martedì 28 luglio 2015

VINCENZO NUCCI RICORDATO DA MARCO GOLDIN



SCIACCA PIANGE ENZO NUCCI, 







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RICORDANDO IL MIO AMICO VINCENZO NUCCI



VINCENZO NUCCI

 I  QUADRI  DELL’ANIMA




Sabato 8 agosto 2015, presso il Teatro Samonà, a Sciacca, dalle ore 19, avrà luogo una serata di commemorazione del pittore Vincenzo Nucci con una mostra nel foyer del Teatro fino a sabato 22 agosto.


A distanza di alcuni mesi  dalla scomparsa dell’artista siciliano, desidero  riproporre il poema visuale scritto nel 2010 con un testo ancora  profetico e attuale.

 Risultati immagini per vincenzo nucci artista



TUTTO PARLA DI TE
Poema Visivo  di Giovanni  Bonanno
dedicato a Vincenzo Nucci.


Ho attraversato  antiche valli siciliane,
 luoghi solitari  e vecchi viali di campagna,
 ho odorato l’essenze profumate delle passate stagioni,
le terre aspre e  i sottili incanti con la Bougainville 
che si arrampica generosa su vecchi muri di tufo bruciati dal sale
  a vedere curiosa l’orizzonte africano che ancora incanta.
Tutto parla di te.

Ho scrutato l’acqua del Carboi che pare d’argento e seta fine
 sdraiarsi  come un vecchio  stanco  accanto ad una palma araba
che lascia ombre sottili di silenzio
che sanno di ruggine e di   profumi  antichi.
Tutto parla di te.

Dalla terra d’Abruzzo  c’è chi scruta ancora curioso la finestra del porto di Sciacca  
e continua a incantarsi per le sottili alchimie che nascono dall’anima,  
di come suo figlio sa trasformare il piombo più nero del cielo d’inverno
e il rovente rame d’estate in verdi brillanti, in ocre preziose africane
e struggenti lacche di garanza  che sanno di malva, di miele e di sulla fiorita a primavera.
Tutto parla di te.

Solo la nostalgia, quella più sottile e inquieta
sa colmare il vuoto di un’intera stagione,
sa carpire l’essenza più autentica dell’esserci ancora,  
emulando i favolosi ritmi e le antiche cadenze di tempo passato
nella penombra più vera di un’antica e solitaria casa padronale siciliana.

Natura, tutto parla ancora di te.

Giovanni Bonanno © 2010

venerdì 24 luglio 2015

RUGGERO MAGGI E IL PADIGLIONE TIBET / Proroga apertura a Venezia fino al 28 agosto 2015






Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet
di Piero Verni e Giampietro Mattolin

I tulku sono quei maestri spirituali che scelgono di ritornare nel
mondo, esistenza dopo esistenza, per essere di aiuto agli esseri
viventi.
La tradizione di queste reincarnazioni mistiche è una caratteristica
peculiare del Buddhismo vajrayana, la forma dell’insegnamento del
Buddha diffusa in Tibet, regione himalayana e Mongolia.
Profondamente radicata nelle culture di questi Paesi, fuori però
dall’universo tibetano questa usanza è stata spesso fraintesa.
Scopo di “Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet” è quello di fornire
al lettore, attraverso un linguaggio semplice e chiaro, un quadro
esauriente di cosa effettivamente sia la tradizione dei tulku e di come
interagisca con le società nelle quali è presente.
Grazie anche alle numerose interviste concesse agli autori dal Dalai
Lama e da altri importanti lama buddhisti, questo libro ricostruisce la
storia, l’orizzonte religioso ed etnico, l’attuale condizione e il futuro di
questa fondamentale componente della civiltà tibetana.
Di particolare interesse inoltre, i capitoli dedicati alla vita del VI Dalai
Lama (il più eterodosso di tutto il lignaggio) e all’infanzia dell’attuale
quattordicesima reincarnazione, prima che venisse riconosciuta e
insediata a Lhasa in qualità di massima autorità del Tibet.
Da segnalare infine come dalle pagine di questo volume (sia grazie
al testo sia all’imponente apparato fotografico di cui si avvale)
emerga anche una nitida immagine del Tibet e dei luoghi in cui i tulku
esercitano la loro funzione spirituale.







PADIGLIONE TIBET, 6 LUGLIO
EVENTI ARTISTICI ED INTERCULTURALI
di Angela Zenato

La serata del 6 luglio il Padiglione Tibet ha festeggiato gli ottant'anni
del Dalai Lama all'interno di uno spazio presto rivelatosi un magico
tavolo rotondo.
La sorpresa di un ambiente tanto eclettico mi ha inserita in contesti
sempre mutevoli, passando dalle rappresentazioni quasi metafisiche
della performance di danza di Ksette, sul calar della sera, alle note
incise e potenti di Alberto Fortis all'interno, attorno al quale ho visto
trasformarsi un piccolo teatro greco dove la bellezza dell'arte e gli
animi tutti hanno espresso un'incredibile, palpabile energia dagli echi
antichissimi.
La linea conduttrice - cultura Tibetana e riflessioni interculturali - ha
seguito sentieri ed espressioni di libertà artistica significativi, portati
alla ribalta in un contesto architettonico minimale e sacro, quale
perfetto spazio di continuità tra oriente ed occidente, insomma, un
perfetto padiglione per un paese che non c'è, laboratorio di idee,
riflessioni ed esperienze da condividere!
Portare nel nostro al di qua immagini reali etniche e proporre un
confronto artistico costante ha gettato le basi per porre l'arte quale
mezzo di comunione transcontinentale, quasi fosse una preghiera di
salvezza. Tra le elaborazioni artistiche più meditative, i passi di
danza calati nell'oscurità della sera, come domande inespresse,
lungo un futuro tutto da percorrere, si muovevano accompagnati da
un'entità muta, simile nei gesti ad una sofferente creatura, estenuata,
costretta alla violenta ripetizione dei movimenti. Che in quell'acqua
possano esser cadute lacrime? Che sia una sorta di passione, di
corpo, di sacrificio scaraventato, crudo, nella petrosa realtà, in
serpeggiante silenzio, sferzando sulla pietra la vita come una frusta?
La performance ha tramutato in gesto i passi, i movimenti in piccolo
teatro, teso, racchiuso in un essenziale piazzale tinto di blu, tinto dal
cielo, dal tramonto, dal blu dell'acqua, ombreggiando e disegnando
la parete, a moltiplicarne i gesti…
Un'altra ripetizione, un'altra, identica, storia.…




FORTIS… FORTISSIMO!
di Angela Zenato

A lasciare senza parole, completamente assorbiti dalla sua forte
personalità è stato proprio Alberto Fortis, conosciutissimo cantautore
e poliedrico strumentista.
Sarà stata l'atmosfera colorata, soffusa, sfumata, il gran pubblico
appassionatissimo, raccolto nello spazio interno a semicerchio, e lo
spirito dell'esposizione del Padiglione Tibet, o tutte queste cose
assieme, ma un'ondata di magia inseguiva l'altra, con sorpresa.
Ascoltare Fortis è stato rigenerante, rivitalizzante ed inaspettato!
Quando e' arrivato in padiglione, sereno, candido, si è avvicinato al
pianoforte per le consuetudinarie "prove", ecco, sin da lì sembrava
volesse proprio farlo suonare per bene, il suo piano! Un
riscaldamento come tanti altri, ma che rendeva il timbro della
persona.
Il concerto, ho pensato, dev'essere per lui un momento metamorfico,
se dopo alcuni gentili "sì, grazie", "potremmo spostare le luci, per
favore?", è entrato in scena scatenato ed... alato! Calzava infatti un
paio di scarpe bianche con le ali: un Mercurio canoro!
Eh, certo! Effettivamente a lui non spettava forse di ricordare che gli
eventi della serata portavano con sè il messaggio profondo raccolto
nel Padiglione e quanto raggiunto, spiritualmente, anche nella sua
vita?
Certamente... esso chiedeva di essere comunicato nella maniera più
incisiva possibile: con il canto, gridandolo al mondo, con le note
poetiche che la musica può, più dell'oratoria.


giovedì 23 luglio 2015

A STELLA CILENTO / INCONTRI RAVVICINATI A PALAZZO VENTIMIGLIA




COMUNE DI STELLA CILENTO
Provincia di Salerno
Via Madonna di Fatima – Tel. E Fax 0974-909078 – C.F. e P. Iva 03425180654
                                          

12° edizione STELLAINARTE

Incontri ravvicinati


“Palazzo Ventimiglia”
Stella Cilento (SA) 28 Luglio > 19 Agosto 2015

inaugurazione 28 Luglio 2015 ore 19.30



Damiano Durante, Natura Morta n. 9 cm 115 x 77  2013 



Martedì 28 2015, alle ore 19,30, presso Palazzo Ventimiglia di Stella Cilento, con il patrocinio della Provincia di Salerno, dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dell’Unione Comuni dell’Alento e del Comune di Stella Cilento, s’inaugura, coordinata da Silvio Massanova, la XII edizione della rassegna d’arte contemporanea “STELLAINARTE”.

La mostra di quest’anno a Stella Cilento, la dodicesima edizione, è dedicata a Franco Massanova, che è stato il suo ideatore e che, nonostante i tanti ostacoli che sempre si frappongono quando si organizzano questi eventi, l’ha sempre fortemente voluta.

Il titolo dato a questa rassegna  è “ Incontri ravvicinati”, una sorta di scambio emozionale tra i quattro artisti presenti:  Antonio Ambrosino,  Damiano Durante, Anna Chiara Rella, Emilio Socci .
La mostra si pone come ulteriore occasione di approfondimento delle vicende artistiche campane in particolare di quelle legate al mezzo pittorico.

Il fatto è che il nostro tempo, spiega Cristina Tafuri, è infinitamente più inquieto di altri, “innescato” com'è per la sua stessa autodistruzione: e ciò spiega i turbamenti a volte dolorosi che avvertiamo in  molti artisti; ed è inoltre organizzato secondo sistemi capaci di annientare i più deboli o fragili: e basta pensare alle caratteristiche economico-istituzionali assunte solo nel nostro secolo  dal “mercato artistico” per capire sia la necessità dei raggruppamenti come la rapidità del loro consumo.

La mostra sarà aperta dal Venerdì alla Domenica dalle ore 19.00 alle 22.30 oppure su appuntamento.

per info: Silvio Massanova
cel. 3394249089
       www.stellainarte.blogspot.com        



mercoledì 22 luglio 2015

A Sorrento le opere di Arnaldo Pomodoro. Rive dei mari




Sorrento presenta la mostra “Arnaldo Pomodoro. Rive dei mari” a Villa Fiorentino dal 22 maggio al 22 novembre 2015.  Un lungo percorso artistico, iniziato sin dagli anni Cinquanta. con opere  che vanno dal 1960 al 2004.







L’evento, curato da Flaminio Gualdoni e Gino Fienga, e organizzato dalla Fondazione Sorrento in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro e con- fine edizioni, comprende l’esposizione di 7 opere monumentali già installate nelle piazze del Comune e a Villa Fiorentino e circa 100 opere, tra sculture in bronzo e fiberglass, grafiche e libri d’arte, che verranno ospitate nella sede della Fondazione Sorrento. Le opere in mostra, dalle sculture come La colonna del viaggiatore (1960), la Sfera n. 1 (1963), la Lancia di luce (1985) alle straordinarie carte Cronache, Lettere (1977), Frammenti in omaggio a Emilio Villa (2004) rappresentano tappe e passaggi fondamentali della ricerca artistica di Arnaldo Pomodoro. 







Il percorso delle sculture  studiato fra le piazze e gli ambienti di Villa Fiorentino intende creare fra le opere e i luoghi in cui sono collocate, un dialogo e un rapporto con lo spazio e la città,  mentre la grafica è  ospitata nel chiuso  nella sede della Fondazione Sorrento a Villa Fiorentino.   Una importante antologica che evidenzia il linguaggio espressivo dello scultore, da sempre interessato  a un colloquio con lo spazio architettonico  e anche  nello spazio simbolico,  e misterioso degli archetipi. 





L’artista  Arnaldo Pomodoro

Arnaldo Pomodoro è nato nel Montefeltro nel 1926, ha vissuto l’infanzia e la formazione a Pesaro. Dal 1954 vive e lavora a Milano. Le sue opere del Cinquanta  sono altorilievi dove emerge una singolarissima “scrittura” inedita nella scultura, che viene d’ora in poi interpretata variamente dai maggiori critici. Nei primi anni Sessanta affronta la tridimensionalità e sviluppa la ricerca sulle forme della geometria solida, che poi si estende alla grande dimensione. Le sue sculture sono presenti in spazi urbani in Italia e all’estero e nelle raccolte pubbliche maggiori del mondo. Tra le opere ambientali si ricordano il lungo rilievo in cemento Moto terreno solare al Simposio di Minoa a Marsala, la Sala d’Armi del Museo Poldi Pezzoli di Milano, l’environment Ingresso nel labirinto, dedicato all’Epopea di Gilgamesh e Carapace, la cantina progettata per la Tenuta Castelbuono di Bevagna, commissionata dalla famiglia Lunelli e inaugurata nel giugno 2012. Memorabili mostre antologiche lo hanno consacrato artista tra i più significativi del panorama contemporaneo. Numerose esposizioni itineranti si sono susseguite in Europa, Stati Uniti, Australia e Giappone, Si è dedicato alla scenografia sin dall’inizio della sua attività e ha realizzato ‘‘macchine spettacolari’’ per numerosi lavori teatrali. 

Ha insegnato nei dipartimenti d’arte delle università americane: Stanford University, University of California a Berkeley, Mills College. Ha ricevuto molti premi e importanti riconoscimenti: i Premi di Scultura alle Biennali di São Paulo (1963) e Venezia (1964); il Praemium Imperiale per la Scultura 1990 della Japan Art Association e il Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award dell’ International Sculpture Center di San Francisco (2008). Nel 1992 il Trinity College dell’Università di Dublino gli ha conferito la Laurea honoris causa in Lettere e nel 2001 l’Università di Ancona quella in Ingegneria edile-architettura.






La Fondazione e il Comune di Sorrento continuano a credere nella programmazione dei grandi eventi d’arte, iniziati con Aligi Sassu e proseguiti con Mimmo Paladino, Antonio Biasucci, Salvador Dalì, Mario Sironi e infine Pablo Picasso.




Inaugurazione avvenuta  venerdì 22 maggio alle ore 19.00
Location: Villa Fiorentino Corso Italia, 53 – Sorrento 
Durata: dal 23 maggio al 22 novembre 2015 Catalogo: con-fine edizioni
Orario: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 21. Sabato, domenica e festivi fino alle h 22.
Ingresso: biglietto unico € 5 I gruppi scolastici € 2 | ridotto per gruppi superiori a 15 persone € 3

Sito ufficiale: www.fondazionesorrento.com/arnaldopomodoro
Pagine FB: www.facebook.com/mostrediarteasorrento

Info Stampa FB: Fondazione Sorrento Stampa
Email: fondazionesorrentostampa2015@gmail.com



sabato 18 luglio 2015

Oggi Ben Vautier, compie 80 anni.




80/ OTTANTA BEN VAUTIER





Ben Vautier
Ben Vautier nasce il 18 luglio 1935 a Napoli. Dopo avere vissuto in svariati Paesi, la famiglia si stabilisce a Nizza nel 1949. Stimolato da Yves Klein, da Marcel Duchamp e dai Nouveaux Réalistes, Ben Vautier inizia a sviluppare uno stile artistico personale d’ispirazione dadaista. Alla fine degli anni Cinquanta realizza opere che, anni prima di Andy Warhol, offrono varianti sul tema di una banana estremamente stilizzata, oltre a una serie di creazioni composte da pezzi singoli, che ricordano le macchine di Jean Tinguely.
In questo periodo l’artista usa già quello che sarà il suo segno distintivo, ovvero le indicazioni e spiegazioni scritte in corsivo sull’oggetto con un vivace colore a pastello. Tra il 1958 e il ’73 Ben Vautier gestisce un negozio di dischi a Nizza, il "Magazin", che suscita scalpore per via del prospetto esterno e dell’arredamento. Nel 1959 l’artista fonda la rivista "Ben Dieu" e l’anno successivo tiene la prima mostra personale "Rien et tout" al "Laboratoire 32", al primo piano del suo negozio.
A partire dai "readymade" di Duchamp e dalla convinzione che un’opera d’arte sia riconoscibile esclusivamente dalla firma dell’artista, Vautier firma tutto ciò che gli capita sottomano, anche opere di altri e perfino il proprio corpo. Questa fase cessa nel 1962, quando l’artista dichiara di non volere più firmare nulla in futuro.
Principale esponente di Fluxus dal 1962 al ’70 insieme ad Al Hansen, John Cage e altri, Ben Vautier si presenta ai festival internazionali del movimento e si mette in mostra partecipando a numerose performance. L’ormai affermato artista diventa il mentore di una giovane tendenza pittorica, cui dà il nome di "Figuration libre" in un articolo del 1981 per la rivista "Flash Art". 
Nel corso della successiva fase creativa, Vautier realizza quadri con acrilico, su cui combina scrittura ed elementi propri dei fumetti. Gli anni Novanta sono determinati da vari gruppi di lavori: la serie dei totem (sculture composte da vari oggetti d’uso comune montati su pali) e gli "Oiseaux" del 1991 (assemblaggi di oggetti a forma di volatile). Vautier ricompone inoltre gli oggetti di "Ben" degli anni Sessanta, montandoli su quadri e commentandoli. Il successo dell’artista, che tuttora vive e lavora a Nizza, è testimoniato da numerose mostre internazionali e retrospettive.