SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
“#GlobalViralEmergency / Fate Presto”
L’arte tra scienza, natura e tecnologia
a cura di Sandro Bongiani
con la collaborazione di Ruggero Maggi e Giuseppe Denti
Da lunedì 30 marzo a sabato 13 giugno 2020
Manifesto della mostra interattiva virtuale
Global Viral Emergency
72 Artisti alla Ophen
nella collettiva virtuale
#GLOBAL VIRAL EMERGENCY / FATE PRESTO
Poema visuale di Coco Gordon dedicato all'emergenza virale planetaria
“La vita non è altro che un incessante e temporaneo succedersi di presenze e di azioni in attesa di una possibile catarsi o di un prossimo dissolversi” Giovanni Bonanno.
S’inaugura lunedì
30 marzo, alle ore 18.00, la mostra collettiva internazionale ad invito a cura
di Sandro Bongiani dal titolo: “#GlobalViralEmergency
/ Fate Presto”,
una mostra nata in soli 20 giorni con la partecipazione di 72 artisti
contemporanei invitati che si sono
confrontati da diverse latitudini del
globo sul problema della pandemia planetaria da COVID-19, mettendo in mostra
le contraddizioni dell’attuale società dei consumi e dei valori
calpestati.
Non è
la prima volta che gli artisti prendono posizione in prima persona riguardo i problemi esistenziali politici e
sociali, ciascuno lo ha fatto con le proprie sensazioni contrastanti, mettendo in luce l’essenza problematica e vera
del nostro esistere, nella convinzione di poter
essere in qualche modo ancora utile a questa precaria società. Quello che noi
stiamo vivendo con l’emergenza risulta molto complesso e quando mai difficile
da cancellare. Oggi, l’intero pianeta si trova, impegnato in questa lotta
contro il tempo, di come risolvere questa catastrofe che di colpo si è
presentata all’orizzonte, che di fatto ha cambiato le nostre abitudini, la
nostra percezione del mondo e di come progettare il prossimo futuro. Tutto non
sarà più come prima, la vita, la cultura, l’arte e ciò che abbiamo attorno
dovranno per forza di cose cambiare e rimodularsi per essere ancora credibili. Per
essere partecipi e attivi a questo disastro planetario noi del Bongiani Ophen
Art Museum di Salerno abbiamo attivato in soli venti giorni un progetto on-line
di Net Art con una mostra interattiva virtuale visibile 24 ore su 24 in tutte
le parti del mondo, sia per sollecitare la politica, la finanza, l’intera
collettività e anche lo stesso mondo dell’arte ad un sussulto di orgoglio alla
ricerca di una qualsiasi forma di riscatto e di rinascita. In questa sofferta
condizione di disagio collettivo l’unica cosa importante che potevamo fare, utilizzando
la rete di Internet, è stato chiedere agli artisti cosa pensavano
dell’attuale situazione, dello stato di
isolamento collettivo e globale in cui ci siamo improvvisamente ritrovati. Dopo
questa catastrofe, con tutte le gallerie
e gli spazi culturali chiusi,
questa è di fatto l’unica mostra possibile e realizzabile in tutto il
pianeta terra. In mostra sono presenti in forma digitale gran parte delle ricerche
artistiche in atto, un campionario significativo di riflessioni dell’attuale panorama
dell’arte al di fuori da strategie precostituite e mercantili del già assuefatto
sistema ufficiale dell’arte. Insomma, l’altra faccia nascosta della medaglia
con le conseguenti dissonanze reattive e divergenti di diversi artisti non
uniformati rispetto alle convinzioni di comodo che il sistema culturale e
ufficiale dell’arte, in tutti i modi possibili, ha deciso da lungo tempo di
celare e di lasciare volutamente fuori dalla porta.
Lo
abbiamo fatto utilizzando, come sempre, la nostra importante piattaforma
virtuale no-profit tutta italiana di arte contemporanea che da oltre dieci anni
gestiamo, una realtà sperimentale altamente efficiente degna di essere
considerata tra le poche e più interessanti startup presenti in tutto il mondo
del web. Non una occasionale improvvisazione da web come fanno oggi le gallerie ufficiali dell’arte che, di
colpo, hanno riversato i contenuti del proprio lavoro nel web ben sapendo di
aver poca competenza a tal proposito. Di fatto, siamo forse l’unica galleria,
seppur virtuale, in grado di attivare oggi proposte ad ampio respiro. Tutto ciò ci rende fiduciosi permettendoci di fare cultura no-profit con un
serio e ragionato programma di eventi,
facendo conoscere gli artisti e l’arte contemporanea nel mondo senza
alcun interesse speculativo e commerciale. La tecnologia per lungo tempo osteggiata e considerata la rovina del nostro
tempo, oggi ci viene in soccorso, la
ritroviamo amica e partecipe in questa
condizione di isolamento e di disagio sociale facendoci sentire con internet e i diversi social più vicini in
questo malaugurato e insopportabile isolamento diffuso. Come giustamente
avverte Christian Caliandro in una sua annotazione “e difficile pensare che, al termine dell’emergenza, tutto tornerà come
prima,” Tutto non sarà uguale a prima. E’ sicuro che da questa emergenza,
da ora in poi, ogni cosa non sarà più come un tempo, dipenderà ovviamente da
noi, da quello che sapremo fare per ritrovare la voglia di sopravvivenza e forse
di rinascita da questo immane e problematico calvario collettivo. Che sia la nostra,
davvero, di buon auspicio a una possibile e probabile rinascita del genere
umano. Sandro Bongiani
Artisti presenti: Adolfina De
Stefani ITALIA
I Alberto Vitacchio ITALIA
I
Alessandra Angelini ITALIA I Alessandra Finzi ITALIA I Alexander Limarev RUSSIA I
Alfonso Caccavale ITALIA I Anna Boschi
ITALIA I Antonio Sassu ITALIA I
Bruno Cassaglia ITALIA
I Calogero
Barba ITALIA I
Carl T. Chew USA I Carla
Bertola ITALIA I Cinzia Farina ITALIA I
Claudio Grandinetti ITALIA
I
Claudio Parentela ITALIA I
Claudio Romeo ITALIA I
Coco Gordon USA I Emilio Morandi ITALIA I Enzo Patti ITALIA
I Ernesto Terlizzi
ITALIA I Fernando Aguiar PORTOGALLO I Filippo Panseca ITALIA I
Francesco Aprile
ITALIA I
Franco Di Pede ITALIA I Franco Panella ITALIA I
Gabi Minedi ITALIA I
Gennaro Ippolito ITALIA I Gianni Marussi ITALIA I
Giovanna Donnarumma ITALIA I Giovanni Bonanno ITALIA I
Giovanni Fontana ITALIA I
Giovanni Rubino ITALIA I
Giuseppe Denti ITALIA I Guido
Capuano ITALIA I
Ina Ripari ITALIA I
Ivana Frida Ferraro ITALIA I
Jack Seiei GIAPPONE I
James Felter CANADA I
John M. Bennett USA I John Held USA
I Jose Molina SPAGNA I
Kiki Franceschi ITALIA
I Lamberto Caravita ITALIA I
Lamberto Pignotti ITALIA I
Lars Schumacher GERMANIA I
Leonor Arnao ARGENTINA I Linda
Paoli ITALIA I Luc Fierens BELGIO I
Lucia Spagnuolo ITALIA I
Luisa Bergamini ITALIA I Maria Credidio ITALIA I Mariano
Bellarosa ITALIA I Maribel
Martinez ARGENTINA I
Mauro Molinari ITALIA I Maya Lopez Muro ARGENTINA I
Natale Cuciniello ITALIA I
Oronzo Liuzzi ITALIA I Paolo Gubinelli ITALIA I
Paolo Scirpa ITALIA
I Patrizio Maria ITALIA I
Pier Roberto Bassi ITALIA I Patrizia Tictac GERMANIA I
Rachelline Centomo MESSICO I RCBz USA I
Reid Wood USA I Rosalie Gancie USA I Ruggero Maggi ITALIA I
Ryosuke Cohen GIAPPONE I
Serse Luigetti ITALIA I
Teo De Palma ITALIA I
Virgilia Milici ITALIA I
Vittore Baroni ITALIA.
Covid – 19 non torneremo più alla normalità.
La normalità è il problema
La normalità è il problema
Pandemie. Il pericolo principale è pensare al oronavirus come un fenomeno isolato, senza storia, senza contesto sociale,
economico o culturale. Non c’è normalità alla quale ritornare quando
quello che abbiamo reso normale ieri ci ha condotto a quel che oggi abbiamo. Il
problema che affrontiamo non è solo il capitalismo in sé, ma anche il
capitalismo in me.
“Il
coronavirus è una vendetta della natura”
Le epidemie sono un prodotto
dell’urbanizzazione. Quando circa cinquemila anni fa gli esseri mani cominciarono
a raggrupparsi in città con una certa densità di popolazione, le infezioni
poterono colpire simultaneamente grandi quantità di persone e i loro effetti
mortali si moltiplicarono a dismisura. Il pericolo di pandemie come
quella attuale si generalizzò quando il processo di urbanizzazione è diventato
globale. La pandemia che ci devasta disegna con efficacia la sua
caratteristica di catastrofe, tra epidemiologia e economia politica. Il suo
punto di partenza è saldamente ancorato nei tragici effetti dell’industrializzazione
capitalista. Tuttavia è opportuno interrogarsi su uno stile di vita come il
nostro, capace di scatenare devastazioni così drammatiche come quelle che oggi
investono le nostre esistenze. Non permettiamo ai politici che, travolti
una volta ancora dal linguaggio della crisi, ci impongano la restaurazione
intatta e globale della struttura stessa
dell’odierna catastrofe.
Stephen Hawking autorevole
fisico teorico al mondo, conosciuto per i suoi studi sui buchi neri, sulla
cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo ma anche e soprattutto per
le sue riflessioni. Tra le più note, ci sono quelle relative all’esistenza e
alla fine della razza umana per via di un virus letale. Hawking infatti si è
sempre detto preoccupato dal pericolo biologico piuttosto che da quello
nucleare. Già nel 2001 in una intervista parlava delle possibili cause
dell’estensione della razza umana e di come le colonie spaziali rappresentino –
ancora oggi – l’unico modo per garantire l’esistenza della razza umana; tra
queste ipotesi vi era anche la possibilità di avere a che fare con un virus capace
di generare una pandemia – diceva – “a
lungo termine, sono più preoccupato per la biologia. Le armi nucleari hanno
bisogno di grandi strutture, ma l’ingegneria genetica può essere fatta in un
piccolo laboratorio. Non puoi controllare tutti i laboratori del mondo. Il
pericolo è che, per caso, creiamo un virus che ci distrugga. Non credo che la
razza umana sopravvivrà nei prossimi mille anni, a meno che non colonizziamo lo
spazio. Ci sono troppi incidenti che possono accadere nella vita di un singolo
pianeta. Ma io sono un ottimista. Raggiungeremo le stelle”.
Anche il filosofo, politologo e linguista, Noam Chomsky in riferimento al coronavirus, pandemia di oggi che colpisce più di 120 paesi ne analizza
l'impatto sulla geopolitica mondiale, rivela che -secondo lui- La
CIA, Bildeberg, Israele y altri poteri mondiali, in accordo, hanno dovuto istallare il
COVID 19 per non perdere la supremazia mondiale nei confronti della Cina con una una
guerra batteriologica di bassa intensità, propagando in territorio
cinese, un virus di laboratorio, il COVID19. Una guerra
di bassa intensità perché il virus non affetta i bambini e giovani (manodopera
futura) al contrario attacca gli anziani (manodopera non attiva). l'Unione
europea, secondo il suo parere subirà un collasso economico
globale a causa della paralisi delle economie nazionali nella lotta contro il
virus. Una volta consumata la Pandemia paralizzante del
pianeta e il caos sanitario mondiale, arriverà la seconda fase
ancora più pesante, quella di una nuova
dominazione capitalista, con un’instaurazione di una nuova fase di globalizzazione
planetaria ancora molto più negativa. Alla
fine il capitalismo globale dei poteri
forti ti farà credere di essere il benefattore dell’umanità e di
poter rivivere una nuova "Dolce vita” ben sapendo, purtroppo, che non sarà così!!! Sandro Bongiani
Ma la politica italiana cosa fa?
ECCO IL PENSIERO LIBERO DEL SAGGISTA LUIGI MAZZELLA
Il Dopo-Coronavirus
Il “dopo-coronavirus” -secondo Luigi Mazzella- rischia di
essere peggiore della pandemia, se sono vere alcune notizie su nomi e
personaggi fatte circolare in questi giorni. Un’ipotesi è che ciò sia stato fatto al
fine di sondare le possibili reazioni della gente. Un’altra ipotesi è che si siano voluti
spaventare gli Italiani, facendo balenare l’ipotesi di un governo ancora più
disastroso di quello in carica. Occorre, quindi, non darsi carico delle
notizie fatte trapelare in questi giorni e cercare di affrontare razionalmente
il problema senza farsi prendere la mano dalla emozionalità che in politica è
sempre una cattiva consigliera. Agli Italiani dovrebbe essere chiaro che
tra gli uomini politici del nostro passato e del nostro presente ve ne sono
alcuni cui si può e si deve duramente addebitare la responsabilità di averci
spinti nel baratro delle regole che ci hanno portato alla crescita-zero. Ve ne sono, poi, altri la cui
colpa è stata quella di non avere avuto idee sufficientemente chiare su ciò che
succedeva e di non averle ancora su ciò che bisogna fare per risalire la china. Ve ne sono altri,
infine, cui si può imputare di non avere il coraggio di dire
senza reticenze o senza prudenze eccessive le loro opinioni.Il discorso deve essere esplicito sino
alla brutalità, perché i fatti avvenuti sono fin troppo chiari nella loro
crudezza. Basta rileggere anche solo i titoli della stampa degli anni passati.
Verso la fine degli anni Novanta l’Italia
era considerata la quarta potenza industriale del mondo e la lira era una
moneta che incuteva timore. Le esportazioni andavano a gonfie vele
in tutti i settori in cui eravamo impegnati e la bilancia dei pagamenti era in
forte attivo. Francia e Germania se la passavano male e cercavano uomini
politici italiani da sedurre per favorire i loro interessi. Dopo l’adesione all’Euro (già di per sé
disastrosa per il cambio impostoci dal governo Prodi) il Paese cominciava a
precipitare nel baratro, senza mai più riprendersi. Tutti gli indici si erano
alterati in peggio, a vantaggio di Francia e Germania che prima dell’Euro
stavano peggio di noi (anche qui, i titoli dei giornali dell’epoca sono
chiari). Tutti i cosiddetti “Europeisti” di allora
e di oggi dovrebbero dare agli Italiani delle spiegazioni circa i loro
entusiasmi avuti e soprattutto circa la loro persistenza attuale.
Allora? Si parla di un nuovo nocchiero per
la nave “Italia”. Se il “navigatore” cui affidare la nave
(attualmente pilotata in modo scordinato da una Armata Brancaleone che farebbe
opera meritoria a mettersi volontariamente da parte) è sulla stessa linea
dei leader politici che ci hanno messo nelle mani delle
signore Ursula Von Der Leyen e Christine Lagarde e ciò per tacere
degli italiani, per carità di patria) è bene dirgli subito: no grazie!
Se dovesse fare (e non per palese calcolo
furbesco) un discorso diverso e decisamente contrario alle attuali linee di
governo dell’Unione Europea, allora bisognerebbe chiedergli di mostrare le
carte che pensa di avere in mano. Se, infatti, pensasse di fare
attuare un programma di risveglio e di riscatto da vecchie “cariatidi” ben note
agli Italiani, per i loro disastrosi trascorsi governativi, bisognerebbe dirgli
ancora: Grazie per il bel programma ma con la compagine indicata non
si andrebbe da nessuna parte; quindi ancora una volta: grazie no! Se, infine, dovesse dire: difenderò il
Paese contro chi l’ha ridotto in brandelli e vuole continuare a farlo con mezzi
ancora più brutali e per farlo mi avvarrò di una compagine governativa in
cui tutti siano, chiaramente e senza riserve, orientati in questa
direzione (perché nessuno ha un passato di servilismo verso l’Unione da farsi
perdonare) si potrebbe dire: grazie sì! ma guai, però, a chiudere gli occhi.
L’attenzione dovrebbe acuirsi ed essere volta a evitare che siano imbarcati
vecchi arnesi suggeriti non solo dai partiti che in Europa hanno sempre avuto
una posizione sostanzialmente subordinata ai tecnocrati di Bruxelles ma anche
da quelli che sono stati contrari a quei burocrati per rivendicazioni
nazionalistiche simili a quelle degli anni Trenta.
In definitiva, per un governo di salute
pubblica la lontananza da ogni partito politico dovrebbe essere la condizione
assolutamente indispensabile, pur essendo l’azione da svolgere eminentemente
politica. Un conto, infatti, è avere una visione
politicamente chiara; altro conto è servirsi della politica come mestiere per
sbarcare il lunario. C’è una nota positiva da ricordare: il
terrore mediatico-giudiziario ha tenuto lontani dalla vita politica i
migliori galantuomini di questo Paese. Richiamarli, per un periodo limitato, a
occuparsi della nostra disastrata res publicae quivarrebbe, nella
sostanza, all'appello che si è fatto ai medici per risolvere i problemi della
pandemia.
Io sono una forza del passato
Poesia di Pier Paolo Pasolini.
Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l'Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti della Dopostoria,
cui io assisto, per privilegio d'anagrafe,
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta.
Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più.
(da Poesia in forma di rosa)
Pier Paolo Pasolini -
Io sono una forza del passato
Video durata 1:28
Sala 3
Serse Luigetti – Italia, 2020
Claudio Grandinetti – Italia, 2020
Calogero Barba – Italia, 2020
Giuseppe Denti – Italia, 2020
Lucia Spagnuolo – Italia, 2020
Oronzo Liuzzi – Italia, 2020
Rachelline Centomo – Messico, 2020
Gianni Marussi – Italia, 2020
Lars Schumacher – Germania, 2020
Vittore Baroni – Italia, 2020
Virgilia Milici – Italia, 2020
Jack Seiei – Giappone, 2020
Leonor Arnao – Argentina, 2020
Emilio Morandi – Italia,
2020
Antonio Sassu – Italia, 2020
Giovanni Fontana – Italia, 2020
Alberto Vitacchio – Italia, 2020
Giovanna Donnarumma – Italia, 2020
Adolfina de Stefani – Italia, 2020
Maribel
Martinez - Argentina, 2020
Maria Credidio –
Italia, 2020
Mariano Bellarosa – Italia, 2020
Linda Paoli – Italia, 2020
Luc Fierens – Belgio, 2020
segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno