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venerdì 17 giugno 2022

A Genova nelle sale di Porta Siberia al Porto Antico, 500 artisti italiani in una rassegna dedicata alla figura dell'angelo.

 



500 artisti italiani in una rassegna dedicata alla figura dell'angelo in programma a Genova nelle sale di Porta Siberia al Porto Antico fino al dicembre del 2022


Dopo la mostra realizzata a Monza nel dicembre del 2017 al Serrone della Villa Reale di Monza e ne l 2019 al Museo di S. Maria della Scala a Siena la rassegna "Casa degli Angeli"  a cura del critico Daniele Crippa  viene presentata ora nelle sale di Porta Siberia al Porto Antico a Genova visibile fino a dicembre del 2022.


 

L’esposizione d'arte “Casa degli Angeli” dedicata alla figura dell'angelo, nata da un’idea del critico d’arte Daniele Crippa che ha commissionato ad illustri esponenti del panorama artistico contemporaneo la realizzazione di mattonelle della dimensione di cm 20X20 raffiguranti figure angeliche. 

Più di cinquecento artisti italiani, da Gillo Dorfles a Giosetta Fioroni, da Elio Marchegiani fino a Mimmo Paladino hanno risposto all’invito di Crippa producendo la propria visione angelica. La mostra la "Casa degli Angeli" consolida attraverso l'arte lo storico legame tra Italia e Argentina, dove tra il 2002 e il 2005 nacque la Iglesia de los Angeles edificata ex novo nell'estancia argentina El Milagro, vicino a Salta: una nuova cittadella, progettata nel rispetto delle tradizioni locali e dell'ambiente circostante. Il critico d'arte e presidente del Museo del Parco di Portofino Daniele Crippa pensò fosse importante per la comunità indigena di tradizioni cristiane, fondarvi una chiesa e chiese agli artisti che conosceva di realizzare un'opera raffigurante un angelo, ora esposte a Genova.

"Ciascuna immagine è stata trasferita da maestranze del luogo in piastrelle delle dimensioni di 20 per 20 centimetri per decorare le pareti della chiesa - spiega Crippa -. Si è venuto così a creare una sorta di gemellaggio artistico tra Italia e Argentina, che ora viene rafforzato con l'esposizione a Genova, di tutte le opere originali nella Casa degli Angeli". "Gli spazi di Porta Siberia al Porto Antico, ospitano un'opera collettiva unica, nata dalla sensibilità del critico d'arte Daniele Crippa e da un "lascito" spirituale di Papa Giovanni Paolo II - sottolinea l'assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso -. Fu il Santo Padre, infatti, a permettere la costruzione de La Iglesia de los Angeles in Argentina".

L’allestimento accompagna il visitatore in un viaggio teso ad approfondire l’importanza dei messaggeri divini nella cultura contemporanea. Si tratta di una esposizione davvero unica nel suo genere, che offre la possibilità di conoscere meglio quell’eterno territorio che esiste tra terra e cielo. Una grande opera collettiva, testimonianza tangibile di un rinnovato incontro tra arte e spiritualità.  L’angelo – ha  ricordato Crippa – è presente nelle tre grandi religioni monoteiste. Questa mostra vuole essere un abbraccio collettivo simbolico con tutte>>. L’allestimento accompagna così il visitatore in un viaggio teso ad approfondire l’importanza dei messaggeri divini nella cultura contemporanea. Si tratta di una esposizione unica nel suo genere, una grande opera collettiva, testimonianza tangibile di un rinnovato incontro tra arte e spiritualità.

Siamo di fronte a un grande progetto culturale che riscopre e fa rivivere i valori originali dell’arte. La mostra è accompagnata dal volume Angeli & Artisti nella Iglesia de los Angeles pubblicato da Bellavite Editore. 

La “Casa degli Angeli” è realizzata grazie al sostegno di Porto Antico, Regione Liguria, Città di Genova e sotto l’Alto Patrocinio morale di Arzobispado de Salta-Argentina, Gobierno de la Provincia de Salta, Ministero de Cultura y Turismo dell’Argentina, Repùblica Argentina, Embajada de Italia de Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura in Buenos Aires. 

Porta Siberia, in occasione degli ultimi restauri, gli spazi interni grazie all’intervento dell’Architetto Renzo Piano sono stati destinati a manifestazioni culturali di esposizioni d’arte moderna e contemporanea.                                      




La Chiesa degli Angeli

Da poco completata, è stata voluta da Daniele Crippa, critico d’arte e presidente del Museo del Parco di Portofino, dove è ospitata una collezione di opere dei maggiori artisti internazionali contemporanei. A Salta, nel nord del Paese che ha dato i natali a Papa Francesco, ha fondato una quindicina di anni fa una nuova cittadella, nel pieno rispetto delle tradizioni locali e dell’ambiente circostante. Ha anche pensato che fosse importante per la comunità indigena, di tradizioni cristiane, fondare una chiesa. Infine ha chiesto a numerosi artisti che ha conosciuto nel corso del suo lavoro di realizzare un’opera raffigurante un angelo. Sottolineare il culto degli angeli e la loro importanza nella pittura e nelle varie forme espressive significa anche celebrare l’amicizia che nasce dal sapersi tutti amati e protetti dai custodi delle nostre vite. Grazie al ruolo fortemente iconico che hanno nell’immaginario di tutti in tutto il mondo, indipendentemente dalla cultura di appartenenza, queste figure inviano ancora oggi note di fratellanza. Nell’estancia El Milagro nel nord est argentino, immerso in un clima sub-tropicale ed in una natura incontaminata e selvaggia, si è sviluppato un nuovo fulcro religioso di aggregazione. In questo contesto è nata l’iniziativa alla base di questo libro: decorare la nuova chiesa, bianca ed immacolata, con una copertura policroma applicata su tutta la superficie delle pareti interne, formata da oltre 1000 piastrelle. Hanno partecipato tantissimi artisti: ognuno di loro ha realizzato un angelo, interpretandolo secondo la sua creatività. Ogni angelo è stato riprodotto su di una piastrella dagli allievi della Fondazione, per andare a decorare la chiesa. Il libro è una raccolta di tutte queste immagini.  
                                                                                                     


Opera di Marco Lodola




Opera di Mimmo Paladino




Opera di  Giovanni  Bonanno, Volo, tempera  cm. 20x20, 2009



La mostra, visitabile con il biglietto di ingresso del museo, è corredata dal volume Angeli & Artisti nella Iglesia de los Angeles pubblicato da Bellavite Editore. Angeli & Artisti  è realizzata grazie al sostegno dell'Alto Patrocinio Morale di Arzobispado de Salta – Argentina, Gobierno de la Provincia de Salta, Ministerio de Cultura y Turismo, República Argentina, Embajada de Italia – Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura – Buenos Aires.



Il Catalogo della Rassegna


La mostra è accompagnata dal volume Angeli & Artisti nella Iglesia de los Angeles pubblicato da Bellavite Editore, ISBN: 978-88-7511-264-6; Pagine: 600; Formato: 225x225 mm; Prezzo: 48:00. Nell’estancia El Milagro nel nord est argentino, immerso in un clima sub-tropicale ed in una natura incontaminata e selvaggia, si è sviluppato un nuovo fulcro religioso di aggregazione. In questo contesto è nata l’iniziativa alla base di questo libro: decorare la nuova chiesa, bianca ed immacolata, con una copertura policroma applicata su tutta la superficie delle pareti interne, formata da oltre 1000 piastrelle. Hanno partecipato tantissimi artisti: ognuno di loro ha realizzato un angelo, interpretandolo secondo la sua creatività. Ogni angelo è stato riprodotto su di una piastrella dagli allievi della Fondazione, per andare a decorare la chiesa. Il libro è una raccolta di tutte queste immagini.

    www.iglesiadelosangeles.com                      Sandro  Bongiani   



INFO: www.iglesiadelosangeles.com 
DOVE: Porto Antico di Genova: Porta Siberia. 
L’ingresso principale: Mura del Molo 
INAUGURAZIONE 25 Maggio 2022 alle ore 18 
 ORARI: da Giovedì a Domenica - dalle 11 alle 18. 
 Ticket di ingresso: € 7,00 – ridotti € 5,00

Musei di Genova 
MUSEO DEL PARCO - Centro  Internazionale di Scultura all'aperto - Portofino.




Oltre Cinquecento artisti del nostro tempo per uno stuolo di angeli.
Mostra segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno




giovedì 13 maggio 2021

WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS

 

WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS

What would you put in the hat of Joseph Beuys.

Testo di Marcello Francolini, critico d’arte,  aprile 2016


Visit:

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/virtualGallery/?art=5

 


SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0

Via S. Calenda, 105/D - Salerno

WHAT WOULD  YOU PUT IN THE HAT

OF JOSEPH  BEUYS

Collettiva Internazionale con la partecipazione

di 119 artisti  contemporanei di cinque continenti

a cura di Giovanni  Bonanno

Presentazione  critica di Marcello Francolini 

Progetto in collaborazione con l’Archivio Ophen Virtual Art

e la Collezione Bongiani Ophen Art Museum di  Salerno.

Dal 29 aprile 2016  al  27 agosto 2016

Inaugurazione: venerdì  29 aprile 2016, ore 18.00

Salerno Tel/Fax 089 5648159    e-mail:  bongiani@alice.it      

Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it

Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00


S’inaugura  venerdì 29 aprile 2016, alle ore 18.00, la mostra  collettiva internazionale a cura di Giovanni Bonanno dal titolo: “WHAT WOULD  YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH  BEUYS” che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista tedesco Joseph Beuys in concomitanza con la ricorrenza dei 30 anni dalla scomparsa, (Dusseldorf, 23 gennaio 1986), proponendo una importante mostra collettiva  con  119 artisti di diversa nazionalità. Nella sua attività (oggetti, azioni, installazioni, interviste, multipli, ecc.)  lo ha visto protagonista indiscusso, sulla scena internazionale. Negli ultimi anni tra il Settanta e gli anni Ottanta, l'esigenza di dialogo, diventa prioritario, connota spesso le performances come occasioni per esporre verbalmente la propria concezione politico-religiosa, fondata sulla coincidenza tra autodeterminazione, libertà individuale e creatività. Un’arte intesa come processo catartico e liberatorio svincolato dai tradizionali media che  fa affidamento sul  nesso tra arte-vita-politica alla ricerca di  una nuova possibilità creativa e organizzativa dell'uomo tra spiritualismo mistico e scientismo sperimentale.  

Scrive Marcello Francolini nella presentazione: “perché un cappello per ricordare Joseph Beuys? Non poteva che esserci immagine più fedele di quella di un cappello per essere sicuri di esprimere parole-immagini intorno alla figura di Joseph Beuys. Considerandolo come il cappello, e non tanto un cappello, allora si potrebbe convenire che è proprio quel cappello che indossava sempre e ora non più. È ciò che resta oggi, come l’ultimo è più vero luogo del suo corpo.  “Ricoprirono il mio corpo di grasso per rigenerare il calore e l’avvolsero nel feltro per conservarlo”. Fu così, che i Tartari lo raccolsero, accogliendolo nella loro natura medicinale, lo resuscitarono, rialzandolo a nuova vita, il 16 marzo del 1944.

Così scriveva l’artista nel suo Curriculum vitae/Curriculum delle opere, con il quale, in una sorta di mito delle origini, ricostruì una sua seconda vita, a partire dall’istante in cui tutto aveva avuto inizio. Portò da allora sempre con sé, feltro e grasso. Ora quello stesso feltro è materiale del suo cappello, protegge il capo come protesse il corpo. Lo stesso cappello che ora mantiene in caldo i pensieri, rilascia quello stesso odore di feltro che annusò in Crimea nascendo daccapo. È così che il cappello a Beuys servì per ricordarsi di sé ovunque, qualcosa come un peso sul capo per tenerlo radicato alla terra, la sua terra propria. La sua Heimat”.

 

Artisti presenti:  Joseph  Beuys, Ryosuke Cohen, Dorian Ribas Marhino, Marcello Diotallevi, Nicolò D'Alessandro, Maya Lopez Muro,  John M. Bennett, Santini del Prete, Virginia Milici, Gino Gini, Mauro Molinari, Nicolas de La Casiniere, Antonio Sassu,  Domenico Ferrara Foria, Meral Agar, BuZ Blurr, Horst Tress, Tomaso Binga, Miguel Jimenez, Maria José Silva-Mizé, Leonor Arnao, Melahat Yagci, Sinasi Gunes, Turikan Elci, Atelier Stiliachus, Daniel de Cullà, Giancarlo Pucci, Angela Behrendt, Wolfgang Faller, Alexander Limarev, Rosanna Veronesi, Robert Lewis, Bruno Cassaglia, RCBz, Paolo Scirpa, Carmela  Corsitto, Oronzo Liuzzi, Rossana Bucci, Ernesto Terlizzi, Linda Paoli, Remy  Penard, Rolando Zucchini, Andre Pace, Giovanni Bonanno, Pascal Lenoir, Stathis  Chrissicopulos, Claudio Grandinetti, Alfonso  Caccavale, Fernanda Fedi, Daniel Daligand, Rosa Gravino, Pedro Bericat, Francesco Aprile, Lamberto Caravita, Simon Warren,  Fabiana Pereira, Ruggero Maggi, Otto D Sherman, Renata e Giovanni Stradada, C. Mehrl  Bennett, Picasso  Gaglione, Anna Boschi, Lorenzo Lome Menguzzato, Maria Credidio, Eugenio Giannì, Emilio Morandi, Maria Teresa Cazzaro, Gianfranco  Brambati, Monika  Mori, Fernando Andolcetti, Caranovic Predrag, Pier Roberto Bassi, Patrizio Rossi, Connie Jeans, David Drum, Giovanni Fontana, Vittore Baroni, Luc  Fierens, Elena Marini, Mabi Col, Matthew Rose, Fulgor C. Silvi, John Held J.R., Dimitry Babenko, Lia Franza, Gian Paolo Roffi, Umberto Basso, Mirta Caccaro, Marina Salmaso, Lars Schumacher, Ludo Winkelman, Francesco  Mandrino, Oznur Kepce, Roland Halbritter, Serse Luigetti, Keichi Nakamura, Adriano Bonari, Alessio Guano, Carlo Iacomucci, Cinzia Farina, Domenico Severino, Maurizio Follin, Claudio Romeo, Lancillotto Bellini, Silvana Alliri, Angela Caporaso, Michel Della Vedova, Susanne Schumacher, Clemente Padin, Malte Sonnenfeld, Kateina  Nikeltsou, Claudia Garcia, Roberto Scala, Josè Luis Alcalde Soberanes, Julien Blaine, Judy Skolnick, Tricia Schriefer, Cernjul Viviana, Gianni Romizi, Ayse Sidika Ugur.

 

WHAT WOULD  YOU PUT IN THE HAT

OF JOSEPH  BEUYS

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

Via S. Calenda, 105/D  - Salerno

29 aprile 2016 – 27 agosto 2016

Inaugurazione: venerdì 29 aprile 2016, ore 18.00

Orario: tutti i giorni ore 00.00 - 24.00

e-mail: bongiani@alice.it     

Web Gallery 2.0:  http://www.collezionebongianiartmuseum.it

Press: bongianimuseum@gmail.com

 

 

La Presentazione di Marcello Francolini, 2016

L’operazione che andiamo qui a presentare è stata ideata e curata da Giovanni Bonanno, che attraverso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery presenta il suo progetto Internazionale di Mail Art che, a sua volta, andrà ad alimentare la Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno. Questa realtà, da anni, si muove nell’immaterialità della rete facendo dell’immanenza uno spazio concreto di riflessione.

Perché un cappello per ricordare Joseph Beuys?

Non poteva che esserci immagine più fedele di quella di un cappello per essere sicuri di esprimere parole-immagini intorno alla figura di Joseph Beuys. Considerandolo come il cappello, e non tanto un cappello, allora si potrebbe convenire che è proprio quel cappello che indossava sempre e ora non più. È ciò che resta oggi, come l’ultimo è più vero luogo del suo corpo.

“Ricoprirono il mio corpo di grasso per rigenerare il calore e l’avvolsero nel feltro per conservarlo”.

Fu così, che i Tartari lo raccolsero, accogliendolo nella loro natura medicinale, lo resuscitarono, rialzandolo a nuova vita, il 16 marzo del 1944.

Così scriveva l’artista nel suo Curriculum vitae/Curriculum delle opere, con il quale, in una sorta di mito delle origini, ricostruì una sua seconda vita, a partire dall’istante in cui tutto aveva avuto inizio. Portò da allora sempre con sé, feltro e grasso.

Ora quello stesso feltro è materiale del suo cappello, protegge il capo come protesse il corpo. Lo stesso cappello che ora mantiene in caldo i pensieri, rilascia quello stesso odore di feltro che annusò in Crimea nascendo daccapo. È così che il cappello a Beuys servì per ricordarsi di sé ovunque, qualcosa come un peso sul capo per tenerlo radicato alla terra, la sua terra propria. La sua Heimat.

Quel cappello è ciò che di più proprio c’è di Joseph Beuys.

Per comprendere quindi la sua opera e poterne dare un giudizio è assolutamente necessario non limitarla in chiave formale, ma considerarla profondamente nella sua totalità. Egli ricercava attraverso la realtà una via di accesso alla verità attraverso se stesso e la natura. Allora appare evidente che il cappello spostando l’attenzione sull’uomo, in quanto sottende ad un corpo che deve indossarlo, rimarca proprio che il pensiero dell’artista è connesso indissolubilmente alla sua vita, alla sua carne.

Perché fare una mostra sul cappello di Joseph Beuys?

Potremmo iniziare con lo specificare che più che il cappello si tratta dell’immagine del cappello, nello specifico è un cappello capovolto il cui fondo è quello spazio di pertinenza di scambio in cui gli artisti sono chiamati a entrare.

Così posto, il cappello, sembra migrare in una forma vascolare, mostrarsi per allegoria, come una giara da cui attingere o versare pensieri che allo stesso tempo sono altrui e personali (in un rimando incessante di sovrapposizioni che alla base rappresentano l’humus del comunicare con).

Ricordando la frase di Beuys più volte rimarcata, da una sua profonda conoscitrice, Lucrezia De Domizio Durini:

“Non si conserva un ricordo si ricostruisce”

Rolando Zucchini ad esempio colma proprio quel fondo, il colore che n’esce dilaga silenzioso quasi provenisse da dentro. Quasi raggiunto l’orlo, questo verde bluastro turchese si rafferma come fosse una lastra che chiude, o comunque mantiene ben coperto qualcosa che è sotto, forse il pensiero di Beuys così legato all’essenza stessa dell’artista (il cui capo conservava gelosamente nel cappello).

Su questa modalità “del riempire” segue Anna Boschi, che fa del contenitore del pensiero beuyssiano, un reliquiario con le sue opere-concetti, scaturiti proprio da quel pozzo di acque intuitive. Gino Gini, imbarca il cappello copri capo proteggi idee in un mare di parole pensieri. Wolfgang Faller, omaggia l’artista tedesco con una moltiplicazione di “Capri-Batterie” del 1985, aumentando tanti limoni quante idee è possibile ammettere. Umberto Basso lascia, come foglie sull’acqua, a galleggiare sospese le lettere dell’alfabeto. Un’immagine direi di calma in cui i significati non hanno ancora la loro forma verbale e perciò il rapporto coll’esterno passa interamente dal corpo. Andando avanti, tra le opere di Mail Art, troviamo Giovanni e Renata Strada, insieme, marito e moglie, formano il gruppo Stradada. Al cappello in cartolina sono sovrapposte alcune fotografie in primo piano di Beuys, la composizione tende a formare un’immagine di una croce, la struttura pone un equilibrio evidente, gli occhi dell’osservatore convergono naturalmente verso il centro dove incontriamo, con espressione sorpresa, Beuys. “Chi li ha Visti?” scritta sotto l’immagine, rimarca la spesso offuscata e sbiadita idea che avvolge artisti non facilmente classificabili.

Questi artisti descritti, come la maggior parte di coloro, che sono presenti in questa mostra,  potrebbero rientrare in una tipologia del riempimento, inteso come spazio specifico entro cui formalizzare il pensiero, com’è nel caso dell’utilizzo del cappello come spazio per l’azione artistica. L’artista qui, vi si proietta. Purtuttavia ce ne sono stati alcuni che hanno ribaltato tale modalità di lavoro, optando per una tipologia del prelievo. Questi artisti prendono il cappello e lo portano dentro, in uno spazio altrove. È il caso ad esempio di Linda Paoli, che il cappello lo materializza, trasportandolo, con la mano, nei pressi dei luoghi più consoni a quella creatività antropologica di Beuys: Terra, Aria, Acqua. A seguire c’è Antonio Sassu, che risponde con un’azione pratica a un’artista delle azioni com’era Beuys, con le sue “Living Sculpture”. Si pianta, letteralmente nel terreno, la testa è scomparsa sotto, il corpo è verticale con i piedi all’insù, da cui spunta una pianta. Come un’idea che può, solo nascere da un corpo ben radicato sulla terra.

Proprio a tal proposito, della terra, e di Joseph Beuys, potrei, provando a rimestare quei graffi lasciati dagli artisti, contribuire anche io al riempire il cappello:

Piccolo Resoconto su un pensiero di terra

Semplicemente terra.

Non v’è immagine, nel senso comune, che assicura, letteralmente che mette a riparo, il nostro pensare, più d’ogni altra cosa, a una posizione stabile, salda, sicura.

Certo se per terra intendiamo ciò, di contraltare un pensiero di acqua scivolerebbe slegato in superficie, ondeggiando liquidamente da un estremo all’altro.  Un pensiero d’acqua è dato dalla successione di visioni. Esse s’accavallano repentine senza che mai di una,  sia possibile fissare un ricordo. Ogni tentativo di mantenersi stabile è vanificato dalle correnti esterne che l’influenzano e lo soggiogano. Un pensiero di terra, invece, pesa se stesso grazie ad una gravità che lo rafferma. A differenza di un pensiero d’acqua che solo vede, scorrendo, un pensiero di terra guarda, è in guardia alla posizione su cui si mantiene e nella terra si rassicura affinché il pensiero abbia piedi per slanciarsi.

Heimat è, dunque, quel nostro orizzonte che ci assicura a noi stessi. La sua luce ha la stessa consistenza della nostra prima luce mai ancora vista.

 

Joseph Beuys / Biografia


Artista tedesco, nato a Krefeld il 12 maggio 1921, morto a Düsseldorf il 23 gennaio 1986. Conseguita la maturità classica, a Kleve nel 1940 si orienta verso studi di medicina. Pilota in guerra, rimane ferito nella caduta di un aereo in Russia ed è poi fatto prigioniero. Tornato a Kleve, nell'attenzione rivolta alle scienze naturali emergono i suoi interessi per l'arte. Dal 1947 al 1951 frequenta la Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf seguendo corsi di J. Enseling ed E. Mataré. Nel 1967 fonda l'Organisation für direkte Demokratie durch Volksabstimmung e dopo essere stato rimosso nel 1972 per ragioni politiche dall'insegnamento di scultura, svolto dal 1961 presso l'Accademia di Düsseldorf, costituisce una Freie internationale Hochschule für Kreativität und interdisziplinäre Forschung. Tra la fine degli anni Quaranta e i Cinquanta evidenzia, in una figurazione di essenzialità espressionista, lo specifico dei materiali e delle tecniche. Passa quindi all'assemblaggio di oggetti di rifiuto e di sostanze deperibili e povere, pervenendo nel 1962, all'interno del gruppo Fluxus ma con posizione autonoma, alle sue prime ''azioni'' sostenute da una struttura spazio-temporale e con una forte componente magico-rituale e simbolica anche negli elementi esibiti (grasso, feltro, animali e il suo stesso corpo). Negli anni Settanta l'esigenza di dialogo, quasi una vocazione, connota spesso le performances come occasioni per esporre verbalmente la propria concezione politico-religiosa, fondata sulla coincidenza tra autodeterminazione, libertà individuale e creatività. Un’arte intesa come processo catartico e liberatorio svincolato dai tradizionali media che  fa affidamento sul  nesso tra arte-vita-politica alla ricerca di  una nuova possibilità creativa e organizzativa dell'uomo tra spiritualismo mistico e scientismo sperimentale.

Alla domanda: perché lei porta sempre il cappello? Beuys rispondeva: “Questo è il tentativo di condurre nell’intero mondo del lavoro l’uomo stesso come concetto di arte. Ciò significa che in questo momento io stesso sono l’opera d’arte”. L’artista tedesco aveva un concetto di estetica  del tutto personale, affermava: “il concetto di estetica nel vecchio senso non è più rilevante. Per me si sviluppa sempre più…  sino ad arrivare al punto in cui estetica è uguale a uomo. L’uomo stesso è estetica.” Il suo modo di presentarsi era il suo modo estetico di essere, era volontà di manifestare in modo visibile il fondamento del suo pensiero essenziale, cioè l’uomo. Di  conseguenza l’abbigliamento era  quasi una uniforme, e il cappello, in particolare, era per ricordare a se stesso e agli altri di avere una testa: la testa è fatta per pensare, per portare luce, la luce del pensiero che  sta in equilibrio sull’asse verticale, sul portamento eretto dell’essere umano. La testa è avere un’idea per cappello. Sandro  Bongiani

 Visit: 

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/virtualGallery/?art=5



martedì 27 aprile 2021

BONGIANI ART MUSEUM / 𝐌𝐚𝐢𝐥 𝐚𝐫𝐭 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐢b𝐞𝐫𝐭𝐚' 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚

 

 𝐌𝐚𝐢𝐥 𝐚𝐫𝐭 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐢b𝐞𝐫𝐭𝐚' 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚 - 𝟐𝟔/𝟎𝟒/𝟐𝟎𝟐𝟏


 

CONFERENZA DEL TAVOLO DEI “POSTALI” 2021 - LA POSTA MAI IMMAGINATA IN DIRETTA ZOOM

Spazio all’arte postale! Nuova tappa del percorso “La posta mai immaginata”. Del 26 aprile 2021  svolto, via Zoom, il terzo incontro “Mail art per affrancare la libertà della comunicazione creativa”, sotto il segno della libertà e della ricerca.



26 aprile 2021 - “Mail art per affrancare la libertà della comunicazione creativa”

Relatori: il mailartista Ruggero Maggi e l’ideatore della Galleria virtuale italiana di arte contemporanea Sandro Bongiani

Mail art... comunicazione creativa, movimento artistico, fenomeno sociale, condivisione poetica... sì, l'arte postale è tutto questo. Ma vi è anche un altro importante aspetto: il desiderio di non conformarsi a un mercato (quello dell'arte, per intenderci) che quasi sempre inibisce la vera ricerca artistica. Fin dalla sua nascita, a metà degli anni Sessanta, la mail art grazie soprattutto a Ray Johnson, si è diffusa in tutto il mondo come vera e propria rete internazionale, permettendo la libera circolazione di idee, arte e cultura underground.

 

Un saluto gli organizzatori del Tavolo dei Postali 2021

 Al Coordinatore Bruno Crevato-Selvaggi,  direttore dell’Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus,  di Prato

Fabio Bonacina di Vaccari News

Celina Di Marco del Museo storico della comunicazione di Roma

Dott.ssa  Valeria Vaccari (Vaccari News)

e al mio amico Ruggero Maggi.

 

 

 

IL  TAVOLO DEI  “POSTALI” 2021

 


Artistamp di Giovanni Bonanno, 2021

Opera di Ruggero  Maggi



La posta mai immaginata

Lunedì 26 aprile, ore 18-19.

Ruggero MAGGI | Mailartista

Sandro BONGIANI | Galleria virtuale italiana d’Arte Contemporanea

Due Artistamps  di Giovanni Bonanno dedicati a Ray Johnson

e al “TAVOLO DEI POSTALI” 2021

 


Sandro  Bongiani


Un breve resoconto:

Oggi l’arte è un carcere

(Seminario, ed. Il Mulino  Bologna 1982  pag.108)

Riprendo il lavoro svolto in un seminario organizzato da Luigi Russo, di una inchiesta “sociologica” volutamente provocatoria, una sorta di progetto di Mail Art, di un artista argentino Horacio Zabala che ha inviato a duecento persone di ventitre paesi un foglio bianco con l’intestazione “Oggi l’arte è un carcere”. Una campionatura delle numerose risposte poi pubblicate in un volume. Dal seminario i contributi di Mario Perniola, Ermanno Migliorini, Enrico Crispolti e il filosofo  Jean Baudrillard sono stati concordi  nel ritenere che l’arte  può essere anche una prigione.

Il filosofo Mario Perniola scrive "l'arte è un carcere, perché gli artisti sono dei carcerieri; essi tengono imprigionata la creatività che si potrebbe manifestare nella società con ricchezza di forme e di espressioni". Il carcere per le false avanguardie è la società, il suo astratto ordine pianificato.

Perché questa premessa, perché l’arte proposta dal sistema ufficiale culturale  viene pianificata in funzione di un ritorno economico sia del gallerista che  dell’artista che accetta tale  subalterna condizione. Di fatto, l'arte "ufficiale" si adatta alle tattiche e alle mode pre-confezionate producendo oggetti sciatti che la critica tenta, in tutti i modi di avvalorare, dando motivazioni di vario genere a giustificare le qualità che spesso nelle opere non ci sono.

Anche da queste considerazioni nasce il mio interesse a realizzare  “una piattaforma alternativa” proponendo  l’altra faccia della medaglia dell’arte che quasi sempre non viene in alcun modo presa in considerazione dal sistema ufficiale dell’arte, proposte ed esperienze di ricerca varie che io riassumo complessivamente come “  operazioni Marginali attive”.

Infatti, la Mail Art non è altro che un laboratorio globale: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Ad  un’arte istituzionalizzata  “di regime pseudo democratico” imposta dall’alto, corrisponde oggi  un’arte  “di confine”,  direi marginale attiva, sempre più libera che preferisce condividere volutamente  (Mail Art, Digital Art,  E-Mail Art, Web Art) la dimensione globale, approfittando anche delle nuove possibilità e strategie del web.   Da ciò nasce  il mio grande interesse verso una condivisibile e propositiva attività virtuale e globale dell’arte.

 


La Collezione Bongiani Art Museum di Salerno (Italy).

 


Le  tre Startup virtuali “no profit” di  Arte  Contemporanea.

Mi sembra interessante accennare  una breve storia delle tre gallerie  virtuali. Tutto nasce da una piattaforma evoluta come SECOND LIFE nel 2003 che da l’avvio a questa avventura.

Second Life è un mondo virtuale (MUVE) elettronico digitale online lanciato il 23 giugno 2003 dalla società americana Linden Lab,    la piattaforma:  https://secondlife.com/  

il video  Creativit:    http://go.secondlife.com/landing/creator/?lang=en

Un’altra importante nota  riguarda il lavoro di  Guglielmo  Achille Cavellini. Una vita dedita totalmente all’autostoricizzazione, diffusa ampiamente dal 1970 in poi, con mostre e cataloghi a domicilio, manifesti, spille, stickers, cimeli, francobolli, performance, happening.

Esattamente, nel 1973  inizia a fare le “mostre a Domicilio  inviando per posta i cataloghi con le sue opere come strategia anticipatoria della propria celebrazione.  Il veicolo espositivo postale gli permetterà di esporre il proprio lavoro in diecimila luoghi in tutto il mondo.

Da Second Life e Cavellini nasce  il mio interesse di realizzare una prima galleria virtuale  che potesse essere vista nel web  “in modo democratico” da   numerosi utenti e curiosi. Infatti, dopo 5 anni da Second Life, nasce La  prima  galleria virtuale  www.ophenvirtualart.it, ideata nel  2008 ma attiva dall’ 11 settembre del 2009 con una mostra collettiva  di tre artisti contemporanei, Roberta Fanti, Giuseppe Celi e Bruno Sapiente.

Mostra:  http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=88&pag=mostre.php

Tra il  2009 e il 2015, sono state realizzate,  16 mostre  dedicate a artisti come Ruggero Maggi, Clemente Padin, Marcello Diotallevi, Paolo Scirpa, Giuliano Mauri, Anna Boschi, Mauro Molinari, Christine Anne Tarantino, Guglielmo Achille Cavellini, Ryosuke Cohen e collettive internazionali come per esempio quella dedicata nel 2013 all’Artistamps

Nel 2009 scompare Giuliano Mauri, quasi dimenticato da tutti, nel 2010 gli organizzo una prima retrospettiva virtuale dal 4 settembre al 19 ottobre 2010 in coincidenza  con la costruzione ambientale della Cattedrale Verde sulle pendici del monte Arena nel comune di Oltre il Colle in località Plassa (Grumello), nel Parco delle  Orobie Bergamasche.

http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=100&pag=mostre.php

 

Mostra Svolta:  70 YEARS MARCELLO DIOTALLEVI, 2012

http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=123&pag=mostre.php.

L’ultima mostra  internazionale in questa prima galleria virtuale  risale al 2020 dal titolo Artistamps – Interfolio all’Enciclopedie Covid -19   (28 aprile al 28 giugno 2020)

Mostra Svolta:  INTERFOLIO   http://www.ophenvirtualart.it/mostra.php

 

Inoltre, occorre ricordare che nel 2009 a Roma, Chiara Passa realizza la sua Galleria virtuale “Widget Art Gallery” the-widget-art-gallery.blogspot.it    e nel 2012 anche Angelo Marino a Caserta attiverà la sua piattaforma virtuale.

http://www.dirartecontemporanea.eu/exhibitions.aspx?id=8

Nello stesso periodo  tre spazi indipendenti “no profit” si trovarono a operare in un’area geografica ben precisa, tra Salerno e Roma. in una ideale linea retta, obliqua che lega Salerno  con Roma passando per Caserta.

Successivamente a questa prima galleria, nel 2012 si aggiunge  la seconda startup, la  “Collezione Bongiani Art Museum” aggiornata  nel 2015  in modo più interattivo e  efficiente.

 

 


Il logo del Bongiani Art Museum

 


La Collezione Bongiani Art Museum

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/   La Collezione Bongiani Art Museum è una piattaforma  molto più evoluta e dinamica rispetto la prima, con assieme un museo virtuale, una galleria interattiva e un archivio di grafica contemporanea con una raccolta delle opere in corso.  


SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA


La terza piattaforma virtuale è in fase di costruzione si chiamerà https://www.sandrobongianivrspace.it/  (Sandro Bongiani Arte Contemporanea)

https://www.sandrobongianivrspace.it/

Questa nuova Startup sarà  attiva tra qualche mese presentando altri importanti artisti internazionali “marginali attivi” del panorama  artistico contemporaneo, con biografie aggiornate, opere in visione e nuove mostre virtuali.

 

 

La Collezione Bongiani

Visione interattiva dell’attività svolta fino a oggi:

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/





Le mostre svolte già realizzate  nel corso di questi anni di lavoro sono presenti in modo permanente a documentare il lavoro culturale svolto.

Ultima considerazione, per uno spazio espositivo fisico o virtuale non basta avere  soltanto una presenza digitale accattivante  per essere interessante ma vi è bisogno di idee, di  contenuti culturali, di strategie comunicative e di contatti che possano permettere di svolgere al meglio  un programma serio.   Di fatto, la Collezione Bongiani Art Museum oggi risulta uno spazio attivo capace di rispondere alle esigenze concrete degli utenti del web e far conoscere l’arte contemporanea   ad un pubblico sempre più vasto e interessato.  Questa "piattaforma culturale"  in tempo reale, risulta a oggi una  delle prime  e più  importanti gallerie virtuali interattive "no profit” al mondo che  operano sistematicamente  on line in ambito artistico con un serio programma continuativo di proposte.  Sandro  Bongiani

 

 

LA  VISIONE INTERATTIVA

IL BONGIANI ART MUSEUM

Descrizione:

1- Comprende  un museo virtuale con una collezione ideale e immaginaria di arte contemporanea.

 2 - la galleria virtuale Ophen Virtual Art Gallery.

3 - la Collezione tutta reale di grafica  contemporanea con archiviati i lavori grafici  arrivati nel corso dei vari progetti svolti.

 

 

L’interattività e il Materiale in archivio della Collezione Bongiani Art Museum

di Salerno


La Mostra in corso 2021:

 RETROSPETTIVA DI GIULIA  NAPOLEONE

“Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito / opere 1956 - 2020

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/virtualGallery/?art=28

 

 

La Mostra Svolta nel 2020:

70 YEARS RUGGERO  MAGGI / “Fragilità e distaccohttp://www.collezionebongianiartmuseum.it/virtualGallery/?art=26

 

RETROSPETTIVA DI COCO  GORDON, Timeless, Senzatempo http://www.collezionebongianiartmuseum.it/virtualGallery/?art=25

 

RETROSPETTIVA DI MAURO  MOLINARI/ Texitures - opere 1994-2007 http://www.collezionebongianiartmuseum.it/virtualGallery/?art=27

 

 

I Progetti e Le sale:


Sala 22   A.M.A – Artisti Marginali Attivi/ Dal Futurismo a oggi

Attiva Slideshow  / durata 8 minuti

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=67

 

L’ARTISTAMPS

Sala 25   La Filatelia alternativa d’artista

Attiva Slideshow   / durata 4 minuti

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=70

 

Sala     BONGIANI ARTISTAMPS / FRANCOBOLLI

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=83

 

ARTISTAMPS

Sala    GUGLIELMO  A. CAVELLINI &  FAUSTO  PACI

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=71

 

 Le Mostre Virtuali “postali”:

GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=82

 

I MESSAGGERI DI  MAURO MOLINARI / 60 ARTISTAMPS, mostra del 2013-2014

http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=127&pag=mostre.php

 

 MARCELLO DIOTALLEVI

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/virtualGallery/?art=16

 

COLLETTIVA: IN FORMA DI  FRANCOBOLLO

http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=121&pag=mostre.php

 

COLLETTIVA: WUNDERKAMMER  ARTISTAMPS

http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=123&pag=mostre.php

 


Alcune altre sale:


 MAURO  MOLINARI

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=89

 

COLLEZIONE GRAFICA:  GINNY  LLOID

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=88

 

OTTO  DAVID  SHERMAN  / ARTISTAMPS

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=81

 

 

Per una visione più completa  del lavoro svolto si rimanda alla visione interattiva della Collezione Bongiani Art Museum di Salerno. 

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/