domenica 6 aprile 2014

VIRTUAL UNDERGROUND - Guglielmo Achille Cavellini, 1914 - 2014


SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

Via S. Calenda, 105 - Salerno

 
VIRTUAL UNDERGROUND

G.A.CAVELLINI

1914 - 2014

 

Progetto  dedicato all’anniversario del centenario di Guglielmo Achille Cavellini,

 in collaborazione con l’Archivio Cavellini di Brescia.

 a cura di Giovanni  Bonanno

 
 12 aprile 2014 - 30 agosto 2014

Inaugurazione:  Sabato 12 aprile  2014,  ore 18.00

Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105 – Salerno Tel/Fax 089 5648159


Orario continuato: tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.30

                               

 

S’inaugura sabato 12  aprile 2014, alle ore 18.00, la mostra  collettiva internazionale a cura di Giovanni Bonanno dal titolo: “VIRTUAL UNDERGROUND che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’anniversario del centenario di Gugliemo Achille Cavellini. Sono presenti  73  opere  di altrettanti  importanti autori internazionali che hanno voluto essere presenti a questa particolare ricorrenza scelta dall’artista  bresciano.

 

 

 

Guglielmo Achille Cavellini  a compimento del Centenario (1914-2014) aveva espresso il desiderio  di attuare una sorta di celebrazione postuma come completamento di una sua  importante operazione artistica incentrata sull’Autostoricizzazione”. Per tale importante occasione sono stati invitati 75 artisti internazionali di diverse nazionalità a condividere tale  particolare evento. Per diversi decenni GAC in Italia  è stato osteggiato come  un ricco eccentrico in vena di esibizionismo”, non compreso perché ritenuto soltanto un importante  collezionista d’arte contemporanea  e di conseguenza  collocato dalla critica ufficiale  nel completo isolamento. A partire dal 1970,  aveva per la prima volta tentato a “scardinare” il sistema ufficiale dell’arte e di far sentire la propria voce attuando appropriate “interferenze” all’interno del sistema proponendo la sua presenza come autentico momento creativo. L’arte, dopo essere stata relegata  per molto tempo al chiuso delle idee,  con l’autostoricizzazione”  del 1971 di GAC diveniva  liberazione, apertura delle frontiere culturali, arte che si integrava nella vita.  Inoltre, condividendo e abbracciando contemporaneamente  più campi di ricerca trasversali e  alternativi alle proposte della cultura ufficiale; dalla pittura alla poesia visiva, dall’arte di comportamento alla Body Art si collocava autonomamente ai margini di un sistema, in una zona franca, in una periferia di confine praticabile, smantellando  in un solo colpo una prassi tradizionale che preferiva la  produzione ripetitiva dell’artista  ben identificabile  al completo servizio del mercato dell’arte. Quindi, una pratica che faceva a meno del mercato e delle sue ferree  regole imposte da un sistema “occulto e arrogante” che di fatto tiene in ostaggio l’artista e di conseguenza reprime la produzione artistica e la creatività.  Artista per certi versi difficilmente classificabile per le diverse pratiche utilizzate, ma sicuramente protagonista del superamento trasversale di una logica tradizionale. Oggi, a distanza di qualche decennio  di attesa e di riflessione Guglielmo Achille Cavellini appare un  personaggio geniale e poliedrico. Ha vissuto l'arte contemporanea dal secondo dopoguerra fino al 1990, anno della sua morte, come battitore libero, diceva: “preferisco vivere la mia avventura, proiettata nel futuro, piuttosto di dovermi impantanare nell’intricata  giungla  dell’arte”, da artista non condizionato da schemi e imposizioni. Non é stata una questione di semplice eleganza o puro  stile ma di una lucida operazione illuminata che ha evidenziato  e messo in luce i problemi e le contraddizioni  di un sistema  culturale  che non lascia niente al caso e che  quasi sempre tratta l’opera e l’artista come mera merce di scambio.

 

 


 
 
Artisti presenti a questa Rassegna Internazionale:

Gugliemo Achille Cavellini, Ryosuke Cohen, Alexander Limarev, Luciano Pera,  Picasso, Gaglione, Bruno Cassaglia, Vittore  Baroni, Clemente Padin, Otto D. Sherman,  Ruggero  Maggi, Jas W Felter, Gianni Romeo, Simon Warren,  Carmela  Corsitto,  Ambassade d’Utopia, Rosa Gravino, Ptrzia Tictac, Anna  Boschi, Carl Baker, Lancillotto  Bellini, John M. Bennett, I Santini Del Prete, Giovanni Strada, Umberto Basso, Serse Luigetti, Mariano Filippetta, Anja  Mattila-Tolvanen, Domenico Severino, Katerina  Nikoltsou,  Stathis Chrissicopulos, Patrizia Battaglia, Pedro Bericat, Silvana Alliri, Rosanna Veronesi, Claudio  Romeo, Fausto  Paci, Ciro  Stajano, Antonio Moreno Garrido, Pier Roberto Bassi, Giovanni Bonanno, Francesco Aprile, Adriano Bonari, Jorge Valdes, Giancarlo Pucci,  Valery Oisteanu, Noriko  Shimizu, Judy  Skolnick, Angela Caporaso, Maurizio  Follin, Andreas Horn, Valentine Gabriella  Gallo, Mark Herman, Mariano  Bellarosa, Monica  Rex, Fulgor C. Silvi,   Lamberto Caravita,  Andrea Bonanno, Francesco  Mandrino, Roberto Scala, Giuseppe  Iannicelli, Renata e Giovanni Stradada, D.C. Spaulding, Maria Teresa Cazzaro, Antonio De Marchi Gherini, Bernhard Uhrig, Alfonso Caccavale, Monica Michelotti, Piero Barducci, Ana Garcia, Petra Dzierzon, Antonio  Baglivo, Bruno Chiarlone, Domenico Ferrara Foria,  Melisa  Kaneshiro, Borderline Grafix, Maurizia Carantani,  Emilio  Morandi. 

 

 
 
 

 

BREVE  BIOGRAFIA  di  GUGLIEMO ACHILLE CAVELLINI  (GAC)

GAC (Guglielmo Achille Cavellini) è stato un importante studioso e collezionista dell'arte astratta europea. Dalla metà degli Anni '40 esordisce con disegni e ritratti. Nel '60, si dedica invece alla sperimentazione: alcuni esempi del suo lavoro sono spesso legati a citazioni, vere e proprie elaborazioni di celebri opere che ne fanno un autentico attore nella messa in scena dell'arte. GAC mette in pratica la sua teoria dell'autostoricizzazione: il fare da sé nel costruirsi attorno l'alone del successo, mettendo in disparte i processi canonici che il sistema utilizza a tale scopo. Non è un atto di megalomane autorappresentazione, bensì l'innescarsi di una procedura alternativa: una rivoluzione all'interno della comunicazione artistica. Andy Warhol si mette a ritrarre Cavellini, e il geniaccio GAC rende omaggio a Andy con il francobollo "Le Marilyn di Warhol" (1984). L’utilizzo dei materiali di recupero (negli oggetti assemblati, negli intarsi in legno, nei carboni), è lo strumento del suo operare. Nascono i Teatrini e i  francobolli d’artista attraverso i quali viene reso omaggio ai geni della pittura: Picasso, Lèger, Matisse, Braque e nasce, anche, l’amore per la Mail Art, movimento libero  e democratico che permette a GAC di avere  contatti e confronti importanti con tanti artisti sparsi su tutto il pianeta.

 

 

 
 VIRTUAL UNDERGROUND

G.A.CAVELLINI

1914 - 2014

 SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

Via S. Calenda, 105  - Salerno

12 aprile 2014 – 30 agosto 2014

Inaugurazione: sabato 12 Aprile 2014, ore 18.00

Orario: tutti i giorni ore 17.00 - 20.30

e-mail: bongiani@alice.it     

giovedì 27 marzo 2014

ERNESTO TERLIZZI ALLO SPAZIO TADINI DI MILANO


ERNESTO TERLIZZI

Apologia della superficie
 
 

29 marzo - 18 aprile 2014

Inaugurazione: Sabato 29 marzo 2014 - ore 18,30

Spazio Tadini - Via Niccolò Jommelli, 24 - 20131 Milano - www.spaziotadini.it  - Tel. 0226829749

La mostra è visitabile dal martedì al sabato dalle 15,30/19,00 o per appuntamento. 

 


Apologia della superficie, è la personale di Ernesto Terlizzi che Spazio Tadini dedica all’artista campano.
 
La mostra è composta da 30 carte tutte realizzate nel corso del 2013. In questi particolari fogli, l’autore, pur spaziando attraverso discipline e materie diverse, conferma la sua precisa riconoscibilità grazie al costante utilizzo del suo segno grafico contaminato nei vari risvolti della sua lunga ricerca.  Un costante rinnovamento grazie a intelligenti espedienti immaginativi, fenditure, brecce e segni sempre tesi a coniugare, il manuale e il mentale, la pratica dell’arte e la teoria ad essa dedicata, in un processo di destrutturazione dell’immagine carico di rimandi ed allusioni.
 
 

Nei testi che accompagnano il catalogo Melina Scalise, Francesco Tadini e Antonello Tolve così scrivono:  “...Terlizzi arriva a Spazio Tadini con una sua personale in questo luogo d’arte e cultura dedicato al maestro Emilio Tadini di cui conserva stima e ricordi. Ad ospitare la carte di Terlizzi, le pareti dello studio di Tadini, per riallacciare un dialogo mai interrotto come solo l’arte sa fare. I suoi lavori sono il racconto di un corpo, di un viaggio... Frammenti di quei paesaggi visibili a occhio nudo si ritrovano, staccati dalla prospettiva naturale, e collocati nelle opere di Terlizzi... Un dosatore perfetto del bianco e del nero e di tutte le sfumature del grigio... affascinato dalla semplicità e dall’essenzialità” (Melina Scalise) “Essere apparentemente lieti mentre l’animo brucia ferocemente e, mentre la storia divora gli umani con le stesse fauci e la violenza di sempre, affidare a forme profughe – non certo solo object trouvé – il verbo futuro di ogni racconto possibile. Questo sembra essere il progetto radicale di Ernesto Terlizzi. E delle sue rudi eleganze in guisa di continuità iper raffinate tra disegno, pittura e brandelli vari.
 
 
 
 

“La vera armonia sta nella disarmonia”, chiosa Ernesto nella video intervista sopracitata. E forse, con garbo e coerenza progettuale proprie di ogni grande artista, a conseguenza della conseguenza delle premesse gettate quarant’anni fa, la disarmonia di queste forme profughe è vero antidoto all’inquinamento oftalmico corrente. Mi sveglierò ancora di notte per vedere con desiderio queste trenta carte perfette di Ernesto, che saranno inondate dalla luce che meritano” (Francesco Tadini) Irrimediabilmente legato ad un tessuto fragile e irrequieto che fa i conti con la vita, Terlizzi esercita non a caso sulla superficie una spinta morbida e morbosa che volge verso la crisi del riferimento tra la realtà e il linguaggio della pittura per costruire, così, uno spazio concreto, bidimensionale, mentale. Ogni sua opera recente, comprese queste nuove carte che ascoltano (accolgono e rappresentano) il silenzio del mare, rappresenta dunque un gioco linguistico, un processo di destrutturazione della realtà per erigere un discorso del linguaggio sul linguaggio mediante una modalità sinonimica attraverso la quale generare «l’attivazione di fasce potenti di equivalenza e di identità a livello profondo, le quali compromettono le articolazioni differenziali e oppositive delle strutture semiche di superficie »” (Antonello Tolve)
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
Ernesto Terlizzi
nasce ad Angri (Sa) dove vive e lavora.
 

