mercoledì 5 febbraio 2014

ROMA / MOSTRA PERSONALE di VINCENZO NUCCI


“Desiderio di luce”

presentazione
di Valentina Di Miceli
dal 15 febbraio - 1 Marzo 2014



Galleria Lombardi
Via Urbana, 8a - 00184  Roma

Mar. - Sab.   10:30/13:00  -  16:30/19:30





….le quattordici opere in mostra sono opere su tela realizzati tra il 2005 e il 2013, che dilatano nel grande formato l’orizzonte pittorico dell’artista saccense,trasportando nella levigatezza della pittura ad olio,le increspature dei pastelli preparatori,sulla scia di quel vasto mare mediterraneo ora liscio ora increspato che unisce e divide….






Un racconto eschimese spiega così l’origine della luce “ il corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò”. Se c’è un vero desiderio, s’è l’oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce ”. (Simone Weil).




Allo stesso modo il desiderio di luce custodito negli occhi e nell’anima di Vincenzo Nucci, produce la luce che irradia dalle sue tele, una luce mediterranea calda e avvolgente che svela le sagome frastagliate delle palme mosse da leggere brezze marine. Una luce che svelando dà voce ad una natura silente e sonnolenta, che racconta di antiche dimore arabe, di sollazzi e giardini edenici, di ricordi nitidi che si stagliano sull’azzurro tenue del primo mattino o sul blu intenso di notti altrettanto luminose.


Le quattordici opere in mostra sono oli su tela realizzati tra il 2005 e il 2013, che dilatano nel grande formato l’orizzonte pittorico dell’artista saccense, trasportando nella levigatezza della pittura ad olio, le increspature dei pastelli preparatori, sulla scia di quel vasto mare mediterraneo ora liscio ora increspato che unisce e divide.


Lo stesso mare che Nucci ogni giorno vede dalla finestra del suo studio, come dalla torre di una rocca che si apre sulla città di Sciacca e sul mare, e dalla quale lo sguardo dell’artista si allunga, registrando ogni movimento delle onde, ogni sfumatura di luce nei mattini limpidi o nelle notti stellate, nelle infinite gradazioni di rosso delle albe e dei tramonti.


Non ci sono presenze umane, se non nei ricordi, nelle impronte di attraversamenti, o nella palma solitaria svettante sui paesaggi marini o campestri, quasi un’alter ego dell’artista che come il “viandante sul mare di nebbia” di Gaspar David Friedrich, assiste allo spettacolo della natura, al sipario che si alza su un mare questa volta di luce, luce mediterranea.




L’unica vera sorgente dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un animo infallibilmente puro. Un’opera che non sia sgorgata da questa sorgente può essere soltanto artificio. Ogni autentica opera d’arte viene concepita in un’ora santa e partorita in un’ora felice, spesso senza che lo stesso artista ne sia consapevole, per l’impulso interiore del cuore “. (C. D. Friedrich).




BIOGRAFIA di Vincenzo Nucci

Vincenzo Nucci è nato a Sciacca (Ag) nel 1941 e qui ha sempre lavorato. Frequenta l’Istituto d’Arte di Palermo e l’Accademia di Belle Arti di Agrigento. Le sue prime personali, nel decennio fra il 1960 ed il 1970 in varie città italiane, lo vedono impegnato nei temi sociali e drammatici come la guerra del Vietnam e il terremoto del Belice. Dal 1980 Nucci dipingerà solo paesaggi, anzi il paesaggio Siciliano, la casa padronale, le mura di cinta dove si arrampicano rigogliose bouganville fiorite di lacche rosse, le antiche rovine di Selinunte e, infine, lei, la palma, protagonista e simbolo della fascinosa Sciacca araba che egli ama. Nel 1989 è invitato alla Biennale Nazionale Città di Milano, Palazzo della Permanente. Nel 1991 conosce Philippe Daverio che lo invita ad esporre alla rassegna d’arte “Anni Ottanta in Italia” all’Ex Convento di San Francesco di Sciacca e successivamente organizza una sua personale alla galleria Daverio a Milano. Nel 1992 conosce Marco Goldin che gli organizzerà nel 1994 una mostra antologica a Palazzo Sarcinelli di Conegliano con scritti in catalogo dello stesso Goldin, di Guido Giuffrè e di Marco Vallora. A Conegliano, Palazzo Sarcinelli esporrà ancora nella rassegna “Da Fattori a Burri, Roberto Tassi e i pittori”, nella mostra “Una donazione per un nuovo museo”, e ancora nel 1998 “Elogio del pastello, da Morlotti a Guccione”. Sempre su invito di Marco Goldin, nel 1999 terrà una mostra antologica del pastello “Opere 1981-1999″, a Treviso nella Casa dei Carraresi, con testi di Marco Goldin ed Enzo Siciliano. Nel 2003-2004 la Provincia Regionale di Palermo organizza una sua mostra antologica al Loggiato San Bartolomeo, “Opere 1981-2003″, con scritto in catalogo di Aldo Gerbino. Nel 2006 è invitato da Philippe Daverio alla LVII edizione del Premio Michetti di Francavilla al Mare. Nel 2007 è presente alla mostra “Arte Italiana 1968-2007. Pittura”, curata da Vittorio Sgarbi al Palazzo Reale di Milano. Del 2008 la mostra personale “Impressioni di luce” alla Galleria 61 di Palermo e l’antologica “Opere 1984 – 2008” presso l’ex Convento di San Francesco a Sciacca con testo in catalogo di Philippe Daverio. Del 2010 la personale “Gli uomini del paesaggio” alla Galleria Spazio Forni di Ragusa e la collettiva “Mare Nostrum” alla Galleria Forni di Bologna.
Nel 2011 viene invitato alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia. L’artista vive a Sciacca.


