venerdì 24 febbraio 2017

VIVA ARTE VIVA - 57. Esposizione Internazionale d’Arte 2017


 
57. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia  2017
 

57. Esposizione Internazionale d’Arte

VIVA ARTE VIVA

13 maggio > 26 novembre 2017

Sarà aperta al pubblico da sabato 13 maggio a domenica 26 novembre 2017, ai Giardini e all’Arsenale, la 57. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo VIVA ARTE VIVA, curata da Christine Macel e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 10, 11 e 12 maggio, la cerimonia di premiazione e di inaugurazione si svolgerà sabato 13 maggio 2017.
 
La Mostra sarà affiancata da 85 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta: Antigua e Barbuda, Kiribati, Nigeria, Kazakistan (prima volta da solo).
 
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, sarà curato quest’anno da Cecilia Alemani.
 
Anche per questa edizione si prevedono selezionati Eventi Collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia in concomitanza con la 57. Esposizione.


57. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTEVIVA ARTE VIVA

- Intervento di Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia

VIVA ARTE VIVA - 57. Esposizione Internazionale d’Arte

- Intervento di Christine Macel, Curatrice della 57. Esposizione

Artisti invitati

Partecipazioni nazionali

Biennale Sessions

- Educational

- Visite guidate (Arsenale)

- Biglietteria
 
 
 
 
 

"Viva Arte Viva" è il titolo della 57. Biennale Internazionale d’ Arte di Venezia  2017. La curatrice della 57esima Biennale Internazionale di Arti Visive Christine Macel, guarda all’arte come il luogo per i sogni e le utopie, per le relazioni fra esseri umani, natura, universo, senza escludere la dimensione metafisica della spiritualità. Un luogo privilegiato e che merita di essere protetto, messo in luce, esplorato, perché rappresenta l’ultimo baluardo nei confronti dell’individualismo, della gara al consumo, all’indifferenza reciproca verso gli altri, verso il sé e verso il mondo. L’arte dunque è il luogo della formazione della soggettività individuale che diventa immaginario collettivo e inventa mondi, è il luogo fisico e immaginario insieme del sì alla vita e, per chi ha fede, alla divinità. Per questo, Christine Macel ha scelto una esclamazione, "Viva Arte Viva", come augurio alla figura dell’artista, senza il quale non si dà arte. Rispondendo a chi vede in questo atteggiamento di virare all’utopia una manovra diversiva e di disimpegno, Baratta chiosa, in una società dei consumi e tutta dedita alla produttività e all’efficienza, l’Otium ha un valore altissimo. Paolo Baratta ha spiegato l’importanza di questa virata sul sogno e sulla generosità della creatività artistica come risposta precisa e come via di uscita dal manierismo dell’ansia. Christine Macel riporta a fuoco l’importanza della libertà vitale e della generosità della creatività artistica nel mondo in cui viviamo. La Biennale, dice Baratta, ha esattamente il compito di offrire lo spazio perché il mondo creda alla potenza dell’immaginario, e si renda conto della necessità di uno spazio condiviso di generosità e di libertà. Sarà infine anche la mostra della massima inclusione possibile del pubblico nella produzione dell’arte, più che nel suo consumo.
 
 
Per questo il programma è stato strutturato anche in nuovi spazi all’Arsenale, allestiti con usi inediti. In particolare, ogni sabato sarà possibile mangiare e discutere a tavola con un artista diverso, per tutti i sei mesi della mostra. "Open Tables" sarà il nome della sezione. La Biennale dedicata alle forme di vita artistica, "Viva Arte Viva", si svilupperà dunque lungo 12 stanze più un atrio e una sala conviviale. Le stanze proporranno allo spettatore un viaggio dalla formazione della soggettività, all’esplorazione delle cose ultime e dell’infinito, e saranno immaginate come 12 capitoli di un romanzo, non come parti di un saggio. Seguiranno un percorso proprio di finzione, di invenzione del mondo in forma di arte. Il sogno, quindi, non avrà la funzione di essere un luogo surreale e rivelatore, come per Bréton e come era stato inteso da Gioni nella sua stanza dedicata al libro rosso di Jung, ma proprio di inventare e proporre visioni, reali in quanto utopiche. Le età degli artisti saranno disparate, la scelta non ha seguito criteri di mercato, sarà importante la compresenza di artisti di estrazione geografica differente, dagli Inhuit agli Europei, includendo la Russia, con America Latina, Estremo e Medio Oriente, con diversi gradi di notorietà.
 
Una sintesi di queste stanze sarà proposta sul sito della Biennale, dove gli artisti sono stati invitati a postare un video-manifesto del proprio fare arte, oltre che in una sezione dedicata all’interno della mostra, Artist’s Practices Project. Quali saranno i temi dei dodici capitoli, sarà la prossima rivelazione. "Viva Arte Viva", allora appuntamento a sabato 13 maggio 2017.