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lunedì 23 agosto 2021

CONTEMPORANEA / Ricerche e materiali marginali attivi - a cura di Sandro Bongiani Arte Contemporanea

 

- Logo Sandro Bongiani Vrspace


LA  MOSTRA IN CORSO

Top view of an open plain brown blank empty cardboard box isolat

SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA VRSPACE

Via S. Calenda, 105 84126 Salerno

Mostra Collettiva

 Contemporanea / Ricerche e materiali marginali attivi

Da lunedì 23 agosto  a  sabato 25 Settembre 2021

A cura di Sandro Bongiani

https://www.sandrobongianivrspace.it/

Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

e-mail: bongianimuseum@gmail.com

#galleriavirtuale_sandrobongianivrspace

- Sandro Bongiani Arte Contemporanea, Galleria VRSPACE.IT

  Con la nuova startup “sandrobongianivrspace” nata nella primavera del 2021  s’inaugura lunedì 23 agosto 2021, alle ore 18.00, la mostra Collettiva Contemporanea / Ricerche e materiali marginali attivi” con le opere di 36 artisti italiani e stranieri a cura di Sandro Bongiani.

La mostra presenta trentasei artisti  di respiro internazionale accomunati dalla ricerca di una dimensione artistica incentrata sul cambiamento e sulla sostenibilità e il futuro dell’arte.  Con questa rassegna  Sandro Bongiani vuole sottolineare l’unicità del  percorso artistico delle tre gallerie virtuali attivate dal 2009 a oggi, le tendenze emerse nel corso degli anni e quali potrebbero essere gli sviluppi dei  prossimi progetti futuri  da realizzare  in ambito contemporaneo. La mostra, vuole porre un confronto tra opere e artisti di diverse generazioni e nazionalità che operano con media e tecniche differenti, dalla pittura al disegno, dalla poesia visiva  alla performance fino all’opera digitale messe in dialogo tra loro e in relazione con lo spazio virtuale e immateriale della galleria Vrspace. Intende in questo modo indagare le ricerche in atto guardando  alla sperimentazione e al futuro dell'arte. 36 opere per delineare, una lucida e logica analisi delle ricerche svolte dalla  generazione degli 20 agli anni 70, capace di risvegliare gli animi e le coscienze per troppo tempo lungamente assopite. Una pratica che si propone di comprendere il mondo preferendo giustamente l’invenzione e la creatività in un fluire di esperienze senza costrizioni, svincolata da un ipotetico centro in grado di declinare in nuove forme espressive.  Le opere e i materiali presenti in questa rassegna nascono giustappunto dal bisogno  di collocarsi  coscientemente oltre il confine, in un’area di ricerca “marginale attiva” intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro  che nella dimensione creativa e mentale  possano suggerire rinnovate possibilità d’indagine. Permane la proposta convincente di  una ricerca in un particolare campo di azione  svolto, capace di definire  nuove invenzioni  creative alternative al  modo spesso ripetitivo e monotono proposto dal sistema istituzionale.     

 

Gli Artisti

36 opere tra dipinti, disegni e opere digitali per delineare gli sviluppi  di una ricerca in cui l’artista definisce una specifica e originale lettura del reale. Si tratta di artisti che hanno privilegiato l’importanza dell’opera nella sua unità e sintesi espressiva e che negli anni hanno definito la storia della galleria e contribuito a delinearne orientamenti e visione. Artisti come Alessandra Angelini | John M. Bennett | Andrea Bonanno | Anna Boschi Cermasi | Lamberto Caravita | Bruno Cassaglia | Guglielmo Achille Cavellini  | Carl T. Chew | Ryosuke Cohen | Carmela Corsitto | Natale Cuciniello | Marcello Diotallevi | Fernando De Filippi | Giovanni Fontana | Kiki Franceschi  | Coco Gordon | Paolo Gubinelli | Ray Johnson | Giovanni Leto | Serse Luigetti | Ruggero Maggi | Mauro Magni | Giuliano Mauri | Lillo Messina | Gabi Minedi | Jose Molina | Mauro Molinari | Giulia Napoleone | Clemente Padin | Enzo Patti | Lamberto Pignotti | RCBz | Paolo Scirpa | Shozo Shimamoto | Ernesto Terlizzi  | Reid Wood.

 

Nasce la nuova startup di arte contemporanea  Sandro Bongiani Vrspace

SANDRO BONGIANI VRSPACE è la nuova realtà virtuale di arte contemporanea creata nel 2021 da Sandro  Bongiani Arte Contemporanea. Uno spazio indipendente no-profit impegnato nel sostegno e nella promozione dell’arte contemporanea. L’attuale  interfaccia  presenta la nuova piattaforma con uno spazio interattivo e veloce capace di rispondere alle esigenze concrete degli utenti del web e un pubblico sempre più vasto e desideroso di conoscere l’arte contemporanea  in modo  più diretto e “democratico”.  Dal 2009 abbiamo realizzato progetti internazionali, mostre collettive, personali e retrospettive presentando  diversi  e  interessanti artisti caratterizzati da una propria specifica visione personale dell’arte, cercando così, di dare il nostro reale apporto alla scena artistica culturale internazionale. VRSPACE  non è  una tradizionale galleria d’arte o una semplice presentazione web di un book fotografico di opere d’arte destinate alla vendita on-line, ma uno spazio virtuale innovativo e altamente efficiente che usa le strategie consolidate delle gallerie reali del sistema ufficiale dell’arte in modo nuovo e intelligente. Specializzato nella documentazione dell’ attività di art consulting  e di  diffusione dell’arte contemporanea. Di fatto, l’attività della Sandro Bongiani Arte Contemporanea risulta capace di rispondere alle esigenze concrete degli utenti del web e far conoscere l’arte contemporanea ad un pubblico sempre più vasto e interessato. Queste tre "piattaforme culturali" visibili in tempo reale, risultano per continuità le più importanti gallerie virtuali interattive "no profit” al mondo che operano sistematicamente on line in ambito artistico con un serio programma continuativo di proposte  culturali e con uno spazio sempre aperto, non ha una superficie fisica ma  solo virtuale, si trova idealmente a Salerno ed è visibile in punta di mouse 24 ore su 24 in tutto il mondo.


mercoledì 26 maggio 2021

PIERRE RESTANY E RUGGERO MAGGI / SALVIAMO L'AMAZZONIA

 



L'AMAZZONIA DEVE VIVERE | MUSEO DIOTTI Casalmaggiore (CR) | inaugurazione 4 GIUGNO 2021 ore 18  




           L' AMAZZONIA  DEVE  VIVERE

 rassegna  internazionale  di  arte  postale

A  CURA  DI   RUGGERO   MAGGI


Per ricordare i 40 anni dalla fondazione nel 1979 dell'Archivio AMAZON Archive of artistic works and projects about the Amazonic World, la rassegna internazionale di arte postale L'Amazzonia deve vivere a cura di Ruggero Maggi, verrà presentata al Museo Diotti di Casalmaggiore (CR) dal 5 giugno al 1° agosto e, dopo la chiusura estiva, dal 21 agosto al 26 settembre 2021.


L'inaugurazione è prevista venerdì 4 giugno alle ore 18 con i saluti dell'Assessore alla Cultura di Casalmaggiore Marco Micolo e di Roberta Ronda Valter Rosa, rispettivamente Direttore e Conservatore del Museo Diotti. Seguiranno gli interventi di Mauro Carrerascrittore e critico d’arte e Ruggero Maggi artista e curatore della mostra.

In occasione dell’inaugurazione che si terrà all'aperto, nel giardino del Museo, la visita alla mostra sarà possibile per gruppi, con regolamentazione degli accessi, dalle 17.30 alle 19.30.


In esposizione più di 500 artisti internazionali provenienti da 40 nazioni: questa la risposta della comunità mailartistica - nonostante le effettive difficoltà di spedizione/ricezione via posta a causa della pandemia, che ha posticipato di un anno la realizzazione della mostra -  all'invito lanciato nel 2019 ad intervenire, con ogni mezzo espressivo (dal disegno alla scultura, dal digitale al collage, attraverso la poesia visiva, il libro d'artista…) su foglie raccolte a terra. Ancora una volta l'Arte postale dimostra di non aver perso nulla della sua originaria vitalità creativa e sociale.

L'Amazzonia  -scrive  Ruggero Maggi-  la più grande foresta pluviale del pianeta e ricca di biodiversità, rappresenta attualmente una ferita ecologica aperta e soprattutto l'emblema dell'incomparabile danno che l'Uomo sta causando alla Natura. Riscaldamento globale, desertificazione, distruzione delle foreste pluviali… tutti effetti dell'avidità e della criminale cecità umana. Con Pierre Restany, grande teorico dell'arte contemporanea e fondatore del movimento Nouveau Réalisme, già negli anni Settanta discutevamo di Estetica al servizio dell'Etica e di una particolare “percezione” dell'Arte, in grado di rimodulare il rapporto con la Natura. Entrambi eravamo stati colpiti da ciò che Pierre definiva lo “shock amazzonico”. Per lui fu determinante il viaggio in Brasile nell'estate del 1978 che lo indusse a scrivere il Manifesto del Rio Negro (pubblicato sulla rivista-laboratorio “Natura Integrale” fondata nel 1979 da Pierre Restany e Carmelo Strano) e per me fu l'addentrarmi, nell'estate del '79, nella Selva peruviana dove concepii l'idea di organizzare Amazon, un archivio artistico dedicato all'Ecologia e alla Natura.


Pierre Restany




Nel 1978 Pierre Restany, con il Manifesto del Rio Negro, ovvero il  “Naturalismo Integrale”, postulato nell’estate del 1978   prospettava una sensibilità nuova di fronte ad un ambiente e una natura incontaminata. Baendereck e Krajcberg, due artisti europei naturalizzati brasiliani negli anni Cinquanta, già lavoravano da anni traendo ispirazione dalla natura brasiliana e in particolare dalla foresta amazzonica. Restany, sopraffatto dalla bellezza della natura, si chiese quale potesse essere il ruolo dell’uomo e dell’arte nella società contemporanea, sotto quali forme e secondo quali principi essa poteva offrire una chiave di lettura del presente che ne incarni le problematiche e le criticità, segnalando che bisognava  attuare una sorta di “naturalismo integrale”, una nuova percezione della realtà basata sulla sensibilità dell’individuo che si opponesse ai ritmi vitali dettati e imposti dalla società occidentale dei consumi che minacciosa  devasta la vera natura dell’uomo. Restany sottolineava in particolare che “nello spazio-tempo della vita di un uomo, la natura è la misura della coscienza e della sua sensibilità, e quindi,  “praticare   questa disponibilità in relazione al dato naturale, è ammettere la modestia della percezione umana e i suoi limiti, in rapporto a un tutto che è fine a se stesso”.

Nel 1995, in tempi non sospetti, anch’io scrivevo: “mai prima d’oggi l’uomo si era trovato di fronte a una situazione di “s-naturazione totale” come ai nostri giorni. La civiltà tecnologica ha sconvolto il normale rapporto uomo-natura, frantumato il consueto concetto di spazio/tempo e consolidato il senso della perdita. La rapidità e l’accelerazione della nostra esistenza ha condizionato negativamente tutta la civiltà moderna. L’isolamento del nostro tempo da quello della natura, il movimento continuo e nomade dei nostri spostamenti è diventato un elemento essenzialmente “artificiale” non più legato ai normali ritmi ma  ad una contrazione e un mutamento totale di questi momenti”. Ormai nulla è misurabile, non esistono più neanche modelli stabili. Queste considerazioni ambientali e sociali ci impongono un cambiamento sostanziale, una presa di coscienza forte sul modo di pensare al fine di costruire una nuova percezione del mondo che sia adeguata alla complessità della nostra società; una società che ha perso i consueti punti di riferimento e ha creato la costrizione e il  grande vuoto dell‘uomo contemporaneo. Oggi, purtroppo, per sopravvivere a questa  penosa catastrofe ambientale collettiva si dovrà dare per forza  un senso nuovo a questo  cambiamento planetario.     Sandro  Bongiani 

                                                                                                                 



Il  Manifesto del Rio Negro ovvero il  Naturalismo Integrale.

Viaggio nell’estate del 1978

Natura Integrale anno1 n° 4  ott. Nov. 1979  carmelo strano


La definizione di "Nautralismo Integrale"  fu coniata dal critico francese Pierre Restany nel 1978 in occasione di un suo viaggio in battello lungo il Rio Negro.  Le forti emozioni provocate in lui da quell'immersione in un ambiente naturale totalmente integro determinarono la nascita di un manifesto, in cui si esprimeva una disciplina di pensiero e di metodo secondo la quale la natura è il luogo previlegiato dove gli opposti si riconciliano in unità e armonia. Nel campo dell'arte il "naturalismo integrale" definisce un atteggiamento di puro, spontaneo e totale accostamento della coscienza alla natura e ai suoi segreti. 


Infatti, nel giugno-luglio 1978, Restany intraprende un viaggio in Amazzonia, dove risale in battello il Rio Negro, principale affluente dal lato nord del Rio delle Amazzoni. Durante questo giro, redige il 3 agosto del 1978 il Manifeste du Rio Negro du Naturalisme Intégral, esalta la rigenerazione della percezione e della sensibilità attraverso una riscoperta della Natura. Nel 1979 e nel 1980 Pierre Restany, Sepp Baendereck e Frans Krajcberg organizzano in diversi paesi una serie di conferenze su questo tema del rapporto natura/cultura. Dall'aprile-maggio 1979 al febbraio-marzo 1981 dirige a Milano, con  Carmelo Strano, la rivista Natura Integrale, che dà conto dell'ampiezza di queste ricerche e della loro eco nel mondo dell'arte anche con conferenze e incontri in grandi e piccoli centri. Pierre Restany aveva compiuto già un viaggio in Amazzonia. Nello stesso anno, infatti, il periodico di cultura e comunicazione visiva D'Ars (con il quale inizia a collaborare nel '65 e di cui diventa direttore dal 1984 fino alla sua scomparsa) pubblica in tre puntate il Diario brasiliano, ovvero il resoconto giornaliero dei 45 giorni che Restany trascorre nella foresta amazzonica, navigando lungo il Rio Negro. Da questo, e dal viaggio che compie nel 1978 con Krajcberg, nascerà il Manifesto del Naturalismo Integrale.



   

“Cronaca di un viaggio al Naturalismo Integrale”, 1978, still da video 16mm. Courtesy Archivi Domus.

 https://www.domusweb.it/it/dall-archivio/2013/05/12/in_viaggio_sul_rio_negro.html





Courtesy Archivi Domus




IL  MANIFESTO DEL RIO NEGRO
1978






Courtesy Associazione Max Kuatty



visit

https://www.associazionemaxkuatty.it/manifesto.html




Pierre Restany e Joseph  Beuys

Pierre Restany e Andy Warhol



domenica 11 aprile 2021

ARTE CONTEMPORANEA TRA SIMBOLI RELIGIOSI E SFREGI

 



Ritratto di Demetrio Paparoni    Courtesy Archivio Tano Corallo


Oggi, la pagina dell’arte di Domani affronta un tema controverso: il rapporto dell’arte contemporanea con le immagini religiose. A distanza di molti anni Piss Christ di Andres Serrano e Zuerst die Füße di Martin KippenbergerLupo Alberto incontra Duchamp e Man Ray, a Palazzo Fava, Bologna,  la  mostra antologica  di Nicola Samorì.



  DOMANI
     Pagina del 11 aprile  2021 
 




Arte contemporanea e simboli religiosi 

 

Oggi, domenica 11 aprile, la pagina dell’arte di Domani  affronta un tema controverso: il rapporto dell’arte contemporanea con le immagini religiose. A distanza di molti anni Piss Christ di Andres Serrano e Zuerst die Füße di Martin Kippenberger, accusate di essere opere blasfeme, meritano ancora oggi una riflessione sul loro significato. Ne ho parlato con Andres Serrano, che su Piss Christ dice la sua a Domani. L'articolo è anche una riflessione sul rapporto tra Chiesa e artisti, argomento complesso perché possa riassumerlo qui in poche parole. Dibattito aperto.


Nella foto in alto: Andres Serrano, Piss Christ, 1987, Cibachrome.

Courtesy Andres Serrano

 
 

 
 
 


Nel 2008 in Italia suscitò polemiche l’esposizione di Zuerst die Füße (Prima i piedi, 1990) del tedesco Martin Kippenberger,  presentata nella mostra  Sguardo periferico e corpo collettivo al MUSEION di Bolzano, curata da  Letizia Ragaglia

Papa Benedetto XVI affermò che la rana crocifissa «ha ferito il sentimento religioso di tante persone che nella croce vedono il simbolo dell’amore di Dio e della nostra salvezza, che merita riconoscimento e devozione religiosa». La rana crocifissa rimase esposta fino alla chiusura della mostra, seppure spostata in una posizione defilata.
 



Lupo Alberto incontra Duchamp e Man Ray

 



In questa tavola del 1996 ideata dal geniale Guido Silvestri,  SilverEnrico la talpa 
dice a Lupo Alberto che di nuovo giunto il momento di distruggere  i canoni del linguaggio. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, come dimostra la conclusone di questo episodio.

 


Nicola Samorì a Bologna 
 
 

 

 
Nicola Samorì, Sfregi, veduta dell'allestimento, Palazzo Fava, Bologna.

Foto Marco Cappelletti. Courtesy dell'artista.


Palazzo Fava, a Bologna, ospita la prima mostra antologica in Italia di Nicola Samorì (Forlì, 1977). Intitolata Sfregi, l'esposizione raccoglie circa 80 lavori ed è curata da Alberto Zanchetta e Chiara Stefani. Si protrarrà fino al 25 luglio. Martedì 13 aprile alle ore 18,30 ci sarà una visita guidata online della mostra con la partecipazione dei curatori. È possibile prenotare le visite qui o qui.



Alcuni articoli nelle domeniche precedenti 
 
 
Andy Warhol
 
Leggi
 
Arte contro Trump
 
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arte e censura
 
Leggi


                         Segui Demetrio Paparoni  su demetriopaparoni.com                                       





Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno