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domenica 11 luglio 2021

AGLI UFFIZI GLI ALBERI IN VERSI DI GIUSEPPE PENONE MENTRE AL LOUVRE SALE LA FEBBRE DA NFT

 

 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI




Pagina del 11 luglio  2021 


Su Domani  L'angelo di Berlinde De Bruyekere, Giuseppe Penone agli Uffizi,  Giacon e la febbre da NFT, inoltre, alcuni articoli di Demetrio Paparoni.



L’angelo di Berlinde De Bruyckere 
raccontato dalla stessa artista.


Questa domenica lo spazio dell’arte di Domani è dedicato a Berlinde De Bruyckere. Dell’artista belga era prevista quest’anno a Firenze una mostra organizzata dalla galleria degli Uffizi a Palazzo Pitti, ma a causa della pandemia la mostra è stata rimandata al 2022. L’appuntamento resta quindi nei programmi degli Uffizi e ci offrirà l’occasione di vedere in Italia una mostra museale con opere espressamente realizzate da una delle artiste drammatiche più interessanti sulla scena internazionale. A scrivere del lavoro di De Bruyckere e a intervistare l’artista è Luca Fiore, che nelle due pagine a lei dedicate delinea un ritratto reso particolarmente prezioso dal fatto che l’artista difficilmente concede interviste. Nel dialogo emerge il profondo e complesso radicamento nell’arte e nel pensiero del cattolicesimo, che ha alimentato il desiderio di De Bruyckere di offrire opere che possano dare speranza mostrando qualcosa di bello e, allo stesso tempo, complesso. Il tema della carne, della sua sofferenza e della sua redenzione, al centro della poetica dell’artista belga, è infatti tipico della sensibilità e dell’arte cattolica. Se c’è una salvezza, ci dice De Bruyckere con la sua arte, questa deve coinvolgere non solo lo spirito, ma anche il corpo dell’uomo. Interessante inoltre la posizione dell’artista nei confronti dell’opera di Francis Bacon, a cui è stata spesso accostata – non correttamente dal suo punto di vista – e di quella di Burri, che dichiara di apprezzare. De Bruyckere racconta inoltre la genesi delle sue ultime opere esposte alla mostra al Museo Bonnefanten di Maastricht, intitolata Engelenkeel, concepite durante il periodo della pandemia e dedicate al tema dell’angelo. Insomma, da leggere!

 

Giuseppe Penone agli Uffizi
 

 
Si intitola Alberi in versi, la mostra dell’artista torinese appena inauguratasi a Firenze alla Galleria degli Uffizi. Trovi notizie sulla mostra  qui.
Questa foto mostra l’installazione di Giuseppe Penone nella stanza dell’Ermafrodito, copia romana del primo secolo avanti Cristo di una scultura ellenistica che raffigura un giovinetto sdraiato su una pelle di leone stesa su una roccia. Penone ha rivestito le pareti della sala con Respirare l’ombra, un lavoro ideato nel 2000 costituito da foglie di té trattenute da una griglia metallica sulla quale sono agganciati rami con foglie di bronzo. Sempre nella stessa sala, per terra, Penone ha disposto l’installazione del 1979 Soffio di foglie, un cumulo di foglie su cui l’artista ha lasciato l’impronta del proprio corpo sdraiandovisi sopra.
 

Giacon e la febbre da NFT
 
In questa tavola autoconclusiva  Massimo Giacon ci racconta di due tipi, tal Demetrio e tal Stefano, che tentano un colpaccio al Louvre: ottenere un NFT della Gioconda fotografandola di nascosto di notte. Stavolta l’autore si è autoritratto mentre si gusta l’epilogo della storia leggendolo su Domani.



Didascalie delle foto
- Cover: Berlinde De Bruyckere, veduta della mostra alla Galleria Continua, Les Moulins, 2019. Courtesy dell’artista e della galleria Continua. Foto Oak Taylor-Smith
-Berlinde De Bruyckere, veduta parziale della mostra Engelenkeel al Bonnefanten di Maastricht, 2021. Courtesy dell’artista e della Galleria Continua. Foto Mirjam Devriend.
- Giuseppe Penone, installazione alla Galleria degli Uffizi, Firenze 2021
- Quarta di copertina: Berlinde De Bruyckere, Lichaam (Corps), 2002-2006, epossidico, ferro, pelle di cavallo, 153,5 x 102 x 288,5 cm. Courtesy Galleria Continua. Foto Ela Bialkowska
 




Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 4 luglio 2021

SU DOMANI / LA BIENNALE ARCHITETTURA DI VENEZIA 2021 E LA BIENNALE CINESE DI CHENGDU CON GLI ARTISTI PRESENTI

 

 

Ritratto di Demetrio Paparoni    

Courtesy Archivio Tano Corallo





DOMANI

Pagina del 4 luglio  2021 



Su Domani  Ancora la Biennale Architettura di Venezia 2021, La Biennale di Chengdu e gli artisti in mostra, Frida Kalho Mon  amour, alcuni articoli di Demetrio Paparoni.




Ancora sulla Biennale Architettura



Sulla pagina domenicale di Domani questa settimana Elio Cappuccio riprende un tema che abbiamo già ampiamente trattato ma che, vista la sua portata, richiede ulteriori considerazioni. Affrontando la “sfida” lanciata dal curatore della Biennale Architettura in corso, Hashim Sarkis, Cappuccio volge lo sguardo indietro nel tempo e, nel ricordare la mostra del 2004 Arti e architettura 1900-2000, tenutasi a Genova a cura di Germano Celant, cita alcuni passaggi di un’intervista allo stesso Celant pubblicata su l’Unità del 6 ottobre 2004. Il critico genovese, ci ricorda Cappuccio, definì l’architetto “un buon cinico” fortemente condizionato dalla committenza, ma spiegò anche che l’architetto “immagina ormai la società non tanto attraverso la funzione, quanto per l’impatto visivo e simbolico”, dal momento che “l’edificio si è trasformato in emblema”. Ad accomunare chi fa arte sempre secondo Celant è il concetto di design, che ingloba, “arte e body building, make-up e fotografia, cinema e musica, architettura e moda da cui si scatena la spettacolarizzazione delle arti, in cui tutto si fa feticcio, compresa l’architettura”. Sembra uno scherzo vero? Invece queste sono proprio le parole di Celant. Quanto basta per comprendere il grido di protesta di Hashim Sarkis nei confronti del pensiero alla base di certa architettura.

Non voglio anticipare molto dell’articolo che, se non avete l’edizione cartacea del quotidiano, potete leggere qui. Da parte mia voglio qui ricordare cosa dichiarò Renzo Piano nel 2011 (frase già riportata nella mia recensione della Biennale. Chi non l’avesse letta può farlo cliccando  qui): “L’archistarismo distoglie dalla concentrazione creativa, ti proietta diabolicamente, gentilmente e quotidianamente solo sul riconoscimento pubblico. Confonde il pubblico con il popolo, fa diventare chi progetta maestro di parole, a volte di menzogne”. Bella sintesi! Il perno della questione è capire quale sia l’alternativa, nella speranza che la cura non sia peggiore del male.
 

Biennale di Chengdu. Gli artisti in mostra



Siamo in grado di dare in anteprima la lista (non definitiva) degli artisti che parteciperanno alla Biennale di Chengdu, la più importante in Cina, quest’anno curata da Fan Di’an.
La manifestazione si terrà dal 28 settembre al 28 febbraio al Chengdu Museum of Contemporary Art e alla Tianfu Gallery. Come potete notare per il momento non è stato invitato un solo italiano, bruttissimo segno. La lista non è comunque definitiva, altri nomi si aggiungeranno.
Artisti stranieri: Anish Kapoor, Daniel Buren, Tony Cragg, Leandro Erlich, Carsten Höller, Meleko Mokgosi, Do Ho Suh, Shigeru Moroizumi, Kader Attia,  Yoan Capote, Carlos Garaicoa, Aires Mateus; Michael Frei, Jon Koko, Malmö, Liam Young , Marc Lee, Tamás Waliczky, Rafael Lozano-Hemmer, Peter Weibel, Ulf Langheinrich, Mika Rottenberg, Ed Atkins, Agnes Meyer-Brandis, Jim Campbell, Julius von Bismarck, Agnès Hegedüs, Virgil Abloh, Alex Da Corte, Helen Marten, Katharina Grosse, Daniel Arsham, KAWS, David Flores, Teppei Kaneuji, Takashi Murakami, Bearbrick, Per Kristian Nygård, Takashi Kuribayashi, Caio Reisewitz, Monira Al Qadiri, Céleste Boursier-Mougenot, Amy Shelton, Scherer, Robert Zhao Renhui, Nnenna Okore, El Anatsui, Elias Sime, AMKK, Gilberto Esparza, Teresita Fández, Chusak Srikwan, Anselm Reyle. Architetti:  Japanese Urban Renewal Cases, Shibuya Fukuras, Shibuya, Japan MVRDV, Pezo von Ellrichshausen, Architectual Practice, Supermafia, Zandile Tshabalala, Coralie Vogelaar, Ian Cheng; Artisti Cinesi: Xu Longsen, Fu Zhongwang, Tang Jie, Tan Xun, Zhang Haichao, Wang Yuyang, Li Qiang, Wu Jian’an, Zeng Fanzhi, Xue Baoxia, Zhang Dali, Zhang Lujiang,
Zhang Xiaogang, He Duoling, Zhou Chunya, Li Fan, Meng Luding, He Gong, Demos Chiang Fan Bo, Zhang Xiaotao, Yang Qian, Yi Chengtao, Zhou Zishu, Tan Ping, Liu Gang, The Park City in Ming Dynasty Hui School Prints, Zhupei; Designer: "Small is Beautiful" 30-50 pieces of Chinese and foreign architectural works People's Architecture Office, FANGmedia, Horizontal Design, MAD Architects; Artisti cinesi: Xu Bing, Su Xinping, OPEN Architecture Chen Wenji & He Xiaodong Lu Fei & Lei Jianhao, Li Chengyu Chen Baoyang Lin Xin, Qiu Siyao, Ye Nan, Fei Jun, Cao Fei Zhang Ding Xu Zhen, Lu Yang, Tian Xiaolei Liu Di Chen Fenwan Xander Zhou Zou You Chen Fei, Li Yang, He Xiangyu, Wu Zheren, Ma Qiusha, Yang Zhenzhong, Lu Pingyuan, Liu Zhizhi, Gong Yi, Gao Yang, Shi Ziyuan, Liu Jiayu, Tong Wenmin, Sun Yue, Yin Kanbao,Ren Zhitian, Waterfront Living Luxelakes Eco-Art Museum, Li Jinghu, Yang Xin, Liu Mingxin, Shi Zhiying, Liu Bolin, Child of the Sun, Yuyuan Honey Bee Population Conservation Program, Ma Hongjin, Iris Long, Qiu Zhijie, Zhang Tianyi Yu Tianyi Luo Min, Qi Lan, Ren Rong, Meng Boshen, Song Hongquan, Lin Yan, Xiao Yao China Zhubian Wang Yunpeng, Bai Ming, Song Xin, Xiao Yu, Shi Jinsong, Cao Hui, Wu Junyong, Li Hongbo, Jiang Ji'an, Liu Jianhua, Blackbow, Wang Lei, Liang Shaoji, Zhu Lekeng, Chen Yufan & Chen Yujun Wu Changjiang, Han Shuli, Jing Ting Yao, Zang Yuejun, Yuan Wu, Bama Tashi, Yu Xiaodong, Ma Lin, Tian Liming, Liu Shanying, Wang Bing, Zhang Huan, Dezhen & Tsering Langjie Pemba, Li Xinxin, Yang Yueluan. International Institutions: UK: Royal College of Art, Ju Tian, Goldsmiths, University of London, Hannah Marshall Laura Yuile, Ian Gouldstone, University of the Arts London, Billy Bagilhole, Royal Academy of Arts, Liam Walker. Japan: Nishimura Yusuke, Hotaro Koyama, Tama Art University, Hayato Ishii; Russia: Ilya Repin St. Petersburg Academy of Arts, Besikov Vladimir Simonovich Vasily Fedotov, Pichakhchy Sergei, Yuri Valerievich Kaluta; France: Ecole nationale supérieure des Beaux-Arts, Alexis Chrun Marie Glaize Yue Yuan.
 

Frida Kalho mon amour



E riecco, sempre con il benestare del mensile Linus, che ci ha permesso di riproporla, la seconda tavola autoconclusiva di Massimo Giacon su Frida Khalo. Anche qui, come nella precedente, abbiamo Diego Rivera special guest. Come scritto la settimana scorsa questa storia fa parte di una serie di fumetti che Giacon dedica ogni mese a un personaggio famoso dell’arte, del cinema, della musica, della cultura in generale, trattato come se fosse un personaggio dei Peanuts di Charles Shulz.  
 

Didascalie delle foto
Copertina: Rafael Megall, The Artist and his Mother , 2017-2012, installazione nell’ambito della mostra  КОМНАТА ЗАГАДОК (La stanza degli enigmi) al MMoMA, Mosca. Courtesy dell’artista e del MMoMA, Mosca. 
Azra Aksamija, Al Azraq Refugee Camp, Jordan. 2016–2019,  tessuti prodotti nel rispetto dei diritti umani,  vestiti scartati, maglia camouflage con effetto militare e una tettoia per auto modificata, 590 × 286 × 470 cm. Biennale Architettura, Arsenale, Venezia. Foto Demetrio Paparoni
Da sinistra: Maurizio Rigillo, Anish Kapoor, Daniel Buren, Lorenzo Fiaschi in occasione della mostra “Daniel Buren, Anish Kapoor: A quattro mani” presso Galleria Continua, San Gimignano 2018. Anish Kapoor e Daniel Buren parteciperanno alla Biennale di Chengdu. Ph.OKNO studi



Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 27 giugno 2021

L'ARTE TRA LE EPIFANIE DI GOTTFRIED HELNWEIN E LA SCOMPARSA DEL GRANDE ARTURO SCHWARZ

  

Ritratto di Demetrio Paparoni    
Courtesy Archivio Tano Corallo


DOMANI



Pagina del 27 giugno  2021 




LE  EPIFANIE DI  GOTTFRIED  HELNWEIN


Questa settimana sulla pagina domenicale di Domani dedicata all’arte, Giuseppe Frangi scrive di Gottfried Helnwein. Conosciuto dal grande pubblico anche per le sue scenografie e per le collaborazioni con musicisti come Scorpions, Marilyn Manson, Rammstein – per i quali ha realizzato iconiche copertine di album – Helnwein propone immagini di grande durezza e crudeltà che, seppure legate a scenari del XX secolo e contemporanei, spesso richiamano soggetti della tradizione figurativa cristiana. Frangi ne scrive traendo spunto della mostra dell’artista che si inaugurerà il 2 luglio nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, in Piazza San Marco. Secondo Frangi, violentando l'iconografia sacra, Helnwein le restituisce forza rispetto al nostro presente. 
In Helnwein ricorre il senso della Rivelazione, particolarmente evidente nei dipinti del ciclo delle Epifanie, opere nelle quali l’artista dà immagine a manifestazioni di una realtà soprannaturale o divina che inaspettatamente si palesa. Nel 2013, commentando la mostra di Helnwein all’Albertina Museum   di Vienna il direttore Klaus Albrecht Schröder ha dichiarato: “Non è una coincidenza che, di tutte le grandi mostre che abbiamo esposto all’Albertina, da Gerhard Richter a Georg Baselitz, questa di Gottfried Helnwein sia quella che fino a ora ha commosso di più le persone, persino inducendo qualcuno alle lacrime”.
 


Arturo Schwarz, un gigante del Novecento


Martedì sera, in una delle mie frequenti chiacchierate con  Mario Diacono mi aveva chiesto notizie di Arturo Schwarz. Ricorreva nelle nostre conversazioni la sua domanda “Arturo come sta”? La presenza di Arturo nella mente sua e mia, e nella mente di tanti che appartengono alla sconfinata famiglia dell’arte, è stata talmente incisiva da illuderci che non ci avrebbe mai lasciati. Invece è successo. Mercoledì nel tardo pomeriggio ho appreso la notizia della morte di Arturo da Linda, sua moglie. Nonostante Domani fosse in chiusura lo abbiamo ricordato il giorno dopo con un mio articolo scritto in fretta con un nodo alla gola, che puoi leggere qui.  

Ieri invece, sempre in omaggio a Schwarz, abbiamo pubblicato un’intera pagina appositamente disegnata da Mimmo Paladino con le testimonianze dello stesso Paladino, di Mario Diacono (da Boston), di Peter Halley (da New York), di  Wang Guangyi (da Pechino).

La storia di Schwarz, saggista, critico d’arte, gallerista, editore, libraio, bibliofilo, poeta, studioso di alchimia e antropologia, anarchico, troskista, surrealista, scopritore di talenti, amico di personaggi come Breton, Duchamp o Man Ray è nota a chiunque si interessi di arte. Ho avuto la fortuna di diventare suo amico nel 1980 e di aver speso molto tempo con lui. Voglio ricordarlo con due fotografie. La prima è uno scatto del 1964 che lo mostra nella sua casa di Milano intento a giocare a scacchi con Marcel Duchamp, la seconda lo vede a Pechino nel 2012 nello studio di Wang Guangyi, durante un viaggio che abbiamo fatto insieme. La scacchiera che si vede nella fotografia con l’artista cinese è la stessa che appare in quella del 1964 con Duchamp. Nel divertirci a ricostruire la scena dello scatto in bianco e nero, mi fu assegnata la postazione che nella fotografia originale era di Vera, la prima moglie di Arturo. Arturo aveva il dono di riuscire a instaurare subito un rapporto con gli artisti e chiunque lo abbia incontrato ne è sempre rimasto affascinato
 


La Frida Kalho di Massimo Giacon


Ecco, con il benestare del mensile Linus che ci ha permesso di riproporla, una nuova storia autoconclusiva di Massimo Giacon.  Be’, nuova non proprio, ma recente sì, visto che è stata pubblicata su Linus esattamente un anno fa, nel giugno del 2020. Dedicata a Frida Kalho, e con Diego Rivera special guest, questa storia fa parte di una serie di fumetti che Giacon dedica ogni mese a un personaggio famoso dell’arte, del cinema, della musica, della cultura in generale, trattato come se fosse un personaggio dei Peanuts di Charles Schulz. 
 

Didascalie delle foto
Copertina: Peter Halley, veduta parziale della mostra Blocks inauguratasi il 17 giugno a da The Ranch, a Montauk, New York. Courtesy foto dell’artista.
Gottfried Helnwein, Epiphany (Adoration of the Magi), 1996, olio e acrilico su tela, 210 x 333 cm. Courtesy foto dell’artista e della Geuer & Geuer Art, Dusseldorf © Gottfried Helnwein
In alto: Arturo Schwarz gioca a scacchi con Marcel Duchamp nel 1964 nella sua casa di Milano; in basso: Arturo Schwarz gioca a scacchi con Wang Guangyi nel 2012 nello studio dell’artista, a Pechino.
 
 
 


Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte



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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 20 giugno 2021

Su DOMANI, le proteste contro il MoMA di New York

 

 

Ritratto di Demetrio Paparoni    

Courtesy Archivio Tano Corallo





DOMANI


Pagina del 20 giugno  2021 



Su Domani  Le proteste al MoMA di New York di David Carrier, Jean Fremon lo scrittore gallerista,   a Napoli, Palazzo Zevallos Stiglia è di scena l'arte di Los Angeles a cura di Luca Beatrice, in fuga dal Post-HUMAN in una tavola inedita di Massimo Giacon.


La guerra al MoMA di NY



Questa settimana sulla pagina domenicale di Domani dedicata all’arte, David Carrier scrive sulle proteste contro il MoMA di New York iniziate ad aprile e promosse dal gruppo IIAAF (International Imagination of Anti-National Anti-Imperialist Feelings). A questo si riferiscono le foto qui pubblicate, scattate dallo scrittore  Hakim Bishara per  Hyperallergic(Thanks Hakim!)


Come spiega Carrier, l’IIAAF è una coalizione di recente formazione che comprende collettivi di artisti, attivisti ed ex dipendenti del museo. Dichiarano di rifiutare l’elitarismo, la gerarchia, la disuguaglianza e il razzismo del MoMA, ma non ne hanno bloccato l’attività. Una protesta anomala perché non si tratta di rivendicazioni di lavoratori che chiedono più diritti per loro stessi, ma anche di dipendenti del museo che chiedono un cambiamento di rotta nella politica espositiva e gestionale, costo del biglietto d’ingresso compreso. Clicca qui per saperne di più.

 


Jean Frémon, lo scrittore gallerista




Nella stessa pagina Sabina Spada traccia un ritratto di Jean Frémon, noto gallerista che ha fondato la Galerie Lelong nel 1981 insieme a Daniel Lelong e Jacques Dupin. Amico di grandi artisti (David Hockney, Francis Bacon, Antoni Tàpies, Louise Bourgeois, Jannis Kounellis, Robert Ryman, Sean Scully, Jaume Plensa) Frémon è anche autore di diversi libri. Nell’intervista si sofferma anche sugli iPad drawing di Hockney che saranno esposti il prossimo ottobre a Parigi all'Orangerie. Anche in questo caso, se non hai ancora comprato il quotidiano in edicola, clicca qui.

 


Los Angeles (State of Mind) a Napoli 


 


A Napoli, alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stiglia dal 28 maggio al 26 settembre è di scena l'arte di Los Angeles. Curata da Luca Beatrice, la mostra comprende opere di Sam Francis, Ed Ruscha, John Baldessari, Paul McCarthy, Raymond Pettibon, Ed Kienholz, Lynda Benglis, Manuel Ocampo, Jeffrey Vallance, Jim Isermann, Eric White, Doug Aitken, Rita McBride, Ingrid Calame, Umar Rashid, Henry Taylor, Gary Hill, Glen Rubsamen, Rita McBride, Allan McCollum, James Brown, Catherine Opie, Lari Pittman, Eric Wesley, Piero Golia.

 


In fuga dal post-human  


Riecco Massimo Giacon con una tavola inedita realizzata per Cyborg, rivista dei primi anni novanta, che pubblicava fumetti di fantascienza cyberpunk. Il tema è quello del post-human, in voga in quegli anni. Anche in questo caso l’ironia è rivolta principalmente alla figura di Orlan. 


 

Didascalie delle foto:

Copertina: Tony Oursler, $5, 2001, monitor, panel, video

72-3/4 x 31 x 4 inches. Courtesy the Artist and Metro Pictures, New York.

Le proteste del IIAAF al MoMA di New York. Foto Hakim Bishara (Hyperallergic)

Jean Frémon e David Hockney, Honfleur, Normandia, 2018. Foto Françoise Frémon

Doug Aitken, Rising Sun, 2002, stampa cromogenica su plexiglass, 122 x 154 cm.







Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte



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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno