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sabato 16 marzo 2019

Luca Alinari / QUANDO MUORE UN PITTORE




Grande vuoto la perdita 
di Luca Alinari




Ancora un’altra triste perdita di un artista vero e onesto come lo è stato per tutta la sua intera vita Luca Alinari, artista della poesia e della favola, dei sogni e dei voli della fantasia che lo portavano a creare paesaggi sospesi, lirici, di grande bellezza e fascino. Luca Luigi Alinari è venuto a mancare il 15 marzo alle ore 15:40 dopo una lunga malattia  che lo aveva visto  in questi ultimi mesi abbandonare e riprendere più volte il suo lavoro di pittore,  che amava e  considerava prioritario al di sopra di tutto. Ha combattuto con i denti fino in fondo e ora ci lascia un vuoto  difficilmente colmabile. Un grande personaggio e interprete dell’arte di questo  ultimo periodo. A novembre di quest’anno aveva ripreso a dipingere dopo una pausa che lui  indicava “come obbligata, dopo acciacchi  maledetti che lo costringevano al riposo”. Amava la cucina  e i piatti tipici toscani, amava andare spesso da “Marino”, una trattoria semplice di Firenze, una trattoria popolare che lui diceva “assomiglia solo a se stessa”, Mi diceva: Sandro, quando vieni a Firenze ti porto in una trattoria che…   Amava il Futurismo, l’arte, la gente, la poesia e tutto ciò  che abbiamo ancora intorno. L’ultimo compleanno risale al 27 ottobre del 2018. Come dimenticare i video postati su youtube  che spesso presentava con la maestria  e l’orgoglio dei suoi intensi discorsi  sull’arte e sulla vita. Ci mancherà tanto…   Sandro Bongiani

A proposito di quando muore un pittore,   Luca  Alinari aveva scritto: è chiaro, quando muore un pittore, muore il suo mondo poetico. Di più: muore l’insieme di ricerche ed innovazioni che il pittore, vivendo, avrebbe potuto donare al mondo. Ieri Valentino Vago, l’altro ieri Giampaolo Talani e poi ancora:Omar Ronda, Concetto Pozzati, Antonio Possenti ed altri, troppi. Pittori assai diversi fra loro per fisionomia,modus operandi, personalità. Diversi gli esiti, gli scopi, l’entità poetica. Ma non importa: di fronte ad una scomparsa definitiva, le parole, le opinioni, il giudizio si ferma.
Tutti, a loro modo, costruivano, lottavano,inventavano. Noi,nel nostro miserabile mondo dei vivi, lo dovremo bene o male capire. Capire qualcosa, ecco.   Non sono sicuro che ce la faremo. 
Io per quella sua riflessione intima gli avevo scritto:  Noi uomini non possiamo decidere un bel niente. Non possiamo decidere di nascere o di morire naturalmente quando preferiamo. Non possiamo decidere neanche se essere artisti, perché la poesia o la possiedi oppure non fa parte di te. Non possiamo neanche decidere se devi fare tutta la vita l'artista, alzarsi ogni mattina e pensare di fare l'unica cosa che forse sai fare meglio di qualche altro. Dopo la morte restano solo i ricordi e naturalmente le opere. Se hai lavorato bene forse sarai rivalutato, se non si troveranno riscontri oggettivi duraturi e profondi di qualità sprofonderemo nell'oblio e nel nulla. Siamo il nulla che ritorna nulla. Però, Luca, quanta emozione, vita ci dai con i tuoi lavori di grande bellezza e poesia!!!   Sandro  Bongiani

La Famiglia Alinari ci comunica che i funerali del maestro Luca Alinari si terranno martedì 19 marzo nell’Abbazia di San Miniato al Monte a Firenze alle ore 15:00



Le opere:










Il Video: 

