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domenica 28 febbraio 2016

PAOLO SCIRPA / LA LUCE NEL POZZO


PAOLO SCIRPA 


Arena Studio d'Arte, Verona – fino alla seconda metà di febbraio 2016. 

La galleria veronese  ha presentato  una selezionata antologica in cui Paolo Scirpa propone la sua ossessiva ricerca di profondità fittizie, come modi di raggiungere una bellezza ideale e un senso di assoluto infinito. Dagli Anni Settanta a oggi.



La Mostra a Verona

Milano interno giorno.  L’atelier in cui ci accoglie Paolo Scirpa è straripante di oggetti, sculture, scatole, involucri, caos riorganizzato in modo responsabile come si addice ad un artista affascinante che ha attraversato gli ultimi 50 anni d’arte contemporanea con sculture assemblate con gli oggetti più disparati, spesso di recupero, insieme ai...




 




Opere di Paolo Scirpa



Paolo Scirpa – La luce nel pozzo
a cura di Marco Meneguzzo
ARENA STUDIO D’ARTE
Via Oberdan 11 Verona
342 7414481
arenastudiodarte@gmail.com
www.arenastudiodarte.it


Top Blogs - Arte - Settembre 2015

Teads - Top dei blog - Arte 

venerdì 30 gennaio 2015

MODERNA MAGNA GRAECIA / 9 Artisti siciliani a confronto




locandina definitiva

MODERNA MAGNA GRAECIA.
Artisti siciliani contemporanei
Dal 17 gennaio al 14 marzo 2015
La mostra che si è inaugurata il 17 gennaio alla galleria FerrarinArte di Legnago ha per protagonisti nove autori di riconosciuta importanza nella storia dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento e di oggi, accomunati dalle origini siciliane. Estranei però a qualsiasi posizione “regionalista” e indifferenti a prospettive rivolte a una dimensione specificamente locale, gli artisti di cui si presenterà l’opera, soprattutto con lavori di recente elaborazione, hanno operato e operano secondo i linguaggi di una contemporaneità di ampio respiro, formatasi nelle vicende dell’arte nazionale e internazionale del secondo Novecento, attraverso la pittura e mediante elaborazioni compiute con materiali e forme di ricerca di vario genere, fondate su spiccate posizioni individuali.
Artisti attivi a Roma, a Milano e negli altri centri dell’arte italiana, e operanti su diversi fronti, i nove autori inseriti nel progetto della mostra (Carla Accardi, Pietro Consagra, Emilio Isgrò, Elio Marchegiani, Ignazio Moncada, Pino Pinelli, Antonio Sanfilippo, Paolo Scirpa, Turi Simeti) sono tra i protagonisti di una storia originale, che, pur muovendosi all’interno di una apertura verso i linguaggi della contemporaneità, presenta singolari relazioni con la loro terra d’origine.
Nelle loro realizzazioni, che risentono delle ricerche in senso astratto che usano il segno come materiale espressivo, delle spinte oltre la dimensione del quadro e della pittura in senso spaziale e oggettuale, della sperimentazione su tecnologie innovative, della necessaria revisione del linguaggio plastico,  interpretando diversi volti della produzione artistica recente e impegnandosi a caratterizzare l’arte contemporanea nella sua qualità universale, ciascuno di essi porta con sé alcuni caratteri di quel “genius loci” che qualifica, con i luoghi, le persone che vi sono nate, vi hanno operato, hanno agito in relazione o in reazione ad essi.
La locuzione Moderna Magna Graecia intende portare l’accento sulla doppia direzione di uno sguardo immerso nella modernità e in confronto con il proprio tempo, che però denota e rilancia legami imprescindibili con una storia che si fonda su radici lontane e sempre vive.
Il profilo degli autori e delle opere che si presentano ha le sue origini nei linguaggi dell’arte del secondo dopoguerra e degli anni Sessanta-Settanta, nel crescere di diversi climi espressivi, dalle forme d’astrazione che si manifestano dentro e attorno al concetto e alla materialità del quadro, del colore, della superficie, alla riflessione teorica e pratica sul rapporto segno-significato, alla ricerca applicata a tecnologie avanzate, tendenze di cui sono stati validi e originali esponenti.
Ciò nonostante, alcuni caratteri originari possono essere riconosciuti nel loro fare artistico, anche solo per le ragioni storiche che hanno portato l’arte contemporanea a confrontarsi con alcuni aspetti delle radici culturali millenarie dell’isola collocata al centro del Mediterraneo, della sua atmosfera e del suo paesaggio.
Il progetto critico, concepito da Giorgio Bonomi e Francesco Tedeschi, su sollecitazione di Giorgio Ferrarin, intende riflettere sul doppio binario del processo “centrifugo” di una “diaspora” che porta gli artisti nati in una regione che si è trovata alla periferia degli sviluppi aggiornati dell’arte a uscire dalla propria terra, e di quello “centripeto”, che fa riemergere una nuova dimensione del “Genius Loci”, in cui si riflette la continuità del confronto con le matrici culturali originarie alla luce degli sviluppi che da esse conducono a una reale apertura al mondo.

E' di Paolo Scirpa il manifesto ufficiale degli spettacoli classici del 2015 a Siracusa




Scelti i tre traduttori. Il nuovo manifesto affidato al siracusano Paolo Scirpa.


Teatro Greco, Ciclo di Spettacoli Classici, scelti i tre traduttori.
Il nuovo manifesto affidato al siracusano Paolo Scirpa
SIRACUSA - Sono Guido Paduano  per “ Supplici” di Eschilo, Giulio Guidorizzi per “Ifigenia in Aulide” di Euripide e Giusto Picone per “Medea” di Seneca i traduttori scelti per il cinquantunesimo ciclo di spettacoli classici in programma al Teatro greco di Siracusa dal 15 maggio al 28 giugno.
La scelta è arrivata al termine del consiglio d’amministrazione della Fondazione Inda, presieduto da Giancarlo Garozzo, e costituito anche da Walter Pagliaro, Paolo Giansiracusa, Arnaldo Colasanti e Antonio Presti. Il consiglio ha poi deciso di affidare al siracusano Paolo Scirpa la realizzazione del nuovo manifesto degli spettacoli classici.
“Con la nuova stagione la Fondazione entra nel secondo secolo di vita – ha dichiarato Garozzo –. La macchina operativa dell’Istituto si è già messa in moto per coniugare ancora una volta la qualità degli spettacoli ai grandi numeri in termini di presenze. Abbiamo scelto tre tra i più illustri nomi nel mondo della filologia classica con l’obiettivo di offrire un momento unico al pubblico che deciderà di assistere al ciclo di spettacoli classici”.



Inoltre segnaliamo alla direzione del Teatro Greco di Siracusa  il "Progetto archetipo del Teatro greco di Siracusa con luci al neon, ideato tra 1988/2003,  Ø 10 m,  che l'artista siciliano aveva presentato nella Retrospettiva dal titolo  "L'Utopia Praticabile", tra il novembre del 2010 e gennaio del 2011  all'Ophen Virtual Art Gallery di Salerno, come progetto-evento   da realizzare all'interno della cavea del teatro siragusano. 

Una occasione ancora interessante  da attuare  per vedere  concretamente all'opera il grande artista cinetico siciliano ormai conosciuto a livello internazionale  per  la  personale visione  percettiva del suo lavoro.                     Sandro  Bongiani





giovedì 11 dicembre 2014

PAOLO SCIRPA


PAOLO   SCIRPA

La Porta Stretta, 1999 


 “La Porta stretta dell’esistenza che occorre varcare per ritrovarsi con gli altri”. Piero Coda, 2013


domenica 18 maggio 2014

PAOLO SCIRPA / GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

In occasione de “ La Notte dei Musei”
Di Sabato 17 maggio 2014,
 
GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Viale delle Belle Arti, 131 – Roma,   
ha presentato:
 
FOTOSINTESI. Un amore incondizionato
Percorso-Performance ispirato all’opera di Paolo Scirpa (Ludoscopio, 1974)



una produzione di Michele Mastroianni
in collaborazione con Ezio Bosso e Kanaka Project
con il patrocinio del CNR, Presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche

 
In occasione dell’apertura straordinaria della “Notte dei Musei”, sabato 17 maggio 2014 alle ore 22.00, la GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma  ha ospitato il Percorso-Performance FOTOSINTESI: un amore incondizionato, ideato dal coreografo e regista Michele Mastroianni, ispirato all’opera del Maestro Paolo Scirpa, Ludoscopio. Espansione-Pozzo, 1974, opera tridimensionale al neon nella collezione permanente della GNAM, metafora dell’infinito viaggio che compie l’atomo del carbonio nel processo della fotosintesi.
 
La performance è stata accompagnata dalla musica dal vivo per pianoforte del Maestro Ezio Bosso, che ha suonato live insieme a violino e violoncello con proiezioni mapping 3D del Kanaka Project.
L
a performance Fotosintesi ha inteso offrire al pubblico un’esperienza sensoriale fatta di luci, proiezioni, musica dal vivo e danza con l’obiettivo di ripercorrere il percorso simbolico dalla luce al buio e viceversa, il percorso della fotosintesi appunto.

 La luce del Ludoscopio di Paolo Scirpa, le proiezioni 3D del Kanaka Project, la coreografia interpretata dai ballerini-interpreti del Michele Mastroianni Dance Ensemble, la musica dal vivo per pianoforte del Maestro Ezio Bosso insieme al violino e violoncello di Giacomo Agazzini e Claudia Ravetto, sono gli elementi che hanno dato l’incipit all’atomo di Carbonio, attraverso la piccolissima porta di un vegetale, nelle relative fasi della fotosintesi, luminosa ed oscura, per il suo ingresso nella lunga catena della vita.

E’ un viaggio simbolico quello che Mastroianni ci propone di vivere all’interno della Galleria e, al tempo stesso, è un modo per fruire con diversa e maggiore consapevolezza opere e spazi del museo.

 
 

lunedì 26 novembre 2012

PAOLO SCIRPA, LA LUCE VERA E LO SPAZIO SIMULATO.


PAOLO SCIRPA
Luce vera - spazio simulato
a cura di Marco Meneguzzo


Inaugurazioni

Padova: venerdì 23 novembre 2012, ore 18
Maab Studio d’Arte, riv. San Benedetto 15


Milano: martedì 27 novembre 2012, ore 18
Galleria Allegra Ravizza, via Gorani 8


Fino al 18 gennaio 2013
Milano: da martedì a venerdì dalle 11.30 alle 19
Padova: da mercoledì a sabato dalle 16 alle 19.30


Una mostra in due sedi, Milano e Padova, a cura di Marco Meneguzzo, incentrata sull’attività storica di Paolo Scirpa.



Questo progetto, fortemente voluto dai due galleristi, non vuole essere unicamente un osservatorio privilegiato sul lavoro dell’artista, ma anche uno spunto di riflessione storica sulla presenza, nella storia dell’arte contemporanea italiana, di personalità singole di forte spessore espressivo e inventivo, che vanno riscoperte alla luce di un rinnovato interesse per gli anni Settanta e per l’attenzione che oggi, anche in campo internazionale, si pone verso ogni esperienza ottico-percettiva.

 

Ludoscopio. Espansione, 1977
“l’infinito nello spazio simulato è un’idea che ha nutrito a lungo i miei pensieri e la mia dimensione interiore” P.S.




Viene presentata in mostra una selezione di Ludoscopi, opere luminose realizzate a partire dagli inizi degli anni ’70 che, grazie a un inganno ottico, si protraggono all’infinito. In esse la luce, emanata da tubi al neon piegati secondo le forme geometriche “platoniche” e riflessa da pareti specchianti, si moltiplica in una serie di traslazioni e di incroci che superano lo spazio fisico dell’opera, simulando uno spazio concettualmente infinito.

L’interesse per la luce da parte di Scirpa, nasce dalla tensione spirituale, dalla ricerca dell’infinito nella sfera più profonda della condizione umana, nonostante l’utilizzo di materiali di consumo o elettrici, come in questo caso, venga talvolta interpretato con l’assenza di significato come ad esempio nella ricerca minimalista o nell’arte cinetica: l’artista tratta infatti la luce ideale come fu concepita e studiata dalla filosofia medievale e dall’ottica protoumanistica, ancora permeata di trascendenza religiosa e persino mistica.

Così, la ricerca di Scirpa - nonostante oggi venga riproposta in maniera formalmente identica da altri artisti come cosa nuovissima e originale - se ne distacca per questa attenzione al lato spirituale e al significato contemplativo che la luce, intesa come metafora dell’essere “illuminati”, ha sempre portato con sé in tutte le esperienze di riflessione e di indagine interiore: “…auspico - ha scritto l’artista - che i fenomeni straordinari del nostro tempo, pronti a mettere in crisi i valori dello spirito, possano invece rivelarci la ricchezza della fantasia e la volontà di indagare nel buio”.


Paolo Scirpa

Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) vive a Milano. Il suo lavoro è sempre stato proteso ad una ricerca interiore fuori da ogni legame di appartenenza.

Dagli anni '70 passa da una iconografia bidimensionale alla modularità di uno spazio oggettuale che la luce e gli specchi trasformano in polioggettuale. La sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti immateriali e spettacolari. L’artista è interessato a rappresentare non tanto la luce reale quanto la luce “ideale” cioè l’idea dell’infinito e per questo si serve dei mezzi a sua disposizione, tubi luminosi e specchi. Realizza i Ludoscopi, opere tridimensionali che propongono la percezione di profondità fittizie, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e l’illusorio. Bruno Munari ne evidenzia anche l’aspetto ludico. I suoi spazi virtuali sollecitano l’attenzione di studiosi di arte e scienza. Nel corso degli anni realizza anche grandi opere di denuncia consumistica - tra le quali Megalopoli consumistica del '72 - delle installazioni e delle pitture che sono quasi una rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi.

Negli anni ‘80 sviluppa i primi interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture varie e ambienti di grande prestigio.

Per anni è presente al Salon Grands et Jeunes d’aujourd’hui di Parigi; alla IX e alla XIII Quadriennale di Roma, al Palazzo dei Diamanti (Ferrara) e di recente allo ZKM (Karlsruhe), alla Neue Galerie (Graz), al MART (Rovereto), alla GNAM e al MACRO (Roma), al Museum Ritter (Waldenbuch).

Inoltre sue opere sono in collezioni e musei tra i quali il Museo del Novecento (Milano), le Civiche Raccolte delle Stampe Achille Bertarelli (Castello Sforzesco, Milano), il MAPP (Milano), il MAGA (Gallarate), il Centro Attività Visive del Palazzo dei Diamanti (Ferrara), la VAF-Stiftung del MART (Trento/Rovereto), la GNAM (Roma), il Museum Ritter (Waldenbuch), il Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina), il Museum (Bagheria), le Fabbriche Chiaramontane (Agrigento).  É stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.




                                                                                                                                            Inserito da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno