MODERNA MAGNA GRAECIA.
Artisti siciliani contemporanei
Dal 17 gennaio al 14 marzo 2015
La
mostra che si è inaugurata il 17 gennaio alla galleria FerrarinArte di Legnago ha per protagonisti nove autori di
riconosciuta importanza nella storia dell’arte italiana e internazionale
del secondo Novecento e di oggi, accomunati dalle origini siciliane.
Estranei però a qualsiasi posizione “regionalista” e indifferenti a
prospettive rivolte a una dimensione specificamente locale, gli artisti
di cui si presenterà l’opera, soprattutto con lavori di recente
elaborazione, hanno operato e operano secondo i linguaggi di una
contemporaneità di ampio respiro, formatasi nelle vicende dell’arte
nazionale e internazionale del secondo Novecento, attraverso la pittura e
mediante elaborazioni compiute con materiali e forme di ricerca di
vario genere, fondate su spiccate posizioni individuali.
Artisti
attivi a Roma, a Milano e negli altri centri dell’arte italiana, e
operanti su diversi fronti, i nove autori inseriti nel progetto della
mostra (Carla Accardi, Pietro Consagra, Emilio Isgrò, Elio
Marchegiani, Ignazio Moncada, Pino Pinelli, Antonio Sanfilippo, Paolo
Scirpa, Turi Simeti) sono tra i protagonisti di una storia
originale, che, pur muovendosi all’interno di una apertura verso i
linguaggi della contemporaneità, presenta singolari relazioni con la
loro terra d’origine.
Nelle
loro realizzazioni, che risentono delle ricerche in senso astratto che
usano il segno come materiale espressivo, delle spinte oltre la
dimensione del quadro e della pittura in senso spaziale e oggettuale,
della sperimentazione su tecnologie innovative, della necessaria
revisione del linguaggio plastico, interpretando diversi volti della
produzione artistica recente e impegnandosi a caratterizzare l’arte
contemporanea nella sua qualità universale, ciascuno di essi porta con
sé alcuni caratteri di quel “genius loci” che qualifica, con i luoghi,
le persone che vi sono nate, vi hanno operato, hanno agito in relazione o
in reazione ad essi.
La locuzione Moderna Magna Graecia intende
portare l’accento sulla doppia direzione di uno sguardo immerso nella
modernità e in confronto con il proprio tempo, che però denota e
rilancia legami imprescindibili con una storia che si fonda su radici
lontane e sempre vive.
Il
profilo degli autori e delle opere che si presentano ha le sue origini
nei linguaggi dell’arte del secondo dopoguerra e degli anni
Sessanta-Settanta, nel crescere di diversi climi espressivi, dalle forme
d’astrazione che si manifestano dentro e attorno al concetto e alla
materialità del quadro, del colore, della superficie, alla riflessione
teorica e pratica sul rapporto segno-significato, alla ricerca applicata
a tecnologie avanzate, tendenze di cui sono stati validi e originali
esponenti.
Ciò
nonostante, alcuni caratteri originari possono essere riconosciuti nel
loro fare artistico, anche solo per le ragioni storiche che hanno
portato l’arte contemporanea a confrontarsi con alcuni aspetti delle
radici culturali millenarie dell’isola collocata al centro del
Mediterraneo, della sua atmosfera e del suo paesaggio.
Il
progetto critico, concepito da Giorgio Bonomi e Francesco Tedeschi, su
sollecitazione di Giorgio Ferrarin, intende riflettere sul doppio
binario del processo “centrifugo” di una “diaspora” che porta gli
artisti nati in una regione che si è trovata alla periferia degli
sviluppi aggiornati dell’arte a uscire dalla propria terra, e di quello
“centripeto”, che fa riemergere una nuova dimensione del “Genius Loci”,
in cui si riflette la continuità del confronto con le matrici culturali
originarie alla luce degli sviluppi che da esse conducono a una reale
apertura al mondo.