SABATO 9 MAGGIO, dalle 17.00 alle 20.00, presso il Castello di Moncalieri, Giardino delle Rose Piazza Baden Baden, si inaugura la sesta edizione della BAM
Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte On Tour.
Titolo della Mostra : "Il Cuore Sacro dell'Arte / la dimensione spirituale nell'arte piemontese contemporanea"
opera di Roberta Fanti Le mie Prigioni 2015
La
BAM ha una precisa finalità, in
decisa controtendenza rispetto alla “biennalite” caratterizzante la scena
artistica contemporanea nell’era della globalizzazione, che è quello di
valorizzare l’arte e la creatività piemontese dal secondo dopoguerra ad oggi
secondo un percorso che, ad ogni scadenza, si indirizza verso aree diverse di
analisi storica e contenutistica. Dopo “Proposte
artistiche in Piemonte 1996/2004” della sperimentale edizione del 2004, e “Arte in Piemonte 1975/1995” tema del
2006 e prima fase di reale consolidamento dell’iniziativa, ed il significativo
intermezzo della “BAM on Tour 2007”,
nel 2008 abbiamo approntato una manifestazione intitolata “Art Design”, che ha conosciuto un significativo corollario
nell’estate 2009 con uno spettacolare allestimento presso il Castello di Racconigi che, unitamente
alla presenza ad Artissima, ha
sancito il lancio definitivo di una manifestazione nata per pura scommessa
intellettuale e tramutatasi in un appuntamento importante nel folto panorama di
iniziative artistiche che caratterizza Torino ed il Piemonte. Nel 2010 con “BAM Piemonte Project Grafik” , bissata
con “BAM on Tour 2011” per la prima
volta a Torino, abbiamo, con successo, privilegiato il rapporto tra l’arte e la
grafica pubblicitaria ed industriale, ma anche il fumetto ed il neo pop. La quinta edizione della BAM si è
svolta, dopo Verbania per le prime tre edizioni e Carmagnola per la quarta, a Chieri, in sedi prestigiose quali la Biblioteca e l’Imbiancheria del Vajro, ed
anche nelle vetrine del centro cittadino, con il titolo “Contemporary Photobox 2012”, con l' obiettivo di cogliere
l’evoluzione di una linea stilistica legata all’uso delle tecnologie quindi
fotografia, video ed immagine digitale. La “BAM on Tour 2013”, dedicata alla giovane fotografia piemontese, si
è svolta presso l'NH Lingotto Tech.
Con la sesta edizione, anticipata rispetto al consueto nel febbraio 2014 sempre
presso l'Imbiancheria del Vajro, “BAM
Piamonte Project 6 80”, dedicata a quel stimolante e controverso decennio,
ed un allestimento coronato da un autentico e pieno successo, riteniamo che la
BAM sia entrata definitivamente nell'eccellenza delle rassegne artistiche della
nostra regione.
L'occasione,
imprevista e gradita, di poter disporre, per la prima volta, di una sede come
il Castello di Moncalieri, importante reggia sabauda fino ad ora mai adoperata
per rassegne di arte contemporanea, ci ha indotto ad approntare una “edizione
straordinaria”. La concomitanza con eventi quali l'Ostensione della Sindone ed il Bicentenario della nascita di Don Bosco,
la presenza ormai consolidata di una manifestazione come Torino Spiritualità, la possibilità di
disporre dello spazio a partire da maggio, quindi di creare attenzione sull'evento anche nei termini
della ricaduta turistica sul territorio, ci hanno fatto optare per una
riflessione sul tema del sacro ed un titolo quale “Il cuore sacro dell'arte : la dimensione sprituale nell'arte piemontese
contemporanea”.
La
religione, come il pensiero mitico, il pensiero simbolico e la ragione, fanno
parte della natura dell'uomo sia religioso che a-religioso. L'arte, ai suoi
primordi, aveva il compito prioritario di esorcizzare la paura della morte,
allontanare il senso della fine e dell'incertezza, cosi vivi e presenti nella
nostra attuale ed incerta dimensione quotidiana. L'esclusività del rapporto tra
il fruitore e l'opera, sia che generi fascinazione o distacco e repulsione,
consente di porsi in una dimensione privilegiata, in grado di percepire il
respiro della spiritualità, senza doverla necessariamente riconoscere nello
stile, nelle forme e nei simboli della tradizione. Scrive il grande storico
delle religioni Mircea Eliade : “ Il sacro nell'arte contemporanea è diventato
irriconoscibile, si è camuffato in forme, propositi e significati che sono
apparentemente “profani”. Il sacro non è scontato, com'era per esempio
nell'arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e facilmente, perchè
non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Una
attenta disamina non può negare l'esigenza del sacro che pervade la società e,
di riflesso, il panorama dell'arte. Nonostante la secolarizzazione avvenuta nel
corso del Novecento, ancora più evidente
in questa prima fase del nuovo millennio, e la parziale resa all'immanente
costituito dalle ragioni della tecnica e del mercato, l'arte contemporanea è in
realtà più spesso di quanto si creda alla ricerca di un confronto con la
spiritualità, anche se spesso celato dall'abitudine, non sempre coronata da
esiti felici quando l'intento è la ricerca del clamore mediatico fine a sé
stesso, di mescolare l'iconografia del sacro con quella del profano.
Riepilogare
il rapporto tra dimensione artistica e religione richiederebbe quantomeno un
intero volume. Cosa che nella circostanza i parcellizzati spazi tipografici di
cui dispongo rende impossibile. Tuttavia si possono sintetizzare alcuni
passaggi storici, che traggo in buona parte dal mio saggio “Vocazione e
progetto. Storia ed attualità della critica d'arte”, di cui è prossima la
stampa della seconda edizione.
Per
Platone l'espressione artistica non ha a che fare con il razionale o
l'irrazionale, quanto con l'ultrarazionale. Il filosofo sosterrà il concetto di
mimesi unicamente in quanto “hermeneia”, cioè interpretazione. Il poeta si pone
come tramite privilegiato tra l'uomo e la divinità e parla in sua vece. Per
Platone, infatti, ispirazione significa “entusiasmo” che, tradotto da un punto
di vista etimologico, diventa “essere nel dio”, cioè porsi al di là della
dimensione del contingente e del terreno, quindi della materia. Dopo la
parentesi “laica” dello Stoicismo, profondamente influenzato dal pensiero di
Aristotele, alla esasperazione formalista in atto nella parte terminale della
stagione ellenistica, si oppone dapprima, con il richiamo all'esigenza di una
maggiore attenzione alla dimensione spirituale, lo Pseudo Longino con il suo
trattato “Del sublime”, probabilmente redatto in epoca augustea, poi un filosofo
di primo rango come Plotino, nel terzo secolo dopo Cristo. Plotino condanna
qualsiasi concezione rigida della bellezza, che è luce e splendore, secondo la
teoria dell'”emanazione” divina, riscontrabile nelle religioni orientali, non
si deve dimenticare che Plotino non è un autore cristiano. Anticipando il
concetto di autonomia dell'arte, appare significativa la dicotomia instaurata
tra materia e forma : la prima è bruttezza caratterizzata dall'assenza di
forma, entità non valutabile e non visibile, vuoto assoluto. La materia prende
vita solo in presenza della forma e quest'ultima, emanazione del divino, assume
corpo in virtù della visione interiore che ne permette la percezione. Nella
fase storica successiva, quella dell'Alto Medioevo, l'arte è vissuta come
espressione diretta della comunità di appartenenza che, a sua volta, con la
mediazione dell'”artifex”, è rivolta verso l'adorazione della gloria del
Signore. Dice Papa Gregorio Magno nel VII secolo che “la pittura per gli
analfabeti e ciò che la scrittura è per i letterati”. Questa visione della
funzione comunitaria e spirituale dell'arte trovò larga eco nell'Ottocento,
all'interno delle varie correnti romantiche che si opponevano all'alienazione
introdotta dall'avvento della Rivoluzione Industriale denunciando, non senza
una certa dose di ragione alla luce delle esperienze di oggi, il rischio della
serializzazione della pratica dell'arte e della riduzione del manufatto
artistico a merce tra le merci. Basti pensare all'affermazione di John Ruskin a
difesa dei Preraffaelliti, accusati di eccessiva leziosità. Il grande critico e
storico dell'arte inglese sosteneva la religiosità della Confraternita
Preraffaellita in quanto la loro “perdita di tempo” era una “perdita del
tempo”, un annullamento, uno sprofondare in una dimensione “altra”. Nel
Medioevo, se è sostanzialmente nullo il progresso della critica, intesa anche
solo nella formula convenzionale della cronaca, così non è per l'estetica e la
speculazione filosofica. Agostino, contrariamente a Plotino, sostiene la
trascendenza divina rispetto al mondo e autorizza, da un punto di vista
estetico, il “brutto”, in opposizione alla tradizione classica greca di matrice
platonica, perchè esso è elemento del creato, legittimato dalla sofferenza di
Cristo in croce. Molto secoli dopo Tommaso d'Acquino, colui che codificò
l'aristotelismo facendone la struttura portante non solo della religione ma
dell'intero edificio culturale occidentale, in omaggio all'importanza che nel
pensiero del filosofo greco ebbe il concetto di mimesi, concede piena liceità
alla fantasia, necessaria anche per la rappresentazione dell'inesistente.
L'anonimato dell'artista medievale cessa gradualmente dopo l'anno Mille.
L'architettura, arte aniconica, sintetizza l'estetica del Medioevo nell'essenza
dell'edificio religioso per eccellenza, la cattedrale. L'eccessivo sfarzo delle
cattedrali gotiche scatena delle critiche parallele che vari movimenti di
contestazione religiosa muovono alla secolarizzazione ed al potere politico
della Chiesa. La stagione della grande pittura toscana tra Due e Trecento,
Cimabue, Giotto, Simone Martini, i senesi, porteranno alla ripresa di una
dimensione figurativa e fortemente spirituale dell'arte. L'aureo Rinascimento,
periodo che vede la nascita dell'era moderna con la regolamentazione della
prospettiva da parte di Leon Battista Alberti e l'invenzione tipografica di
Gutemberg è diviso, da un lato, dalla esaltazione degli studi classici e dalla
rivalutazione del pensiero platonico nella cerchia padovana di Marsilio Ficino,
dall'altro dalla rivendicazione dei valori dell'individuo che condurrà
l'occidente europeo dritto verso la Rivoluzione francese, massima esaltazione
dei valori laici. Tornando all'Alberti, egli è il prototipo dell'intellettuale
rinascimentale, poliedrico ed aperto al mondo, mosso dal desiderio di
comprenderlo, di spiegarne le leggi e di dominarlo, quasi come un nuovo Dio in
terra, essendo dall' Altissimo stato creato a sua immagine e somiglianza. Lo
spirito scientifico del metodo prospettico, e dell'intero Rinascimento, è
affermato da Leonardo Da Vinci. Per lui la pittura è “scienza in atto”.
Leonardo si definisce, per prendere le distanze dai canoni dell'umanesimo
neoplatonico. “omo sanza lettere”, tant'è che apprese il latino solo in età
avanzata. La dimensione spirituale sarà invece centrale nella poetica del
“rivale” di Leonardo, quel Michelangelo che sfiorò, con la congrega degli
Spirituali, l'adesione alla nascente Riforma Protestante. Dopo la lunga,
intellettualmente stimolante, stagione Manierista, figlia di un'epoca di crisi
e di pasaggio, il Seicento e la stagione barocca segnano sia un trionfo della
ragione moderna, con la nascita del metodo scientifico, sia uno stretto e
vincolante rapporto della religione con l'arte, per effetto dell'applicazione
concreta della Controriforma. Gli artisti, la cui sopravvivenza economica era
garantita in primo luogo dalla Chiesa, dovevano concentrarsi sulle
rappresentazioni sacre, e sulle scene di martirio, per suscitare nei fedeli la
devozione. Il naturalismo di Caravaggio e della sua cerchia aggirerà il vincolo
calando nelle vesti di santi e martiri personaggi del popolo, rappresentando quello che era l'underground
dell'epoca. Il Settecento è la stagione del già citato Illuminismo, con le
parole d'ordine “Libertà. Uguaglianza, Fraternità”. Nel corso di due secoli,
Settecento ed Ottocento, gli intellettuali più sensibili ed avveduti rispondono
prontamente con la scrittura alle mutazioni iconografiche di pittura e
scultura, che gradualmente si sottraggono alla dittatura del racconto
mitologico, religioso, storico e letterario, contribuendo alla costruzione
della nuova immagine contemporanea che, dopo il traghettamento simbolista,
approderà alla stagione delle avanguardie storiche. Dell'Ottocento e della
temperie Romantica ho già fatto cenno. Le radici del movimento romantico in
arte partono da un antagonismo, dal rivendicare il privilegio dell'antica teknè
e l'artigiana lentezza della pratica artistica. Il primo, e più coerente di
questi movimenti, è quello Nazareno, nato in Germania su impulso di Franz Pforr
e Friedrich Overbeck. I Nazareni contestano integralmente l'alienazione della
nascente civiltà industriale e l'ipocrisia borghese, nonchè l'assenza di
tensione spirituale nell'arte, predicando e praticando un ritorno ai valori
evangelici e la distanza da qualsiasi tentazione mondana, anticipando di più di
un secolo quei movimenti di contestazione giovanile che attraverseranno
l'America e l'Europa dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecento.
L'ingresso dell'arte nella dimensione culturologica della contemporaneità, a
partire dalla fase finale dell'Ottocento, segna una nuova fase nel rapporto tra
arte e dimensione spirituale. Il crollo dell'orizzonte metafisico, teorizzato
da Nietzsche, che influenzerà profondamente soprattutto l'avanguardia storica
futurista ed il pensiero di Marinetti, con temi quali la sovrumana volontà. il
superuomo ed il volo visto come distacco dalla materia, e la provocatoria
asserzione sulla “morte dell'arte” di Hegel, che significa in sostanza che
l'arte si è liberata dall'asservimento al Bello ed ai dogmi della religione e
della politica per diventare qualcos'altro rispetto al passato, conducono la
spiritualità dentro il recinto dell'interiorità e della sensibilità dell'artista.
Secondo Walter Benjamin, per effetto del progresso tecnologico e dell'avvento
degli strumenti di riproducibilità tecnica, l'arte è passata dal dominio del
rituale a quello della politica, aumentando la sua sfera di diffusione
simultanea e di esponibilità. Il rapporto dell'arte con religione e
spiritualità nel corso del Novecento non è venuto meno, ma si è manifestato con
modalità diverse ed inedite rispetto al passato. Con l'eccezione di episodi
significativi, quali il “Manifesto dell'Arte Sacra Futurista”, il rapporto con
il sacro è diventato sempre più afferente alla dimensione privata e personale
del linguaggio artistico. Come non rinvenire una forte tensione spirituale, ad
esempio, nei lavori astratti del Neo Plasticismo di Mondrian, od in molte prove
dell'Espressionismo Astratto, od ancora nel “blu assoluto” di Yves Klein?
L'anelito verso una religiosità dell'arte è avvertibile, a mio avviso, anche in
molte opere della tarda post modernità, all'apparenza provocatorie ai limiti
del villipendio, come quelle di Andres Serrano.
Questa
volta la BAM, nella sua quinta edizione “On Tour”, in parallelo con una serie
di eventi importanti ospitati dalla nostra regione, ha inteso operare una
ricognizione dedicata ad un tema con cui
l'arte non può esimersi dal confrontarsi. La selezione di artisti del
territorio, prevalentemente figure ormai storiche del panorama degli anni
Settanta ed Ottanta, con alcune significative presenze emerse nei Novanta, e
nel corso degli anni Zero, ha sposato al solito il criterio della qualità. In
mostra sarà possibile ammirare diverse versioni del rapporto tra arte e
spiritualità ; da una dimensione narrativa raccolta ed intima, prevalentemente
pittorica ed installativa, ad una
estroversione visiva non priva di spirito gioiosamente sdrammatizzante ed
ironico, nei versanti della fotografia, dell'oggettualismo e della pittura neo
pop. Gli artisti invitati, di cui si allega l'elenco, sono stati lasciati
liberi di esprimersi sia tramite una dimensione evocativa che con una citazione
iconografica diretta. Il risultato penso sia interessante, e la libertà
espressiva non si è tramutata, come spesso avviene per appagare gli appetiti
mediatici, nella provocazione fine a sé stessa.
Artisti invitati :
Salvatore Astore, Laura Avondoglio,
Cornelia Badelita, Angelo Barile, Ermanno Barovero, Enzo Bersezio, Mauro
Biffaro, Corrado Bonomi, Antonio Carena, Gianni Caruso, Ferruccio D'Angelo,
Filippo di Sambuy, Radu Dragomirescu, Roberta Fanti, Raffaello Ferrazzi, Silvia
Fubini, Enzo Gagliardino, Titti Garelli, Theo Gallino, Riccardo Ghirardini,
Carlo Giuliano, Santo Leonardo, Pino Mantovani, Plinio Martelli, Mario Marucci,
Andrea Massaioli, Giancarlo Pagliasso, Luciano Pivotto, Francesco Preverino,
Sergio Ragalzi, Franco Rasma, Ubaldo Rodari, Claudio Rotta Loria,Eraldo
Taliano, Valerio Tedeschi, Vittorio
Valente, Ugo Venturini.
Durata : fino al 31 maggio. Venerdì 15.30-18.00.
Sabato-Domenica 10.30-12.30 15.30-18.00
Organizzazione : hakassociatiartecontemporanea
Patrocinio : Comune di Moncalieri, MIBAC Ministero Beni Artistici e Culturali, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Piemonte Nuovo..da sempre, MAU Museo d'Arte Urbana di Torino
Info : 349 4665091 335 6398351