Dal 9 ottobre al
28 novembre 2021
SALERNO
Antologica di Paolo Scirpa
LUOGO: SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
TITOLO:
”In forma di luce alla ricerca dell’infinito”
Curatori:
Sandro Bongiani
INDIRIZZO: Via S. Calenda, 105/D
ORARI: tutti i giorni 00.00-24.00
TELEFONO
PER INFORMAZIONI: 3937380225
E-MAIL
INFO: bongianimuseum@gmail.com
SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/
http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Installazione di Paolo Scirpa
S’inaugura
sabato 9 ottobre 2021 alle ore 18.00, una
grande antologica dal titolo: ”In
forma di luce alla ricerca dell’infinito” che la Collezione Bongiani
Art Museum di Salerno dedica all’artista italiano Paolo
Scirpa, con opere realizzate tra il 1965 e il 2017 dislocate in due mostre, rispettivamente nella galleria “Sandro
Bongiani VRspace” e allo “Spazio
Ophen Virtual Art Gallery” di Salerno.
In
tutto vengono presentati 91 opere
tra Ludoscopi, opere pittoriche,
ideazioni plastiche, progetti urbanistici e installazioni. La sua iniziale
ricerca nasce negli anni Sessanta come momento di ricerca percettivo-cinetico
tra astrazione e lirismo. Nel 1965 il
dipinto “Composizione” è un’opera matura con una visione del paesaggio
caratterizzato da una inconsueta dislocazione e decentramento. Così anche le
opere successive del “Sole” e di “Habitat” definiti provvisoriamente tra forma
e costruzione artificiale.
Agli inizi degli Settanta
nascono i primi Ludoscopi ormai in
linea per originalità e creatività con
le diverse tendenze contemporanee svolte in quel periodo in campo
internazionale. Le opere dei “Ludoscopi”, creati nei primi anni Settanta non
evidenziano il vuoto come “assenza” ma come essenza e presenza
insostanziale non ancora definita e pur visibile nella
dimensione intima dello spazio.
Scrive Sandro Bongiani, “
…una condizione, si direbbe sospesa, con
una temporaneità provvisoria, frantumata e ridotta a pezzi, nata per essere
“infinita”. Una visione insostanziale di presenze incorporee che prendono forma
grazie all’utilizzo della luce reale. I
contenitori virtuali dalla forma primaria, grazie all’uso di luce al neon
e di specchi, trasformano e alterano la forma geometrica
moltiplicando a dismisura la funzionalità in un sintetico
spazio-luce”.
Con i “Progetti d’intervento nel territorio”
degli anni Ottanta vi è la lucida esigenza di analizzare in una nuova chiave
d’indagine la propria e personale visione poetica utilizzando un diverso
approccio e rapporto dimensionale a verifica della fattibilità della cosa
proposta. Dall’incessante indagine dei progetti d’intervento, proprio nel 2009,
nasceranno i progetti del “Teatro è il suo doppio”, modelli lignei
immaginati sulla forma del teatro greco come quello di Siracusa in cui ha
vissuto Paolo Scirpa per diverso tempo prima di trasferirsi a Milano, nati da
un oscuro e indefinito moto
dell’immaginazione tra forma, invenzione e storia.
In oltre 50 anni di
assidua e ossessiva ricerca, l’artista ha saputo indagare le svariate possibilità del fare
ricerca e coniugare
l’ignoto con eventi transitori del “non luogo” con soluzioni decisamente assai concilianti e
sorprendenti. In questo senso, tutto il lavoro di Scirpa può essere ricondotto
criticamente nell’alveo di un progetto
ben più ampio e maestoso ai confini delle soglie disciplinari e ancora del
tutto attuale e percorribile.
OPENING: sabato 9 ottobre 2021, ore 18.00
Sandro Bongiani | Direttore
della Collezione Bongiani Art Museum
Per l’occasione sarà edito un catalogo
con una antologia critica con tutti i
testi scritti in questi anni per Paolo Scirpa.
Biografia di Paolo Scirpa
http://www.paoloscirpa.it/index.php?disp=home
Paolo
Scirpa nasce a
Siracusa nel l934; dopo gli studi artistici in Sicilia, frequenta l’Accademia
di belle arti di Salzburg, animata culturalmente da Oscar Kokoschka e lo studio
di J. Friedlaender a Parigi. Nel 1965 e, successivamente, nel 2000 partecipa
alle edizioni IX e XIII (Proiezioni
2000) della Quadriennale
Nazionale di Roma. Nel 1968 si trasferisce a Milano, dove collaborerà con
Luciano Fabro all’Accademia di Belle Arti di Brera e dove sarà, più tardi,
titolare di una Cattedra di Pittura; nel 1969 tiene la sua prima personale alla
galleria L’Agrifoglio, presentato da Vittorio Fagone; nel 1972 espone, alla
Galleria S. Fedele, Megalopoli
consumistica, un’opera di denuncia sociale. Negli anni ’70 avvia la
realizzazione di opere che vengono definite Ludoscopi:
attraverso un sistema di specchi e tubi fluorescenti e il gioco combinatorio di
elementi minimali, essi propongono la percezione di profondità infinite, in cui
“si pratica l’abolizione del limite tra il reale e l’illusorio” (Maltese,
1976). In alcuni ludoscopi egli realizza raccordi illusori che creano uno
spazio plastico curvo; in altri il raccordo seminterrato è praticabile; altri
ancora sono di struttura cubica. Scirpa trae spunto anche dal Manifesto tecnico della Scultura
Futurista di Boccioni, che aveva teorizzato la possibilità di
impiego della luce elettrica nell’opera d’arte e si proietta a sperimentazioni
in cui il colore non è più dipinto, i volumi non sono più scolpiti e la luce
diventa opera essa stessa. Conosce esponenti del MAC, tra cui Bruno Munari
ed entra in contatto con i gruppi dell’Arte
cinetica, come il GRAV
a Parigi o
il Gruppo T a
Milano. Sollecita l’attenzione anche di studiosi come il cibernetico Silvio
Ceccato. Dal
1977 opere di Scirpa sono presenti annualmente fino al 1991 nella sezione
cinetica del Salon “Grands et Jeunes d’aujourd’hui” al Grand Palais des
Champs-Elysées di Parigi. Negli anni ’80 sviluppa i suoi primi interventi
progettuali sul territorio che saranno presentati nel 2004 alla mostra Utopie della città presso
la biblioteca dell’Accademia di Brera. Nel 1982 il Symposium de Sculture di Caen (Francia)
sceglie il progetto di un suo ludoscopio per la Bibliothèque Municipale. Tiene
diverse mostre personali, tra le quali, alle gallerie Arte Struktura, Vismara
Arte di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Galleria Civica d’Arte
Moderna di Gallarate ed allo Studio d’Arte Valmore di Vicenza. Nel 1985 è
presente a Roma alla mostra di Palazzo Venezia Artisti oggi tra scienza e tecnologia
e ad altre manifestazioni sullo stesso tema in Italia ed all’estero, tra le
quali, nel 1990, al Politecnico di Milano, nel 1995 al Futur Show di Bologna, nel
1996 all’Accademia di Brera a Milano Convegno
Arte, Scienza e Tecnologia; inoltre partecipa a rassegne sulla
Patafisica, alla Triennale di Pittura di Osaka e nel 2003 al Museo Bargellini a
Pieve di Cento (Bo) Luce
vero sole dell’arte, nel 2006 alla galleria del Credito Siciliano
di Acireale Sicilia!,
nel 2008 allo ZKM di Karlsruhe (Germania) You
ser: Das Jahrhundert
des Kosumenten ed al Landesmuseum Joanneum di Graz (Austria) Viaggio in Italia, nel
2009 a Berlino presso la Rappresentanza del Baden-Württemberg alla mostra del
Museum Ritter ed a Cordoba (Argentina) presso il Museo Jenero Perez alla mostra
Echi futuristi ed
allo ZKM di Karlsruhe, mostra Collectors’
Choice II. Nel 2012 è presente alla mostra Arte programmata e cinetica
presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma dove è installata in permanenza una
sua opera luminosa. Dal 2013 sue opere pittoriche fanno parte della Collezione
Farnesina, raccolta d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri.
(Roma). Nello stesso anno partecipa alla mostra Percezione e illusione presso il MACBA di
Buenos Aires. Nel 2014 completa due nuove opere La porta stretta, la cui prima versione
risale al 1999, l’una con fondo oro, l’altra su un tabellone consumistico,
ambedue con l’inserzione di una struttura di luce triangolare a profondità
ascensionale. Nel 2015 partecipa alla mostra Moderna
Magna Graecia a cura di Francesco Tedeschi e Giorgio Bonomi presso
FerrarinArte di Legnago. L’INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico di
Siracusa gli affida la realizzazione del nuovo manifesto degli spettacoli
classici del 2015. È presente a Missoni
- L’Arte - Il Colore al MAGA di Gallarate.Nel 2016 partecipa alla
mostra itinerante The moving
eye presso il Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali
di San Paolo, Brasilia e Panama. In occasione del 25° Festival della Musica di
Milano, dedicato a Gérad Grisey Intonare
la luce, immagini di sue opere luminose vengono utilizzate per
illustrare il libro di sala e per lo spot pubblicitario su SKY classica. Il Museo del Novecento espone un Ludoscopio – Pozzo, 1979
facente parte della sua collezione. Partecipa alla mostra itinerante The moving eye presso il
Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali di San Paolo, Brasilia e
Panama . E’ presente alla mostra Interrogare
lo spazio a cura di Luigi Meneghelli presso Ferrarin Arte a Legnago
(Vr). Tiene mostre personali allo Studio Arena di Verona La luce nel pozzo, a cura
di Marco Meneguzzo per cui, nel pozzo che noi vediamo creato dagli specchi e
dai neon, Scirpa “…mette in scena la finzione nello stato più puro” ; a Rosso
Vermiglio di Padova, Labirinti
di luce a cura di Vittoria Coen che vede nel Ludoscopio “…un invito
alla riflessione, … un lasciarsi andare per pensare, …”, ed a ArteAGallery di
Milano, L’infinito possibile
a cura di Francesco Tedeschi che afferma: “…Gli elementi portanti della sua
opera, nelle diverse forme che essa assume, sono la luce e lo spazio,.. la luce
come strumento di colore e di forma è ad essi essenziale: una luce che
concretizza le geometrie, genera figure formali in grado di attrarci e condurci
in una profondità,…in uno spazio senza dimensioni..” Nel 2017
RossoVermiglioArte di Padova presenta una sua personale alla ArteFiera di
Bologna. Alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento si inaugura una
sua personale “La forma
della luce–La
luce della forma” a cura di Marco Meneguzzo che sottolinea come “la
forma della luce…trascende questa fisicità e diventa sostanza immateriale,
diventa la luce della forma….,” Successivamente al MACA di Acri partecipa
alla mostra “Arte interattiva” a cura di Monica Bonollo e nel 2018 a Torino,
Museo Ettore Fico, “100% ITALIA”, Cent’Anni di Capolavori. Nel 2019 realizza
una mostra personale a Milano, Gaggenau hub, “Sconfinamento” a cura di
Sabino M. Frassà che sottolinea come “l’artista ha indagato, sperimentato e
simulato l'assenza di limiti, lo “sconfinamento” appunto”. Partecipa a
Senigallia alla mostra “Materie Prime – Dalla terra alla luce”, a Waldenbuch,
Museum Ritter “1919-2019” e a Pontedera “Arcadia e Apocalisse”. Nel 2020 è
presente alla Biennale Light di Mantova, Elogio
della luce. Negli ultimi anni Scirpa realizza, con rigore
geometrico e spirito innovativo, due opere scultoree in marmo bianco di Carrara
ed in legno laccato bianco che evocano il Teatro greco di Siracusa: in esse le
gradinate della cavea si raddoppiano, diventando circolari e sono rivolte anche
all’esterno. Recentemente ha realizzato una struttura al neon che ricorda il
Teatro greco, il cui progetto risale all’anno 2000. In un momento storico come
il nostro in cui si manifesta la convivenza di vari linguaggi e l’artista può
rivisitare esperienze passate, egli recupera il suo linguaggio delle prime
denunce consumistische o quello sperimentale del mezzo elettronico e, nel proporre
i suoi percorsi prospettici di spazi-luce, offre oggi nuove possibilità
espressive su cui riflettere.
Sue
opere sono in collezioni e musei tra i quali MAGA (Gallarate), Museo del
Novecento (Milano), Civiche Raccolte Bertarelli - Castello Sforzesco
(Milano), Biblioteca di Brera (Milano), MACTE Museo d’Arte Contemporanea
(Termoli), MART- VAF-Stiftung (Trento e Rovereto), Museo MAGI ‘900 (Pieve
di Cento), MAPP Museo d’Arte Paolo Pini (Milano), Musée des Beaux-Arts (Caen),
Museum Ritter (Waldenbuch), Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina),
Museum (Bagheria), Fabbriche Chiaramontane (Agrigento), Galleria Nazionale
d’Arte Moderna (Roma), Gallerie d’Italia (Milano).
Ha
realizzato opere per spazi pubblici e chiese: nel 1965, un grande mosaico al
Centro Internazionale del Movimento dei Focolari a Rocca di Papa (Roma) e uno
all’Auditorium del Centro Internazionale di Loppiano (Fi) e dei dipinti nella
Chiesa del D. P. a Cernusco sul Naviglio (Milano) dove sono stati installati
anche suoi Ludoscopi
sopra l’altare e il Battistero.
Al
suo lavoro hanno dedicato saggi ed annotazioni critiche:
Riccardo
Barletta, Pietro Baj, Carlo Belloli, Luigi Bianco, Sandro Bongiani, Guglielmo
Boselli, Giorgio Bonomi, Rossana Bossaglia, Ginevra Bria, Domenico Cara,
Luciano Caramel, Silvio Ceccato, Jacqueline Ceresoli, Claudio Cerritelli,
Cesare Chirici, Vittoria Coen, Andrea Del Guercio, Mario De Micheli, Marina De
Stasio, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Ornella Fazzina,
Pedro Fiori, Carlo Franza, Sabino Frassà, Carmelo Genovese, Flaminio Gualdoni,
Sara Liuzzi, Annette Malochet, Corrado Maltese, Gabriel Mandel, Giorgio
Mascherpa, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Marta Michelacci, Bruno Munari,
Carlo Munari, Antonio Musiari, Daniela Palazzoli, Demetrio Paparoni, Francesco
Poli, Pierre Restany, Roberto Sanesi, Giorgio Segato, Carmelo Strano, Luigi
Tallarico, Francesco Tedeschi, Carlo Terrosi, Maria Torrente, Antonino Uccello,
Miklos N. Varga, Alberto Veca, Francesco Vincitorio, Maurizio Vitta, Emanuele
Zucchini.
É stato docente all’Accademia
di Belle Arti di Brera. Vive ed opera a Milano.