Visualizzazione post con etichetta Sandro Bongiani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sandro Bongiani. Mostra tutti i post

venerdì 3 ottobre 2025

il Museo del Novecento di Milano dedica a Paolo Scirpa una nuova tappa del progetto FOCUS900.

Paolo Scirpa 

Dal 4 ottobre, Giornata del Contemporaneo, il Museo del Novecento di Milano, aprirà una sala monografica dedicata a Paolo Scirpa. Il nuovo allestimento sarà visitabile per alcuni mesi.

 


Il 4 ottobre il Museo del Novecento di Milano inaugura una sala dedicata a Paolo Scirpa (Siracusa, 5 luglio 1934 – Thiene, 29 luglio 2025): in occasione della Ventunesima Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI – Associazione dei musei d’Arte Contemporanea Italiani, il Museo del Novecento propone una nuova tappa del progetto FOCUS900, dedicata a Paolo Scirpa uno dei protagonisti della scena artistica milanese e italiana.

 


Un progetto che esplora la collezione permanente del MUSEO DEL NOVECENTO attraverso una serie di approfondimenti monografici dedicati ad alcuni protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento.

 


Nella galleria Gesti e Processi del Museo del Novecento gli interventi nascono dalla stretta collaborazione con archivi e studi d’artista che affiancano il Museo nella costruzione di un dialogo tra le opere selezionate e la collezione permanente, al fine di creare connessioni storiche, formali e concettuali.

 

 

 

 


Programma attività gratuite | 4 ottobre 2025

L’INFINITO IN UNA SCATOLA

Visita-laboratorio gratuita con focus sull’opera di Paolo Scirpa

Famiglie con bambini 6-10 anni

Ore 10.15

Prenotazione obbligatoria a questo link

 L'ingresso al Museo è gratuito per tutti visitatori.

 

Museo del Novecento

Piazza Duomo 8, 20122, Milano

 

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno 

 

martedì 30 settembre 2025

Presentazione alla Feltrinelli di Salerno del volume "Corpi" di Pietro Lista.

 

 

 Presentazione del libro 

"CORPI".

 

martedi 30 settembre 2025

ore 18,00 presso la Feltrinelli di Salerno.


Questo catalogo raccoglie il lavoro di Pietro Lista dedicato ai "Corpi".


La 
presentazione:
 
 

 

 

Nel 2018 in occasione della mostra di Pietro Lista, “Un Teatro Povero” a  Palazzo Pinto di  Salerno, per Exibart scrivevo: “Artista imprevedibile e trasversale ai generi e ai movimenti artistici, individualista, curioso alle suggestioni, libero da vincoli, per niente votato alla monotonia e alla ripetizione, Pietro Lista non cerca, ri/cerca, scava nel profondo e nel contempo mette in forma nel silenzio e nella luce. Costringe lo spettatore a chiedersi cosa resta dell’essere al mondo, della sua precaria esistenza. Ne vengono fuori misteri e presenze oscure che attendono di essere ancora compresi. Tutto l’immaginario di Lista si ossigena di accostamenti e rilevamenti sintetici, annotando apparizioni che diventano presagi e svelamenti raccordati nella riflessione per essere letti.  Quali misteri i corpi acefali potranno celare? Il ri/tratto del corpo simbolico, diviene l’emblema inquieto del reale e anche metafora di ciò ch’è rimasto dell’uomo contemporaneo. (Sandro Bongiani)


L'estratto del testo critico di Luca Palermo, restituisce con chiarezza e profondità il senso di questa ricerca, mettendo al centro il corpo come presenza universale e aperta al dialogo con il mondo: "Corpi acefali"  (Estratto dal testo critico di Luca Palermo).

I corpi acefali di Pietro Lista non sono ritratti di una persona, ma dell’umanità intera. Non rappresentano un volto preciso, non cercano di fissare i tratti unici di un individuo. Al contrario, sono immagini universali che mettono al centro l’uomo come presenza nello spazio.

Questi corpi non hanno volto perché non vogliono essere autoritratti o figure autoreferenziali. Essi vivono nello spazio, dialogano con ciò che li circonda, stabiliscono relazioni con il mondo. In questo modo Lista ci invita a riflettere sul corpo come strumento fondamentale per conoscere noi stessi, liberandoci dall’idea spesso ingannevole che abbiamo della nostra immagine.

Il corpo acefalo, infatti, diventa estraneo al proprio volto ritratto e ci ricorda, con le parole di Emmanuel Levinas, che «non si è mai così lontani da sé stessi come quando ci si immagina somiglianti al proprio ritratto».

Il volume “Corpi”, pubblicato da Gutenberg, nasce grazie al collezionista e promotore architetto Gianluca Calabrese, con la direzione editoriale di Carmine Vitale e la curatrice del catalogo Rosa Cuccurullo, direttrice di Cobbler, spazio per l'arte contemporanea.

Luca Palermo, Professore Associato di Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

 

 


 

 

 

La Biografia di Pietro Lista

Pietro Lista (Castiglione del Lago, 1941) nel 1954 si trasferisce a Salerno con i genitori e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli formandosi con il pittore futurista Emilio Notte, Mario Colucci, fondatore del Gruppo 58, e il paesaggista Vincenzo Ciardo. Inizia ad esporre dal 1960 in Italia e all’estero. In questi anni frequenta gli ambienti dell’avanguardia napoletana, dominata dalla figura di Luca (Luigi Castellano) e prende parte, insieme al Gruppo NA/6, ad una mostra presso la Galleria Numero di Firenze nel 1962, mentre nel 1965 partecipa ad una collettiva presentata da Giulio Carlo Argan alla Galleria del "Cine Club" di Napoli.

Nel 1968 è presente alla mostra di Amalfi “Arte Povera + Azioni povere”, a cura di Germano Celant; nello stesso anno fonda il Gruppo Teatrale Artaud, dove, in sintonia con il teorico del Teatro della crudeltà, sperimenta la fisicità ritualizzata e codificata della danza come espressione fisica; il manifesto “Il verbo sorge dal sonno come il fiore” ne è il testo teorico. Nel 1970 apre la Galleria Taide a Salerno, fonda l’omonima casa editrice e pubblica la rivista "Taide". Lo spazio espositivo è il luogo di incontro e confronto tra i maggiori intellettuali salernitani dell’epoca, quali Alfonso Gatto, Filiberto Menna, Achille Bonito Oliva.

Nel 1971 ha la personale alla Galerie Bosquet di Parigi. Nel 1973 partecipa a “Sei proposte alternative”, nell’ambito della VIII Biennale di Parigi e nel 1975 alla “X Quadriennale d’Arte di Roma”. Nel 1978 è presente al Premio Michetti, mentre nel 1980 prende parte a "Livres d’art et d’artistes" presso la Galleria NRA di Parigi. Nel 1983 con la presentazione di Renato Barilli, Maria Di Domenico e Filiberto Menna, tiene una personale alla Galleria Trans/Form di Parigi e partecipa alla collettiva “Pole Position” alla Galerie K di Tokyo.

Nel 1993 fonda a Paestum il MMMAC - Museo dei Materiali Minimi d’Arte Contemporanea, di cui Gillo Dorfles è padre putativo. Del 2000 è la mostra personale “Interni”, presentata da Gillo Dorfles, alla Galeria d'art 33 di Barcellona. Nel 2004 la Provincia di Salerno, in collaborazione con l’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Cava de’ Tirreni, gli ha dedicato un’ampia antologica, tenutasi al Convento di Santa Maria del Rifugio.

Nel 1996 le installazioni “Il Crocefisso” in ferro battuto all’interno di due chiese salernitane.

Nel 2006 è tra i finalisti del Premio Artemisia e l’anno seguente espone presso l’Archivio di Stato del Palazzo del Senato di Milano. Nel 2010 realizza la mostra “Inquisizione” nel Complesso della Chiesa di Santa Sofia di Salerno. Nel 2011 è presente al Padiglione Italia della 54ma Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi, la mostra di dipinti “Homage by Pietro Lista” presso The University Museum and Art Gallery di Hong Kong (2010).

Nel 2010 apre a Cava de’ Tirreni (SA) la Galleria Cobbler, spazio per l’arte contemporanea.

Nel 2017 la mostra “Hoc opus fecit” presso il Museo Archelogico Nazionale di Pontecagnano di Faiano. (SA).

