sabato 26 luglio 2014

Artisti di Sicilia da Pirandello a Iudice: Stabilimento Florio sull’isola di Favignana.


 
 
Da Fausto Pirandello a Renato Guttuso, da Carla Accardi a Emilio Isgrò, da Piero Guccione a Vincenzo Nucci, gli indiscussi maestri del ’900 siciliano sono al centro della grande mostra allestita fino al 12 ottobre negli spazi dell’Ex Stabilimento Florio (che oggi ospita il Museo della antica tonnara) sull’isola di Favignana.

La mostra, dal titolo «Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Iudice», curata da Vittorio Sgarbi, ripercorre la più importante produzione artistica siciliana di pittori, scultori e  fotografi, a partire dagli anni ’30 e fino ad oggi, con opere straordinarie, molte delle quali provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. Esposte oltre 200 opere con l’intento di raccontare l’evoluzione di una ricerca artistica che ha attraversato e influenzato per un secolo intero (e fino a oggi) la cultura italiana.
 
“C’è un filo continuo di tensione creativa nella luce e nel mare, che corre dagli anni ’30 fino al nuovo millennio” dice il curatore Vittorio Sgarbi “è importante vedere questi artisti riuniti nello spazio meraviglioso della  Tonnara di Favignana”.
Il percorso si articola in quattro grandi spazi espositivi, dove, seguendo un ordine cronologico, si susseguono le opere dei maestri vissuti a cavallo tra XIX e XX secolo assieme ad altri artisti più giovani. Da questi si dipana quel filo continuo che attraversa il ’900 dagli anni ʻ30 fino al nuovo millennio e che al centro ha sempre la Sicilia, con il suo paesaggio, la luce mediterranea e la sua  straordinaria storia.
Sono presenti opere d’arte tra le più popolari e interessanti del panorama critico italiano, tra cui quelle del grandei Fausto Pirandello, “Le carni dei bagnanti e dei nudi femminili”, di  Renato Guttuso “La Vucciria”, capolavoro simbolo dell’arte siciliana nel mondo,  Piero Guccione è presente con  “Il mare e il cielo di Sicilia”, Bruno Caruso con  “La sua visione interiore” e  tra i tanti grandi nomi  è presente, anche,  il lavoro  " La palma e l'azzurro " dell’interessante artista saccense  Vincenzo Nucci. 
Certamente, una selezione significativa di opere di straordinari maestri che attraverso i singoli percorsi di ricerca espressiva esprimono una visione della loro terra quale luogo di meditazione e conflitto. Una mostra che presto potrà iniziare il suo viaggio in Italia, per arrivare a Milano, durante l’Expo Universale.

Catalogo Skira

 
 
 

Opera di  Vincenzo  Nucci, " La palma e l'azzurro " 2011. 
 Olio su tela cm 120xcm95

 
Sono presenti tra gli altri  importanti artisti siciliani come:
Carmelo Cappello, Carla Accardi, Emilio Greco, Fausto Pirandello, Gianbecchina, Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Migneco, Ignazio Moncada, Mimmo Germanà, Nino Franchina, Pietro Consagra, Pippo Rizzo, Renato Guttuso, Salvatore Fiume, Ugo Attardi, Antonio Brancato, Antonio Freiles, Bruno Caruso, Dino Cunsolo, Emilio Isgrò , Ferdinando Scianna, Francesco Balsamo, Franco Battiato, Franco Sarnari, Gaetano Tranchino,  Giovanni Chiaramonte, Giovanni Iudice, Giuseppe Modica, Giuseppe Puglisi, Guido Baragli, Piero Guccione, Rosario Bruno, Sonia Alvarez, Concetto  Maugeri, Tano Brancato, Togo, Turi Simeti, Vincenzo Nucci.
 
Un piccolo inciso per Vittorio Sgarbi; si rileva l’assenza, purtroppo, di alcuni artisti  siciliani che riteniamo significativi nel panorama culturale della pittura siciliana come  per esempio, Antonio Sanfilippo, Paolo Scirpa, Nicolò D’Alessandro, Vincenzo Sciamè recentemente scomparso e  per certi versi anche  l’apporto  di Antonio Scordia, nato a Santa Fè  (Argentina) da genitori siciliani e stabilitosi all’età di 3 anni definitivamente a Roma. Dimenticanze che speriamo verranno colmate in una prossima  futura rassegna.

(Ad ottobre seguirà dell’Ex Stabilimento Florio di Favignana un’altra importante rassegna dal titolo:«Di là dal faro. Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento»).

giovedì 17 luglio 2014

PASSAPORTO TIBET

dal 22 giugno 2013 è aperta l’AMBASCIATA TIBETANA con rilascio del PASSAPORTO TIBETANO

PROGETTO TIBET
ideato e curato da Ruggero Maggi

 


Che dire quando ad un Paese vengono tolti i propri simboli culturali?
 

 
    Passaporto Tibet rilasciato a Giovanni Bonanno dall'Ambasciata Tibet
 
 
Che dire di quel senso di smarrimento, di precarietà dei punti di riconoscimento, che ogni sopruso toglie, in segno di sfregio e supremazia sull’altro?

 
“Il passaporto è la parte più nobile di un uomo. E difatti non è mica così semplice da fare come un uomo. Un essere umano lo si può fare dappertutto, nel modo più irresponsabile e senza una ragione valida; ma un passaporto, mai. In compenso il passaporto, quando è buono viene riconosciuto; invece un uomo può essere buono quanto vuole, non viene riconosciuto lo stesso” (Bertolt Brecht – 1934 “Dialoghi di profughi”)
 
 

Viviamo in tempi bui o più probabilmente gli esseri umani si comportano in modi oscuri in tempi limpidi. L’avvenire e i suoi futuri abitanti ci chiederanno conto del nostro comportamento nella storia. E allora dovremo spiegare perche’ e’ tanto importante l’identita’ e i suoi pezzi di carta. La carta e’ solo carta ci diranno. Come puo’ una parte di mondo decidere e dichiarare per l’universale? Come la pace puo’ giungere per mezzo di violenza e guerra? I concetti di spazio, luogo e tempo nella modernita’ si sono coniugati in modo nuovo. E cosi’ i capitali oltrepassano i confini e raggiungono in pochi secondi paradisi fiscali dall’altra parte del mondo. Le merci nel mercato globale attraversano frontiere con estrema facilita’. Lo fanno nel chiasso di campagne pubblicitarie assordanti. L’uomo che parte invece, non sempre arriva a destinazione; spesso non arriva. Anche questo e’ assordante, accade in un silenzio assordante. (Fulvio Bizzarini)