 
 
Dal 1965, dopo gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, è presente nel panorama artistico nazionale e internazionale con mostre di gruppo, premi e personali. Sue opere sono inserite in numerose collezioni pubbliche permanenti tra cui: Museo d’Arte Moderna, Durazzo Albania; Museo d’Arte Contemporanea, Ripe San Ginesio, Macerata; Consolato Venezuelano di Napoli; Pinacoteca e Musei Comunali, Macerata; FRAC Prima collezione permanente, Baronissi (Sa); Pinacoteca Comunale, Termoli; Museo delle generazioni italiane del 900, Pieve di Cento, Bologna; CAM Art Museum Contemporary, Casoria (Na); Museo d’Arte Contemporanea, Gazoldo degli Ippoliti, Mantova; MUMI Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (Ch).

sabato 22 marzo 2014

A PALERMO MOSTRA PERSONALE DI VINCENZO NUCCI

 
 
“Attorno a Vermeer”
 
Personale di
VINCENZO NUCCI
 
sabato 22 marzo 2011  
 
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La personale raccoglie quattordici pastelli e due oli, realizzati dall’artista siciliano che vive ed opera a Sciacca, in occasione della grande mostra “Attorno a Vermeer”, a cura di Marco Goldin, presente dall’8 febbraio  nelle sale di  Palazzo Fava a  Bologna.
 
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Scrive in catalogo Marco Goldin: […] Un poco del suo tempo, Vincenzo Nucci lo ha dedicato a dipingere attorno a Vermeer. Nei suoi pressi, in vicinanze che sono state subito piene d’amore. E come per un miracolo che egli ha certamente desiderato creare, ha riempito Vermeer del suo azzurro mediterraneo. Ha riscritto il sublime pittore di Delft nella grammatica di una luce ammantata, e tutta dolcemente avvolta, proprio dell’azzurro. Il suo colore, ma anche il colore della nostalgia, della lontananza, così come un mare, nella distanza, sfuma ancora di più dentro l’azzurro. I canali olandesi sono diventati il bordo del mare, le donne nelle stanze suonano o scrivono accanto a una finestra  che si affaccia su una palma o su una fioritura rossa di buganvillee. I cieli attraversati da nuvole, che erano stati quelli di Jacob van Ruisdael nel Seicento, Nucci li ha fatti diventare l’azzurro tonante del mezzogiorno a Sciacca. Ciò che si conosce, e si vive.
Così, questa non è pittura di d’après, non è una copia o una riproposizione. Ha a che fare piuttosto con il suo sentimento del mondo, con il suo desiderio di ascoltare un profumo, di vedere sollevarsi un silenzio. E’ la commozione dello stare al mondo, dell’esserci, del raccontare questo consistere, facendolo con figure che diventano pittura. Nucci si è collegato a Vermeer per la via del silenzio assoluto, modulandolo però nelle opere e nei giorni. Perché tutto, sembra dire il pittore, deve stare riflesso nella vita e non essere un’astrazione. […]
 
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Della sua opera hanno scritto, tra gli altri: Lucio Barbera, Francesca Bonazzoli, Liana Bortolon, Martina Corgnati, Philippe Daverio, Fabrizio Dentice, Valentina Di Miceli, Eva Di Stefano, Aldo Gerbino, Guido Giuffrè, Sebastiano Grasso, Stefano Malatesta, Paolo Nifosì, Giuseppe Quatriglio, Ruggero Savinio, Giovanni  Bonanno, Vittorio Sgarbi, Enzo Siciliano, Roberto Tassi, Sergio Troisi, Emilia Valenza, Marco Vallora.
 
Sarà presente l’autore e interverrà Marco Goldin
La mostra si protrarrà fino al 17 aprile 2014
Ingresso libero. Orari 16.30/19.30  (Chiuso Domenica )
 
 website : www.ellearte.it   
 
Visit:  
http://www.ellearte.it/mostra.php?id=200     

giovedì 6 marzo 2014

Invito della Mostra Personale del 1991 di Gugliemo Achille Cavellini


Invito originale ricevuto della Mostra Personale del 1991  di Gugliemo Achille Cavellini alla Galerie Air de Paris di  Nice, F.   (nel lato del destinatario si nota il timbro rotondo dell’archivio storico Cavellini datato 1991 e più sotto in rosso   la data   21 set. 1991 au 7 dec. 1991).
 
 
 



 

Ritratto di Angela Noya Villa eseguito da G. A. Cavellini a Brescia il 9 settembre 1987


Ritratto di Angela Noya Villa eseguito da G. A. Cavellini a Brescia il 9 settembre 1987 alle ore 16.
L'opera originale sin trova in permanenza presso l'Archivio  di Angela Noya Villa di Roma.

 
particolare



Si ringrazia l’Archivio Angela Noya Villa  che ha permesso la diffusione e la conoscenza di questa amicizia con Cavellini.

giovedì 13 febbraio 2014

Mostra Workshop Libro d'artista, Biblioteca Nazionale Braidense, Accademia di Belle Arti di Brera


RUGGERO MAGGI/ Mostra Workshop Libro d'artista,
Biblioteca Nazionale Braidense, Accademia di Belle Arti di Brera

Workshop Libro d'artista – mostra finale
a cura di Ruggero Maggi


 
Workshop Libro d'artista – mostra finale
a cura di Ruggero Maggi

seminario all'interno del Biennio di secondo livello in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica
Direttrice prof.ssa Tiziana Tacconi
 


Biblioteca Nazionale Braidense
Accademia di Belle Arti di Brera
21- 27 febbraio 2014
inaugurazione venerdì 21 febbraio ore 15.00
 





Presso la sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense – Accademia di Belle Arti di Brera venerdì 21 febbraio 2014 alle ore 15.00 si inaugurerà la mostra finale degli studenti partecipanti al workshop tenuto da Ruggero Maggi e dedicato al libro d'artista, seminario all'interno del Biennio di secondo livello in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica - Direttrice prof.ssa Tiziana Tacconi.
Qual'è la definizione di un libro d'artista? Un libro realizzato semplicemente di concerto tra scrittore ed artista? No, non solo. Una definizione chiara di ciò che sia un libro d'artista comunque non esiste; per sua stessa natura il libro d'artista sfugge agli incasellamenti, è una pratica artistica che abbraccia anche altre discipline come l'arte postale, la poesia visiva, la copy art, ecc... tutte pratiche abbastanza borderline che bene si prestano alla sperimentazione poetica ed a una ricerca tecnico/progettuale. Il libro d'artista è contenitore e contenuto. E' un oggetto polimaterico con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri-oggetto in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. Per arrivare alla Mail Art di Ray Johnson, che in Italia ha avuto grande seguito grazie ad autori come Vittore Baroni, Marcello Diotallevi, Gino Gini e Ruggero Maggi, che rende installazione il libro d'artista come l'opera laser “Il peccatore casuale” e “Una lunga linea silenziosa”.

Il workshop è dedicato a GAC (Guglielmo Achille Cavellini) personaggio multiforme e geniale che può senz'altro essere considerato uno dei più grandi e controversi artisti nella storia dell'arte contemporanea italiana, di cui ricorre quest'anno – con centinaia di progetti ed eventi in tutto il mondo – il centenario della nascita. All'inaugurazione è prevista la presenza del figlio di GAC Piero Cavellini, sociologo e gallerista.

Il post-it®, entrato quasi ovunque come oggetto d'uso quotidiano e considerato il più diffuso sinonimo per riportare alla mente un messaggio o un ricordo, è stato scelto come elemento base e supporto creativo su cui intervenire e far annotare ad ogni studente partecipante al seminario la propria testimonianza poetica ed artistica. Proprio i “classici” foglietti gialli dei post-it®, una volta lavorati, sono stati trasformati dagli studenti in ideali pagine da sfogliare; un grande affresco dedicato al libro d'artista.




Ruggero Maggi


Dal 1973 si occupa di poesia visiva; dal 1975 di copy art, libri d’artista, arte postale; dal 1976 di laser art, dal 1979 di olografia, dal 1980 di X-ray art e dal 1985 di arte caotica sia come artista – con opere ed installazioni incentrate sullo studio del caos, dell’entropia e dei sistemi frattali – sia come curatore di eventi: “Caos italiano” 1998; “Caos – Caotica Arte Ordinata Scienza” 1999 – 2000; “Isole frattali” 2003, “CaoTiCa” 2004, “Attrazione frattale” 2006, “Caos e Complessità” 2009, “Caos, l’anima del caso” 2010.

Tra le installazioni olografiche: Una foresta di pietre (Media Art Festival – Osnabrück 1988) e Un semplice punto esclamativo (Mostra internazionale d’Arte Olografica alla Rocca Paolina di Perugia – 1992); tra le installazioni di laser art: Morte caotica e Una lunga linea silenziosa (1993), Il grande libro della vita e Il peccatore casuale (1994), La nascita delle idee al Museo d’Arte di San Paolo (BR).

Suoi lavori sono esposti al Museo di Storia Cinese di Pechino ed alla GAM di Gallarate. Ha inoltre partecipato alla 49. Biennale di Venezia ed alla 16. Biennale d’arte contemporanea di San Paolo nel 1980 e, dal 1973, a numerosi eventi artistici in tutto il mondo.

Nel 2006 realizza Underwood, installazione site-specific per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate. Nel 2007 presenta come curatore il progetto dedicato a Pierre Restany Camera 312 – promemoria per Pierre alla 52. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Nel 2008 presenta come curatore il progetto Profondità 45 – Michelangelo al lavoro sul rapporto Arte -Tecnologia. Nel 2008 a Villa Glisenti (BS) ed all’Art Centre della Silpakorn University di Bangkok, per un simposio artistico italo-thailandese dedicato alle problematiche del riscaldamento globale, realizza l’installazione Ecce ovo. Nel 2009 cura l’installazione site-specific collettiva Prima o poi ogni muro cade all’interno di PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009 – XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino in Galleria del Corso a Milano; evento successivamente presentato a Villa Pomini a Castellanza (VA) e Spazio Luparia a Stresa. Nel 2010 cura GenerAction – un promemoria per le generazioni, progetto di Mail Post.it Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo – Gallarate. Nel 2011 e nel 2013 presenta a Venezia Padiglione Tibet, progetto presentato successivamente alla Biennale di Venezia all’interno di Padiglione Italia (Palazzo delle Esposizioni Sala Nervi – Torino), al Museo Diotti di Casalmaggiore (CR) e presso la Biblioteca Laudense di Lodi.



Biblioteca Nazionale Braidense

Accademia di Belle Arti di Brera

21- 27 febbraio 2014

Inaugurazione venerdì 21 febbraio ore 15.00

 
Biblioteca Nazionale Braidense - Accademia di Belle Arti di Brera

Via Brera 28 – Milano - tel. 02.86460907

orari: Sala Maria Teresa - Inaugurazione venerdì 21 febbraio ore 15.00

sabato ore 9.30/13.00; da lunedì 24 a giovedì 27 febbraio ore 9.30/13.30

Ingresso libero
Per info: b-brai.comunicazione@beniculturali.it

 
Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

mercoledì 5 febbraio 2014

ROMA / MOSTRA PERSONALE di VINCENZO NUCCI


“Desiderio di luce”

presentazione
di Valentina Di Miceli
dal 15 febbraio - 1 Marzo 2014



Galleria Lombardi
Via Urbana, 8a - 00184  Roma

Mar. - Sab.   10:30/13:00  -  16:30/19:30





….le quattordici opere in mostra sono opere su tela realizzati tra il 2005 e il 2013, che dilatano nel grande formato l’orizzonte pittorico dell’artista saccense,trasportando nella levigatezza della pittura ad olio,le increspature dei pastelli preparatori,sulla scia di quel vasto mare mediterraneo ora liscio ora increspato che unisce e divide….






Un racconto eschimese spiega così l’origine della luce “ il corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò”. Se c’è un vero desiderio, s’è l’oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce ”. (Simone Weil).




Allo stesso modo il desiderio di luce custodito negli occhi e nell’anima di Vincenzo Nucci, produce la luce che irradia dalle sue tele, una luce mediterranea calda e avvolgente che svela le sagome frastagliate delle palme mosse da leggere brezze marine. Una luce che svelando dà voce ad una natura silente e sonnolenta, che racconta di antiche dimore arabe, di sollazzi e giardini edenici, di ricordi nitidi che si stagliano sull’azzurro tenue del primo mattino o sul blu intenso di notti altrettanto luminose.


Le quattordici opere in mostra sono oli su tela realizzati tra il 2005 e il 2013, che dilatano nel grande formato l’orizzonte pittorico dell’artista saccense, trasportando nella levigatezza della pittura ad olio, le increspature dei pastelli preparatori, sulla scia di quel vasto mare mediterraneo ora liscio ora increspato che unisce e divide.


Lo stesso mare che Nucci ogni giorno vede dalla finestra del suo studio, come dalla torre di una rocca che si apre sulla città di Sciacca e sul mare, e dalla quale lo sguardo dell’artista si allunga, registrando ogni movimento delle onde, ogni sfumatura di luce nei mattini limpidi o nelle notti stellate, nelle infinite gradazioni di rosso delle albe e dei tramonti.


Non ci sono presenze umane, se non nei ricordi, nelle impronte di attraversamenti, o nella palma solitaria svettante sui paesaggi marini o campestri, quasi un’alter ego dell’artista che come il “viandante sul mare di nebbia” di Gaspar David Friedrich, assiste allo spettacolo della natura, al sipario che si alza su un mare questa volta di luce, luce mediterranea.




L’unica vera sorgente dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un animo infallibilmente puro. Un’opera che non sia sgorgata da questa sorgente può essere soltanto artificio. Ogni autentica opera d’arte viene concepita in un’ora santa e partorita in un’ora felice, spesso senza che lo stesso artista ne sia consapevole, per l’impulso interiore del cuore “. (C. D. Friedrich).




BIOGRAFIA di Vincenzo Nucci

Vincenzo Nucci è nato a Sciacca (Ag) nel 1941 e qui ha sempre lavorato. Frequenta l’Istituto d’Arte di Palermo e l’Accademia di Belle Arti di Agrigento. Le sue prime personali, nel decennio fra il 1960 ed il 1970 in varie città italiane, lo vedono impegnato nei temi sociali e drammatici come la guerra del Vietnam e il terremoto del Belice. Dal 1980 Nucci dipingerà solo paesaggi, anzi il paesaggio Siciliano, la casa padronale, le mura di cinta dove si arrampicano rigogliose bouganville fiorite di lacche rosse, le antiche rovine di Selinunte e, infine, lei, la palma, protagonista e simbolo della fascinosa Sciacca araba che egli ama. Nel 1989 è invitato alla Biennale Nazionale Città di Milano, Palazzo della Permanente. Nel 1991 conosce Philippe Daverio che lo invita ad esporre alla rassegna d’arte “Anni Ottanta in Italia” all’Ex Convento di San Francesco di Sciacca e successivamente organizza una sua personale alla galleria Daverio a Milano. Nel 1992 conosce Marco Goldin che gli organizzerà nel 1994 una mostra antologica a Palazzo Sarcinelli di Conegliano con scritti in catalogo dello stesso Goldin, di Guido Giuffrè e di Marco Vallora. A Conegliano, Palazzo Sarcinelli esporrà ancora nella rassegna “Da Fattori a Burri, Roberto Tassi e i pittori”, nella mostra “Una donazione per un nuovo museo”, e ancora nel 1998 “Elogio del pastello, da Morlotti a Guccione”. Sempre su invito di Marco Goldin, nel 1999 terrà una mostra antologica del pastello “Opere 1981-1999″, a Treviso nella Casa dei Carraresi, con testi di Marco Goldin ed Enzo Siciliano. Nel 2003-2004 la Provincia Regionale di Palermo organizza una sua mostra antologica al Loggiato San Bartolomeo, “Opere 1981-2003″, con scritto in catalogo di Aldo Gerbino. Nel 2006 è invitato da Philippe Daverio alla LVII edizione del Premio Michetti di Francavilla al Mare. Nel 2007 è presente alla mostra “Arte Italiana 1968-2007. Pittura”, curata da Vittorio Sgarbi al Palazzo Reale di Milano. Del 2008 la mostra personale “Impressioni di luce” alla Galleria 61 di Palermo e l’antologica “Opere 1984 – 2008” presso l’ex Convento di San Francesco a Sciacca con testo in catalogo di Philippe Daverio. Del 2010 la personale “Gli uomini del paesaggio” alla Galleria Spazio Forni di Ragusa e la collettiva “Mare Nostrum” alla Galleria Forni di Bologna.
Nel 2011 viene invitato alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia. L’artista vive a Sciacca.


VISIT:   http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=69&pag=mostre.php

Sito Personale dell'artista: http://www.vincenzonucci.it/

Biografia dell'artista: http://www.vincenzonucci.it/bio.htm


Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di  Salerno.