PAOLO SCIRPA
La forma della luce, la luce della forma
a cura di Marco Meneguzzo
30 aprile – 25 giugno 2017
Opening 29 aprile, ore 19.00
Fabbriche Chiaramontane, piazza San Francesco 1,
Agrigento
“La mia ombra sospesa dentro un Ludoscopio”
(di G. Bonanno – Poema Visivo dedicato a Paolo Scirpa)Con.
gli occhi
rimango sospeso
a scrutare
incantato
l’ombra
del
nulla,
avido attraverso
spazi insostanziali a me ignoti,
cerco nel non luogo
di aggrapparmi a brandelli di luce.
Il viaggio tra incertezza e transitorietà
si fa ora insostenibile.
Come una dinamo la mia essenza volubile
si frantuma e si compenetra nel vuoto.
Ormai sono solo luce
e accadimento incessante,
frammento in volo
e anche energia sospesa.
Nel silenzio
più assorto
e inquieto
scopro
stupito
di esserci
ancora.
Giovanni Bonanno © 2010
Percorsi comunicanti, 1987
La rassegna dedicata a Paolo Scirpa (Siracusa, 1934)
rappresenta un punto importante nell’analisi dell’arte degli artisti siciliani,
condotta ormai da anni dalle Fabbriche Chiaramontane e dagli Amici della
Pittura dell’Ottocento. Scirpa infatti è una singolare figura di innovatore
linguistico, che solo da poco sta ricevendo il giusto riconoscimento della sua attività, legata all’indagine sulla luce,
attraverso l’uso magistrale del neon.
Dal 1972 – anno del suo primo “Ludoscopio”, titolo col
quale l’artista indica le sue opere luminose – Scirpa ha lavorato con la luce e
sulla luce: la sua indagine, infatti, articolatasi anche in molti progetti
ambientali, non è un’indagine puramente ottico-percettiva, ma piuttosto
idealistica, quasi misticheggiante. Questo intento pare contrastare con
l’aspetto inevitabilmente e volutamente tecnologico degli oggetti-scultura che
l’artista costruisce, e che creano infiniti giochi e “illusioni” luminose. Non
a caso il curatore della mostra Marco Meneguzzo nel suo saggio insiste
sull’aspetto trascendentale del concetto di luce: “… una circonferenza,
un quadrato, un triangolo … sono queste le forme che Scirpa dà alla luce, e
viene naturale associ are la purezza delle forme e lo sfolgorio della luce
all’”idea”, a quel primo motore da cui derivano tutte le cose. Non è una
questione intellettuale, non occorre conoscere Platone per associare la forma
alla luce, queste forme pure alla luce, e trasformare la luminosità fisica in
splendore simbolico: la forma della luce, l’atto meccanico di piegare il
tubicino di vetro riempito di neon sino a dargli la forma voluta, trascende
questa fisicità e diventa sostanza immateriale, diventa la luce della forma,
cioè la “chiarezza” universale delle forme geometriche unite alla luminosità
che da loro emana. Chiarezza, luminosità, splendore sono termini solo
apparentemente vaghi – oppure sono vaghi per chi tratti la luce solo come
frequenza elettromagnetica -, perché di fatto parlano dell’aspetto trascendente
della luce, come Platone, appunto, parlava delle idee, o come i filosofi e i
teologi medievali (che allora erano la stessa cosa) parlavano di “ottica” …”.
In mostra sono presenti molti lavori recenti,
un’installazione composta da più lavori a parete e a terra, e moltissimi
progetti ambientali (quasi della “fantasie” piranesiane sull’inserimento di
elementi luminosi all’interno di siti storici e di luoghi famosi), in un
allestimento fortemente dinamico e spettacolare.
Il catalogo bilingue italiano e inglese, edito da
Medusa, contiene un saggio del curatore Marco Meneguzzo, una biografia
raccontata dell’artista, e un cospicuo apparato d’illustrazioni delle opere
dell’artista.
Alternativa ludovisiva. Progetto d’intervento n. 251, 1994.
Fotomontaggio.
Arco della pace, Milano
Paolo Scirpa vive e lavora a Milano. Dagli anni '70 la sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti spettacolari. Servendosi di tubi luminosi e specchi, l’artista rappresenta la luce “ideale” cioè l’idea dell’infinito con i Ludoscopi che propongono la percezione di profondità fittizie. Realizza grandi opere di denuncia consumistica - tra le quali Megalopoli consumistica del '72 -, delle installazioni e delle pitture, rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi. Negli anni ‘80 sviluppa gli interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture e ambienti di grande prestigio. Sue opere sono in collezioni e musei: a Milano, Museo del Novecento, Biblioteca Accademia Belle Arti di Brera, MAPP; a Gallarate, MAGA; presso la VAF-Stiftung del MART di Trento e Rovereto; a Roma, GNAM e Collezione Farnesina; a Gibellina, Museo Civico; a Bagheria, Museum; a Agrigento, Fabbriche Chiaramontane; a Waldenbuch, Museum Ritter e a Caen, Musée des Beaux-Arts. É stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Fabbriche Chiaramontane
Piazza San Francesco 1, Agrigento
Dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 13.00 e
dalle ore 16.00 alle 20.00
Lunedì chiuso
Tel. 0922.29929