mercoledì 27 agosto 2014
martedì 26 agosto 2014
G. A. Cavellini / MOSTRA RETROSPETTIVA "GAConcettual Poetry"
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105
- Salerno
MOSTRA RETROSPETTIVA
Palazzo Virtuale
“GACONCETTUAL POETRY”
G.A.CAVELLINI
1914 - 2014
Dal 7 settembre 2014 al 27 ottobre 2014
Inaugurazione: Domenica 7 Settembre
2014, ore
18.00
Ophen
Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105 – Salerno Tel/Fax 089 5648159
Orario
continuato: tutti i
giorni dalle 17.00 alle 20.30
Retrospettiva
dedicata a Guglielmo Achille Cavellini
in occasione del Centenario della
nascita con una presentazione di Piero Cavellini,
un poema visuale e un saggio critico di Giovanni Bonanno.
S’inaugura
sabato 7 settembre 2014, alle ore 18.00, la mostra Retrospettiva a cura di Giovanni Bonanno in collaborazione con
l’Archivio Cavellini di Brescia dal titolo: “GACONCETTUAL POETRY” che lo Spazio
Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’anniversario del Centenario
di Guglielmo Achille Cavellini.
Guglielmo Achille
Cavellini a compimento del Centenario
(1914-2014) aveva espresso il desiderio
di attuare una sorta di celebrazione postuma come completamento di una
sua importante operazione artistica
incentrata sull’Autostoricizzazione”. Per tale importante occasione vengono
presentati 86 opere significative
dell’artista lombardo. Nella prima sala sono presenti i lavori degli anni 60, dalla
pittura dei primi anni sessanta alle
opere oggetto, dai francobolli ad intarsio in legno alle casse che contengono
opere distrutte del 1966 al 1968. Nella seconda sala vi sono i lavori degli
anni 70, dalle casse che
contengono opere distrutte del 1968 ai carboni, dai francobolli alle fotografie
e le tele emulsionate. Nella terza sala
vi sono i lavori degli anni 80, con la
serie dei personaggi della storia, i
francobolli, gli autoritratti, la
scrittura sul corpo, la performance e gli ultimi autoritratti realizzati
dall’artista nel 1990 in una clinica di Brescia prima della morte.
Per diversi
decenni GAC in Italia è stato osteggiato
come “un ricco eccentrico in vena di esibizionismo”, non compreso perché
ritenuto soltanto un importante
collezionista d’arte contemporanea
e di conseguenza collocato dalla
critica ufficiale nel completo
isolamento. A partire dal 1970, aveva
per la prima volta tentato a “scardinare” il sistema ufficiale dell’arte e di
far sentire la propria voce attuando appropriate “interferenze” all’interno del
sistema proponendo la sua presenza come autentico momento creativo. L’arte,
dopo essere stata relegata per molto tempo
al chiuso delle idee, con l’autostoricizzazione” del 1971 di GAC diveniva liberazione, apertura delle frontiere
culturali, arte che si integrava nella vita.
Inoltre, condividendo e abbracciando contemporaneamente più campi di ricerca trasversali e alternativi alle proposte della cultura
ufficiale; dalla pittura alla poesia visiva, dall’arte di comportamento alla
Body Art si collocava autonomamente ai margini di un sistema, in una zona
franca, in una periferia di confine praticabile.
Artista per certi
versi difficilmente classificabile per le diverse pratiche utilizzate, ma
sicuramente protagonista del superamento trasversale di una logica
tradizionale. Oggi, a distanza di qualche decennio di riflessione, Guglielmo Achille Cavellini
appare un personaggio geniale e
poliedrico. Ha vissuto l'arte contemporanea dal secondo dopoguerra fino al
1990, anno della sua morte, come battitore libero, diceva: “preferisco
vivere la mia avventura, proiettata nel futuro, piuttosto di dovermi
impantanare nell’intricata giungla dell’arte”, da artista non condizionato da
schemi e imposizioni. Non é stata una questione di semplice eleganza o
puro stile ma di una lucida operazione
illuminata che ha evidenziato e messo in
luce i problemi e le contraddizioni di
un sistema culturale che non lascia niente al caso e che quasi sempre tratta l’opera e l’artista come
mera merce di scambio.
BREVE BIOGRAFIA
di GUGLIEMO ACHILLE CAVELLINI (GAC)
GAC (Guglielmo Achille Cavellini) è stato un importante
studioso e collezionista dell'arte astratta europea. Dalla metà degli Anni '40
esordisce con disegni e ritratti. Nel '60, si dedica invece alla
sperimentazione: alcuni esempi del suo lavoro sono spesso legati a citazioni,
vere e proprie elaborazioni di celebri opere che ne fanno un autentico attore
nella messa in scena dell'arte. GAC mette in pratica la sua teoria dell'autostoricizzazione:
il fare da sé nel costruirsi attorno l'alone del successo, mettendo in disparte
i processi canonici che il sistema utilizza a tale scopo. Non è un atto di
megalomane autorappresentazione, bensì l'innescarsi di una procedura
alternativa: una rivoluzione all'interno della comunicazione artistica. Andy
Warhol si mette a ritrarre Cavellini, e il geniaccio GAC rende omaggio a Andy
con il francobollo "Le Marilyn di Warhol" (1984). L’utilizzo dei
materiali di recupero (negli oggetti assemblati, negli intarsi in legno, nei
carboni), è lo strumento del suo operare. Nascono i Teatrini e i
francobolli d’artista attraverso i quali viene reso omaggio ai geni della
pittura: Picasso, Lèger, Matisse, Braque e nasce, anche, l’amore per la Mail
Art, movimento libero e democratico che
permette a GAC di avere contatti e
confronti importanti con tanti artisti sparsi su tutto il pianeta.
“GACONCETTUAL POETRY”
G.A.CAVELLINI
1914 -
2014
SPAZIO OPHEN
VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105
- Salerno
lunedì 4 agosto 2014
11° edizione STELLAINARTE / Stella Cilento, (SA).
COMUNE DI STELLA CILENTO
Provincia di Salerno
11° edizione
STELLAINARTE
Silenziosi
e un po’ anarchici
Edificio Scolastico “Rosa
Niglio Itri”
Stella Cilento (SA) 04 >
18.08.2014
inaugurazione 04 agosto
2014 ore 19.30
Lunedì 04
Agosto 2014,
alle ore 19,30, presso l’edificio
scolastisco “Rosa Niglio Itri” di Stella
Cilento, con il patrocinio della Provincia di Salerno, dell’Ente Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dell’Unione Comuni dell’Alento e del
Comune di Stella Cilento, s’inaugura, coordinata da Franco Massanova, l’XI
edizione della rassegna “STELLAINARTE” con la mostra “Silenziosi e un po’ anarchici”,
a cura di Pasquale Ruocco e con opere di Giovanni Alfano, Enzo Bianco, Gennaro
Branca, Ellen G., Loris Lombardo e Milena Sgambato.
La mostra si pone come ulteriore occasione di
approfondimento delle vicende artistiche campane in particolare di quelle
legate al mezzo pittorico, riflettendo sul rapporto che quest’ultimo vive
rispetto ai new media, alla tecnologia digitale e, soprattutto, al linguaggio
dei mass media.
L’età contemporanea,
del resto, indica Pasquale Ruocco nel testo di accompagnamento alla mostra, si
presenta come “un vero e proprio diluvio di immagini e icone che si rovescia
ogni giorno sullo spettatore/consumatore rimbalzando da un device all'altro, un mare inquinato che corrode quotidianamente le
nostre naturali capacità di osservazione ed elaborazione, spinti a viaggiare
rapidamente sulla superficie delle cose. Che valore assume allora l'arte in
tale contesto? Omologata a semplice merce o rivendicazione a tornare padroni
dei propri sogni, del proprio tempo, padroni di una cultura non complice,
padroni di una solitudine silenziosa e un po' anarchica? O, ancora, possibilità
di svelare le contraddizioni del sistema di diffusione delle immagini che
appunto non solo prolificano ma condizionano perfino la possibilità
dell’artista di creare un immaginario? Di sfidare, quindi, le immagini
levandole dal loro incastro con la pubblicità, la cronaca, il web e riaprendole
al senso della loro genealogia?”
A tali domande cercano
di dare risposta anche gli artisti coinvolti in questa XI edizione di “StellainArte”
affidandosi ancora alla prassi pittorica, ai suoi mezzi più resistenti, al
quadro, alla cornice, al pigmento, alla terra, all’olio e alla loro storia,
ritrovandovi quella “potenza evocativa infinita”, per dirla con Carlo Sini,
capace, rispetto alla visione “immediata, deduttiva, veloce” dello schermo, di
cadenzare un tempo lento, riflessivo, capace di andare oltre l’effimero, oltre
l’apparenza.
La
mostra sarà aperta tutti i giorni dalle ore 19.00 alle 22.30 oppure su
appuntamento
per
info: Franco Massanova 089330447 – 3205740715
Mostra Collettiva Internazionale di Guglielmo Achille Cavellini a Salerno
Settantatré artisti rendono omaggio a
Guglielmo Achille Cavellini nel centenario dalla nascita. L’iniziativa,
virtuale, è firmata dalla Ophen Virtual Art Gallery di Salerno.
Probabilmente,
Guglielmo Achille Cavellini ne avrebbe gioito. Non tanto per l’enorme richiamo
presente in piazza della Vittoria della sua Brescia, esplicito riferimento
all’autostoricizzazione che ipotizzò, decenni fa, pensando al secolo dalla
propria nascita. Ora che il centenario è giunto (per la precisione, scoccherà
l’11 settembre), le iniziative per celebrarlo sono diverse. E fra queste spicca
la “Virtual underground”, grazie alla salernitana Ophen virtual art gallery ed
a Giovanni Bonanno. Si tratta di un allestimento web sempre raggiungibile (ma
la medesima struttura ne sta preparando un secondo).
Propone
-con il supporto dello stesso Archivio Cavellini, gestito dalla famiglia-
settantatré opere di altrettanti autori internazionali che hanno voluto
ricordare Gac, come si faceva chiamare, rielaborandone il lavoro. Ed
occhieggiando, fra l’altro, alla filatelia ed al sistema postale, due elementi
caratteristici del protagonista.
Protagonista
che -spiegano gli organizzatori- “è stato osteggiato come «un ricco eccentrico
in vena di esibizionismo», non compreso perché ritenuto soltanto un importante
collezionista d’arte contemporanea e di conseguenza collocato dalla critica
ufficiale nel completo isolamento”. A partire dal 1970, egli aveva tentato di
scardinare il sistema e di far sentire la propria voce attuando appropriate
“interferenze”, “proponendo la sua presenza come autentico momento creativo”.
L’arte, in tal modo, “diveniva liberazione, apertura delle frontiere
culturali”. Condividendo ed abbracciando più campi di ricerca trasversali ed
alternativi alle proposte riconosciute, dalla pittura alla poesia visiva,
dall’arte di comportamento alla body art, “si collocava autonomamente ai
margini di un sistema, in una zona franca, in una periferia di confine
praticabile, smantellando in un solo colpo una prassi tradizionale che
preferiva la produzione ripetitiva dell’artista ben identificabile al completo
servizio del mercato”. Oggi “appare un personaggio geniale e poliedrico”. Ha
vissuto l’arte contemporanea dal secondo dopoguerra fino al 1990, quando morì,
“come battitore libero”.
Visit: http://www.vaccarinews.it/
sabato 26 luglio 2014
Artisti di Sicilia da Pirandello a Iudice: Stabilimento Florio sull’isola di Favignana.
Da
Fausto Pirandello a Renato Guttuso, da Carla Accardi a Emilio Isgrò, da Piero
Guccione a Vincenzo Nucci, gli indiscussi maestri del ’900 siciliano sono al
centro della grande mostra allestita fino
al 12 ottobre negli spazi dell’Ex Stabilimento Florio (che oggi ospita
il Museo della antica tonnara) sull’isola
di Favignana.
La mostra, dal titolo «Artisti
di Sicilia. Da Pirandello a Iudice», curata da Vittorio Sgarbi,
ripercorre la più importante produzione artistica siciliana di pittori,
scultori e fotografi, a partire dagli
anni ’30 e fino ad oggi, con opere straordinarie, molte delle quali provenienti
da importanti collezioni pubbliche e private. Esposte oltre 200 opere con
l’intento di raccontare l’evoluzione di una ricerca artistica che ha
attraversato e influenzato per un secolo intero (e fino a oggi) la cultura
italiana.
Il percorso si articola in
quattro grandi spazi espositivi, dove, seguendo un ordine cronologico, si
susseguono le opere dei maestri vissuti a cavallo tra XIX e XX secolo assieme
ad altri artisti più giovani. Da questi si dipana quel filo continuo che
attraversa il ’900 dagli anni ʻ30 fino al nuovo millennio e che al centro ha
sempre la Sicilia, con il suo paesaggio, la luce mediterranea e la sua straordinaria storia.
Sono presenti opere d’arte tra le più
popolari e interessanti del panorama critico italiano, tra cui quelle del
grandei Fausto Pirandello, “Le carni dei bagnanti e dei nudi femminili”, di Renato Guttuso “La Vucciria”, capolavoro
simbolo dell’arte siciliana nel mondo, Piero Guccione è presente con “Il mare e il cielo di Sicilia”, Bruno Caruso
con “La sua visione interiore” e tra i tanti grandi nomi è presente, anche, il lavoro
" La palma e l'azzurro
" dell’interessante artista saccense Vincenzo Nucci.
Certamente, una selezione
significativa di opere di straordinari maestri che attraverso i singoli percorsi
di ricerca espressiva esprimono una visione della loro terra quale luogo di
meditazione e conflitto. Una mostra che presto potrà iniziare il suo viaggio in
Italia, per arrivare a Milano, durante l’Expo Universale.
Catalogo Skira
Opera di Vincenzo
Nucci, " La palma e l'azzurro " 2011.
Olio su tela cm 120xcm95
Sono presenti tra gli altri importanti artisti siciliani come:
Carmelo Cappello, Carla Accardi, Emilio
Greco, Fausto Pirandello, Gianbecchina, Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Migneco,
Ignazio Moncada, Mimmo Germanà, Nino Franchina, Pietro Consagra, Pippo Rizzo,
Renato Guttuso, Salvatore Fiume, Ugo Attardi, Antonio Brancato, Antonio
Freiles, Bruno Caruso, Dino Cunsolo, Emilio Isgrò , Ferdinando Scianna,
Francesco Balsamo, Franco Battiato, Franco Sarnari, Gaetano Tranchino, Giovanni Chiaramonte, Giovanni Iudice,
Giuseppe Modica, Giuseppe Puglisi, Guido Baragli, Piero Guccione, Rosario
Bruno, Sonia Alvarez, Concetto Maugeri, Tano
Brancato, Togo, Turi Simeti, Vincenzo Nucci.
Un piccolo inciso per Vittorio
Sgarbi; si rileva l’assenza, purtroppo, di
alcuni artisti siciliani che riteniamo significativi
nel panorama culturale della pittura siciliana come per esempio, Antonio Sanfilippo, Paolo Scirpa,
Nicolò D’Alessandro, Vincenzo Sciamè recentemente scomparso e per certi versi anche l’apporto
di Antonio Scordia, nato a Santa Fè
(Argentina) da genitori siciliani e stabilitosi all’età di 3 anni
definitivamente a Roma. Dimenticanze che speriamo verranno colmate in una
prossima futura rassegna.
(Ad ottobre seguirà dell’Ex Stabilimento Florio di
Favignana un’altra importante rassegna dal titolo:«Di là dal faro.
Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento»).
giovedì 17 luglio 2014
PASSAPORTO TIBET
dal 22 giugno 2013 è aperta l’AMBASCIATA TIBETANA con rilascio del PASSAPORTO TIBETANO
PROGETTO TIBET
ideato e curato da Ruggero Maggi
ideato e curato da Ruggero Maggi
Che dire quando ad un
Paese vengono tolti i propri simboli culturali?
Passaporto Tibet rilasciato a Giovanni Bonanno dall'Ambasciata Tibet
Che dire di quel senso di smarrimento, di precarietà dei punti di
riconoscimento, che ogni sopruso toglie, in segno di sfregio e supremazia
sull’altro?
“Il passaporto è la parte più
nobile di un uomo. E difatti non è mica così semplice da fare come un uomo. Un
essere umano lo si può fare dappertutto, nel modo più irresponsabile e senza
una ragione valida; ma un passaporto, mai. In compenso il passaporto, quando è
buono viene riconosciuto; invece un uomo può essere buono quanto vuole, non
viene riconosciuto lo stesso” (Bertolt Brecht – 1934 “Dialoghi di
profughi”)
Viviamo in tempi bui o più probabilmente gli
esseri umani si comportano in modi oscuri in tempi limpidi. L’avvenire e i suoi
futuri abitanti ci chiederanno conto del nostro comportamento nella storia. E
allora dovremo spiegare perche’ e’ tanto importante l’identita’ e i suoi pezzi
di carta. La carta e’ solo carta ci diranno. Come puo’ una parte di mondo
decidere e dichiarare per l’universale? Come la pace puo’ giungere per mezzo di
violenza e guerra? I concetti di spazio, luogo e tempo nella modernita’ si sono
coniugati in modo nuovo. E cosi’ i capitali oltrepassano i confini e
raggiungono in pochi secondi paradisi fiscali dall’altra parte del mondo. Le
merci nel mercato globale attraversano frontiere con estrema facilita’. Lo
fanno nel chiasso di campagne pubblicitarie assordanti. L’uomo che parte
invece, non sempre arriva a destinazione; spesso non arriva. Anche questo e’
assordante, accade in un silenzio assordante. (Fulvio Bizzarini)
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Ruggero Maggi
lunedì 9 giugno 2014
NON CONTARE SU DI ME/ UN MANIFESTO POETICO DI MARCELLO DIOTALLEVI
PER IL MANIFESTO POETICO 2014
Cartolina e Manifesto di Marcello Diotallevi
Manifesto cm 69x97 - 20 copie firmate in basso a destra.
inviato il 3 giugno e ricevuto il 7 giugno 2014
(Foto del manifesto di Uberto Carradori).
Cartolina e Manifesto di Marcello Diotallevi
Manifesto cm 69x97 - 20 copie firmate in basso a destra.
inviato il 3 giugno e ricevuto il 7 giugno 2014
(Foto del manifesto di Uberto Carradori).
Fano 3 - 6 - 2014
Ciao Giovanni, il manifesto che ti mando (20 copie in tutto) non è una dichiarazione di appartenenza partitica bensì una dichiarazione di poetica suggerita dalla campagna elettorale recente.
Saluti cari, Marcello.
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