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venerdì 19 settembre 2025

Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas, “Trascendere l’invisibile”

 

Comunicato stampa

 

 

 

Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas, “Trascendere l’invisibile”

 

 

SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

Mostra Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas

Dal 23 settembre al 23 novembre 2025

con 33 opere del periodo 2007-2022


Dopo la retrospettiva dell’artista indonesiano Noviadi Angkasapura e Caroline Demangel continua  il ciclo di mostre dedicate all’Art Brut proponendo questa volta un’altra artista outsider francese come Stephanie Denaes Lucas (nata nel 1975 a Crépy-en-Valois, Francia), che con una visione sensibile e oscura ricrea un mondo sommerso e inesplorato  di entità misteriose, una realtà  decisamente visionaria intrisa di esotismo e di essenze psichedeliche altamente enigmatiche.  Per molto tempo Stephanie Lucas aveva lavorato a Munich in un ambito ben diverso, ma a seguito di una depressione si avvicinò alla pratica pittorica scoprendo una rara capacità  di configurare e  svelare mondi, portare in superficie presenze assorte e contesti metafisici del tutto differenti e nuovi rispetto al dato reale. La sua pittura nasce  essenzialmente da un  automatismo inconscio capace di far emergere la carica creativa di pittore che c’è dentro di lei.

 

 

La Presentazione di Sandro Bongiani: 

Retrospettiva di Stephanie Denaes Lucas

“Trascendere l’invisibile”

Salerno 8 settembre  2025.

 

 


Dopo la retrospettiva dell’artista indonesiano Noviadi Angkasapura e Caroline Demangel continua  il ciclo di mostre dedicate all’Art Brut proponendo questa volta un’altra artista outsider francese come Stephanie Denaes Lucas (nata nel 1975 a Crépy-en-Valois, Francia), che con una visione sensibile e oscura ricrea un mondo sommerso e inesplorato  di entità misteriose, una realtà  decisamente visionaria intrisa di esotismo e di essenze psichedeliche altamente enigmatiche.  Per molto tempo Stephanie Lucas aveva lavorato a Munich in un ambito ben diverso, ma a seguito di una depressione si avvicinò alla pratica pittorica scoprendo una rara capacità  di configurare e  svelare mondi, portare in superficie presenze assorte e contesti metafisici del tutto differenti e nuovi rispetto al dato reale. La sua pittura nasce  essenzialmente da un  automatismo inconscio capace di far emergere la carica creativa di pittore che c’è dentro di lei. Come afferma l’artista, “è un attingere all’inconscio ispirata dal medium che canalizza uno spirito più grande”. Come nella poesia “Terra” di Salvatore Quasimodo,  Notte, serene ombre, culla d'aria, mi giunge il vento se in te mi spazio..” Si potrebbe aggiungere, se mi desti ti ascolto. Da tutto ciò nasce il suo mondo arcano e incantato di presenze assorte, di abitanti silenziosi che rompono i confini tra ciò che è naturale e ciò che non lo è, tra la radura e la foresta, tra l’umano e l’animale.

Una sorta di  insolito bestiario favolistico primeggia immerso in un eden incantato ricco di simboli e di mistero che invita a un'osservazione più attenta e a una  riflessione più profonda, con cinghiali, lepri, pantere, lontre, trichechi, balene, elefanti e persino, draghi e fantasmi di paesaggi leggendari attraversati da un tempo vissuto e  troppo presto dimenticato. Anche i titoli delle opere come ad esempio, La denti du Mont Kad,  Electricity, Equations de plumes, "Banquette fantôme pour Enfants hallucinés",  Grr’enfant sollecitano magistralmente questa particolare visione d’insolito e di mistero.  Una ricerca originale e solitaria in cui dare forma all’invisibile e all’ignoto che spesso viene definita e svelata in modo dettagliato, come una preziosa miniatura fantastica e metamorfica carica di figure che quasi sempre occupano tutto lo spazio della rappresentazione. Una sorta di incessante horror vacui, non inteso semplicemente come “paura del vuoto”, ma come accumulo e affioramento condensato di presenze dell’inconscio e dell’esotico che occupano e annientano lo spazio fino a saturarlo del tutto. Una visionarietà che prosegue quella particolare linea onirica e fantastica di ricerca in quella zona limite della memoria  che da Bosch porta a Redon, Gauguin, fino al Surrealismo e alle esperienze isolate e contemporanee dell’Art Brut di oggi alla ricerca del profondo e dell’alterità.

Un esercizio di ascolto davvero silenzioso e sofferto a dare forma all’invisibile e come pratica di restituzione della visione  e dell’ossessione che nasce da un conseguente sprofondamento in un cupo abisso  e l’emersione sospesa  della memoria in superficie, in cui i personaggi e gli animali affiorano e agiscono in una dimensione altamente favolistica. Un percorso decisamente evocativo e poetico fatto di vibrazioni insostanziali che  si tramutano per incanto in materia leggera e in presenze dalla fissità e dall’apparenza sospesa, costituiscono di fatto una tentazione a capirne meglio l’aspetto e l’essenza di  ciò che vive al di fuori del reale, del consueto e della logica.

Si ringrazia l’Archivio personale di  Stephanie Denaes Lucas  per aver permesso per la prima volta in Italia  la realizzazione di questa  importante retrospettiva che riassume con 33 opere  15 anni di assiduo lavoro.  (2007-2022).

 

 

 Le Opere:




 

Opere di Stephanie Denaes Lucas

 

 

 


Biografia

Stéphanie Denaes Lucas (nata nel 1975 a Crépy-en-Valois, Francia).

Stephanie Lucas non ha mai avuto intenzione di dipingere. Ha iniziato perché doveva, come se qualcosa dentro di lei insistesse affinché cambiasse non solo ciò che stava facendo, ma anche chi era. Aveva lavorato come commerciante di vestiti, vendendo haute couture ai turisti a Munich, e un giorno il suo lavoro si è concluso bruscamente con un crollo nervoso, un crollo di tutto ciò che sapeva di sé e della sua vita fino a quel momento. È entrata in un periodo di depressione e solo quando ha iniziato a dipingere il suo spirito è tornato. Chiama il suo lavoro "disegno automatico", un termine coniato dai surrealisti e descritto probabilmente in modo più approfondito nell'articolo di André Breton del 1933, "Il messaggio automatico" ("Le message automatique", Minotaure, n. 3–4). Quel saggio traccia una distinzione tra i tentativi dei surrealisti di attingere all'inconscio e l'arte ispirata dal medium che canalizza uno spirito più grande, come il processo impiegato da Madge Gill. La nozione di arte creata dal medium è probabilmente rivelata in modo più completo nella descrizione di W. B. Yeats della "scrittura automatica" che gli ha permesso, tramite sua moglie come medium, di comporre A Vision, il suo trattato metafisico sulla natura dell'universo e la sua connessione con la sua stessa produzione creativa. Mentre Yeats aveva un intermediario, tuttavia, Stephanie Lucas descrive se stessa come il medium, come se canalizzasse uno spirito più grande quando dipinge. Parla di un'"energia" che proviene dal dipinto stesso, un'emanazione di forza creativa che "parla" a una parte di lei, chiedendo al pittore dentro di lei di emergere. Il suo ruolo di medium, quindi, non è semplicemente quello di mettere in atto l'espressione comunicata a lei; è trasformazione, l'energia che la chiama a dipingere. Per Lucas, in altre parole, l'energia la rende un'artista.

 

 

 

Sandro Bongiani Vrspace

 

Opening:  martedì 23 settembre 2025  h. 18:00


EVENTO:  Retrospettiva dal 23 settembre al 23 novembre 2025

TITOLO: Stephaine Denaes Lucas, “Trascendere l’invisibile”

LUOGO: Salerno (Italy). 

CURATORI:  Sandro  Bongiani

INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D – Salerno

 

ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

 

SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno (Italy). 

 

 

lunedì 4 agosto 2025

Retrospettiva di Caroline Demangel, “Indagare l’emozione tra impulso e tensione visionaria”.

 Caroline Demangel, “Indagare l’emozione tra impulso e tensione visionaria”

SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA   

Mostra Retrospettiva di Caroline Demangel

Dal 2 al 30 agosto 2025

56 opere del periodo 2011-2022


 

Dopo la retrospettiva dell’artista indonesiano Noviadi Angkasapura, continua  il ciclo di mostre dedicate all’Art Brut proponendo questa volta un’artista outsider francese come Caroline Demangel che pare rievocare un insolito mondo sommerso di entità figurative umane caratterizzate da grovigli e da intensi colori che toccano le corde emotive più profonde dell’animo umano, catturano e nel contempo  ingannano lo sguardo lasciando un intrigante dubbio di ciò che siamo. Caroline Demangel è un’artista autodidatta e non ha alcuna formazione artistica, nata nel 1972 a Remiremont, nei Vosgi, in Francia. Attualmente vive a Parigi. Ha iniziato a disegnare nel 2008 durante un ricovero in ospedale in cui l'arteterapia gli fece scoprire mondi inesplorati, spazi incontaminati in cui poter raccordare la realtà  con emotività dell’essere. Sedici anni dopo Demangel si è dedicata totalmente alla pittura come se la sua vita dipendesse da questo.

Il suo indagare è caratterizzato da un assiduo lavoro di scavo in profondità, alle origini in cui raccogliere tracce di memorie personali dell’infanzia disvelate con il disegno e la pratica della pittura. Un viaggio davvero solitario e profondo  nei ricordi e nelle emozioni a lungo dimenticate. Una sorta di primordiale ‘work in regress’, ovvero, interrogare l’origine delle cose e regredire in un’epoca in cui il concetto di futuro e di progresso appare sempre più fragile e labile l’opera di Demangel rileva margini di riflessione e di lettura alternativa rispetto alla realtà monotona  del nostro presente. Un impulso davvero forte, insistente e oscuro  che suggerisce corpi, grovigli di segni, viscere e persino parole scritte che si raccordano nello spazio visionario della rappresentazione e che fa lievitare in superficie  presenze sospese e sovrapposte che si aggregano e si sdoppiano nello spazio  prossime al cambiamento.

Da questo mondo oscuro  sono nati nel tempo, attraverso il pastello e l'acrilico, personaggi  inascoltati carichi di un malessere che si fa sempre più presenza ossessiva. Una espressione  e una visionarietà davvero forte e ignota che raccoglie e aggrega frammenti di emozioni come la rabbia, la paura e altresì come atto urgente di riflessione sulla nostra precaria e monotona esistenza caratterizzata dall’incomunicabilità ormai diffusa e dirompente  destinata a una tragica solitudine. L’arte è sempre lo specchio della vita, quella autentica raccoglie frammenti di battiti  e di emozioni contraddittorie di verità nascoste, di pulsazioni primordiali e di  conflitti interiori che l’occhio spesso non vede. Questa è la riflessione straordinaria e profonda che accoglie il visitatore in questo secondo appuntamento espositivo presso la galleria Sandro Bongiani Vrspace.

  


La presentazione di Sandro Bongiani

Retrospettiva di Caroline  Demangel, “Indagare l’emozione tra impulso e tensione visionaria”. Presentazione di Sandro Bongiani, Salerno 9 luglio 2025

Dopo la retrospettiva dell’artista indonesiano Noviadi Angkasapura, continua  il ciclo di mostre dedicate all’Art Brut proponendo questa volta un’artista outsider francese come Caroline Demangel che pare rievocare un insolito mondo sommerso di entità figurative umane caratterizzate da grovigli e da intensi colori che toccano le corde emotive più profonde dell’animo umano, catturano e nel contempo  ingannano lo sguardo lasciando un intrigante dubbio di ciò che siamo.

Per Caroline Demangel, l’amore per l’arte è nato per caso, un incontro folgorante, nato per urgenza intorno al 2008  durante un ricovero ospedaliero in cui l'arteterapia  gli fece scoprire mondi inesplorati,  spazi incontaminati in cui poter raccordare la realtà  con emotività dell’essere. Ci confessa: "Quando sono stata recentemente (ri)coverata, i pazienti, con tutte le loro stranezze e idiosincrasie mi hanno ispirata profondamente senza che nemmeno me ne rendessi conto” – aggiungendo –    durante i mesi successivi a questa scoperta mi sono costantemente isolata per rivivere e materializzare visioni che non avrei potuto immaginare un secondo prima.”  Una sorta di regressione e un ritorno alle origini che non è fuga nostalgica ma  riflessione critica. Un ricercare di  mondi diversi rispetto la realtà oggettiva e monotona  del nostro presente. Si direbbe un assiduo lavoro di scavo in profondità in cui raccogliere tracce di memorie personali dell’infanzia disvelate con il disegno e la pratica della pittura. Un viaggio davvero solitario e profondo  nei ricordi e nelle emozioni a lungo dimenticate. Una sorta di primordiale ‘work in regress’, ovvero, interrogare l’origine delle cose e regredire in un’epoca in cui il concetto di futuro e di progresso appare sempre più fragile e labile l’opera di Demangel ricerca una forma espressiva di resistenza simbolica lasciatoci margini di riflessione e di lettura alternativa al nostro inquieto presente.

Da questo mondo oscuro  sono nati nel tempo, attraverso il pastello e l'acrilico, personaggi inascoltati carichi di un malessere che si fa sempre più presenza ossessiva. Per Demangel rappresentare i personaggi figurativi sono sempre molto importanti perché le permettono di non sentirsi sola. Insomma, é come creare una presenza, un altro sé, un doppio che possa farle anche compagnia. il disegno per lei è un mezzo perfetto che le permette di catturare gli stati d'animo e l’emozioni fugaci  di esseri che si intrecciano tra loro, si duplicano creando  molteplici associazioni e sfaccettature che permettono di far affiorare in superficie nascoste emozioni e le contraddizioni che si raccordano con il presente inquieto  della vita. Infatti, quando disegna o dipinge vi è in lei qualcosa di insolito e trascendente che le permette di connettersi con un altrove, al di fuori del reale e del visibile. Un impulso forte, insistente e oscuro  che suggerisce corpi, grovigli di segni, viscere e persino parole scritte che si raccordano nello spazio visionario della rappresentazione. Una espressione  davvero potente e ignota  che fa lievitare in superficie  presenze solitarie aggrovigliate e sovrapposte che si aggregano e si sdoppiano sospese nello spazio e  prossime al cambiamento. Sospensione e trascendenza caratterizzano da sempre il suo lavoro di ricerca con frammenti di ricordi che per strano sortilegio affiorano improvvisamente in una accumulazione visionaria  apparentemente caotica e in verità accorta e struggente di presenze leggere e insostanziali che  occupano lo spazio assorto della rappresentazione.

Caroline Demangel indaga l’esistenza inquieta dell’uomo attingendo alla sfera emotiva e simbolica con presenze in rapido e contraddittorio mutamento  come i pensieri lungamente inascoltati che tentano di associarsi per definirsi in figure e in scenari del tutto innaturali. Un groviglio di linee e stesure piatte di colore fortemente espressive, tramutate nell’indeterminatezza e sospensione in presenze beffarde in cui spicca la deformazione espressiva e caricaturale dei corpi, la presenza assidua delle mani e dei piedi, caratterizzate da un’ossessione urgente quasi violenta e ignota. Una  visionarietà che raccoglie e aggrega frammenti di emozioni come la rabbia, la paura e altresì come atto di riflessione profonda sulla nostra precaria e inquieta  esistenza caratterizzata dall’incomunicabilità ormai diffusa destinata a una tragica solitudine.

Chissà se gli insetti quando dormono hanno la capacità di sognare? L'arte dell’uomo é un potente strumento per esplorare la memoria e l'immaginazione, tuttavia, solo gli artisti con la loro creatività hanno la possibilità di evocare emozioni e ricordi attraverso il loro vissuto, trasportarci in mondi nuovi e farci rivivere esperienze di mondi unici. È come se avessero una chiave assoluta per accedere a dimensioni diverse della realtà. L’arte è sempre lo specchio della vita, quella autentica, sa raccogliere frammenti di battiti  d’ali  e di emozioni, di verità nascoste, di pulsazioni primordiali e di  conflitti interiori che l’occhio spesso non vede. Questa è la riflessione straordinaria e profonda che accoglie il visitatore in questo secondo appuntamento espositivo presso la galleria Sandro Bongiani Vrspace. 

 

Biografia di Caroline Demangel


Caroline Demangel è nata nel 1972 a Remiremont, nei Vosgi, in Francia. Ha iniziato a disegnare nel 2008 durante un ricovero ospedaliero. L'atto di creare arte le ha dato una nuova libertà di espressione creativa ed emotiva. Demangel racconta quanto segue: Quando sono stata recentemente (ri)ricoverata, i pazienti, con tutte le loro stranezze e idiosincrasie, mi hanno ispirata profondamente senza che nemmeno me ne rendessi conto. I personaggi figurativi sono sempre molto importanti per me, perché mi permettono di non sentirmi sola. Ad esempio, creo un "uomo in piedi", un po' come creare una presenza, un altro sé, un amico, un doppio. Anche la messa in scena nel mio lavoro è molto importante. Si tratta di ballare a ritmo di musica e, a seconda del ritmo, lasciarla prendere il sopravvento fino a trovare il gesto giusto. L'opera mi aiuta molto. È anche una questione di messa in scena materiale, poiché la disposizione ordinata di matite, pastelli e tubetti acrilici è importante per me. Perché più di ogni altra cosa, c'è l'impulso, che non può essere preparato, non può essere intellettualizzato, non può essere espresso a parole e non può essere rappresentato in alcun modo. C'è l'urgenza e la necessità del linguaggio pittorico, una sorta di ribambelle (moltitudine) di segni, nodi, viscere, nuclei (l'interno del corpo è molto presente) e a volte mi vengono parole che si frappongono tra il foglio e me, chiedendomi di inscriverle. Quando lavoro, c'è davvero qualcosa di trascendente, qualcosa di "più grande di me", un grande spirito che permette il gesto "perfetto", giusto. Mi connetto a ciò che non conosco altrove, al di fuori del luogo di lavoro, e questo mi guida. A volte ho l'impressione di realizzare un'opera che non proviene interamente da me. Un messaggio da recapitare. Sedici anni dopo, nonostante le battute d'arresto, Demangel ha continuato a dipingere come se la sua vita dipendesse da questo. Il disegno è per lei un mezzo perfetto, che le permette di catturare stati d'animo e stati d'animo, anche fugaci. I personaggi si intrecciano, si duplicano. Le sue linee creano molteplici sfaccettature, portando in superficie emozioni spesso contraddittorie contemporaneamente. Le immagini, ricche di colori, producono scintille e si impongono con un'espressione libera e potente.

Caroline Demangel espone regolarmente alla Galleria Polad-Hardouin di Parigi e alla Galleria Cavin-Morris dal 2015. Le sue opere sono state esposte alla Halle St. Pierre di Parigi e sono state incluse in dRAW, una mostra di Intuit organizzata da Jan Petry nel 2015


Si ringrazia l’Archivio personale di  Caroline Demangel di Parigi  per aver permesso per la prima volta in Italia  la realizzazione di questa  importante retrospettiva che riassume con 56 opere  12 anni di assiduo lavoro  (2011-2022).

 

 

 

 


Sandro Bongiani Vrspace

Opening  sabato 2 agosto 2025  h. 18:00

EVENTO:  Retrospettiva dal 2 al 30 agosto 2025

TITOLO: Caroline Demangel “Indagare l’emozione tra impulso e tensione visionaria”

LUOGO: Salerno (Italy).

CURATORI:  Sandro  Bongiani

 

INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D – Salerno

 

ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

 

SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/