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giovedì 17 dicembre 2015

OTTANTA BEN VAUTIER - Presentazione di Giovanni Bonanno


BEN  VAUTIER: Les  limites de la veritè
«Occorre avere sempre due idee, una per distruggere l’altra».  Georges Braque



   Nel 2015, per l’ottantesimo compleanno di  Ben  Vautier (18 luglio 1935),  lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0  di Salerno gli organizza   un  progetto internazionale a cura di Giovanni  Bonanno, con una importante mostra collettiva  dal titolo “Ottanta Ben Vautier” presentando 102 artisti contemporanei di diversa nazionalità, mentre  il Museum Tinguely  di Basilea, quasi contemporaneamente,  gli dedica la sua più importante retrospettiva in Svizzera.
Ben Vautier è nato a Napoli nel 1935, ha trascorso la giovinezza tra Napoli, Francia, Turchia, Egitto, Grecia e Svizzera, per poi approdare e stabilirsi definitivamente a Nizza nel 1949.  Inizia il suo percorso artistico all'inizio degli anni cinquanta con  una serie di lavori  astratti per poi, nei primi anni Sessanta  condividere la poetica dadaista di  Marcel Duchamp. Alla fine degli anni Cinquanta è in contatto con il gruppo dei Nouveaux Réalistes e con gli artisti dell’École de Nice - César, Arman, Yves Klein.  Verso il 62’  conosce Gorge Maciunas e si avvicina al movimento neodadaista Fluxus, condividendo la poetica e diventando ben presto  un  esponente di primo piano di questo  interessante movimento artistico. Proprio negli anni 60’  l’artista francese  teorizza il concetto "per cambiare l'arte bisogna cambiare l'ego", una  riflessione estetica, critica ed autocritica  condotta principalmente attraverso i suoi "lavori  ed (anche) con i testi teorici, performances  conferenze,  ecc. Un“enfant  terrible” che utilizza e si appropria di tutto quello che trova; da questo momento in poi Ben incomincerà  a firmare qualsiasi cosa approdando ben presto ad una sorta di  pittura ad acrilico su fondi neri, combinando scrittura infantile e disegni  fumettistici.
Negli anni 80, superata l'ondata concettuale, Ben Vautier  inventa per la nuova tendenza pittorica il termine "Figuration Libre", introducendo nei suoi lavori la componente figurativa. Gli anni Novanta sono determinati da una serie di lavori all'insegna della contraddizione  e della provocazione sviluppando il concetto di “arte totale” inteso come atto creativo che sconfina  volutamente nella vita. Infatti, con le opere scritte l’artista intuisce che la parola è il fulcro di un’idea  che si fa dubbio e anche riflessione. Brevi frasi  con una grafia dal tratto infantile e apparentemente elementare  sono essenziali per suscitare  nel fruitore una sorta di riflessione,  resa ancora più significativa perché  immessa nel circuito dell’arte ufficiale; pertanto, il gesto dell’artista e la sua firma, sono determinanti per  rendere  importante qualsiasi azione consueta come la scrittura.
Una scrittura dal tratto decisamente  ingenuo, deprivata  dall’eleganza e dalla propria fisicità. Una poetica in cui parole, aforismi, scritte, metafore,  ci spingono  per un attimo a pensare.  In ciò, Ben mette in discussione ogni possibile confine riguardo a cosa s’intende per opera d’arte, perché - secondo lui - non c'è differenza tra ciò che è e non è arte. Tutto è arte e la vita è arte, per cui, tutti possono fare arte. Per l’ultimo esponente dell’Ecole de Nice, tutta la sua intera produzione ruota attorno al non detto, al rebus ancora da decifrare, alla cosa non completamente svelata. Compila  concetti  in cui manca sempre una parte, un pezzo necessario che  il fruitore deve aggiungere per dare un senso e un significato al concetto espresso. Praticamente, è la messa in forma di un flusso diarroico e incessante di parole rese con una  semplice grafia su tutto ciò  che trova; quasi delle riflessioni personali e dei commenti tra scrittura ed elementi fumettistici. Un pensiero “ apparentemente privo di limiti che si posiziona  sempre sull’azzardo, sul crinale provvisorio del completo azzeramento dei valori”, come giustamente ci suggerisce Georges Braque: «Occorre avere sempre due idee, una per distruggere l’altra»,  non accettando a priori alcuna certezza.
I continui sconfinamenti del linguaggio artistico, le sue  improvvisate  e spericolate scorribande e provocazioni, I suoi  assemblages trasformano e dissacrano spesso  gli oggetti comuni in una sorta di horror vacui carico di  ironia e di  non-sense. Ben, mette in discussione ogni limite, ogni confine, in un gioco spericolato  e pericoloso, innescando possibilità nuove  alla parola. Frasi come: crèer c'est douter e douter c'est crèer…”, ("creare è dubbio e dubbio è creare ..."), oppure, "Tout est possible", "tout est ego arrivando, persino, a rifiutare  anche questo  suo stesso compleanno, scrivendo: “Je hais les anniversaires”, ci  fanno  capire  che tutto è  ribaltamento, “senso del non senso” e anche casualità e improvvisazione. L’oggetto manipolato dall’artista alla fine diventa testimonianza di un pensiero apparentemente privo di confini, perché  – secondo Ben -  “non esiste limite all’arte, perché non c’è né inizio né fine, né dentro, né fuori, né vuoto, né pieno né tempo, né spazio… il limite dell’arte è l’artista che lo decide..

Ben  Vautier ci appare oggi come “l’enfant  terrible”, perché come dice Max Ernst: “L'art est un jeu d'enfant », nel gioco sistematico e incessante dell’azzeramento dei valori, di  tutto ciò che sembrerebbe essere collocato fuori dalla porta e non può far parte  dal mondo   dell’arte.  Secondo  Ben  Vautier  “il valore”  è qualcosa che nasce dalla relazione tra un oggetto e il soggetto che lo esamina. Pertanto, la “creazione di valore”  è tutto ciò che ha una relazione con la vita umana. Scoprire il valore  vuol significare dare rilievo a cose che non erano mai state notate prima e renderli evidenti secondo  l’accadimento della contraddittorietà; la cosa formulata un secondo prima, un attimo dopo  viene completamente negata e contraddetta.  E’ questo che Ben Vautier ha inteso fare per tanti lunghi anni,  coinvolgendoci  con la sua visione poetica infame “dell’attrito e della riflessione”  in cui parole, aforismi, scritte, metafore e frasi apparentemente senza senso, immesse all’interno del sistema ufficiale dell’arte, ci spingono  a riflettere e  anche a  dubitare  delle nostre certezze  che in  un attimo possono trasformarsi in cenere. 
   
5 dic. 2015                                                                    Giovanni  Bonanno







BEN VAUTIER VIDEO:

  




Ben Vautier, 80 ans., 2015

https://youtu.be/dFVzvlMGcA8       durata 40:14

 

Ben Vautier, 80 ans. (Versione corta), 2015   

https://youtu.be/1PdVcb_zF34       durata 4:53

 

Ben Vautier a 80 ans. Interview anniversaire de Jean Ferrero, , 2015      https://youtu.be/dHO7d7Zaq6Y    durata 11:10

 

Ben Vautier musée Tinguely,  2015

  https://youtu.be/hqY2hm1y5fM           durata 1:09

 

Les Limites de La Vérité - Fondation du Doute – Blois, 2015

  https://youtu.be/EKJBmAnUeqE          durata 1:26



 

 

 


Altri:

 

BEN VAUTIER -- GALERIE MARLBOROUGH MONACO, 2013

https://youtu.be/j3cI5KO8wlE          durata 20:06

 

L'artiste Ben expose à la galerie Marlborough,  2013

https://youtu.be/MOhAqFS2krE           durata  3:15

 

 

à la maison de Ben,  2013

    https://youtu.be/RNctReOmNt8       durata 13:43

 

Rencontre avec Artist Ben Vautier,  2012

  https://youtu.be/zAwEU8v6ajg       durata  6:53

 

BEN VAUTIER at Vicky David Gallery - New York City,  2012

https://youtu.be/gj7HD_VKOsk        durata

Les entretiens de Mirabelle - "Recontre avec BEN",  2012

https://youtu.be/BHk-_lwtGGY        durata 13:47

 

Rencontre avec Artist Ben Vautier,  2012

 https://youtu.be/zAwEU8v6ajg         durata 6:54


Quand Ben fait son cinéma.mp4,  2012

 https://youtu.be/VmYE2cYpiAI          durata 43:05

Ben Vautier Galleria Mara Coccia Roma, 2011
https://youtu.be/0qxmhAocyo0       durata 2:28


Ben Vautier & Latex au M.A.C. de Lyon,  2010

https://youtu.be/evXdIM_3d1g          durata 9:43


Ben Vautier-Galerie Obadia-Bruxelles.mp4,  2010

https://youtu.be/9Y9xLy58wZM      durata 10:00

 

Ben Vautier - Some Ideas For Fluxus,  2010

https://youtu.be/4y3rukK7BQM            durata 1:26

 

Ben Vautier a Lione,  2010

 https://youtu.be/-NN1FhqLxFo            durata   5:10

 

Artnet.fr : La première fois de Ben Vautier,  2009

https://youtu.be/AoNSJTadT2M             durata 3:58

Ben Vautier,  2009

https://youtu.be/Kl2DtaKdEoI             durata 6:46

 

ben vautier blois,  2008

 https://youtu.be/IuUXFRW_A_4         durata  1,36

 

decptacon le tigre, 2008

 https://youtu.be/YTfJFDo38dc           durata 3:04

 

Ben Vautier - J'aime rire,  2008

https://youtu.be/av2D1CjBjJU              durata 8:26

 

Le Bizart Baz'art de Ben,   2008

 https://youtu.be/ZDSJxeHmFGs         durata 2:28

 

Ben Sur Ben (extracts), 2007

https://youtu.be/tB4ueaZBVuo           durata:  8:20

 

Nice: Ben Vautier,  2007

https://youtu.be/9pb_ZG64k5M           durata 3:34

 

La Rue Ketanou - Ben Vautier,  2007

https://youtu.be/BAhXoPtLaDA      durata 2:29

 

Ben sur Ben (extracts), Part 2,  2007

https://youtu.be/vgCi9KeB9QQ          durata 9:54

 

Fluxus : Performance de Ben, Musée Benaki Athènes, 2007

https://youtu.be/TG-kaCEIpaU    durata  4:33


BEN Vautier au lit à l'hôtel la Louisiane,  2007

https://youtu.be/V-7sMhsKlnA     durata 0:33


Benjamin Vautier (Ben),  2001

https://youtu.be/rM4SD-tJdQ8   durata 8:31

 

The Limits of Art by Ben Vautier, 1993

https://youtu.be/p3zKKXDPt6Y     durata 9:56

 

The Limits of Art lecture by Ben Vautier (full version), Budapest, 1993

https://youtu.be/SN9P9xNL-4M       durata 1:26:40


Artpool's Guest: Ben Vautier (2/2),1993

   https://youtu.be/2HJbw1hHfEA       durata  9:18

 

Ben Vautier - I Will be Back in Ten Minutes, 1963

https://youtu.be/QaT5_Zu1kvA       durata 11:29



sabato 21 novembre 2015

Biografia aggiornata di Ben Vautier






Biografia  di Ben Vautier
“Non amo le biografie. La biografia è un ego.  Il sogno è di essere un artista senza biografia, ma
è quasi impossibile visto che l’arte è sempre ego. La biografia è: io sono..io…”   BEN 1970







Ben Vautier  nasce nel 1935 a Napoli da madre occitano-irlandese e padre svizzero-francese e, dopo aver vissuto in diversi paesi, nel 1949 si trasferisce a Nizza. Negli anni ’50 prende corpo il suo lavoro d’artista, legato alla tradizione dell’astrattismo. Ispirato da Yves Klein, Marcel Duchamp e i Nouveaux Rèalistes, Vautier sviluppa un personale stile distintivo con declinazioni Dada. Durante l’ultima metà degli anni ’50, l’artista lavora a composizioni che richiamano le macchine celibatarie di Jean Tinguely. Nei primi anni ’60 entra a far parte del Nouveau-Rèalisme dell’ambiente nizzardo, stabilendo stretti rapporti con Arman e Spoerri. Nel 1962 conosce e inizia a frequentare George Maciunas, fondatore di Fluxus, movimento  radicale nell’arte di ispirazione Neo-Dada, di cui condivide filosofia e poetica che si identificano con l’equazione: arte uguale vita. Diviene in breve, tra il 1962 e il 1970, parte attiva del movimento, partecipa ai Fluxus Festivals nel mondo e alle performances pubbliche, sviluppando un ruolo importante nella diffusione delle idee dell’arte radicale. Gli anni Settanta ed il decennio successivo vedono Ben protagonista di innumerevoli mostre personali, molte delle quali in gallerie private, non solo in Francia (Daniel Templon, 1970; 1971; 1973; Beaubourg; Lara Vincy; Duran; La Hune, Parigi, 1983) ma anche in Germania (Denise Rene' Hans Mayer, Dusseldorf, 1970; Rene' Block, Berlino, 1971), Svizzera (Bruno Bischofberger, Zurigo, 1971; Pierre Huber, Ginevra, 1986), Italia (Rinaldo Rotta, 1978, Genova) e - oltre Oceano - New York (Gibson, 1975; Castelli Graphics, 1982). L’ininterrotto successo di Ben dagli anni novanta ad oggi è confermato dalle molteplici esposizioni e retrospettive in spazi pubblici e privati in Francia (Centre Pompidou, 1991; Rive Gauche, 2003, Parigi; Kahn, Strasburgo, 2000; Mamac, Nizza, 2001; Musée de l’Objet, Blois, 2003; Musée d’Art et de Provence, Grasse, 2004; MAC, Lione, 2004; Maison de la culture, Malakoff, 2005; Musée Chagall, Nizza, 2005; Musée de la Céramique, Vallauris, 2006) e all’estero (Gan, Tokyo, 1997; Zabriskie, New York, 1998; Ludwig Museum, Coblenza; National Museum of Contemporary Art, Seoul, 2002; Maison de la culture MalakoffManif d’art, 2005; Galerie Caja Negra, Madrid; Galerie Marlborough, Monaco, 2006; Galleria Il Ponte, Firenze, 2007; Galerie Guy Pieters, Knokke, Studio d’Arte Fioretti, Bergamo, Galerie Templon, Paris 2009; Associazione Mara Coccia, Roma 2011. E’ del2010 la prima ampia retrospettiva al Musée d’Art Contemporain, Lyon. Nel 2015, per il suo  ottantesimo compleanno, (18 luglio 1935), il Museum Tinguely  di Basilea dedica a Ben Vautier la sua più importante retrospettiva in Svizzera, mentre lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0  di Salerno gli organizza   un  progetto internazionale a cura di Giovanni  Bonanno, con una importante mostra collettiva  dal titolo “Ottanta Ben Vautier” presentando 102 artisti contemporanei di diversa nazionalità. Anche la Fondazione Mudima  di Milano  ha partecipato a questa importante ricorrenza di Ben Vautier ospitando un’installazione dell’artista francese del 1989 dal titolo “N’import quoi est musique”, presentando un pianoforte verticale con una miriade di oggetti assemblati che trasformano e dissacrano lo strumento musicale per eccellenza in una sorta di horror vacui del non-sense. 

        (Biografia aggiornata da Sandro Bongiani Arte Contemporanea a dicembre  del 2015)


venerdì 24 luglio 2015

RUGGERO MAGGI E IL PADIGLIONE TIBET / Proroga apertura a Venezia fino al 28 agosto 2015






Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet
di Piero Verni e Giampietro Mattolin

I tulku sono quei maestri spirituali che scelgono di ritornare nel
mondo, esistenza dopo esistenza, per essere di aiuto agli esseri
viventi.
La tradizione di queste reincarnazioni mistiche è una caratteristica
peculiare del Buddhismo vajrayana, la forma dell’insegnamento del
Buddha diffusa in Tibet, regione himalayana e Mongolia.
Profondamente radicata nelle culture di questi Paesi, fuori però
dall’universo tibetano questa usanza è stata spesso fraintesa.
Scopo di “Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet” è quello di fornire
al lettore, attraverso un linguaggio semplice e chiaro, un quadro
esauriente di cosa effettivamente sia la tradizione dei tulku e di come
interagisca con le società nelle quali è presente.
Grazie anche alle numerose interviste concesse agli autori dal Dalai
Lama e da altri importanti lama buddhisti, questo libro ricostruisce la
storia, l’orizzonte religioso ed etnico, l’attuale condizione e il futuro di
questa fondamentale componente della civiltà tibetana.
Di particolare interesse inoltre, i capitoli dedicati alla vita del VI Dalai
Lama (il più eterodosso di tutto il lignaggio) e all’infanzia dell’attuale
quattordicesima reincarnazione, prima che venisse riconosciuta e
insediata a Lhasa in qualità di massima autorità del Tibet.
Da segnalare infine come dalle pagine di questo volume (sia grazie
al testo sia all’imponente apparato fotografico di cui si avvale)
emerga anche una nitida immagine del Tibet e dei luoghi in cui i tulku
esercitano la loro funzione spirituale.







PADIGLIONE TIBET, 6 LUGLIO
EVENTI ARTISTICI ED INTERCULTURALI
di Angela Zenato

La serata del 6 luglio il Padiglione Tibet ha festeggiato gli ottant'anni
del Dalai Lama all'interno di uno spazio presto rivelatosi un magico
tavolo rotondo.
La sorpresa di un ambiente tanto eclettico mi ha inserita in contesti
sempre mutevoli, passando dalle rappresentazioni quasi metafisiche
della performance di danza di Ksette, sul calar della sera, alle note
incise e potenti di Alberto Fortis all'interno, attorno al quale ho visto
trasformarsi un piccolo teatro greco dove la bellezza dell'arte e gli
animi tutti hanno espresso un'incredibile, palpabile energia dagli echi
antichissimi.
La linea conduttrice - cultura Tibetana e riflessioni interculturali - ha
seguito sentieri ed espressioni di libertà artistica significativi, portati
alla ribalta in un contesto architettonico minimale e sacro, quale
perfetto spazio di continuità tra oriente ed occidente, insomma, un
perfetto padiglione per un paese che non c'è, laboratorio di idee,
riflessioni ed esperienze da condividere!
Portare nel nostro al di qua immagini reali etniche e proporre un
confronto artistico costante ha gettato le basi per porre l'arte quale
mezzo di comunione transcontinentale, quasi fosse una preghiera di
salvezza. Tra le elaborazioni artistiche più meditative, i passi di
danza calati nell'oscurità della sera, come domande inespresse,
lungo un futuro tutto da percorrere, si muovevano accompagnati da
un'entità muta, simile nei gesti ad una sofferente creatura, estenuata,
costretta alla violenta ripetizione dei movimenti. Che in quell'acqua
possano esser cadute lacrime? Che sia una sorta di passione, di
corpo, di sacrificio scaraventato, crudo, nella petrosa realtà, in
serpeggiante silenzio, sferzando sulla pietra la vita come una frusta?
La performance ha tramutato in gesto i passi, i movimenti in piccolo
teatro, teso, racchiuso in un essenziale piazzale tinto di blu, tinto dal
cielo, dal tramonto, dal blu dell'acqua, ombreggiando e disegnando
la parete, a moltiplicarne i gesti…
Un'altra ripetizione, un'altra, identica, storia.…




FORTIS… FORTISSIMO!
di Angela Zenato

A lasciare senza parole, completamente assorbiti dalla sua forte
personalità è stato proprio Alberto Fortis, conosciutissimo cantautore
e poliedrico strumentista.
Sarà stata l'atmosfera colorata, soffusa, sfumata, il gran pubblico
appassionatissimo, raccolto nello spazio interno a semicerchio, e lo
spirito dell'esposizione del Padiglione Tibet, o tutte queste cose
assieme, ma un'ondata di magia inseguiva l'altra, con sorpresa.
Ascoltare Fortis è stato rigenerante, rivitalizzante ed inaspettato!
Quando e' arrivato in padiglione, sereno, candido, si è avvicinato al
pianoforte per le consuetudinarie "prove", ecco, sin da lì sembrava
volesse proprio farlo suonare per bene, il suo piano! Un
riscaldamento come tanti altri, ma che rendeva il timbro della
persona.
Il concerto, ho pensato, dev'essere per lui un momento metamorfico,
se dopo alcuni gentili "sì, grazie", "potremmo spostare le luci, per
favore?", è entrato in scena scatenato ed... alato! Calzava infatti un
paio di scarpe bianche con le ali: un Mercurio canoro!
Eh, certo! Effettivamente a lui non spettava forse di ricordare che gli
eventi della serata portavano con sè il messaggio profondo raccolto
nel Padiglione e quanto raggiunto, spiritualmente, anche nella sua
vita?
Certamente... esso chiedeva di essere comunicato nella maniera più
incisiva possibile: con il canto, gridandolo al mondo, con le note
poetiche che la musica può, più dell'oratoria.


venerdì 3 luglio 2015

PADIGLIONE TIBET / 80° compleanno di Sua Santità il Dalai Lama


PADIGLIONE TIBET
ideato e curato da Ruggero Maggi

Santa Marta Congressi – SpazioPorto – Venezia
9 maggio – 2 agosto 2015

con il Patrocinio del Comune di Venezia





LUNEDI' 6 LUGLIO 2015  APERTURA STRAORDINARIA
per celebrare l'80° compleanno di Sua Santità il Dalai Lama



Caro Dalai Lama felice compleanno,
ottant'anni sono un bel traguardo soprattutto se contrassegnati da tragedie e pericoli che Sua Santità ha saputo affrontare con serenità e saggezza. La Compassione, tra i sentimenti umani, è senz'altro quello meno sentito, ma il Dalai Lama da questo ha attinto per abbracciare tutti gli esseri senzienti.

Padiglione Tibet - il padiglione per il paese che non c’è – progetto ideato e curato da Ruggero Maggi per il Comitato Padiglione Tibet, si pone l’obiettivo di far incontrare la sensibilità della cultura contemporanea occidentale con quella tibetana e di coinvolgere il sistema Arte per non far dimenticare la realtà dell'universo tibetano. Proponendo installazioni di forte impatto emozionale e coinvolgendo artisti del mondo della pittura, tra cui Gillo Dorfles ed il Premio Nobel Dario Fo, della scultura, della performance, del video, della musica, dal 2011, anno della sua realizzazione come evento parallelo alla Biennale di Venezia, Padiglione Tibet ha creato un ponte sensibile tra Arte Sacra Tibetana ed Arte Contemporanea Occidentale e un luogo fisico, reale e tangibile di incontro tra le differenti anime che lo compongono: artistica, sociale e culturale, religiosa.

Padiglione Tibet è felice di celebrare il compleanno di Sua Santità con un'apertura straordinaria che prolunga l'abituale orario di visita, arricchendo il proprio programma con una serie di eventi che quest'anno assumono una particolare rilevanza grazie all'iniziativa Anno del Dalai Lama: Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, il 6 luglio 2015 (20° giorno, del 5° mese dell’anno tibetano 2142) compirà 80 anni. Oggi il Dalai Lama non è soltanto la massima autorità del popolo tibetano, ma anche un punto di riferimento fondamentale per decine di milioni di persone in tutto il mondo. La  Fondazione per  la Preservazione  della  Tradizione Mahayana (FPMT), il Progetto L’Eredità del Tibet e il Comitato Padiglione Tibet, come atto di affettuoso e sentito omaggio all’opera di questo altissimo testimone del nostro tempo, tra l’altro insignito nel 1989 del Premio Nobel per la Pace, hanno deciso di dedicare al Dalai Lama il prossimo anno tibetano (2142,  “Anno della Pecora di Legno” che è iniziato il 19 febbraio 2015 e terminerà l’8 febbraio 2016), organizzando all’interno dell’Anno del Dalai Lama eventi artistici, insegnamenti spirituali e conferenze.


Lunedì 6 luglio 2015 tre significativi momenti scandiranno questa giornata.

ORE 18.00
Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet" (testo di Piero Verni e fotografie di Giampietro Mattolin) che prende in esame la peculiare tradizione tibetana dei lama reincarnati. Nel corso della serata verranno proiettate fotografie di Giampietro Mattolin scattate in occasione della importante festa per gli 80 anni del Dalai Lama che si è tenuta a Dharamsala (India settentrionale) il 21 giugno 2015.

ORE 21.15
Orizzonte performance di danza contemporanea di Ksette
coreografia di Kappa con Elisa Ferri, Melissa Simionato, Giuseppe Spinelli.
[…] cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare. (Eduardo Galeano)

ORE 21.45
In collaborazione con la Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana (FPMT) è inoltre in programma un concerto serale di Alberto Fortis per pianoforte e voce.  La scaletta alternerà i classici del repertorio del cantautore ad alcuni brani del suo album più recente, Do L’Anima. Fortis segue il Dalai Lama fin dagli Anni Ottanta e da sempre è sensibile ai temi sociali e umanitari, tanto da essere stato nominato ambasciatore UNICEF “a tutela dei bambini della popolazione nativo-americana Navajo” e testimonial di A.I.S.M. (Associazione Italiana contro la Sclerosi Multipla). Considerato il limitato numero di posti dell'Auditorium e l'eccezionalità dell'evento, il concerto per pianoforte e voce di Alberto Fortis verrà proiettato in diretta, da Padiglione Tibet, sulla facciata della Chiesa di Santa Marta a partire dalle 21.45.




PADIGLIONE TIBET
Spiritualità ed Arte come cibo per la mente e per l’anima.

Dedicato alle vittime del recente terremoto che ha devastato il Nepal, il Tibet, il Bangladesh e l'India.

Artisti PADIGLIONE TIBET
Piergiorgio Baroldi, BAU, Carla Bertola - Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Pino Chimenti, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma - Gennaro Ippolito, Giglio Frigerio - Fabrizio Martinelli, Ivana Geviti, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano, Oronzo Liuzzi - Rossana Bucci, Silvia Mariani - Christine Davis, Gianni Marussi - Alessandra Finzi, Fernando Montà, Lorenza Morandotti - Francesco Maglia snc, Clara Paci, Lucia Paese, Claudio Pantana, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Tiziana Priori - Simonetta Chierici, Roberto Scala - Bruno Cassaglia, Anna Seccia, Lucia Spagnuolo, Roberto Testori, Micaela Tornaghi.

Video arte
Francesca Lolli, Marco Rizzo.

Testi di
Giosuè Allegrini, Dino Aloi, Stefano Antichi, Elisabetta Bacci, Lara Caccia, Claudio Cardelli, Mauro Carrera, Giulia Fresca, Chiara Gatti, Alexander Larrarte, Ruggero Maggi, Cristina Romieri, Giuliana Schiavone, Claudio Tecchio, Trini Castelli, Piero Verni, Roberto Vidali.

Artisti della mostra Tibet… c'è poco da ridere (da un'idea di Ruggero Maggi, a cura di Dino Aloi)
Dino Aloi, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Gianni Chiostri, Lido Chiostri, Milko Dalla Battista, Marco De Angelis, Guido Giordano, Ruggero Maggi, Claudio Mellana, Danilo Paparelli, Alessandro Prevosto, Robert Rousso, Fabio Sironi, Carlo Squillante.

Amdo – il paese del XIV Dalai Lama
mostra fotografica di Giampietro Mattolin  presentata da Piero Verni

Milarepa
di Coco con la presentazione di Chiara Gatti



ENTRATA LIBERA orari: martedì – domenica 11.00/19.00 - chiusura: lunedì

PROSSIMI APPUNTAMENTI: 2 agosto 2015 finissage

per informazioni:

PADIGLIONE TIBET  - Santa Marta Congressi - SpazioPorto
FERMATA 'SANTA MARTA' da cui dista 50 metri

DALLA STAZIONE FERROVIARIA DI VENEZIA Linee ACTV 41, 51 fermata “Santa Marta”
DA PIAZZALE ROMA Linee ACTV 41, 51, 61, fermata “Santa Marta”
DA SAN MARCO Linee ACTV 42, 52, 62, fermata “Santa Marta”

Sponsor
CFLI, SpazioPorto, TreD s.r.l., NCA Engineering Srl, Tecnodomes, FabLab Fondazione Mike Bongiorno, Buduar, Atelier51, Arduino, Caim, The Heritage of Tibet, FPMT, Dossier Tibet, Iscos, Associazione Italia-Tibet, Associazione Vimala, La Casa del Tibet.

Note:
[] La figura di Giuseppe Coco (Biancavilla, Catania 1936 – 2012) è entrata nell'immaginario comune per le celebri illustrazioni che hanno animato, a partire dagli anni Sessanta, con ironia e straordinario humor nero, le pagine di testate famose. Come Comix, il Corriere della Sera, Epoca, Horror, La Gazzetta dello Sport, L’Espresso, la Repubblica, La Domenica del Corriere, La Settimana enigmistica, Panorama, Relax e Zoom; oltre a celebri e popolarissimi periodici stranieri, da Playmen a Punch, da Hara Kiri al The Saturday Evening Post. (Chiara Gatti)

[] La FPMT (Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana) è un’organizzazione internazionale non-profit, fondata nel 1975 da Lama Thubten Yeshe. La Fondazione si dedica alla trasmissione in tutto il mondo della tradizione buddhista mahayana e dei suoi valori attraverso l’insegnamento, la meditazione e il servizio alla comunità. La FPMT Italia appartiene a questa rete internazionale costituita da centri di insegnamento buddhista, centri di meditazione, centri di ritiro, monasteri per monaci e monache, case editrici, hospice, centri di cura e altri centri di servizi per la comunità.


[] Quella tibetana era una civiltà di grande valore, poco sviluppata dal punto di vista del progresso materiale ma incredibilmente progredita sotto il profilo della ricerca filosofica e interiore. Il Progetto L’Eredità del Tibet nasce dalla consapevolezza dell'urgenza di un aiuto per preservare la cultura tibetana e cerca, con le sue modeste energie, di contribuire alla conoscenza degli elementi essenziali di quello che è stato efficacemente chiamato, il “Messaggio dei Tibetani”.