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domenica 11 luglio 2021

AGLI UFFIZI GLI ALBERI IN VERSI DI GIUSEPPE PENONE MENTRE AL LOUVRE SALE LA FEBBRE DA NFT

 

 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI




Pagina del 11 luglio  2021 


Su Domani  L'angelo di Berlinde De Bruyekere, Giuseppe Penone agli Uffizi,  Giacon e la febbre da NFT, inoltre, alcuni articoli di Demetrio Paparoni.



L’angelo di Berlinde De Bruyckere 
raccontato dalla stessa artista.


Questa domenica lo spazio dell’arte di Domani è dedicato a Berlinde De Bruyckere. Dell’artista belga era prevista quest’anno a Firenze una mostra organizzata dalla galleria degli Uffizi a Palazzo Pitti, ma a causa della pandemia la mostra è stata rimandata al 2022. L’appuntamento resta quindi nei programmi degli Uffizi e ci offrirà l’occasione di vedere in Italia una mostra museale con opere espressamente realizzate da una delle artiste drammatiche più interessanti sulla scena internazionale. A scrivere del lavoro di De Bruyckere e a intervistare l’artista è Luca Fiore, che nelle due pagine a lei dedicate delinea un ritratto reso particolarmente prezioso dal fatto che l’artista difficilmente concede interviste. Nel dialogo emerge il profondo e complesso radicamento nell’arte e nel pensiero del cattolicesimo, che ha alimentato il desiderio di De Bruyckere di offrire opere che possano dare speranza mostrando qualcosa di bello e, allo stesso tempo, complesso. Il tema della carne, della sua sofferenza e della sua redenzione, al centro della poetica dell’artista belga, è infatti tipico della sensibilità e dell’arte cattolica. Se c’è una salvezza, ci dice De Bruyckere con la sua arte, questa deve coinvolgere non solo lo spirito, ma anche il corpo dell’uomo. Interessante inoltre la posizione dell’artista nei confronti dell’opera di Francis Bacon, a cui è stata spesso accostata – non correttamente dal suo punto di vista – e di quella di Burri, che dichiara di apprezzare. De Bruyckere racconta inoltre la genesi delle sue ultime opere esposte alla mostra al Museo Bonnefanten di Maastricht, intitolata Engelenkeel, concepite durante il periodo della pandemia e dedicate al tema dell’angelo. Insomma, da leggere!

 

Giuseppe Penone agli Uffizi
 

 
Si intitola Alberi in versi, la mostra dell’artista torinese appena inauguratasi a Firenze alla Galleria degli Uffizi. Trovi notizie sulla mostra  qui.
Questa foto mostra l’installazione di Giuseppe Penone nella stanza dell’Ermafrodito, copia romana del primo secolo avanti Cristo di una scultura ellenistica che raffigura un giovinetto sdraiato su una pelle di leone stesa su una roccia. Penone ha rivestito le pareti della sala con Respirare l’ombra, un lavoro ideato nel 2000 costituito da foglie di té trattenute da una griglia metallica sulla quale sono agganciati rami con foglie di bronzo. Sempre nella stessa sala, per terra, Penone ha disposto l’installazione del 1979 Soffio di foglie, un cumulo di foglie su cui l’artista ha lasciato l’impronta del proprio corpo sdraiandovisi sopra.
 

Giacon e la febbre da NFT
 
In questa tavola autoconclusiva  Massimo Giacon ci racconta di due tipi, tal Demetrio e tal Stefano, che tentano un colpaccio al Louvre: ottenere un NFT della Gioconda fotografandola di nascosto di notte. Stavolta l’autore si è autoritratto mentre si gusta l’epilogo della storia leggendolo su Domani.



Didascalie delle foto
- Cover: Berlinde De Bruyckere, veduta della mostra alla Galleria Continua, Les Moulins, 2019. Courtesy dell’artista e della galleria Continua. Foto Oak Taylor-Smith
-Berlinde De Bruyckere, veduta parziale della mostra Engelenkeel al Bonnefanten di Maastricht, 2021. Courtesy dell’artista e della Galleria Continua. Foto Mirjam Devriend.
- Giuseppe Penone, installazione alla Galleria degli Uffizi, Firenze 2021
- Quarta di copertina: Berlinde De Bruyckere, Lichaam (Corps), 2002-2006, epossidico, ferro, pelle di cavallo, 153,5 x 102 x 288,5 cm. Courtesy Galleria Continua. Foto Ela Bialkowska
 




Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 27 giugno 2021

L'ARTE TRA LE EPIFANIE DI GOTTFRIED HELNWEIN E LA SCOMPARSA DEL GRANDE ARTURO SCHWARZ

  

Ritratto di Demetrio Paparoni    
Courtesy Archivio Tano Corallo


DOMANI



Pagina del 27 giugno  2021 




LE  EPIFANIE DI  GOTTFRIED  HELNWEIN


Questa settimana sulla pagina domenicale di Domani dedicata all’arte, Giuseppe Frangi scrive di Gottfried Helnwein. Conosciuto dal grande pubblico anche per le sue scenografie e per le collaborazioni con musicisti come Scorpions, Marilyn Manson, Rammstein – per i quali ha realizzato iconiche copertine di album – Helnwein propone immagini di grande durezza e crudeltà che, seppure legate a scenari del XX secolo e contemporanei, spesso richiamano soggetti della tradizione figurativa cristiana. Frangi ne scrive traendo spunto della mostra dell’artista che si inaugurerà il 2 luglio nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, in Piazza San Marco. Secondo Frangi, violentando l'iconografia sacra, Helnwein le restituisce forza rispetto al nostro presente. 
In Helnwein ricorre il senso della Rivelazione, particolarmente evidente nei dipinti del ciclo delle Epifanie, opere nelle quali l’artista dà immagine a manifestazioni di una realtà soprannaturale o divina che inaspettatamente si palesa. Nel 2013, commentando la mostra di Helnwein all’Albertina Museum   di Vienna il direttore Klaus Albrecht Schröder ha dichiarato: “Non è una coincidenza che, di tutte le grandi mostre che abbiamo esposto all’Albertina, da Gerhard Richter a Georg Baselitz, questa di Gottfried Helnwein sia quella che fino a ora ha commosso di più le persone, persino inducendo qualcuno alle lacrime”.
 


Arturo Schwarz, un gigante del Novecento


Martedì sera, in una delle mie frequenti chiacchierate con  Mario Diacono mi aveva chiesto notizie di Arturo Schwarz. Ricorreva nelle nostre conversazioni la sua domanda “Arturo come sta”? La presenza di Arturo nella mente sua e mia, e nella mente di tanti che appartengono alla sconfinata famiglia dell’arte, è stata talmente incisiva da illuderci che non ci avrebbe mai lasciati. Invece è successo. Mercoledì nel tardo pomeriggio ho appreso la notizia della morte di Arturo da Linda, sua moglie. Nonostante Domani fosse in chiusura lo abbiamo ricordato il giorno dopo con un mio articolo scritto in fretta con un nodo alla gola, che puoi leggere qui.  

Ieri invece, sempre in omaggio a Schwarz, abbiamo pubblicato un’intera pagina appositamente disegnata da Mimmo Paladino con le testimonianze dello stesso Paladino, di Mario Diacono (da Boston), di Peter Halley (da New York), di  Wang Guangyi (da Pechino).

La storia di Schwarz, saggista, critico d’arte, gallerista, editore, libraio, bibliofilo, poeta, studioso di alchimia e antropologia, anarchico, troskista, surrealista, scopritore di talenti, amico di personaggi come Breton, Duchamp o Man Ray è nota a chiunque si interessi di arte. Ho avuto la fortuna di diventare suo amico nel 1980 e di aver speso molto tempo con lui. Voglio ricordarlo con due fotografie. La prima è uno scatto del 1964 che lo mostra nella sua casa di Milano intento a giocare a scacchi con Marcel Duchamp, la seconda lo vede a Pechino nel 2012 nello studio di Wang Guangyi, durante un viaggio che abbiamo fatto insieme. La scacchiera che si vede nella fotografia con l’artista cinese è la stessa che appare in quella del 1964 con Duchamp. Nel divertirci a ricostruire la scena dello scatto in bianco e nero, mi fu assegnata la postazione che nella fotografia originale era di Vera, la prima moglie di Arturo. Arturo aveva il dono di riuscire a instaurare subito un rapporto con gli artisti e chiunque lo abbia incontrato ne è sempre rimasto affascinato
 


La Frida Kalho di Massimo Giacon


Ecco, con il benestare del mensile Linus che ci ha permesso di riproporla, una nuova storia autoconclusiva di Massimo Giacon.  Be’, nuova non proprio, ma recente sì, visto che è stata pubblicata su Linus esattamente un anno fa, nel giugno del 2020. Dedicata a Frida Kalho, e con Diego Rivera special guest, questa storia fa parte di una serie di fumetti che Giacon dedica ogni mese a un personaggio famoso dell’arte, del cinema, della musica, della cultura in generale, trattato come se fosse un personaggio dei Peanuts di Charles Schulz. 
 

Didascalie delle foto
Copertina: Peter Halley, veduta parziale della mostra Blocks inauguratasi il 17 giugno a da The Ranch, a Montauk, New York. Courtesy foto dell’artista.
Gottfried Helnwein, Epiphany (Adoration of the Magi), 1996, olio e acrilico su tela, 210 x 333 cm. Courtesy foto dell’artista e della Geuer & Geuer Art, Dusseldorf © Gottfried Helnwein
In alto: Arturo Schwarz gioca a scacchi con Marcel Duchamp nel 1964 nella sua casa di Milano; in basso: Arturo Schwarz gioca a scacchi con Wang Guangyi nel 2012 nello studio dell’artista, a Pechino.
 
 
 


Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte



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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 13 giugno 2021

PRENDERSI CURA DELL'ARTE. MARIO CODOGNATO

 

Ritratto di Demetrio Paparoni    

Courtesy Archivio Tano Corallo





DOMANI


Pagina del 13 giugno  2021 


Su Domani  Luca Fiore scrive di Mario Codognato,   George Shaw ritorna nei luoghi dipinti nel 1999, Italian   Newbrow a Pietrasanta,   Le Isole di Tommaso Strinati e Anna Budkova alla Villa Massenzio, il nuovo libro con testi e disegni di Massimo Giacon.




Prendersi cura dell’arte. Mario Codognato




Questa domenica sulle pagine dedicate all’arte di Domani Luca Fiore scrive di Mario Codognato, il critico e teorico italiano che firma come curatore due mostre da poco inauguratesi in Italia: Damien Hirst alla Galleria Borgese e Georg Baselitz al Museo di Palazzo Grimani, a Venezia. Personaggio mediaticamente poco esposto, Codognato gode di una forte reputazione in Europa e negli Stati Uniti, basti pensare che tra gli artisti con cui ha lavorato ci sono Jannis Kounellis, Rachel Whiteread, Thomas Struth, Franz West, Francesco Clemente, Jeff Koons, Richard Serra, Anselm Kiefer, Robert Rauschenberg, Joseph Kosuth, Sol Lewitt. Attualmente è direttore della Anish Kapoor Foundation che aprirà l’anno prossimo a Palazzo Manfrin a Venezia. Luca Fiore lo ha intervistato per la pagina domenicale di Domani curata da me e ha tracciato un ritratto che ne mette in luce lo spessore critico. 

Due domeniche fa, Giuseppe Iannaccone ha scritto sul collezionare (leggi qui). Questa settimana l’intervista di Fiore è rivolta alla figura di un curatore-teorico. Domenica prossima Sabina Spada traccerà un ritratto del gallerista e scrittore Jean Frémon, mentre David Carrier scriverà delle proteste contro il MoMA di New York.



George Shaw ritorna nei luoghi dipinti nel 1999




 Nuova mostra di George Shaw intitolata Of Experience alla galleria Anthony Wilkinson a Londra. Di Shaw ho scritto il 17 gennaio 2021 sulle pagine di Domani. Puoi leggere l’articolo-intervista qui. La mostra si propone come ideale proseguimento della personale intitolata Of Innocence, che si è tenuta nel 1999, e ripropone luoghi familiari all’artista visti vent'anni dopo averli dipinti per la prima volta. “E come al solito” scrive Shaw, “il tempo non passa come pensavo […] Lo stesso vecchio percorso, in una direzione diversa, anche in condizioni meteorologiche diverse, può offrire nuovi tesori o stronzi da calpestare”.



Italian Newbrow a Pietrasanta




Curata da Valerio Dehò e Ivan Quaroni, Italian Newbrow presenta (dal 20 giugno al 12 settembre) negli spazi del Complesso di Sant’Agostino a Pietrasanta opere di Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Fulvia Mendini, Laurina Paperina, Giuliano Sale e Giuseppe Veneziano. Come spiegano gli autori, “Newbrow è un neologismo anglosassone che si frappone tra i termini lowbrow e highbrow che stigmatizzano l’opposizione tra un’arte popolare e un’arte colta. Italian Newbrow non è dunque un linguaggio o una scuola di pensiero, ma piuttosto un’attitudine, un’inclinazione, una modalità di pensiero che attinge simultaneamente a una pluralità di fonti iconografiche, con riferimenti che includono sia allusioni alla cultura popolare (fumetto, illustrazione, cinema e cronaca) sia riferimenti alla cultura alta (storia dell’arte, letteratura, architettura e design)”.

L’opera sopra riprodotta è un dipinto a olio su tela di Vanni Cuoghi, che fa parte del ciclo La messa in scena della Pittura. Il dipinto è realizzato copiando dal vero un paesaggio ricreato, come se fosse un presepe, assemblando scatole di cartone e figure ritagliate da riviste.  “In teatro si realizza prima il bozzetto dipinto e poi il modellino”, spiega Cuoghi, “Io faccio il contrario. Le figure umane sono solo un pretesto per dare un'idea delle dimensioni dell'ipotetica scena. Hanno la stessa funzione dell'asta a bande colorate adoperata dall'archeologo nelle fotografie di rilievo per dare un'idea delle misure del ritrovamento”. 

 


Le Isole di Tommaso Strinati e Anna Budkova 

a Roma alla Villa di Massenzio




Il Mausoleo di Romolo alla Villa di Massenzio sull’Appia Antica ospita (dal 10 giugno all’8 agosto) Isole, una videoinstallazione di Tommaso Strinati e Anna Budkova. Per la sua realizzazione Budkova ha disegnato e colorato a mano circa duemila bozzetti, successivamente montati e animati con la tecnica dello stop-motion dal polistrumentista e videomaker Francesco Arcuri. La videoinstallazione, come spiegano Strinati e Budkova “racconta simbolicamente il senso d’inquietudine e l’aspirazione al cambiamento che ognuno porta dentro di sé in questo momento storico. Lo scenario è quello della Roma antica e della Roma odierna, immaginate come un solo organismo vivo anche se distanti nel tempo e profondamente diverse l’una dall’altra”.

 


Un inedito anni novanta del visionario Giacon



Ed eccolo sulla mia scrivana, fresco di stampa, Masticando Km di Rumore (Feltrinelli), il nuovo libro con testi e disegni di  Massimo Giacon. Il racconto è quello a me caro dei concerti rock. Intanto per i miei amici ecco la prima di due pagine autoconclusive inedite, realizzate da Giacon insieme al suo sceneggiatore Mimì Colucci per Cyborg, rivista dei primi anni novanta, che pubblicava fumetti di fantascienza cyberpunk. Negli anni novanta c’era grande attenzione attorno al tema del post-human e sugli artisti che lavoravano sul corpo, sulla biotecnologia, sulla chirurgia plastica e sui fluidi corporei. Franko B, Ron Athey, Orlan, Stelarc erano alcuni di loro. Come sua abitudine Giacon cambia nome ai personaggi oggetto della sua satira: Stelarc diventa Stella K e Orlan diventa Ròlan.

  

Didascalie delle foto:

Copertina: Damien Hirst, Female Archer, 2013, bronzo. Foto A. Novelli © Galleria Borghese – Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021

Veduta parziale della mostra Archinto di Georg Baselitz al Museo di Palazzo Grimani, a Venezia. Artwork © Georg Baselitz Foto: Matteo De Fina Courtesy Gagosian

George Shaw The Goal Mouth Revisited 2019 – 2021, humbrol enamel su legno 43 x 53 cm. Courtesy dell’artista e Anthonu Wilkinson, Londra

Vanni Cuoghi, 16 Strani giorni (La messa in scena della Pittura), 2021, acrilico e olio su tela, cm 100x130 cm. Courtesy dell’artista

Veduta parziale della videoinstallazione Isole di Tommaso Strinati e Anna Budkova al Mausoleo di Romolo alla Villa di Massenzio sull’Appia Antica 





Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte



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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno