venerdì 8 maggio 2015

PADIGLIONE TIBET 2015 / 9 maggio 2 agosto 2015 Evento Collaterale 56 BIENNALE DI VENEZIA




PADIGLIONE TIBET 2015  /  9 maggio 2 agosto 2015  
56  Biennale di  Venezia


TIBET PAVILION
project by Ruggero Maggi



Santa Marta Congressi – SpazioPorto - Venice
9 maggio – 2 agosto 2015
Opening Day 9th May – 6 p.m.

Under the Patronage of the Municipality of Venice


Dedicato alle vittime del recente terremoto che ha devastato il Nepal, il Tibet, il Bangladesh e l'India.






Spiritualità ed Arte come cibo per la mente e per l’anima.

Si rinnova l'appuntamento veneziano con Padiglione Tibet. La rassegna, con il patrocinio del Comune di Venezia, parallela alla 56. Biennale di Venezia e quest'anno in concomitanza anche con EXPO Milano 2015, verrà inaugurata il 9 maggio 2015 e proseguirà fino al 2 agosto 2015 presso la suggestiva Chiesa di Santa Marta.

Tibet: una nazione che evoca da sempre un sentimento religioso, mistico, di pace, una vitale “centralina” spirituale per tutti gli esseri umani.

Padiglione Tibet, un’idea che nella propria semplicità racchiude una forte carica emozionale, è un sogno che ha lasciato il segno ponendosi l’obiettivo di far incontrare la sensibilità della cultura contemporanea occidentale con quella tibetana.

Ambasciata Tibetana con rilascio del relativo Passaporto

Anno del Dalai Lama. Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, il 6 luglio 2015 (20° giorno, del 5° mese dell’anno tibetano 2142) compirà 80 anni. Oggi il Dalai Lama non è soltanto la massima autorità del popolo tibetano, ma anche un punto di riferimento fondamentale per decine di milioni di persone in tutto il mondo. Il Comitato Padiglione Tibet, la Fondazione  per  la Preservazione  della  Tradizione Mahayana (FPMT) e il Progetto L’Eredità del Tibet, come atto di affettuoso e sentito omaggio all’opera di questo altissimo testimone del nostro tempo, tra l’altro insignito nel 1989 del Premio Nobel per la Pace, hanno deciso di dedicare al Dalai Lama il prossimo anno tibetano (2142,  “Anno della Pecora di Legno” che è iniziato il 19 febbraio 2015 e terminerà l’8 febbraio 2016), organizzando all’interno dell’Anno del Dalai Lama eventi artistici, insegnamenti spirituali e conferenze.


Padiglione Tibet vuole evidenziare il connubio tra Arte Sacra Tibetana ed Arte Contemporanea Occidentale e recentemente è stato invitato come progetto speciale alla Biennale del Fin del Mundo, a cura di Massimo Scaringella, in Argentina
Le numerose esperienze degli anni scorsi hanno visto coinvolti importanti artisti contemporanei, che si sono espressi attraverso le Khata, le tipiche sciarpe bianche che i monaci offrono in segno di solidarietà e amicizia o si sono misurati con l'arte della composizione dei Mandala dei monaci tibetani e le Ruote della preghiera che accompagnano nella preghiera i buddisti tibetani.
Questa edizione (la terza a Venezia) è all'insegna dell'ombrello, proprio del nostro fedele protettore dalla pioggia che, suo malgrado, è stato protagonista della rivolta degli studenti di Hong Kong verso il governo centrale di Pechino. L'ombrello emblema di protezione e di protesta – due lati della stessa medaglia – è divenuto contenitore e supporto degli interventi artistici e di video arte che hanno reso possibile una grande installazione corale con opere dedicate al Tibet, alla sua spiritualità, ai suoi simboli ed alla sua marcia verso la libertà.

La libertà è come un'opera d'arte… va creata, plasmata, modellata.

Gli artisti invitati hanno creato i loro interventi su una stessa base costituita appunto dall'ombrello, dalla sua stoffa, dalla sua stessa struttura, realizzando ombrellipoemi, ombrelliopere che, come un grande ed unico ombrello cerimoniale, uno degli otto simboli di buon auspicio presenti nello stupa (simbolo della natura della mente), secondo il grande veicolo (Mahayana) della compassione e della saggezza illimitati, rappresenterà il superamento di ogni sofferenza
Purtroppo il governo cinese considera il Tibet una nazione di morti… morta deve essere la sua lingua, morta deve essere la sua cultura, morta deve essere la sua arte. I Tibetani devono essere annichiliti dalla violenza.
Padiglione Tibet è sempre stato e sempre sarà un progetto puramente artistico, nato per dare dignità a questo popolo martoriato; ma non può esimersi dal dimostrare, ancora una volta in modo fermo e deciso, il proprio sdegno davanti al disinteresse di tutti verso questo grave problema.

Problema affrontato anche dalla mostra Tibet… c'è poco da ridere” un'idea che ho proposto anni fa a Dino Aloi, grande frequentatore di… artistici Buduar (almanacco dell'arte leggera, mensile satirico online da lui diretto) e dalla dirompente ironia che, coinvolgendo con cura ed intelligenza artisti italiani e francesi, nella sua presentazione si chiede: Ma come è possibile scherzare sul Tibet, la nazione che non c’è ma che dovrebbe esserci in quanto esiste? E poi con tutto quello che succede? Già, perchè è proprio tutto quello che succede di cui spesso non siamo informati, o perlomeno malamente informati, che vorremmo portare alla luce con questa esposizione, partendo, per l’appunto, dal disegno umoristico, dalla satira e dalla caricatura, che sono elementi fondanti della democrazia […]

Padiglione Tibet come progetto artistico accomuna molteplici “anime”: artistica, spirituale, culturale e durante il periodo espositivo altre due iniziative ne accompagnano il percorso: la mostra fotografica di Giampietro Mattolin “Amdo – il paese del XIV Dalai Lama” presentata da Piero Verni che così la descrive: “Situata nella parte nord orientale del Paese delle Nevi, la regione dell'Amdo è uno dei luoghi più affascinanti, superbi e significativi dell'intero Tibet. Alcune delle principali figure religiose della civiltà tibetana sono nate lungo questi sconfinati orizzonti: Lama Tzongkhapa il grande riformatore del 14° secolo padre della scuola Gelug, il 10° Panchen Lama e l'attuale XIV Dalai Lama, originario del villaggio di Takster.”
e l'esposizione costituita da un approfondimento grafico del grande disegnatore Giuseppe Coco sulla figura di Milarepa (1040 – 1123) il più famoso ed amato degli yogin tibetani ed uno dei più grandi maestri spirituali di tutti i tempi. Scrive Chiara Gatti che presenta la mostra Coco & Milarepa - I colori dello spirito: In questa occasione […] si propone un ciclo di opere concentrate su un tema più intimo, caro al lato spirituale della sua personalità riservata. Si tratta delle tavole dedicate alla figura di Milarepa, icona della scuola Kagyu del Buddhismo tibetano. Una figura intensa e magica che Coco indagò, fra la fine degli anni Ottanta e il Duemila, sperimentando colori lisergici e forme potenti, specchio di una riflessione esistenziale segnata da grande energia e, insieme, grande sofferenza.[…] Un viaggio catartico ed escatologico che scuote la coscienza.”

Quest'anno il programma di Padiglione Tibet si arricchisce anche, il giorno dell'inaugurazione sabato 9 maggio, della presenza di Ghese Lobsang Tenkyong (nato nel Tibet orientale. Ha studiato nel monastero di Sera, ottenendo il grado di Geshe Lharampa, il più alto titolo di studi conseguibile all'interno della tradizione gelug-pa) e di Stefano Antichi, direttore del Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition (FPMT) di Genova.



Artisti PADIGLIONE TIBET
Piergiorgio Baroldi, BAU, Carla Bertola - Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Pino Chimenti, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma - Gennaro Ippolito, Giglio Frigerio - Fabrizio Martinelli, Ivana Geviti, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano, Oronzo Liuzzi - Rossana Bucci, Silvia Mariani - Christine Davis, Gianni Marussi - Alessandra Finzi, Fernando Montà, Lorenza Morandotti - Francesco Maglia snc, Clara Paci, Lucia Paese, Claudio Pantana, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Tiziana Priori - Simonetta Chierici, Roberto Scala - Bruno Cassaglia, Anna Seccia, Lucia Spagnuolo, Roberto Testori, Micaela Tornaghi.

Video arte
Francesca Lolli, Marco Rizzo.
Testi di
Giosuè Allegrini, Dino Aloi, Stefano Antichi, Elisabetta Bacci, Lara Caccia, Claudio Cardelli, Mauro Carrera, Giulia Fresca, Chiara Gatti, Alexander Larrarte, Ruggero Maggi, Cristina Romieri, Giuliana Schiavone, Claudio Tecchio, Trini Castelli, Piero Verni, Roberto Vidali.

Artisti della mostra Tibet… c'è poco da ridere
Dino Aloi, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Gianni Chiostri, Lido Chiostri, Milko Dalla Battista, Marco De Angelis, Guido Giordano, Ruggero Maggi, Claudio Mellana, Danilo Paparelli, Alessandro Prevosto, Robert Rousso, Fabio Sironi, Carlo Squillante.


Prossimi appuntamenti, di cui verrà fornito un programma più dettagliato in seguito, sono previsti nelle seguenti date:

7 giugno 2015  insegnamenti buddisti di Ghese Tenzin Tenphel con tema: L'etica laica. come perseguire valori etici, morali, di gentilezza e compassione al di là di una formazione religiosa.

17/18/19/20 giugno 2015 realizzazione di un mandala da parte di monaci tibetani

20 giugno 2015 Art Night Venezia performances di artisti contemporanei e in serata il rito di dispersione del mandala

6 luglio 2015 grandi festeggiamenti per l'80° Compleanno del Dalai Lama, la presentazione in anteprima del libro “Tulku le incarnazioni mistiche del Tibet” di Piero Verni e Giampietro Mattolin ed alcune intense azioni artistiche

2 agosto 2015 finissage


entrata libera - orari: martedì – domenica 11.00/19.00 - chiusura: lunedì




per informazioni:
320.9621497


Santa Marta Congressi – SpazioPorto
DALLA STAZIONE FERROVIARIA DI VENEZIA
Linee ACTV 41, 51 fermata “Santa Marta” che dista 50 metri da SpazioPorto
DA PIAZZALE ROMA Linee ACTV 41, 51, 61, fermata “Santa Marta”
DA SAN MARCO Linee ACTV 42, 52, 62, fermata “Santa Marta”


Sponsor
CFLI, SpazioPorto, Tre D s.r.l., NCA Engineering Srl, Tecnodomes, FabLab Fondazione Mike Bongiorno, Buduar, Atelier51, The Heritage of Tibet, FPMT, Dossier Tibet, Iscos, Associazione Italia-Tibet, Associazione Vimala, La Casa del Tibet


Note:
. La figura di Giuseppe Coco (Biancavilla, Catania 1936 – 2012) è entrata nell'immaginario comune per le celebri illustrazioni che hanno animato, a partire dagli anni Sessanta, con ironia e straordinario humor nero, le pagine di testate famose. Come Comix, il Corriere della Sera, Epoca, Horror, La Gazzetta dello Sport, L’Espresso, la Repubblica, La Domenica del Corriere, La Settimana enigmistica, Panorama, Relax e Zoom; oltre a celebri e popolarissimi periodici stranieri, da Playmen a Punch, da Hara Kiri al The Saturday Evening Post. (Chiara Gatti)

. La FPMT (Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana) è un’organizzazione internazionale non-profit, fondata nel 1975 da Lama Thubten Yeshe. La Fondazione si dedica alla trasmissione in tutto il mondo della tradizione buddhista mahayana e dei suoi valori attraverso l’insegnamento, la meditazione e il servizio alla comunità. La FPMT Italia appartiene a questa rete internazionale costituita da centri di insegnamento buddhista, centri di meditazione, centri di ritiro, monasteri per monaci e monache, case editrici, hospice, centri di cura e altri centri di servizi per la comunità.

. Quella tibetana era una civiltà di grande valore, poco sviluppata dal punto di vista del progresso materiale ma incredibilmente progredita sotto il profilo della ricerca filosofica e interiore. Il Progetto L’Eredità del Tibet nasce dalla consapevolezza dell'urgenza di un aiuto per preservare la cultura tibetana e cerca, con le sue modeste energie, di contribuire alla conoscenza degli elementi essenziali di quello che è stato efficacemente chiamato, il “Messaggio dei Tibetani”.

  

Castello di Moncalieri - "Il Cuore Sacro dell'Arte / la dimensione spirituale nell'arte piemontese contemporanea"




SABATO 9 MAGGIO, dalle 17.00 alle 20.00, presso il Castello di Moncalieri, Giardino delle Rose Piazza Baden Baden, si inaugura la sesta edizione della BAM  


Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte On Tour.

Titolo della Mostra : "Il Cuore Sacro dell'Arte / la dimensione spirituale nell'arte piemontese contemporanea"



opera di  Roberta  Fanti  Le mie Prigioni 2015




La BAM ha una precisa finalità, in decisa controtendenza rispetto alla “biennalite” caratterizzante la scena artistica contemporanea nell’era della globalizzazione, che è quello di valorizzare l’arte e la creatività piemontese dal secondo dopoguerra ad oggi secondo un percorso che, ad ogni scadenza, si indirizza verso aree diverse di analisi storica e contenutistica. Dopo “Proposte artistiche in Piemonte 1996/2004” della sperimentale edizione del 2004, e “Arte in Piemonte 1975/1995” tema del 2006 e prima fase di reale consolidamento dell’iniziativa, ed il significativo intermezzo della “BAM on Tour 2007”, nel 2008 abbiamo approntato una manifestazione intitolata “Art Design”, che ha conosciuto un significativo corollario nell’estate 2009 con uno spettacolare allestimento presso il Castello di Racconigi che, unitamente alla presenza ad Artissima, ha sancito il lancio definitivo di una manifestazione nata per pura scommessa intellettuale e tramutatasi in un appuntamento importante nel folto panorama di iniziative artistiche che caratterizza Torino ed il Piemonte. Nel 2010 con “BAM Piemonte Project Grafik” , bissata con “BAM on Tour 2011” per la prima volta a Torino, abbiamo, con successo, privilegiato il rapporto tra l’arte e la grafica pubblicitaria ed industriale, ma anche il fumetto ed il neo pop. La quinta edizione della BAM si è svolta, dopo Verbania per le prime tre edizioni e Carmagnola per la quarta, a Chieri, in sedi prestigiose quali la Biblioteca e l’Imbiancheria del Vajro, ed anche nelle vetrine del centro cittadino, con il titolo “Contemporary Photobox 2012”, con l' obiettivo di cogliere l’evoluzione di una linea stilistica legata all’uso delle tecnologie quindi fotografia, video ed immagine digitale. La “BAM on Tour 2013”, dedicata alla giovane fotografia piemontese, si è svolta presso l'NH Lingotto Tech. Con la sesta edizione, anticipata rispetto al consueto nel febbraio 2014 sempre presso l'Imbiancheria del Vajro, “BAM Piamonte Project 6 80”, dedicata a quel stimolante e controverso decennio, ed un allestimento coronato da un autentico e pieno successo, riteniamo che la BAM sia entrata definitivamente nell'eccellenza delle rassegne artistiche della nostra regione.

L'occasione, imprevista e gradita, di poter disporre, per la prima volta, di una sede come il Castello di Moncalieri, importante reggia sabauda fino ad ora mai adoperata per rassegne di arte contemporanea, ci ha indotto ad approntare una “edizione straordinaria”. La concomitanza con eventi quali l'Ostensione della Sindone ed il Bicentenario della nascita di Don Bosco, la presenza ormai consolidata di una manifestazione come Torino Spiritualità, la possibilità di disporre dello spazio a partire da maggio, quindi di creare  attenzione sull'evento anche nei termini della ricaduta turistica sul territorio, ci hanno fatto optare per una riflessione sul tema del sacro ed un titolo quale “Il cuore sacro dell'arte : la dimensione sprituale nell'arte piemontese contemporanea”.

La religione, come il pensiero mitico, il pensiero simbolico e la ragione, fanno parte della natura dell'uomo sia religioso che a-religioso. L'arte, ai suoi primordi, aveva il compito prioritario di esorcizzare la paura della morte, allontanare il senso della fine e dell'incertezza, cosi vivi e presenti nella nostra attuale ed incerta dimensione quotidiana. L'esclusività del rapporto tra il fruitore e l'opera, sia che generi fascinazione o distacco e repulsione, consente di porsi in una dimensione privilegiata, in grado di percepire il respiro della spiritualità, senza doverla necessariamente riconoscere nello stile, nelle forme e nei simboli della tradizione. Scrive il grande storico delle religioni Mircea Eliade : “ Il sacro nell'arte contemporanea è diventato irriconoscibile, si è camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente “profani”. Il sacro non è scontato, com'era per esempio nell'arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e facilmente, perchè non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Una attenta disamina non può negare l'esigenza del sacro che pervade la società e, di riflesso, il panorama dell'arte. Nonostante la secolarizzazione avvenuta nel corso del Novecento,  ancora più evidente in questa prima fase del nuovo millennio, e la parziale resa all'immanente costituito dalle ragioni della tecnica e del mercato, l'arte contemporanea è in realtà più spesso di quanto si creda alla ricerca di un confronto con la spiritualità, anche se spesso celato dall'abitudine, non sempre coronata da esiti felici quando l'intento è la ricerca del clamore mediatico fine a sé stesso, di mescolare l'iconografia del sacro con quella del profano.
Riepilogare il rapporto tra dimensione artistica e religione richiederebbe quantomeno un intero volume. Cosa che nella circostanza i parcellizzati spazi tipografici di cui dispongo rende impossibile. Tuttavia si possono sintetizzare alcuni passaggi storici, che traggo in buona parte dal mio saggio “Vocazione e progetto. Storia ed attualità della critica d'arte”, di cui è prossima la stampa della seconda edizione.
Per Platone l'espressione artistica non ha a che fare con il razionale o l'irrazionale, quanto con l'ultrarazionale. Il filosofo sosterrà il concetto di mimesi unicamente in quanto “hermeneia”, cioè interpretazione. Il poeta si pone come tramite privilegiato tra l'uomo e la divinità e parla in sua vece. Per Platone, infatti, ispirazione significa “entusiasmo” che, tradotto da un punto di vista etimologico, diventa “essere nel dio”, cioè porsi al di là della dimensione del contingente e del terreno, quindi della materia. Dopo la parentesi “laica” dello Stoicismo, profondamente influenzato dal pensiero di Aristotele, alla esasperazione formalista in atto nella parte terminale della stagione ellenistica, si oppone dapprima, con il richiamo all'esigenza di una maggiore attenzione alla dimensione spirituale, lo Pseudo Longino con il suo trattato “Del sublime”, probabilmente redatto in epoca augustea, poi un filosofo di primo rango come Plotino, nel terzo secolo dopo Cristo. Plotino condanna qualsiasi concezione rigida della bellezza, che è luce e splendore, secondo la teoria dell'”emanazione” divina, riscontrabile nelle religioni orientali, non si deve dimenticare che Plotino non è un autore cristiano. Anticipando il concetto di autonomia dell'arte, appare significativa la dicotomia instaurata tra materia e forma : la prima è bruttezza caratterizzata dall'assenza di forma, entità non valutabile e non visibile, vuoto assoluto. La materia prende vita solo in presenza della forma e quest'ultima, emanazione del divino, assume corpo in virtù della visione interiore che ne permette la percezione. Nella fase storica successiva, quella dell'Alto Medioevo, l'arte è vissuta come espressione diretta della comunità di appartenenza che, a sua volta, con la mediazione dell'”artifex”, è rivolta verso l'adorazione della gloria del Signore. Dice Papa Gregorio Magno nel VII secolo che “la pittura per gli analfabeti e ciò che la scrittura è per i letterati”. Questa visione della funzione comunitaria e spirituale dell'arte trovò larga eco nell'Ottocento, all'interno delle varie correnti romantiche che si opponevano all'alienazione introdotta dall'avvento della Rivoluzione Industriale denunciando, non senza una certa dose di ragione alla luce delle esperienze di oggi, il rischio della serializzazione della pratica dell'arte e della riduzione del manufatto artistico a merce tra le merci. Basti pensare all'affermazione di John Ruskin a difesa dei Preraffaelliti, accusati di eccessiva leziosità. Il grande critico e storico dell'arte inglese sosteneva la religiosità della Confraternita Preraffaellita in quanto la loro “perdita di tempo” era una “perdita del tempo”, un annullamento, uno sprofondare in una dimensione “altra”. Nel Medioevo, se è sostanzialmente nullo il progresso della critica, intesa anche solo nella formula convenzionale della cronaca, così non è per l'estetica e la speculazione filosofica. Agostino, contrariamente a Plotino, sostiene la trascendenza divina rispetto al mondo e autorizza, da un punto di vista estetico, il “brutto”, in opposizione alla tradizione classica greca di matrice platonica, perchè esso è elemento del creato, legittimato dalla sofferenza di Cristo in croce. Molto secoli dopo Tommaso d'Acquino, colui che codificò l'aristotelismo facendone la struttura portante non solo della religione ma dell'intero edificio culturale occidentale, in omaggio all'importanza che nel pensiero del filosofo greco ebbe il concetto di mimesi, concede piena liceità alla fantasia, necessaria anche per la rappresentazione dell'inesistente. L'anonimato dell'artista medievale cessa gradualmente dopo l'anno Mille. L'architettura, arte aniconica, sintetizza l'estetica del Medioevo nell'essenza dell'edificio religioso per eccellenza, la cattedrale. L'eccessivo sfarzo delle cattedrali gotiche scatena delle critiche parallele che vari movimenti di contestazione religiosa muovono alla secolarizzazione ed al potere politico della Chiesa. La stagione della grande pittura toscana tra Due e Trecento, Cimabue, Giotto, Simone Martini, i senesi, porteranno alla ripresa di una dimensione figurativa e fortemente spirituale dell'arte. L'aureo Rinascimento, periodo che vede la nascita dell'era moderna con la regolamentazione della prospettiva da parte di Leon Battista Alberti e l'invenzione tipografica di Gutemberg è diviso, da un lato, dalla esaltazione degli studi classici e dalla rivalutazione del pensiero platonico nella cerchia padovana di Marsilio Ficino, dall'altro dalla rivendicazione dei valori dell'individuo che condurrà l'occidente europeo dritto verso la Rivoluzione francese, massima esaltazione dei valori laici. Tornando all'Alberti, egli è il prototipo dell'intellettuale rinascimentale, poliedrico ed aperto al mondo, mosso dal desiderio di comprenderlo, di spiegarne le leggi e di dominarlo, quasi come un nuovo Dio in terra, essendo dall' Altissimo stato creato a sua immagine e somiglianza. Lo spirito scientifico del metodo prospettico, e dell'intero Rinascimento, è affermato da Leonardo Da Vinci. Per lui la pittura è “scienza in atto”. Leonardo si definisce, per prendere le distanze dai canoni dell'umanesimo neoplatonico. “omo sanza lettere”, tant'è che apprese il latino solo in età avanzata. La dimensione spirituale sarà invece centrale nella poetica del “rivale” di Leonardo, quel Michelangelo che sfiorò, con la congrega degli Spirituali, l'adesione alla nascente Riforma Protestante. Dopo la lunga, intellettualmente stimolante, stagione Manierista, figlia di un'epoca di crisi e di pasaggio, il Seicento e la stagione barocca segnano sia un trionfo della ragione moderna, con la nascita del metodo scientifico, sia uno stretto e vincolante rapporto della religione con l'arte, per effetto dell'applicazione concreta della Controriforma. Gli artisti, la cui sopravvivenza economica era garantita in primo luogo dalla Chiesa, dovevano concentrarsi sulle rappresentazioni sacre, e sulle scene di martirio, per suscitare nei fedeli la devozione. Il naturalismo di Caravaggio e della sua cerchia aggirerà il vincolo calando nelle vesti di santi e martiri personaggi del popolo,  rappresentando quello che era l'underground dell'epoca. Il Settecento è la stagione del già citato Illuminismo, con le parole d'ordine “Libertà. Uguaglianza, Fraternità”. Nel corso di due secoli, Settecento ed Ottocento, gli intellettuali più sensibili ed avveduti rispondono prontamente con la scrittura alle mutazioni iconografiche di pittura e scultura, che gradualmente si sottraggono alla dittatura del racconto mitologico, religioso, storico e letterario, contribuendo alla costruzione della nuova immagine contemporanea che, dopo il traghettamento simbolista, approderà alla stagione delle avanguardie storiche. Dell'Ottocento e della temperie Romantica ho già fatto cenno. Le radici del movimento romantico in arte partono da un antagonismo, dal rivendicare il privilegio dell'antica teknè e l'artigiana lentezza della pratica artistica. Il primo, e più coerente di questi movimenti, è quello Nazareno, nato in Germania su impulso di Franz Pforr e Friedrich Overbeck. I Nazareni contestano integralmente l'alienazione della nascente civiltà industriale e l'ipocrisia borghese, nonchè l'assenza di tensione spirituale nell'arte, predicando e praticando un ritorno ai valori evangelici e la distanza da qualsiasi tentazione mondana, anticipando di più di un secolo quei movimenti di contestazione giovanile che attraverseranno l'America e l'Europa dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecento. L'ingresso dell'arte nella dimensione culturologica della contemporaneità, a partire dalla fase finale dell'Ottocento, segna una nuova fase nel rapporto tra arte e dimensione spirituale. Il crollo dell'orizzonte metafisico, teorizzato da Nietzsche, che influenzerà profondamente soprattutto l'avanguardia storica futurista ed il pensiero di Marinetti, con temi quali la sovrumana volontà. il superuomo ed il volo visto come distacco dalla materia, e la provocatoria asserzione sulla “morte dell'arte” di Hegel, che significa in sostanza che l'arte si è liberata dall'asservimento al Bello ed ai dogmi della religione e della politica per diventare qualcos'altro rispetto al passato, conducono la spiritualità dentro il recinto dell'interiorità e della sensibilità dell'artista. Secondo Walter Benjamin, per effetto del progresso tecnologico e dell'avvento degli strumenti di riproducibilità tecnica, l'arte è passata dal dominio del rituale a quello della politica, aumentando la sua sfera di diffusione simultanea e di esponibilità. Il rapporto dell'arte con religione e spiritualità nel corso del Novecento non è venuto meno, ma si è manifestato con modalità diverse ed inedite rispetto al passato. Con l'eccezione di episodi significativi, quali il “Manifesto dell'Arte Sacra Futurista”, il rapporto con il sacro è diventato sempre più afferente alla dimensione privata e personale del linguaggio artistico. Come non rinvenire una forte tensione spirituale, ad esempio, nei lavori astratti del Neo Plasticismo di Mondrian, od in molte prove dell'Espressionismo Astratto, od ancora nel “blu assoluto” di Yves Klein? L'anelito verso una religiosità dell'arte è avvertibile, a mio avviso, anche in molte opere della tarda post modernità, all'apparenza provocatorie ai limiti del villipendio, come quelle di Andres Serrano.

Questa volta la BAM, nella sua quinta edizione “On Tour”, in parallelo con una serie di eventi importanti ospitati dalla nostra regione, ha inteso operare una ricognizione dedicata ad un tema  con cui l'arte non può esimersi dal confrontarsi. La selezione di artisti del territorio, prevalentemente figure ormai storiche del panorama degli anni Settanta ed Ottanta, con alcune significative presenze emerse nei Novanta, e nel corso degli anni Zero, ha sposato al solito il criterio della qualità. In mostra sarà possibile ammirare diverse versioni del rapporto tra arte e spiritualità ; da una dimensione narrativa raccolta ed intima, prevalentemente pittorica ed installativa,  ad una estroversione visiva non priva di spirito gioiosamente sdrammatizzante ed ironico, nei versanti della fotografia, dell'oggettualismo e della pittura neo pop. Gli artisti invitati, di cui si allega l'elenco, sono stati lasciati liberi di esprimersi sia tramite una dimensione evocativa che con una citazione iconografica diretta. Il risultato penso sia interessante, e la libertà espressiva non si è tramutata, come spesso avviene per appagare gli appetiti mediatici, nella provocazione fine a sé stessa.

Artisti invitati :

Salvatore Astore, Laura Avondoglio, Cornelia Badelita, Angelo Barile, Ermanno Barovero, Enzo Bersezio, Mauro Biffaro, Corrado Bonomi, Antonio Carena, Gianni Caruso, Ferruccio D'Angelo, Filippo di Sambuy, Radu Dragomirescu, Roberta Fanti, Raffaello Ferrazzi, Silvia Fubini, Enzo Gagliardino, Titti Garelli, Theo Gallino, Riccardo Ghirardini, Carlo Giuliano, Santo Leonardo, Pino Mantovani, Plinio Martelli, Mario Marucci, Andrea Massaioli, Giancarlo Pagliasso, Luciano Pivotto, Francesco Preverino, Sergio Ragalzi, Franco Rasma, Ubaldo Rodari, Claudio Rotta Loria,Eraldo Taliano,  Valerio Tedeschi, Vittorio Valente, Ugo Venturini.



Durata : fino al 31 maggio. Venerdì 15.30-18.00.
Sabato-Domenica 10.30-12.30 15.30-18.00

Organizzazione : hakassociatiartecontemporanea
Patrocinio : Comune di Moncalieri, MIBAC Ministero Beni Artistici e Culturali, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Piemonte Nuovo..da sempre, MAU Museo d'Arte Urbana di Torino
Info : 349 4665091   335 6398351 

Castello di Moncalieri / Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte On Tour.



SABATO 9 MAGGIO, dalle 17.00 alle 20.00, presso il Castello di Moncalieri, Giardino delle Rose Piazza Baden Baden, si inaugura la sesta edizione della BAM  

Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte On Tour.

Titolo della Mostra : "Il Cuore Sacro dell'Arte / la dimensione spirituale nell'arte piemontese contemporanea"



opera di  Roberta  Fanti  Le mie Prigioni 2015


Direttore Artistico : Riccardo Ghirardini
Curatore : Edoardo Di Mauro

Artisti : Salvatore Astore, Laura Avondoglio, Cornelia Badelita, Angelo Barile, Ermanno Barovero, Enzo Bersezio, Mauro Biffaro, Corrado Bonomi, Antonio Carena, Gianni Caruso, Ferruccio D'Angelo, Filippo di Sambuy, Radu Dragomirescu, Roberta Fanti, Raffaello Ferrazzi, Silvia Fubini, Enzo Gagliardino, Titti Garelli, Theo Gallino, Riccardo Ghirardini, Carlo Giuliano, Santo Leonardo, Pino Mantovani, Plinio Martelli, Mario Marucci, Andrea Massaioli, Giancarlo Pagliasso, Luciano Pivotto, Francesco Preverino, Sergio Ragalzi, Franco Rasma, Ubaldo Rodari, Claudio Rotta Loria, Eraldo Taliano, Valerio Tedeschi, Vittorio Valente, Ugo Venturini.

Durata : fino al 31 maggio. Venerdì 15.30-18.00.
Sabato-Domenica 10.30-12.30 15.30-18.00

Organizzazione : hakassociatiartecontemporanea
Patrocinio : Comune di Moncalieri, MIBAC Ministero Beni Artistici e Culturali, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Piemonte Nuovo..da sempre, MAU Museo d'Arte Urbana di Torino
Info : 349 4665091   335 6398351 



mercoledì 22 aprile 2015

Focus Latin America: Art Is Our Last Hope


Focus Latin America: Art Is Our Last Hope

A cura 
di 
Vanessa Davidson e John Held Jr.







Mostre  Svolte:
2014 - Phoenix, “Focus Latin America: Art Is Our Last Hope”, Phoenix Art Museum, Arizona. A cura di Vanessa Davidson e John  Held Jr.

2015 - Phoenix, “Focus Latin America: Art Is Our Last Hope”, MonOrchid Gallery, Arizona. A cura di Vanessa Davidson e John  Held Jr.






Small Scale Subversion: Mail Art & Artistamps di John Held Jr.



Small Scale Subversion: Mail Art & Artistamps


Copertina morbida, 318 Pagine 

Although increasingly appreciated in fine art and stamp collecting circles, artist postage stamps, or artistamps, are more likely to be traded between the people who create them than they are to be exhibited in commercial art galleries or read about in philatelic journals. Artistamps are part and parcel of the grassroots network known as Mail Art, an alternative art of creative long-distance communication that intuited the demand for cross-cultural exchange long before the Internet. Although seemingly rigid, the postage stamp format allows flexible approaches in painting, watercolor, offset, photography, photocopy, rubber-stamping, engraving, digitization and sculpture.

Dettagli del prodotto
ISBN   9781329058057
Copyright   John Held Jr. (Licenza di copyright standard)
Edizione  First Edition
Editore  TAM-Publications
Pubblicato   11 aprile 2015
Lingua   Inglese
Pagine   318
Rilegatura   Copertina morbida con rilegatura termica
Inchiostro contenuto  Bianco e nero
Peso  0,54 kg
Dimensioni (centimetri)   Larghezza: 15,24, altezza: 22,86
Prezzo €18,68
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sabato 18 aprile 2015

SEMIOTICAMENTE/ Marcello Diotallevi a Villa Carlotta


17 aprile – 3 maggio
Semioticamente
La Mail Art di Marcello Diotallevi
Villa Carlotta – Tremezzo (Lago di Como)



L'esposizione prende lo spunto dai lavori di Marcello Diotallevi, uno dei più noti mail-artisti Italiani. Attraverso l’esposizione di libri, documenti, opere d’arte e reperti naturali, si mettono a colloquio i semi quali elementi primari, principio di vita, fondamento di tutto ciò che esiste in natura, non da ultimo, dell’espressione artistica.


Nella splendida cornice di Villa Carlotta, a Tremezzo, antica dimora,  diventa cabinet de curiosités. Libri antichi e incisioni, documenti e memorabilia, volumi e cataloghi botanici dialogano e si confrontano con l’arte di Marcello Diotallevi in un suggestivo percorso espositivo a contatto con alcune sculture del Canova e l’Ultimo bacio di Hayez, il quadro più famoso del romanticismo italiano. La mostra “Semioticamente”, a cura di Michele Caldarelli,  presenta il lavoro di Marcello Diotallevi, uno tra i più importanti esponenti della poesia visiva e mail art in Italia.



“Semioticamente” mette a confronto le opere dell’artista con libri, documenti e reperti storici. Sono presenti i suoi “Libri d’Artista” caratterizzati da percorsi alfabetici che si trasformano in armoniche fabule cifrate e il suo lavoro “Lettere al mittente”, missive illeggibili che hanno percorso un travagliato percorso postale e sono tornate alcune al mittente. Recapitate a persone che non le hanno mai spedite, rinviate al “destinatario/mittente” e dopo lunga peregrinazione – arricchite di timbri, date e annotazioni – nuovamente all’artista, in un gioco di scambio di ruoli tra destinatario-mittente-destinatario.



Marcello Diotallevi  è un artista di Fano che è passato dalla pittura alla scultura, alla grafica e infine alla scrittura; è l’autore della Guida al Musée National d’Art Moderne di Parigi, il centro Georges Pompidou. La mail art è una forma d’arte che usa la posta come mezzo: una opera viene inviata da un mittente a un destinatario e il destinatario risponde con un’altra opera.  Una forma artistica antica che la leggenda vuole abbia avuto inizio con Cleopatra che spedì se stessa a Giulio Cesare arrotolata in un tappeto determinando l’assioma per cui mittente, ricevente e mezzo ne diventano gli elementi fondamentali e imprescindibili. 


La Mail art è uno dei più longevi movimenti artistici della storia dell’arte, una rete “trasversale” ormai assai complessa e sempre più imprevedibile, composta da milioni di artisti del Network che si scambiano messaggi creativi in forma di lettere, buste, cartoline postali, collage, poesia visiva, libri d’artista e persino oggetti tridimensionali. È un'arte che non viene creata per essere collocata in un museo o per essere mercificata, ma è arte spontanea che viene scambiata gratuitamente senza fini di lucro. L’arte Mail è nata negli anni ’60, esattamente nel 62,  grazie all’opera di Ray Johnson, ed evoluta da precedenti correnti artistiche, come il Futurismo, il Dadaismo, il Surrealismo e il gruppo Fluxus nel quale furono attivi personaggi come: John Cage, George Maciunas e Joseph Beuys. Infatti agli inizi del Novecento molti artisti inviavano Cartoline Postali, disegni e altro utilizzando il mezzo postale, tra questi ad esempio Cangiullo, G. Balla, Fortunato Depero e persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco . Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna. Inoltre,bisogna ricordare anche il lavoro di un artista contemporaneo come Alighiero Boetti che ha fatto largo uso del mezzo producendo un'ingente quantità di lavori postali; fin dalla fine degli anni sessanta Boetti ha scritto e spedito migliaia di buste contenenti frammenti di altri lavori.