Nel 2018 la mostra “Un Teatro Povero” presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno.

Nel 2019 realizza l’installazione di un grande “Albero” in ferro zincato alto 7m. per il Cimitero Monumentale di Salerno.

Nel 2021 l’opera “Senza Titolo” dedicata a tutte  le donne vittime di violenza, Salerno.

Nel 2022 l’opera “Il silenzio delle pietre” dedicata agli operai morti sul lavoro, zona industriale di Salerno.

Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Europa e America.

 

 

venerdì 19 settembre 2025

Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas, “Trascendere l’invisibile”

 

Comunicato stampa

 

 

 

Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas, “Trascendere l’invisibile”

 

 

SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

Mostra Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas

Dal 23 settembre al 23 novembre 2025

con 33 opere del periodo 2007-2022


Dopo la retrospettiva dell’artista indonesiano Noviadi Angkasapura e Caroline Demangel continua  il ciclo di mostre dedicate all’Art Brut proponendo questa volta un’altra artista outsider francese come Stephanie Denaes Lucas (nata nel 1975 a Crépy-en-Valois, Francia), che con una visione sensibile e oscura ricrea un mondo sommerso e inesplorato  di entità misteriose, una realtà  decisamente visionaria intrisa di esotismo e di essenze psichedeliche altamente enigmatiche.  Per molto tempo Stephanie Lucas aveva lavorato a Munich in un ambito ben diverso, ma a seguito di una depressione si avvicinò alla pratica pittorica scoprendo una rara capacità  di configurare e  svelare mondi, portare in superficie presenze assorte e contesti metafisici del tutto differenti e nuovi rispetto al dato reale. La sua pittura nasce  essenzialmente da un  automatismo inconscio capace di far emergere la carica creativa di pittore che c’è dentro di lei.

 

 

La Presentazione di Sandro Bongiani: 

Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas

“Trascendere l’invisibile”

Salerno 8 settembre  2025.

 

 


Dopo la retrospettiva dell’artista indonesiano Noviadi Angkasapura e Caroline Demangel continua  il ciclo di mostre dedicate all’Art Brut proponendo questa volta un’altra artista outsider francese come Stephanie Denaes Lucas (nata nel 1975 a Crépy-en-Valois, Francia), che con una visione sensibile e oscura ricrea un mondo sommerso e inesplorato  di entità misteriose, una realtà  decisamente visionaria intrisa di esotismo e di essenze psichedeliche altamente enigmatiche.  Per molto tempo Stephanie Lucas aveva lavorato a Munich in un ambito ben diverso, ma a seguito di una depressione si avvicinò alla pratica pittorica scoprendo una rara capacità  di configurare e  svelare mondi, portare in superficie presenze assorte e contesti metafisici del tutto differenti e nuovi rispetto al dato reale. La sua pittura nasce  essenzialmente da un  automatismo inconscio capace di far emergere la carica creativa di pittore che c’è dentro di lei. Come afferma l’artista, “è un attingere all’inconscio ispirata dal medium che canalizza uno spirito più grande”. Come nella poesia “Terra” di Salvatore Quasimodo,  Notte, serene ombre, culla d'aria, mi giunge il vento se in te mi spazio..” Si potrebbe aggiungere, se mi desti ti ascolto. Da tutto ciò nasce il suo mondo arcano e incantato di presenze assorte, di abitanti silenziosi che rompono i confini tra ciò che è naturale e ciò che non lo è, tra la radura e la foresta, tra l’umano e l’animale.

Una sorta di  insolito bestiario favolistico primeggia immerso in un eden incantato ricco di simboli e di mistero che invita a un'osservazione più attenta e a una  riflessione più profonda, con cinghiali, lepri, pantere, lontre, trichechi, balene, elefanti e persino, draghi e fantasmi di paesaggi leggendari attraversati da un tempo vissuto e  troppo presto dimenticato. Anche i titoli delle opere come ad esempio, La denti du Mont Kad,  Electricity, Equations de plumes, "Banquette fantôme pour Enfants hallucinés",  Grr’enfant sollecitano magistralmente questa particolare visione d’insolito e di mistero.  Una ricerca originale e solitaria in cui dare forma all’invisibile e all’ignoto che spesso viene definita e svelata in modo dettagliato, come una preziosa miniatura fantastica e metamorfica carica di figure che quasi sempre occupano tutto lo spazio della rappresentazione. Una sorta di incessante horror vacui, non inteso semplicemente come “paura del vuoto”, ma come accumulo e affioramento condensato di presenze dell’inconscio e dell’esotico che occupano e annientano lo spazio fino a saturarlo del tutto. Una visionarietà che prosegue quella particolare linea onirica e fantastica di ricerca in quella zona limite della memoria  che da Bosch porta a Redon, Gauguin, fino al Surrealismo e alle esperienze isolate e contemporanee dell’Art Brut di oggi alla ricerca del profondo e dell’alterità.

Un esercizio di ascolto davvero silenzioso e sofferto a dare forma all’invisibile e come pratica di restituzione della visione  e dell’ossessione che nasce da un conseguente sprofondamento in un cupo abisso  e l’emersione sospesa  della memoria in superficie, in cui i personaggi e gli animali affiorano e agiscono in una dimensione altamente favolistica. Un percorso decisamente evocativo e poetico fatto di vibrazioni insostanziali che  si tramutano per incanto in materia leggera e in presenze dalla fissità e dall’apparenza sospesa, costituiscono di fatto una tentazione a capirne meglio l’aspetto e l’essenza di  ciò che vive al di fuori del reale, del consueto e della logica.

Si ringrazia l’Archivio personale di  Stephanie Denaes Lucas  per aver permesso per la prima volta in Italia  la realizzazione di questa  importante retrospettiva che riassume con 33 opere  15 anni di assiduo lavoro.  (2007-2022).

 

 

 Le Opere:




 

Opere di Stephanie Denaes Lucas

 

 

 


Biografia

Stéphanie Denaes Lucas (nata nel 1975 a Crépy-en-Valois, Francia).

Stephanie Lucas non ha mai avuto intenzione di dipingere. Ha iniziato perché doveva, come se qualcosa dentro di lei insistesse affinché cambiasse non solo ciò che stava facendo, ma anche chi era. Aveva lavorato come commerciante di vestiti, vendendo haute couture ai turisti a Munich, e un giorno il suo lavoro si è concluso bruscamente con un crollo nervoso, un crollo di tutto ciò che sapeva di sé e della sua vita fino a quel momento. È entrata in un periodo di depressione e solo quando ha iniziato a dipingere il suo spirito è tornato. Chiama il suo lavoro "disegno automatico", un termine coniato dai surrealisti e descritto probabilmente in modo più approfondito nell'articolo di André Breton del 1933, "Il messaggio automatico" ("Le message automatique", Minotaure, n. 3–4). Quel saggio traccia una distinzione tra i tentativi dei surrealisti di attingere all'inconscio e l'arte ispirata dal medium che canalizza uno spirito più grande, come il processo impiegato da Madge Gill. La nozione di arte creata dal medium è probabilmente rivelata in modo più completo nella descrizione di W. B. Yeats della "scrittura automatica" che gli ha permesso, tramite sua moglie come medium, di comporre A Vision, il suo trattato metafisico sulla natura dell'universo e la sua connessione con la sua stessa produzione creativa. Mentre Yeats aveva un intermediario, tuttavia, Stephanie Lucas descrive se stessa come il medium, come se canalizzasse uno spirito più grande quando dipinge. Parla di un'"energia" che proviene dal dipinto stesso, un'emanazione di forza creativa che "parla" a una parte di lei, chiedendo al pittore dentro di lei di emergere. Il suo ruolo di medium, quindi, non è semplicemente quello di mettere in atto l'espressione comunicata a lei; è trasformazione, l'energia che la chiama a dipingere. Per Lucas, in altre parole, l'energia la rende un'artista.

 

 

 

Sandro Bongiani Vrspace

 

Opening:  martedì 23 settembre 2025  h. 18:00


EVENTO:  Retrospettiva dal 23 settembre al 23 novembre 2025

TITOLO: Stephaine Denaes Lucas, “Trascendere l’invisibile”

LUOGO: Salerno (Italy). 

CURATORI:  Sandro  Bongiani

INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D – Salerno

 

ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

 

SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno (Italy).