martedì 14 ottobre 2014
giovedì 9 ottobre 2014
Nicolò D'Alessandro apre studio a visitatori museo disegno.
PALERMO, - "Apro il mio studio dove opero quotidianamente come laboratorio-Museo del disegno per visite al pubblico su prenotazione". Lo afferma l'artista Nicolò D'Alessandro. "Anche uno spazio privato può servire agli artisti e alla città come spazio espositivo, performativo; - afferma - piccolo luogo incontaminato di riflessione e di discussione, un luogo d'amore per l'arte come archivio aperto condiviso. Ora che le risorse economiche per le arti sono pressoché terminate, bisogna reagire con atteggiamento diverso.
Alla crisi in atto, che peggiora di giorno
in giorno, occorre rispondere con nuovo e rinnovato impegno e spirito di sacrificio".
I lavori d'arte sono esposti in tutte le stanze. Si entra per
appuntamento". "Il museo del disegno, inteso come laboratorio vivo,
accoglierà artisti internazionali sulla base di progetti realizzati
appositamente per gli spazi della galleria, - dice - in concomitanza con alcuni
eventi di richiamo per la città, in occasione dei quali un artista elabora un
progetto espositivo, una performance, un incontro".(ANSA).
PALERMO
- Lo studio che si trova in via Mogia, 8 a Palermo sarà aperto al pubblico, in
prima battuta, dall'11 sino al 21 ottobre in occasione della decima giornata
del contemporaneo "in attesa di aprirlo definitivamente", dice
D'Alessandro.
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mercoledì 8 ottobre 2014
Big Splash - Palazzo Reale, Napoli
CATERINA DAVINIO
"Big
Splash" - Palazzo Reale di Napoli
Elenco dei
poeti che partecipano a "Big Splash", Network Poetico, l'opera di Caterina Davinio in mostra a Palazzo Reale di
Napoli dal 1 ottobre al 3 novembre 2014, nell'ambito del festival e mostra
internazionale OLE.01. Vernissage giorno
8 ottobre ore 18:00.
David hockney, Caterina davinio, Lamberto pignotti, Tomaso
binga, Anna maria bonfiglio, Daniel daligand, Giovanni bonanno, John bennett, Alfonso
lentini, Fausta squatriti, Giovanni fontana, Luca benassi, Luc fierens, Davide
argnani, Luisella carretta, Nicola frangione, Antonio spagnuolo, Alfonso
severino, Roberto scala, Juan angel italiano, Silvio perego, Francesco
dalessandro, Tiziana pagan, Celia Gilbert, Elda torres, Christina vega-westhoff,
Daniela beolchi, Antonella doria, Carmine de falco, Giovanna gentilini, Armando
tinnirello, Plinio peri lli, Aldo gerbino, Carol starr, alberto toni, Daniele
barbieri, Bastiana tola, anna zoli, Costis, Diana lelis, Panos kouros, Massimo mori, Séamas cain, Ivano mugnaini, Cinzia caputo, Loredana magazzeni, David jhave johnston, Marisa papa ruggiero, David w. Seaman, Pavlina marvin, Leopoldo
attolico, Leila falà, Paolo polvani, Viola
amarelli, Eugenio lucrezi, Carmelo giummo, Cristina balzaretti, Tatjana macic, Vincenzo
pezzella, Giovanna iorio, Emanuele insinna, Giacomo leronni, Lasater, Michael, Carla
de falco, Raffaele niro, Valter ferrari,
Sara fontani, Giorgio granozio, Reiner strasser, Massimo giannotta, Antonino conciliano,
Emanuele magri, Mario vassalle, Serenella gatti, Dante maffia, Trami nguyen, Gilles
vallée, Linda mavian, Jérémy victor
robert, Lucio zinna, Helene paraskeva, J. M. Barnola, d. Raynaud, y. S. Korotkevich et
c. Lorius, Giovanna frene, Rose cook, Franca alaimo, Lucetta frisa, Patrizia
garofalo, Daniela raimondi, Dean brink, Paola musa, Maura potì, Donatella
giancaspero, Cristiana fischer, Birgit salling hansen, Gavin halm, Giacomo
cerrai, Valeria serofilli, Angela ragusa,
Natalie shaw, Stephan groß, Marilia aricò, Umut yalım, Oronzo liuzzi, Italo
medda, Piera giordano, Harold abramowitz, Evelina schatz, Ada crippa,
Christopher.t.funkhouser, Francesca del moro, Rossana bucci, Marcia theophilo, Adele
desideri, Marina agostinacchio, Mariastella eisenberg, Nadia cavalera, Giorgio
moio, Mariella bettarini, Pasquale vitagliano, Joseph nechvatal, Javier robledo,
Annalisa macchia, Ivana tanzi, Pietro pisano, Luigi cannillo, Joyce ryckman, Luigi
fontanella, Anna maria dall’olio, Deborah daniele, Gabriele pepe, Enrico marià, Daniela calisi, Mauro
rossi, Beatrice geroldi, Antonio capolongo, Maria grazia scalandrone, Paolo
guzzi, Gianfranco isetta, Katia belloni, Narda fattori, Daniela tomerini, Alberto
toni, Giorgio bolla, Miriam bruni, Giorgina busca gernetti, Miriam bruni, Michael
lasater, Monica de pace, Domenico cipriano, Sara maino, Alessandra paganardi, Alberto
mori, Maurizio soldini, Manuela potiti, Marco lando, Joel weishaus, Flavia
balsamo, Mary ann sullivan, Luca ariano, Giuseppe panetta, G. E. Schwartz, Rita
pacilio, Marco bellini, Giuseppe vetromile, Adriana pedicini, Loss pequeño
glazier, Mairéad byrne, Max ponte, Francesco sassetto, Salvatore contessini, Valentina
bufano, Alberto scarponi, Fabia ghenzovich, Marco palladini, Annamaria ferra
mosca, Alberto figliolia, Claudia zironi, Domenico alvino, Francu pilloni, Julien
blaine, Klaus peter dencker, Kei.nak, Demosthenes agrafiotis.
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Ray Johnson / October 7 – November 1, 2014
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venerdì 26 settembre 2014
BIOGRAFIA / GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI
BIOGRAFIA / GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI
Brescia 1914-1990
Guglielmo Achille Cavellini (o GAC, come si firmava) è stato un
personaggio multiforme e geniale che per circa un cinquantennio ha vissuto,
come fosse un arbitro speciale, l’arte contemporanea, dal secondo dopoguerra
fino al 1990, anno della sua morte.
Sta forse qui il cardine per capirlo. Non è stato un artista come
tanti altri, con la sua piccola o grande innovazione. Non è stata una questione
di stile la sua, ma una specie di giudizio illuminato che ha ricondotto
giustamente all’individuo ed al suo pensiero i balbettii di un sistema che si
stava sbriciolando in mille rivoli di potere dove l’arte e l’artista
rischiavano di rimanere nell’ombra. Non è poco si dirà, eppure sembra che tutto
ciò ancora ai più non sia chiaro.
La storia ha inizio sul finire degli anni quaranta quando GAC,
messi da parte i suoi primi tentativi espressivi, scopre una nuova arte europea
che, chiamandosi astratta, coniuga un fronte nuovo della pittura. Ne diviene
uno dei maggiori collezionisti, se ne innamora come pittore e offre il suo
primo giudizio all’arte. Per molti sembra che il suo valore termini qui, invece
quella non fu altro che la scintilla iniziale, un modo per mettere in piedi
un’idea dell’arte come scelta individuale che è stata l’elemento conduttore
della sua esistenza d’artista.
Nel 1960 ha ripreso il lavoro con forza, dapprima sul versante
dell’astrattismo pittorico che tanta parte aveva avuto nei suoi interessi del
decennio precedente, ma con un gesto, un segno nuovi che appaiono ora come
anticipatori del suo lavoro sulla scrittura che prenderà corpo più tardi.
La sperimentazione continua e nel 1965 sforna un gruppo di lavori
che sono un’ulteriore tappa verso un uso diversificato dei materiali. Recupera
dal quotidiano oggetti, soprattutto giocattoli, soldatini, lamette da barba
ecc. che uniti a materiali di discarica vanno a formare una sorta di teatrino
carico di memoria e anche di denuncia sociale.
E’ quindi la volta delle cassette che contengono opere distrutte
(1966-1968) in cui ingabbia i suoi tentativi di lavoro precedente ed anche, e
qui appare per la prima volta l’elemento citazione-appropriazione, opere di
artisti di cui stima maggiormente il lavoro.
Citazione-appropriazione che prende corpo più chiaramente
(1967-1968) con opere formate da intarsi in legno dipinto in cui gioca con
i personaggi della storia dell’arte, ed anche con i primi francobolli, dando il
via ad una ricognizione sulla celebrazione che sarà poi sempre presente
nel suo lavoro.
Nei carboni (1968-1971), che per un certo periodo sono stati un
vero e proprio simbolo del suo lavoro, dove bruciare significa creare il nuovo
purificandosi, coniuga più apertamente i concetti appena accennati nei lavori
precedenti, dalla pittura all’oggetto, dalla citazione all’appropriazione fino
a far assumere a certe icone la valenza di opera propria, usando opere di altri
autori oppure l’immagine dell’Italia in
innumerevoli situazioni e contesti.
Nel 1970 produce una serie di opere, intitolate Proposte, in
cui l’azzardo di appropriazione iconoclasta lo porta a sezionare tele di altri
autori di importante valore storico ed artistico. Il gioco e l’ironia prendono
ancora più spazio lasciando posto anche al dubbio che ci si trovi di fronte ad
un gesto estremo e lesionista (era sì o no Cavellini in tempi passati un famoso
collezionista?).
Nel 1971 c’è una svolta cruciale nel suo lavoro: decide di
rivolgere attenzione unicamente a se stesso per segnalare la deformazione di un
sistema permeato da invidie e chiusure invalicabili. Conia il termine Autostoricizzazione,
che fu una vera e propria puntualizzazione, un modo per mettere in pratica
il suo giudizio. Il termine può sembrare a prima vista un escamotage brillante
e narcisista per mettersi in mostra, ma è tanto forte l’idea da intrufolarsi
nel sistema dell’arte e straripare nei suoi gangli più vitali mettendone in
luce ogni contraddizione.
Le sue Mostre a domicilio furono una specie di vessillo per
tanti giovani artisti con cui ebbe un fitto scambio di arte postale, tanto da
creare uno degli archivi-museo tra i più cospicui ed interessanti di questo
tipo di opere provenienti da ogni parte del mondo. Museo che egli, a più
riprese, disse di considerare “la sua opera più importante”.
Produce quindi i manifesti che innumerevoli musei di tutto il
mondo dovranno usare per celebrare il suo centenario, abbinando al suo
nome la sigla 1914-2014.
A questo punto la fantasia dell’artista, liberata da ogni pudore
verso l’autocelebrazione, si scatena. Nei francobolli entra lui con la sua
mimica votata allo sberleffo.
Scrive una Pagina dell’Enciclopedia partendo da una
semplice cronaca autobiografica fino a sfociare in una vera e propria iperbole
del culto della personalità. La sua scrittura diviene quindi una cifra
pittorica usata con maniacale insistenza su tutti i supporti possibili:
colonne, manichini, tele e drappi di dimensioni enormi.
E’ questa la realtà che vede Cavellini come autentico innovatore,
ed anticipatore anche negli aspetti di una nuova comunicazione nell’arte, scavalcando
i canonici rapporti che sembrano una base inscalfibile del sistema, dando una
risposta concreta e carica di vitalità al suo messaggio di provocante giudice
del territorio dell’arte.
Poema visuale di Giovanni Bonanno dedicato a Guglielmo Achille Cavellini
“ Carboni accesi ”
(Poema visuale dedicato a
Guglielmo
Achille Cavellini in
occasione del Centenario
del 2014)
Muri caduti,
arie sottili aleggiano vivide nel buio cupo della notte,
inseguono curiose primavere andate
prima di svanire all’improvviso.
Ho attraversato labirinti oscuri che non mi fanno più dormire.
Solo i ricordi non hanno peso.
Camminare a passi stretti,
cerco invano tracce di senso da dare alla mia esistenza,
mi trascino i miei cinquantacinque chili di ossa
annegati dentro una casacca di carne.
Tutt’intorno il silenzio.
L’arte è la mia vita,
buste bianche, timbri, francobolli
e un vecchio orologio appeso a scandire le mie ore.
Bisogna raccontarsi per frammenti
da conservare dentro anonime casse di legno.
L’occhio del ribelle non ha più voglia di vedere.
L’eco della mia voce rimbomba sorda,
a ferragosto ho strisciato lungo i margini senza
uscita di un ascensore
e ho raccolto i miei pensieri che sembravano ortiche
disseccate al sole.
Non mi guardo più allo specchio per non vedere la mia faccia.
Camera 61,
anche i sogni hanno finito di calpestare la putrida melma,
sono come macigni appesi che si consumano all’improvviso.
Ho accarezzato persino il nulla per non udire la
vanità degli uomini
e mi sono trovato solo dentro un letto a S. Orsola.
Il sistema mi ha messo in croce.
Camminare stanca.
Ormai i ricordi
sono come carboni spenti
in una triste giornata di dicembre,
ti accarezzano e poi fugaci svettano via lontano.
Se ti lasci andare puoi vedere anche tu la bava del
tiranno disseccarsi al sole.
Tento invano di toccare la mia carne.
Capisco di essere solo.
© Giovanni Bonanno
31 luglio 2014
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