VISIT:   http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=69&pag=mostre.php

Sito Personale dell'artista: http://www.vincenzonucci.it/

Biografia dell'artista: http://www.vincenzonucci.it/bio.htm


Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di  Salerno.



VICENZA / ANNA BOSCHI ALLO STUDIO VALMORE


Valmore studio d’arte s.a.s.

Contrà Porta S. Croce, 14 - 36100 Vicenza

Anna Boschi

tra Visual Poetry e ricerca




"Oggi, con i “progetti in-consci” del 2013, il tempo sembra che voglia davvero dilatarsi a dismisura con la materia che si trasforma in lievi e soavi impasti e in delicate tonalità, con il conseguente affioramento di “sottili incanti” che contagiano compiutamente gran parte dello spazio pittorico. Un procedere decisamente assorto verso un altrove possibile; con le “Mappe Geography” il dilatarsi dello spazio e del tempo incorporano opportunamente tracce e frammenti di essenza in-conscia tra un divenire essenzialmente mobile, in un rapporto di pura e collaborativa integrazione. Un tempo era la grafia e l’apparizione, ora è il colore e lo spazio dilatato “noosferico” a interessare l’artista emiliana. Prima era il sudario e l’oscuro mistero, ora e la geografia degli spazi dilatati che diventano luoghi d’interesse e d’indagine conoscitiva. Nelle ultime opere, inoltre, si notano in prossimità delle periferie delle tavole, zone di collage tra immagine e parola concepiti come momenti provvisori di stasi prima di un nuovo e altro incedere dentro la superficie dell’opera. Tracce e grafie, quindi, definite come memorie di tempo evanescente, mappe geometriche e nel contempo geografiche che si dilatano a dismisura in delicate superfici di lilla brillanti e di grigi lucenti che sembrano distese infinite. Sottili ansie affiorano a tratti qua e là. L’opera, tra la ricerca di un ordine e il momentaneo disordine raccoglie i “frammenti in-consci del nostro precario esistere” e si fa luogo e campo di insolite apparizioni percettive alla ricerca di un nuovo valore e significato da assegnare al mistero delle cose".             Giovanni  Bonanno, luglio 2013





Nata a Bologna, Anna Boschi entra nel processo dell’arte verbo-visiva proprio quando, negli anni Sessanta, questo movimento prende avvio, quasi che il momento evolutivo del proprio pensiero artistico avesse trovato un ambito speculativo e fattuale particolarmente adatto e affine. Nell’interessante e fertile “pabulum” culturale della Poesia visiva infatti, Boschi attua e approfondisce, spaziando poi anche nelle diverse e numerose declinazioni che questa avanguardia artistica offre, il valore relazionale tra parola e pittura che diverrà la cifra riconoscibile e irrinunciabile del suo percorso artistico e della sua indagine intellettuale. Sull’inscindibilità del binomio parola-immagine nel proprio percorso, la stessa Anna Boschi afferma che “dopo un primo periodo di lavori che testimoniano il legame tra la mia ricerca e la contemporanea linea di sperimentazione condotta dalla Poesia visiva ho proseguito la mia esperienza in campo pittorico, ho sperimentato materia e materiali, pur restando sempre legata al rapporto tra pittura e letteratura, inserendo spesso nelle mie opere parole o frasi tratte da frammenti poetici o letterari. Nel corso della mia ricerca ho in seguito sempre più lasciato sedimentare la pittura, sostituendo al colore le immagini, alla forma il segno, alla materia brani di testi e parole, riappropriandomi così del linguaggio verbo-visuale”......

lunedì 3 febbraio 2014

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Top Blog - Arte - Febbraio 2014

giovedì 30 gennaio 2014

PERFORMANCE IN ASCENSORE





INVOLONTARIA PERFORMANCE PER ACHILLE CAVELLINI:
 UNA NOTTE IN ASCENSORE


 

Caro Maggi

una polmonite

in estate, antibiotici

mi hanno stroncato

ora l’avventura in

ascensore, così non

ci siamo incontrati.

Mi dispiace anche

per Bloch.

Informalo

cari saluti

Gac.

21 / 8 / ’86






(Si ringrazia l’Artista Ruggero Maggi che ha permesso la diffusione e la conoscenza di questa involontaria performance accaduta a Guglielmo Achille Cavellini nel 1986).

lunedì 27 gennaio 2014

A PROPOSITO DI GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI




“Ho avuto in questi giorni l’occasione di vedere opere di Cavellini che il museo di Santa Giulia espone insieme alla collezione Daimler, e ne sono rimasto colpito. Mi sono emozionato e ciò che più mi dispiace non è tanto il dovermi pentire, ma il fatto di non aver dedicato alle opere di Cavellini l’amore che meritavano; già al tempo in cui nacquero.” Emilio Isgrò



Sulla rivista Brescia Futuro di dicembre 2013, Giorgio Fogazzi collezionista e grande amico di GAC, ha pubblicato un articolo dal titolo “Cronaca di un evento” in cui racconta il suo incontro con Emilio Isgrò, importante artista contemporaneo, protagonista degli anni '60/'70) che in una lettera spiega il torto subito dall’artista bresciano Guglielmo Achille Cavellini da un sistema culturale italiano monolitico, impenetrabile e quindi di parte che imponeva le proprie scelte personali negando ovviamente le scelte culturali alternative non confacenti con ciò che si riteneva utile in quel tempo al mercato ufficiale dell’arte.

Tra le lettere che si sono scambiati, ne viene pubblicata una particolarmente significativa in cui Isgrò spiega il torto fatto all’ artista Guglielmo Achille Cavellini che aveva prontamente reagito all’inganno proponendo le mostre a domicilio e “l’autostoricizzazione” fissando una data ben precisa in vista del Centenario (1914 – 2014) con un evento finale da attuarsi a Venezia al Palazzo Ducale dal 7 settembre al 27 0ttobre 2014.

(Isgrò scrisse questa lettera dopo aver visitato la mostra Novecento mai visto al Museo Santa Giulia di Brescia, inaugurata nel marzo del 2013, in cui venne dedicata una importante sezione alle opere di GAC).





(Archivio Ophen Virtual Art di Salerno)

venerdì 24 gennaio 2014

Visual Poetry e Mail Art /VENEZIA - PALAZZO DELLE PRIGIONI


VISUAL POETRY L’AVANGUARDIA DELLE NEOAVANGUARDIE MEZZO SECOLO DI POESIA VISIVA, POESIA CONCRETA, SCRITTURA VISUALE.





Una straordinaria selezione di oltre 1000 opere eseguite da 150 artisti, italiani ed internazionali, di cui 100 aderenti ad un movimento fra i più originali della seconda metà del Novecento, la “Visual Poetry”. 


Una straordinaria selezione di oltre 1000 opere eseguite da 150 artisti, italiani ed internazionali, di cui 100 aderenti ad un movimento fra i più originali della seconda metà del Novecento, la “Visual Poetry”, grande fiume ove convergono Poesia Visiva, Poesia Concreta e Scrittura Visuale/Nuova Scrittura, e da ulteriori 50 artisti appartenenti a movimenti affini alla “Visual Poetry” stessa, quali Fluxus, Mail Art e Narrative Art; il tutto sconfinando in interlacciamenti verbovisivi con movimenti antesignani quali il Futurismo, il Dadaismo e il Lettrismo o coevi e successivi quali il Concettuale, l’Arte Povera, la Pop Art, il Nouveau Realisme e i Nuovi Media.

Una commistione di generi che sfocia poi anche nei Nuovi Media. Venezia offre così un’importante opportunità di approfondimento storico culturale di uno dei quattro movimenti artistici più rilevanti nati in Italia nel Novecento insieme a Futurismo, Arte Povera e Transavanguardia, certamente secondo al solo Futurismo per diffusione planetaria. Attraverso un’iniziativa dalla duplice valenza: approfondimento artistico-culturale e quella di concreta velleità solidale attraverso il sostegno ai più bisognosi, a testimonianza del fatto che la divulgazione dell’arte non soltanto alimenta la sete di conoscenza di tutti, e soprattutto delle giovani generazioni, ma consente altresì di innescare processi di positiva interazione sociale. Curata dallo storico e critico d’arte Giosuè Allegrini e organizzata dal Centro Giorgo La Pira Onlus e da La Bezuga, la vetrina espositiva veneziano-pavese intende rendere omaggio alla Visual Poetry in occasione del Cinquantennale fondativo del fiorentino “Gruppo ’70”, fra i primi e più efficaci promulgatori di questo genere d’arte. Nel 1963 nasce, infatti, a Firenze il gruppo di Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini che nel 1964 andrà a coniare, per la prima volta, il termine “Poesia Visiva” e che costituisce una delle principali estensioni della Visual Poetry stessa.

Molteplici anche le modalità espressive: dai collage alle installazioni verbo visive, dai Libri d’artista ai Libri oggetto ad una selezione di rare ceramiche di Poesia Visiva, di grafiche; strumenti atti a stimolare la comprensione dell’Arte Moderna e Contemporanea fornendo così, di riflesso, un contributo alla futura società della conoscenza attraverso un capitale storico, culturale e sociale condiviso da tutti, in quanto la cultura è patrimonio di tutti e da tutti deve essere amata e rispettata.

Mostra di VENEZIA. Sede: Palazzo delle Prigioni Inaugurazione: 25 gennaio 2014 ore 11.00Periodo: 25 gennaio-07 febbraio 2014Orari: 10-13 tutti i giorni15-18 tutti i giorni Sede: Museo Storico Navale della Marina Militare Periodo: 25 gennaio-07 febbraio 2014 Orari: 08.45-13.30 lun-ven 08.45-13.00 sab. Domenica chiuso.

mercoledì 22 gennaio 2014

RUGGERO MAGGI: A PROPOSITO DI DINOSAURI MAILARTISTICI




GUGLIELMO ACHILLE  CAVELLINI
1914 - 2014





Gac Flash Mob

(testo dichiarazione di Ruggero Maggi correlato con alcune foto di Guy Bleus sull'esperienza in Belgio del 1984 assieme all’amico comune Guglielmo Achille Cavellini).



GAC Belgio 1984





GAC acronimo per indicare il più grande e forse il più controverso artista nella storia dell'arte contemporanea italiana. Guglielmo Achille Cavellini si muoveva a suo agio tra l'autostoricizzazione che lui stesso aveva creato e quel non ben definibile percorso artistico ai ...confini della realtà (tanto per citare una ben nota serie tv che all'inizio degli anni '60 fece sognare tanti piccoli navigatori televisivi come me). Una realtà ai tempi considerata underground. Una fitta rete di contatti tra artisti e non solo - chiamata Arte Postale - che, a ben vedere può essere considerata l'antesignana di ciò che viene ormai chiamato network internazionale.

Torniamo a GAC con cui ho avuto il piacere di condividere per alcuni anni il mio percorso sia artistico che umano. Il momento forse più intenso di questa condivisione è stato senz'altro il viaggio in Belgio organizzato in suo onore nel 1984, in cui abbiamo vissuto a stretto contatto. Fausto Paci, altro grande e caro amico, insignito dallo stesso GAC della qualifica di ambasciatore cavelliniano ed alla cui missione si può dire abbia dedicato il resto della sua vita artistica, conoscendo i miei trascorsi di vecchio frequentatore della Mail Art e soprattutto la grande amicizia che mi legava a GAC, mi ha chiesto di scrivere qualcosa appunto per ricordare questa essenziale tappa del percorso cavelliniano. Non desidero redigere un noioso resoconto od un diario, quindi toccherò solo un paio di momenti salienti, che sono rimasti vividi nella mia memoria.

L'arrivo a Bruxelles di GAC con centinaia di maschere riproducenti il suo volto che l'osservavano alla sua uscita dall'aereo. Le maschere - che avevo realizzato con un semplice sacchetto del pane dopo un ...profetico sogno dove l'intera terra era abitata da esseri con il viso di GAC! - le avevo spedite a Guy Bleus, organizzatore dell'evento, chiedendogli di andare a ricevere il nostro amico con tanti GAC...clonati! Guy aderì al mio invito e GAC si trovò sotto la scaletta dell'aereo (incredibile come Guy ed i suoi amici fecero ad arrivare fin lì ...altri tempi!) tanti piccoli sè stesso che lo festeggiavano!

Un altro flash temporale mi fa rivivere l'atmosfera fumosa ed adrenalitica di una sorta di...fossa dei leoni. Mi sembra fosse proprio a Bruxelles o forse ad Anversa. Centinaia di ragazzi attendevano il grande GAC che sempre sorridente e disponibile (una profonda carica umana lo ha sempre contraddistinto) firmava imperterrito braccia, volti e in molti casi seni delle ragazze che, con assoluta nonchalance, alzavano le magliette per farsi lasciare un segno, una scritta dal Maestro italiano! Intanto all'esterno Metallic Avau lavorava con foga creativa ad un grande murale, mentre all'interno risuonava nel frastuono generale la contagiosa risata di Carlo Pittore, grande amante del nostro paese, chiamato anche, non a caso, Pittore Euforico. Altro stacco: un pomeriggio luminoso ma non troppo con centinaia di persone vestite con i loro costumi tradizionali che ci vengono incontro all'entrata di un delizioso paesino belga e sorridendo ci conducono in un grande spiazzo dove, su enormi tavoli, avevano formato la bandiera italiana con centinaia di bicchieri colmi di vino rosso e bianco (io mi soffermai maggiormente su questi due!) e con un non ben identificato liquore verde che preferii lasciare ad altri.

E ancora l'azione assolutamente improvvisata intorno all'Atomium di Bruxelles, in cui era ospitata una mostra di Mail Art dedicata a GAC. Credo si possa, in realtà, considerarla come antesignana del flash mob (con il termine flash mob – dall'inglese flash-breve esperienza e mob-moltitudine – si indica un gruppo di persone che si riunisce all'improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un'azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi). Di fronte al simbolo del tanto odiato atomo che in quell'epoca era portatore di nefasti messaggi di guerra mi venne istintivo sdraiarmi a terra in maniera provocatoria e Cavellini, con la sua sensibilità, capì al volo sdraiandosi immediatamente di fianco a me, seguito a ruota da tutti gli altri partecipanti al festival. Un'azione silenziosa che durò - tra lo stupore dei turisti che stavano visitando il monumento proprio in quel momento - sino all'arrivo della polizia, che ci fece alzare.

Infine l'ultima serata ad EEKLO presso il centro di sperimentazione artistica DE MEDIA che ben conoscevo avendovi già esposto in un paio di occasioni. Si parlava, si discuteva di Mail Art ancor prima dei famosi congressi decentralizzati che sarebbero stati ideati da H.R.Fricker e Gunther Ruch (che ricordo con molto affetto e che proprio quest'anno ci ha salutato per l'ultima volta tornando al...mittente, come direbbe Marcello Diotallevi). Uscii per fumarmi in pace una sigaretta quando, nascosta nell'ombra, vidi una figura umana acquattata a terra e con mia grande sorpresa, mista ad un sano...terrore (vorrei vedere voi!), con in mano una pistola! Col cuore che cominciò a dare segni evidenti di un incipiente attacco di tachicardia, chiesi al giovane sempre acquattato a terra, di spiegarmi il perché di tutto ciò e lui di rimando, con il tono più tranquillo possibile, mi disse che sarebbe voluto passare alla storia come colui che aveva ucciso il grande GAC!

Alla mia determinata (anche se interiormente il cuore danzava con ritmi a lui non consueti!) insistenza per saperne di più, il volto del giovane si distese in un largo sorriso lasciandomi subito intendere di avere di fronte un performer ...pazzo finché volete, ma comunque uno che …parlava la stessa lingua (quella artistica intendo) e non un mitomane alla ricerca del suo quarto d'ora di celebrità!

Avvertii comunque gli accompagnatori di GAC, non dimentichiamoci che nell'84 GAC aveva già settant'anni! L'inossidabile GAC naturalmente rubò la scena al giovane virgulto belga completando a suo modo la performance pregando il killer di dargli il tempo, prima di sparargli, di togliersi il suo celebre vestito bianco di Valentino per non sporcarlo di ...sangue!!! Dimenticavo di dirvi che la pistola era naturalmente a salve e che il gesto creativo non comportò nessun danno, salvo che il giovane performer, alzandosi di scatto da terra e dalla sua posizione fetale e probabilmente tradito dall'emozione di trovarsi finalmente di fronte al suo bersaglio, andò a sbattere con un ginocchio contro un albero o qualcosa di simile e fu lui l'unico a subire le conseguenze del suo gesto malsano. Sono però sicuro che considerò l'accaduto comunque come uno dei gesti “creativi” più interessanti della sua carriera... l'uomo che sparo' a Cavellini!

VIVA GAC ORA E SEMPRE!!!!! Ruggero Maggi
















(photo: thanks to Guy Bleus)
L'artista Ruggero  Maggi



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