Visualizzazione post con etichetta Alessandra Angelini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Alessandra Angelini. Mostra tutti i post

lunedì 6 luglio 2020

Castrocaro Teme / INCISIONI - LE SEDUZIONI DEL SEGNO








Alessandra Angelini



INCISIONI - LE SEDUZIONI DEL SEGNO
UNA SETTANTINA DI INCISORI DA TUTTA ITALIA ESPONGONO 
AL PALAZZO PRETORIO DI TERRA DEL SOLE

Alessandra Angelini Rid Work n° 2 - FUGA 

L'esposizione, curata dal critico d'arte Silvia Arfelli
con il Patrocinio del Comune di Castrocaro Teme-Terra del Sole 
e la Pro Loco di Terra del Sole verrà aperta il 10 Luglio prossimo.




La mostra sarà aperta al pubblico fino al 31 Luglio, tutti i giorni in orario 15,30 - 19,30
Chiuso il lunedì. 

In ottemperanza alle normative anti-Covid, l'accesso alla mostra è consentito
 solo a n. 6 persone alla volta dotate di dispositivi atti a coprire  naso e bocca.

Evento segnalato dsa Archivio Ophen Virtual Art di Salerno


lunedì 30 marzo 2020

Mostra Virtuale Collettiva Internazionale " #GlobalViralEmergency / Fate Presto"


SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

#GlobalViralEmergency / Fate Presto
L’arte tra scienza, natura e tecnologia

a cura di Sandro Bongiani

con la collaborazione di Ruggero Maggi e Giuseppe Denti

Da lunedì  30 marzo a sabato 13 giugno 2020




Manifesto della mostra interattiva virtuale



Global Viral Emergency 
72 Artisti  alla Ophen
nella collettiva virtuale

#GLOBAL VIRAL  EMERGENCY / FATE PRESTO


Poema visuale di Coco Gordon  dedicato all'emergenza virale planetaria



“La vita non è altro che un incessante  e temporaneo succedersi di presenze e di  azioni  in attesa di una possibile catarsi o di un prossimo dissolversi”  Giovanni  Bonanno.

S’inaugura  lunedì 30 marzo, alle ore 18.00, la mostra collettiva internazionale ad invito a cura di Sandro Bongiani dal titolo: #GlobalViralEmergency / Fate Presto, una mostra nata in soli 20 giorni con la partecipazione di 72 artisti contemporanei invitati che si sono  confrontati da diverse latitudini del globo sul problema della pandemia planetaria da COVID-19,  mettendo in mostra le contraddizioni dell’attuale società dei consumi e dei valori calpestati. 

Non è la prima volta che gli artisti prendono posizione in prima persona  riguardo i problemi esistenziali politici e sociali, ciascuno lo ha fatto con le proprie sensazioni contrastanti, mettendo in luce l’essenza problematica e vera del nostro esistere, nella convinzione di poter essere in qualche modo ancora utile a questa precaria società. Quello che noi stiamo vivendo con l’emergenza risulta molto complesso e quando mai difficile da cancellare. Oggi, l’intero pianeta si trova, impegnato in questa lotta contro il tempo, di come risolvere questa catastrofe che di colpo si è presentata all’orizzonte, che di fatto ha cambiato le nostre abitudini, la nostra percezione del mondo e di come progettare il prossimo futuro. Tutto non sarà più come prima, la vita, la cultura, l’arte e ciò che abbiamo attorno dovranno per forza di cose cambiare e rimodularsi per essere ancora credibili. Per essere partecipi e attivi a questo disastro planetario noi del Bongiani Ophen Art Museum di Salerno abbiamo attivato in soli venti giorni un progetto on-line di Net Art con una mostra interattiva virtuale visibile 24 ore su 24 in tutte le parti del mondo, sia per sollecitare la politica, la finanza, l’intera collettività e anche lo stesso mondo dell’arte ad un sussulto di orgoglio alla ricerca di una qualsiasi forma di riscatto e di rinascita. In questa sofferta condizione di disagio collettivo l’unica cosa importante che potevamo fare, utilizzando la rete di Internet, è stato chiedere agli artisti cosa pensavano dell’attuale  situazione, dello stato di isolamento collettivo e globale in cui ci siamo improvvisamente ritrovati. Dopo questa catastrofe, con tutte le gallerie  e gli spazi culturali chiusi,  questa è di fatto l’unica mostra possibile e realizzabile in tutto il pianeta terra. In mostra sono presenti in forma digitale gran parte delle ricerche artistiche in atto, un campionario significativo di riflessioni dell’attuale panorama dell’arte al di fuori da strategie precostituite e mercantili del già assuefatto sistema ufficiale dell’arte. Insomma, l’altra faccia nascosta della medaglia con le conseguenti dissonanze reattive e divergenti di diversi artisti non uniformati rispetto alle convinzioni di comodo che il sistema culturale e ufficiale dell’arte, in tutti i modi possibili, ha deciso da lungo tempo di celare e di lasciare volutamente fuori dalla porta.

Lo abbiamo fatto utilizzando, come sempre, la nostra importante piattaforma virtuale no-profit tutta italiana di arte contemporanea che da oltre dieci anni gestiamo, una realtà sperimentale altamente efficiente degna di essere considerata tra le poche e più interessanti startup presenti in tutto il mondo del web. Non una occasionale improvvisazione da web come fanno  oggi le gallerie ufficiali dell’arte che, di colpo, hanno riversato i contenuti del proprio lavoro nel web ben sapendo di aver poca competenza a tal proposito. Di fatto, siamo forse l’unica galleria, seppur virtuale, in grado di attivare oggi proposte ad ampio respiro.  Tutto ciò ci rende fiduciosi  permettendoci di fare cultura no-profit con un serio e ragionato programma di eventi,  facendo conoscere gli artisti e l’arte contemporanea nel mondo senza alcun interesse speculativo e commerciale. La tecnologia per lungo tempo  osteggiata e considerata la rovina del nostro tempo, oggi ci viene in soccorso,  la ritroviamo  amica e partecipe in questa condizione di isolamento e di disagio sociale facendoci sentire  con internet e i diversi social più vicini in questo malaugurato e insopportabile isolamento diffuso. Come giustamente avverte Christian Caliandro in una sua annotazione “e difficile pensare che, al termine dell’emergenza, tutto tornerà come prima,” Tutto non sarà uguale a prima. E’ sicuro che da questa emergenza, da ora in poi, ogni cosa non sarà più come un tempo, dipenderà ovviamente da noi, da quello che sapremo fare per ritrovare la voglia di sopravvivenza e forse di rinascita da questo immane e problematico calvario collettivo. Che sia la nostra, davvero, di buon auspicio a una possibile e probabile rinascita del genere umano. Sandro Bongiani


Artisti presenti: Adolfina De Stefani  ITALIA I Alberto Vitacchio  ITALIA I Alessandra Angelini ITALIA I Alessandra  Finzi  ITALIA I Alexander Limarev RUSSIA I Alfonso Caccavale ITALIA I Anna Boschi  ITALIA I Antonio Sassu ITALIA I Bruno Cassaglia ITALIA I Calogero Barba  ITALIA I Carl T. Chew USA I Carla Bertola ITALIA I Cinzia Farina ITALIA I Claudio Grandinetti ITALIA  I Claudio Parentela ITALIA I Claudio Romeo  ITALIA I Coco Gordon USA I Emilio Morandi ITALIA I Enzo Patti ITALIA I Ernesto Terlizzi ITALIA I Fernando Aguiar PORTOGALLO  I Filippo Panseca ITALIA I Francesco Aprile ITALIA I Franco Di Pede ITALIA I Franco Panella ITALIA I Gabi Minedi ITALIA I Gennaro Ippolito ITALIA I Gianni Marussi ITALIA I Giovanna Donnarumma ITALIA I Giovanni Bonanno ITALIA I Giovanni Fontana ITALIA I Giovanni Rubino ITALIA I Giuseppe  Denti  ITALIA I  Guido Capuano ITALIA I Ina Ripari  ITALIA I Ivana Frida Ferraro ITALIA  I Jack Seiei GIAPPONE I James  Felter CANADA I John M. Bennett USA I John Held  USA I Jose Molina SPAGNA I Kiki Franceschi ITALIA I  Lamberto Caravita  ITALIA I Lamberto Pignotti ITALIA I Lars Schumacher GERMANIA I Leonor Arnao  ARGENTINA I Linda Paoli ITALIA I Luc Fierens  BELGIO I Lucia Spagnuolo ITALIA I Luisa Bergamini ITALIA I Maria Credidio ITALIA I  Mariano Bellarosa ITALIA I Maribel Martinez  ARGENTINA I Mauro Molinari ITALIA I Maya Lopez Muro  ARGENTINA I Natale Cuciniello ITALIA I Oronzo Liuzzi  ITALIA  I  Paolo Gubinelli  ITALIA I Paolo Scirpa  ITALIA I Patrizio Maria  ITALIA I Pier Roberto Bassi ITALIA I Patrizia Tictac GERMANIA I Rachelline Centomo MESSICO I RCBz USA I Reid Wood USA I  Rosalie  Gancie USA I Ruggero Maggi ITALIA I Ryosuke Cohen GIAPPONE I Serse Luigetti ITALIA I Teo De Palma  ITALIA I Virgilia Milici  ITALIA I Vittore Baroni ITALIA.



Covid – 19  non torneremo più alla normalità. 
La normalità è il problema
Pandemie. Il pericolo principale è pensare al oronavirus come un fenomeno isolato, senza storia, senza contesto sociale, economico o culturale. Non c’è normalità alla quale ritornare quando quello che abbiamo reso normale ieri ci ha condotto a quel che oggi abbiamo. Il problema che affrontiamo non è solo il capitalismo in sé, ma anche il capitalismo in me.

“Il coronavirus è una vendetta della natura”
Le epidemie sono un prodotto dell’urbanizzazione. Quando circa cinquemila anni fa gli esseri mani cominciarono a raggrupparsi in città con una certa densità di popolazione, le infezioni poterono colpire simultaneamente grandi quantità di persone e i loro effetti mortali si moltiplicarono a dismisura.  Il pericolo di pandemie come quella attuale si generalizzò quando il processo di urbanizzazione è diventato globale. La pandemia che ci devasta disegna con efficacia la sua caratteristica di catastrofe, tra epidemiologia e economia politica. Il suo punto di partenza è saldamente ancorato nei tragici effetti dell’industrializzazione capitalista. Tuttavia è opportuno interrogarsi su uno stile di vita come il nostro, capace di scatenare devastazioni così drammatiche come quelle che oggi investono le nostre esistenze. Non permettiamo ai politici che, travolti una volta ancora dal linguaggio della crisi, ci impongano la restaurazione intatta  e globale della struttura stessa dell’odierna catastrofe.
Stephen Hawking autorevole fisico teorico al mondo, conosciuto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo ma anche e soprattutto per le sue riflessioni. Tra le più note, ci sono quelle relative all’esistenza e alla fine della razza umana per via di un virus letale. Hawking infatti si è sempre detto preoccupato dal pericolo biologico piuttosto che da quello nucleare. Già nel 2001 in una intervista parlava delle possibili cause dell’estensione della razza umana e di come le colonie spaziali rappresentino – ancora oggi – l’unico modo per garantire l’esistenza della razza umana; tra queste ipotesi vi era anche la possibilità di avere a che fare con un virus capace di generare una pandemia – diceva – “a lungo termine, sono più preoccupato per la biologia. Le armi nucleari hanno bisogno di grandi strutture, ma l’ingegneria genetica può essere fatta in un piccolo laboratorio. Non puoi controllare tutti i laboratori del mondo. Il pericolo è che, per caso, creiamo un virus che ci distrugga. Non credo che la razza umana sopravvivrà nei prossimi mille anni, a meno che non colonizziamo lo spazio. Ci sono troppi incidenti che possono accadere nella vita di un singolo pianeta. Ma io sono un ottimista. Raggiungeremo le stelle”.

Anche il filosofo, politologo e linguista, Noam Chomsky in riferimento al coronavirus, pandemia di oggi che colpisce più di 120 paesi ne analizza l'impatto sulla geopolitica mondiale, rivela che -secondo lui- La CIA, Bildeberg, Israele y altri poteri mondiali, in accordo, hanno dovuto istallare il COVID 19 per non perdere la supremazia mondiale nei confronti della Cina con una una guerra batteriologica di bassa intensità, propagando in territorio cinese, un virus di laboratorio, il COVID19. Una guerra di bassa intensità perché il virus non affetta i bambini e giovani (manodopera futura) al contrario attacca gli anziani (manodopera non attiva). l'Unione europea, secondo il suo parere subirà un collasso economico globale a causa della paralisi delle economie nazionali nella lotta contro il virus. Una volta consumata la Pandemia paralizzante del pianeta e il caos sanitario mondiale, arriverà la seconda fase ancora più pesante, quella di una nuova dominazione capitalista, con un’instaurazione  di una nuova fase di globalizzazione planetaria ancora molto più  negativa. Alla fine il capitalismo globale  dei poteri forti ti farà credere   di essere il benefattore dell’umanità e di poter rivivere una nuova "Dolce vita” ben sapendo, purtroppo, che non sarà così!!! Sandro  Bongiani


Ma la politica italiana cosa fa?

ECCO IL PENSIERO LIBERO  DEL SAGGISTA LUIGI MAZZELLA

Il Dopo-Coronavirus

Il “dopo-coronavirus” -secondo Luigi Mazzella- rischia di essere peggiore della pandemia, se sono vere alcune notizie su nomi e personaggi fatte circolare in questi giorni. Un’ipotesi è che ciò sia stato fatto al fine di sondare le possibili reazioni della gente. Un’altra ipotesi è che si siano voluti spaventare gli Italiani, facendo balenare l’ipotesi di un governo ancora più disastroso di quello in carica. Occorre, quindi, non darsi carico delle notizie fatte trapelare in questi giorni e cercare di affrontare razionalmente il problema senza farsi prendere la mano dalla emozionalità che in politica è sempre una cattiva consigliera. Agli Italiani dovrebbe essere chiaro che tra gli uomini politici del nostro passato e del nostro presente ve ne sono alcuni cui si può e si deve duramente addebitare la responsabilità di averci spinti nel baratro delle regole che ci hanno portato alla crescita-zero. Ve ne sono, poi,  altri la cui colpa è stata quella di non avere avuto idee sufficientemente chiare su ciò che succedeva e di non averle ancora su ciò che bisogna fare per risalire la china. Ve ne sono altri, infine,   cui si può imputare di non avere il coraggio di dire senza reticenze o senza prudenze eccessive le loro opinioni.Il discorso deve essere esplicito sino alla brutalità, perché i fatti avvenuti sono fin troppo chiari nella loro crudezza. Basta rileggere anche solo i titoli della stampa degli anni passati.

Verso la fine degli anni Novanta l’Italia era considerata la quarta potenza industriale del mondo e la lira era una moneta che incuteva timore.  Le esportazioni andavano a gonfie vele in tutti i settori in cui eravamo impegnati e la bilancia dei pagamenti era in forte attivo. Francia e Germania se la passavano male e cercavano uomini politici italiani da sedurre per favorire i loro interessi. Dopo l’adesione all’Euro (già di per sé disastrosa per il cambio impostoci dal governo Prodi) il Paese cominciava a precipitare nel baratro, senza mai più riprendersi. Tutti gli indici si erano alterati in peggio, a vantaggio di Francia e Germania che prima dell’Euro stavano peggio di noi (anche qui, i titoli dei giornali dell’epoca sono chiari). Tutti i cosiddetti “Europeisti” di allora e di oggi dovrebbero dare agli Italiani delle spiegazioni circa i loro entusiasmi avuti e soprattutto circa la loro persistenza attuale.
Allora? Si parla di un nuovo nocchiero per la nave “Italia”. Se il “navigatore” cui affidare la nave (attualmente pilotata in modo scordinato da una Armata Brancaleone che farebbe opera meritoria a mettersi volontariamente da parte) è sulla stessa linea dei leader politici che ci hanno messo nelle mani delle signore Ursula Von Der Leyen e Christine Lagarde  e ciò per tacere degli italiani, per carità di patria) è bene dirgli subito: no grazie!

Se dovesse fare (e non per palese calcolo furbesco) un discorso diverso e decisamente contrario alle attuali linee di governo dell’Unione Europea, allora bisognerebbe chiedergli di mostrare le carte che pensa di avere in mano. Se, infatti,  pensasse di fare attuare un programma di risveglio e di riscatto da vecchie “cariatidi” ben note agli Italiani, per i loro disastrosi trascorsi governativi, bisognerebbe dirgli ancora: Grazie per il bel programma ma con la compagine indicata  non si andrebbe da nessuna parte; quindi ancora una volta: grazie no! Se, infine, dovesse dire: difenderò il Paese contro chi l’ha ridotto in brandelli e vuole continuare a farlo con mezzi ancora più brutali e per farlo mi avvarrò di una compagine governativa  in cui tutti siano, chiaramente e senza riserve,  orientati in questa direzione (perché nessuno ha un passato di servilismo verso l’Unione da farsi perdonare) si potrebbe dire: grazie sì! ma guai, però, a chiudere gli occhi. L’attenzione dovrebbe acuirsi ed essere volta a evitare che siano imbarcati vecchi arnesi suggeriti non solo dai partiti che in Europa hanno sempre avuto una posizione sostanzialmente subordinata ai tecnocrati di Bruxelles ma anche da quelli che sono stati contrari a quei burocrati per rivendicazioni nazionalistiche simili a quelle degli anni Trenta.

In definitiva, per un governo di salute pubblica la lontananza da ogni partito politico dovrebbe essere la condizione assolutamente  indispensabile, pur essendo l’azione da svolgere eminentemente politica. Un conto, infatti, è avere una visione politicamente chiara; altro conto è servirsi della politica come mestiere per sbarcare il lunario. C’è una nota positiva da ricordare: il terrore mediatico-giudiziario ha tenuto lontani dalla vita politica i migliori galantuomini di questo Paese. Richiamarli, per un periodo limitato, a occuparsi della nostra disastrata res publicae quivarrebbe, nella sostanza, all'appello che si è fatto ai medici per risolvere i problemi della pandemia. 




Un'opera visuale di Alessandra Angelini 


Io sono una forza del passato 

Poesia di Pier Paolo Pasolini.



Io sono una forza del Passato.

Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,

dove sono vissuti i fratelli.



Giro per la Tuscolana come un pazzo,

per l'Appia come un cane senza padrone.



O guardo i crepuscoli, le mattine

su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,

come i primi atti della Dopostoria,
cui io assisto, per privilegio d'anagrafe,
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. 

Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.

E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più.

(da Poesia in forma di rosa)


Pier Paolo Pasolini - 
Io sono una forza del passato

Video durata 1:28



Sala 3

Serse Luigetti – Italia, 2020 


Claudio Grandinetti – Italia, 2020


Calogero Barba – Italia, 2020


Giuseppe Denti – Italia, 2020


Lucia Spagnuolo – Italia, 2020


Oronzo Liuzzi – Italia, 2020


Rachelline Centomo – Messico, 2020


Gianni Marussi – Italia, 2020


Lars Schumacher – Germania, 2020


Vittore Baroni – Italia, 2020


Virgilia Milici – Italia, 2020


Jack Seiei – Giappone, 2020


Leonor Arnao – Argentina, 2020


Emilio  Morandi – Italia, 2020


Antonio Sassu – Italia, 2020


Giovanni Fontana – Italia, 2020


Alberto Vitacchio – Italia, 2020


Giovanna Donnarumma – Italia, 2020


Adolfina de Stefani – Italia, 2020


Maribel  Martinez -  Argentina, 2020 


Maria  Credidio – Italia, 2020


Mariano Bellarosa – Italia, 2020


Linda Paoli – Italia, 2020


Luc Fierens – Belgio, 2020



segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

martedì 26 marzo 2019

Alessandra Angelini / XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano.




Broken Nature: Design Takes on Human Survival
1 MAR - 1 SET 2019

A cura di Paola Antonelli

Partecipazioni Internazionali: Algeria, Australia, Austria, Cina, Cuba, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Libano, Lituania, Myanmar, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Slovenia, Sri Lanka, Stati Uniti, Tunisia.



La XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano è intitolata Broken Nature: Design Takes on Human Survival ed è a cura di Paola Antonelli, Senior Curator del Dipartimento di Architettura e Design e direttrice del reparto Ricerca e Sviluppo al MoMA.  La Triennale riafferma la propria decisione di dare una nuova continuità all’Esposizione Internazionale, la cui XXI edizione è stata organizzata nel 2016, dopo vent’anni di pausa. L'esposizione è composta da una mostra tematica e da 22 Partecipazioni Internazionali che coprono tutti i continenti offrendo una proposta diversificata in termini di temi, prospettive, contesti e provenienze.
Broken Nature è un’indagine approfondita sui legami che uniscono gli uomini all’ambiente naturale, legami che nel corso degli anni sono stati profondamente compromessi, se non completamente distrutti. La XXII Triennale di Milano, analizzando vari progetti di architettura e design, esplora il concetto di design ricostituente e mette in luce oggetti e strategie, su diverse scale, che reinterpretano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono, includendo sia gli ecosistemi sociali che quelli naturali. La mostra tematica comprende una selezione di un centinaio di progetti degli ultimi tre decenni, esempi di design, architettura e arte ricostituente provenienti da tutto il mondo, propongono approcci creativi che mirano a correggere il corso autodistruttivo dell’umanità ma anche a pensare in maniera diversa alla nostra relazione con l’ambiente e con tutte le specie presenti sul pianeta, inclusi gli esseri umani. Per la prima volta vengono inseriti in un unico dialogo e in un unico spazio, allo scopo di svelare il potenziale del design come catalizzatore di cambiamenti sociali e comportamentali. 

L'opera di Alessandra Angelini in mostra al padiglione cinese, artista e docente all’Accademia di Brera, interpreta il rapporto dell’Uomo con la Natura in un’emozionante opera dal titolo Foresta. Una Xilografia su legno di filo, foglia oro, rame e argento. Esemplari unici stampati dall'artista su piallacci naturali di legno. Così descrive la sua opera: “FORESTA desidera ricordare a tutti noi l'importanza  della natura e il corretto uso dei processi industriali. E’ affascinante spingere la natura forte  e decisa del legno verso i confini delicati e talvolta indefiniti del colore. Differenti essenze, Betulla, Frassino, Ciliegio che si trasformano in delicate superfici a tratti morbide, a tratti rigide, pronte ad accogliere oro, argento, rame...pitture nate  da processi di stampa xilografici … motivi grafici che prendono vita in forma di colore e segno”.






Panoramica del padiglione cinese 
in cui si può vedere il lavoro di Alessandra Angelini






Catalogo Triennale Milano in partnership with Electa