. 

 


Apologia della superficie, è la personale di Ernesto Terlizzi che Spazio Tadini dedica all’artista campano.
 
La mostra è composta da 30 carte tutte realizzate nel corso del 2013. In questi particolari fogli, l’autore, pur spaziando attraverso discipline e materie diverse, conferma la sua precisa riconoscibilità grazie al costante utilizzo del suo segno grafico contaminato nei vari risvolti della sua lunga ricerca.  Un costante rinnovamento grazie a intelligenti espedienti immaginativi, fenditure, brecce e segni sempre tesi a coniugare, il manuale e il mentale, la pratica dell’arte e la teoria ad essa dedicata, in un processo di destrutturazione dell’immagine carico di rimandi ed allusioni.
 
 

Nei testi che accompagnano il catalogo Melina Scalise, Francesco Tadini e Antonello Tolve così scrivono:  “...Terlizzi arriva a Spazio Tadini con una sua personale in questo luogo d’arte e cultura dedicato al maestro Emilio Tadini di cui conserva stima e ricordi. Ad ospitare la carte di Terlizzi, le pareti dello studio di Tadini, per riallacciare un dialogo mai interrotto come solo l’arte sa fare. I suoi lavori sono il racconto di un corpo, di un viaggio... Frammenti di quei paesaggi visibili a occhio nudo si ritrovano, staccati dalla prospettiva naturale, e collocati nelle opere di Terlizzi... Un dosatore perfetto del bianco e del nero e di tutte le sfumature del grigio... affascinato dalla semplicità e dall’essenzialità” (Melina Scalise) “Essere apparentemente lieti mentre l’animo brucia ferocemente e, mentre la storia divora gli umani con le stesse fauci e la violenza di sempre, affidare a forme profughe – non certo solo object trouvé – il verbo futuro di ogni racconto possibile. Questo sembra essere il progetto radicale di Ernesto Terlizzi. E delle sue rudi eleganze in guisa di continuità iper raffinate tra disegno, pittura e brandelli vari.
 
 
 
 

“La vera armonia sta nella disarmonia”, chiosa Ernesto nella video intervista sopracitata. E forse, con garbo e coerenza progettuale proprie di ogni grande artista, a conseguenza della conseguenza delle premesse gettate quarant’anni fa, la disarmonia di queste forme profughe è vero antidoto all’inquinamento oftalmico corrente. Mi sveglierò ancora di notte per vedere con desiderio queste trenta carte perfette di Ernesto, che saranno inondate dalla luce che meritano” (Francesco Tadini) Irrimediabilmente legato ad un tessuto fragile e irrequieto che fa i conti con la vita, Terlizzi esercita non a caso sulla superficie una spinta morbida e morbosa che volge verso la crisi del riferimento tra la realtà e il linguaggio della pittura per costruire, così, uno spazio concreto, bidimensionale, mentale. Ogni sua opera recente, comprese queste nuove carte che ascoltano (accolgono e rappresentano) il silenzio del mare, rappresenta dunque un gioco linguistico, un processo di destrutturazione della realtà per erigere un discorso del linguaggio sul linguaggio mediante una modalità sinonimica attraverso la quale generare «l’attivazione di fasce potenti di equivalenza e di identità a livello profondo, le quali compromettono le articolazioni differenziali e oppositive delle strutture semiche di superficie »” (Antonello Tolve)
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
Ernesto Terlizzi
nasce ad Angri (Sa) dove vive e lavora.
 

 
 
Dal 1965, dopo gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, è presente nel panorama artistico nazionale e internazionale con mostre di gruppo, premi e personali. Sue opere sono inserite in numerose collezioni pubbliche permanenti tra cui: Museo d’Arte Moderna, Durazzo Albania; Museo d’Arte Contemporanea, Ripe San Ginesio, Macerata; Consolato Venezuelano di Napoli; Pinacoteca e Musei Comunali, Macerata; FRAC Prima collezione permanente, Baronissi (Sa); Pinacoteca Comunale, Termoli; Museo delle generazioni italiane del 900, Pieve di Cento, Bologna; CAM Art Museum Contemporary, Casoria (Na); Museo d’Arte Contemporanea, Gazoldo degli Ippoliti, Mantova; MUMI Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (Ch).

sabato 22 marzo 2014

A PALERMO MOSTRA PERSONALE DI VINCENZO NUCCI

 
 
“Attorno a Vermeer”
 
Personale di
VINCENZO NUCCI
 
sabato 22 marzo 2011  
 
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La personale raccoglie quattordici pastelli e due oli, realizzati dall’artista siciliano che vive ed opera a Sciacca, in occasione della grande mostra “Attorno a Vermeer”, a cura di Marco Goldin, presente dall’8 febbraio  nelle sale di  Palazzo Fava a  Bologna.
 
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Scrive in catalogo Marco Goldin: […] Un poco del suo tempo, Vincenzo Nucci lo ha dedicato a dipingere attorno a Vermeer. Nei suoi pressi, in vicinanze che sono state subito piene d’amore. E come per un miracolo che egli ha certamente desiderato creare, ha riempito Vermeer del suo azzurro mediterraneo. Ha riscritto il sublime pittore di Delft nella grammatica di una luce ammantata, e tutta dolcemente avvolta, proprio dell’azzurro. Il suo colore, ma anche il colore della nostalgia, della lontananza, così come un mare, nella distanza, sfuma ancora di più dentro l’azzurro. I canali olandesi sono diventati il bordo del mare, le donne nelle stanze suonano o scrivono accanto a una finestra  che si affaccia su una palma o su una fioritura rossa di buganvillee. I cieli attraversati da nuvole, che erano stati quelli di Jacob van Ruisdael nel Seicento, Nucci li ha fatti diventare l’azzurro tonante del mezzogiorno a Sciacca. Ciò che si conosce, e si vive.
Così, questa non è pittura di d’après, non è una copia o una riproposizione. Ha a che fare piuttosto con il suo sentimento del mondo, con il suo desiderio di ascoltare un profumo, di vedere sollevarsi un silenzio. E’ la commozione dello stare al mondo, dell’esserci, del raccontare questo consistere, facendolo con figure che diventano pittura. Nucci si è collegato a Vermeer per la via del silenzio assoluto, modulandolo però nelle opere e nei giorni. Perché tutto, sembra dire il pittore, deve stare riflesso nella vita e non essere un’astrazione. […]
 
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Della sua opera hanno scritto, tra gli altri: Lucio Barbera, Francesca Bonazzoli, Liana Bortolon, Martina Corgnati, Philippe Daverio, Fabrizio Dentice, Valentina Di Miceli, Eva Di Stefano, Aldo Gerbino, Guido Giuffrè, Sebastiano Grasso, Stefano Malatesta, Paolo Nifosì, Giuseppe Quatriglio, Ruggero Savinio, Giovanni  Bonanno, Vittorio Sgarbi, Enzo Siciliano, Roberto Tassi, Sergio Troisi, Emilia Valenza, Marco Vallora.
 
Sarà presente l’autore e interverrà Marco Goldin
La mostra si protrarrà fino al 17 aprile 2014
Ingresso libero. Orari 16.30/19.30  (Chiuso Domenica )
 
 website : www.ellearte.it   
 
Visit:  
http://www.ellearte.it/mostra.php?id=200     

giovedì 6 marzo 2014

Invito della Mostra Personale del 1991 di Gugliemo Achille Cavellini


Invito originale ricevuto della Mostra Personale del 1991  di Gugliemo Achille Cavellini alla Galerie Air de Paris di  Nice, F.   (nel lato del destinatario si nota il timbro rotondo dell’archivio storico Cavellini datato 1991 e più sotto in rosso   la data   21 set. 1991 au 7 dec. 1991).
 
 
 



 

Ritratto di Angela Noya Villa eseguito da G. A. Cavellini a Brescia il 9 settembre 1987


Ritratto di Angela Noya Villa eseguito da G. A. Cavellini a Brescia il 9 settembre 1987 alle ore 16.
L'opera originale sin trova in permanenza presso l'Archivio  di Angela Noya Villa di Roma.

 
particolare



Si ringrazia l’Archivio Angela Noya Villa  che ha permesso la diffusione e la conoscenza di questa amicizia con Cavellini.