Luca Alinari - Treno blindato in azione
Luca Alinari parla da pittore di un quadro di Gino Severini del 1915.
Da pittore e niente altro.  
Video: Durata min. 5:33







domenica 30 settembre 2018

MEETING FRACTAL PORTRAIT PROJECT OF RYOSUKE COHEN / 2 - 3 - 4 ottobre 2018






PONTASSIEVE / FIRENZE  
MEETING  FRACTAL PORTRAIT PROJECT
2 - 3 - 4  ottobre 2018


XXVII  Rassegna internazionale “Incontri d’Arte”
La Barbagianna, una casa per l’Arte Contemporanea
 Pontassieve (Firenze), via di Grignano 25

PERFORMANCE OF  RYOSUKE  COHEN

"CORPO - AZIONE - MEMORIA"

a  cura  di Sandro  Bongiani e  Alessandra Borsetti Venier




Presentazione di  Sandro  Bongiani
3  ottobre 2018, dalle ore 15:00 alle 20:00

Mercoledì 3  ottobre 2018  dalle ore 15:00 alle 20:00   l’artista giapponese Ryosuke  Cohen  presenterà al pubblico la performance Corpo - Azione – Memoria, in occasione dei suoi 70 anni (1948-2018) e del  Meeting Fractal Portrait Project presso la  XXVII Rassegna Internazionale “Incontri d'Arte” curata da Alessandra Borsetti Venier “La Barbagianna – una casa per l’arte contemporanea” di Pontassieve, Firenze.

Ryosuke Cohen, uno dei più longevi e interessanti artisti giapponesi contemporanei nati negli anni quaranta, nel 1985 ha iniziato il progetto internazionale  “Brain Cell”  e  nel 2001 il Progetto “Fractal  Portrait”. Ryosuke Cohen non è nuovo alla performance, è dal 2001 che realizza  performances in occasione dei numerosi  meeting  svolti in tutto il mondo (la prima volta  è stata  svolta in Italia), con face e body, coinvolgendo migliaia di artisti nel campo della collaborazione e della performance. Un progetto  globale di arte partecipata svolto da Cohen  nel campo dell’arte globale.
Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che vi partecipano. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio che si materializza  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente coinvolti. In questa performance di Pontassieve verranno realizzate 5 opere  (body) Fractal Portrait Project  di grande dimensione di cm 209x89 ciascuna. Vogliamo evidenziare un lato ancora poco conosciuto dei progetti “Fractal Portrait” ,soprattutto alla conoscenza delle opere “Body” e della serie delle slhouette del corpo  realizzate  dall’artista in particolari momenti collettivi unendo insieme diversi fogli Brain Cell in cui i soggetti, gli amici incontrati nei vari tour vengono invitati a  distendersi a terra sopra questi fogli Brain Cell,  con l’artista  impegnato  per l’occasione a  disegnare e rilevare il contorno immediato del corpo. Una sorta di “performance collettiva” che, seppur con le dovute differenze di lavoro, lo lega indissolubilmente al suo  caro amico Shozo Shimamoto, divenendo, di fatto,  il naturale  attivo continuatore  e interprete dell’arte di ricerca oggi in Giappone. 
Per questo evento  Internazionale  il 3 ottobre 2018 saranno  presenti in mostra 36 opere della serie “Brain Cell” (Cervello Cellula) dal numero 966 dell’8 gennaio  2017 al 999 dell’ 8 novembre 2017 di cui una speciale opera realizzata appositamente per il numero 1000, e tre  lavori  Fractal  Portrait Project  body inediti di grande dimensione presentati precedentemente a giugno 2018 a Pontassieve.




Biografia / Ryosuke Cohen, nato nel 1948, Osaka, in Giappone. Il nome della famiglia è Kouen  ma su consiglio di Byron Black, ha adottato  il nome  inglese  'Cohen' come in ebraico. Cohen scoprì la mail art in Canadà.  Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi Koen. I primi lavori di Cohen sono il risultato di un misto di tradizione e immaginario giapponese, numeri  e icone contemporanee  così com’è la sua firma, la lettera "C". L’artista giapponese per lungo tempo è stato interessato al movimento  Dada e Fluxus,  in contatto con Shozo Shimamoto e i membri del gruppo Gutai  condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale e marginale giapponese, ma sicuramente è l’autore giapponese più interessante nel network internazionale.  Dopo Ray Johnson e  Guglielmo Achille Cavellini, anche Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione in  un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere mercificata. Lo fa  proponendo un particolare suo progetto “Brain Cell” (Cellula celebrale), iniziato nel giugno 1985 con  migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi.  Un lavoro che raccoglie  ogni 7-10 giorni circa le immagini di tanti artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori, 55 in media per opera, che lo ha visto coinvolto per oltre  30 lunghi anni,  rifiutando l’opera unica e concetti  consueti come l’originalità e quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà concreta dell’artista volutamente collocato ai margini dell’attuale sistema culturale. Per questo modo di fare, egli è forse il più  interessante e attivo artista nella rete di chiunque altro per la capacità organizzativa del progetto e per diffusione capillare dell’arte marginale. 



Nell'agosto 2001 ha iniziato in Italia  il progetto “Fractal Portrait”, facendo ritratti e silhouette del corpo ai suoi amici artisti in occasione dei  vari Meeting   svolti in diverse parti del mondo; Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania, Olanda, Corea, Italia e Francia.  Cohen è l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio,  che nasce  dal contributo degli altri e  si materializza insieme  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente e  appassionatamente coinvolti nella  creazione dell’opera. In oltre trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e svolto performance  e incontri  in numerose e diverse aree geografiche del  mondo.   

Attualmente vive a Ashiya-City Hyogo in Giappone.





lunedì 7 ottobre 2013

Galleria Tornabuoni / Nuovo spazio a Firenze

BIANCOBIANCO   ITALIATALIA





Tornabuoni Arte ha aperto il 4 ottobre 2013 un nuovo spazio espositivo a Firenze in Lungarno Cellini 3. Una Galleria di oltre 500 metri quadri distribuiti su due piani e uno spazio all’aperto: un giardino delle sculture visibile dalla strada. Un luogo che vuole essere aperto alla città ospitando non solo mostre ma anche eventi di carattere culturale. A inaugurare questi nuovi spazi sarà una mostra significativa e coinvolgente come Bianco Italia, ideata e curata dalla storica dell’arte Dominique Stella e realizzata nella prima metà del 2013 dalla Tornabuoni Arte nella sede di Parigi, dove ha registrato in soli tre mesi un grande successo di pubblico. Bianco Italia, dalla capitale francese, approda a Firenze per celebrare quegli artisti italiani contemporanei che, dalla fine degli anni Cinquanta, hanno posto il tema del non colore al centro della propria ricerca, condizionando il lavoro di una generazione attiva a livello internazionale.




Gli anni ’50 e ’60 sono un periodo di rinnovamento nella storia dell’arte italiana, e il bianco è la testimonianza di questo cambiamento particolare. Il primo bianco su bianco della storia fu il celebre “quadrato bianco” di Malevich mentre in Italia il monocromo bianco trova la sua origine nel lavoro di Lucio Fontana prima di divenire il tema della ricerca del gruppo Azimuth, della scena culturale milanese, e in seguito degli artisti dell’arte povera. Come sottolinea la curatrice nel testo in catalogo “la linea bianca, che sembra segnare il passaggio verso la seconda metà del Novecento, introduce una vibrazione creativa e annuncia trasformazioni socio-politiche e artistiche. Essa è di per sé un simbolo della volontà di contestazione globale”.





Bianco Italia presenta dunque una raccolta di una quarantina opere di: Agnetti, Atchugarry, Biasi, Boetti, Bonalumi, Burri, Calzolari, Capogrossi, Carboni, Castellani, Ceroli, Colombo, Dadamaino, De Dominicis, Fontana, Manzoni, Mauri, Paolini, Pasquali, Savelli, Scarpitta, Scheggi, Schifano, Simeti, Vigo, protagonisti di un bianco su bianco che intreccia pensiero architettonico e riflessione formale.






La mostra rimarrà aperta fino al 9 novembre 2013.