lunedì 21 settembre 2015

"Frantumazione e gesti tridimensionali", Mostra retrospettiva di Carlo Ramous a Varenna




A Varenna una mostra su Carlo Ramous




VARENNA –È considerato uno degli scultori più significativi della seconda metà del Novecento e le sue opere sono esposte in numerose piazze e prestigiosi musei di tutto il mondo, da Roma a New York, da Venezia fino in Giappone. Carlo Ramous, artista milanese nato nel 1926 e deceduto nel 2003, a cui il Comune di Varenna dedica una mostra personale curata da Michele Tavola e visitabile sino al 18 ottobre 2015 presso la Sala Polifunzionale “Rosa e Marco De Marchi” di Varenna.



Carlo Ramous

Scultore e pittore particolarmente attivo a partire dalla metà degli anni Quaranta fino all’anno della sua scomparsa, Carlo Ramous ha esposto in molte delle più prestigiose rassegne a livello internazionale; le sue sculture – la più famosa è Il gesto per la libertà (1972), collocata in piazza della Conciliazione a Milano – sono presenti in tutto il mondo, sia all’interno dei musei, sia in spazi pubblici all’aperto.
Premessa alla mostra Frantumazioni e gesti tridimensionali – curata dall’ex assessore alla cultura del Comune di Lecco, Michele Tavola, e promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Varenna – è stata la posa della monumentale scultura  Frammentazione 79 di Ramous nella piazza San Giorgio di Varenna lo scorso mese di luglio: questo progetto, ideato e fortemente voluto dall’assessore Paolo Ferrara, si è quindi evoluto fino ad arrivare all’allestimento della personale dedicata a Carlo Ramous presso la Sala Polifunzionale di Varenna.




La retrospettiva presenta al suo interno più di trenta opere dell’artista milanese, suddivise tra sculture, bozzetti, dipinti e disegni; il curatore Michele Tavola ha focalizzato la propria attenzione specialmente sulle opere realizzate tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta, in modo da evidenziare al meglio l’evoluzione stilistica di Ramous che ha poi portato alla realizzazione di Frammentazione 79. Partendo dalle forme stilizzate ma comunque riconoscibili dell’Araba Fenice (1969), la mostra ripercorre le tappe più significative della produzione di Ramous, fino a giungere ai grandi e caratteristici “gesti tridimensionali” che non raffigurano nulla di preciso, ma dialogano intensamente con lo spazio circostante.
Frantumazioni e gesti tridimensionali è promossa e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Varenna, ma è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione di Peg, Gunther e Walter Patscheider, che hanno aperto le porte dell’Archivio Ramous e prestato tutte le opere esposte a Varenna.




INFORMAZIONI - La mostra sarà visitabile a Varenna presso la Sala Polifunzionale “Rosa e Marco De Marchi” dal 12 settembre al 18 ottobre secondo i seguenti orari: da martedì a sabato ore 15-18 e domenica ore 11-18; chiusa il lunedì.






giovedì 17 settembre 2015

LA Spezia / LIGHT MATTERS. Questioni di luce




LA SPEZIA – Giovedì  17 settembre 2015, alle ore 18 presso le sale espositive della Palazzina delle Arti della Spezia (Via del Prione, 234) inaugura la mostra internazionale LIGHT MATTERS. Questioni di luce nata da un’idea dell’artista Alessio Guano con un progetto che ha ottenuto l’importante riconoscimento del patrocinio UNESCO.

L’evento è stato realizzato in stretta sinergia con l’Assessorato alla Cultura del Comune della Spezia ed i Servizi Culturali della città. L’esposizione, curata da Tiziana Clara Luisi, è realizzata con la collaborazione di Atelier97 e la Galleria Il Gabbiano Arte Contemporanea e vede la partecipazione di artisti americani, europei, asiatici e mediorientali. 

In occasione dell’Anno Internazionale della Luce, proclamato dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite, cento artisti hanno realizzato altrettante opere d’arte che andranno a dar corpo alla mostra..
Ciascuno di loro ha giocato con il tema della luce realizzando i lavori più disparati, con materiali spesso innovativi, attraverso ogni forma d’arte contemporanea dalla pittura alla scultura, dalla grafica alla video arte e all'installazione.

Alessio Guano, efficacemente precisa che la mostra “ vuole promuovere e diffondere la cultura e le conoscenze sulle tecnologie basate sulla luce proponendosi come un evento che coinvolge nazioni e culture diverse per far scoprire o riscoprire il ruolo centrale della luce nel mondo dell’arte contemporanea”.

Il concetto di luce  –  che ha svolto un ruolo fortemente simbolico nelle culture di ogni tempo  –   porta in sé una moltitudine di significati e bene si presta ad essere declinato nei più svariati ambiti: scientifico e tecnologico, ma – attivando il processo che ci permette di vedere ciò che ci circonda –   anche artistico; attraverso le epoche storiche è stato per molti secoli utilizzato per spiegare l'energia primordiale e la divinità, il soprannaturale, diventando quasi un sinonimo di tali nozioni.
La mostra è accompagnata da un catalogo in formato digitale con testi di Luca Basile, Tiziana Clara Luisi e Marzia Ratti; progetto grafico editoriale di Alessio Guano.

 


ARTISTI in mostra: Josè Alcade, Italo Anderson, Fernando Andolcetti, Andreina Argiolas, Alberto Barli, Alessandra Baruzzo, Giulio Benatti, Maria Berenato, Vanda Bertocchi, Giancarlo Bertoncini, Marco Bevilacqua, Umberto Binetti, Giovanni Bonanno, Norbert Breitenstein, Marco Bruno, Alfonso Caccavale, Virginia Cafiero, Carlo Canè, Vito Capone, Bruno Cassaglia, Daniela Cesino, Cosimo Cimino, Valentina Colella, Cobàs, Daniela Cresci, Pál Csaba, Gian Luca Cupisti, Davidd D’Addario, Luca Dal Vignale, Juan Lopez De Ael, Carlo Delli, Michele De Luca, Pino De Luca, Valeria De Simone, Beatrice Donin, Cinzia Farina, Sergio Fassan, Chiara Fassari, Luc Fierens, Mariano Frare, Antonio Garay, Silvia Garzonotti, Maria Silvia Gazzarini, Nella Giambarresi, Anna Maria Giarrizzo, Gloria Giuliano, Claudio Greco, Marcella Grossi, Alessio Guano, Giuseppe Gusinu, Carl Heyward, Enrico Imberciadori, Emwan Kulpherk, Beltran Laguna, Michele Lambo, Carolina Lampitelli, Bruno Larini, Alfonso Lentini, Leona K., Alexander Limarev, Petra Lorenz, Ruggero Maggi, Maria Luisa Malerba, Alessio Manfredi, Rodolfo Mantovani, Carmelo Marchese, Martina Marini Misterioso, Andrea Mattiello, Beppe Mecconi, Monica Michelotti, Graziella Mori, Monika Mori, Maya Lopez Muro, Riri Negri, Walter Paganuzzi, Ester Pasqualoni, Virginia Patrone, Barbara Pece, Giuseppe Pellegrino, Nicola Perucca, Ettore Pinelli, Mirella Raggi, Raisa, Antonio Raucci, Paola Repiccioli, Sandra Rosa, Vincenzo Russo, Salvatore Salamone, Massimo Salvoni, Rosa Maria Santarelli, Emanuele Sartori, Sergio Scantamburlo, Danilo Sergiampietri, Roberta Signani, Renata Solimini, Alberto Sordi, Daniela Spaggiari, Franco Spena, Vittorio Sopracase, Giovanni e Renata Strada, Nicoletta Testi, Hilal Tursoluk, Roberto Vendasi, Giovanni Viola, Darko Vulic.





domenica 13 settembre 2015

Retrospettiva Virtuale di Ryosuke Cohen

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0
Via S. Calenda, 105/D - Salerno
RYOSUKE COHEN / “FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2001-2015”

Retrospettiva dedicata all’artista giapponese Ryosuke Cohen
a cura di Giovanni Bonanno
Dal 13 settembre al 28 novembre 2015

Inaugurazione: Domenica 13 settembre 2015, ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery 2.0, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it

Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00



Visit:

Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0
Ryosuke Cohen/ “FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2001-2015” 







Spazio  Ophenvirtualart.it  


Ryosuke Cohen/ “INSIDE AND OUTSIDE THE BODY”


La Biografia e critica di Ryosuke Cohen:
— con Ryosuke Cohen.

venerdì 11 settembre 2015

RYOSUKE COHEN / “FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2001-2015”



SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0
Via S. Calenda, 105/D - Salerno

RYOSUKE COHEN / “FRACTAL  PORTRAIT  PROJECT 2001-2015”



Retrospettiva  dedicata all’artista giapponese  
Ryosuke Cohen
a cura di Giovanni  Bonanno
Dal 13 settembre al  28 novembre 2015

Inaugurazione:  Domenica  13 settembre  2015,  ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery 2.0, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail:  bongiani@alice.it       
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

                              



S’inaugura  Domenica 13 settembre 2015, alle ore 18.00, la grande retrospettiva  a cura di Giovanni  Bonanno  dal titolo: “FRACTAL  PORTRAIT  PROJECT 2001-2015” che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery 2.0  di Salerno dedica all’artista giapponese Ryosuke Cohen,  a celebrare il 30° anniversario del progetto “Brian Cell” "1985-2015" e come  evento  contemporaneo ed indipendente  progettato in concomitanza con la 56th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2015. Proprio per questa particolare  occasione  la galleria ha voluto dedicare l’attenzione a due artisti giapponesi come Shozo Shimamoto e Ryosuke Cohen, che riassumono magnificamente il concetto del  The World's  Futures / “Inside and outside the body”, (dentro e fuori il corpo). Tra il 31 maggio e il 29 agosto 2015 sono state presentate le opere di 97 artisti in due  rispettive mostre con una serie di opere scelte di Shozo Shimamoto, (24 opere)  a margine del progetto di Mail Art  “Head”.  Dal 13 settembre fino al 28 novembre saranno presenti in questa importante  mostra retrospettiva  (la prima retrospettiva in assoluto dedicata al lavoro di Ryosuke Cohen), presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 di Salerno, 72  lavori  del progetto “Fractal Portrait”  realizzate da Cohen  tra il 2001 e il 2015. Una seconda mostra  con altre  80 immagini viene presentata contemporaneamente nello spazio virtuale, www.ophenvirtualart.it, con una particolare sezione didattica dal titolo “INSIDE AND OUTSIDE THE BODY”, (dentro e fuori il corpo), comprendente l’analisi “Fractal Portrait”   svolta da Cohen  nel campo della performance tra Face, Body e Work.




Nato nel 1948, Osaka, in Giappone, Ryosuke è il più longevo artista giapponese  attivo nel network internazionale per la diffusione  capillare della Mail Art.  Dopo il progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel 1985 che ha visto Ryosuke Cohen  coinvolto per 30 lunghi anni, assieme a migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi. Nell'agosto 2001 ha iniziato il progetto chiamato “Fractal  Portrait Project”, allo scopo di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo una serie di ritratti e Silhouette del corpo agli amici artisti incontrati in questi anni (15 anni) nei diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo.  




Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. I  lavori “Fractal Portrait Project”  presenti in questa retrospettiva e le immagini concernenti la performance visibili contemporaneamente in www.ophenvirtualart.it, a corollario del lavoro svolto da Cohen in  questi 15 anni di lavoro, sono il doveroso  e concreto contributo che noi abbiamo voluto fare per il suo 30° anniversario.  
     


SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0
Via S. Calenda, 105/D  - Salerno
13 settembre  2015 – 28 Novembre 2015
Inaugurazione: Domenica  13  Settembre 2015, ore 18.00
Orario: tutti i giorni ore 00.00 - 24.00


Web Gallery 2.0:  
“FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2001-2015” - http://www.collezionebongianiartmuseum.it
“INSIDE AND OUTSIDE THE BODY” - www.ophenvirtualart.it

Ufficio stampa: - bongiani@libero.it






RYOSUKE COHEN / Presentazione di Giovanni Bonanno


MOSTRA  RETROSPETTIVA
“RYOSUKE COHEN /  FRACTAL  PORTRAIT  PROJECT  2001 – 2015



“Inside and outside the body/dentro e fuori il corpo”

La Mail Art è nata  più di 50 anni fa, nel 1962, da quando l'artista americano Ray Johnson, fondò la “New York Corrispondance School of Art” occasionalmente in contemporanea con il movimento “ Fluxus”  del lituano-americano George Maciunas (1961)  e la  Pop Art di Leo Castelli a New York (1962). Una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale gli elaborati grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano per la prima volta spediti per posta a conoscenti e persino ignari destinatari, dando  completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero e al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte.  Dopo Ray Johnson, anche  Gugliemo Achille Cavellini, nei primi anni 70 (1971),  aveva  inventato “l'autostoricizzazione”, realizzando  delle mostre a domicilio  e utilizzando i cataloghi che inviava  in visione agli artisti del Network. 
Questi  due artisti, per primi,  avevano  solo accennato a questa  nuova e possibile strategia di messa in crisi del sistema culturale che non permetteva nessuna intrusione se non avvalorato da un  potere forte che condizionava e controllava le proposte e le scelte al fine di regolarne il flusso  e ossigenare il mercato dell’arte. E’ stato soprattutto  Cavellini (GAC), a  compiere “il grande passo”; quello di contrapporsi ad un sistema ormai monotono; un ulteriore sviluppo verso la messa in crisi del tradizionale sistema dell’arte. Negli anni 80, precisamente nel  giugno del 1985,  l’artista giapponese Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione, in  un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere commercializzata. Lo fa  proponendo un particolare progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), che lo ha visto coinvolto per 30 lunghi anni, assieme a migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi, in cui i singoli artisti collaborano inviando per posta a Cohen disegni, francobolli, timbri, adesivi o altro.  Egli utilizzando un vecchio  sistema serigrafico, chiamato ciclostile (ormai fuori produzione) fa 150 copie A3 (30x42). E’ un  progetto  ancora attivo che viene stampato ogni 10 giorni e rispedito ai rispettivi collaboratori,  allegando un elenco di indirizzi di collaboratori provenienti da alcuni paesi (quindici per opera). Tra 2-3 anni è previsto il lavoro per completare la stampa “Brain Cell n° 1.000. Ormai, l’artista Cohen  rifiuta l’opera unica e concetti  consueti come l’originalità, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà dell’artista volutamente collocato ai margini di un sistema culturale antiquato e passatista.
Nella pratica dell’arte postale non esiste un’unica ideologia o “ism” ben solida capace di sopravvivere  e prevalere  sulle altre. Secondo Ray Johnson,  “Mail Art is not a single art movement, but is quite a megatrend that insists that we change our consciousness”, quindi,   non è un unico movimento artistico ma piuttosto un grande movimento “trasversale”  a tutte le altre proposte ed esperienze artistiche che ci sollecita concretamente a prendere coscienza di noi stessi. Di conseguenza, si condividono  i frammenti  di idee con  altri artisti in una relazione libera da “copyright”,  utilizzando e trasformando persino le opere di altri autori in un incessante  “add and send by mail” collettivo.  Nella pratica  elitaria attuata dal sistema istituzionale ufficiale dell’arte si preferisce la concorrenza piuttosto che la cooperazione e la sperimentazione. Nella Mail Art questi concetti scompaiono per dare spazio alla creatività e alla ricerca  spontanea svolta in campo in modo paritario.
Nato nel 1948 a Osaka, in Giappone, Ryosuke non è il primo  e unico artista postale giapponese, prima di lui anche Shozo Shimamoto aveva condiviso la Mail Art, tuttavia, è certamente l’autore giapponese più longevo e per certi versi, anche il più  interessante e attivo nel network internazionale di chiunque altro per la diffusione  capillare della pratica Mail artistica.  Dopo “Brain Cell”, nell'agosto 2001 ha iniziato anche un  altro progetto chiamato “Fractal  Portrait Project”, iniziato in Italia  al fine di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo ritratti e Silhouette (face and body) agli amici artisti incontrati in questi anni nei in diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Secondo Cohen, “Brain Cell” è come  la struttura di un cervello visto al microscopio, ci appare come lo schema  delle rete  con migliaia di neuroni accumulati  e ramificati insieme proprio come il Network dell’arte postale. La Mail art - scrive l’artista - “is dynamic", because you can be more of an individual free to create works of art with a new mind, being fragments of the entire network and sharing snippets of many other artists", e poi,  “la rete si espande da A a B,  da B a C, da C a D, da D a A, da C a A e così via,  è come un corpo unico con una costruzione cerebrale fatta di un gran numero di cellule nervose strutturate e complesse, sistemate in un ordine non lineare. Ecco perché ha definito questo tipo di esperienza “Brain Cell (cellule del cervello)”. Praticamente è il risultato di un complesso intreccio di cellule nervose del cervello, un progetto senza fine, aggiungendo, “ciò che nasce dal “flusso” Dada, Fluxus e Mail Art è l’unico modo per realizzare la nuova arte del domani”.

Fractal (frattale),  letteralmente significa figure simili fra loro, il nuovo concetto  è  stato utlizzato per prima dal matematico francese  B. Mandelbrot all’Istituto Watson IBM. La caratteristica principale dei frattali è “l’auto similarità”, la ripetizione sino all'infinito di uno stesso motivo  caratterizzato dall’indeterminatezza temporanea e provvisoria del suo esistere,  come per esempio, gli alberi della foresta Amazzonica del Sud America che si compone di numerose specie che convivono insieme. Nel 2006 Ryosuke Cohen, scrive: “Nowadays I have come to realize that we are all part of a fractal, and that I can be a piece of that fractal, and that I can create art, in a way that extends beyond myself as an individual, in communication with infinite mail artists' ideas”,  (oggi mi sono reso conto che siamo tutti parte di un frattale e che posso essere  un pezzo di quel frattale estendendomi come individuo al di là di me stesso in una infinita comunicazione di idee con gli artisti postali).

Questa particolare concezione personalmente preferisco chiamarla  “swarm intelligence traducibile come: intelligenza dello sciame,  è un termine  più vicino a tutti gli esseri viventi coniato per la prima volta nel 1988 in seguito a un progetto ispirato ai sistemi robotici. Esso prende in considerazione lo studio dei sistemi auto-organizzati, nei quali un'azione complessa deriva da un fare collettivo, come accade in natura nel caso di colonie di insetti, stormi di uccelli, branchi di pesci oppure mandrie di mammiferi.  Secondo la definizione di Beni e Watt la swarm intelligence può essere definita come: “Proprietà di un sistema in cui il comportamento collettivo interagisce  in modo collaborativo producendo risposte funzionali al sistema”, sia ben chiaro, non inteso in senso speculativo e in funzione di un risultato economico, bensì, di una risposta partecipativa in funzione di un concreto apporto creativo  “non autoritario”, proprio come avviene  nella prassi collaborativa del movimento della  Mail art.

Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio che nasce  dal contributo degli altri e  si materializza  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente coinvolti. Le varie stampe del progetto Brain Cell realizzate da Cohen non  possono essere considerate opere “finite”, intese come opere che si completano nella realizzazione della copia grafica, ma di un’opera caratterizzata dall’indeterminatezza e provvisorietà del proprio esistere insito nel suo DNA.  Di certo, se  il risultato finale di ogni stampa fosse  davvero “un’opera compiuta”,  credo che Cohen smetterebbe  di colpo  di realizzare altre copie di “Brain Cell”, proprio perché svuoterebbe pesantemente il senso e la filosofia generatrice di questa  particolare pratica artistica.   

Una considerazione sul lavoro di Cohen che  è doveroso fare è quella di aver messo,  “fuori gioco”, ancora una volta,  il vecchio sistema ufficiale dell’arte,  relegando fuori dalla porta personaggi equivoci come i galleristi, i critici d’arte e persino i collezionisti di opere d’arte dal momento che  lo scambio delle opere prodotte avviene tra gli artisti del Network. Quindi, le opere realizzate non vengono trattenute e conservate dall’artista in vista di un  consueto profitto ma inviate ai rispettivi collaboratori. Con la spedizione postale  delle stampe i collaboratori, utilizzano i propri archivi, diventando altresì collezionisti delle opere ricevute Spesso, con i lavori “Brian Cell” realizzati  nei vari tour che ogni anno    l’artista fa in giro per il mondo  si organizzano delle mostre.  Tuttavia,  risulta quanto mai complicato e difficile organizzare tradizionali mostre con i “Fractal Portrait Project” proprio per la reale difficoltà a reperire e raccogliere concretamente le diverse opere donate nel tempo agli amici artisti rappresentati.

Nella seconda mostra contemporanea  parallela a  questa viene presentata nell’altro spazio, virtuale “www.ophenvirtualart.it” una particolare sezione didattica  dal titolo “INSIDE AND OUTSIDE THE BODY”, (dentro e fuori il corpo), comprendente l’analisi Fractal  Portrait tra Face, Body e Work svolta lungamente da Cohen nel campo della performance. In particolare vogliamo evidenziare un lato ancora nascosto e quindi poco conosciuto; mi riferisco soprattutto alle opere “Body”, alla serie delle slhouette del corpo create dal 2001 in poi fino a oggi, realizzate  dall’artista giapponese  in particolari momenti collettivi unendo insieme diversi fogli Brian Cell in cui i soggetti, gli amici incontrati nei vari tour vengono invitati a distendersi sopra questi fogli,  con l’artista  impegnato  per l’occasione a  disegnare e rilevare il contorno immediato del corpo. Una sorta di “performance collettiva”, prima di procedere alla  consueta realizzazione dell’opera. Insomma, una performance “provvisoria” in funzione della realizzazione dell’opera. Tutto ciò, seppur con le dovute differenze di lavoro, lo lega indissolubilmente al suo amico Shozo Shimamoto, divenendo  il naturale  attivo continuatore  dell’arte di ricerca oggi in Giappone.

Per ultimo, vogliamo ancora una volta  ribadire il rifiuto di Ryosuke Cohen a “commercializzare” qualsiasi opera da lui prodotta. In una interessante intervista del 2012, John Held Jr. chiese a Cohen  se dopo aver completato  la silhouette frattale salvava  magari qualche opera per se stesso magari per una possibile e futura  mostra dei lavori.  In quella occasione Cohen  confessava  che risultava difficile raccogliere tutto il  materiale da esporre, visto  che ogni opera realizzata viene regalata agli amici.  Di sicuro, una mostra del genere fino a qualche anno fa risultava improponibile se non impossibile per un artista come Cohen. Ora con le nostre due “gallerie virtuali” tutto il lavoro  realizzato nei vari Meeting dall’artista nipponico, mi riferisco soprattutto ai “Fractal Portrait”  presenti in questa retrospettiva  comprendente  15 anni di lavoro può essere visto in un vernissage virtuale  collettivo  e contemporaneo in tutto il pianeta. Questo è il doveroso apporto che abbiamo voluto dare al  grande artista giapponese Ryosuke Cohen.          Giovanni  Bonanno
                                                                                                                    





BIOGRAFIA DI RYOSUKE COHEN



Biografia / RYOSUKE  COHEN
Ryosuke Cohen, nato nel 1948, Osaka, in Giappone,  è un Mail Artista. Il nome della famiglia è Kouen  ma su consiglio di Byron Black, ha adottato  il nome  inglese  'Cohen' come in ebraico.Cohen scoprì la mail art in Canadà. Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi Koen. I primi lavori da Cohen è il risultato di un misto di tradizione e immaginario giapponese, numeri  e icone contemporanee  così com’è la sua firma, la lettera "C". Ha condiviso l’esperienza Dada e Fluxus ed è stato in contatto con l’artista Shozo Shimamoto e con i membri del gruppo Gutai condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale giapponese, ma sicuramente è l’autore giapponese più longevo nel network internazionale Dopo Ray Johnson e  Gugliemo Achille Cavellini, anche Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione,in  un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere commercializzata. Lo fa  proponendo un particolare suo progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel giugno 1985 con  migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi.   un lavoro che raccoglie  ogni 10 giorni le immagini di tanti Mail artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori provenienti da alcuni paesi quindici per opera.  che lo ha visto coinvolto per 30 lunghi anni assieme a migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi,  rifiutando l’opera unica e concetti  consueti come l’originalità e quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà concreta dell’artista volutamente collocato ai margini di un sistema culturale passatista. Un importante  progetto  ancora attivo che accoglie  ogni 10 giorni le immagini di tanti Mail artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori provenienti da alcuni paesi (quindici per opera). Per questo modo di fare, egli è forse il più  interessante e attivo nella rete di chiunque altro per la capacità organizzativa del progetto e per diffusione della Mail Art.  Nell'agosto 2001 ha iniziato il progetto “Fractal Portrait”, facendo ritratti e Silhouette del corpo ai suoi amici artisti in occasione dei  Meeting   svolti in diverse parti del mondo; Stati Uniti, Canadà, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania, Olanda, Corea, Italia e Francia.  Cohen è l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio,  che nasce  dal contributo degli altri e  si materializza insieme  nella collaborazione collettiva In cui tutti possono partecipare ed essere positivamente e  appassionatamente coinvolti nella  creazione dell’opera. In trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e partecipazione a progetti in diverse are geografiche del  mondo. Suoi lavori sono presenti in diverse Biblioteche pubbliche e  in numerosi Archivi  privati.

Vive e lavora a  Yagumokitacho Moriguchi,  City Osaka.
 Ryosuke Cohen c/o Brain Cell 
3-76-1-A-613 Yagumokitacho Moriguchi City Osaka 570 Japan 
TEL&FAX +81.6.6991.1507 
E-mail :    braincell@k6.dion.ne.jp



Official site / Sito Web:  http://www.ryosukecohen.com/










FRACTAL PORTRAIT PROJECT:   

www.h5.dion.ne.jp/~cohen/ 




-FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2001/2002

http://www.h5.dion.ne.jp/~cohen/fractal/0102.htm

-FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2003/2004
http://www.h5.dion.ne.jp/~cohen/fractal/0304.htm

-FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2005/2006/2007 http://www.h5.dion.ne.jp/~cohen/fractal/050607.htm

-FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2008/2009/2010  http://www.h5.dion.ne.jp/~cohen/fractal/080910.htm  

 

- Intervista  di  John Held J.  2012




7- 8 August, 2004 – Artpool Studio, Budapest
Budapest: 2004.08.8.  http://www.artpool.hu/2004/4D/Cohen.html  

 

VIDEO:

-MEETING FRACTAL PORTRAIT PROJECT 2015
Venezia 9 agosto 2015 Ryosuke Cohen incontra al Padiglione Tibet a Venezia  Sandro Bongiani.
(RYOSUKE COHEN DISEGNA UN FRACTAL PORTRAIT A SANDRO  BONGIANI)
Visit:  https://www.youtube.com/watch?v=HIAQpLEHuhg        durata 0:50


- Ryosuke Cohen ( Japan ) - wednesday 25 juli 25th 2007, Gent ( Ghent ) Belgium
https://youtu.be/M9NIPVIIEIs         durata 1:21 
 
-braincell fractal portrait project - meeting with frips and other mailartists - July 2007  Ghent ( Gent ) Belgium.
durata 18 minuti    

Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno (Italy).
-RYOSUKE COHEN,  Room 9  Brain Cell -   (Works of various periods)

-RYOSUKE COHEN, ROOM 39  Brain Cell -   (Works 1989 – 2015)

Other Links:

(Biografia  redatta  da Sandro Bongiani)