Sulla pagina dedicata all'arte del quotidiano Domani in edicola Demetrio Paparoni scrive del ciclo Popular Study on Anthropology, realizzato tra il 2017 e il 2018 dall'artista cinese Wang Guangyi (王广义).
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Documentazione di Cultura, Arte Moderna e Contemporanea
Sulla pagina dedicata all'arte del quotidiano Domani in edicola Demetrio Paparoni scrive del ciclo Popular Study on Anthropology, realizzato tra il 2017 e il 2018 dall'artista cinese Wang Guangyi (王广义).
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In tale
ottica, il “Tavolo dei «postali»” propone -grazie alla collaborazione con il
Museo storico della comunicazione (ministero dello Sviluppo economico)- un
primo ciclo di conferenze digitali che comincerà il 12 aprile, volto a illustrare gratuitamente a tutti
gli interessati i mille aspetti, spesso inattesi, che costellano il settore.
A intervenire
con le proprie conoscenze ed esperienze, quanti fanno del comparto uno
strumento d’arte, conservazione, cultura, intrattenimento.
Titolo: “La posta mai immaginata”,
in essere per sei lunedì consecutivi dalle ore 18 alle 19 attraverso
la piattaforma Zoom.
Il link per
accedere agli incontri va chiesto a museo.comunicazioni@mise.gov.
Il programma
12 aprile - “Il Museo, i Tasso, il territorio: un legame indissolubile”
Relatrice:
l’operatrice culturale del Museo dei Tasso e della storia postale Michela
Giupponi
Camerata
Cornello (Bergamo), tra i borghi più belli d’Italia, conserva un’eredità
particolare, trasformata in un brillante e duraturo esempio di marketing
territoriale. Qui ebbe origine la famiglia Tasso, i cui membri furono, dal XIII
al XVIII secolo, tra i più importanti imprenditori postali in Europa.
19 aprile - “Marco De Marchi e
Rosa Curioni: aspetti e significato di un lascito cultural-filatelico”
Relatori:
la conservatrice Ilaria De Palma e il perito filatelico Giacomo
Bottacchi
Il
Museo del Risorgimento di Milano accoglie, a palazzo Moriggia, una storica e
importante collezione filatelica, donata nel 1936 da Marco De Marchi
(1872-1936) e protagonista, nel 2016, di un progetto di valorizzazione e messa
in rete pubblico-privato.
26 aprile - “Mail art per affrancare
la libertà della comunicazione creativa”
Relatori:
il mailartista Ruggero Maggi e l’ideatore della Galleria
virtuale italiana di arte contemporanea Sandro Bongiani
Mail art... comunicazione creativa, movimento artistico,
fenomeno sociale, condivisione poetica... sì, l'arte postale è tutto questo. Ma
vi è anche un altro importante aspetto: il desiderio di non conformarsi a un
mercato (quello dell'arte, per intenderci) che quasi sempre inibisce la vera
ricerca artistica. Fin dalla sua nascita, a metà degli anni Sessanta, la mail
art grazie soprattutto a Ray Johnson, si è diffusa in tutto il mondo come vera
e propria rete internazionale, permettendo la libera circolazione di idee, arte
e cultura underground.
3 maggio - “Pronti, Postcrossing, via! Viaggiare senza
viaggiare, con le cartoline”
Relatrice:
una delle amministratrici del gruppo Facebook “Postcrossing in Italiano” Giulia Nicoli
Creato
nel 2005 dal portoghese Paulo Magalhães, il fenomeno digitale del postcrossing
ora conta su 800mila persone in 207 Stati, disponibili a spedire a sconosciuti
(e ricevere) vere cartoline. Oltre 60 milioni quelle che finora hanno raggiunto
la meta.
10 maggio - “Festival delle lettere - Sedici anni di emozioni (storia, progetti, format)”
Relatore:
l’organizzatore Luca Carminati
Dal
2004 il “Festival delle lettere” ogni anno propone, tra l’altro, un concorso
dove i partecipanti devono scrivere una missiva cartacea su un determinato
argomento, coinvolgendo centinaia di persone, in particolare donne e ragazzi. E
permettendo di scoprire aspetti spesso nascosti e poco evidenti. L’attuale filo
conduttore è “Lettera alla scuola - Storie che si incontrano al di là degli
anni e delle generazioni”
17 maggio - “Azioni filateliche di contro spionaggio”
Relatore:
l’autore del libro “Top secret - Asse vs alleati” Giorgio Leandro
I
francobolli non servono solo per pagare un servizio e le cartoline non servono
solo per inviare saluti: l’esempio della Seconda guerra mondiale in cui anche
francobolli e cartoline divennero vettori di propaganda politica e bellica.
L’organizzazione
Il “Tavolo dei postali” nasce come idea nel 2018 e trova come proponenti l’Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus, l’Unione stampa filatelica italiana e il quotidiano on-line specializzato nel settore postale “Vaccari news”.
Parte
dalla constatazione che in Italia esistono diverse realtà, pubbliche (come
musei e comuni) o private (associazioni e singoli), che fanno del settore
postale un vettore d’arte, conservazione, cultura, intrattenimento.
L’idea era, ed è, metterle allo stesso tavolo (da qui il nome), farle conoscere
e interagire fra loro.
Un
primo passo è stato l’incontro, a Prato, dell’11-12 ottobre 2019, partecipi
diciotto realtà (nomi e interventi su https://www.usfi.eu/congressi/
Ciascun
incontro durerà all’incirca 60 minuti, di cui 30 di relazione vera e propria
(con l’ausilio di power point e/o video) e il resto lasciato a domande e
riflessioni.
Ospite
degli incontri virtuali è lo stesso Museo storico della comunicazione, che
promuoverà il calendario nella sua rete e poi inserirà le conseguenti
registrazioni nella pagina Youtube del Polo culturale che fa capo al Mise.
presidenza@usfi.eu;
telefono 335.66.72.973
Unione stampa filatelica italiana - comunicazione
The Ray Johnson Estate:
Upcoming | Ray Johnson: WHAT A DUMP
at David Zwirner
“… if you take the cha cha out of Duchamp you get what a dump.” — Ray Johnson
The Ray Johnson Estate and David Zwirner are pleased to present an exhibition focused on American artist Ray Johnson curated by Jarrett Earnest at David Zwirner’s West 19th Street location in New York. Organized in collaboration, the presentation will feature many never-before-exhibited collages and drawings from the 1950s through the 1990s, focusing on Johnson as a seminal and influentially queer artist as well as on his recurring fandoms and obsessions—from Arthur Rimbaud, Yoko Ono, and Shelley Duvall to false eyelashes —situated within an array of archival materials from his friends and collaborators, including Jimmy DeSana, General Idea, David Wojnarowicz, John Giorno, and Peter Hujar, among others. Viewed together, these works upend our notion of Ray Johnson as a solitary figure working in isolation, situating him at the nexus of a network of avant-garde artists of his time, while deepening our understanding of the strategies of dispersion and displacement at the center of his artistic persona.
Jarrett Earnest writes: "Ray Johnson fastidiously archived the contents of his Locust Valley, New York, home, arranging it for discovery after his mysterious suicide in 1995. There was over fifty years’ worth of accumulated clippings stacked from floor to ceiling, completed collages wrapped in cellophane (cut open to make later additions), shelves and shelves of books, files, letters. On one stack, a yellow rubber glove was laid out with cartoon eyes drawn over the knuckles, rolling themselves to the side, as if surveying the room. Propped above was a sign proclaiming “WHAT A DUMP.”
Aside from commenting on its immediate environment in staging this tableau, Johnson cast the humble glove as the melodramatic lead in Edward Albee’s Who’s Afraid of Virginia Woolf? (1962). In the famous film version, Elizabeth Taylor stumbles into her home one night to proclaim, “What! A! Dump!” giving her best drunken Bette Davis impression, then commences to harangue her partner into helping her remember which film she was quoting. “Don’t you know anything?!” It perfectly encapsulates Johnson’s sensibility, where every gesture is suspended in a loopy yet precise universe of suggestion and association. The biting camp performance, with its dark humor and merciless cultural acumen, made the film a touchstone for queer sensibilities then arising in and around postwar New York. As a scene played in Ray Johnson’s “Pink House,” it pinpoints how central queerness was to his attitude and art.
Ray Johnson: WHAT A DUMP is the first exhibition to foreground him as a queer artist, bringing together previously unseen collages, drawings, and ephemera from The Ray Johnson Estate. By paying attention to the particular subject matter of his ongoing obsessions—from poets Arthur Rimbaud and Gertrude Stein to movie stars Shelley Duvall and River Phoenix—a fuller picture of his complex visual logic emerges than ever before, one steeped in drag, teenage fan clubs, and S-M. Johnson’s work will be amplified by art and archival material from several artists he was in dialogue with—including General Idea, Peter Hujar, Jimmy DeSana, Sari Dienes, Geoffrey Hendricks, and David Wojnarowicz—to trace the contours and strategies of a broader milieu.
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FIBER ART, UN FILO LUNGO 30 ANNI
il 9 marzo 1991 la prima edizione di Miniartextil
Così il 9 marzo 1991 venivano esposti per la prima volta a Como i minitessili, e dall’entusiasmo e dalla curiosità di Mimmo Totaro e Nazzarena Bertolaso nasceva MINIARTEXTIL, la manifestazione promossa e organizzata dall’associazione Arte&Arte in collaborazione con il Comune di Como, che ogni anno porta in città le creazioni in tessuto, fibre, intrecci, di grandi artisti e giovani promesse.
Con mostre sempre più grandi, installazioni site specific, allestimenti in spazi storici cittadini, la manifestazione è cresciuta anno dopo anno, fino a diventare uno degli appuntamenti più importanti dedicati alla Fibert Art in Italia e nel Mondo.
Molti i grandi artisti che hanno “abitato” con le loro installazioni i luoghi storici di Como, dal Broletto alla Chiesa di San Francesco, dalla Pinacoteca a Villa Olmo; tra gli altri, icone dell’arte contemporanea come Magdalena Abakanowicz, Marina Abramovic, Jagoda Buic, i migliori esponenti internazionali della scena africana come El Anatsui, Joel Andrianomearisoa, Yinka Shonibare e William Kentridge, artisti storici italiani come Maria Lai, Fausto Melotti, Mauro Molinari e giovani sperimentatrici come Marzia Migliora e Claire Morgan.
La primavera 2021 sarà per MINIARTEXTIL un momento importante: la manifestazione si prepara a celebrare la sua trentesima edizione, e lo fa con una mostra diffusa nel tessuto cittadino: minitessili e opere di grandi artisti internazionali in dialogo con la collezione della Pinacoteca, grandi installazioni site specific al Broletto e al Mercato coperto, e Villa Olmo che torna a ospitare l’arte contemporanea con la mostra Metamorphosis.
Viale Papiniano 42 · 20123 Milano
+39.02.36 565 133
Dal 2008 gli articoli del Blog Archivio Ophen Virtual Art di Salerno sono sempre stati accessibili a tutti, e lo resteranno. In diversi anni di lavoro abbiamo fatto molte cose, e ancora desideriamo farne di nuove. Questo è un Blog senza banner pubblicitari, in cui si ha la libertà di consultare le varie pagine e commentare gli articoli presentati. Grazie per la collaborazione.