domenica 18 luglio 2021

SU DOMANI I PICCIONI APPOLLAIATI AL PIRELLI HANGAR BICOCCA E FRIDA KHALO ALLA RICERCA DI SUO MARITO DIEGO

 

 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI


Pagina del 18 luglio  2021 



Su Domani  I piccioni di Maurizio Cattelan, Il nuovo museo del design a Milano, Il paesaggio armeno di Martiros Saryan,  La gelosa Frida Kalho in cerca del marito Diego Rivera in una tavola di Massimo Giacon, Alcuni articoli di Demetrio Paparoni.



I piccioni di Maurizio Cattelan



Dedichiamo la nostra copertina a Breath Ghosts Blind, la mostra di Maurizio Cattelan appena inauguratasi al Pirelli HangarBicocca, curata da Roberta Tenconi e Vincente Teodolì. Ancora una volta Cattelan tocca argomenti legati alla condizione umana. Sulla mostra mi riprometto di tornare sull’edizione cartacea del quotidiano. Qui una sola considerazione: i piccioni appollaiati sulle strutture di metallo lungo le pareti dell’HangarBicocca mi sono apparsi incasellati in spazi angusti, mi hanno fatto pensare alla condizione dei reclusi nelle carceri. Non è questo che Cattelan dice della sua opera nell’intervista dei curatori, e tuttavia la potenza dell’installazione apre a diverse suggestioni. Sarà che i fatti di Santa Maria Capua Vetere denunciati da Domani, e ampiamente (e inevitabilmente) ripresi dai mezzi d’informazione tutti, mi hanno toccato molto. Le carceri sono lo specchio della civiltà di un paese



Milano ha un nuovo museo del design



Questa settimana la pagina domenicale dedicata all’arte presta il suo spazio al design. L’attenzione è rivolta al ruolo dei musei nelle grandi città e nel capoluogo lombardo in particolare. La notizia che Milano ha un nuovo museo del design si carica di implicazioni importanti per una città in cui pubblico e privato danno vita a un’intensa attività culturale.
A dare vita al nuovo museo del design della città di Milano, inauguratosi a maggio nella Chinatown milanese, è l'ADI, l'Associazione per il Disegno Industriale. Nel suo articolo Stefano Casciani racconta non solo la bellezza dei nuovi spazi dell’ADI Design Museum e delle mostre con cui si è inaugurato, ma illustra come questa riuscita operazione abbia importanza anche rispetto ad altri temi. Perché l'Accademia di Brera ancora non apre Palazzo Citterio, detto anche Brera Modern, a quasi cinquant’anni dall'acquisizione? Ha senso propagandare – come fanno a gran voce governo e ministero – una fortissima spinta alla digitalizzazione dei beni culturali, se poi non si rendono accessibili le reali opere delle collezioni in adeguati ampliamenti museali? E perché l’ADI Design Museum si è aperto in un quartiere centralissimo come la Chinatown milanese, mentre altri importanti poli di cultura, come le facoltà scientifiche dell'Università statale, vengono "deportate" – come scrive Casciani – a Rho Pero? Quale modello di città si vuole realizzare a Milano nel centro città per gli spazi della cultura?
L'esperienza dell’ADI Design Museum dimostra che queste contraddizioni sono risolvibili prestando attenzione alla collaborazione tra le imprese, i progettisti e le loro associazioni, ma anche dando vita a nuovi spazi nella città storica. 




Il paesaggio armeno di Martiros Saryan 


Condivido l’immagine di un dipinto di Martiros Saryan (Novaya Nakhichevan 1880, Yerevan 1972) pittore armeno della cui opera ho potuto approfondire la conoscenza durante i miei viaggi in Armenia e Russia. Oltre che alla Casa Museo a lui dedicata e alla Galleria Nazionale d’Armenia a Yerevan, ho avuto modo di vedere i suoi dipinti alla Galleria Tret'jakov a Mosca e a casa di collezionisti russi e armeni.
Saryan ha studiato alla Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca, ha accolto alcune influenze della pittura europea modernista ma sono state le esperienze conoscitive ed emotive maturate durante i suoi viaggi in Turchia, Egitto, Persia negli anni dieci del Ventesimo secolo a dare una impronta particolare e personale alla sua pittura, anche nel modo di rappresentare i paesaggi della sua Armenia. In epoca stalinista Saryan fu accusato di formalismo e vide alcune sue opere distrutte, ma nell’Unione Sovietica post-stalinista fu considerato uno dei più importanti pittori del Novecento. Saryan è un artista noto – una mostra antologica gli è stata dedicata a Parigi nel 1980 dal Centre Georges Pompidou – ­ma non quanto meriterebbe. Qualche notizia su di lui la trovate  qui.



Ancora Frida e Diego


E riecco, anche questa volta con il benestare del mensile Linus che ci ha permesso di riproporla, la seconda tavola autoconclusiva di Massimo Giacon su Frida Khalo. Che Diego Rivera non perdesse occasione con le donne è risaputo e Giacon immagina una Frida gelosa alla ricerca del marito. Con sorpresa finale.
 
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Didascalie delle foto
Copertina: Maurizio Cattelan, Blind, 2021, veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021, resina, legno, acciaio, alluminio, polistirene, pittura 1695 x 1300 x 1195 cm. Prodotta da Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano. Courtesy l’artista, Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio
Maurizio Cattelan, Ghosts, 2021, Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021, piccioni in tassidermia, dimensioni ambientali. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio
Veduta parziale dell’esposizione Uno a uno. La specie degli oggetti. Foto Greta Gandini. Courtesy ADI Design Museum, Milano.
Martiros Saryan, Montagne armene, 1923, olio su tela, 66x68 cm, Galleria Tret'jakov, Mosca. Courtesy Sophie Saryan and Martirios Saryan Casa Museo, Erevan.



Maurizio Cattelan, Breath, 2021. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021, Marmo di Carrara. Figura umana: 40 x 78 x 131 cm. Cane: 30 x 65 x 40 cm. Courtesy l’artista, Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio




Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


    Segui Demetrio Paparoni  su demetriopaparoni.com                                       



Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

sabato 17 luglio 2021

L'OPERA DI PAOLO GUBINELLI AL MONASTERO DI CAMALDOLI (AR).

 



L’OPERA DI PAOLO GUBINELLI

MONASTERO DI CAMALDOLI

agosto – settembre 2021


IndirizzoLocalità Camaldoli, 14, 52014 Camaldoli AR

ProvinciaProvincia di Arezzo

Telefono0575 556012

A cura di ROBERTO LUCIANI

 

PAOLO GUBINELLI AL MONASTERO DI CAMALDOLI



Marchigiano di nascita ma fiorentino di adozione, Paolo Gubinelli utilizza la “carta” come mezzo congeniale di espressione artistica. Si tratta di opere incise e talora piegate nel piano pittorico con un ordine geometrico capace di tradursi in ritmo e segno di un’architettura dematerializzata, allo scopo di prendere le distanze emotive ed intellettuali dall’attuale società caotica e priva di valori etici.

La semplicità e l’essenzialità che l’artista esprime attraverso la scelta del materiale carta, accoglie i segni della mano rispettosa di Gubinelli che esterna emozioni, riflessioni, sensazioni di vita che tendono verso la ricerca della bellezza e del dono ricevuto che fonda la sua radice nella Verità, quella stessa verità che porta l’uomo dentro la meraviglia, dentro il sogno, dentro il mondo delle idee che in ogni dove, e in ogni tempo, portano verso l’Eternità.

Nella recente produzione, sempre su carta, il maestro abbandona il segno geometrico dal rigore costruttivo per una espressione più autarchica che traduce, attraverso l’uso di incisioni delicatamente percepibili e pastelli colorati, l’inatteso e inimmaginabile moto della coscienza, in una interpretazione elegiaca e lirica. Il citato linguaggio si arricchisce di toni acquerellati che acquistano una più intima densità di significati, con segni incisi e in rilievo, in uno spazio incantato e sublime.

Si tratta di graffi realizzati con colori in polvere su carta, il concetto di “struttura-spazio-luce” si articola nell'ambito di una approfondita ispezione, in cui il pittore tende a ridurre sempre più i mezzi e i modi operativi in una severa meditazione, diventando occasione per ripercorrere la miscellanea di emozioni tra armonie e inquietudine di una mutevole vita dove alle ombre si avvicendano le luci e alla notte si sostituisce il giorno.

Nell’esposizione odierna il maestro oltre alle opere su carta a colori espone anche otto suoi ritratti fotografici in bianco-nero realizzati nel castello di villa Smilea a Montale, in provincia di Pistoia, realizzati da Aurelio Amendola, famoso per il suo lavoro sulla scultura di Michelangelo.

Artista di profonda moralità e appassionato impegno, Gubinelli interagendo con la carta, cerca risposte sul senso più profondo dell’esistenza, restituendo al segno e al colore la possibilità di parlare di universi interiori, nell’ascolto silenzioso e profondo dei luoghi della memoria che riaffiorano repentinamente nella alienante confusione di una contemporaneità che crea separazione.

Il suo profondo e impegnativo linguaggio artistico trova all’interno del Monastero di Camaldoli, immerso insieme al Sacro Eremo nella pace della foresta e curato amorevolmente dai Monaci Benedettini, l’ambiente ideale per l’esposizione: la relazione tra il contenitore architettonico religioso e i quadri è spontanea, entrambi si rivolgono all’eternità. Le atmosfere cultuali e mistiche sono capaci di cogliere una visione metafisica che diventa veicolo di un percorso in continua evoluzione per procedere oltre la soglia del visibile, portando i segni del pittore verso il trascendente.






Nelle opere realizzate da Paolo Gubinelli esposte nell’estate 2021 al Monastero di Camaldoli il divino e l’umano si toccano e il tempo e il senza tempo sono in dialogo sereno, esprimendo la ricerca di quello che c’è oltre ciò che si può toccare, aprendo una finestra al di là del tempo che passa, oltre la carta che possiamo disegnare, oltre le forme che possiamo prendere, collegando la caducità dell’uomo con l’incorruttibilità di Dio, in un movimento corale in cui l’immagine diventa domanda a cui può rispondere solo lo sguardo degli ospiti del Complesso monastico.  

Roberto Luciani Curatore della Mostra

 

 

 


PAOLO GUBINELLI AT THE MONASTERY OF CAMALDOLI


Born in Le Marche but Florentine by adoption, Paolo Gubinelli uses "paper" as a congenial means of artistic expression.  These are works engraved and sometimes folded in the pictorial plane with a geometric order capable of being translated into rhythms and symbols of a dematerialized architecture, in order to distance themselves emotionally and intellectually from our current chaotic society devoid of ethical values. 

The simplicity and essentiality that the artist expresses through his choice of paper collects the signs of Gubinelli's respectful hand that externalises emotions, reflections, sensations of life that tend towards the search for beauty and the received gift that bases its roots in Truth, that same truth that brings man into wonder, into dreams, into the world of ideas that in every place and in every time lead towards Eternity. 

In his recent production, as ever on paper, the maestro abandons the geometric sign of constructive rigour for a more self-sufficient expression that translates, through the use of delicately perceptible incisions and coloured pastels, the unexpected and unimaginable movement of consciousness, into an elegiac and lyrical interpretation.  The aforementioned language is enriched with watercolour tones that acquire a more intimate density of meaning, with engraved and embossed signs in an enchanted and sublime space.

These are scores, created with powder colours on paper, the concept of "structure-space-light" is articulated in the context of an deepened inspection, in which the painter tends to ever more reduce the means and methods of operation in a severe meditation, becoming the opportunity to recast the mix of emotions between the harmony and restlessness of a changeable life where shadows approach light and night is replaced by day.

In today's exhibition, in addition to the coloured works on paper, the maestro also exhibits eight of his black and white photographic portraits produced in Castello Villa Smilea in Montale, in the province of Pistoia, taken by Aurelio Amendola, famous for his work on the sculptures of Michelangelo.

An artist of profound morality and passionate commitment, Gubinelli, interacting with paper, searches for answers to the deepest meanings of existence, giving back to symbols and colours the possibility of conversing about inner universes, in silent and profound listening to those places of memory that resurface suddenly in the alienating confusion of a contemporaneity that creates separation.

His profound and demanding artistic language finds within the Camaldoli Monastery, immersed together with the Sacred Hermitage in the peace of the forest and lovingly cared for by the Benedictine Monks, the ideal environment for the exhibition - the relationship between the religious architectural container and the paintings is spontaneous, they both turn to eternity.  The cultic and mystical atmospheres are capable of capturing a metaphysical vision that becomes the vehicle of a constantly evolving path extending beyond the threshold of the visible, carrying the painter's signs towards the transcendent.

In the works created by Paolo Gubinelli and exhibited in the summer of 2021 in the Camaldoli Monastery, the divine and the human touch, and time and timelessness are in serene dialogue, expressing the search for what is beyond what can be touched, opening a window beyond the time that passes, beyond the paper on which we can draw, beyond the forms we can take, connecting the transience of man with the incorruptibility of God, in a choral movement in which the image becomes the question which only the eyes of the guests of the monastic complex can hope to answer.

 

Roberto Luciani

Curator of the Exhibition

English translation by Derek Ian Barnes

  https://www.facebook.com/paolo.gubinelli.16

 

BIOGRAFIA

Paolo Gubinelli. Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti:

Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in italia e all’estero.

Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.

Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Mirella Branca, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Paolo Bolpagni, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico; Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo Mazzeo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Roberto Luciani, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.

 

Stralci critici:

Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani , Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.

Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.

In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.

Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.

Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.


Paolo Gubinelli, biography. Born in Matelica (province of Macerata) in 1945, lives and works in Florence. He received his diploma in painting from the Art Institute of Macerata and continued his studies in Milan, Rome and Florence as advertising graphic artist, planner and architectural designer. While still very young, he discovered the importance of Lucio Fontana’s concept of space which would become a constant in his development: he became friends with such artists as :

Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Ugo La Pietra, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, and Zoren, and established a communion of ideas and work.

His work has been discussed in various catalogues and specialized reviews by such prominent critics as:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Mirella Branca, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Paolo Bolpagni, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo Mazzeo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Roberto Luciani, Lara Vinca Masini, Marco Marchi, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Davide Rondoni, Elena Pontiggia, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.

Many others have also written about his work:

Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani,

Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.

His works have also appeared as an integral part of books of previously unpublished poems by major Italian poets foreigners:

Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Ennio Cavalli, Antonio Colinas, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi,  Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Ko Un, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

He participated in numerous personal and collective exhibitions in Italy and abroad. Following pictorial experiences on canvas or using untraditional materials and techniques, he soon matured a strong interest in “paper” which he felt the most congenial means of artistic expression. During this initial phase, he used a thin white cardboard, soft to the touch and particularly receptive to light, whose surface he cut with a blade according to geometric structures to accent the play of light and space, and then manually folded it along the cuts.

 In his second phase, he substituted thin white cardboard with the transparent paper used by architects, still cutting and folding it, or with sheets arranged in a room in a rhythmic-dynamic progression, or with rolls unfurled like papyruses on which the very slight cuts challenging perception became the signs of non-verbal poetry.

 In his most recent artistic experience, still on transparent paper, the geometric sign with its constructive rigor is abandoned for a freer expression which, through the use of colored pastels and barely perceptible cuts, translates the free, unpredictable motion of consciousness in a lyrical-musical interpretation.

 Today, he expresses this language on paper with watercolor tones and gestures which lend it a greater and more significant intensity.

He made white and colour pottery where engraved and relief signs stand out in a lyrical-poetic space.


PAOLO GUBINELLI

BIOGRAFIA PAOLO GUBINELLI

Please consulting my fb contact...thank you teacher:

https://www.facebook.com/paolo.gubinelli.16

www.archimagazine.it


ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART

Università Bocconi Milano / L'OPERA SU CARTA DI PAOLO GUBINELLI

Visit.  https://archivioophenvirtualart.blogspot.com/2019/10/universita-bocconi-milano-lopera-su.html

 

SANDRO  BONGIANI ARTE  CONTEMPORANEA

ANTOLOGIA CRITICA PAOLO GUBINELLI

Visit.  https://ophenartecontemporanea.wordpress.com/2018/01/01/antologia-critica-paolo-gubinelli/

 

COLLEZIONE  BONGIANI  OPHEN  ART  MUSEUM  DI  SALERNO

La Mostra Tutta Virtuale / Presentazione on-line dei lavori di Paolo Gubinelli

Avvia  Slideshow 

VISITA  LA MOSTRA  ANTOLOGICA VIRTUALE  DI  PAOLO  GUBINELLI  A  CURA  DI  SANDRO  BONGIANI  

L’Antologia dei testi critici su Paolo Gubinelli è visibile su:

SANDRO  BONGIANI  ARTE  CONTEMPORANEA

1 – Antologia Critica e biografia in Italiano e inglese di Paolo Gubinelli aggiornata al 2019

 

oppure:

1 – Antologia Critica 2019 NOV. in Italiano aggiornata al 2019  

2 – ANTOLOGIA CRITICA AGGIORNATA E STRALCI CRITICI in INGLESE, NOV. 2019

3 – Paolo Gubinelli, BIOGRAFIA ITALIANO e INGLESE, 2019

4 – MOSTRE PERSONALI E ANTOLOGICHE, 2019

 

E-MAIL infopaologubinelli@libero.it


evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

 


AL MUSEO DEI TASSO E DELLA STORIA POSTALE DI CAMERATA CORNELLO (BG) LA MAIL ART IN UN PROGETTO A CURA DI RUGGERO MAGGI

 


MAIL ART

quintessenza della comunicazione creativa

progetto internazionale di Arte Postale

di Ruggero Maggi




Il progetto Mail Art quintessenza della comunicazione creativa curato da Ruggero Maggi verrà presentato al Museo dei Tasso e della Storia postale, con il sostegno morale del Museo Storico della Comunicazione di Roma e il patrocinio del Polo Culturale “Mercatorum e Priula / vie di migranti, di artisti, dei Tasso e di Arlecchino”, dal 25 luglio al 26 settembre 2021.

 

INAUGURAZIONE

DOMENICA  25 LUGLIO 2021, ORE  17:00



Arte è comunicazione e l'arte postale può essere quindi considerata la quintessenza della comunicazione creativa, offrendo contatti con il mondo intero attraverso il contenuto di una semplice busta.

Cartoline, francobolli, buste… sono gli elementi principali della Mail Art, ma non solo, c'è anche una bella dose di anticonformismo, di decontestualizzazione di immagini e di oggetti, di scardinamento di regole e canoni, ringraziando Marcel Duchamp e Piero Manzoni. Prevale il desiderio di non conformarsi ad un mercato (quello dell'arte, per intenderci) che quasi sempre inibisce la vera ricerca artistica.

La Mail Art non si fa per soldi, non si fa per la fama… si fa… si vive… è emozione...

emozione di ricevere buste che sono vere e proprie opere d'arte, emozione nell'aprirle e scoprire ciò che contengono, inaspettati tesori contenuti da altri tesori che in certi casi provengono dall'altra parte del mondo, con impressi i segni del lungo viaggio che fanno parte della loro storia. Un “network eterno” - così la definì Robert Filliou - aperto a tutti, artisti e non: è proprio questo il grande scardinamento rappresentato dalla Mail Art.

Mentre Marcel Duchamp con i suoi ready-made dimostrava che tutto poteva essere arte e che ogni oggetto possedesse perciò in sé la “matrice” poetica in grado di decontestualizzarlo come opera d'arte, la Mail Art permette a chiunque l'accesso ad un nuovo mondo di comunicazione creativa e a una libera circolazione di idee, arte e cultura underground.

Aspetto sociale della Mail Art sempre presente nel lavoro di molti Networkers come Clemente Padín che per esso si è battuto sino al limite estremo della propria libertà personale, finendo in carcere per vari anni durante la dittatura militare in Uruguay negli anni '70. Altri artisti postali portavoce di questa intrinseca “vocazione” della Mail Art verso un atteggiamento critico nei confronti dell'establishment culturale e politico sono stati senz'altro i russi Serge Segay e Rea Nikonova che, nonostante la censura di quel periodo storico, fondarono il primo Museo sovietico di Arte Postale ad Eysk, che ebbi il privilegio di inaugurare con una mia mostra nel 1989.

La Mail Art ha una spiccata inclinazione per la non-ufficialità, in cui ha valore la relazione intrinseca tra il mittente, l'oggetto spedito e il destinatario.

L'arte postale globale è parte integrante di un processo di globalizzazione culturale che si estrinseca a livello locale mediante l'azione che ogni artista postale compie attraverso una fitta rete di contatti, come una babilonica torre dai destini incrociati. In questo vero e proprio network mondiale si è raggiunto uno stadio particolare di fare, anzi vivere l'arte.

Il mezzo più frequente per ottenere questi rapporti capillari è costituito appunto dalla Mail Art che abbraccia il mondo intero. Il mailartista è come la tessera di un formidabile mosaico in uno sconfinato universo di energie poetiche.

La sua funzione è unica, poiché unico è il suo collocamento all'interno del network stesso con le relative connessioni con altri artisti.

Recentemente sono stato invitato a parlare di Mail Art al Tavolo dei “postali” organizzato da Fabio Bonacina presidente dell'Unione Stampa Filatelica Italiana e dal Museo Storico della Comunicazione e, per l'occasione, ho presentato un QRcode Mailartistamp che, una volta attivato, può sintonizzarsi su un mio video sulla storia della Mail Art. (Ruggero Maggi)

La mostra è dedicata a Adriano Cattani, amato direttore del Museo.

 

Museo dei Tasso e della Storia postale

Sala Mercatorum | Portici di Cornello | Camerata Cornello | Bg

 

MAIL ART

quintessenza della comunicazione creativa

progetto internazionale di Arte Postale

di Ruggero Maggi

25 luglio - 26 settembre 2021

 

INAUGURAZIONE

DOMENICA  25 LUGLIO 2021, ORE  17:00

Da mercoledì a domenica

Orari di apertura | 10:00 – 12:00 | 14:00 – 18:00

Giorni di chiusura | lunedì e martedì

info | www.museodeitasso.com | 0345 43479 | info@museodeitasso.com 


MUSEO DEI TASSO E DELLA STORIA POSTALE Via Cornello 22 - 24010 Camerata Cornello -BG- Tel.e fax: 0345-43479 - info@museodeitasso.com - www.museodeitasso.com


Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno