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sabato 21 maggio 2022

“Ray Johnson Project, Relazioni marginali sostenibili” in un progetto internazionale del 1987 di Ruggero Maggi


 

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART  GALLERY

Ray Johnson Project, Relazioni marginali sostenibili”



 

La Collezione Bongiani Art Museum è lieta di inaugurare presso lo spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno e in contemporanea con la 59.  Biennale Internazionale di Venezia 2022 la mostra collettiva dal titolo:  Ray Johnson Project, Relazioni marginali sostenibili” a cura di Sandro  Bongiani con un progetto “add to & return” realizzato da Ruggero Maggi nel 1987 con 72  opere  scelte dell’Archivio Amazon di Milano.

Per questo progetto Ray Johnson aveva scritto sul retro di un invito di una sua mostra al Nassau County Museum una frase quando mai profetica.. altro che l'impero della catena di distribuzione di Mr. Bezos! 

Ruggero Maggi scrive: Ray aveva già preso da anni l'abitudine di spedire sue immagini per posta invitando gli artisti ad intervenire nello spirito della New Correspondance School. Le "basi", inviate agli artisti, come le chiamo io, furono sostanzialmente quattro  in cui si chiedeva  agli artisti di intervenire e rispedire, “add to & return”,  utilizzando le immagini che Johnson mi aveva inviato a metà degli anni '80. Mi sorprende ancora oggi che alcuni di questi fogli, dopo viaggi postali durati anni, ritornano al mittente!

A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) un altro importante evento in Italia dedicato all’artista americano Ray Johnson considerato dalla critica negli anni 60’ per essere “il più famoso artista sconosciuto di New York e un pioniere della performance e dell'uso della lingua scritta nell'arte visuale.  Una pratica basata sulla contaminazione tra  collage, fotografia, disegno, performance e testo scritto avvalorato attraverso l’invio postale. I suoi progetti includono prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali che nascono da piccole storie, da incontri  con le altre persone, da relazioni e  riflessioni  spontanee capaci di innescare  nuovi apporti e nuove azioni al pensiero creativo”.

Secondo  Ray Johnson i l’arte è vita, del resto, anche la parola “Moticos” utilizzata molto spesso deriva dalla parola osmotic, una specifica qualità caratterizzata da una reciproca influenza, uno scambio fra individui, una compenetrazione di idee, atteggiamenti e realtà culturali, insomma, un nuovo modo di pensare in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela in modo puntuale esaminando gli scritti e le azioni performative “Zen Nothings” svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi  è considerato dalla critica parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.

Ray Johnson, nel 1962, fondò la New York Correspondance School of Art, una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale  gli elaborati  grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano  per la prima volta spediti per posta  a conoscenti e persino ignari destinatari, dando  completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione  totalmente libero, al di fuori  di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza  dal  mercato ufficiale dell’arte.

Precursore  e anima ribelle, presenza enigmatica e convinto individualista, trasgressivo, estroverso, diseredato  ed eremita dell’arte americana, spesso viene  associato al gruppo  Fluxus per il carattere  solitamente  minimal-concettuale dei suoi progetti tuttavia, dobbiamo  segnalare che  Ray Johnson non ha mai fatto parte del  “Fluxus”,  ma ha comunque condiviso le  stesse problematiche e ”l’underground”   sperimentale con molti artisti di questo raggruppamento. 

Nei  primi anni 60, il mitico Johnson si dedicò definitivamente alla Mail Art (l’Arte Postale),  combinando  oggetti trovati  con fumetti, pubblicità, lettere e  anche pittura e colore.  Diceva che “ amava realizzare opere che combinassero giochi di parole, verbali e visivi".   Nasceva così l’arte postale, divenendo essenzialmente “operazione artistica in progress” di scambi tra individui scavalcando le figure  istituzionali del critico e del gallerista d’arte contemporanea.

Oggi,  ci appare uno dei personaggi più influenti  della  Mail Art  e nel contempo un  grande pioniere solitario dell’arte visuale. americana, influenzando di fatto il futuro dell'arte e  divenendo altresì il punto di riferimento per  nuove generazioni di giovani artisti.  

La Mail Art   -scrive Sandro Bongiani- è una  sorta di strana ragnatela  di comunicazioni  creata da  altrettanti corrispondenti  capace di superare le  infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo  concretamente  tutte le  Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre variabile,  perennemente in movimento”.  L’arte postale con il suo  tentacolare network di  contatti abbraccia  ormai il mondo intero; ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo diversificato di nuove  energie poetiche, una sorta di  grande “incontro” collettivo, in cui “i giochi di parole non sono solo un gioco”, come giustamente affermava tanti anni fa Alfred Jarry, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle costrizioni e dagli impedimenti e  dedicarsi compiutamente all’invenzione e alla  pura creatività. La Mail Art, per tanti artisti è anche  libertà e  soprattutto amore e fratellanza.  

 


“RELAZIONI MARGINALI SOSTENIBILI”

 Presentazione di Sandro Bongiani

 Sono trascorsi  già 60 anni da quando l'artista americano Ray Johnson, nel 1962, fondò la New York Correspondance School of Art, una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale  gli elaborati  grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano  per la prima volta spediti per posta  a conoscenti e persino ignari destinatari, dando  completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione  totalmente libero, al di fuori  di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza  dal  mercato ufficiale dell’arte.

Di origine finlandese, era  nato a Detroit nel  Michigan,  il 16 ottobre  1927.  Tra il 1944 e il 1945 aveva studiato presso la "Art Students League" di New York e dal 1945 al 1948 aveva seguito il corso di  pittura  con Josef Albers al Black Mountain. In quel contesto   aveva conosciuto  Ilya Bolotowsky, Lyonel Feininger, Robert Motherwel,  Kooning, Merce Cunningham e John Cage. Successivamente, nel 48, si era trasferito  a New York iniziando una produzione di opere geometriche  aderendo così  al  “Gruppo degli Artisti Astratti Americani”,  conoscendo personalità come  Robert Rauschenberg,  Jasper Johns e Andy Warhol ed  esponendo con artisti importanti come  Ad Reinhardt.  I suoi primi lavori consistevano in  operazioni  di  matrice geometrica-astratta  influenzati in quel periodo dalle “teorie sulla relatività del  colore” di Albers.  A metà degli anni '50, approdando al  Dada decise di abbandonare la precedente pittura  geometrica e dedicarsi al collage, producendo centinaia di piccoli lavori che chiamò  "moticos", quasi una sorta di “Pop Art”  anticipatrice delle ricerche che a distanza di qualche anno verranno messe in campo  con successo da Leo Castelli con il gruppo  storico americano. Sono di questo periodo  le opere ispirate a personaggi come  Elvis Presley o Marilyn Monroe.   Precursore  e anima ribelle, presenza enigmatica e convinto individualista, trasgressivo, estroverso, diseredato  ed eremita dell’arte americana, spesso viene  associato al gruppo  Fluxus per il carattere  solitamente  minimal-concettuale dei suoi progetti; il gruppo Fluxus è stato un vivace movimento internazionale che  in quel periodo si distinse per una serie di azioni e interventi  a carattere neodadaista. Dobbiamo  segnalare che  Ray Johnson non ha mai fatto parte del  “Fluxus”,  ma ha comunque condiviso le  stesse problematiche e ” l’underground”  prettamente sperimentale con molti artisti di questo raggruppamento. 

Nei  primi anni 60, il mitico Johnson si dedicò definitivamente alla Mail Art (l’Arte Postale),  combinando  oggetti trovati  con fumetti, pubblicità, lettere e  anche pittura e colore.  Diceva che “ amava realizzare opere che combinassero giochi di parole, verbali e visivi".   Nasceva così l’arte postale, la Mail Art, divenendo essenzialmente “operazione artistica in progress” di scambi tra individui scavalcando le figure  istituzionali del critico e del gallerista d’arte contemporanea. Una forma artistica del tutto nuova nonostante  da tempo si erano avute le  prime avvisaglie da  una parte dell’avanguardie storiche  come le operazioni dei futuristi e dei dadaisti.  Infatti, agli inizi del Novecento diversi artisti  avevano  iniziato a inviare Cartoline Postali e disegni utilizzando il mezzo postale, tra questi ad esempio il futurista  Cangiullo, Giacomo  Balla, Fortunato Depero e persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco. Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna. Recentemente bisogna  anche ricordare  il lavoro di un artista contemporaneo come Alighiero Boetti che ha fatto largo uso del mezzo producendo un'ingente quantità di lavori postali; fin dalla fine degli anni sessanta  Boetti ha scritto e  spedito migliaia di buste contenenti frammenti di altri lavori.  Ci preme sottolineare l’attivismo di tanti artisti sparsi in tutto il mondo a essere parte  significativa di questo particolare  circuito artistico.   Si racconta che Ray Johnson negli anni 60  era   già considerato  uno degli artisti americani più  influenti del suo  tempo e  nonostante tutto il  più  sconosciuto di New York. All’inizio di questa particolare avventura  non sappiamo se  si era  reso  veramente conto  dell’innovazione rivoluzionaria  che stava  apportando   all’interno dell’arte  cosiddetta contemporanea. Oggi,  ci appare uno dei personaggi più influenti  della  Mail Art  e nel contempo un  grande pioniere solitario dell’arte visuale.  Trasferitosi da New York  a Locust Valley  a  Long Island,  continuò a produrre opere di  mail art  consolidando  un complesso sistema internazionale  di comunicazione artistica incentrato su  contatti postali strutturati su una ramificata  rete  diversificata con diverse centinaia di corrispondenti “abituali” e  anche “non consapevoli”, influenzando di fatto il futuro dell'arte e  divenendo altresì il punto di riferimento per  nuove generazioni di giovani artisti.  Johnson ha sempre preferito lavorare su piccoli formati, precludendosi  così l’appoggio del grande mercato dell’arte ufficiale,  rifiutando  spesso di esporre o vendere il  proprio lavoro. Del resto,  il mercato dell’arte preferisce le grandi dimensioni e una produzione creata  appositamente per essere “mercificata” in senso commerciale, e quindi, poco interessato a diffondere e difendere concretamente i suoi piccoli lavori considerati in quel tempo  “poca cosa”.  Nel 1995,  precisamente il 13 gennaio,  il corpo di Ray Johnson fu trovato galleggiare senza vita in una baia di Sag Harbor, NY. Le circostanze in cui è morto  sono ancora poco chiare e assai misteriose. In questi ultimi decenni  il lavoro prodotto da  Johnson è stato oggetto di diverse esposizioni  personali  come quella negli anni ottanta presso il Nassau County Museum of Art,   al Moore College of Art and Design in Philadelphia  e da gallerie  come Goldie Paley,  Marian Willard Gallery  e la Richard  L. Feigen Gallery, entrambe in Manhattan che tutt’ora continuano a presentarlo al grande pubblico. Ormai  le sue opere sono esposte presso  importanti collezioni permanenti come il  Philadelphia Museum of Art, la Corcoran Art Gallery di Washington  o il Walzer Art Center di Minneapolis. Una delle sue  assidue occupazioni preferite era quella di inviare  i suoi lavori  ad una persona "Add to and return to", con le istruzioni di passarla ad altri.

La Mail Art è un'esperienza d'arte concettuale  e comportamentale, trasversale ad ogni precostituito  gruppo  di ricerca proposto in questi ultimi decenni. Essendo  la risorsa più  democratica  e liberista del pianeta, rifiuta l’oggettualità in quanto tale e preferisce lo scambio di idee affidandosi  ai  processi mentali e  immateriali e  quindi,  a  operazioni incentrate preferibilmente sul linguaggio e la comunicazione.  La Mail Art   è una  sorta di strana ragnatela  di comunicazioni  creata da  altrettanti corrispondenti  capace di superare le  infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo  concretamente  tutte le  Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre variabile,  perennemente in movimento”.  E’ sicuramente uno dei pochi movimenti artistici  al di  fuori degli schemi dettati dal potere imperante del  mercato dell’arte  che  ha resistito a tutte le  offensive  di disturbo e interferenza attuate in questi anni,  da chi non condivide la forza dirompente di questa particolare esperienza  artistica del tutto svincolata dalle  modalità pre-costituite.  Un sistema complesso che continuamente si confronta con altre realtà del pianeta  mettendo in campo interventi sperimentali e sperimentabili di ricerca  visuale.  Con essa  la comunicazione  visiva assume dimensioni planetarie, totalmente nuove e inaspettate.  L’arte postale con il suo  tentacolare network di  contatti abbraccia  ormai il mondo intero; ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo diversificato di nuove  energie poetiche. Forse, come dice qualcuno,  lo stesso  “Networker”  è da considerarsi  la vera e  più grande opera d'arte del mondo. Una sorta di  grande gioco collettivo, in cui “i giochi di parole non sono solo un gioco”, come giustamente affermava tanti anni fa Alfred Jarry, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle costrizioni e dagli impedimenti e  dedicarsi compiutamente all’invenzione e alla  pura creatività.

La Mail Art  è  ormai una rete  consolidata di rapporti relazionali composta da diversi centinaia di artisti del Network che si scambiano  ogni giorno messaggi creativi in forma di lettere, buste, cartoline postali, collage, poesia visiva, libri d’artista e persino oggetti tridimensionali. È un'arte che non viene creata per essere collocata in un museo o per essere mercificata, ma è “creatività spontanea” che viene scambiata senza alcun fine speculativo. In questi ultimi anni, scambi, incontri, interventi, congressi, rapporti, progetti, si sono avvicendati in un clima di  corale partecipazione  sempre più attiva, nel superamento di qualsiasi barriera geografica, politica e ideologica. Oggi ci  appare in modo più compiuto, un grande fenomeno poetico e sociale, un vero e proprio “laboratorio di idee” che preferisce collocarsi ai margini di un’area periferica che io considero decisamente  “di confine”,  ai margini di un sistema culturale che inaspettatamente trova la libertà e la possibilità di mettere a fuoco le idee e la creatività. Insomma, è  il più grande laboratorio sperimentale di ricerca artistica del pianeta terra (Il laboratorio globale del Network), un grande polmone di ricerca libera.  Osservato nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro planetario, un magnifico essere dal grande occhio che si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di tante  presenze  individuali. La Mail Art non condivide  affatto l’omologazione del linguaggio o   i modi di fare anacronistici e sclerotizzati. Essa  è contaminazione di idee, confronto e condivisione di nuove proposte, invenzione e  creatività allo stato puro, senza alcun condizionamento e senza nessuna costrizione. La Mail Art, per tanti artisti è anche  libertà e  soprattutto amore.   Sandro  Bongiani





Artisti presenti a questa rassegna internazionale di Mail Art:

Acosta Bentos, Uruguay I Andrej Tišma, Yugoslavia  I Angel Borrero, USA I Angela e Henning Mittendorf, Germania I Anne King, Canada I Antonio Tregnaghi, Italia I Artpool, Ungheria  I B. Charpentier, Francia I Brad Goins, USA I Charles Francois, Belgio I ciTIZeN X, Canada I Cleasby, USA I CrackerJack Kid, USA  I Creative Thing, USA I D. Jenkins, USA I Daniel Daligand, Francia I Daniel Plunkett, ND I Daniele Sasson, Italia I David Tiffen, England I Desireau, Italia I E. F. Higgins III, USA I Emilio Morandi, Italia I Ennio Carbone, Italia I Gaetano Colonna, Italia I Georg Mühleck, Germania I Gerard Barbot, USA I Gilberto Prado, Brasile I Giorgio Nelva, Italia I Giovanni Fontana, Italia I Giovanni Strada, Italia I Giuseppe Canzi, Italia I Guido Bondioli, USA  I Guillermo Deisler, Cile I Harley, Usa I Harry Fox, USA I Heino Otte, Austria I Herbert  A. Meyer, Germania I Irja Lähteenmäki, Finlandia I Isao Yoshii, Giappone I J!B!B!, Spagna I Jenny Soup, USA I John M. Byrum, USA I Jorge Caraballo, Uruguay I Josè Van De Broucke, Belgio I Kees Oosterbaan, NL I Keith Bates, GB I Lancillotto Bellini, Italia I Le Depli Amoreux Mensuel, Francia I Lothar Trott, Svizzera I Mágìco Verdún, Spagna I Marcel Stüssi, Svizzera I Massimo Medola, Italia I Mike Bidner, Canada I Mike Duquette, Canada I Mogens Otto Nielsen, Danimarca I Mukata Takamura, Giappone I Mumbles, USA I Nenad Bogdanović, Yugoslavia I Oh Boy!, USA  I Oronzo Liuzzi, Italia I Pascal Lenoir, Francia I Phosphorusflourish, USA I PLAGIaT, Danimarca I PLUTØNIUM PRESS, Australia I R. & D. Kamperelić, Yugoslavia I Ray Johnson, USA I Rea Nikonova, Russia I Roberto Keppler, Brasile I Roberto Zito, Italia I Rocola, USA I Ronaldo Comix, USA I Rudi Rubberoid, USA I Ruggero Maggi, Italia I Ruud Janssen, NL I Salvatore Anelli, Italia I Salvatore De Rosa, Italia I Shigeru Nakayama, Giappone I Shozo Shimamoto, Giappone I Stewart Home, GB I Thompson, USA I Tim Mc Haughlin, Canada I Walter Rovere, Italia.

 


Biografia di Ray Johnson (1927-1995)




Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme  la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.

 








Archivio AMAZON di Ruggero Maggi | Ray Johnson / Project Add & Return1. serie | 1987

Si ringrazia l’Archivio AMAZON di Milano creato da Ruggero Maggi nel 1979  per aver permesso la realizzazione di questa importante mostra dedicata all’artista americano Ray Johnson.

 


Alcune opere presenti in mostra
















COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM

TITOLO: Ray Johnson Project,  Relazioni marginali sostenibili

Dal 11 Maggio 2022 al 30 Giugno 2022

SALERNO

Opening 11 maggio 2022 h. 18:00

LUOGO: Spazio Ophen Virtual Art Gallery

INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D

ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

CURATORI: Ruggero  Maggi e Sandro  Bongiani

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

SITO UFFICIALE: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

venerdì 18 marzo 2022

FONDAZIONE PISTOLETTO - BIELLA / “CURA DI SÉ E CURA DELL’ALTRO: MAIL ART PROJECT”

 

“CURA DI SÉ E CURA DELL’ALTRO: MAIL ART PROJECT”


OPEN CALL

FONDAZIONE PISTOLETTO - Biella



Courtesy Michelangelo Pistoletto



“CURA DI SÉ E CURA DELL’ALTRO”, A CITTADELLARTE INAUGURA UNA MOSTRA DI MAIL ART

Dal 22 aprile al 22 maggio negli spazi della Fondazione Pistoletto sarà visitabile l'esposizione frutto del bando proposto dal Servizio Formazione e Sviluppo Risorse Umane ASL BI in collaborazione con Cittadellarte e Fondazione Bonotto. La mostra mette in luce 2176 opere di mail art realizzate da autori di differenti generazioni e provenienti da tutto il mondo. "Inizialmente - ha affermato Vincenzo Alastra, Responsabile del Servizio Formazione ASL BI - la nostra call era rivolta solamente agli Istituti Superiori, ma con grande gioia abbiamo scoperto che l’importanza del tema della cura raggiunge anche i più piccoli, così come anche i più grandi".

Esplorare le diverse sfaccettature della cura attraverso l’arte: è stato questo l’obiettivo del progetto Cura di Sé e Cura dell’Altro: Mail Art Project, organizzato dal Servizio Formazione e Sviluppo Risorse Umane ASL Biella, in collaborazione con Cittadellarte e Fondazione Bonotto. L’iniziativa dalla forte impronta creativa e riflessiva, come riportato in un nostro precedente articolo, ha portato artisti e creativi di ogni età a rappresentare, attraverso l’arte postale, il tema della cura. Un progetto internazionale, grazie al coinvolgimento e alla partecipazione di artisti provenienti da tutto il mondo. Le call si articolava attraverso tre chiamate alle arti, indirizzate agli studenti biellesi, agli studenti italiani e agli artisti di tutto il mondo. La call ha fatto registrare un successo di adesioni: sono 2176 le opere prevenute alle giuria, che saranno tutte esposte a Cittadellarte nella mostra dedicata che sarà inaugurata il 22 aprile e visitabile fino al 22 maggio. L’ingresso, gratuito, sarà libero il sabato e la domenica, dalle ore 11 alle 19..

Tutte le opere realizzate per Cura di Sé e Cura dell’Altro: Mail Art Project verranno esposte nella primavera 2022 presso gli spazi espositivi della Fondazione Pistoletto, oltre a confluire in un apposito catalogo.

una mostra  presso la Fondazione Pistoletto (Via Serralunga 27, 13900 Biella BI). Le opere potranno altresì essere esposte in successive mostre. Date e informazioni di dettaglio in merito saranno pubblicate sul sito internet www.vocieimmaginidicura.it.



Per vedere le opere visit   

https://www.facebook.com/PensieriCircolari

opera di Giovanni Bonanno


Inoltre:  https://www.vocieimmaginidicura.it/cura-di-se-e-cura-dellaltro-mail-art-project-2021/

https://www.vocieimmaginidicura.it/map-2021-artists/



sabato 12 marzo 2022

Buenos Aires, Argentina / Mostra dell'artista Ruggero Maggi presso la galleria HOTEL DADA

 

IL PROGETTO E' ARTE

Mostra dell'artista Ruggero Maggi presso la galleria HOTEL DADA





Dando inizio al programma espositivo di quest'anno la galleria argentina HOTEL DADA presenterà una mostra personale dell'artista Ruggero Maggi che inaugurerà il 17 marzo.

La mostra, intitolata The Project is the Art è la prima che la galleria ha dedicato a una mostra personale. Ruggero Maggi è riconosciuto come uno dei maggiori referenti mondiali del network della mail art, organizzatore e curatore di diversi progetti internazionali. La sua ricerca nell'ambito della mail art, di particolare interesse per la galleria argentina, percorre un percorso di profondo umanesimo e impegno nella difesa delle cause associate alle ingiustizie sociali, politiche ed ecologiche. Pertanto, di grande attualità, tra gli altri, sono progetti come L'Amazzonia deve vivere rivolto alla conservazione ecologica di quest'area del mondo (di cui la mostra presenta una serie di artistamps) e Padiglione Tibet, volto a rendere più consapevoli della situazione storica dell'oppressione in Tibet, progetto che è stato presentato a partire dal 2011 in più edizioni parallelamente alla Biennale di Venezia.

La mostra esporrà opere di copy art, artistamps, poesia visiva, libri d'artista, video art e mail art, offrendo un ampio panorama delle diverse modalità artistiche sviluppate da Maggi.

Ideato e fondato nel gennaio 2020 dagli artisti Silvio De Gracia e Ana Montenegro, HOTEL DADA è una galleria specializzata in mail art e poesia sperimentale. Si trova nella città di Junín, in provincia di Buenos Aires, e da lì si proietta come spazio espositivo, documentazione e centro di ricerca. Attraverso la sua etichetta editoriale “HOTEL DADA editore” la galleria è anche orientata all'edizione e distribuzione di riviste, libri d'artista, cartoline, opuscoli, pubblicazioni di poesia visiva, mail art e di diverse esperienze di edizioni ampliate.

Secondo il suo profilo curatoriale HOTEL DADA è impegnato nella divulgazione, esposizione e produzione teorica di espressioni considerate marginali, intendendo il marginale come una categoria estetico-politica. L'intento è quello di contribuire al riconoscimento di eventi legati ai francobolli e timbri d'artista, riviste assemblate, poesie-oggetto, libri d'artista, sticker art, manifesti artistici, poesia visiva, videopoesia, poesia d'azione, poesia fonetica e sonora, collage,copy-art, tra le tante altre proposte che espandono i limiti delle arti visive.

La mostra di Ruggero Maggi segna l'inizio di un ciclo di mostre che la galleria dedicherà ai grandi esponenti della mail art e della poesia sperimentale.

Inizia il 17 marzo ed è visitabile fino al 20 maggio






RUGGERO MAGGI: IL PROGETTO È ARTE

 UTOPIA E POESIA DALLA MATRICE DELL'ARTE POSTALE

  Presentazione di Silvio De Gracia

In un mondo dove non c'è più spazio per le utopie, le pratiche e i valori della mail art persistono come riserva indistruttibile di idealismo e impegno etico. A sessant'anni dalla creazione della New York Correspondance School di Ray Johnson, la mail art continua a opporsi ai meccanismi del mercato dell'arte e alle docilità dell'arte istituzionale,  approfondendo un discorso con intense radici umanitarie che si oppone a tutte le forme di ingiustizia e violazione delle dignità dell'uomo.

L'opera di Ruggero Maggi si inscrive in questo percorso utopico che la mail art propone, ma va oltre e lo trascende con un senso umanista segnato da un profondo sentimento morale verso la natura e le sue possibilità. Dal 1979, quando visitò l'Amazzonia peruviana, Maggi iniziò a concepire un corpus di opere che era indissolubilmente legato alla lotta per la salvaguardia dell'ambiente, e che avrebbe portato lo stesso anno alla creazione del suo storico Archivio Amazon.

Nel contesto post-ecologico, oggi la difesa dell'ambiente si confonde e si sovrappone alla conservazione stessa dell'esistenza umana. Maggi, pur preoccupato della distruzione della natura, si interessa alle tragedie umane. Dal 1985, quando presentò l'Hiroshima Shadow Project, per ricordare le vittime vaporizzate dalla bomba atomica, si è dedicato a diversi progetti incentrati sui drammi attuali dell'umanità. Due delle sue proposte più rilevanti in questo campo sono stati i progetti Padiglione Tibet e Padiglione Birmania. Il primo mirava a richiamare l'attenzione sulla situazione storica dell'oppressione in Tibet, ed è stato presentato in diverse edizioni a partire dal 2011 in parallelo con la Biennale di Venezia. Il secondo, Padiglione Birmania, del 2021, si basa sulla stessa vocazione ad intervenire criticamente sulla realtà, presentando una mostra collettiva volta a denunciare il colpo di stato in Myanmar e la violazione della democrazia e dei diritti umani da parte di un regime militare brutale. Proposte nate da una solida posizione etica che rivelano quella dimensione umanistica in cui l'artista si colloca e dalla quale afferma che il progetto è arte. Progetto non individualistico e acritico, ma collaborativo, solidale e sempre identificabile con le esigenze più urgenti e preoccupanti del suo contesto.

Maggi utilizza le tecniche e i mezzi più disparati per incanalare i suoi interessi e le sue ricerche: poesia visiva, libri d'artista, copy art, mail art, laser, olografia, neon, video e arte caotica basata sulla teoria del caos. Artista outsider e inclassificabile, combina in modo singolare – come ha già osservato Pierre Restany – “elementi di alta tecnologia con materiali primari ed elementari, il primitivismo con la sofisticazione”. Così, insieme al neon, plexiglass o laser, l'artista trova nella sua ricerca creativa inestimabili risorse nella pietra, legno o terra. Le sue strategie incidono sulla configurazione di un discorso critico che si diffonde allo stesso modo tra spazi alternativi e istituzionali.

Controcorrente alle espressioni artistiche compiacenti e mercificate, l'arte di Ruggero Maggi può essere rivendicata come una forma d'arte di resistenza, espressione di un vero impegno contro-egemonico, dove l'estetica e la politica si intersecano. Le sue molteplici proposte e progetti lo consacrano come una delle figure di riferimento della mail art a livello globale, incarnando un'eccezionale opzione utopica e poetica in un mondo per lungo tempo sopraffatto dal peso delle distopie più oscure. 

Silvio De Gracia, 28 febbraio 2022.



La Mostra:



Courtesy Galleria Hotel DaDa  di Buenos Aires - Argentina




Video di Silvio De Gracia di Hotel Dada 


La Mostra  In Argentina di Ruggero Maggi

Durata 1:08



RUGGERO  MAGGI

Visite alla Mostra Hotel Dada, Argentina

Ministro de Cultura de CABA, Enrique Avogadro, acompañado por
la Directora de Cultura de Junín, Agustina Barbosa, y la Secretaria de
Gobierno de la Ciudad de Junín, Agustina de Miguel.



Visita del poeta y artista visual Rubén Américo Liggera.





Visitas de la poeta Nancy Cánepa, la pintora Sandra
Pintos y la actriz y música Corina Markart.






THE PROJECT IS THE ART


 
Individual exhibition of the Italian artist Ruggero Maggi at the HOTEL DADA Gallery

Kicking off its exhibition schedule for this year, the HOTEL DADA art gallery, from Argentina, will be presenting an individual exhibition by the Italian artist Ruggero Maggi starting next March 17.

The show, entitled The Project is the Art, is the first that the gallery has dedicated to a solo exhibition. Ruggero Maggi is recognized as one of the greatest global referents of the mail art movement, and organizer and curator of various international projects. His practice within mail art, of special interest to the Argentine gallery, travels along a path of profound humanism and commitment to the defense of causes associated with social, political, and ecological injustices. Thus, of great relevance, among others, are projects such as Amazon must live around the ecological preservation of this area of the world (of which the exhibition includes a series of artists), and Tibet Pavilion, aimed at raising awareness about the historical situation of oppression in Tibet and that it was presented in more editions from 2011 parallel to the Venice Biennial.

The exhibition will show works in copy art, artistamps, visual poetry, artist's books, video art and mail art, offering a wide panorama of the different artistic modalities developed by Maggi.

Conceived and founded in January 2020 by the artists Silvio De Gracia and Ana Montenegro, HOTEL DADA is a gallery specialized in mail art and experimental poetry. It is located in the city of Junín, in the province of Buenos Aires, and from there it is projected as an exhibition space, documentation and research center. Through its publishing label “HOTEL DADA editor” the gallery is also oriented to the edition and distribution of magazines, artists' books, postcards, booklets, visual poetry publications, mail art and diverse experiences of expanded editions.

According to its curatorial profile, HOTEL DADA is committed to the dissemination, exhibition and theoretical production around expressions considered marginal, understanding the marginal as an aesthetic-political category. The intention is to contribute to the recognition and positioning of alternative manifestations, such as artists' stamps, assembled magazines, rubberstamps, object-poems, artist's books, sticker art, artistic posters, visual poetry, videopoem, action poetry, phonetic and sound poetry, collages, photocopy-art, among many other proposals that expand the limits of the visual arts.

The Ruggero Maggi show marks the beginning of a series of exhibitions that the gallery will be dedicating to great exponents of mail art and experimental poetry.

It starts on March 17 and can be visited until May 20.



Il Catalogo  Hotel Dada







Edit. Marzo 2022







HOTEL DADA Base de Arte Correo y Poesía Experimental
Chávez 69, Junín, Buenos Aires, Argentina

Direttore/fondatore: Silvio De Gracia
Direttore artistico/designer: Ana Montenegro


in allegato:
Ruggero Maggi, The project is the art, timbri, 2002
Ruggero Maggi, Fractal, smalto e collage su carta, 2021



Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno