Visualizzazione post con etichetta Contemporanea. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Contemporanea. Mostra tutti i post

martedì 4 agosto 2015

VINCENZO NUCCI: I QUADRI DELL'ANIMA



VINCENZO   NUCCI

"dipingere è un’esigenza dell’anima"


VINCENZO  NUCCI



RICORDANDO  
IL MIO AMICO  E  MAESTRO  
VINCENZO  NUCCI

Sabato 8 agosto 2015, presso il Teatro Samonà, a Sciacca, dalle ore 19, avrà luogo una serata di commemorazione del pittore Vincenzo Nucci con una mostra nel foyer del Teatro fino a sabato 22 agosto.

 

Nato a Sciacca nel 1941 e scomparso il 25 aprile di questo 2015, Nucci si è distinto nel panorama della pittura italiana contemporanea per una attenzione cromatica e stilistica peculiare, che ha portato i suoi paesaggi ad essere apprezzati, ricercati, esposti e collezionati fra gli intenditori di tutta Europa.
L’omaggio che la città di Sciacca gli dedica, con la cura della famiglia dell’artista, è stato pensato da Marco Goldin, curatore di fama internazionale che ha dedicato nell’ultimo ventennio grande attenzione critica alla pittura di Nucci. La serata vedrà succedersi ai microfoni per un breve ricordo, una suggestione, una lettura dell’opera, lo stesso Marco Goldin, Aldo Gerbino e Calogero Mannino, che ricorderà anche l’impegno di Vincenzo Nucci come animatore culturale della città nei primi anni ’80. In qualità di assessore alla cultura prima e consigliere comunale poi, Nucci infatti diede vita a una stagione nella quale Sciacca riuscì a imporsi all’attenzione nazionale, per la qualità degli artisti invitati ad esporvi e dei critici chiamati a presentarli.
In occasione della serata dell’8 agosto saranno esposti, nel foyer del Teatro Samonà, simbolicamente, gli ultimi cinque paesaggi dipinti da Nucci.
I quadri dell’anima, recita il titolo della manifestazione, parafrasando un appunto del pittore fissato all’asse del cavalletto: dipingere è un’esigenza dell’anima.
La mostra proseguirà nel foyer del Teatro fino a sabato 22 agosto.






Visiona
le ultime opere 
create da Vincenzo Nucci


 Vincenzo Nucci,  riflessi della palma, 2014




Vincenzo Nucci, paesaggio del Belice 2014



Vincenzo Nucci, dal mio studio 2014


Vincenzo Nucci, paesaggio 2014.


Vincenzo  Nucci, giardino mediterraneo, 2015


Vincenzo Nucci, giardino mediterraneo, 2015






“Tra Luce, Malinconia e Memoria”
Presentazione di Giovanni Bonanno

11 giugno -  27 novembre 2011

ILLUMINAZIONI:
                          “Tra Luce, Memoria e Malinconia”                                     

(Retrospettiva in Contemporanea  con la  54° BIENNALE di VENEZIA - Padiglione Italia, 2011

             
Vincenzo Nucci da circa un quarantennio di ricerca dipinge ossessivamente i luoghi della memoria, della malinconia, con antiche ville secolari dove il tempo si è apparentemente rappreso e fermato. I suoi primi lavori negli anni Sessanta hanno avuto come tema centrale la guerra in Vietnam e il terremoto in Sicilia con una pittura pienamente aggiornata rispetto l’esperienze culturali e artistiche che si svolgevano in quel tempo in campo internazionale. Dopo circa un decennio di attività, di colpo, ha visto l’artista siciliano allontanarsi dalle vicende prettamente sociali e il tema ricorrente della sua pittura è diventato soltanto la sua Sicilia. Per diversi anni Vincenzo Nucci ha continuato a osservare curioso il paesaggio della sua fascinosa Sciacca con la casa padronale e le inquiete buganvillee fiorite dai colori vellutati che si arrampicano avidi a scrutare il mare Mediterraneo e l’orizzonte immacolato dell’Africa araba. Per molti anni l’artista ha dipinto in modo ossessivo solo paesaggi, quei paesaggi del Belice con  gli orizzonti dati come “logos indefinito”, come superamento del dato provvisorio del reale e del visibile. Un visibile che s’incarna nella figurazione ma nel contempo la trascende e la proietta in una dimensione soffusa, intima  in cui l’apparire si trasforma in essenza malinconica carica di silenzio e di cose non completamente svelate. L’artista ormai lavora  sul crinale ossessivo di una figurazione in cui le immagini vivono la dimensione sospesa  e impalpabile del momento.

Sono magiche visioni che si posizionano  metaforicamente tra natura e storia, tra coscienza e sofferta aspirazione. La tela di Nucci non è altro che il “sudario della memoria”, dei ricordi rappresi, del passato trascorso che affiora come dolce ricordo  e si condensa in materia più concreta e lirica. La visione dell’artista saccense nasce quindi  da questa   particolare capacità di trasportarci in un altrove praticabile in cui sentiamo persino i suoni, gli odori e i profumi delle diverse stagioni isolane; l’odore di terra dopo un temporale, il profumo del basilico, le cicale sospese all’ombra di una palma gentilizia a cantare e ricordarci i memorabili momenti di vita trascorsi accanto ad un solitario casolare di campagna.  Insomma, la pittura di Enzo  Nucci è intrisa di insolite memorie cariche di nostalgia e  di profondo e assorto silenzio. Il paesaggio per l’artista siciliano non è semplice descrizione o pura sensazione percettiva ma inesorabile ossessione, struggente apparizione di memorie di luce non del tutto corporee ma che lasciano comunque tracce sostanziali ancora visibili. Tutta la sua pittura è intrisa di passato, di ricordi sedimentati in una dimensione  alquanto provvisoria ma immediata. 
Per il pittore siciliano, l’arte è essenzialmente   evocazione, sortilegio, vertigine. Forse il suo mistero sta tutto racchiuso nel suo  magico studio arroccato tra tante fitte case arabe pressate a dismisura sopra il porto che formano  la parte antica e più vera della città di Sciacca.  Lì prendono forma i ricordi e nascono le architetture e i giardini con insoliti paesaggi svuotati di ogni presenza umana; solo la memoria della natura nella sua mitica essenza e nel silenzio più maestoso. Una visione decisamente “sospesa”, di confine, dilatata a dismisura che si concede ai flussi illogici dell’anima per diventare aria, vento africano, apparizione e anche superba emozione poetica. Da lì,  l’artista scruta gli umori del giorno e elabora le sue  misteriose visioni dai colori tenui che si trasformano per incanto in tonalità di colore  alquanto ricercati. Come dice Philippe Daverio, “quell’architettura siciliana che proviene dal profondo della storia e sembra sempre sul punto di disfarsi, pezzi di paesaggio, quel paesaggio di Sicilia che si annulla nell'infinito della luce e della percezione, pezzi di natura, quel verde impenetrabile nelle sue contorsioni e negli spini che lo difendono, portatore di fiori che gridano al sole il colore della loro identità mediterranea”. Secondo Nucci, Il percorso pittorico di un artista è fatto di sentimenti, di emozioni, di ricerca infinita, di dubbi, e poi d’immagini, di silenzio assorto e anche di interminabili viaggi che l’occhio compie in cerca di qualche autentica certezza.

Quella di Nucci è la percezione poetica che nasce dal profondo dei ricordi e diventa memoria collettiva, metafora di un paesaggio senza tempo, convincimento di ciò che ormai siamo diventati. Quasi un’ossessione continua, interminabile che rilascia flussi di ricordi provvisori, in cui la natura prende il sopravvento con le palme secolari che ingentiliscono il creato e con la buganvillea che mostra di voler recuperare l’antico contatto con il tempo passato. Una natura orgogliosa che svetta adagiandosi alle pareti del vecchio nudo tufo ormai ingiallito dalle tante stagioni trascorse nel muto silenzio. Nel paesaggio di Nucci la luce è l’unica certezza, lavera presenza che può  tentare di svelare la natura dell’anima, la soffusa malinconia, l’intima visione  in cui il sale per strano sortilegio s’impasta con i  delicati ricordi  del passato e con il sole caldo del Mediterraneo per materializzarsi in  apparizioni misteriose, sfuggenti.  I ricordi di luce impressi nella tela attraverso la pittura non posseggono una forma definita e definitiva, sono solo presenze che condividono la dimensione di chi è diseredato e tenta invano di resistere, di esserci ancora, “dove la natura - come dice Aldo Gerbino - si stempera nella grazia di un estenuato ricordo, come sopraffatto da quella lacerazione nostalgica che concede quel tanto che basti al passato”.
Una natura ritrovata che nasce da un assiduo contatto con artisti del suo tempo come Ruggero Savinio, Piero Guccione, Carlo Mattioli, legati da profonde affinità di come poter trattare e intendere il visibile e anche dal continuo approfondimento  con il passato, come Pierre Bonnard che Nucci ama più di tutti per la rara capacità che ha il pittore francese di trattare la dolce materia e farla vibrare in delicate e ricercate intensità cromatiche.  Nella pittura di Vincenzo Nucci  le antiche ville padronali dal tufo macerato dal tempo appaiono come presenze sfuggenti, quasi apparizioni metafisiche. La densa materia del colore ad olio o del pastello a contatto con la luce sembra che si sfarini trasformandosi improvvisamente in essenza malinconica, in delicata e soffusa presenza onirica con il  vento maestoso e prepotente del Carboi che di notte, all’ombra di una palma araba africana,  sembra che sibili malinconici ricordi di un tempo ormai trascorso e intanto di giorno accarezza compiaciuta l’aspra e selvaggia radura ancora non domata del selvaggio Belice. Questa è l’emozione che si respira   guardando gli insoliti   scorci paesaggistici in cui la luce siciliana si distende beffarda come timida apparizione. Paesaggi della memoria che incarnano provvisoriamente il mistero della vita, paesaggi in/cantati rilevati nella dimensione più intima e sofferta dell’anima. Questa è la  pittura di Vincenzo Nucci.       Giovanni  Bonanno

                                                                                                            
                                                                                                     


Biografia

Vincenzo Nucci è nato a Sciacca (Ag) nel 1941 e qui ha sempre lavorato. Frequenta l’Istituto d’Arte di Palermo e l’Accademia di Belle Arti di Agrigento. Le sue prime personali, nel decennio fra il 1960 ed il 1970 in varie città italiane, lo vedono impegnato nei temi sociali e drammatici come la guerra del Vietnam e il terremoto del Belice. Dal 1980 Nucci dipingerà solo paesaggi, anzi il paesaggio Siciliano, la casa padronale, le mura di cinta dove si arrampicano rigogliose bouganville fiorite di lacche rosse, le antiche rovine di Selinunte e, infine, lei, la palma, protagonista e simbolo della fascinosa Sciacca araba che egli ama. Nel 1989 è invitato alla Biennale Nazionale Città di Milano, Palazzo della Permanente. Nel 1991 conosce Philippe Daverio che lo invita ad esporre alla rassegna d’arte “Anni Ottanta in Italia” all’Ex Convento di San Francesco di Sciacca e successivamente organizza una sua personale alla galleria Daverio a Milano. Nel 1992 conosce Marco Goldin che gli organizzerà nel 1994 una mostra antologica a Palazzo Sarcinelli di Conegliano con scritti in catalogo dello stesso Goldin, di Guido Giuffrè e di Marco Vallora. A Conegliano, Palazzo Sarcinelli esporrà ancora nella rassegna “Da Fattori a Burri, Roberto Tassi e i pittori”, nella mostra “Una donazione per un nuovo museo”, e ancora nel 1998 “Elogio del pastello, da Morlotti a Guccione”. Sempre su invito di Marco Goldin, nel 1999 terrà una mostra antologica del pastello “Opere 1981-1999″, a Treviso nella Casa dei Carraresi, con testi di Marco Goldin ed Enzo Siciliano. Nel 2003-2004 la Provincia Regionale di Palermo organizza una sua mostra antologica al Loggiato San Bartolomeo, “Opere 1981-2003″, con scritto in catalogo di Aldo Gerbino. Nel 2006 è invitato da Philippe Daverio alla LVII edizione del Premio Michetti di Francavilla al Mare. Nel 2007 è presente alla mostra “Arte Italiana 1968-2007. Pittura”, curata da Vittorio Sgarbi al Palazzo Reale di Milano.  Del 2008 la mostra personale “Impressioni di luce” alla Galleria 61 di Palermo e l’antologica “Opere 1984 – 2008” presso l’ex Convento di San Francesco a Sciacca con testo in catalogo di Philippe Daverio. Del 2010 la personale “Gli uomini del paesaggio” alla Galleria Spazio Forni di Ragusa e la collettiva “Mare Nostrum” alla Galleria Forni di Bologna.  Nel 2011 viene invitato alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia. Ci ha lasciato il 25 aprile del 2015.

domenica 4 maggio 2014

CAVELLINI CENTENARY - GAC EVENT DAY - Arte Studio Ponte Nossa


 
Nel centenario della nascita dell’artista unico e innovatore, artista indipendente bresciano                scomparso nel 1990 GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI , all’ARTESTUDIO MORANDI di Ponte Nossa   in  via San Bernardino, 88, a cura di Emilio e Franca Morandi con la collaborazione della Associazione Linea Infinita Multimediale,  saranno esposti   dal 3 al 18 Maggio,  OMAGGI  A  CAVELLINI “ CAVELLINI CENTENARY“ ricevuti per posta sin dal 1991 da oltre 200 artisti di 25 nazioni mentre il 10 Maggio si  svolgerà  sempre all’ ARTESTUDIO MORANDI la rassegna di performances  “ PERFOMEDIA “ dedicata al centenario di CAVELLINI dal  titolo “ GAC EVENT DAY “ con  azioni  performative e  verra’ presentato   il libro  ARTPOOL  “ THE EXPERIMENTAL ART ARCHIVE OF EAST-CENTRAL EUROPE”  dal  1970 al 2013 Budapest di Gyorgy  Galantai   e Julia Klaniczay .
                                                                                                                                                              
 La mostra “ CAVELLINI CENTENARY “  omaggi a GAC   diventerà  mostra itinerante a “ AREA CREATIVA 42 “ spazio d’arte  Rivarolo Canavese  ( Torino )  e alla “ 3 D GALLERY  “ Mestre Venezia .  In Italia e in tutto il mondo  per tutto il 2014 si  svolgeranno eventi e celebrazioni per  il CENTENARIO CAVELLINIANO.       Dopo una  formidabile esperienza da collezionista, CAVELLINI decise di entrare nel mondo dell’arte, scavalcando ogni prassi e tramite il network della MAIL ART / ARTE POSTALE  divulgando in tutti i continenti ad artisti, centri d’arte e musei il suo grande capolavoro, l’ invenzione geniale della filosofia della AUTOSTORICIZZAZIONE in una sovversione radicale delle regole dell’arte ufficiale, dissacrando il sistema consolidato GALLERISTA – CRITICO – MERCANTE. 
                                                                          
CAVELLINI è  stato un precursore dell’arte  attuale  con le sue ardite sperimentazioni, le sue funamboliche performances, le sue impertinenti  provocazioni, la sua geniale creatività anticipatrice entrando nei diversi territori oltre l’arte, diventando già prima della sua scomparsa un simbolo di arte libera, con festival in suo onore in America, Giappone, Europa, con la nascita di centri studi , archivi e musei Cavelliniani. 
 
  Nel mese di  Maggio 1990 all’ ARTESTUDIO MORANDI ci fu l’ultima mostra personale di CAVELLINI.  Scomparve nell’Ottobre 1990. L’ARTESTUDIO MORANDI conserva nel suo archivio tutti i libri di CAVELLINI gentilmente inviati di volta in volta da Lui stesso, sue lettere, suoi adesivi , suoi scritti piu’ sue mostre a domicilio e varie operazioni   “ANDATA E RITORNO “ , informazioni  sulla sua vita,  sulla sua attività artistica, e  sulla sua filosofia    “AUTOSTORICIZZAZIONE” perciò questo spazio è ora anche denominato “ ISTRUZIONI PER L’USO DI CAVELLINI “ autorizzato da Lui stesso, dove e’ possibile consultare tutto il materiale a disposizione per studi, ricerche e approfondimenti.

 
 
Ogni anno, sin dal 1990, ALL’ARTESTUDIO MORANDI  nel mese di maggio fino al 2014 si è celebrato  “  GAC  GENIUS  DAY –  GAC  EVENT  DAY  “.

Si ringrazia la segnalazione di Emilio e Franca Morandi

domenica 6 aprile 2014

VIRTUAL UNDERGROUND / GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI 1914-2014


SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

Via S. Calenda, 105 - Salerno

 
VIRTUAL UNDERGROUND

G.A.CAVELLINI

1914 - 2014

 


Project dedicated to the anniversary of the centenary of Guglielmo Achille Cavellini ,

 in collaboration with the Archives Cavellini of Brescia.

 edited by Giovanni Bonanno

 
 April 12, 2014 - August 30, 2014

Opening: Saturday, April 12, 2014 , 18:00

Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda , 105 - Salerno Tel / Fax 089 5648159


Open all day: every day from 17.00 to 20.30

                              

 

Inaugurated Saturday, April 12, 2014 , at 18.00, the international group exhibition curated by Giovanni Bonanno entitled  “VIRTUAL UNDERGROUND  that Space Ophen Virtual Art Gallery of Salerno dedicated to the anniversary of the centenary of William Achilles Cavellini . There are 73 works by as many important international authors who wished to be present at this special occasion chosen by the artist from Brescia.

 

 

Guglielmo Achille Cavellini to completion of the Centenary (1914-2014) had expressed a desire to implement some sort of posthumous celebration as the completion of one of his major artistic work focused sull'Autostoricizzazione . " For this important occasion were invited 75 international artists from different nationalities to share this special event. For several decades GAC in Italy was opposed as a "rich eccentric streak of exhibitionism ," including not only because it was considered a major collector of contemporary art and accordingly placed by the official critics in complete isolation. Since 1970 , he first tried to " undermine " the official art system and to make their voices heard by implementing appropriate "noise " in the system offering its presence as a genuine creative moment . Art, after being relegated for a long time indoors ideas , with the autostoricizzazione " 1971 GAC became liberation , opening of borders cultural art that was integrated in life. In addition , sharing and embracing at the same time more search fields transverse and alternative proposals of the official culture , painting, visual poetry , the art of behavior to Body Art was positioned themselves on the edge of a system, in a free zone, in a suburb border practicable , dismantling in one fell swoop a traditional practice that he preferred the repetitive production of the artist clearly identifiable at the complete service of the art market . Thus, a practice that was less than the market and its strict rules imposed by a " hidden and arrogant" that actually holds hostage the artist and thus represses the production of art and creativity. Artist somewhat difficult to classify the different practices used for , but definitely the protagonist overcoming cross a traditional logic Today, after a few decades of waiting and reflection Guglielmo Achille Cavellini is a brilliant and multi-faceted character . He lived contemporary art after World War II until 1990, the year of his death, as maverick , said: " I ​​prefer to live my adventure into the future , rather than having to get bogged down in the tangled jungle of art" by artist not conditioned by schemes and taxation. It's not been a matter of simple elegance and pure style but a glossy illuminated operation that highlighted and brought to light the problems and contradictions of a cultural system that leaves nothing to chance and that is almost always the work and the ' artist as a mere commodity.

 

 

Featured artists in this International Review:

 Gugliemo Achille Cavellini, Ryosuke Cohen, Alexander Limarev, Luciano  Pera, Picasso, Gaglione, Bruno Cassaglia, Vittore  Baroni, Clemente Padin, Otto D. Sherman,  Ruggero  Maggi, Jas W Felter, Gianni Romeo, Simon Warren,  Carmela  Corsitto,  Ambassade d’Utopia, Rosa Gravino, Ptrzia Tictac, Anna  Boschi, Carl Baker, Lancillotto  Bellini, John M. Bennett, I Santini Del Prete, Giovanni Strada, Umberto Basso, Serse Luigetti, Mariano Filippetta, Anja  Mattila-Tolvanen, Domenico Severino, Katerina  Nikoltsou,  Stathis Chrissicopulos, Patrizia Battaglia, Pedro Bericat, Silvana Alliri, Rosanna Veronesi, Claudio  Romeo, Fausto  Paci, Ciro  Stajano, Antonio Moreno Garrido, Pier Roberto Bassi, Giovanni Bonanno, Francesco Aprile, Adriano Bonari, Jorge Valdes, Giancarlo Pucci,  Valery Oisteanu, Noriko  Shimizu, Judy  Skolnick, Angela Caporaso, Maurizio  Follin, Andreas Horn, Valentine Gabriella  Gallo, Mark Herman, Mariano  Bellarosa, Monica  Rex, Fulgor C. Silvi,   Lamberto Caravita,  Andrea Bonanno, Francesco  Mandrino, Roberto Scala, Giuseppe  Iannicelli, Renata e Giovanni Stradada, D.C. Spaulding, Maria Teresa Cazzaro, Antonio De Marchi Gherini, Bernhard Uhrig, Alfonso Caccavale, Monica Michelotti, Piero Barducci, Ana Garcia, Petra Dzierzon, Antonio  Baglivo, Bruno Chiarlone, Domenico Ferrara Foria,  Melisa  Kaneshiro, Borderline Grafix, Maurizia Carantani, Emilio  Morandi.  

 

BRIEF BIOGRAPHY of William Achille Cavellini (GAC)

 GAC ( Guglielmo Achille Cavellini ) was an important scholar and collector of abstract art European Union. Since the mid- 40s begins with drawings and portraits. In '60, he devoted himself instead to experimentation : some examples of his work are often linked to quotes , real elaboration of famous works that make it a genuine actor in the staging of art. GAC puts into practice his theory dell'autostoricizzazione : the do it yourself build around in the halo of success, putting aside the canonical process that the system uses for this purpose. It is not an act of self-representation megalomaniac , but the triggering of an alternative procedure : a revolution in the communication arts. Andy Warhol begins to retract Cavellini , and the wizards GAC pays tribute to Andy with the stamp " The Marilyn Warhol " (1984) . The use of recovered materials ( objects assembled in the wood inlays in carbon ) , is the instrument of his work. Theatres and postage stamps were born artist through which it is paid tribute to the geniuses of painting: Picasso, Léger , Matisse , Braque was born and , even , the love of Mail Art, free and democratic movement that allows GAC to have contact and comparisons with many important artists scattered all over the planet.
 

 

VIRTUAL UNDERGROUND

G.A.CAVELLINI

1914 - 2014

SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

Via S. Calenda , 105 - Salerno

April 12, 2014 - August 30, 2014

Opening: Saturday, April 12, 2014 , 18:00

Opening hours: every day at 5:00 p.m. to 8:30 p.m.


 

mercoledì 5 febbraio 2014

VICENZA / ANNA BOSCHI ALLO STUDIO VALMORE


Valmore studio d’arte s.a.s.

Contrà Porta S. Croce, 14 - 36100 Vicenza

Anna Boschi

tra Visual Poetry e ricerca




"Oggi, con i “progetti in-consci” del 2013, il tempo sembra che voglia davvero dilatarsi a dismisura con la materia che si trasforma in lievi e soavi impasti e in delicate tonalità, con il conseguente affioramento di “sottili incanti” che contagiano compiutamente gran parte dello spazio pittorico. Un procedere decisamente assorto verso un altrove possibile; con le “Mappe Geography” il dilatarsi dello spazio e del tempo incorporano opportunamente tracce e frammenti di essenza in-conscia tra un divenire essenzialmente mobile, in un rapporto di pura e collaborativa integrazione. Un tempo era la grafia e l’apparizione, ora è il colore e lo spazio dilatato “noosferico” a interessare l’artista emiliana. Prima era il sudario e l’oscuro mistero, ora e la geografia degli spazi dilatati che diventano luoghi d’interesse e d’indagine conoscitiva. Nelle ultime opere, inoltre, si notano in prossimità delle periferie delle tavole, zone di collage tra immagine e parola concepiti come momenti provvisori di stasi prima di un nuovo e altro incedere dentro la superficie dell’opera. Tracce e grafie, quindi, definite come memorie di tempo evanescente, mappe geometriche e nel contempo geografiche che si dilatano a dismisura in delicate superfici di lilla brillanti e di grigi lucenti che sembrano distese infinite. Sottili ansie affiorano a tratti qua e là. L’opera, tra la ricerca di un ordine e il momentaneo disordine raccoglie i “frammenti in-consci del nostro precario esistere” e si fa luogo e campo di insolite apparizioni percettive alla ricerca di un nuovo valore e significato da assegnare al mistero delle cose".             Giovanni  Bonanno, luglio 2013





Nata a Bologna, Anna Boschi entra nel processo dell’arte verbo-visiva proprio quando, negli anni Sessanta, questo movimento prende avvio, quasi che il momento evolutivo del proprio pensiero artistico avesse trovato un ambito speculativo e fattuale particolarmente adatto e affine. Nell’interessante e fertile “pabulum” culturale della Poesia visiva infatti, Boschi attua e approfondisce, spaziando poi anche nelle diverse e numerose declinazioni che questa avanguardia artistica offre, il valore relazionale tra parola e pittura che diverrà la cifra riconoscibile e irrinunciabile del suo percorso artistico e della sua indagine intellettuale. Sull’inscindibilità del binomio parola-immagine nel proprio percorso, la stessa Anna Boschi afferma che “dopo un primo periodo di lavori che testimoniano il legame tra la mia ricerca e la contemporanea linea di sperimentazione condotta dalla Poesia visiva ho proseguito la mia esperienza in campo pittorico, ho sperimentato materia e materiali, pur restando sempre legata al rapporto tra pittura e letteratura, inserendo spesso nelle mie opere parole o frasi tratte da frammenti poetici o letterari. Nel corso della mia ricerca ho in seguito sempre più lasciato sedimentare la pittura, sostituendo al colore le immagini, alla forma il segno, alla materia brani di testi e parole, riappropriandomi così del linguaggio verbo-visuale”......

lunedì 27 gennaio 2014

A PROPOSITO DI GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI




“Ho avuto in questi giorni l’occasione di vedere opere di Cavellini che il museo di Santa Giulia espone insieme alla collezione Daimler, e ne sono rimasto colpito. Mi sono emozionato e ciò che più mi dispiace non è tanto il dovermi pentire, ma il fatto di non aver dedicato alle opere di Cavellini l’amore che meritavano; già al tempo in cui nacquero.” Emilio Isgrò



Sulla rivista Brescia Futuro di dicembre 2013, Giorgio Fogazzi collezionista e grande amico di GAC, ha pubblicato un articolo dal titolo “Cronaca di un evento” in cui racconta il suo incontro con Emilio Isgrò, importante artista contemporaneo, protagonista degli anni '60/'70) che in una lettera spiega il torto subito dall’artista bresciano Guglielmo Achille Cavellini da un sistema culturale italiano monolitico, impenetrabile e quindi di parte che imponeva le proprie scelte personali negando ovviamente le scelte culturali alternative non confacenti con ciò che si riteneva utile in quel tempo al mercato ufficiale dell’arte.

Tra le lettere che si sono scambiati, ne viene pubblicata una particolarmente significativa in cui Isgrò spiega il torto fatto all’ artista Guglielmo Achille Cavellini che aveva prontamente reagito all’inganno proponendo le mostre a domicilio e “l’autostoricizzazione” fissando una data ben precisa in vista del Centenario (1914 – 2014) con un evento finale da attuarsi a Venezia al Palazzo Ducale dal 7 settembre al 27 0ttobre 2014.

(Isgrò scrisse questa lettera dopo aver visitato la mostra Novecento mai visto al Museo Santa Giulia di Brescia, inaugurata nel marzo del 2013, in cui venne dedicata una importante sezione alle opere di GAC).





(Archivio Ophen Virtual Art di Salerno)

venerdì 24 gennaio 2014

Visual Poetry e Mail Art /VENEZIA - PALAZZO DELLE PRIGIONI


VISUAL POETRY L’AVANGUARDIA DELLE NEOAVANGUARDIE MEZZO SECOLO DI POESIA VISIVA, POESIA CONCRETA, SCRITTURA VISUALE.





Una straordinaria selezione di oltre 1000 opere eseguite da 150 artisti, italiani ed internazionali, di cui 100 aderenti ad un movimento fra i più originali della seconda metà del Novecento, la “Visual Poetry”. 


Una straordinaria selezione di oltre 1000 opere eseguite da 150 artisti, italiani ed internazionali, di cui 100 aderenti ad un movimento fra i più originali della seconda metà del Novecento, la “Visual Poetry”, grande fiume ove convergono Poesia Visiva, Poesia Concreta e Scrittura Visuale/Nuova Scrittura, e da ulteriori 50 artisti appartenenti a movimenti affini alla “Visual Poetry” stessa, quali Fluxus, Mail Art e Narrative Art; il tutto sconfinando in interlacciamenti verbovisivi con movimenti antesignani quali il Futurismo, il Dadaismo e il Lettrismo o coevi e successivi quali il Concettuale, l’Arte Povera, la Pop Art, il Nouveau Realisme e i Nuovi Media.

Una commistione di generi che sfocia poi anche nei Nuovi Media. Venezia offre così un’importante opportunità di approfondimento storico culturale di uno dei quattro movimenti artistici più rilevanti nati in Italia nel Novecento insieme a Futurismo, Arte Povera e Transavanguardia, certamente secondo al solo Futurismo per diffusione planetaria. Attraverso un’iniziativa dalla duplice valenza: approfondimento artistico-culturale e quella di concreta velleità solidale attraverso il sostegno ai più bisognosi, a testimonianza del fatto che la divulgazione dell’arte non soltanto alimenta la sete di conoscenza di tutti, e soprattutto delle giovani generazioni, ma consente altresì di innescare processi di positiva interazione sociale. Curata dallo storico e critico d’arte Giosuè Allegrini e organizzata dal Centro Giorgo La Pira Onlus e da La Bezuga, la vetrina espositiva veneziano-pavese intende rendere omaggio alla Visual Poetry in occasione del Cinquantennale fondativo del fiorentino “Gruppo ’70”, fra i primi e più efficaci promulgatori di questo genere d’arte. Nel 1963 nasce, infatti, a Firenze il gruppo di Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini che nel 1964 andrà a coniare, per la prima volta, il termine “Poesia Visiva” e che costituisce una delle principali estensioni della Visual Poetry stessa.

Molteplici anche le modalità espressive: dai collage alle installazioni verbo visive, dai Libri d’artista ai Libri oggetto ad una selezione di rare ceramiche di Poesia Visiva, di grafiche; strumenti atti a stimolare la comprensione dell’Arte Moderna e Contemporanea fornendo così, di riflesso, un contributo alla futura società della conoscenza attraverso un capitale storico, culturale e sociale condiviso da tutti, in quanto la cultura è patrimonio di tutti e da tutti deve essere amata e rispettata.

Mostra di VENEZIA. Sede: Palazzo delle Prigioni Inaugurazione: 25 gennaio 2014 ore 11.00Periodo: 25 gennaio-07 febbraio 2014Orari: 10-13 tutti i giorni15-18 tutti i giorni Sede: Museo Storico Navale della Marina Militare Periodo: 25 gennaio-07 febbraio 2014 Orari: 08.45-13.30 lun-ven 08.45-13.00 sab. Domenica chiuso.

mercoledì 30 ottobre 2013

UNA MOSTRA A ANNA BOSCHI E UNA GALLERIA TUTTA VIRTUALE




 UNA MOSTRA A ANNA BOSCHI
E
UNA GALLERIA TUTTA VIRTUALE





Lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery, nasce nel 2009 ed è uno dei primi contenitori espositivi virtuali internazionali al mondo con l’arte a portata di mouse. Consapevole di questa nuova realtà ho voluto realizzare compiutamente un mio progetto curatoriale ed espositivo di tipo sperimentale, alternativo e innovativo rispetto all’attività consueta delle gallerie d’arte, assorbendo di fatto tutte le strategie acquisite e utilizzate dalle gallerie tradizionali e nel contempo usando le nuove tecnologie che avevo a disposizione. Senza dubbio si tratta, allo stato attuale, della prima e più importante galleria on-line a livello mondiale che si occupa di arte contemporanea.









Ne parliamo con……

Giovanni  Bonanno
Ophen Virtual Art Gallery di Salerno


Visit: