Visualizzazione post con etichetta ARTE. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ARTE. Mostra tutti i post

mercoledì 1 agosto 2018

Mostra Collettiva Internazionale “Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen”



SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
 “Marginali Attivi / 70 Ryosuke  Cohen”
a cura di Sandro Bongiani



Dal 31 luglio  al 1 dicembre  2018
Inaugurazione:  martedì 31 luglio  2018,  ore 18.00

S’inaugura  martedi 31  luglio 2018, alle ore 18.00, la mostra  collettiva internazionale a cura di Sandro  Bongiani dal titolo: Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista giapponese, uno dei più longevi e interessanti   artisti contemporanei nati negli anni quaranta.  Una interessante mostra collettiva in concomitanza  anche della speciale ricorrenza del suo settantesimo compleanno, presentando 164 opere su un totale corpus grafico di  ben 281 opere arrivate  da ogni parte del mondo  da importanti artisti internazionali che periodicamente si  sono avvicendati a collaborare con impegno e assiduità con Cohen.


Ryosuke Cohen, nato nel 1948, Osaka, in Giappone,  è un Mail Artista. Il nome della famiglia è Kouen  ma su consiglio di Byron Black, ha adottato  il nome  inglese  'Cohen' come in ebraico. Cohen scoprì la mail art in Canadà.  Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi Koen. I primi lavori di Cohen sono il risultato di un misto di tradizione e immaginario giapponese, numeri  e icone contemporanee  così com’è la sua firma, la lettera "C". L’artista giapponese per lungo tempo è stato interessato al movimento  Dada e Fluxus,  in contatto con Shozo Shimamoto e i membri del gruppo Gutai  condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale e marginale giapponese, ma sicuramente è l’autore giapponese più longevo nel network internazionale Dopo Ray Johnson e  Guglielmo Achille Cavellini, anche Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione in  un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere commercializzata. Lo fa  proponendo un particolare suo progetto “Brain Cell” (Cellula celebrale), iniziato nel giugno 1985 con  migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi.  Un lavoro che raccoglie  ogni 7-10 giorni circa le immagini di tanti artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori, 55 in media per opera, che lo ha visto coinvolto per oltre  30 lunghi anni,  rifiutando l’opera unica e concetti  consueti come l’originalità e quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà concreta dell’artista volutamente collocato ai margini dell’attuale sistema culturale. Per questo modo di fare, egli è forse il più  interessante e attivo artista nella rete di chiunque altro per la capacità organizzativa del progetto e per diffusione capillare dell’arte marginale.  Nell'agosto 2001 ha iniziato in Italia  il progetto “Fractal Portrait”, facendo ritratti e silhouette del corpo ai suoi amici artisti in occasione dei  vari Meeting   svolti in diverse parti del mondo; Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania, Olanda, Corea, Italia e Francia.  Cohen è l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio,  che nasce  dal contributo degli altri e  si materializza insieme  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente e  appassionatamente coinvolti nella  creazione dell’opera. In oltre trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e svolto performance  e incontri  in diverse aree geografiche del  mondo.  Attualmente vive a Ashiya-City Hyogo in Giappone.





Artisti presenti: Ryosuke Cohen, Giappone I John Held, Usa I Nicolas de la Casininière, Francia I Jan Theuninck, Belgio I Josè Luis Alcalde Soberanes, Messico I Horst  Tress, Germania I Pedro Bericat, Spagna I Mauro Molinari, Italia I John M. Bennett, Usa I Rémy Pénard, Francia I Virginia Milici, Italia I Lamberto Caravita, Italia I Renata e Giovanni Stradada, Italia I Rosalie  Gancie, Usa I Michel Della Vedova, Francia I Vittore Baroni, Italia I Bruno Cassaglia, Italia I Tommaso Cascella, Italia I Giovanni Fontana,  Italia I Antonio Sassu, Italia I Lancillotto Bellini, Italia I Mariano Filippetta, Italia I Emilio Morandi, Italia I Marina Salmaso, Danimarca I Luisa  Bergamini, Italia I Guido  Capuano, Italia I Dmitry Babenko, Russia I Cinzia Farina, Italia I Umberto Basso, Italia I Cesar Reglero, Spagna I Marcello Diotallevi, Italia I  Fernando Andolcetti, Italia I Alfonso Caccavale, Italia I Leonor  Arnao, Argentina I I Santini del Prete, Italia I Pascal Lenoir, Francia I Monica Michelotti, Italia  I Matthew Rose, Francia I Alberto Sordi, Italia I Guy Bleus, Belgio I Claudio Grandinetti, Italia I C. Mehrl Bennett, Usa I Alessandra Borsetti Venier, Italia I Lars Schumacher, Germania I Ernesto Terlizzi, Italia I Jacob de Chirico, Italia I Susanne Schumacher, Germania I Ruggero Maggi, Italia I Maria Credidio, Italia I Maya Lopez Muro, Argentina I Antonio Gomez Garcia, Spagna I Michel Della Vedova, Francia I Fernanda Fedi, Italia I Fernando Aquiar, Portogallo I Gino Gini, Italia I Anna Boschi,  Italia I Luc Fierens, Belgio I Gyorgy Galantai, Ungheria I Alessandro Ceccotto, Italia I  Giovanni Bonanno, Italia I Pier Roberto Bassi, Italia I Seiei Jack, Giappone I Ko De Jonge, Olanda I Keiichi Nakamura, Giappone  I Calogero  Barba, Italia I Katerina Nikoltsou, Grecia I Carlo Iacomucci, Italia I Kiki  Franceschi, Italia I Antonio Baglivo, Italia I Tomaso  Binga, Italia I Matthew Rose, Francia I Anna Banana, Canada I Noriko Shimizu, Giappone I Miguel  Jimenez, Spagna I Rosa Gravino, Argentina I Giancarlo Pucci, Italia I Rolando Zucchini, Italia I Alessandra Angelini, Italia I Domenico Ferrara Foria, Italia I Aarol Flores, Messico I Gabi Minedi, Italia I Laura Agostini, Italia I Maribel Martinez, Argentina I Alexander Limarev, Russia I BuZ Blurr, Usa I Patrizio Maria, Italia I Franco Altobelli, Italia I Daniele  Virgilio, Italia I Aleksandar Jovanovic, Serbia I Roberto Keppler, Brasile I Oronzo Liuzzi, Italia I Francesco Aprile, Italia I Osvaldo Cibils, Italia I Domenico Severino, Italia I Lucia Spagnuolo, Italia I Linda Paoli, Italia I Elena Marini, Italia I Francesco Cornello, Italia I Juan Lopez de Ael, Spagna I Mabi Col, Italia I Mzia Valerian, Belgio I Rafael Gonzales, Spagna I Miray Birce Gur, Turchia I Jaromir Svozilik, Norvegia I Fulgor C. Silvi, Italia I Stefan Reinhard, Germania I Lia Franzia, Italia I Pierpaolo Limongelli, Italia I Turkan Elci, Turchia I Claudio  Romeo, Italia I Michelle, Usa I The Wasted Angel, Belgium I Angela Caporaso, Italia  I Eni Ilis, Brasile I Beatriz Albuquerque, Portogallo I Anna Karina Fries, Germania I Derya Auci, Turchia I Stiliachus, Germania I Anna Miller, Oba Mail Art Group, Germania I Maria Teresa Cazzaro, Italia I Horvath Piroska, Austria I Bruno Chiarlone Debenedetti, Italia I Cecilia Bossi, Italia I Mustafa Cevat Atalay, Turchia I Vero Rigole, Belgio I Adriano Bonari, Italia I Teri Anderson, Inghilterra I Maurizio Follin, Italia I Afrodite Karamanli, Grecia I Sigrid Sack, Germania I Rossana  Bucci, Italia I Roberto Scala, Italia I Cobàs  (Mario Carchini), Italia I Amadeu Escorcio, Portogallo I Piero Barducci, Italia I Bayron Dede, Turchia I John  Gayer, Finlandia I Nicolas Malevitsis, Grecia I Antonia Mayol Castellò, Spagna I Silvano Pertone, Italia I Francesco Mandrino,  Italia I Francine Fox, Usa I Adriana  Lucaciu, Romania I Kathleen  McHugh, Usa I Sophia Martinon, Grecia I Janys Oliveira Fortaleza, Brasile I Marie-Christine De Grave, Belgio I Heloisa  Sonaglio, Brasile. I Connie Jean, Usa I Meral Agar, Turchia I Raz Mail Art, Australia I Claire  Dinsmore, Usa I Oznur Kepce, Turchia I Francisco Sanchez Gil, Spagna I Hilar Tursoluk, Turchia I Annie Label, Australia I Marysia Raposo, Brasile I Turkan Elci, Turchia I Maria Josè Silva - Mizé, Portogallo I Sharon Silverman, Usa.




Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY  
Via S. Calenda, 105/D  - Salerno,  Tel/Fax 089 5648159     e-mail:  bongiani@alice.it     
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

venerdì 30 marzo 2018

Bongiani Museum Project 2018, Museo Marino Marini di Firenze




Bongiani Museum

 Virtual and interactive Art


Idealmente dedicato al Museo Marini di Firenze




Logo del Progetto
Il Museo Virtuale 
con l'arte in punta di mouse







Un nuovo modo di intendere  e percepire il Museo



 Premessa: 


un Museo evoluto e innovativo di arte deve mettere necessariamente insieme i campi della tecnologia e dell’arte, tra innovazione tecnologica e il potenziale artistico. Non soltanto l’utilizzo dello spazio fisico  ma la diffusione della realtà virtuale  che di fatto ha creato una rivoluzione visiva modificando radicalmente sia la nostra percezione delle immagini, sia la nostra relazione con la realtà. Gli spazi  virtuali possono suggerire mondi immersive  sperimentabili direttamente. I visitatori si immergono nella percezione del dato virtuale e in tal modo vengono coinvolti fisicamente tramite elementi interattivi che modellano già  il nostro presente e  sicuramente il nostro prossimo futuro. In un progetto  di un museo immaginario virtualità e realtà sono quindi strettamente collegati tra loro, con l’esigenza di mettere in collegamento  spazi fisici con gli spazi immaginari.



La descrizione: 


Per tale motivo, partendo idealmente come prototipo base dalla mappa del piano terra del Museo Marino Marini di Firenze  è stato ideato  un percorso espositivo  immaginario di opere con 12 mostre già svolte da noi  in 12 spazi che possono essere ulteriormente divisi anche in  tre rispettive sale ciascuno, al fine di rendere la complessa relazione tra spazi virtuali e fisici del museo materialmente percettibile per il pubblico. In una società che fa affidamento sull'innovazione tecnologica i musei e l’ esposizioni come questa sono necessari per  far conoscere  in modo interattivo a 360° l’arte in tutto il pianeta terra. Il Progetto Bongiani Museum da noi  ideato con  una piattaforma online, si rivolge proprio  alle fondazioni  e ai musei oltre che agli utenti dell’arte, ben sapendo di dover investire  sulle nuove tecnologie.  Il gioco e la visita  interattiva è destinata a un pubblico italiano e internazionale di tutte le età con lo scopo essenziale di incuriosire  e invogliare a visitare concretamente  il museo.



L’interfaccia Virtuale:

Con l’attuale  interfaccia  interattiva preposta tra startup e cultura, il museo del futuro risulta uno spazio virtuale veloce capace di rispondere alle esigenze concrete degli utenti del web e far conoscere l’arte in modo semplice,  diretto e “democratico” ad un pubblico sempre più vasto e interessato. Uno spazio sempre aperto; non ha una superficie fisica ma  solo virtuale, ed è visibile 24 ore su 24 in tutto il mondo.  Questa nuova straordinaria realtà  sperimentale che usa  al meglio le tecnologie esistenti per innovare, crediamo, possa essere concretamente di aiuto alla diffusione e alla conoscenza degli eventi  e delle proposte culturali attivate in qualsiasi  museo reale. Del resto, un progetto come questo risulta  innovativo non solo perché fa cose nuove ma anche e soprattutto perché fa cose in modo nuovo applicando nuovi paradigmi e una nuova filosofia culturale.   




Ingresso Virtuale


Home Page



Le sale del Museo Virtuale







L’idea di un Flipper-museo

Come ipotesi di base abbiamo immaginato di utilizzare l’idea del gioco di un flipper, con una pallina metallica dal significato ludico e nello stesso tempo altamente tecnologico che diventa il simbolo ideale di un percorso espositivo  museale.  Utilizzando come ipotesi progettuale la mappa reale del piano terra del Museo Marino Marini di Firenze abbiamo immaginato una piattaforma  prototipo simile ad un flipper con 12 sale espositive. (in ambito virtuale le sale potrebbero essere molte di più). 

Cliccando con il mouse nell'apposito numero di sala si ha la visione delle opere in modo immediato e interattivo. La visione di un museo virtuale come questo permette di relazionare con un grande numero di utenti in varie parti del globo, che  seduti anche a casa su un divano possono permettersi di visionare e conoscere le opere in vista di un probabile  viaggio alla scoperta del reale  museo prescelto. Di certo, un contributo concreto e fattivo alla diffusione capillare dell'arte di un museo.




Pianta  del Museo Virtuale Bongiani




La pagina base del Bongiani Museum 

   


INIZIO

oppure:




Cliccando sul numero della sala  parte la pallina  con annesso il tipico suono d'inizio che percorre il percorso più breve per arrivare a destinazione.  

Sound avvio:


colpisce il numero della sala,  
si sente un nuovo suono che segnala   l'obiettivo raggiunto.
https://www.zedge.net/ringtone/f2b60408-5b92-3393-85f5-dc95a05684d5



la pallina di metallo 
diventa rossa con il logo del museo rappresentato.





Sound  di accesso alle opere: 


Da questo  momento si apre la schermata della sala  con la relativa visione delle opere  inserite. ( in ogni parete vi possono essere max 6 opere per un totale di 24 opere per sala. Nulla vieta di inserire un numero inferiore di opere). 






I VARI  STEP  
DESCRITTIVI DEL PROGETTO:


SI ENTRA NELLA SALA INTERATTIVA SCELTA:




 inizia la visita virtuale alle opere presentate
in una sala interattiva del Bongiani Museum




Ingrandimento di un'opera presente nella sala





le opere nelle sale 
interattive del museo virtuale





 VERIFICA  L'INTERATTIVITÀ' 
DI UNA  DELLE MOSTRE VIRTUALI 
PRESENTI  IN QUESTO PROGETTO 

Visit.
Crucifixion – Shozo Shimamoto 









© Collezione 
Bongiani Art Museum
Startup  no-profit 
della Collezione Bongiani di Salerno 
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/






mercoledì 12 agosto 2015

Ryosuke COHEN / FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2015


FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2015
Italy, France, Belgium.Holland, Germany



from August 7 to August 25 included (dal 7 agosto al 25 agosto incluso).
I will go on a trip with Noriko Shimizu (my pertner) for portrait project.At each place I am planning to draw a portrait of mail artist. Please get in tiuch with them on FB to join in this movement.



- Venezia (aug.7,8,9) - Tiziana Baracchi - Ruggero Maggi (maggiruggero@gmail.com) - Sandro Bongiani Artecontemporanea, 
- Ventimiglia(10)-Cecilia Solamito
- Le Vigan (11,12) -Philippe Pissier 
- Limoges (13,14) - Michel Della Vedova (michel.della-vedova@wanadoo.fr)
- Paris (16) - Paul Lamontellerie 
- Gent (17) - Ria Bauwens 
- Brussels (18) - MailWorks Brussels
- Charleroi (19) - Thierry Tillier 
- Nismes (20) - Musée Du Petit Format 
- Maastricht (21) - Rod Summers (rodvec@planet.nl ) 
- Euskirchen (22,23) - Axel Rüdiger Westphal 
- Minden (24,25) - Peter Kuestermann.

martedì 4 agosto 2015

VINCENZO NUCCI: I QUADRI DELL'ANIMA



VINCENZO   NUCCI

"dipingere è un’esigenza dell’anima"


VINCENZO  NUCCI



RICORDANDO  
IL MIO AMICO  E  MAESTRO  
VINCENZO  NUCCI

Sabato 8 agosto 2015, presso il Teatro Samonà, a Sciacca, dalle ore 19, avrà luogo una serata di commemorazione del pittore Vincenzo Nucci con una mostra nel foyer del Teatro fino a sabato 22 agosto.

 

Nato a Sciacca nel 1941 e scomparso il 25 aprile di questo 2015, Nucci si è distinto nel panorama della pittura italiana contemporanea per una attenzione cromatica e stilistica peculiare, che ha portato i suoi paesaggi ad essere apprezzati, ricercati, esposti e collezionati fra gli intenditori di tutta Europa.
L’omaggio che la città di Sciacca gli dedica, con la cura della famiglia dell’artista, è stato pensato da Marco Goldin, curatore di fama internazionale che ha dedicato nell’ultimo ventennio grande attenzione critica alla pittura di Nucci. La serata vedrà succedersi ai microfoni per un breve ricordo, una suggestione, una lettura dell’opera, lo stesso Marco Goldin, Aldo Gerbino e Calogero Mannino, che ricorderà anche l’impegno di Vincenzo Nucci come animatore culturale della città nei primi anni ’80. In qualità di assessore alla cultura prima e consigliere comunale poi, Nucci infatti diede vita a una stagione nella quale Sciacca riuscì a imporsi all’attenzione nazionale, per la qualità degli artisti invitati ad esporvi e dei critici chiamati a presentarli.
In occasione della serata dell’8 agosto saranno esposti, nel foyer del Teatro Samonà, simbolicamente, gli ultimi cinque paesaggi dipinti da Nucci.
I quadri dell’anima, recita il titolo della manifestazione, parafrasando un appunto del pittore fissato all’asse del cavalletto: dipingere è un’esigenza dell’anima.
La mostra proseguirà nel foyer del Teatro fino a sabato 22 agosto.






Visiona
le ultime opere 
create da Vincenzo Nucci


 Vincenzo Nucci,  riflessi della palma, 2014




Vincenzo Nucci, paesaggio del Belice 2014



Vincenzo Nucci, dal mio studio 2014


Vincenzo Nucci, paesaggio 2014.


Vincenzo  Nucci, giardino mediterraneo, 2015


Vincenzo Nucci, giardino mediterraneo, 2015






“Tra Luce, Malinconia e Memoria”
Presentazione di Giovanni Bonanno

11 giugno -  27 novembre 2011

ILLUMINAZIONI:
                          “Tra Luce, Memoria e Malinconia”                                     

(Retrospettiva in Contemporanea  con la  54° BIENNALE di VENEZIA - Padiglione Italia, 2011

             
Vincenzo Nucci da circa un quarantennio di ricerca dipinge ossessivamente i luoghi della memoria, della malinconia, con antiche ville secolari dove il tempo si è apparentemente rappreso e fermato. I suoi primi lavori negli anni Sessanta hanno avuto come tema centrale la guerra in Vietnam e il terremoto in Sicilia con una pittura pienamente aggiornata rispetto l’esperienze culturali e artistiche che si svolgevano in quel tempo in campo internazionale. Dopo circa un decennio di attività, di colpo, ha visto l’artista siciliano allontanarsi dalle vicende prettamente sociali e il tema ricorrente della sua pittura è diventato soltanto la sua Sicilia. Per diversi anni Vincenzo Nucci ha continuato a osservare curioso il paesaggio della sua fascinosa Sciacca con la casa padronale e le inquiete buganvillee fiorite dai colori vellutati che si arrampicano avidi a scrutare il mare Mediterraneo e l’orizzonte immacolato dell’Africa araba. Per molti anni l’artista ha dipinto in modo ossessivo solo paesaggi, quei paesaggi del Belice con  gli orizzonti dati come “logos indefinito”, come superamento del dato provvisorio del reale e del visibile. Un visibile che s’incarna nella figurazione ma nel contempo la trascende e la proietta in una dimensione soffusa, intima  in cui l’apparire si trasforma in essenza malinconica carica di silenzio e di cose non completamente svelate. L’artista ormai lavora  sul crinale ossessivo di una figurazione in cui le immagini vivono la dimensione sospesa  e impalpabile del momento.

Sono magiche visioni che si posizionano  metaforicamente tra natura e storia, tra coscienza e sofferta aspirazione. La tela di Nucci non è altro che il “sudario della memoria”, dei ricordi rappresi, del passato trascorso che affiora come dolce ricordo  e si condensa in materia più concreta e lirica. La visione dell’artista saccense nasce quindi  da questa   particolare capacità di trasportarci in un altrove praticabile in cui sentiamo persino i suoni, gli odori e i profumi delle diverse stagioni isolane; l’odore di terra dopo un temporale, il profumo del basilico, le cicale sospese all’ombra di una palma gentilizia a cantare e ricordarci i memorabili momenti di vita trascorsi accanto ad un solitario casolare di campagna.  Insomma, la pittura di Enzo  Nucci è intrisa di insolite memorie cariche di nostalgia e  di profondo e assorto silenzio. Il paesaggio per l’artista siciliano non è semplice descrizione o pura sensazione percettiva ma inesorabile ossessione, struggente apparizione di memorie di luce non del tutto corporee ma che lasciano comunque tracce sostanziali ancora visibili. Tutta la sua pittura è intrisa di passato, di ricordi sedimentati in una dimensione  alquanto provvisoria ma immediata. 
Per il pittore siciliano, l’arte è essenzialmente   evocazione, sortilegio, vertigine. Forse il suo mistero sta tutto racchiuso nel suo  magico studio arroccato tra tante fitte case arabe pressate a dismisura sopra il porto che formano  la parte antica e più vera della città di Sciacca.  Lì prendono forma i ricordi e nascono le architetture e i giardini con insoliti paesaggi svuotati di ogni presenza umana; solo la memoria della natura nella sua mitica essenza e nel silenzio più maestoso. Una visione decisamente “sospesa”, di confine, dilatata a dismisura che si concede ai flussi illogici dell’anima per diventare aria, vento africano, apparizione e anche superba emozione poetica. Da lì,  l’artista scruta gli umori del giorno e elabora le sue  misteriose visioni dai colori tenui che si trasformano per incanto in tonalità di colore  alquanto ricercati. Come dice Philippe Daverio, “quell’architettura siciliana che proviene dal profondo della storia e sembra sempre sul punto di disfarsi, pezzi di paesaggio, quel paesaggio di Sicilia che si annulla nell'infinito della luce e della percezione, pezzi di natura, quel verde impenetrabile nelle sue contorsioni e negli spini che lo difendono, portatore di fiori che gridano al sole il colore della loro identità mediterranea”. Secondo Nucci, Il percorso pittorico di un artista è fatto di sentimenti, di emozioni, di ricerca infinita, di dubbi, e poi d’immagini, di silenzio assorto e anche di interminabili viaggi che l’occhio compie in cerca di qualche autentica certezza.

Quella di Nucci è la percezione poetica che nasce dal profondo dei ricordi e diventa memoria collettiva, metafora di un paesaggio senza tempo, convincimento di ciò che ormai siamo diventati. Quasi un’ossessione continua, interminabile che rilascia flussi di ricordi provvisori, in cui la natura prende il sopravvento con le palme secolari che ingentiliscono il creato e con la buganvillea che mostra di voler recuperare l’antico contatto con il tempo passato. Una natura orgogliosa che svetta adagiandosi alle pareti del vecchio nudo tufo ormai ingiallito dalle tante stagioni trascorse nel muto silenzio. Nel paesaggio di Nucci la luce è l’unica certezza, lavera presenza che può  tentare di svelare la natura dell’anima, la soffusa malinconia, l’intima visione  in cui il sale per strano sortilegio s’impasta con i  delicati ricordi  del passato e con il sole caldo del Mediterraneo per materializzarsi in  apparizioni misteriose, sfuggenti.  I ricordi di luce impressi nella tela attraverso la pittura non posseggono una forma definita e definitiva, sono solo presenze che condividono la dimensione di chi è diseredato e tenta invano di resistere, di esserci ancora, “dove la natura - come dice Aldo Gerbino - si stempera nella grazia di un estenuato ricordo, come sopraffatto da quella lacerazione nostalgica che concede quel tanto che basti al passato”.
Una natura ritrovata che nasce da un assiduo contatto con artisti del suo tempo come Ruggero Savinio, Piero Guccione, Carlo Mattioli, legati da profonde affinità di come poter trattare e intendere il visibile e anche dal continuo approfondimento  con il passato, come Pierre Bonnard che Nucci ama più di tutti per la rara capacità che ha il pittore francese di trattare la dolce materia e farla vibrare in delicate e ricercate intensità cromatiche.  Nella pittura di Vincenzo Nucci  le antiche ville padronali dal tufo macerato dal tempo appaiono come presenze sfuggenti, quasi apparizioni metafisiche. La densa materia del colore ad olio o del pastello a contatto con la luce sembra che si sfarini trasformandosi improvvisamente in essenza malinconica, in delicata e soffusa presenza onirica con il  vento maestoso e prepotente del Carboi che di notte, all’ombra di una palma araba africana,  sembra che sibili malinconici ricordi di un tempo ormai trascorso e intanto di giorno accarezza compiaciuta l’aspra e selvaggia radura ancora non domata del selvaggio Belice. Questa è l’emozione che si respira   guardando gli insoliti   scorci paesaggistici in cui la luce siciliana si distende beffarda come timida apparizione. Paesaggi della memoria che incarnano provvisoriamente il mistero della vita, paesaggi in/cantati rilevati nella dimensione più intima e sofferta dell’anima. Questa è la  pittura di Vincenzo Nucci.       Giovanni  Bonanno

