mercoledì 10 maggio 2017

VENEZIA - PADIGLIONE TIBET 2017


Padiglione Tibet. un ponte di cultura e libertà
         A cura di Ruggero Maggi 

     Dal 10/05/2017  al 10/08/2017




 
evento dedicato a S.S. il Dalai Lama



CUOREDITIBET
di Dino Aloi


 La 
bandiera 
del 
Tibet 
sventola 
libera 
nei nostri cuori 
e nelle nostre menti
Mentre vivendo da occupati 
si stringono i denti
Guardando paesaggi suadenti
Che paiono dipinti da amanuensi.
Vola libero il pensiero
Sotto lo sguardo del cinese severo
E per farsi ascoltare
Non resta che bruciare
Pensando ad un domani
Da veri Tibetani
Senza politiche di nani
Che si credono 
giganti
Soltanto 
perché 
tanti
E senza 
dolci
 in
ten
ti.


 

PadiglioneTibet a Norcia per il terremoto.  (foto di R. Bocci)


Ultimamente sembra che i muri prendano il sopravvento e che, al contrario, i ponti vengano dimenticati o peggio distrutti. Purtroppo non si tratta di scelte architettoniche, ma di un basso grado di civiltà.


Padiglione Tibet, ideato e curato da Ruggero Maggi, da sempre si è posto come un ponte sensibile tra la cultura Occidentale e quella Tibetana densa di affascinanti e mistiche suggestioni spirituali, linguistiche ed artistiche. Un ponte, un passaggio da Est ad Ovest, che crei quella sfumata ma necessaria vibrazione poetica per interagire e comprendersi.  


Padiglione Tibet: ponte fra culture.

Una società democratica implica il riconoscimento e l'accettazione di un fenomeno  migratorio di massa che non si arresterà mai se le condizioni sociali ed economiche in certi nazioni non cambieranno drasticamente. Pensiamoci bene: perché si dovrebbe fermare?! Noi ci fermeremmo se il nostro Paese fosse segnato da un'indicibile povertà o da tragiche guerre? E' un'inesorabile legge di natura: si fugge da dove si sta peggio per andare dove si potrebbe stare meglio. E' ovvio, ma è così.

Vi era (il passato purtroppo è quasi d'obbligo) un popolo che invece nel proprio paese ci stava benissimo… era il popolo tibetano.

Popolo le cui opere d'arte venivano impreziosite da un'antica spiritualità: come non ricordare i delicati mandala dalle sinuose forme ed i magnifici colori alludenti a metafisiche case, strade, città che sembravano provenire da altre dimensioni? Le meravigliose e delicate Khata simboli di amicizia e di solidarietà, le ruote delle preghiere, le Tangka …


Ma forse gli oggetti (mi rendo conto che chiamarli “oggetti” è decisamente sminuente rispetto al loro utilizzo) che rappresentano meglio questo popolo sono le bandiere di preghiera, le Lung-Ta (letteralmente cavalli di vento), veri simboli che enfatizzano e racchiudono in sé la spiritualità tibetana ed il desiderio innato di questo popolo di abbracciare l'intera razza umana in una grande preghiera collettiva. Filipreghiere che costituiscono la trama stessa del tessuto con cui sono realizzate le bandiere e che, afferrati e sospinti da mulinelli di vento, in un rapido evolversi di volo si trasformano in particelle di preghiera, in un'eco di mantra di buon auspicio per tutti gli esseri senzienti.

Preghiere che si sfibrano in sottili fili portatori di messaggi colorati di pace e compassione giocando con il vento che li accarezza e li trasporta in un dialogo costante con la natura, l'uomo e con tutti gli esseri viventi, librandosi in un appassionante volo di un eterno viaggio.



 


Marcello Diotallevi, fiaba al vento



Delicate strutture filiformi su cui gli artisti invitati per questa edizione di Padiglione Tibet sono intervenuti con messaggi poetici di straordinaria forza spirituale e creativa…. l'anima si eleva con le coinvolgenti preghiereopere che nella mostra creeranno passaggi, paesaggi, sensazioni visive, tattili, in certi casi anche olfattive.


Opere inedite che attendono di essere osservate ed ascoltate, ognuna portatrice di messaggi silenti, ma al contempo voci chiare ed esaustive di ogni singolo artista partecipante:

Marco Agostinelli, Dino Aloi, Salvatore Anelli, Piergiorgio Baroldi - Lorenzo Bluer, Carla Bertola - Mariella Bogliacino - Fernando Montà - Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi - Giglio Frigerio - Fabrizio Martinelli, Rovena Bocci, Rossana Bucci - Oronzo Liuzzi, Rosaspina Buscarino, Silvia Capiluppi, Paola Caramel, Simonetta Chierici - Loredana Manciati - Tiziana Priori - Elena Sevi, Pino Chimenti, Circolo degli artisti di Varese, Marzia Corteggiani, Giampietro Cudin - Carla Rigato, Albina Dealessi, Nyima Dhondup - Livia Liverani, Anna Maria Di Ciommo, Franco Di Pede, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma - Gennaro Ippolito, Gretel Fehr, Mavi Ferrando - Mario Quadraroli - Roberto Scala - K7, Alessandra Finzi - Gianni Marussi, Alberto Fortis, Emanuela Franchin, Ivana Geviti, Antonella P. Giurleo, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano, Peter Hide 311065 - Isabella Rigamonti, Benedetta Jandolo -  Angela Marchionni, Oriana Labruna, Silvia Lepore - Sandro Pellarin, Giulia Niccolai - Gruppo BAU, Tashi Norbu, Clara Paci, Lucia Paese, Salvatore Perchinelli, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Anna Seccia, Gianni Sedda, Roberto Testori


così come le significative opere-video di Satish Gupta presentato dalla prestigiosa BASU Foundation For The  Arts, Francesca Lolli e Marco Rizzo.

Dopo aver attraversato l'intreccio delle Lung-Ta si potrà accedere ad un particolare ed originale percorso visivo ed emozionale, costituito da quattro
 mostre personali con una selezione di opere dal contenuto giocoso e fluttuante come nel caso di Marcello Diotallevi con le sue “Fiabe al vento”; con le evocative immagini fotografiche di Anna Maria Di Ciommo riproducenti Lama tibetani al lavoro su splendenti mandala; con le rigorose opere di Rosaspina Buscarino dal serrato ritmo compositivo, capaci di penetrare a fondo nell'animo umano e con le opere-oggetto di Roberto Testori che nel loro biancore riflettono soluzioni concettuali ricche di significati spirituali ed artistici.


 
Anna Maria Di Ciommo, Omaggio 





Roberto Testori, Senso di Colpa



Il percorso prosegue con un altro evento sotto il grande ombrello di Padiglione Tibet: Time Travellers in Venice, curato da Roberta Reali, project assistant Anna Maria Griseri, in cui saranno esposte opere di Tashi Norbu - tra gli artisti tibetani contemporanei di maggior successo – e del suo 9 Pillars Contemporary Art Studio di Amsterdam. La mostra prevede l’omaggio a Tenzin Rigdol e Gonkar Gyatso, che reinterpretano la pittura tradizionale tibetana nel lessico quotidiano dell’era post-industriale. Lo slancio della comunicazione tra oriente e occidente è espresso dai Le Brothers (Le Ngoc Thanh e Le Duc Hai) con video performances radicate nella coscienza contemporanea del Vietnam buddhista; la videomaker Lala Lharigtso presenta con il regista Donagh Coleman A Gesar Bard's Tale, storia del poeta e veggente Dawa ambientata nel Tibet d’oggi. L’Ici Venice (International Cultural Institute) partecipa con il documentario di Anne e Ludovic Segarra Bhoutan: un petit pays possedé du ciel (1972), il primo realizzato in quel paese. Maurizio Pizzo, scenografo e origamista, presenterà workshop a tema.


TashiNorbu,  Water Element&theThird Pole

 





Anna Maria Di Ciommo, Omaggio 





Dalle sale Padiglione Tibet si estende al giardino presentando Atman (dal sanscrito “essenza” - “soffio vitale”) opera inedita site specific di Robert Gligorov realizzata appositamente per il padiglione e curata da Luca Pietro Acquati Architetto. Uno spazio racchiuso e silente, una sorta di giardino segreto che si ispira ai cimiteri anglo-americani dove croci bianche sono piantate direttamente nel prato, ma in cui la croce cristiana è sostituita dall'antico simbolo della svastica tibetana che rappresenta il sole. L'installazione evidenzia il concetto di appartenenza per suscitare una discussione storica e semiologica. Attestazione di memoria che appartiene ad una tradizione che ha sempre cercato la spiritualità e la conoscenza.

Robert Gligorov Atman


Padiglione Tibet sarà anche presente il 17 giugno all'evento Venice Art Night, di cui verrà fornito un programma più dettagliato in seguito, con l'apertura straordinaria fino alle ore 23.00.

Altri significativi appuntamenti sono previsti il 14 maggio con il live painting di Tashi Norbu accompagnato dal recital di musica e poesia di Federica Artuso (chitarra) e Nicoletta Confalone (voce) ed il 6 Luglio, data in cui si celebrerà l'82° compleanno del Dalai Lama.




Il Curatore del Padiglione Tibet  Ruggero  Maggi


- Palazzo Zenobio, Collegio Armeno - Fondamenta del Soccorso, Dorsoduro, 2596 - 30123 Venezia.

eventi@collegioarmeno.com     www.collegioarmeno.com     0415228770    0415203434

Orario d’apertura dalle 10 alle 18 chiuso il lunedì


Recensione a cura dell'Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

lunedì 8 maggio 2017

PAVILION LAUTANIA VIRTUAL VALLEY / 1887 - Kurt Schwitters & Marcel Duchamp

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
PAVILION  LAUTANIA  VIRTUAL  VALLEY  / 1887 - Kurt Schwitters &  Marcel Duchamp “UNIVERSI  POSSIBILI / Verso La Globalità Intelligente”  a cura di  Giovanni Bonanno. 
  

                                               

Dal 6 maggio 2017 al 26 novembre 2017– Due proposte  internazionali presentate in contemporanea con la 57th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia  2017



- KURT  SCHWITTERS  / 1887- Kurt Merz/Ecology
Mostra collettiva internazionale  dedicata  a  Kurt  Schwitters

a cura di Giovanni  Bonanno 
Primo evento  contemporaneo ed indipendente  progettato in concomitanza con la 57th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2017
Dal 6 maggio  al 13  agosto 2017



- MARCEL DUCHAMP / 1887 - Area di Confine Porta Duchamp
Mostra collettiva internazionale  dedicata  a  Marcel Duchamp

a cura di Giovanni  Bonanno 
Secondo  evento  contemporaneo ed indipendente  progettato in concomitanza con la 57th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2017
Dal  14  agosto  al  26 novembre 2017



Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail:  bongiani@alice.it   
Web Gallery:
http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00


Per i 130 anni dalla nascita  di  Kurt Schwitters  (Hannover, 20 giugno 1887 – Kendal, 8 gennaio 1948), lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 57° Biennale di Venezia 2017, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e contemporaneo presso il “Pavilion  Lautania  Virtual  Valley”   a Kurt Schwitters  e Marcel Duchamp che riassumono egregiamente il concetto  di   indagine intesa come il luogo privilegiato per rilevare i sogni e le utopie che nella dimensione metafisica e mentale suggeriscono  mondi e immaginari collettivi.  Lo studio abitazione dell’artista, nella dimensione creativa, temporale e spaziale definisce l’estensione verso l’altro, nella  necessità di metabolizzare e trasformare la  realtà. Una invenzione a tutto campo giocata su  “universi possibili”, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. In questa   prima collettiva internazionale dedicata a Kurt Schwitters  a cura di  Giovanni Bonanno sono presenti 66 opere di altrettanti importanti artisti  che hanno voluto  condividere  tale proposta come artisti di frontiera  a margine  di un  possibile confine e spartiacque al  sistema ufficiale  dell’arte. 






giovedì 4 maggio 2017

UNA IMPORTANTE PERSONALE DI JOSE' MOLINA ALLA REGGIA DI CASERTA




JOSÉ MOLINA. PAESAGGIO DOPO LA BATTAGLIA

Dal 03 Maggio 2017 al 03 Giugno 2017
CASERTA
LUOGO: Reggia di Caserta - Retrostanze del '700
CURATORI: Lorenzo Canova
ENTI PROMOTORI:
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0823 277468



Opera di José-Molina


COMUNICATO STAMPA: 

La splendida cornice della Reggia di Caserta ospita dal 4 maggio al 3 giugno la grande personale dell'artista madrileno José Molina "Paesaggio dopo la battaglia" curata da Lorenzo Canova. La mostra è organizzata da Deodato Arte di Milano, coordinata da Augusto Ozzella, condivisa e ospitata dalla Reggia di Caserta.


L'esposizione offre al visitatore un corpus di oltre 50 opere - dipintidisegni sculture, che descrive minuziosamente i linguaggi e i temi cari all'artista e comprende un nucleo di lavori inediti, il ciclo Paesaggio dopo la battaglia, da cui la mostra prende il titolo.
Il soggetto della serie è l'uomo con il bagaglio di sentimenti, tensioni, inquietudini che lo caratterizzano e in ogni opera assume sembianze diverse, divenendo la personificazione di uno stato d'animo o di un particolare momento della vita. Una narrazione trasparente, dove convivono ed emerge un senso di speranza e di rinascita, come si osserva nelle opere Grande Fratello e La bontà è una caramella di cui tutti vogliono mangiarne un pezzo, due ritratti in cui le espressività dei visi deformi descrivono i moti interiori rintracciabili non solo nella totalità dell'opera, ma anche nei dettagli degli occhi, delle rughe, nella luce che illumina i volti.

Molina, estremamente attento alla ricerca psicologica e antropologica, sonda l'inconscio e attraverso un personalissimo codice simbolico traduce le pulsioni, gli istinti e compie un viaggio senza tempo che connette passato e presente. I suoi lavori popolati da uomini, demoni, animali, personaggi mitici ed eroi svelano l'identità dell'uomo, ciò che si tende a mostrare e ciò che si è spinti a nascondere.
Afferma il curatore della mostra Lorenzo Canova: "L'artista, come un grande romanziere, lavora pertanto componendo grandi cicli, con una lunga e paziente azione che sembra voler costruire una nuova, grande 'Commedia Umana' composta attraverso capitoli serrati e analitici che attraversano la metamorfica e sfaccettata natura dell'animo umano, i suoi vizi e le sue virtù, in bilico perenne tra peccato e redenzione, tra misericordia e crudeltà".
Lo si evince nelle opere inedite, così come nei cicli storici i PredatoresLos OlvidadosPeccati e Virtù, esposti in mostra. In essi la stretta connessione con l'attualità, la politica, il potere sono un passaggio obbligato, rappresentato da un linguaggio metaforico, come nell'opera Serpenti (serie Predatores) che incarna la figura del politico o nella tela intitolata Potere (Los Olvidados). Qui la testa di un uomo cieco è trasportato da altri uomini nella medesima condizione, una scena simbolica e di forte impatto in cui chi ha occhi per vedere viene penalizzato a favore della cieca ignoranza. Los Olvidados si sofferma infatti su figure sconosciute, dimenticate, esseri umani sconfitti, vinti e messi a tacere, inseriti in un contesto dove si privilegiano i peggiori anziché i meritevoli.
Nello sguardo di Molina sul genere umano non manca l'analisi dei peccati e delle virtù, rivisitati in chiave personale e attuale, rappresentati con esasperazioni di gesti o elementi allegorici che riconducono ai vizi capitali. Così l'Ira è un volto aggrottato con due braccia alzate a pugni chiusi, la Gola diviene il ritratto di un uomo nell'atto di divorare un arto e la Lussuria è rappresentata da numerose lingue che lambiscono il corpo di una donna sdoppiata e coperta da veli leggeri.
Ad essi, nella serie Peccati e Virtù, si aggiungono "nuovi vizi" legati alla società contemporanea fra cui l'incapacità di ascoltare nell'opera Solo parole, l'indifferenza nei confronti delle responsabilità ben riprodotta nel volto di Un altro giorno in paradiso e l'avidità di potere ritratta in Una sola lacrima di memoria spiccatamente orwelliana.
Un'ulteriore approfondimento di queste tematiche è ripreso nelle sculture, realizzate in resina e legno acidificati. Nella serie Morsi l'artista si sofferma nuovamente sul potere inteso come manipolazione e oppressione, in contrapposizione al dialogo e alla comunicazione, quindi bocche, denti e le mandibole assumono un ruolo centrale e forte impatto visivo, ne sono esempio BunkerBucefalo e Il Sopravvissuto. Nel gruppo di sculture inedite Insidie, caratterizzata da lavori simili a grandi tazze labirintiche con una caratterizzazione umana all'esterno e a spirale all'interno, presenta invece come spunto di riflessione la Paura e il Dubbio come sentimenti paralizzanti ed estremamente rappresentativi dell'attuale periodo storico dominato da un'incertezza dilagante.

Viene così ricomposto un universo fatto da frammenti enigmatici e contrastanti, da universi mostruosi e talvolta grotteschi, che ritraggono le innumerevoli sfaccettature dell'umanità.




Cenni biografici. Nato a Madrid nel 1965, José Molina dall'età di undici anni frequenta diverse scuole d'arte e in seguito, parallelamente agli studi presso l'Università delle Belle Arti di Madrid, lavora nella pubblicità fino all'età di trentacinque anni, quando decide di dedicarsi totalmente alla pittura. La prima mostra è nel 2004 presso la Galleria Rubin di Milano; tra il 2005 e il 2010 tiene una personale al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano a cura di Vittorio Sgarbi e espone in altre sedi tra cui la Fondazione Mudima. Il 2013 è per Molina un anno di grandi mostre personali e collettive, le sue opere sono infatti esposte a Milano presso il Museo Poldi Pezzoli, lo Spazio Oberdan e la Triennale. Nel 2014 a Roma alla Real Academia de España ha luogo la sua prima antologica, nel 2015 presenta "Humanitas" il volume che raccoglie la produzione dell'artista dal 2002 ad oggi e nel 2016 espone con una personale presso il Museo del Mare di Genova la Galleria Deodato Arte di Milano. 
Attualmente vive e lavora a Gravedona, sul lago di Como.















Inaugurazione mercoledì 3 maggio ore 18

Orari Appartamenti storici: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 19 - uscita dal museo 19.25)
Parco dalle 8.30 a dalle 8.30 alle 19 (ultimo ingresso ore 18)
Giardino Inglese: dalle 8.30 alle 18 (ultimo ingresso ore 17)
MARTEDÌ CHIUSURA SETTIMANALE 


giovedì 27 aprile 2017

PAOLO SCIRPA / La luce della forma


PAOLO SCIRPA
La forma della luce, la luce della forma
a cura di Marco Meneguzzo

 30 aprile – 25 giugno 2017

Opening 29 aprile, ore 19.00
Fabbriche Chiaramontane, piazza San Francesco 1, Agrigento




“La mia ombra sospesa dentro un Ludoscopio”
(di G. Bonanno –  Poema Visivo   dedicato a Paolo Scirpa)


Con.

gli occhi

rimango sospeso

a scrutare

incantato

l’ombra

del

nulla,

avido attraverso

spazi insostanziali a me ignoti,

cerco nel non luogo

di aggrapparmi a brandelli di luce.

Il viaggio tra incertezza e transitorietà

si fa ora insostenibile.

Come una dinamo la mia essenza volubile

si frantuma e si compenetra nel vuoto.

Ormai sono solo luce

e accadimento incessante,

frammento in volo

e anche energia sospesa.

Nel silenzio

più assorto

e inquieto

scopro

stupito

di esserci

ancora.

Giovanni Bonanno © 2010




Percorsi comunicanti, 1987


La rassegna dedicata a Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) rappresenta un punto importante nell’analisi dell’arte degli artisti siciliani, condotta ormai da anni dalle Fabbriche Chiaramontane e dagli Amici della Pittura dell’Ottocento. Scirpa infatti è una singolare figura di innovatore linguistico, che solo da poco sta ricevendo il giusto riconoscimento della sua attività, legata all’indagine sulla luce, attraverso l’uso magistrale del neon.
Dal 1972 – anno del suo primo “Ludoscopio”, titolo col quale l’artista indica le sue opere luminose – Scirpa ha lavorato con la luce e sulla luce: la sua indagine, infatti, articolatasi anche in molti progetti ambientali, non è un’indagine puramente ottico-percettiva, ma piuttosto idealistica, quasi misticheggiante. Questo intento pare contrastare con l’aspetto inevitabilmente e volutamente tecnologico degli oggetti-scultura che l’artista costruisce, e che creano infiniti giochi e “illusioni” luminose. Non a caso il curatore della mostra Marco Meneguzzo nel suo saggio insiste sull’aspetto trascendentale del concetto di luce: “… una circonferenza, un quadrato, un triangolo … sono queste le forme che Scirpa dà alla luce, e viene naturale associ are la purezza delle forme e lo sfolgorio della luce all’”idea”, a quel primo motore da cui derivano tutte le cose. Non è una questione intellettuale, non occorre conoscere Platone per associare la forma alla luce, queste forme pure alla luce, e trasformare la luminosità fisica in splendore simbolico: la forma della luce, l’atto meccanico di piegare il tubicino di vetro riempito di neon sino a dargli la forma voluta, trascende questa fisicità e diventa sostanza immateriale, diventa la luce della forma, cioè la “chiarezza” universale delle forme geometriche unite alla luminosità che da loro emana. Chiarezza, luminosità, splendore sono termini solo apparentemente vaghi – oppure sono vaghi per chi tratti la luce solo come frequenza elettromagnetica -, perché di fatto parlano dell’aspetto trascendente della luce, come Platone, appunto, parlava delle idee, o come i filosofi e i teologi medievali (che allora erano la stessa cosa) parlavano di “ottica” …”.
In mostra sono presenti molti lavori recenti, un’installazione composta da più lavori a parete e a terra, e moltissimi progetti ambientali (quasi della “fantasie” piranesiane sull’inserimento di elementi luminosi all’interno di siti storici e di luoghi famosi), in un allestimento fortemente dinamico e spettacolare.
Il catalogo bilingue italiano e inglese, edito da Medusa, contiene un saggio del curatore Marco Meneguzzo, una biografia raccontata dell’artista, e un cospicuo apparato d’illustrazioni delle opere dell’artista.



Alternativa ludovisiva. Progetto d’intervento n. 251, 1994. 
Fotomontaggio. Arco della pace, Milano


Paolo Scirpa vive e lavora a Milano. Dagli anni '70 la sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti spettacolari. Servendosi di tubi luminosi e specchi, l’artista rappresenta la luce “ideale” cioè l’idea dell’infinito con i Ludoscopi che propongono la percezione di profondità fittizie. Realizza grandi opere di denuncia consumistica - tra le quali Megalopoli consumistica del '72 -, delle installazioni e delle pitture, rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi. Negli anni ‘80 sviluppa gli interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture e ambienti di grande prestigio. Sue opere sono in collezioni e musei: a Milano, Museo del Novecento, Biblioteca Accademia Belle Arti di Brera, MAPP; a Gallarate, MAGA; presso la VAF-Stiftung del MART di Trento e Rovereto; a Roma, GNAM e Collezione Farnesina; a Gibellina, Museo Civico; a Bagheria, Museum; a Agrigento, Fabbriche Chiaramontane; a Waldenbuch, Museum Ritter e a Caen, Musée des Beaux-Arts. É stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Fabbriche Chiaramontane
Piazza San Francesco 1, Agrigento
Dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00
Lunedì chiuso
Tel. 0922.29929




sabato 15 aprile 2017

AUGURI DI BUONA PASQUA


MIRROR FACE TO FACE – ARTISTI ITALIANI ED ESTONI A CONFRONTO


MIRROR FACE TO FACE 2017 – ITALIAN AND ESTONIAN EXHIBITION
TALLINN, ESTONIA 
17 aprile – 6 maggio 2017, National Library of Estonia
Inaugurazione  TALLINN, 17 aprile 2017








Inizia a Tallinn il 17 aprile, la rassegna di grafica contemporanea  “Mirror face to face”, la prima esposizione dei due eventi previsti quest’anno  presente nelle sale della Biblioteca Nazionale con un confronto tra la grafica contemporanea italiana e quella Estone. Sessanta artisti in tutto con una prevalenza di presenze italiane.
Successivamente, il 29 giugno la mostra approderà in Italia alla Qu. Bi Gallery di Vicenza.

Il linguaggio universale dell’arte unisce le culture che si incontrano nelle loro espressioni artistiche. L’evento curato da Valeria Bertesina e Inga Heamagi s’incentra su una costante attenzione dell’umano nel dialogo fra  popoli. Pertanto, la ricerca grafica contemporanea diventa lo strumento principe di analisi per rilevare tali importanti possibilità.

In alto opera  grafica di Alessandra Angelini
 in basso opera di Raul Meel.
 “Lo specchio è la porta di passaggio tra mondo reale e immaginario. Contrapposizione tra occhio e sguardo, esteriorità e interiorità, oscillazione tra il vedere (riflettere) e il comprendere (far riflettere), lo specchio svela ciò che è oltre il campo figurativo rappresentato nel quadro, dilatando lo spazio e offrendo allo spettatore sdoppiamenti percettivi”.
L’obiettivo di Mirror-Face to Face è quello di creare un’occasione di “dialogo artistico” e promuovere la diversità culturale quale patrimonio dell’umanità e precondizione per la pace e la giustizia sociale.
-       From 14 April to 06 May 2017 (Verinssage 17 April 2017) National Library of Estonia – Tallinn
-       From 29 June to 16 July 2017 (Vernissage 29 June 2017 – h. 19.00)  Qu. Bi Gallery, Vicenza


Artists
Alessandra Angelini, Alberto Balletti, Valeria Bertesina, Sergio Bigolin, Nedda Bonini, Maria Rosanna Cafolla, Virginia Dal Magro, Valentino De Nardo, Paolo Dolzan, Marcello Frammetta, Giulia Gentilcore, Veronica Longo, Raffaello Marghera, Margherita Michelozzo, Massimiliano Milia, Maurizio Muolo, Giovanbattista Nitti, Susy Piazza, Irene Podgornik Dadia, Valeria Prestigiacomo, Alice Russo, Daniela Savini, Irene Sciolti, Eleonora Spada, Lucio Statti, Marco Trentin, Debora Triscari, Marina Vidali, Giuseppe Vigolo, Marta Viviani, Vincenzo Zancana
Britta Benno, Neve Eesmaa, Gudrun Heamagi, Inga Heamagi, Paul Illimar, Kalli Kalde, Kaija Kesa, Jarvila Kulliri, Ruben Lembe, Harry Leppanen, Raul Meel, Enno Ootsing, Tauno Ostra, Lilli Repeat, Reti Saks, Krista Simson, Bob Sparham, Merike Sule, Evi Viires-Tihemets, Kellj Walk
(Mostra segnalata da Sandro Bongiani dell’Archivio Ophen Virtual Art di Salerno)