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lunedì 1 agosto 2022

Agosto 2022 / Giovanni Fontana alla Unique Space di Salerno con un'opera unica.

 

IT'S NOW OPEN | GIOVANNI FONTANA | SANDRO BONGIANI VRspace I Italy

 

UNIQUE SPACE  VA OLTRE L’ESPOSIZIONE  TRADIZIONALE CON UNA ROOM E CON UNA SOLA OPERA DA VEDERE DA REMOTO SOLO DALL’ESTERNO PER UN MESE.

 

SANDROBONGIANI ARTE  CONTEMPORANEA  è lieta di presentare su UNIQUE SPACE  l’opera unica di GIOVANNI FONTANA  dal titolo “Tall ship 2”, del  2018.  L’evento a cura di Sandro Bongiani  presenta una sola significativa opera di ogni artista in un arco espositivo di un mese.

 




IT'S NOW OPEN 

EXHIBITION: Agosto 2022

Vernissage ore 10.00

 








OPERA UNICA / MESE DI  AGOSTO 2022

UNIQUE  SPACE

L'OPERA DI GIOVANNI FONTANA

01.08.2022 - 31.08. 2022

Vernissage 1 agosto 2022 ore 10.00


“Tall ship 2”, tecnica mista con inchiostri, acrilici, collage ed elaborazione digitale,  2018.  

© Courtesy Collezione privata


L’opera Tall ship 2” del 2018, é stata presentata assieme a diverse altri lavori per l’esposizione personale Epigenetic Poetry al CipM di Marsiglia (2020-21) nell’ambito di «Manifesta 13».



Visit 

 ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART
https://archivioophenvirtualart.blogspot.com/2021/05/giovanni-fontana-epigenetic-poetry.html 


Video:
durata 03:59









l'artista Giovanni Fontana alla  Fondazione Bonotto




Note Biografiche di Giovanni Fontana


Giovanni Fontana
(Frosinone, 1946) si è sempre definito un poliartista. Dopo le prime esperienze nel campo delle arti visive e del teatro di ricerca, si laurea in architettura, ma nello stesso tempo rivolge grande attenzione alla sperimentazione letteraria e musicale. Alla fine degli anni sessanta inizia a praticare la poesia visuale e sonora realizzando audiovisivi e registrazioni magnetofoniche, affrontando studi e ricerche vocali e performative.

Grazie all'amicizia con Adriano Spatola, di cui ha recentemente curato l'opera poetica (OPERA, [dia•foria e dreamBOOK edizioni, 2020), inizia a frequentare i territori dell’avanguardia internazionale stringendo rapporti di collaborazione con i più significativi esponenti: da Dick Higgins a John Giorno, da Henri Chopin a Bernard Heidsieck, da Julien Blaine a Jean-Jacques Lebel. Già nel 1981 Arrigo Lora Totino lo definisce come “uno dei migliori poeti sonori italiani”. Secondo Henri Chopin è “della stessa scuola di composizione di Paul De Vree e come lui ci cattura, ma, in più, ha una voce superba” (1983). Senza mezzi termini per Spatola “è un maestro”, addirittura “diabolico” (1988). Heidsieck scrive che “abbiamo molto da imparare dal suo combattimento tra la voce e l’assenza” (1989); Pierre Garnier sottolinea la sua “conquista di libertà” (1999); per Gerhard Rühm “la sua poesia sonora è straordinaria” (2003). Nel 1977 inizia la sua collaborazione con Geiger. Partecipa alle antologie commonpress, entra nella redazione di Tam Tam e pubblica il suo primo libro, il testo-partitura per battute visive Radio/Dramma (Geiger 1977), con prefazione di Spatola e interventi di Giulia Niccolai, Carlo Alberto Sitta, Marie Louise Lentengre e Alfonso Cardamone. Intorno all’audiorivista Baobab, grazie all’input di Lora Totino, viene costituito nel 1979 il gruppo di poesia sonora Il Dolce Stil Suono, di cui entra a far parte con Sergio Cena, Agostino Contò, Milli Graffi, Giulia Niccolai, Adriano e Tiziano Spatola.

Fin dagli anni settanta elabora ipotesi teoriche, che mette a punto nel suo Manifesto della poesia pre-testuale (1984). Passando per i concetti di «Hypervox» e di «Maschera elettrofonica» elabora testi creativi e critici che pubblica su riviste italiane e straniere. È tra i fondatori della testata Dismisura. Negli anni ottanta collabora assiduamente alla rivista Anterem. Successivamente è coredattore e coeditore di 3 Vi Tre (discorivista a 45 giri – prima serie), entra nella redazione di Altri Termini e fonda, con Stefano Docimo, Elmerindo Fiore, Raffaele Manica e Tarcisio Tarquini, la rivista di poetiche intermediali La Taverna di Auerbach (1987-1990), del cui comitato internazionale faranno parte, tra gli altri, Henri Chopin, Dick Higgins, Klaus Peter Dencker, Nicholas Zurbrugg, e sulle cui pagine Paul Zumthor scriverà di poesia sonora. Nel 1996 crea la testata di poesia sonora in audiocassette Momo. Nel 2004 cura per Il Verri l’antologia in CD Verbivocovisual. Entra nelle redazioni internazionali delle riviste Inter-Art actuel (Canada) e Doc(k)s (Francia), nel comitato direttivo di Bérénice, nella redazione di Fermenti e, in qualità di consulente scientifico della rivista Le Arti del Suono, cura il fascicolo monografico Poetiche fonetiche ed altro (Aracne, Roma, 2012). Dal 1994 è direttore responsabile di Territori, rivista di architettura e altri linguaggi, pubblicata dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Frosinone.

Sul piano storico-critico partecipa a convegni di studio e pubblica numerosi saggi, tra i quali La voce in movimento. Vocalità, scritture e strutture intermediali nella sperimentazione poetico-sonora (con CD di documenti sonori, Ed. Harta Performing & Momo, 2003), Poesia della voce e del gesto (Editoriale Sometti, 2004), Le dinamiche nomadi della performance (Edizioni Harta Performing, 2006), In forma di libro. I libri di Adriano Spatola (Ed. Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti, Modena, 2008), L’opera plurale: intermedialità, drammaturgia delle arti, poesia d’azione (Edizioni Harta Performing, 2009), Italian Performance Art (con Nicola Frangione e Roberto Rossini, Sagep Editori, 2015), In fluenti traslati – L'opera poetica di Arrigo Lora Totino (monografia, Fondazione Berardelli, 2018).

A livello creativo è autore di numerose pubblicazioni in forma tradizionale e multimediale. Tra queste, la sua prima antologia personale Scritture lineari (Hetea, 1986); i lavori di poesia visuale Le lamie del labirinto (Dismisuratesti, 1981), L'uomo delle pulizie (Dismisuratesti, 1984), Wasted time (Redfoxpress, Ireland, 2011), …che digerisce l’anima (Ed. Galleria Marcantoni, 2012), Fonemi (Edizioni Peccolo, 2017), La voix et l'absence (Ed. Dernier Télégramme, 2019), No A <-> No Z (con Klaus Peter Dencker, Redfoxpress, 2019); i romanzi sonori Tarocco Meccanico (Altri Termini, 1990) e Chorus (Manni, 2000), con allegato CD; la plaquette micronarrativa Homaly Altrove (Pensionante de’ Saraceni, 1990); i sound texts Questioni di scarti (Ed. Polimata, Roma, 2012 - Premio Feronia 2013) e Déchets (Ed. Dernier Télégramme, 2014); i pre-testi poetici La discarica fluente (Arlem, 1997), Frammenti d’ombre e penombre (Fermenti, 2005) e Discrasie – Sessioni metacritiche (Novecento, Roma, 2018).

Tra le opere intermediali degli ultimi anni, la pièce radiofonica Le droghe di Gardone, commissionata dalla Fondation Louis Vuitton di Parigi (2016), Poema Bonotto, videopoema prodotto per la Fondazione Bonotto (pubblicato in USB pen drive, 2015), l’azione intermediale Akkade ke – Poème épigénétique (Bordeaux, 2017), le performance realizzate per La voix liberée (Palais de Tokyo, Paris, 2019), Le poème en actes (Maison de la poésie, Paris, 2019), VI Performance na dźwięki (MIK, Varsavia, 2019), International Performers Meeting (Panstowowa Galeria Sztuki, Sopot, 2019), Räume für notizen (Alte Schmiede, Vienna, 2020).

Teorico della poesia epigenetica, ne mette a punto i principi nel 2008, nel convegno Intermedialità come arte della memoria, Università di Roma, La Sapienza, 11 febbraio 2008, e ne pubblica i contenuti in una brochure per lo spettacolo I catamoderni. L'impossibile avanguardia (piazza dell'Immacolata, Roma, 15 luglio 2008). Allestisce su queste basi un grande spettacolo alla Centrale Preneste (Teatro per le nuove generazioni, Roma,12 febbraio 2011) e pubblica diverse redazioni del manifesto teorico, fino alla recente stesura inclusa nel volume Epigenetic Poetry (a cura di Patrizio Peterlini, con saggi di Michaël Batalla, Julien Blaine, Giovanni Fontana, Barbara Meazzi, Patrizio Peterlini, Marianne Simon-Oikawa, Gilles Suzanne, Colette Tron; Danilo Montanari Editore, 2020), pubblicato in occasione dell’esposizione personale Epigenetic Poetry al CipM di Marsiglia (2020-21) nell’ambito di «Manifesta 13».

Dal 1984 (Centro Video Arte di Ferrara) ad oggi, ha realizzato diversi videopoemi, autonomamente e nell’ambito del gruppo di ricerca Hermes Intermedia (con i compositori Giampiero Gemini, Valerio Murat e Antonio Poce). Tra le opere più importanti ricordiamo Apple poem (1998), Nuvolari (con Hermes Intermedia, 2005), iCaroBalla (2009), Pneumastolfo (con Hermes Intermedia, 2009), Fotodina(ni)mismo (con Hermes Intermedia, musiche di Ennio Morricone, 2009), Nodi del tempo (2014), Tiro al bersaglio (2015). Con Antonio Poce ha realizzato numerose flash operas di cui ha curato la regia (1995-2000).

La sua produzione acustica è documentata in una vasta discografia, in cassette, in CD e in vinile. Tra la pubblicazioni recenti il disco Epigenetic Poetry (LP + booklet, con testi di Jean-Pierre Bobillot e Patrizio Peterlini, Ed. Recital, Los Angeles, U.S. 2016). Per l’etichetta Recital ha curato le antologie sonore Arrigo Lora Totino / Out of page (LP + booklet, 2017) e Adriano Spatola / Ionisation and other poems (LP + CD + booklet, 2020).

Ha scritto per molti musicisti, tra i quali Ennio Morricone, Roman Vlad, Antonio D’Antò, Luca Salvadori, Umberto Petrin, Alessandro Cipriani. Tra i suoi testi per musica c’è una nuova versione dell’Histoire du soldat di Igor Stravinsky, eseguita, tra l’altro, nel 2004 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, con l’Ensemble del Conservatorio «G. Frescobaldi», diretto da Giampiero Gemini.

     Ha scritto il testo di Elegia per l’Italia, opera composta da Ennio Morricone per i 150 anni dell’Unità d’Italia, proposta in diverse occasioni, tra le quali spiccano i concerti del 1° maggio a Piazza S. Giovanni [Roma, 2011] e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Auditorium, Parco della Musica [Roma, 08 luglio 2011].

Ha proposto performance in Austria, Belgio, Canada, Cina, Cipro, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Lithuania, Messico, Polonia, Romania, Slovakia, Spagna, Svizzera, Ungheria, USA, ecc. Con opere verbo-visive ha tenuto mostre personali ed ha preso parte a circa ottocento mostre collettive; tra queste la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia. Il suo lavoro è ripercorso nella monografia Testi e pre-testi (Fondazione Berardelli, 2009).

Più volte premiato, ha ricevuto i seguenti premi alla carriera: Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Roma, 1987), Premio «Eugenio Miccini» (Fligline Valdarno, 2008), Premio «Arti in Arti e Mestieri» (Suzzara, 2015), «The Mediator Award» (V Biennale di Poznan, 2016), Premio «Alberto Dubito» (Venezia, 2020).

 

 

  



SANDRO BONGIANI / Opera Unica

105/D, S. Calenda, Italia

FROM AUGUST 01, 2022
UNTIL AUGUST 31, 2022

CLICK HERE TO EXPLORE THE EXHIBITION

https://www.sandrobongianivrspace.it/

lunedì 11 aprile 2022

RAY JOHNSON / SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA, Mostre da Aprile a Novembre 2022

 

RAY  JOHNSON / SANDRO  BONGIANI ARTE  CONTEMPORANEA



COMUNICATO  MOSTRE DEDICATE  A RAY  JOHNSON

(dal 30 aprile al 26 novembre 2022)

 


Ray Johnson contemporary event 59. Bennial International of Venice 2022

RAY  JOHNSON /RELAZIONI MARGINALI SOSTENIBILI

5 mostre da realizzare  da domenica 30 aprile  2022  a domenica 26 novembre 2022  dedicate a Ray Johnson presso:

 




- Galleria:  SANDRO  BONGIANI VR SPACE

- Galleria:  Spazio Ophen Virtual Art Gallery

con pubblicazione dei relativi cataloghi digitali di ogni mostra da fare entro il 2022.

 

In attesa del 30 aprile  e dell'11 maggio 2022 allego la card 15x21 delle due  mostre dedicate a Ray Johnson. La prima mostra del 30 aprile su SANDRO BONGIANI VRSPACE presenterà in 7 Room 184 opere ancora inedite che fanno parte dell’Archivio Coco Gordon di Colorado, la 2 mostra del 1 maggio 2022  su Collezione Bongiani Art Museum ospiterà in 3 Room 72 opere del progetto realizzato nel 1987 da Ruggero Maggi per l’Archivio Amazon di Milano.

Successivamente nei primi giorni di  luglio 2022 ci saranno,  sempre nelle due gallerie, altre due mostre collettive internazionali   del progetto add to & return dal titolo: “Banana to Ray Johnson for 59. Biennial of Venice 2022  

Infine l’ultima mostra il 20 settembre fino al 26 novembre 2022 su “Sandro Bongiani VRSPACE” dal titolo   “Ray Johnson and Coco Gordon in collaborative collaborations” con lavori inediti dei rispettivi autori americani che per oltre un ventennio hanno collaborato attivamente in interessanti scambi creativi che secondo noi è doveroso far conoscere.  A voi tutti invio un caro saluto e a presto, Sandro Bongiani

 

Si  comunica, inoltre, che stiamo archiviando circa 500 opere originali e inedite di Ray Johnson facenti parte dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA) che presto saranno  rese visibili  per consultazione, studio e approfondimento sulla piattaforma  “SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA “.

 

Le prime due mostre:

 - SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

MOSTRA PERSONALE DI RAY JOHNSON CON 184 OPERE INEDITE

CURATOR: COCO GORDON  E SANDRO  BONGIANI

Dal 30 aprile al 30 Giugno 2022

https://www.sandrobongianivrspace.it/

Via S. Calenda 105/D 84126 Salerno (Italy).

 

- COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM

PROJECT  ADD TO & RETURN

CURATOR: RUGGERO MAGGI  E SANDRO  BONGIANI

Dal 11 Maggio al 30 Giugno 2022

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

www.collezionebongianiartmuseum.it

Via S. Calenda 105/D 84126 Salerno (Italy).

 


mercoledì 16 febbraio 2022

SALERNO, "Mostra Antologica di RCBz, l’arte tra ironia, satira e immaginazione"



 


SANDRO BONGIANI VRSPACE

Mostra Antologica di RCBz, l’arte tra ironia, satira e immaginazione

Anthological Exhibition by RCBz, "Art between allegory, satire and imagination".

 


Opere  1970 - 2021

a cura di Sandro  Bongiani

Dal 19 febbraio 2022 al 16 aprile 2022

Sabato 19 febbraio 2022 alle ore 18.00 la  galleria SANDRO  BONGIANI VRSPACE è lieta di inaugurare la Mostra Antologica di RCBz, l’arte tra ironia, satira e immaginazione.

 

RCBz, Handjob, opera digitale, 2021 - © Private Collection


Dopo  decenni  di ricerca artistica  di digital art e teoria dell’arte,  nell’era del fenomeno  dei NFT  sottovalutiamo  ancora oggi il  ruolo svolto dagli artisti che dagli anni 70 in poi, come nel caso di RCBz, che per un desiderio di autonomia, hanno svolto ricerche e proposte alternative utilizzando la tecnologia e il computer  assai poco concilianti rispetto alle ipotesi prospettate dal  sistema ufficiale dell’arte. L’artista americano RCBz ha sempre vissuto nell'anonimato nonostante sia considerato uno dei migliori creatori di collage digitali in circolazione al mondo. Da diversi decenni RCBz utilizza l’immagine e la stampa digitale per creare l’opera utilizzando una sorta di eterotopia trascorrente tra spazio reale e spazio mentale, tra sintesi e essenza poetica. 72 opere in mostra che abbracciano gran parte del suo lavoro, dai collage degli anni 70’ fino alle opere poetiche del 2021 con una visione sempre tesa a rappresentare la realtà  tra ironia, satira e storia dell’arte.


 

RCBz - Count and Mrs Masque, 2008 © Private Collection


Una indagine originale nata negli anni 70 sotto forma di collage, evoluta  successivamente con il digitale tra materialità e immaterialità.  Interessato al surrealismo, dal 2007 in poi ha formulato  una sua personale weltanschauung carica di relazioni e di accostamenti inconsueti. Proprio in questi anni nascono opere di grande bellezza e fascino come per esempio “Count and Mrs Masque”, del 2008, “Anita Berber del  2011, oppure,  la serie di opere “Tictac Fin” del 2014. Sono del 2017 le opere digitali in cui ironizza sui politici americani e soprattutto su Trumph rappresentato in tante opere del 2017 a oggi. In questa sua antologica per la prima volta in Italia, sono presenti 13 opere inedite del 2021 create appositamente in omaggio al grande artista americano Ray Johnson.

 

RCBz - Class of Surrealists, 2011 © Private Collection


La sua arte “super-realista” tratta la realtà  frammentando e ricomponendo l’opera in modo altamente visionaria. Una rappresentazione del tutto originale della realtà, con una straordinaria carica visionaria delle cose raccontata in modo poetico tra fantasia, ironia e immaginazione. Non si tratta semplicemente di puro e semplice riporto d’immagini digitali perché non rappresenta la pelle semplicistica del mondo esterno, gli oggetti, le cose, ma il non visto s/velato attraverso frammenti di immagini  volutamente recuperati e  interpretati per mezzo l’elaborazione  combinatoria digitale. Il risultato ottenuto è aver prodotto nel corso di diversi anni di lavoro nuove situazioni di tipo immaginifico destrutturate e nel contempo ricomposte del tutto nuove. Alla fine sta solo allo spettatore saper decifrare e decriptare le immagini prodotte dall’artista. Un chiaro atteggiamento decisamente visionario della realtà in una commistione di elementi che di fatto alterano il normale rapporto delle cose trasformandosi in qualcosa di altro, mai esistito  e molto più concreto. Queste  riflessioni mentali nascono e vivono in questo anestetizzato contesto storico-sociale carico di grande incertezza e disumanità in cui si confezionano incomprensioni, ingiustizie e reiterati condizionamenti sociali. 

 

RCBz - Banana in Wolf's Clothing, 2021


RCBz, Invoking Banana, 2021 © Private Collection


Si ringrazia l’Archivio RCBz del Minnesota,  e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno            per aver permesso la realizzazione di questa importante mostra antologica.



SANDRO  BONGIANI VRSPACE

ANTOLOGICA DI RCBz / l’arte tra ironia, satira e immaginazione

Opere 1970  - 2021

Vernissage 19 febbraio  2022 ore 18:00

Via S. Calenda, 105/D – Salerno (Italy). Tel/Fax 089 56 48 159 

e-mail:  bongianimuseum@gmail.com   

Web evento: https://www.sandrobongianivrspace.it/

 Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00



Biografia:

RCBz (St. Cloud. Minnesota, USA)

il molto talentuoso ma sfuggente RCBz.



 

 RCBz, Nato: 1948, Minnesota (Usa), forse?

Per RCBz la situazione sta diventando ormai una storia anonima verso il regno dello Yeti. Abbiamo sentore che esista davvero  ma gli avvistamenti sono diventati sempre meno frequenti. RCBz ha sempre vissuto nell'anonimato, è una sorta di misterioso Banksy dell'arte postale internazionale. Sicuramente molto più creativo del cartellonista pubblicitario e commerciale di Billboard.

Nel mondo dell’arte sembra una meteora  apparsa e poi improvvisamente dileguata nel nulla. Viene considerato da molti uno dei migliori creatori di collage digitali in circolazione al mondo. Sappiamo molto poco di questo artista e non c'è ancora traccia di una possibile biografia che possa rivelarci qualcosa di più. Si sa che  vive in Minnesota (USA). Solo questo. Non conosciamo il suo reale volto e non sappiamo niente di cosa lo spinge a creare queste maliziose e straordinarie composizioni immaginative. Non esiste una pagina critica e neanche  un  sito personale dove poter conoscere meglio e vedere le sue opere. Sappiamo solo che alcuni lavori degli ultimi anni sono presenti su: https://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=73, e nella Collezione Bongiani Art Museum di Salerno in Italia.

L’unica cosa che abbiamo trovato per caso è una sua  breve confessione fatta a un amico  in cui scrive: “sono nato nell'est dell'East River per l'ansia mormorante delle celebrazioni decennali della vittoria, immerso in mitologie elettromagnetiche finanziate commercialmente, vincolato da una benefica indifferenza a svolazzare e flagellare attraverso le ancestrali pergamene alessandrine, non sono un artista; Non sono uno studioso; Sono un debole impulso lunatico che gira intorno al galleggiante intellettuale”.

A tutti un appello urgente, se qualcuno ha qualche  notizia in più di questo “Utamaro dell’immaginazione” ce lo faccia sapere!!!   Grazie.


giovedì 7 ottobre 2021

ANTOLOGICA DI PAOLO SCIRPA A SALERNO

 

Dal 9 ottobre al 28 novembre 2021

SALERNO




 

Antologica di Paolo Scirpa

LUOGO: SANDRO  BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

TITOLO: ”In forma di luce alla ricerca dell’infinito”

Curatori: Sandro  Bongiani

INDIRIZZO: Via S. Calenda, 105/D

ORARI: tutti i giorni 00.00-24.00

TELEFONO PER INFORMAZIONI: 3937380225

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

SITO UFFICIALE:  https://www.sandrobongianivrspace.it/ 

http://www.collezionebongianiartmuseum.it 



 

Installazione di Paolo Scirpa


S’inaugura sabato 9 ottobre 2021 alle ore 18.00, una  grande antologica dal titolo: ”In forma di luce alla ricerca dell’infinito” che la Collezione Bongiani Art  Museum  di Salerno dedica all’artista italiano Paolo Scirpa,  con  opere realizzate tra il 1965 e il 2017 dislocate in due mostre, rispettivamente  nella galleria  Sandro Bongiani VRspace   e  allo “Spazio Ophen Virtual Art Gallery” di Salerno.

In tutto  vengono presentati 91 opere tra  Ludoscopi, opere pittoriche, ideazioni plastiche, progetti urbanistici e installazioni. La sua iniziale ricerca nasce negli anni Sessanta come momento di ricerca percettivo-cinetico tra astrazione e lirismo. Nel 1965  il dipinto “Composizione” è un’opera matura con una visione del paesaggio caratterizzato da una inconsueta dislocazione e decentramento. Così anche le opere successive del “Sole” e di “Habitat” definiti provvisoriamente tra forma e costruzione artificiale.

Agli inizi degli Settanta nascono i primi Ludoscopi ormai in linea per originalità  e creatività con le diverse tendenze contemporanee svolte in quel periodo in campo internazionale. Le opere dei “Ludoscopi”, creati nei primi anni Settanta non evidenziano il vuoto come “assenza” ma come essenza e presenza insostanziale  non ancora definita  e pur visibile nella dimensione intima  dello  spazio.

Scrive Sandro Bongiani, “ …una condizione, si direbbe sospesa,  con una temporaneità provvisoria, frantumata e ridotta a pezzi, nata per essere “infinita”. Una visione insostanziale di presenze incorporee che prendono forma grazie all’utilizzo della luce reale.  I contenitori virtuali dalla forma primaria, grazie all’uso di luce al neon e  di  specchi, trasformano e alterano la forma geometrica  moltiplicando  a dismisura  la funzionalità in un sintetico  spazio-luce”.

Con i “Progetti d’intervento nel territorio” degli anni Ottanta vi è la lucida esigenza di analizzare in una nuova chiave d’indagine la propria  e personale visione poetica utilizzando un diverso approccio e rapporto dimensionale  a verifica della fattibilità della cosa proposta. Dall’incessante indagine dei progetti d’intervento, proprio nel 2009, nasceranno  i progetti del “Teatro è il suo doppio”, modelli lignei immaginati sulla forma del teatro greco come quello di Siracusa in cui ha vissuto Paolo Scirpa per diverso tempo prima di trasferirsi a Milano, nati da un oscuro e indefinito  moto dell’immaginazione tra forma, invenzione e storia.

In oltre 50 anni di assidua e ossessiva ricerca, l’artista ha saputo  indagare le svariate possibilità del fare ricerca e coniugare  l’ignoto con eventi transitori del “non  luogo”  con soluzioni decisamente assai concilianti e sorprendenti. In questo senso, tutto il lavoro di Scirpa può essere ricondotto criticamente  nell’alveo di un progetto ben più ampio e maestoso ai confini delle soglie disciplinari e ancora del tutto attuale e percorribile.

OPENING: sabato 9 ottobre 2021, ore 18.00

Sandro Bongiani | Direttore della Collezione Bongiani Art Museum

Per l’occasione sarà edito un catalogo con una antologia critica  con tutti i testi scritti in questi anni per Paolo Scirpa.

 

 

Biografia di Paolo Scirpa

http://www.paoloscirpa.it/index.php?disp=home



Paolo Scirpa
nasce a Siracusa nel l934; dopo gli studi artistici in Sicilia, frequenta l’Accademia di belle arti di Salzburg, animata culturalmente da Oscar Kokoschka e lo studio di J. Friedlaender a Parigi. Nel 1965 e, successivamente, nel 2000 partecipa alle edizioni IX e XIII (Proiezioni 2000) della Quadriennale Nazionale di Roma. Nel 1968 si trasferisce a Milano, dove collaborerà con Luciano Fabro all’Accademia di Belle Arti di Brera e dove sarà, più tardi, titolare di una Cattedra di Pittura; nel 1969 tiene la sua prima personale alla galleria L’Agrifoglio, presentato da Vittorio Fagone; nel 1972 espone, alla Galleria S. Fedele, Megalopoli consumistica, un’opera di denuncia sociale. Negli anni ’70 avvia la realizzazione di opere che vengono definite Ludoscopi: attraverso un sistema di specchi e tubi fluorescenti e il gioco combinatorio di elementi minimali, essi propongono la percezione di profondità infinite, in cui “si pratica l’abolizione del limite tra il reale e l’illusorio” (Maltese, 1976). In alcuni ludoscopi egli realizza raccordi illusori che creano uno spazio plastico curvo; in altri il raccordo seminterrato è praticabile; altri ancora sono di struttura cubica. Scirpa trae spunto anche dal Manifesto tecnico della Scultura Futurista di Boccioni, che aveva teorizzato la possibilità di impiego della luce elettrica nell’opera d’arte e si proietta a sperimentazioni in cui il colore non è più dipinto, i volumi non sono più scolpiti e la luce diventa opera essa stessa.  Conosce esponenti del MAC, tra cui Bruno Munari ed entra in contatto con i gruppi dell’Arte  cinetica, come il GRAV a Parigi o il Gruppo T a Milano. Sollecita l’attenzione anche di studiosi come il cibernetico Silvio Ceccato. Dal 1977 opere di Scirpa sono presenti annualmente fino al  1991 nella sezione cinetica del Salon “Grands et Jeunes d’aujourd’hui” al Grand Palais des Champs-Elysées di Parigi. Negli anni ’80 sviluppa i suoi primi interventi progettuali sul territorio che saranno presentati nel 2004 alla mostra Utopie della città presso la biblioteca dell’Accademia di Brera. Nel 1982 il Symposium de Sculture di Caen (Francia) sceglie il progetto di un suo ludoscopio per la Bibliothèque Municipale. Tiene diverse mostre personali, tra le quali, alle gallerie Arte Struktura, Vismara Arte di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Gallarate ed allo Studio d’Arte Valmore di Vicenza. Nel 1985 è presente a Roma alla mostra di Palazzo Venezia  Artisti oggi tra scienza e tecnologia e ad altre manifestazioni sullo stesso tema in Italia ed all’estero, tra le quali, nel 1990, al Politecnico di Milano, nel 1995 al Futur Show di Bologna, nel 1996 all’Accademia di Brera a Milano Convegno Arte, Scienza e Tecnologia; inoltre partecipa a rassegne sulla Patafisica, alla Triennale di Pittura di Osaka e nel 2003 al Museo Bargellini a Pieve di Cento (Bo) Luce vero sole dell’arte, nel 2006 alla galleria del Credito Siciliano di Acireale Sicilia!, nel 2008 allo ZKM di Karlsruhe (Germania) You ser: Das Jahrhundert des Kosumenten ed al Landesmuseum Joanneum di Graz (Austria) Viaggio in Italia, nel 2009 a Berlino presso la Rappresentanza del Baden-Württemberg alla mostra del Museum Ritter ed a Cordoba (Argentina) presso il Museo Jenero Perez alla mostra Echi futuristi ed allo ZKM di Karlsruhe, mostra  Collectors’ Choice II. Nel 2012 è presente alla mostra Arte programmata e cinetica presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma dove è installata in permanenza una sua opera luminosa. Dal 2013 sue opere pittoriche fanno parte della Collezione Farnesina, raccolta d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri. (Roma). Nello stesso anno partecipa alla mostra Percezione e illusione presso il MACBA di Buenos Aires. Nel 2014 completa due nuove opere La porta stretta, la cui prima versione risale al 1999, l’una con fondo oro, l’altra su un tabellone consumistico, ambedue con l’inserzione di una struttura di luce triangolare a profondità ascensionale. Nel 2015 partecipa alla mostra Moderna Magna Graecia a cura di Francesco Tedeschi e Giorgio Bonomi presso FerrarinArte di Legnago. L’INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa gli affida la realizzazione del nuovo manifesto degli spettacoli classici del 2015. È presente a Missoni - L’Arte - Il Colore al MAGA di Gallarate.Nel 2016 partecipa alla mostra itinerante The moving eye presso il Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali di San Paolo, Brasilia e Panama. In occasione del 25° Festival della Musica di Milano, dedicato a Gérad Grisey Intonare la luce, immagini di sue opere luminose vengono utilizzate per illustrare il libro di sala e per lo spot pubblicitario su SKY classica. Il Museo del Novecento espone un Ludoscopio – Pozzo, 1979 facente parte della sua collezione. Partecipa alla mostra itinerante The moving eye presso il Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali di San Paolo, Brasilia e Panama . E’ presente alla mostra Interrogare lo spazio a cura di Luigi Meneghelli presso Ferrarin Arte a Legnago (Vr). Tiene mostre personali allo Studio Arena di Verona La luce nel pozzo, a cura di Marco Meneguzzo per cui, nel pozzo che noi vediamo creato dagli specchi e dai neon, Scirpa “…mette in scena la finzione nello stato più puro” ; a Rosso Vermiglio di Padova, Labirinti di luce a cura di Vittoria Coen che vede nel Ludoscopio “…un invito alla riflessione, … un lasciarsi andare per pensare, …”, ed a ArteAGallery di Milano, L’infinito possibile a cura di Francesco Tedeschi che afferma: “…Gli elementi portanti della sua opera, nelle diverse forme che essa assume, sono la luce e lo spazio,.. la luce come strumento di colore e di forma è ad essi essenziale: una luce che concretizza le geometrie, genera figure formali in grado di attrarci e condurci in una profondità,…in uno spazio senza dimensioni..” Nel 2017 RossoVermiglioArte di Padova presenta una sua personale alla ArteFiera di Bologna.  Alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento si inaugura una sua personale “La forma della luce–La luce della forma” a cura di Marco Meneguzzo che sottolinea come “la forma della luce…trascende questa fisicità e diventa sostanza immateriale, diventa la luce della forma….,”  Successivamente al MACA di Acri partecipa alla mostra “Arte interattiva” a cura di Monica Bonollo e nel 2018 a Torino, Museo Ettore Fico, “100% ITALIA”, Cent’Anni di Capolavori. Nel 2019 realizza una mostra personale a Milano, Gaggenau hub,  “Sconfinamento” a cura di Sabino M. Frassà che sottolinea come “l’artista ha indagato, sperimentato e simulato l'assenza di limiti, lo “sconfinamento” appunto”. Partecipa a Senigallia alla mostra “Materie Prime – Dalla terra alla luce”, a Waldenbuch, Museum Ritter “1919-2019” e a Pontedera “Arcadia e Apocalisse”. Nel 2020 è presente alla Biennale Light di Mantova, Elogio della luce. Negli ultimi anni Scirpa realizza, con rigore geometrico e spirito innovativo, due opere scultoree in marmo bianco di Carrara ed in legno laccato bianco che evocano il Teatro greco di Siracusa: in esse le gradinate della cavea si raddoppiano, diventando circolari e sono rivolte anche all’esterno. Recentemente ha realizzato una struttura al neon che ricorda il Teatro greco, il cui progetto risale all’anno 2000. In un momento storico come il nostro in cui si manifesta la convivenza di vari linguaggi e l’artista può rivisitare esperienze passate, egli recupera il suo linguaggio delle prime denunce consumistische o quello sperimentale del mezzo elettronico e, nel proporre i suoi percorsi prospettici di spazi-luce, offre oggi nuove possibilità espressive su cui riflettere.

Sue opere sono in collezioni e musei tra i quali MAGA (Gallarate), Museo del Novecento (Milano),  Civiche Raccolte Bertarelli - Castello Sforzesco (Milano), Biblioteca di Brera (Milano), MACTE Museo d’Arte Contemporanea (Termoli), MART- VAF-Stiftung  (Trento e Rovereto), Museo MAGI ‘900 (Pieve di Cento), MAPP Museo d’Arte Paolo Pini (Milano), Musée des Beaux-Arts (Caen), Museum Ritter (Waldenbuch), Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina), Museum (Bagheria), Fabbriche Chiaramontane (Agrigento), Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma), Gallerie d’Italia (Milano).

Ha realizzato opere per spazi pubblici e chiese: nel 1965, un grande mosaico al Centro Internazionale del Movimento dei Focolari a Rocca di Papa (Roma) e uno all’Auditorium del Centro Internazionale di Loppiano (Fi) e dei dipinti nella Chiesa del D. P. a Cernusco sul Naviglio (Milano) dove sono stati installati anche suoi Ludoscopi sopra l’altare e il Battistero.

Al suo lavoro hanno dedicato saggi ed annotazioni critiche:

Riccardo Barletta, Pietro Baj, Carlo Belloli, Luigi Bianco, Sandro Bongiani, Guglielmo Boselli, Giorgio Bonomi, Rossana Bossaglia, Ginevra Bria, Domenico Cara, Luciano Caramel, Silvio Ceccato, Jacqueline Ceresoli, Claudio Cerritelli, Cesare Chirici, Vittoria Coen, Andrea Del Guercio, Mario De Micheli, Marina De Stasio, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Ornella Fazzina, Pedro Fiori, Carlo Franza, Sabino Frassà, Carmelo Genovese, Flaminio Gualdoni, Sara Liuzzi, Annette Malochet, Corrado Maltese, Gabriel Mandel, Giorgio Mascherpa, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Marta Michelacci, Bruno Munari, Carlo Munari, Antonio Musiari, Daniela Palazzoli, Demetrio Paparoni, Francesco Poli, Pierre Restany, Roberto Sanesi, Giorgio Segato, Carmelo Strano, Luigi Tallarico, Francesco Tedeschi, Carlo Terrosi, Maria Torrente, Antonino Uccello, Miklos N. Varga, Alberto Veca, Francesco Vincitorio, Maurizio Vitta, Emanuele Zucchini.  

É stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive ed opera a Milano.