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sabato 16 maggio 2020

COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM / 170 opere dell'artista americana Coco Gordon







BONGIANI OPHEN ART MUSEUM DI SALERNO

CRONISTORIA  1958-2020


Coco Gordon mostra l’abito di SuperSkyWoman (come ama definirsi) 
nell’Archivio Pari&Dispari, Reggio Emilia, gennaio 2020).



COCO GORDON 1958-2020


170 opere dell’artista americana Coco Gordon 
con un'Antologia critica e Biografica aggiornata al 2020

"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna" Coco Gordon, di origini italiane, è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus", anche se oggi preferisce non essere inserita in nessun gruppo specifico. Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. 


(Sono presenti nella Room 28 del Bongiani Ophen Art Museum di Salerno (ITALY), un'ampia documentazione con 170 opere scelte di vari periodi di lavoro dell'artista americana Coco Gordon).

SALA 28

Visit.



ARTE E  CRITICA D’ARTE:  COCO  GORDON

Antologia dei testi critici e biografia aggiornata al 2020 da Sandro  Bongiani su Coco  Gordon 


Si comunica che è  in preparazione  dal 15 giugno al 28 agosto 2020 a Salerno (Italy), una importante mostra Retrospettiva di Coco Gordon presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery a cura di Sandro Bongiani in cui verranno presentati  i lavori dal 1958  fino al 2020, con i lavori recenti “Books Cuts”   (Libri Tagliati) realizzati in questi ultimi anni di lavoro.




Archivio Ophen Virtual Art


mercoledì 17 ottobre 2018

Compleanno dell'artista americano Ray Johnson, anticipatore della Pop Art e della Mail Art.





91 anni fa, il 16 ottobre del 1927,  nasceva a Detroi, un artista chiave della Pop Art   e uno dei padri fondatori della Mail Art.




I have simply had to accept that out of a life necessity I have written a lot of letters, and given away a lot of material and information, and it has been my compulsion. And as I have done this, it has become historical. It’s my resume, it’s my biography, it’s my history, it’s my life.  (Ray Johnson)




La Mail Art è nata  più di 50 anni fa, nel 1962, da quando l'artista americano Ray Johnson, fondò la “New York Corrispondance School of Art” occasionalmente in contemporanea con il movimento “ Fluxus”  del lituano-americano George Maciunas (1961)  e la  Pop Art di Leo Castelli a New York (1962). Una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale gli elaborati grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano per la prima volta spediti per posta a conoscenti e persino ignari destinatari, dando  completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero e al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte.  Rimane uno dei personaggi più originali  nel panorama degli anni 60’ in poi.





  
















Biografia/ Ray Johnson era un artista americano noto per la sua pratica innovativa di Correspondence Art. Una pratica basata su collage, il suo lavoro combina fotografia, disegno, performance e testo su distanze geografiche, attraverso la spedizione della posta. I progetti di Johnson includevano prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini psichici. "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente", ha detto l'artista. Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo assieme  la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.  In questi ultimi anni tutto il suo lavoro sperimentale è stato rivalutato dalla critica come anticipatore persino della Pop Art americana.



Opere:   Visit: Ray Johnson Estate.

 


 

The Video: The Ray Johnson Sampler

by Nicholas Maravell

 

Durata del video 1:56:51  

domenica 27 agosto 2017

SALERNO / MARCEL DUCHAMP 1887 – AREA DI CONFINE PORTA DUCHAMP

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY



PAVILION  LAUTANIA  VIRTUAL  VALLEY  / 1887 - Kurt Schwitters & Marcel Duchamp “UNIVERSI  POSSIBILI / Verso La Globalità Intelligente”  a cura di  Giovanni Bonanno. Dal 6 maggio 2017 al 26 novembre 2017– Due proposte  internazionali presentate in contemporanea con la 57th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2017.                                                

MARCEL  DUCHAMP  / 1887 – Area di Confine  Porta Duchamp
Mostra collettiva internazionale  dedicata  a  Marcel Duchamp
a cura di Giovanni  Bonanno / Secondo  evento  contemporaneo ed indipendente  progettato in concomitanza con la 57th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2017
Dal 28 agosto al 26 novembre 2017
Inaugurazione:  lunedì  28 agosto  2017,  ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail:  bongiani@alice.it   
Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00 

Per i 130 anni dalla nascita  di  Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, 28 luglio 1887 – Neuilly-sur-Seine, 2 ottobre 1968), lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 57° Biennale di Venezia 2017, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e contemporaneo presso il “Pavilion  Lautania  Virtual  Valley”   a Marcel Duchamp e Kurt Schwitters    che riassumono compiutamente il concetto  di   indagine intesa come il luogo privilegiato per rilevare i sogni e le utopie che nella dimensione metafisica e mentale suggeriscono  mondi e immaginari collettivi.  Nell’assemblage tridimensionale “Etant Donnés” Duchamp lavora in gran segreto nell'ultimo ventennio della sua vita. Nel 1968, al momento di lasciare New York per andare a trascorrere l'estate in Europa, il lavoro è ormai ultimato e Marcel prima di morire si preoccupa di organizzare la sua presentazione finale preparando un manuale di istruzioni per il montaggio della costruzione, accludendo fotografie, note e un modellino in scala. L’opera  ancora assai poco conosciuta nasce nel bisogno  di porsi al di là, di definire  e mettere in forma totale una possibile estensione dell’altro, nella  necessità  ulteriore di metabolizzare la  realtà. Un’invenzione giocata a tutto campo su  proiezioni di frammenti e“universi possibili”, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. In questa   seconda collettiva internazionale sono presenti 72 opere di altrettanti importanti artisti  che hanno voluto  condividere  tale proposta come artisti di frontiera  a margine  di un  possibile confine e spartiacque al  sistema omologato  dell’arte ufficiale. 

Artisti: 
Marcel Duchamp, Francia I Ruggero Maggi, Italia I John M. Bennett, Usa I Luisa Bergamini, Italia I Vittore Baroni, Italia I Fernanda Fedi, Italia I Emilio  Morandi, Italia I Pier Roberto Bassi, Italia I Mauro Molinari, Italia IRosa Gravino, Argentina I Leonor Arnao, Argentina I Linda Paoli,  Italia I  Lancillotto  Bellini, Italia I Anna Boschi, Italia I Stathis Chrissicopulos, Grecia I Rosalie Gancie,  Usa I Daniele  Virgilio, Italia I Antonio  De Marchi Gherini, Italia I Claudio Grandinetti, Italia I  Carmela Corsitto,  Italia I Alfonso  Caccavale, Italia I Maya Lopez Muro, Italia I Franco Altobelli, Italia I Lucia Spagnuolo,  Italia I Clemente Padin, Uruguay I Renata e Giovanni Strada, Italia I Willemien Visser, Germania I Bruno Cassaglia, Italia I Lamberto Caravita, Italia I C. Mehrl  Bennett, Usa I Borderline Grafix, Usa I Daniel  Daligand,  Francia I Carlo Iacomucci, Italia I Mabi Col, Italia I Guido Capuano, Italia I Francesco Aprile, Italia I Gino Gini, Italia I Pascal Lenoir, Francia  I Adolfina De Stefani, Italia I Carl Baker,  Canada I Virginia Milici, Italia I Oronzo Liuzzi, Italia I Giovanni Bonanno,  Italia IMarcello  Diotallevi,  Italia I Donjon Evans, Usa  Maria Josè Silva - MIZE', Portugal  Laura Agostini,  Italia IDavid Drum, Usa I Lilian Pacheco, Brasile I Antonio Sassu, Italia I Jacob de Chirico, Italia I Cesar Reglero Campos, Spagna I Domenico Severino, Italia I Roberto Scala, Italia I Angela Caporaso, Italia I Claudio Romeo, Italia I Cinzia Farina, Italia I Marina  Salmaso, Danimarca I Maribel Martinez, Argentina I Rosanna Veronesi, Italia I Remy  Penard, Francia I Fulgor C. Silvi,  Italia I Mighel  Jimenez, Spagna I Ramona Palmisani, Italia I G. Franco  Brambati, Italia I Rossana Bucci, Italia I Rolando  Zucchini, Italia I Cecilia Bossi, Italia I Maria Teresa Cazzaro, Italia I Mauro Dal Fior, Italia I Joey  Patrickt, Usa  I Josè Luis Alcalde Soberanes, Mexico.



BIOGRAFIA
MARCEL DUCHAMP (1887-1968) Biografia Henri-Robert-Marcel Duchamp nasce il 28 luglio 1887 nei pressi di Blainville, in Francia. Nel 1904 frequenta i corsi di pittura all'Académie Julian fino al 1905. Le sue prime opere sono di stile postimpressionista. Espone per la prima volta nel 1909 al Salon des Indépendants e al Salon d'Automne di Parigi. I suoi dipinti del 1911, in stretto rapporto con il cubismo, tendono tuttavia a rappresentare immagini successive di un corpo in movimento. Nel 1912 dipinge la versione definitiva di Nudo che scende le scale: l'opera viene esposta al Salon de la Section d'Or dello stesso anno e in seguito, nel 1913, all'Armory Show di New York, dove susciterà grande scalpore. Le idee iconoclastiche e radicali di Duchamp precorrono la nascita del movimento Dada, che avverrà a Zurigo nel 1916. Dal 1913, abbandonati la pittura e il disegno tradizionali, si dedica a forme d'arte sperimentali elaborando disegni meccanici, studi e annotazioni che verranno inclusi nella sua grande opera degli anni 1915-23, La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche. Nel 1914 realizza i primi “readymade” (oggetti di uso comune, a volte modificati, presentati come opere d'arte) destinati ad avere effetti rivoluzionari per molti pittori e scultori. Nel 1915 Duchamp soggiorna per la prima volta a New York. Dalla metà degli anni '30 collabora con i surrealisti e partecipa alle loro mostre. Si stabilisce in modo definitivo a New York nel 1942 e diviene cittadino statunitense nel 1955. Negli anni '40 è in contatto con i surrealisti emigrati a New York e con essi espone varie volte. Nel 1946 comincia a realizzare Etant donnés, un grande assemblage al quale lavorerà segretamente per i successivi vent'anni. Muore a Neuilly-sur-Seine, nei pressi di Parigi, il 2 ottobre 1968.

sabato 31 dicembre 2016

John M. Bennett/ “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY




SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D – Salerno

“EXPERIMENTAL VISUAL POETRY”
Mostra Personale di JOHN M. BENNETT
Opere 2014 - 2016
a cura di Giovanni Bonanno
Dal 12 Gennaio al 2 aprile 2017

Inaugurazione: Giovedì 12 Gennaio 2017, ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00




S’inaugura giovedì 12 gennaio 2017, alle ore 18.00, la mostra personale dal titolo: “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY” che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista John M. Bennett con 71 poems poetry realizzati in un arco di tempo che va dal 2014 al 2016. L’esposizione e accompagnata da una presentazione critica di Giovanni Bonanno. 
John M. Bennett (b. 1942, Chicago) è un poeta visuale americano sperimentale in cui la scrittura, il suono, la poesia fonetica e la performance si relazionano in una sorta di poetica “asemic” in cui il consueto concetto di poesia lineare si evolve e viene sovvertito in direzione di una visione sperimentale, accogliendo di fatto umori e ricerche nuove nell’ambito della scrittura, del suono e della parola. John M. Bennett appartiene a una e particolare area di ricerca in cui la libertà e la metafora multi-strutturata di significato si condensa in lacerti di senso ambiguo dandogli una presenza apparentemente in forma di scrittura, di immagine o di parola. In 50 anni di attività poetica, ha saputo rigenerarsi con una sorprendente varietà di proposte in grado di relazionarsi proficuamente con le avanguardie storiche del novecento e con personaggi interessanti come per esempio André Masson, Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, fino ad rigenerarsi nelle “asemic writings” con una scrittura “universale” capace di suggerire nuove e diverse interpretazioni possibili. La sua è una scrittura che considero “d’interferenza relazionale” con l’intenzione ben precisa di annullarne la completa leggibilità e per definirsi come lettura autonoma, proprio perché riposta in profondità nelle nostre menti inconsce. Una scrittura creativa, quindi, che fonde testo e segno grafico per divenire in definitiva anche lacerto d’immagine al limite della figurazione o della scrittura grafica. Perché, scrive Giovanni Bonanno, “è nel caso e solo nella dimensione aperta del fare che l’espressione poetica può esistere e manifestarsi scavalcando la comprensione univoca della lettura linguistica decodificata; così, solo così un testo poetico può essere interpretato in modo personale, liberando la mente e rincorrendo a diversi significati plurimi che derivano da ciascun accordo e simbolismo grafico”. Diretto discendente del Dadaismo e della scrittura sperimentale, viene presentata in questa mostra personale la poetica di ricerca di questo importante autore americano con una serie di lavori degli ultimi tre anni (2014 - 2016). L’evento vuole essere anche un doveroso omaggio alla visione del non-sense e dell’objet trouvé diffusa dal Dadaismo di cui nel 2016 è ricorso il centenario, (1916-2016).





Biografia di JOHN M. BENNETT

John M. Bennett [JMB] è nato a Chicago, Illinois, il 12 ottobre 1942. poeta sperimentale, ha iniziato a far conoscere il suo lavoro già nel 1970. Ha lavorato in una grande varietà di generi, tra poesia visiva, grafica, suono, mail art, cinema collaborando con scrittori e artisti da tutto il mondo. E 'stato anche editore della rivista letteraria internazionale Lost and Found Times, 1975-2005. Richard Kostelanetz ha scritto che “John M. Bennett è stato il poeta americano fondamentale della mia generazione, perché ha prodotto tanti lavori interessanti in una complessa varietà di modalità sperimentali”. Attraverso una piccola casa editrice “Luna Bisonte Prods” fondata nel 1974, Bennett si propone prima nella veste di editore di se stesso e poi anche di altri poeti. In tanti anni ha pubblicato migliaia di opere di scrittori in edizione limitata che fanno parte del mondo della poesia visiva, parola arte e arte /poesia, compresi i 30 anni della rivista "Lost & Found Times", raccolti in diverse importanti istituzioni, tra cui Washington University di St. Louis , SUNY Buffalo , The Ohio State University e il Museum of Modern Art . Bennett stesso è anche il curatore del "Avant Writing Collection", "The William S. Burroughs Collection", e "The Cervantes Collection" ai Ohio State University Libraries.

Vive e lavora a Columbus, Ohio (USA). 




La Mostra Personale sarà visibile on-line a partire dal 12 gennaio 2017 presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery (La prima galleria interattiva al mondo con l'arte contemporanea in punta di mouse).




Comunicato Stampa in Inglese: 
“EXPERIMENTAL VISUAL POETRY”
JOHN M. BENNETT
 Opere 2014 - 2016
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY Via S. Calenda, 105/D - Salerno
12 gennaio – 2 aprile 2017
Inaugurazione: giovedì 12 gennaio, ore 18.00
Orario: tutti i giorni ore 00.00 - 24.00 e-mail: bongiani@alice.it
 Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it

- SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105 / D - Salerno
"EXPERIMENTAL VISUAL POETRY"
Personal Show JOHN M. BENNETT
Works 2014 - 2016
by Giovanni Bonanno
From January 12 to April 2, 2017
Opening: Thursday, January 12, 2017, 18:00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105 / D - Salerno Tel / Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it
Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Open all day every day from 00.00 to 24.00

Inaugurating Thursday, January 12, 2017, at 18:00, the exhibition entitled "EXPERIMENTAL VISUAL POETRY" that Ophen Virtual Art Gallery Space of Salerno dedicated to the artist John M. Bennett with 71 poems poetry realized in a period of time ranging from 2014 to 2016. The exhibition is accompanied by a critical presentation of Giovanni Bonanno.

John M. Bennett (b. 1942, Chicago) is an experimental American visual poet in whose work writing, sound, phonetic poetry and performance relate in a kind of poetic "asemics" in which the concept of linear poetry as usual is evolved and subverted in the direction of an experimental vision, incorporating new moods and new research in the field of writing, sound and speech. John M. Bennett belongs to a particular research area in which freedom and multi-structured metaphor of meaning is condensed into passages of ambiguous meanings clearly giving it a presence in the form of writing, image or word. In 50 years of poetic activity, he has been able to generate a surprising variety of proposals able to relate effectively with the avant-gardes of the twentieth century, and, with interesting characters such as André Masson, Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, to regenerate in apparently "asemic writings", a "universal" writing capable of suggesting new and different possible interpretations. His is a writing that I consider as "relational interference" with the precise intention of setting aside its full readability and to define itself as autonomous reading, as something lying deep in our unconscious minds. A creative writing, then, that blends text and graphic sign to become definitely also an outer limit of the image of figuration in graphic writing. Because in this case, it is only in the "open doing" dimension in which poetic expression can exist and manifest itself bypassing the common understanding of decoded linguistic reading; thus, only thus a poetic text can be interpreted in a personal way, freeing your mind and chasing several multiple meanings that are derived by each one's agreement and graphic symbolism. Direct descendant of Dadaism and experimental writing, there is presented in this exhibition the searching poetics of this important American author who welcomes 71 works of the last three years (2014-2016). The event will also be a fitting tribute to the non-sense of vision and of the objet trouvé spread from Dadaism which in 2016 also marked the centenary (1916-2016).

JOHN M. BENNETT Biography
John M. Bennett [JMB] was born in Chicago, Illinois, October 12, 1942. An experimental poet, he began to publish his work in 1970. He has worked in a wide variety of genres, including visual poetry, graphics, sound , mail art, cinema, collaborating with writers and artists from around the world. He was also the editor of the international literary magazine Lost and Found Times, 1975-2005. Richard Kostelanetz wrote that "John M. Bennett is the fundamental American poet of my generation, because he has produced many interesting works in a complex variety of experimental modes". Through a small publishing house "Luna Bisonte Prods" founded in 1974, Bennett began publishing his own works and then also those of other poets. In the many years he has published thousands of works of limited edition writers who are part of the world of visual poetry, art and word art / poetry, including 30 years of the magazine "Lost & Found Times", collected in several important institutions, including Washington University in St. Louis, SUNY Buffalo, the Ohio State University and the Museum of Modern Art. Bennett himself is also the curator of the "Avant Writing Collection", "The William S. Burroughs Collection", and "The Cervantes Collection" at the Ohio State University Libraries.
He lives and works in Columbus, Ohio (USA). Home: http://www.johnmbennett.net/


"EXPERIMENTAL VISUAL POETRY"
JOHN M. BENNETT
Works 2014 - 2016
SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY Via S. Calenda, 105 / D - Salerno
January 12 to April 2 2017
Opening: Thursday, January 12, 18:00
Hours: daily 00.00 - 24.00 e-mail: bongiani@alice.it
Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it

- The solo exhibition is visible on.line from January 12, 2017 at the Ophen Space Virtual Art Gallery (the first  interactive gallery in the world with contemporary art in the mouse points).

John M. Bennett/ “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY di Giovanni Bonanno


John M. Bennett / EXPERIMENTAL VISUAL  POETRY
Testo critico di  Giovanni Bonanno



John  M. Bennett (b. 1942, Chicago) è un poeta visuale americano sperimentale in cui la scrittura, il suono, la poesia fonetica e la performance  si relazionano  in una sorta di poetica “asemic” in cui il consueto concetto di poesia lineare si evolve  e viene sovvertito in direzione di una visione sperimentale, accogliendo di fatto umori e ricerche  nuove nell’ambito della scrittura, del suono e della parola. Una forma poetica che come scrivono Sinclair Scripa / Tara Verheide “incapsula il caos che caratterizza la nostra esperienza di e in questo mondo, dandogli una forma e presenza nelle parole, fonemi, lingue”. Del resto, lo stesso John B. Bennett  conferma che  “in un certo senso tutto è il caos; il mio lavoro è un modo per cercare d’incanalare in qualche modo quel caos in forme che risuonano con me. Così le poesie sono piccoli pezzi di caos. La realtà è caos, ma ha senso se si può vedere dalla giusta prospettiva”.  

L’asemic writing”, ovvero la scrittura asemantica è il campo privilegiato di  Bennett, il luogo occasionale in cui molti elementi, apparentemente in attrito, convergono  in una sorta di flusso visivo,  di affioramento casuale, di  emersione data per oggettiva che oggettiva non potrà mai essere. Una sorta di evidenziamento  semantico “aperto”, senza parole che hanno un solo significato, libero da qualsiasi costrizione prefissata. La “scrittura asemantica”, infatti,  nasce come una forma di scrittura poetico/letteraria formata essenzialmente dall’utilizzo di parole inventate con un  conseguente significato nascosto. Nonostante non ci sia un contenuto semantico specifico,  è comunque capace di coinvolgere diversi campi di ricerca lasciando un varco aperto per l’interpretazione e l’invenzione. Insomma, una scrittura dotata di segno, ma senza significato e tuttavia, senza perdere la possibilità  di creare altro senso. John M. Bennett appartiene a questa particolare e privilegiata area di ricerca in cui la libertà e la metafora multi-strutturata di significato si condensa  in lacerti di senso ambiguo dandogli una  presenza apparentemente in forma di scrittura, di immagine o di parola. Bennett, non de/scrive poesie lineari, secondo Sinclair Scripa,  “usa la poesia come mezzo di comprensione per creare ciò che non può essere compreso e cosa non può esistere”, e quindi, l’uso della parola scritta e verbale come mezzo per suggerire  emotivamente dell’altro rispetto al consueto.

Collocatosi da diversi decenni in quell’area di esperienza che  io chiamo “dell’arte marginale”, In 50 anni  di attività poetica, ha saputo rigenerarsi  con  una sorprendente varietà di proposte. Inoltre, come editore  alternativo e  ha pubblicato più di 400 libri e libretti di poesia, ognuno molto diverso  dall’altro. Richard Kostelanetz  lo definisce “l’autore seminale della mia generazione”, in grado di relazionarsi proficuamente con le avanguardie storiche del novecento e  con personaggi interessanti come per esempio  André Masson,  Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, fino ad rigenerarsi  nelle “asemic writings” (“scritture asemantiche”) con una scrittura “universale” capace di suggerire  nuove e diverse  interpretazioni possibili. Non essendoci  una corrispondenza logica  fra significante e significato che caratterizza la scrittura convenzionale, si determina  nella sua opera un’assenza di significato, una sorta di “vuoto semantico” che l’artista colma in parte con una  figurazione apparentemente ludica e ingenua, una sorta di ibrida e fluida “scrittura poetica”, suggerendoci  di colmare tale vuoto con una interpretazione personale  che necessariamente  deve coinvolgere la sfera cognitiva, culturale e emotiva.

La sua è una scrittura  che considero “d’interferenza relazionale” con l’intenzione ben precisa di annullarne la completa  leggibilità e per definirsi come lettura autonoma,  proprio perché  riposta in profondità nelle nostre menti inconsce. Del resto, anche le performance verbo-sonore seguono questa logica  espressiva caratterizzata volutamente da un atteggiamento di attrito, come lui stesso afferma, apparentemente compulsivo di tipo psico-balbettio poetico. Una scrittura creativa, quindi, che fonde testo e segno grafico per divenire in definitiva  anche lacerto d’immagine  al limite della figurazione o della scrittura grafica.

Penso alle serie di opere presenti in questa mostra personale con la presenza di piccoli esseri  o ri/tratti giocosi nati dalla provvisorietà  della scrittura e del caso. Frammenti di  una scrittura decantata  che si da a nuova vita.  Presenze lievi e “insostanziali” che vanno a definirsi provvisoriamente su concreti e reali cartoni di imballaggio recuperati e resi possibili, segni che si definiscono nella dimensione più oscura e precaria dell’esistere svincolate da un normale e consueto senso logico.  Perché  è nel caso e solo nella dimensione “aperta del fare”   che  l’espressione poetica può esistere e manifestarsi  scavalcando la comprensione univoca  della lettura linguistica decodificata; così, solo così un testo poetico può essere interpretato in modo personale, liberando la mente e rincorrendo a diversi  significati plurimi che derivano da ciascun  accordo e simbolismo grafico.

Dobbiamo sottolineare, infine che l'orizzonte delle proposte di Bennett coincide anche con le assidue collaborazioni tra artisti e poeti contemporanei  di diverse latitudini  (collab works), diventata ormai una  consuetudine consolidata. Rimane una costante ricerca in campo  per mettere a confronto mondi e modalità operative differenti. Nel corso degli anni ha collaborato con molti artisti americani  e stranieri, tra le assidue frequentazioni dobbiamo segnalare il contributo di Tom Cassidy, Mc Murtagh, CMB, Jim Leftwich, Sheila, Baron, il nostro Lancillotto Bellini e tanti altri poeti internazionali.  Diretto discendente del Dadaismo e della scrittura sperimentale, viene presentata  in  questa  mostra  personale la poetica  di ricerca  di questo importante artista americano con 71 lavori degli ultimi tre anni (2014 - 2016).  L’evento vuole essere anche un doveroso  omaggio alla visione del non-sense e dell’objet trouvé  diffusa dal Dadaismo  di cui  nel 2016 è ricorso il centenario, (1916-2016).                

Giovanni  Bonanno     Dic. 2016






LE  OPERE:















poetic poems