                                                                                                            
                                                                                                     


Biografia

Vincenzo Nucci è nato a Sciacca (Ag) nel 1941 e qui ha sempre lavorato. Frequenta l’Istituto d’Arte di Palermo e l’Accademia di Belle Arti di Agrigento. Le sue prime personali, nel decennio fra il 1960 ed il 1970 in varie città italiane, lo vedono impegnato nei temi sociali e drammatici come la guerra del Vietnam e il terremoto del Belice. Dal 1980 Nucci dipingerà solo paesaggi, anzi il paesaggio Siciliano, la casa padronale, le mura di cinta dove si arrampicano rigogliose bouganville fiorite di lacche rosse, le antiche rovine di Selinunte e, infine, lei, la palma, protagonista e simbolo della fascinosa Sciacca araba che egli ama. Nel 1989 è invitato alla Biennale Nazionale Città di Milano, Palazzo della Permanente. Nel 1991 conosce Philippe Daverio che lo invita ad esporre alla rassegna d’arte “Anni Ottanta in Italia” all’Ex Convento di San Francesco di Sciacca e successivamente organizza una sua personale alla galleria Daverio a Milano. Nel 1992 conosce Marco Goldin che gli organizzerà nel 1994 una mostra antologica a Palazzo Sarcinelli di Conegliano con scritti in catalogo dello stesso Goldin, di Guido Giuffrè e di Marco Vallora. A Conegliano, Palazzo Sarcinelli esporrà ancora nella rassegna “Da Fattori a Burri, Roberto Tassi e i pittori”, nella mostra “Una donazione per un nuovo museo”, e ancora nel 1998 “Elogio del pastello, da Morlotti a Guccione”. Sempre su invito di Marco Goldin, nel 1999 terrà una mostra antologica del pastello “Opere 1981-1999″, a Treviso nella Casa dei Carraresi, con testi di Marco Goldin ed Enzo Siciliano. Nel 2003-2004 la Provincia Regionale di Palermo organizza una sua mostra antologica al Loggiato San Bartolomeo, “Opere 1981-2003″, con scritto in catalogo di Aldo Gerbino. Nel 2006 è invitato da Philippe Daverio alla LVII edizione del Premio Michetti di Francavilla al Mare. Nel 2007 è presente alla mostra “Arte Italiana 1968-2007. Pittura”, curata da Vittorio Sgarbi al Palazzo Reale di Milano.  Del 2008 la mostra personale “Impressioni di luce” alla Galleria 61 di Palermo e l’antologica “Opere 1984 – 2008” presso l’ex Convento di San Francesco a Sciacca con testo in catalogo di Philippe Daverio. Del 2010 la personale “Gli uomini del paesaggio” alla Galleria Spazio Forni di Ragusa e la collettiva “Mare Nostrum” alla Galleria Forni di Bologna.  Nel 2011 viene invitato alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia. Ci ha lasciato il 25 aprile del 2015.