sabato 23 giugno 2012



1962-2012 – 50 YEARS of MAIL ART
in homage to RAY JOHNSON



“Area di confine, dentro e fuori l’avanguardia”.


Sono trascorsi già 50 anni da quando l'artista americano Ray Johnson, nel 1962, fondò la New York Corrispondance School of Art, una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale gli elaborati grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano per la prima volta spediti per posta a conoscenti e persino ignari destinatari, dando completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero, al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte.

In questi ultimi 30 anni, in occasione del Trentesimo e del Quarantesimo di questa importante ricorrenza, Anna Boschi con il “Mailartmeeting Archives” si è adoperata con entusiasmo a realizzare due importanti progetti internazionali di Mail Art dedicati all’artista americano, rispettivamente con “1962-1992 – 30 anni di Mail Art in omaggio a Ray Johnson” (progetto esposto nel 1992 a Bologna, Spoleto e Milano con la partecipazione di oltre 200 artisti di 27 Nazioni), e con “1962-2002 – 40 anni di Mail Art dalla nascita della New York CorresponDance School of Art” (progetto esposto nel 2002 a Castel San Pietro Terme, Sala Cassero, e nel 2006 anche al Civico Museo della Mail Art di Montecarotto-AN con la presentazione di ben 370 artisti di 38 Nazioni, questa volta in collaborazione con il Museo Comunale d’Arte Moderna e dell’informazione di Senigallia-AN). Con i 50 anni, la suddetta curatrice ha proposto un terzo progetto con la partecipazione di oltre 320 artisti sparsi nei cinque continenti che vengono presentati per la prima volta a fine giugno presso il Mail Art Museum di Montecarotto-AN, successivamente presso la Galleria Atrebates di Dozza e in ottobre presso la Galleria d'Arte Contemporanea in coincidenza con la Giornata Europea del Contemporaneo a Castel S.Pietro. Un Programma di certo ambizioso per un interprete d’eccezione come è stato Ray Edward Johnson.

Di origine finlandese, era nato a Detroit nel Michigan, il 16 ottobre 1927. Tra il 1944 e il 1945 aveva studiato presso la "Art Students League" di New York e dal 1945 al 1948 aveva seguito il corso di pittura con Josef Albers al Black Mountain. In quel contesto aveva conosciuto Ilya Bolotowsky, Lyonel Feininger, Robert Motherwel, Kooning, Merce Cunningham e John Cage. Successivamente, nel 48, si era trasferito a New York iniziando una produzione di opere geometriche aderendo così al “Gruppo degli Artisti Astratti Americani”, conoscendo personalità come Robert Rauschenberg, Jasper Johns e Andy Warhol ed esponendo con artisti importanti come Ad Reinhardt. I suoi primi lavori consistevano in operazioni di matrice geometrica-astratta influenzati in quel periodo dalle “teorie sulla relatività del colore” di Albers. A metà degli anni '50, approdando al Dada decise di abbandonare la precedente pittura geometrica e dedicarsi al collage, producendo centinaia di piccoli lavori che chiamò "moticos", quasi una sorta di “Pop Art” anticipatrice delle ricerche che a distanza di qualche anno verranno messe in campo con successo da Leo Castelli con il gruppo storico americano. Sono di questo periodo le opere ispirate a personaggi come Elvis Presley o Marilyn Monroe. Precursore e anima ribelle, presenza enigmatica e convinto individualista, trasgressivo, estroverso, diseredato ed eremita dell’arte americana, spesso viene associato al gruppo Fluxus per il carattere solitamente minimal-concettuale dei suoi progetti; il gruppo Fluxus è stato un vivace movimento internazionale che in quel periodo si distinse per una serie di azioni e interventi a carattere neodadaista. Dobbiamo segnalare che Ray Johnson non ha mai fatto parte del “Fluxus”, ma ha comunque condiviso le stesse problematiche e ” l’underground” prettamente sperimentale con molti artisti di questo raggruppamento.

Nei primi anni 60, il mitico Johnson si dedicò definitivamente alla Mail Art (l’Arte Postale), combinando oggetti trovati con fumetti, pubblicità, lettere e anche pittura e colore. Diceva che “ amava realizzare opere che combinassero giochi di parole, verbali e visivi". Nasceva così l’arte postale, la Mail Art, divenendo essenzialmente “operazione artistica in progress” di scambi tra individui scavalcando le figure istituzionali del critico e del gallerista d’arte contemporanea. Una forma artistica del tutto nuova nonostante da tempo si erano avute le prime avvisaglie da una parte dell’avanguardie storiche come le operazioni dei futuristi e dei dadaisti. Infatti, agli inizi del Novecento diversi artisti avevano iniziato a inviare Cartoline Postali e disegni utilizzando il mezzo postale, tra questi ad esempio il futurista Cangiullo, Giacomo Balla, Fortunato Depero e persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco. Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna. Recentemente bisogna anche ricordare il lavoro di un artista contemporaneo come Alighiero Boetti che ha fatto largo uso del mezzo producendo un'ingente quantità di lavori postali; fin dalla fine degli anni sessanta Boetti ha scritto e spedito migliaia di buste contenenti frammenti di altri lavori. Ci preme sottolineare l’attivismo di tanti artisti sparsi in tutto il mondo inclusa la stessa Anna Boschi, impegnata a essere parte significativa di questo particolare circuito artistico. Si racconta che Ray Johnson negli anni 60 era già considerato uno degli artisti americani più influenti del suo tempo e nonostante tutto il più sconosciuto di New York. Una delle sue assidue occupazioni preferite era quella di inviare i suoi lavori ad una persona "Add to and return to", con le istruzioni di passarla ad altri.

All’inizio di questa particolare avventura non sappiamo se si era reso veramente conto dell’ innovazione rivoluzionaria che stava apportando all’interno dell’arte cosiddetta contemporanea. Oggi, ci appare uno dei personaggi più influenti della Mail Art e nel contempo un grande pioniere solitario dell’arte visuale. Trasferitosi da New York a Locust Valley a Long Island, continuò a produrre opere di mail art consolidando un interessante e complesso sistema internazionale di comunicazione artistica incentrato su contatti postali strutturati su una ramificata rete diversificata con diverse centinaia di corrispondenti “abituali” e anche “non consapevoli”, influenzando di fatto il futuro dell'arte e divenendo altresì il punto di riferimento per nuove generazioni di giovani artisti. Johnson ha sempre preferito lavorare su piccoli formati, precludendosi così l’appoggio del grande mercato dell’arte ufficiale, rifiutando spesso di esporre o vendere il proprio lavoro. Del resto, il mercato dell’arte preferisce le grandi dimensioni e una produzione creata appositamente per essere “mercificata” in senso commerciale, e quindi, poco interessato a diffondere e difendere concretamente i suoi piccoli lavori considerati in quel tempo “poca cosa”. Nel 1995, precisamente il 13 gennaio, il corpo di Ray Johnson fu trovato galleggiare senza vita in una baia di Sag Harbor, NY. Le circostanze in cui è morto sono ancora poco chiare e assai misteriose. In questi ultimi decenni il lavoro prodotto da Johnson è stato oggetto di diverse esposizioni personali come quella negli anni ottanta presso il Nassau County Museum of Art, al Moore College of Art and Design in Philadelphia e da gallerie come Goldie Paley, Marian Willard Gallery e la Richard L. Feigen Gallery, entrambe in Manhattan che tutt’ora continuano a presentarlo al grande pubblico. Ormai le sue opere sono esposte presso importanti collezioni permanenti come il Philadelphia Museum of Art, la Corcoran Art Gallery di Washington o il Walzer Art Center di Minneapolis.

La Mail Art è un'esperienza d'arte concettuale e comportamentale, trasversale ad ogni precostituito gruppo di ricerca proposto in questi ultimi decenni. Essendo la risorsa più democratica e liberista del pianeta, rifiuta l’oggettualità in quanto tale e preferisce lo scambio di idee affidandosi ai processi mentali e immateriali e quindi, a operazioni incentrate preferibilmente sul linguaggio e la comunicazione. La Mail Art è una sorta di strana ragnatela di comunicazioni creata da altrettanti corrispondenti capace di superare le infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo concretamente tutte le Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre variabile, perennemente in movimento”. E’ sicuramente uno dei pochi movimenti artistici al di fuori degli schemi dettati dal potere imperante del mercato dell’arte che ha resistito a tutte le offensive di disturbo e interferenza attuate in questi anni, da chi non condivide la forza dirompente di questa particolare esperienza artistica del tutto svincolata dalle modalità pre-costituite. Un sistema complesso che continuamente si confronta con altre realtà del pianeta mettendo in campo interventi sperimentali e sperimentabili di ricerca visuale. Con essa la comunicazione visiva assume dimensioni planetarie, totalmente nuove e inaspettate. L’arte postale con il suo tentacolare network di contatti abbraccia ormai il mondo intero; ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo diversificato di nuove energie poetiche. Forse, come dice qualcuno, lo stesso “Networker” è da considerarsi la vera e più grande opera d'arte del mondo. Una sorta di grande gioco collettivo, in cui “i giochi di parole non sono solo un gioco”, come giustamente affermava tanti anni fa Alfred Jarry, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle costrizioni e dagli impedimenti e dedicarsi compiutamente all’invenzione e alla pura creatività.

La Mail Art è ormai una rete consolidata di rapporti relazionali composta da migliaia di artisti del Network che si scambiano ogni giorno messaggi creativi in forma di lettere, buste, cartoline postali, collage, poesia visiva, libri d’artista e persino oggetti tridimensionali. È un'arte che non viene creata per essere collocata in un museo o per essere mercificata, ma è “creatività spontanea” che viene scambiata senza alcun fine speculativo. In questi ultimi anni, scambi, incontri, interventi, congressi, rapporti, progetti, si sono avvicendati in un clima di corale partecipazione sempre più attiva, nel superamento di qualsiasi barriera geografica, politica e ideologica. Oggi ci appare in modo più compiuto, un grande fenomeno poetico e sociale, un vero e proprio “laboratorio di idee” che preferisce collocarsi ai margini di un’area periferica che io considero decisamente “di confine”, ai margini di un sistema culturale che inaspettatamente trova la libertà e la possibilità di mettere a fuoco le idee e la creatività. Insomma, è il più grande laboratorio sperimentale di ricerca artistica del pianeta terra (Il laboratorio globale del Network), un grande polmone di ricerca libera. Osservato nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro planetario, un magnifico essere dal grande occhio che si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di tante presenze individuali. La Mail Art non condivide affatto l’omologazione del linguaggio o i modi di fare anacronistici e sclerotizzati. Essa è contaminazione di idee, confronto e condivisione di nuove proposte, invenzione e creatività allo stato puro, senza alcun condizionamento e senza nessuna costrizione. La Mail Art, per tanti artisti è anche libertà e soprattutto amore.                                                                                  Giovanni Bonanno

venerdì 22 giugno 2012

POEMA VISIVO DEDICATO A RAY JOHNSON





“PER RITROVARSI ANCORA”

(Dal An old 8mm film of Ray Johnson and May Wilson by William S Wilson,

September of 1965, on Tilghman Island, Maryland


nasce il Poema Visivo di Giovanni Bonanno dedicato a Ray Johnson)






Di

notte,

mi capita

spesso

di vedere

scivolare

nell’acqua

di Sag Harbor

una presenza

oscura dentro

una vecchia

canoa rossa

dal bordo nero.

Con l’occhio al vento

cerco invano di scrutare

il buio della notte.

Un cane lo segue fiducioso.

Certe volte, accenna a un sorriso a segnalarci di esserci ancora,

per poi lasciarsi trasportare inerte dalle dolci acque del golfo,

fino a perdersi all’ombra del silenzio.

La vera condizione per esistere è esserci per ritrovarsi ancora.

Lungo la baia favolosa di Sag Harbor si percepisce forte la sua presenza,

intento a raccogliere frammenti di cose che il vento ha trasportato con sé,

per poi lasciarli cadere su piccoli e precari fogli di carta.

Ogni tanto si sentono ermetici messaggi senza senso,

parole al vento che lasciano tracce vaghe sull’acqua,

come oscuri anagrammi votati all’inerzia.

Le parole si cozzano e si spingono freneticamente

sotto una gelida luna che incuriosita si sporge all’orizzonte.

Nel lento trascorrere del tempo,

Ray Johnson diventa l’inattuale marinaio di se stesso

che incessantemente traghetta

la sua pesante presenza

dentro la trasparenza

oscura del nulla,

per poi scomparire fugace,

un’altra volta ancora,

dentro le acque

gelide

del suo

amato

v

i

l

l

a

g

g

i

o

© Giovanni Bonanno

giugno 2012



giovedì 21 giugno 2012

IL FUTURO DELLA MAIL ART

La Mail Art, quale futuro?



Viviamo in una società che consuma di tutto, dai cosmetici alle armi nucleari. L'arte "ufficiale" si trova a che fare ormai con il patetico perché non riesce più a convincere; si adatta alle tattiche e alle mode pre-confezionate producendo oggetti sciatti che la critica tenta, in tutti i modi di accettare, dando motivazioni di vario genere a giustificare le qualità che spesso non ci sono. Oggi l'artista contemporaneo vive la triste condizione dello sventurato, vittima e carnefice bombardato da ondate di dubbia informazione, per cui ha la tendenza, spesso, ad auto-sterilizzarsi tra l'apatia e la paralisi collettiva. Secondo Peter Scotterdijk "viviamo in un mondo che mette le cose in una falsa equazione, produce una falsa uguaglianza di valori tra tutto e tutti e quindi raggiunge anche una disintegrazione e indifferenza". Con il tramonto del comunismo e delle rivoluzioni sembra vacillare la cultura di una società che fino a poco tempo fa chiedeva all'arte "l'immagine rivelatrice del proprio destino". L'arte moderna teorizzata dalle poetiche d'avanguardia, da sempre, ha trovato nel confronto spietato delle ipotesi, la propria verità, rifiutando facili accomodamenti! Sembra che tutto sia stato dimenticato, tutto é terribilmente consueto e prevedibile, perché l'arte di oggi vive una dimensione immaginativa priva di tensione utopica.


La Marginalità:

In questi ultimi anni qualcosa. sta cambiando, per convincersi di ciò basta seguire uno tra i tanti congressi decentrati (Networker Congress) che si svolgono in tutto mondo. Cos'è il Networker? E' la figura di un nuovo artista capace di ridefinire un ruolo "diverso" al futuro dell'arte. Questa esperienza detta comunemente Mail Art continuo a definirla "arte di confine", proprio perché desidera collocarsi al di fuori dal circuito ufficiale dell'arte e da certe relazioni mafiose (critico- galleria - mercato - museo). Secondo Eugenio Giannì, la Mail Art ha alcune caratteristiche storiche interessanti:

1 - La sua marginalità rispetto al sistema dell'arte ufficiale.

2 - scambio diretto tra gli operatori artistici, rifiutando ogni intermediario (Galleria - Critico -Mercato).

3 - Rifiuto di mercificare l'opera realizzata.

4 - Superamento della distanza geografica e culturale.

In definitiva, la Mail Art non è altro che un "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Ovviamente, l'arte marginale non può permettersi di assecondare concetti "tradizionali" come la qualità del lavoro, la professionalità o la credibilità tanto cari a certi artisti nostalgici della tradizione. Quale credibilità può sussistere se la filosofia di tutto il sistema dell'arte marginale s'incentra sul rifiuto totale di ogni condizionamento? Secondo noi essa può anche permettersi, qualche volta, di negare "la qualità tradizionale" dell'opera d'arte cosiddetta ufficiale, proprio perché ha bisogno di partecipare intensamente al flusso della comunicazione che dilaga da una parte all'altra del pianeta in forme casuali, secondo una logica imprevedibile e con itinerari essenzialmente occasionali. In questo senso dettare regole prefissate che appartengono ai cicli produttivi dell'arte ufficiale significa "censurare" la libera ricerca dell'artista marginale.



Quale futuro?

Mentre un tempo l'artista operava nel completo isolamento, al servizio del mercato e della critica, ora con i Network c'è, sempre più, il desiderio di autonomia, la necessità di instaurare rapporti e contatti esterni, al di fuori del sistema, attraverso le reti internazionali utilizzando i diversi mezzi a propria disposizione. Questo nuovo sviluppo logico del pensiero sperimentale dovrebbe continuare a porsi al di fuori dei circuiti commerciali dell'arte. La ricerca di tutte queste idee e problemi può essere denominata "arte di confine", sviluppo logico del primo primitivismo postale. L'arte di confine desidera vivere una dimensione creativa non interessandosi minimamente alla genealogia di ciò che si chiama storia dell'arte, viaggiare da un paese e l'altro tra un emittente e ricevente con il fine essenziale di relazionarsi ai problemi della cultura di massa. In una società regolata da un libero mercato e del suo "diarroico" traffico economico di immagini, sussiste il desiderio, sempre più crescente, di collocarsi coscientemente al di fuori, in un "altrove praticabile” rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria; al di là di una immaginaria linea di Greenwich, come possibile spartiacque e cesura tra il presente e il futuro. In questo senso il Networker esprime il dissenso nei confronti delle convinzioni. Mentre il capitalismo distribuisce ricchezza e il successo costringe a produrre in modo standardizzato e seriale, l'arte di confine dilaga come flusso mentale, preferendo la contaminazione delle idee piuttosto che la monotonia. Essere "artisti di confine", non significa vivere intrappolati all'interno, in un caos organizzato, piuttosto convivere come libera presenza di frontiera, al di là del consueto e del banale. Mario Perniola, su tale problema afferma: "Contro l'accademismo fin dall'inizio si è levato la protesta degli artisti, l'intero movimento romantico può essere interpretato come l'affermazione intransigente della libertà, della produzione artistica contro qualsiasi nome, regola, modello in nome della autonomia assoluta, contro il mercato, la valutazione, la concezione della storia dell'arte, contro tutto ciò che condiziona l'attività dell'artista". Già Hegel aveva individuato il percorso che porta al di là dell'arte; con il Dada, anche gli artisti arrivano a una dimensione radicale dell'arte in tutti i suoi aspetti; pensano all'arte come ostacolo alla libertà della vita e, quindi, come costrizione. Secondo Perniola "l'arte è un carcere, perché gli artisti sono dei carcerieri; essi tengono imprigionata la creatività che si potrebbe manifestare nella società con ricchezza di forme e di espressioni". Il carcere per le false avanguardie è la società, il suo astratto ordine pianificato. Bisognerà, quindi, ricominciare “a giocare” nei luoghi immaginari del tempo, poter rispecchiarsi dentro lo specchio dell'immaginario collettivo, come momento di recupero e di riappropriazione di una identità, come riflessione del proprio essere al di sopra del suo stesso presente e come metamorfosi di un tutto. Occorrerà liberare l'immaginario, reprimere i falsi concetti, prendere la distanza critica rispetto ai falsi problemi della società e della cultura del nostro tempo. Ciò che conta non è "lo stile", ma la sua necessità a dar voce e corpo al necessario e al diverso. La sfida di oggi è contro una vacua conformità di maniera sempre più dilagante. Prendere coscienza di tutto ciò significa produrre in modo totalmente diverso e inaspettato. L'arte, ormai, ha a che fare con la circolarità elastica, nomade e planetaria delle idee.       Giovanni Bonanno.



sabato 9 giugno 2012

PAOLO SCIRPA AL MACRO DI ROMA


PAOLO   SCIRPA

Ludoscopio. Espansione+traslazione cilindrica, 1981.VAF-Stiftung/MART, Trento e Rovereto






Sarà presente alla mostra
NEON. La materia luminosa dell’arte
a cura di David Rosenberg e Bartolomeo Pietromarchi



MACRO
Museo d’Arte Contemporanea di Roma
21 giugno - 4 novembre 2012



www.paoloscirpa.it



martedì 15 maggio 2012

MARIO CAROTENUTO/ Pittori in Biblioteca





18 Maggio 2012 ore 9,30
presso il Salone "Francesco Cerenza" - Biblioteca Provinciale di  Salerno.

Pittori in biblioteca: Mario Carotenuto. Percorso di lettura
Presentato da Angelo Trimarco

Classe 3C del Liceo Scientifico
" G. Da Procida" di Salerno




La Biblioteca Provinciale di Salerno continua il suo percorso, concretizzatosi nel corso degli anni con la pubblicazione di numerosissime opere di pregio che hanno fatto conoscere ad una platea sempre più vasta il considerevole patrimonio bibliografico. Il cammino di ricerca e conservazione prosegue con la presentazione al pubblico dei cataloghi a stampa di importanti artisti salernitani.

Il percorso ha inizio con la segnalazione dell'opera di Mario Carotenuto, a cui si accompagnano una sintetica biografia e l'elenco dei cataloghi e opuscoli attualmente consultabili sul catalogo on line della Biblioteca.

Alla manifestazione, nel corso della quale verrà allestito un percorso bibliografico dedicato all'artista salernitano, interverranno la giornalista Erminia Pellecchia ed il critico d'arte Angelo Trimarco che colloquieranno con il Maestro e ne esploreranno l'intenso percorso pittorico.


Mario Carotenuto

BIBLIOGRAFIA

Mario Carotenuto nasce a Tramonti nel 1922. Dopo il Liceo a Nocera Inferiore e l’Università a Napoli, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia con Emilio Notte e Vincenzo Ciardo. Già nel 1945 dà inizio alla sua attività di disegnatore e pittore: nel 1948 partecipa alla Prima Annuale d’Arte tenutasi a Cava dei Tirreni; nel 1950 alla Mostra Nazionale organizzata a Nocera Inferiore.

La sua prima mostra personale è del 1953 all’emeroteca dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, presentata al catalogo da Aldo Falivena, mentre nel 1956, in piena adesione alla pittura realista, espone alla Galleria La Cassapanca di Roma. Successivamente amplia l’orizzonte della sua ricerca nei viaggi a Parigi, Madrid, Monaco, mentre diventano sempre più continui gli incontri con Filiberto Menna, Alfonso Gatto, Aldo Falivena, Domenico Rea, Paolo Ricci, Eduardo Sanguineti, Vasco Pratolini e Raphael Alberti: dagli inizi degli anni Sessanta, fino al 1965, dirige la Galleria “L’Incontro” di Salerno.

In questo decennio la sua pittura apre a nuove esperienze, introducendo il collage, l’oggetto recuperato dal tessuto sociale, guardando alle esperienze new-dada: molte delle opere di questo periodo sono esposte nella personale organizzata alla Galleria “La Borgognona” di Roma nel 1965 presentate da Marcello Venturoli; nello stesso anno partecipa alla mostra “La critica e la giovane pittura italiana d’oggi”, organizzata dalla Galleria “Ferrari di Verona” e alle rassegne “Pittori Italiani in America”, (Galleria Roma, Chicago) e Arte Oggi (Dorn Kultury, Bratislava) entrambe del 1966. Di questi anni sono opere quali Santuario,Omaggio a Schwitters o anche il suggestivo Interno del 1965.

Morisini recensendo la mostra romana, osserva che sono oggetti “estratti dal cassetto di umili cimeli di famiglia… Insomma è l’accostamento fantastico di documenti della superstizione o, comunque, di cose che appartengono ancora al presente, ma stanno scomparendo”.

Sul finire degli anni Sessanta la sua ricerca artistica recupera l’impianto figurale, introducendo dei temi e degli spunti onirici, soggetti lasciati alla corrosione dei sogni, alle alterazioni delle atmosfere. In tal senso Venturoli scrive nel 1968 che ” tutta la recente pittura “surrealista” di Carotenuto è permeata di pittoresco e nasce dalla rinnovata fiducia nella realtà sensibile “.

Nel 1969 la Galleria Il Catalogo di Salerno organizza una mostra antologica di opere dal 1943 al 1963, presentata in catalogo da Alfonso Gatto: nel 1970,espone alla Galleria Porta Romana di Milano, mentre nel 1971 tiene una personale alla Galleria l’Incontro di Cagliari. Gli anni Settanta segnano un momento decisivo, innanzitutto il recupero di una figurazione espressione di un attento sondaggio della storia dell’arte, quindi la pittura come “memoria della cultura “.

Molte le mostre personali: nel 1972 alla Galleria Arte più, di Firenze; nel 1973 alla Galleria La Mediterranea, di Napoli e alla Diarcon di Milano. Nel 1970 Alfonso Gatto scrive ” La pittura di Carotenuto, qual’ è oggi, al punto di congiuntura della sua naturalezza e della sua ironica verità nella superstite poesia verginale ch’egli riesce a salvare indenne dalla propria violazione, come a saggiarla dalle prove in cui l’ha messa a rischio, prestandole tutti gli agguati della sua arte “. Nel 1978 espone in una personale alla Galleria La Nuova Sfera di Milano; nel 1979 La Galleria Il Catalogo di Salerno organizza una personale presentata da Vasco Pratolini, mentre nel 1981 è invitato alla rassegna Linea della ricerca artistica in Italia 1960/80 (Palazzo delle Esposizioni, Roma).

Nel decennio Ottanta registra una nuova la pittura diviene confessione effusiva, sogno, relazione con il tempo e le immagini nascono le opere quali Il sogno di Giorgione, del 1981, il ciclo dedicato a Raffaello e poi le riletture da Velàzquez.

Nel 1981 espone in una personale alla Galleria Rossi, di Parma; del 1982 è la grande antologica organizzata dal Comune di Teggiano e curata da Massimo Bignardi; del 1984 la mostra “Le bellissime” tenutasi alla Galleria Il Portico di Cava de’ Tirreni, presentata da Rino Mele; mentre nel 1988 è organizzata a Minori una grande mostra antologica con opere dal 1941 al 1988. Dello stesso anno è la personale “Le “Meninas” allestita presso la Galleria Il Catalogo introdotta da un testo di Rino Mele.

Sempre la Galleria Il Catalogo organizza nel 2002, per festeggiare i settant’anni dell’artista, la mostra ”Festa di compleanno. Mario Carotenuto, il mare”, introdotta al catalogo da Enrico Crispolti; nello stesso anno tiene una mostra nella Chiesa di Santa Maria a Gradillo di Ravello, organizzata dalla Galleria Il Punto e presentata in catalogo da scritti di Michele Prisco, Gore Vidal e Massimo Bignardi.

Nel 1994 tiene una personale alla Galleria La Seggiola di Salerno, nella quale presenta otto grandi dipinti eseguiti data questa de I sette vizi capitali nel quale realizza il dipinto La fermata. Nel 1995 è invitato alla mostra “Transiti Mediterranei” curata da Massimo Bignardi e Giuseppe Zampino ed allestita all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna e successivamente a quello di Monaco di Baviera. Del 1997 è la personale alla Galleria dedicata agli “interni”.

Del 1997 è la mostra “Il Tempo” allestita nella chiesa di Sant’Apollonia a Salerno, presentata in catalogo da Rino Mele, mentre nell’estate del 2000, la stessa sede espositiva, ospita la mostra “Mario Carotenuto – Paramenti Sacri” presentata da Paolo Apolito. Nel 2002 la Provincia di Salerno promuove un’antologica della sua pittura, dal 1938 al 1971; nello stesso anno il Comune di Vietri sul Mare ospita una mostra sull’intera vicenda spesa dall’artista in ceramica. Mario Carotenuto.

Del 2005 è la personale, promossa ed organizzata dal Comune di Salerno, dedicata ai dipinti che l’artista ha realizzato nel suo soggiorno tunisino allestita nell’ex Chiesa di Sant’Apollonia; e la mostra “Notturno” allestita al Frac-Baronissi. Nell’estate del 2006 presenta allo spazio Fës Show room, di Minori la mostra “La spiaggia”; nel 2008 Massimo Bignardi lo invita alla XIII Biennale di Arte Sacra Contemporanea che si tiene al Museo Staurós e nello stesso anno tiene la personale alla Galleria Il Catalogo di Salerno, dedicata ad alcuni dipinti inediti realizzati tra il 1948 e il 1984. Ad ottobre del 2010 la galleria salernitana organizza una mostra dal titolo “Venti opere per il Presidente”, allestita in  occasione della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

URL breve: http://massimo.delmese.net/?p=28565




Catalogo:

- Alfonso Gatto, Aldo Falivena, Filiberto Menna, Lelio Schiavone
Carotenuto : Salerno in 50 disegni. Palazzo S. Agostino
Salerno, dicembre 1965
- Carotenuto . Mostra alla Libreria Galleria d'Arte La Borgognona di Roma.
Roma, Istituto Grafico Tiberino, 1965
- Carotenuto. Mostra alla Libreria Galleria d'Arte L'Incontro, dal 2 maggio
Salerno, Tip. Boccia [1966?]
- Mario Carotenuto
Taccuino di viaggio, 1966 in Rapporti d'arte e cultura.
Salerno, Centro Culturale Colautti, 1966
- Mario Carotenuto. Mostra alla Libreria Galleria d'Arte L'Incontro, 7 giugno 1968.
Salerno, 1968
- Mario Carotenuto : grafica 1945-1972.
Salerno, De Luca, 1972
- Ars amandi" di Ovidio.
In 28 disegni e 15 oli di Carotenuto.
Mostra alla Galleria "Il portico" di Cava de' Tirreni, dall'8 marzo 1975 
Salerno, R. Reggiani, [1975?]
- Paolo III e i nipoti.
Ableo, Mario Carotenuto, Nino Tommaso Durante [et al.]
Mostra alla Galleria d'Arte Taide di Salerno nel 1977
Salerno, Boccia, 1977
- Mario Carotenuto.
Testo di Alfonso Gatto; a cura di Antonio Castaldi;
immagine grafica di Gelsomino D'Ambrosio e Pino Grimaldi
Napoli, Il Laboratorio edizioni, c1979
- Mario Carotenuto.
Testo di Vasco Pratolini
Salerno, Il Catalogo, 1979
- Mario Carotenuto
Cieli.
Salerno, Arti Grafiche Boccia, stampa 1981
- Michele Prisco; disegni di Mario Carotenuto
Quintetto.
Salerno, Il Catalogo, stampa 1981
- Festival Internazionale del Cinema per i ragazzi: Giffoni Valle Piana 1-10 agosto 1981.
5 artisti per Giffoni : Carotenuto, Lista, Petti, Quarta, Signorino.
Giffoni Valle Piana, 1-10 agosto 1981
- Sei pittori e la Costiera.
Testo di Mario Carotenuto
Ravello, Il Punto, 1983
- Mario Carotenuto
Girasoli.
Cava de' Tirreni, Avagliano Editore, c1984
- Presepe dipinto di Mario Carotenuto.
Testi di don Giovanni Toriello, Mario Carotenuto, Rino Mele
Salerno, Scuola delle Arti Grafiche del Comune di Salerno, 1984
- Carotenuto. Le bellissime.
Testo di Rino Mele
Cava de' Tirreni, Galleria d' Arte Il Portico, 1984
- Mario Carotenuto
La tela dell'85.
Salerno, Arti Grafiche Boccia, 1986
- Carotenuto. Opere 1941-1988.
Testi di Aldo Falivena e Massimo Bignardi
- Minori, Arciconfraternita del SS. Sacramento, c1988
Le meninas di Mario Carotenuto.
Testo di Rino Mele
Salerno, Tipolitografia Incisivo, 1988
- Mario Carotenuto
Consigli ad un giovane pittore.
Cava de' Tirreni, Avagliano, c1990
- Manfredi Nicoletti, Mario Carotenuto, Paolo Signorino
Cetara: Memorie e immagini.
Comune di Cetara, 1991
- Mario Carotenuto: Il sogno di Ravello.
Testi di Gore Vidal, Michele Prisco, Massimo Bignardi
Ravello, Il Punto, c1992
- Presepe: 1982-1992.
Mario Carotenuto; testi di Rino Mele, Corradino Pellecchia, Domenico Scafoglio
Salerno, Segno Associati, 1992
- Festa di compleanno. Mario Carotenuto: il mare 1948-1990.
Testo di Enrico Crispolti ; testimonianze di Giuseppe Blasi [et al.]
Salerno, Il Catalogo, 1992
- Mario Carotenuto
Il Catalogo : 25 anni della nostra vita.
Salerno, Il Catalogo, 1993
- Otto dipinti di Mario Carotenuto.
Testi di Massimo Bignardi, Angelo Trimarco
Salerno, La Seggiola, 1994
- Mario Carotenuto
Saluti da Salerno.
Salerno, Elea Press, c1996
- Mario Carotenuto
Interni.
Salerno, De Luca Editore, 1997
- Rino Mele
Il tempo: Mario Carotenuto.
Salerno, Bottega S.Lazzaro, 1998
- Carotenuto: Ceramiche. Ravello 21 agosto-19 settembre 1999.
Ravello, 1999
- Mario Carotenuto.
Paramenti sacri: il racconto della liturgia attraverso le immagini del culto.
Salerno, Arti Grafiche Sud, 2000
- Mario Carotenuto, 33 disegni per il Moretum.
Salerno, Elea Press, 2002
- Mario Carotenuto
Cava, figure di un racconto.
Cava de' Tirreni, Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, c2002
- Mario Carotenuto. Le ceramiche 1950-2000.
A cura di Massimo Bignardi, con testi di Gelsomino D'Ambrosio, Cesare Marciano
Salerno, Edizioni 10/17, 2002
- Il Presepe dipinto: 1982-2007.
Salerno, Bottega San Lazzaro, 2007
- Mario Carotenuto. Opere inedite 1944-1984.
Testo di Massimo Bignardi
Salerno, Il Catalogo, c2008
- Diego De Silva; disegni di Mario Carotenuto
Il catalogo, quarant'anni fra pittura e letteratura.
Salerno, Il Catalogo, c2008.
- Enigma del tempo. Disegni dei Mesi di Mario Carotenuto.
A cura di Salvatore Cicenia, con commento critico di Rino Mele
Salerno, Liceo Scientifico Statale Leonardo da Vinci, 2011
- Massimo Bignardi
Mario Carotenuto: la pittura come esperienza del reale.
Salerno, Plectica, 2011






I RITRATTI: MARIO CAROTENUTO

Video VIMEO : http://vimeo.com/18980602



http://www.bibliotecaprovincialedisalerno.com/carotenuto.htm

http://mondosigi.blogspot.it/2012/02/mario-carotenuto-i-dipinti-del.html




Inoltre:

Angelo Trimarco racconta Filiberto Menna


Video  Vimeo: http://vimeo.com/35910880



lunedì 14 maggio 2012

VACCARI NEWS/ MARCELLO DIOTALLEVI




Vaccari News/MAG 14 2012 10:15 APPUNTAMENTI

In mostra le lettere ed i “francobolli” di Marcello Diotallevi Fino al 30 giugno la presenza, soltanto elettronica, dei suoi lavori presso l'Ophen virtual art gallery Marcello Diotallevi

Pure il settore filatelico, negli ultimi anni, ha visto concorsi e mostre virtuali, nel senso di allestimenti diversi da quelli tradizionali, prima organizzati avvalendosi di fotocopie ed ora completamente smaterializzati grazie al web. Ed anche la mail art non è da meno. Proprio in questi giorni l'Ophen virtual art gallery accoglie “Parole al vento”, personale di Marcello Diotallevi.



Due dei suoi lavori in mostra: “Lettera al mittente” (tecnica mista)
e “Francobolli d'artista L.1500” (particolare)



Visita:




lunedì 12 marzo 2012

TINTORETTO ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE / ROMA





 Tintoretto alle Scuderie si inquadra in quell'ampio programma di rivisitazione degli artisti che hanno reso unica e grandiosa la storia artistica del nostro paese, da Botticelli ad Antonello da Messina, da Bellini a Caravaggio e, più recentemente, a Lorenzo Lotto e Filippino Lippi e si concentra sui tre temi principali della pittura di Tintoretto: quello religioso, quello mitologico e la ritrattistica.

Un'esposizione rigorosamente monografica, dunque, suddivisa in sezioni di poche opere scelte e capolavori indiscussi che si apre e conclude presentando i due autoritratti , quello giovanile, del Victoria & Albert Museum di Londra, e quello senile, del Louvre.

La prima sezione, al primo piano delle Scuderie del Quirinale, sarà dedicata ai temi religiosi (tematica fortemente presente nella poetica di Tintoretto) e si aprirà con una delle prime opere riconosciute, Gesù tra i dottori (1542), concessa dal Museo diocesano del Duomo di Milano, per concludersi con la Deposizione al sepolcro (1594), del Monastero di San Giorgio Maggiore, forse l'ultima opera in cui è possibile riconoscere la mano del maestro. In mezzo, opere significative come la Madonna dei Tesorieri e il Trafugamento del corpo di San Marco , ambedue dalle Gallerie dell'Accademia, la Santa Maria Egiziaca e la Santa Maria Maddalena , della Scuola Grande di San Rocco, un inedito e strepitoso confronto tra l' Ultima Cena della veneziana chiesa di San Trovaso e quella, di cinque anni più tarda, della chiesa di San Polo, a celebrare uno dei temi prediletti dalle Scuole del Sacramento.

Al piano superiore, le altre due sezioni della mostra, a partire da quella dedicata ai ritratti: sebbene in competizione con Tiziano, anche i suoi contemporanei gli riconobbero, infatti, un "perfettissimo giudizio nei ritratti" e dalle maggiori collezioni internazionali ne arriveranno dei più famosi.






 The exhibition on Tintoretto at the Scuderie is part of a broader program designed to explore the work of those artists who have helped to make the story of art in our country so unique and grandiose, ranging from Botticelli to Antonello da Messina, from Bellini to Caravaggio and, more recently, to Lorenzo Lotto and Filippino Lippi.

This exhibition, focusing on the three main themes that distinguish Tintoretto's work: religion, mythology and portraiture, is strictly monographic and will be divided into sections comprising a handful of carefully selected and unquestioned masterpieces, beginning and ending with his two self-portraits of himself as a young man, from the Victoria & Albert Museum in London, and as an old man, from the Louvre.

The first section, on the first floor of the Scuderie del Quirinale, will be devoted to religious themes (which played such a major role in Tintoretto's artistic output), opening with one of his first acknowledged works, Jesus Among the Doctors (1542) lent by the Milan Cathedral's Diocesan Museum, and ending with the The Deposition (1594) from the Monastry of San Giorgio Maggiore, possibly the last work in which it is possible to identify the hand of the master. In between, the exhibition will include such important works as the Madonna of the Treasurers and the Stealing of the Dead Body of St. Mark , both from the Gallerie dell'Accademia, the St Mary of Egypt and the St Mary Magdalen , from the Scuola Grande di San Rocco, and the unprecedented and spectacular juxtaposition of the Last Supper from the Venetian church of San Trovaso and another version of the same subject painted five years later, from the church of San Polo, to celebrate one of the Scuole del Sacramento's favorite themes.

The second floor will house the other two sections of the exhibition, starting with the section devoted to portraits. Even though he was in competition with Titian, his contemporaries yet recognized his "utterly exquisite eye in portraiture". Some of his most famous portraits from leading international collections will be on display in this section.






ORARI

Da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00

venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30

L'ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura



PREZZI

Intero: € 10 + € 1.50 (prevendita) + spese d'agenzia

Ridotto: € 7.50 + € 1.50 (prevendita) + spese d'agenzia

Biglietto integrato Scuderie del Quirinale + Palazzo delle Esposizioni

Intero € 18,00 + € 1.50 (prevendita) + spese d'agenzia

Ridotto € 15,00 + € 1.50 (prevendita) + spese d'agenzia

Gli studenti, ricercatori, dottorandi degli atenei romani (sia pubblici che privati), il venerdì e il sabato, dalle ore 19,00 fino alla chiusura della biglietteria, hanno diritto ad acquistare il biglietto di ingresso alla mostra al prezzo di € 4,00





VISITE GUIDATE:

VISITING HOURS

Sunday to Thursday 10:00am to 8:00pm

Friday and Saturday 10:00am to 10:30pm

Admission is allowed until one hour before closing time.

TICKETS

Full price € 10,00 + € 1.50 (presale) + agency fees

Reduced price € 7,50 + € 1.50 (presale) + agency fees

One price ticket for Scuderie del Quirinale and Palazzo delle Esposizioni

Full price € 18,00 + € 1.50 (presale) + agency fees

Reduced price € 15,00 + € 1.50 (presale) + agency fees

Admission to exhibitions at the Scuderie del Quirinale and at the Palazzo delle Esposizioni for students, researchers and undergraduates registered with public or private universities in Rome costs € 4.00 on Fridays and Saturdays, after 7.00 pm until the box office closes



GUIDED TOURS

* Con l’autobus

40-60-64-70-117-170-H

scendere alla fermata Nazionale/Quirinale



* Con la metropolitana

metro A (fermata P.za della Repubblica)

metro B (fermata Cavour)



* Dalla Stazione Termini

Piazza dei Cinquecento

recarsi alla fermata Termini (Ma-Mb-Fs)

Prendere la Linea 40 (P.za Pia/Castel S. Angelo)

per 2 fermate e scendere alla fermata Nazionale/Quirinale

a piedi per 100 metri fino alle Scuderie del Quirinale



* Dall’Aeroporto di Fiumicino

Prendere la linea Leonardo (Termini) (partenza ogni 30 min.)

Scendere alla fermata Termini

recarsi alla fermata TERMINI (MA-MB-FS)

prendere la linea 40 (P.Za Pia/Castel S. Angelo)

per 2 fermate e scendere alla fermata Nazionale/Quirinale

A piedi per 100 metri fino alle Scuderie del Quirinale On the bus

40-60-64-70-117-170-H

get off at Nazionale/Quirinale



On the underground

metro A (get off at Piazza della Repubblica)

metro B (get off at Cavour)

From the train station (Stazione Termini)

From Piazza dei Cinquecento (in front of station)

take bus 40 (towards Piazza Pia/Castel S. Angelo)

2 stops and get off at Nazionale/Quirinale

walk 100 meters to the Scuderie del Quirinale

From Fiumicino airport (Leonardo da Vinci)

Take the train to Termini (it leaves every 30 minutes)

then follow directions above






Per prenotazioni / Reservation :

COOP. IL SOGNO

Viale R.Margherita, 192 00198 - Rome (Italy)

Ph. +39/0685301758       Fax +39/0685301756







BIOGRAFIA



 JACOPO ROBUSTI (o CANAL) detto il TINTORETTO (1519-1594) è l'unico tra i grandi interpreti della pittura italiana del Cinquecento a non aver avuto fino ad ora, in Italia, una mostra monografica significativa. Se si esclude quella tematica, dedicata ai Ritratti, tenuta a Venezia nel 1994, l'ultima mostra sul grande maestro veneto risale al 1937, anche per l'obiettiva impossibilità di spostare i grandi teleri veneziani.

La mostra delle Scuderie del Quirinale si inquadra in quell'ampio programma di rivisitazione degli artisti che hanno reso unica e grandiosa la storia artistica del nostro paese: da Botticelli ad Antonello da Messina, da Bellini a Caravaggio e, più recentemente, a Lorenzo Lotto e Filippino Lippi.

La mostra si concentra sui tre temi principali della pittura di Tintoretto: quello religioso, quello mitologico e la ritrattistica. Un'esposizione rigorosamente monografica, dunque, suddivisa in sezioni di poche opere scelte e capolavori indiscussi, che si apre e conclude presentando i due autoritratti, il giovanile del Victoria & Albert Museum di Londra e il senile del Louvre di Parigi. Sebbene in competizione con Tiziano, infatti, anche i suoi contemporanei gli riconobbero un "perfettissimo giudizio nei ritratti" e dalle maggiori collezioni internazionali ne arriveranno a Roma dei più famosi.

In mostra anche lo spettacolare Miracolo dello schiavo dipinto nel 1548 per la Scuola Grande di San Marco, opera che lo imporrà prepotentemente come uno dei protagonisti della scena veneziana, per concludersi con la Deposizione al sepolcro (1594), del Monastero di San Giorgio Maggiore, forse l'ultima opera in cui è possibile riconoscere la mano del maestro. Nel percorso espositivo, inoltre, opere celebrate e famose: da quella che viene considerata una delle sue prime riconosciute, Gesù tra i dottori (1542), concessa dal Museo diocesano del Duomo di Milano, a celebri capolavori come la Madonna dei Tesorieri e il Trafugamento del corpo di San Marco, ambedue dalle Gallerie dell'Accademia, la Santa Maria Egiziaca e la Santa Maria Maddalena, della Scuola Grande di San Rocco, oltre un inedito e strepitoso confronto tra l'Ultima Cena della veneziana chiesa di San Trovaso e quella, di cinque anni più tarda, della chiesa di San Polo, a celebrare uno dei temi prediletti dalle Scuole del Sacramento.


Accanto ai grandi teleri di impatto drammatico e dalla stesura fulminea e densa di tensione, si presentano al visitatore le opere di soggetto storico o mitologico, di grande intensità emotiva come, per esempio, due dei 14 ottagoni, raffiguranti Apollo e Dafne e Deucalione e Pirra, ora nella Galleria Estense di Modena, realizzati nel 1541 per il soffitto di Casa Pisani o la splendida Susanna fra i vecchioni dal Kunsthistorisches di Vienna.

Grande novità della mostra è poi rappresentata dal commento, sotto forma di testi di sala, di Melania Mazzucco, la scrittrice che ha dedicato a Tintoretto e allo studio del suo ambiente numerosi romanzi e pagine indimenticabili. Il suo racconto accompagnerà, infatti, il visitatore passo dopo passo, sala dopo sala.




Una mostra volutamente raccolta, dunque, di circa 40 dipinti (cui si affiancherà una sezione dedicata all'ambiente artistico contemporaneo al maestro veneziano) tutti di altissima qualità, provenienti da musei e collezioni internazionali, capaci di fornire al grande pubblico un approccio sintetico e significativo al percorso artistico di Jacopo Tintoretto. Quel 'praticon di man' come ebbe a definirlo una volta per sempre il critico d'arte suo conterraneo Boschin 'ma senza per nulla intendere diminuirlo', come sottolineava a sua volta il grande Longhi che lo descriveva come 'di natura geniale, grande inventore di favole drammatiche da svolgersi entro coreografie di luci ed ombre vibranti..... Uno spettacolo continuo.'









 JACOPO ROBUSTI (or CANAL), better known as TINTORETTO (1519-1594), is the only key Italian 16th century painter not to have had a major monographic exhibition devoted to his work to date. If we ignore the thematic exhibition of his portraits held in Venice in 1994, the last exhibition of the great Venetian master's work was held in 1937, due among other reasons to the sheer physical impossibility of shifting the large canvases that he painted in Venice

The exhibition at the Scuderie del Quirinale is part of a broader programme designed to explore the work of those artists who have helped to make the story of art in our country so unique and so grandiose, ranging from Botticelli to Antonello da Messina, from Bellini to Caravaggio and, more recently, to Lorenzo Lotto and Filippino Lippi.

This exhibition, focusing on the three main themes that distinguish Tintoretto's work: religion, mythology and portraiture, is strictly monographic and will be divided into sections comprising a handful of carefully selected and unquestioned masterpieces, beginning and ending with his two celebrated self-portraits of himself as a young man, from the Victoria & Albert Museum in London, and as an old man, from the Louvre. Even though he was in competition with Titian, his contemporaries yet recognized his "utterly exquisite eye in portraiture", and some of his most famous portraits from leading international collections will be on display here in Rome.

Also on display will be the spectacular Miracle of the Slave painted in 1548 for the Scuola Grande di San Marco, a work that allowed him to grab the limelight as one of leading lights of the Venetian art scene, while the exhibition closes with The Deposition (1594) from the Monastry of San Giorgio Maggiore, possibly the last work in which it is possible to identify the hand of the master. Other famous works on show will include what is considered to be one of his first acknowledged paintings, Jesus Among the Doctors (1542) lent by the Milan Cathedral's Diocesan Museum, and such celebrated masterpieces as the Madonna of the Treasurers and the Stealing of the Dead Body of St. Mark, both from the Gallerie dell’Accademia, and the St Mary of Egypt and the St Mary Magdalen from the Scuola Grande di San Rocco. Visitors will also have the privilege of being able to witness the unprecedented and spectacular juxtaposition of the Last Supper from the Venetian church of San Trovaso with another version of the same subject, from the church of San Polo, painted five years later to celebrate one of the Scuole del Sacramento's favorite themes.

Alongside the large canvases with their dramatic impact and their tense, rapid brushwork, visitors will also be able to inspect the artist's intense historical and mythological works, charged with emotion, including, for example, the octagonal panels depicting Apollo and Daphne and Deucalion and Pyrrha, two of the fourteen made in 1541 for the ceiling of Casa Pisani and now in the Galleria Estense in Modena, or the splendid Susanna and the Elders from the Kunsthistorisches Museum in Vienna.

A major innovation at this exhibition is the commentary in the shape of texts in each room penned by Melania Mazzucco, a writer who has devoted numerous novels to, and written unforgettable pages on, Tintoretto and his circle. Her narrative will accompany visitors step by step, room by room, from the beginning to the end of the show.

This deliberately small exhibition comprises some 40 paintings (accompanied by a section devoted to the artistic environment contemporary with the Venetian master), all of the highest quality and on loan from leading international museums and collections, offering visitors a tight but extremely significant overview of the artistic career of Jacopo Tintoretto: that ‘tireless manual labourer’ as his fellow Venetian and art critic Boschin called him once and for all, ‘but without intending in any way to demean him’, as the great art critic Roberto Longhi pointed out, describing him in his turn as ‘a natural genius, a great inventor of dramatic tales that unfold in a choreography of vibrant light and shade... an endlessly entertaining performance.’





Per prenotazioni / Reservation :


COOP. IL SOGNO

Viale R.Margherita, 192 00198 - Rome (Italy)

Ph. +39/0685301758 Fax +39/0685301756









OPERE  PRESENTI:




Una mostra volutamente raccolta, dunque, di circa 40 dipinti (cui si affiancherà una sezione dedicata all'ambiente artistico contemporaneo al maestro veneziano) tutti di altissima qualità, provenienti da musei e collezioni internazionali, capaci di fornire al grande pubblico un approccio sintetico e significativo al percorso artistico di Jacopo Tintoretto. Quel 'praticon di man' come ebbe a definirlo una volta per sempre il critico d'arte suo conterraneo Boschin 'ma senza per nulla intendere diminuirlo', come sottolineava a sua volta il grande Longhi che lo descriveva come 'di natura geniale, grande inventore di favole drammatiche da svolgersi entro coreografie di luci ed ombre vibranti..... Uno spettacolo continuo.'




Jacopo Robusti, detto il Tintoretto  
Ritratto di gentildonna, 1550 circa
olio su tela
98x75 cm 
Vienna, Kunsthistorisches Museum



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto d'uomo con la barba bianca, 1562- 1564 circa
olio su tela
127x99 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Susanna e i vecchioni, 1555-1556
olio su tela
146x194 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di Giovanni Paolo Cornaro, detto ""delle Anticaglie"", 1561
Olio su tela
102x81,2 cm
Gand, Museum voor Schone Kunsten



Jacopo Robusti , detto il Tintoretto
Danae, 1577-1580
Olio su tela
142x182 cm
Lione, Musée des Beaux Arts



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Autoritratto, 1588-1589
olio su tela
62,5x52 cm
Parigi, Musée du Louvre, Départment des Peintures



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Incoronazione della Vergine o Paradiso, 1564 circa
olio su tela
169x362 cm
Parigi, Muée du Louvre, Department des Peintures



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Venere, Vulcano e Marte, 1550-1555
olio su tela
134x198 cm
Monaco, Bayerische Staatsgemäldesammlungen - Alte Pinakothek



Giovanni Demio
Sacra Conversazione, 1531-1532
olio su tela
131x90 cm
Calino di Cazzago San Martino, Collezione Berardo Maggi di Gradella"



Alessandro Vittoria
Sebastiano Venier
Terracotta
80x50x45 cm
Opera proveniente dal Palazzo Vertemate-Franchi di Piuro
proprietà del Comune di Chiavenna
Chiavenna, Municipio"



Tiziano Vecellio
Ritratto di Gabriele Tadino, 1538
olio su tela
118x108 cm
Collezione d'Arte - Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A



Schiavone
Re Mida
olio su tavola
24,3 x 95,3 cm
Ferrara, Collezione privata



Francesco Mazzola detto Il Parmigianino
Madonna con il Bambino e i santi Zaccaria, Maria Maddalena e Giovanni Battista, 1530-1531
olio su tavola
75,5x60 cm
Firenze, Galleria degli Uffizi Jacopo Robusti, detto il Tintoretto


Ritratto di Jacopo Sansovino, 1566 circa
olio su tela
70x65,5 cm
Firenze, Galleria degli Uffizi
Istituti Museali della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di Alvise Cornaro, 1562-1565 circa
Olio su tela
112,5 x 85,5 cm
Firenze, Galleria Palatina
Istituti Museali della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Venere, Vulcano e Cupido, 1550-1555 circa
Olio su tela
85x197 cm
Firenze, Galleria Palatina
Istituti Museali della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di Sebastiano Venier con un paggio, 1577-1578 circa
olio su tela
195x130 cm
Milano, Collezione privata, Courtesy of Sotheby's



Lambert Sustris
Salita di Cristo al Calvario
106 x 131 cm
olio su tela
Milano, Pinacoteca di Brera



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di giovane uomo, 1565 circa
Olio su tela
115x85 cm
Milano, Pinacoteca di Brera



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
La disputa di Gesù con i dottori nel tempio di Gerusalemme, 1541 circa
Olio su tela
197x319 cm
Milano, Museo del Duomo



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Apollo e Dafne
olio su tavola
153x133 cm
Modena, Galleria, Museo e Medagliere Estense



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Deucalione e Pirra, 1541-1542
olio su tavola
127x124 cm
Modena, Galleria, Museo e Medagliere Estense



Tiziano Vecellio
Annunciazione
olio su tela
cm 280 x 193,5 cm
Napoli, Museo di Capodimonte , in deposito dalla Chiesa di San Domenico Maggiore, proprietà del Fondo Edifici di Culto



Doménikos Theotokópoulos detto El Greco
La guarigione del cieco nato, 1570 – 1575
olio su tela
50x61 cm
Parma, Galleria Nazionale
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di procuratore di san Marco, 1570 circa
Olio su tela
132 x 113 cm
Collezione privata Bonifacio de' Pitati detto Bonifacio Veronese




Bonifacio de' Pitati detto Bonifacio Veronese

Sacra famiglia con un angelo, san Gerolamo e santa Lucia, 1535-1540
olio su tela
103,5 x 141,5 cm
Roma, Galleria Colonna



Paolo Caliari detto il Veronese
Il buon Governo
olio su tela
105x64 cm
Roma, Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina



Paolo Caliari detto il Veronese
La Pace
105x64 cm
olio su tela
Roma, Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina



Paolo Caliari detto il Veronese
Sant'Antonio che predica ai pesci, 1580-1585
104x150 cm
olio su tela
Roma, Galleria Borghese
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali



Alessandro Vittoria
Busto del Doge Marino Grimani
Marmo
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
La Deposizione di Cristo nel sepolcro, 1593-1594
olio su tela
288x166cm
Venezia, Chiesa di San Giorgio Maggiore
Curia Patriarcale di Venezia



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Il viaggio di Sant'Orsola con le undicimila vergini, 1554 1555
Olio su tela
330x178 cm
Venezia, Chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti
Azienda Ulss 12 Veneziana



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
L'Ultima Cena, 1574-1575
olio su tela
228x535 cm
Venezia, Chiesa di San Polo
Curia Patriarcale di Venezia



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
L'Ultima Cena
1561-1562
olio su tela
221x413 cm
Venezia, Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio detta Chiesa di San Trovaso
Curia Patriarcale di Venezia



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
San Marco libera lo schiavo dal supplizio della tortura
(detto anche Miracolo dello schiavo), 1547-1548
olio su tela
415x541 cm
Venezia, Gallerie dell'Accademia



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
La creazione degli animali, 1550-1553
olio su tela
151x258 cm
Venezia, Gallerie dell'Accademia



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Madonna con il Bambino e i Santi Sebastiano, Marco, Teodoro, venerata da tre Camerlenghi, detta anche Madonna dei Tesorieri, 1566-1567
Olio su tela
221x521 cm
Venezia, Gallerie dell'Accademia



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Il trafugamento del corpo di San Marco, 1562-1566
olio su tela
398x315 cm
Venezia, Gallerie dell'Accademia



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
La Vergine Maria in meditazione, 1582-1584
olio su tela
425x209 cm
Venezia, Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco"



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
La Vergine Maria in lettura, 1582-1584
olio su tela
425x209 cm
Venezia, Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Sant'Agostino risana gli sciancati, 1549-1550
Olio su tela
255x174,5 cm
Vicenza, Direzione Musei Civici - Pinacoteca di Palazzo Chiericati



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
San Giorgio uccide il drago, 1553-1555
Olio su tela
157,5x100,3 cm
Londra, The National Gallery



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Autoritratto, 1546-1547 circa
Olio su tavola
45,7x36,8 cm
Londra, Victoria and Albert Museum
Bequeathed by Constantine Alexander Ionides



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di gentiluomo, 1548-1550 circa
Olio su tela
113 x 87,5 cm
Oxford, Christ Church Picture Gallery
By permission of the Governing Body of Christ Church



Domenico Robusti detto il Tintoretto
Ritratto di donna che scopre il seno, 1585-1590 circa
olio su tela
62x55,6 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Giuseppe sfugge agli inviti della moglie di Putifarre, 1555 circa
olio su tela
54x117 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di gentiluomo con la catena d'oro, 1555 - 1556 circa
olio su tela
194x76 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Incontro di Tamar e Giuda, 1575-1580
Olio su tela
150x155 cm
Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Ritratto di procuratore di San Marco, 1573-1575 circa
118,5x100 cm
olio su tela
Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza



Jacopo Robusti, detto il Tintoretto
Adorazione del Bambino e gli angeli con gli strumenti della Passione
olio su tela
Vicenza, Direzione Musei Civici - Pinacoteca di Palazzo Chiericati