sabato 5 settembre 2009

ARTE CONTEMPORANEA/ C'era una volta Pasolini...





PENSANDO A PIER PAOLO PASOLINI




Galleria Terre Rare
Via Carbonesi 6
40123 Bologna

Link: Terre Rare Bologna




“C’era una volta Pasolini..”



Nella la mostra che si inaugura il 20 marzo prossimo saranno esposte le circa 200 opere pervenute a risposta del progetto aperto nato nel novembre 2009 a cura di Rosa Biagi.

dal 20 marzo al 10 aprile 2010

“C’era una volta Pasolini.. ”La mostra che Terre Rare presenta a marzo 2010 è il punto di arrivo del progetto varato a novembre 2009, incentrato sulla figura di Pier Paolo Pasolini come testimone e simbolo di libertà, per la sua esperienza intellettuale e artistica ma anche, senza soluzione di continuità, nella vita. L’idea-guida del lavoro ha privilegiato forme partecipative e comunicative molteplici .Le opere, circa duecento, sono state create da artisti di diversa esperienza, come anche da persone semplicemente coinvolte dalla proposta (ispirandoci a quello che è uno dei fondamenti della mail art ).. Nei due mesi precedenti la mostra le opere sono state presentate sul web, in circuiti diversificati e non necessariamente codificati come siti destinati agli addetti ai lavori. Nello stesso tempo molte immagini sono state stampate come stickers, pensate come piccole opere d’arte da esporre nelle città prima e durante la presentazione in galleria. L’inclusione di web-art e street art ha rappresentato un passaggio fondamentale e in certo senso centrale del progetto, ispirato di fatto alla libertà di espressione e quindi anche a modalità comunicative non consuete e più aperte rispetto a quelle di un evento artistico tradizionale. Verrà infine prodotto, come catalogo, un cd, con tutti lavori pervenuti, liberamente scaricabili. Quello che è stato pensato come un circuito a cerchi allargati avrà come punto d’arrivo la donazione delle opere all’Archivio Nazionale Pier Paolo Pasolini, sia come naturale collocazione del lavoro che come sua prosecuzione. In sintesi, dall’Archivio e dal suo sito web, i lavori continueranno a mostrarsi e a parlare.

Galleria Terre Carbonesi 6 Bologna tel. 051 2210 13 dal 20 marzo al 10 aprile 2010

Inaugurazione sabato 20 marzo, h.17.30h.

18,00 “niente fiori”, performance di Bruno Cassaglia

catalogo: in galleria.



Autori: Lauraballa, Mr.o, Terrerare, Scarlett & Vincenti, Eugenio Alfano, Altaluna Augelli, Patrizia Battaglia, Giuseppe Bedeschi, Mariano Bellarosa, Lancillotto Bellini, John M. Bennett, Mario Bestetti, Giovanni Bonanno, Enrico Bongiovanni, Anna Boschi, Cecilia Bossi, Narciso Bresciani, Alfonso Caccavale, Patrizia Caffiero, Bruno Capatti, Consuelo Capecchi, Lamberto Caravita, Rita Cardelli, Bruno Cassaglia, Carmela Corsitto, Fabio Coruzzi, Cesare D'Antonio, Gioia Danielis, Mirco De Nicolò, Maurizio De Rosa, Dario Falconi, Daniela Fantini, Salvatore Fellino, Luc Fierens, Mariano Filippetta, Maurizio Follin, Raffaella Formenti, Carlo Gabarino, Teresa Galletti Ranaglia, Alfredo Gioventù, Barbara Gozzi, Veronica Guiduzzi, Pierpaolo Limongelli, Datura Martina Lo Conte, Antonia Lucchese, Diego Luschi, Luce Macbeth, Stefania Malferrari, Daniela Mangini, Chiara Metelli, Virginia Milici, Rita Miranda, Massimo Mollo, Marinella Montanari, Amalia Mora, Linda Pelati, Dott. Porka's, Rossella Ricci, Silvana Ritossa, Claudio Romeo, Valentina Sangalli, Vincenzo Savini, Annarosa Serafini, Angela Signorini, Boris Squarcio, Michele Stuppiello, Antonella Tandi, Sayuri Toki, Mireille Tonti, Andrea Viviani, Carlo Volpicella, Angelo Zilio

genere: arte contemporanea, collettiva




orari: dalle 10 all13 e dalle 15.30 alle 19,30 giovedì dalle 10 alle 13 domenica chiuso

rosabiagi@terrerare.net,




PASOLINI VISTO DA  
GIOVANNI  BONANNO

(Opere di GIOVANNI BONANNO)





"NON ANDARE VIA"


(lettera a Pasolini)
Testo di Giovanni Bonanno



Hai toccato la terra sporca di Ostia,
hai mangiato per l’ultima volta con il carnefice,
che poi ha disfatto i tuoi pensieri
e ne ha fatti cenere.

Non andare,
non andare via,
la tua storia è forse la mia.

Tuo padre dalla finestra di Casarsa
guarda ancora l’orizzonte
e per ricordarti
raccoglie ritagli di giornale.

Solo le formiche ti hanno fatto compagnia.
non andare,
non andare via,
la tua vita è anche la mia.

Nella melma di Ostia
ti hanno incoronato di gramigna
e la vergogna
te la sei caricata addosso
e la porti ancora adesso.

Ormai, solo tu mi fai compagnia,
non andare,
non andare via,
la tua vita è un po’ la mia.

Mi diceva un vecchio
che la vita è breve,
ma cent’anni sono tanti,
per avere cent’anni,
chiudi per un momento gli occhi,
vedrai,
il tempo passa veloce.

Non andare,
non andare via,
la tua vita è anche la mia.

Hai incarnato tutti i possibili tableaux vivants,
prima sei stato sul grembo della madonna di Giotto
e poi ti sei fatto flagellare come nell’opera di Piero.

Hai accettato il martirio di Caravaggio
e ti sei ritrovato solo,
sdraiato su una fredda lastra di marmo,
proprio come nel cristo morto di Andrea.

Solo le mie formiche ti hanno fatto compagnia,
non andare,
non andare via,
la tua vita è la mia.

Volevano frantumare i tuoi pensieri,
perché tu non sei solo poesia,
ma anche vento;
vento che accarezza la verità
e che ancora può far tanto male.

Solo le mie formiche ti fanno ancora compagnia,
non andare,
non andare via,
la tua storia è anche la mia.

Sai, ho toccato anch’io la terra di Ostia
e anche i miei amici sono andati via.

Non andrai,
non andrai più via,
ora la tua vita è anche mia.




OPERE DI ALTRI ARTISTI

http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/2009/09/arte-contemporanea_05.html







ARTE CONTEMPORANEA/ Mostra Personale di Lorenzo Cleffi



SPAZIO OPHEN VIRTUAL

CON/TEMPORANEO




" LA MOSTRA TUTTA VIRTUALE "

UNO SPAZIO VIRTUALE SEMPRE APERTO






"LA MOSTRA TUTTA VIRTUALE" è' un vero e proprio spazio digitale, che permette al visitatore di godere delle opere esposte. E' l'Archivio Ophen, fra gli archivi di arte contemporanea digitali che apre ora le sue porte virtuali con un vero vernissage online. Protagonisti diversi artisti Italiani selezionati, che espongono le loro opere proprio attraverso le pagine del sito, dove possono far conoscere meglio la loro arte e le loro esperienze.


Opere in permanenza virtuale dell''Archivio Ophen Virtual Art di Salerno: Ruggero Maggi, Roberta Fanti , Giovanni Bonanno, Nicolò D'Alessandro, Gabriele Jardini, Andrea Bonanno, Lorenzo Cleffi, Franco Longo, Giuseppe Celi, Bruno Sapiente, Alzek Misheff.



MOSTRA PERSONALE VIRTUALE

"TRACCE COME PRESENZE"

da martedì 26 gennaio a domenica 14 marzo 2010


(La mostra presenta una selezione di dodici opere in acrilico su tela sul tema della figura femminile interpretata secondo la sensibilità dell’artista salernitano)


Presentazione
di
Giovanni Bonanno

VARIAZIONI A TEMA

Da diversi anni, il lavoro Di Lorenzo Cleffi s’innesta sul crinale della figurazione. Lo spazio per l’artista salernitano è il campo dove avvengono i suoi eventi e si rivelano in modo provvisorio con segni, presenze e tracce di figurazione occupando gran parte dello spazio della superficie pittorica. Per Cleffi, la pittura vive la dimensione momentanea dell’apparire e non diventa mero racconto descrittivo o semplice illustrazione. I suoi segni del “nascosto e del non del tutto svelato” definiscono una realtà fatta di ipotetici personaggi, di presenze insostanziali . Sono segni e tracce di colore in uno scenario provvisorio, presenze ripetitive e ossessive che nell’urgente bisogno di apparire si condensano e si raggrumano come apparizioni momentanee cariche di silenzio e di mistero non completamente svelato. Una rappresentazione che nel farsi e disfarsi trova il modo di esistere e di svelare frammenti di mistero della nostra esistenza. L’artista sa come condurre i suoi segni fino ad un certo limite, per poi, abbandonarli nel profondo e inquieto spazio della pittura dove la traccia stratificata e addensata del colore diventa l’elemento catalizzatore capace di definire e svelare una corporeità e soprattutto una nuova visione poetica. Giovanni Bonanno


Visita la Galleria Virtuale:


12 Opere senza Titolo
Tutte ad acrilico






Sala 1





























Sala 2





































Sala 3


























il 'logos' della pittura

Leggi il commento critico al suo lavoro da parte di Nicola Scontrino docente di Storia dell’Arte Contemporanea.

http://www.alphamuse.it/_docs/commento-critico.pdf






Chi è Lorenzo Cleffi ?

Lorenzo Cleffi è nato a Caposele (Av) il 13/04/1948, vive e crea le sue opere a Salerno.

Ha esercitato l’attività di pittore, scultore e grafico. Ha iniziato a esporre nel 1965 partecipando, fino a oggi, a prestigiose manifestazioni artistiche.




Di lui in più occasioni si è occupata la stampa nazionale e precisamente: il Tempo, Roma, il Mattino, il Meridione Italiano, La Città, Cronache del Mezzogiorno, La Voce di Salerno, Gazzetta di Chieti, Cronache di Potenza, Gazzetta di Salerno, Gazzetta di Latina, Il Corriere di Torino, Gazzetta del Centro, Gazzetta di Teramo, Il Prealpe, Gazzetta di Parma, Miscellanea, Verso il 2000, L’Ippocampo, Comanducci N.4, Il Vortice, Silarus, La Sorgente, Rinascita Letteraria, Il Pungolo, Il Castello, L’Aeropago Letterario, La Nuova Provincia, Il Cilento Nuovo, Il Mensile di Salerno, Nuovo Sud, Brontolo, Il Mezzogiorno, Piazza Affari.

Hanno scritto di lui: M. Aversano, S. Cirillo, A. Condorelli, L. Crescibene, D. Cuzzola, G. De Petro, A. Di Matteo, M. Focilli, A. Furno, A. Grasso, G. Bonanno, A. Giunto, A. Iovino, M. Maiorino, E. Mele, R. Occidente Lupo, V. Pappalardo, C. Pastorini, R. Pinto, F. Postiglione, G. Rispoli, N. Scontrino, V. Siano, A. Sisca, V. Trione, A. Uliano, V. Vecchio, D. Tuosto.

Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private.



Per eventuali contatti: cleffi@alphabeti.it
si prega di contattare tramite e-mail personale l'artista presentato.






Visita anche la mostra virtuale di Alphamuse
http://www.alphamuse.it/virtual_expo.php


ARTE CONTEMPORANEA/ G. A. CAVELLINI








Guglielmo Achille Cavellini






Francobollo di G. Bonanno




A PROPOSITO DI GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI



Qual è il problema se l’opera di G,A.C. viene anche mercificata?




Alcuni giorni fa avevo posto già il problema dichiarando: “la Mail Art a me interessa perché riesco a trovarmi più libero e più disponibile in senso creativo a sperimentare particolari modalità di lavoro al di fuori del circuito dell'arte ufficiale”. Ne avevo discusso anche con Claudio Romeo, chiarendo il mio pensiero su tale mia affermazione. Mi accorgo che non ci troviamo troppo distanti se Claudio oggi afferma: “Il mercato prima o poi omologa tutto, l'importante che l'artista non si senta vincolato adesso, e Cavellini sicuramente non lo era, il mercato dell'arte è da rifiutare quando crea personaggi ad uso e consumo di se stesso...” Siamo pienamente d’accordo, e poi, aggiunge, “ non "demonizzo" il mercato dell'arte, non lo apprezzo, ma questa è cosa diversa... Molta "arte contro" ora è in bella mostra in salotti "radical chic" o nei pied-à-terre sui Navigli a Milano... Pensi che abbiano così perso il loro potere dissacratorio?” No di certo !!!. Il destino di ogni artista, se di valore, è inesorabilmente il mercato. Non guardatelo come una dannazione, esso lavora anche per voi, per far conoscere il lavoro interessante di un artista, e di fatto l’opera “mercificata non perde nessuna qualità se viene venduta. Come dice Vittore Baroni: “crediamo forse che le carte dadaiste o le opere postali dei Futuristi siano esenti da leggi di mercato? E' inutile mettere la testa sotto la sabbia, sono quarant'anni che singoli pezzi o intere collezioni di materiali fluxus, mail art, poesia visiva, vengono vendute, smembrate, collocate in musei, come è del tutto normale che accada” Tutto ciò è stato capito molto bene, da artisti di grande interesse che hanno lavorato, alcuni in modo intenso su questo versante di ricerca, non ponendosi alcun problema su tale questione, come per esempio : JOHN CAGE, GEORGE MACIUNAS, JOSEPH BEUYS, ALIGHIERO BOETTI, ENRICO BAJ, PABLO ECHAURREN, RUGGERO MAGGI, GIANNI DE TORA, MICHELE PERFETTI, TOMASO BINGA, ARRIGO LORA-TOTINO, PAOLO BARRILE, LUCIANO CARUSO, PAOLO SCIRPA, CLEMENTE PADIN, ROBERT FILLIOU, MARCEL STUSSI E WOLF VOSTELL E PERSINO RAY JOHNSON E S HOZO SHIMAMOTO.

Condivido anche il ragionamento di Anna Boschi: “diversamente, l'artista (anche se appartenente al circuito della mail art) è libero di vendere qualsiasi altra opera che produce e che non transita in questo circuito. Questo non vuol dire che nel momento in cui pratichi l'arte postale questa non possa essere la più disinteressata e anticommerciale forma di espressione di questo mondo”. Sono convinto che un'opera non perde alcun significato e qualità se viene mercificata e messa in vendita secondo le leggi del mercato dell’arte. Questo, aggiungo io, è un falso problema che tanti si portano continuamente appresso. Anche G. Achille Cavellini, come afferma Bruno Chiarlone, “non faceva differenzazioni della sua opera: nei suoi libri che inviava a domicilio vi erano le sue opere dissacratorie, ironiche, paradossali, i costumi, i cimeli, tutto il suo mondo creativo...”, non si poneva il problema visto che si era posto in una posizione volutamente anticommerciale, non poteva pensare mai di essere un giorno commercializzato proprio come sta facendo il figlio (Piero Cavellini) che dirige a Brescia il rispettabile Museo Ken Damy . Non si tratta di “Schiumarne una parte consistente, il nucleo duro e puro, metterla in vendita sul mercato”,come dice Bruno. Questa è la logica del fare arte, visto che si produce, carte, oggetti, cose, che attribuiamo “un valore” culturale, artistico, di qualità e in quanto tale sono destinate a essere conservate, scambiate, vendute, barattate con altre cose di valore. Pensate che le povere cartoline postali di Balla, Klee, Prampolini e Cangiullo non sono state vendute a caro prezzo come qualsiasi altro cimelio di cantanti, attori famosi personaggi di successo e falsi profeti del momento. Tutto ciò che diamo un valore diventa oggetto mercificabile, anche la “merda d’artista” di Piero Manzoni è diventata oggetto e prodotto di consumo . Giovanni Bonanno




Biografia




Nasce a Brescia nel 1914 in una famiglia di commercianti, alla cui attività collaborerà per gran parte della sua esistenza, assicurandosi un’autonomia economica che sarà condizione essenziale per la sua indipendenza artistica.Dopo alcune prove di iniziazione al disegno e sporadici tentativi pittorici interrompe quello che sembra un desiderio innato per convogliare tutta la sua capacità espressiva in un progetto collezionistico che lo vedrà giungere ai vertici internazionali raccogliendo e promuovendo le opere degli artisti suoi contemporanei impegnati in una ricerca informale-astratta.Riprende nei primi anni Sessanta un’attività personale sentendosi pronto a ripartire dall’esperienza fatta come collezionista per cercare una propria autonomia di linguaggio.Già da allora prova a coniugare il lavoro di altri autori in un processo di appropriazione che porterà avanti durante tutta la sua attività artistica.Parte dall’esperienza pittorico informale che modula attraverso un segno autonomo che sottolinea la scrittura autobiografica e coinvolge elementi della sua realtà personale. Nel 1965 usa gli oggetti della sua attività quotidiana unendoli a sfondi di scarto industriale in una sorta di autobiografia oggettuale.Vengono poi le cassette che contengono le sue opere precedenti soggette ad una sistematica autodistruzione e gli omaggi ad autori che rappresentano la storia dell’arte in forma di francobollo celebrativo o di ricostruzione fantastica delle loro opere più famose in cui inizia a rapportare se stesso. Dal 1968 produce i carboni bruciati con cui estende i due concetti di distruzione e celebrazione in un lavoro sistematico ed accurato su di una buona fetta della storia dell’arte.Nel 1971 conia il termine “autostoricizzazione” attraverso il quale prende forma una ramificata elaborazione concettuale che lo porta ad esporre se stesso al centro della propria opera in una specie di combattimento ideale con il sistema artistico di cui si fa analitico destrutturatore.Questo concetto da allora sarà il motore del suo lavoro che prenderà le forme più varie ed articolate, da una proliferante ed ossessiva riscrittura della propria biografia sulla realtà circostante alla formulazione delle “mostre a domicilio”, libri opera che lo condurranno al centro di un circuitio mailartistico internazionale di cui fu uno dei più celebrati esponenti.Muore a Brescia nel 1990, fino all’ultimo al lavoro secondo una personale concezione del rapporto tra arte e vita di cui fu uno strenuo paladino.





Mostre personali (selezione):
1965 Galleria Apollinaire, Milano
1990 Galleria Piero Cavellini, BresciaArtestudio, Ponte Nossa (BG)
1991 Galerie Air de Paris Nice Art Box Carpi Sala EstenseMuseo Ken Damy, Brescia
1992 Espace, TorinoMuseo Ken Damy, Brescia
1993 Fondazione Mudima Milano Musei Civici di Rimini Galleria d'arte moderna Museo Ken Damy di fotografia contemporaneaChiesa del Carmine BresciaMuzeum Moderného Umenia Warholovcov
1994 Slovenska Vytarna Unia, BratislavaMuseo Ken Damy di fotografia contemporaneaComune di Sirmione, Palazzo Civico "GAC Drugstore"
1995 Comune di Pesaro Ass. alla cultura. Sala LaurianaMuseo Ken Damy di fotografia contemporanea Stamp Art Gallery S. Francisco USA
1996 Archivio Cavellini, BresciaMuseo Ken Damy
1997 Sarenco Club Art Gallery (Verona)Passage Ierimonti Milano Museo Ken Damy, Brescia
1998 Wella Italia Castiglione delle Stiviere MNMuseo Ken Damy di fotografia contemporanea BresciaExpo Arte Montichiari BS Teatro Nuovo Giovanni da Udine (UD)
1999 Municipio, Sala delle colonne, BotticinoGalleria Spaziotemporaneo, MilanoScuola Media Tovini, BresciaCavalese, Palazzo dei Congressi Museo Ken Damy di fotografia contemporanea, BresciaGalleria Peccolo, Livorno









Mostre collettive (selezione):
1948 Roma, Rassegna nazionale di arti figurative.
1990 Sala dell'Accademia del Disegno, FirenzeMuseo Ken Damy, Brescia
1991 Civica Raccolta del Disegno. Palazzo Civico. Salò BSAir de Paris a Paris
1992 Galerie Saqqarah Gstaad (CH) Galerie Montaigne Paris (F)
1993 Villa Brunati Città di Desenzano del GardaComune di Maderno Centro culturale Sincron Brescia
1994 Il mercato del pesce Sesto S. Giovanni MIPremio Vasto "Sala personale"
1995 Le Consortium Dijon (F)
1996 Ierimonti Gallery (MI)Il mercato del pesce Sesto S. Giovanni MIAAB Brescia
1997 Galleria S. Michele Brescia Ex chiesa di Santa Rita RomaTorre Gonzaghesca Rocca Spia d'Italia Solferino MN Galleria d'arte moderna di Palazzo Forti Verona
1998 Palazzo della Ragione MantovaMagazzini del sale Palazzo comunale SienaConsortium Dijon (F)
1999 Luciano Inga-Pin, MilanoAkropolis, Brescia




Visita:

Archivio Generale di Gugliemo Achille Cavellini

http://www.cavellini.org/Cavellini.org/Home.html

UN UOMO SOLO: MICHEL BROCANTE




"UN UOMO SOLO"
E' dedicato a Michel, un brocante di Bruxelles. L'ho conosciuto anni fa e continuo a seguire la sua incredibile vita, che adesso è quella di un barbone. Nel video c'è quello che lui sta facendo del suo "antro"(dove anche vive): un'opera d'arte in continua evoluzione, che parla dei suoi sogni, dei suoi incubi e delle sue fantasie. Un poeta-artista anarchico che riusa tutto quello che trova per tenere vivi ad ogni costo la sua vita e il suo pensiero. Peccato che non saprà mai che qualcuno lo segue e lo ama. ROSA BIAGI


Omaggio a MICHEL BROCANTE, BRUXELLES
di Giovanni Bonanno

la vita è fatta di sogni, di emozioni e spesso di perdizioni. In queste possibili abbandoni l'unico modo per sopravvivere è aggrapparsi a qual cosa che tu ami e credi, per non morire, per non soccombere dentro una furia distruttrice che affonda e annichilisce anche il più sensibile degli uomini. L'arte, è l'unica certezza per non affondare completamente. Michel è un personaggio vero, non di carta patinata.

ARTE CONTEMPORANEA/ OLTRE IL LIMITE 1989-2009


Il Corpo Consolare di Milano e della Lombardia
con il patrocinio di
Comune di Milano – Assessorato alla Cultura
Provincia di Milano
Regione Lombardia
Presidenza del Consiglio
Ministro per le Politiche Europee

Partner
Ferrovie Nord

in collaborazione con
Kallias – Centro Studi e Ricerca sulle Arti e la Comunicazione
A.I.S.E. – Associazione Italiana Studiosi di Estetica

presenta
PRIMA O POI OGNI MURO CADE
a cura di Ruggero Maggi

installazione site-specific collettiva presentata dal Milan Art Center




PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009
1989-2009 XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino. Attraverso un originale percorso espositivo open air nel centro storico di Milano, l’arte contemporanea diventa protagonista di una manifestazione che trasforma la città in un Museo “a cielo aperto”.


Galleria del Corso – Milano
9 - 22 novembre 2009
orari: 10.30 – 18.00
9 novembre – apertura ore 16.30

Prima o poi ogni muro cade. Un’asserzione che in sé circoscrive una speranza, un’azione diretta, un’immagine che si frantuma e disperde i propri frammenti a terra, ma che sottintende anche un’azione intima ed introspettiva che ogni individuo dovrebbe affrontare per demolire al proprio interno quelle sottili pareti che, inesorabilmente, si elevano. Gli artisti contemporanei invitati dovranno creare opere che travalichino i confini per unirsi in uno spazio ideale in cui ogni muro viene infranto ed i cui frammenti, come meteore, ricongiungano ciò che l’uomo ha voluto dividere. Questi frammenti saranno a stretto contatto con la terra. Come la caduta del muro ha ridato vita, movimento, transito alle persone ed alle idee, così sotto la Galleria del Corso un mosaico di installazioni delineerà di volta in volta, nuovi tragitti e nuovi spazi, che gli stessi visitatori potranno percorre ed attraversare.














Artisti:
Donatella Baruzzi, Luisa Bergamini, Anna Boschi, Nirvana Bussadori, Maria Caboni, Angelo Caruso, F.Romana Corradini, Teo De Palma, Gianni De Tora, Marcello Diotallevi, Roberto Franzoni, Bruno Freddi, Fabrizio Galli, Salvatore Giunta, Isa Gorini, Claudio Grandinetti, Franca Lanni, Live Art, Fabrizio Martinelli, Gianni Marussi, Rita Mele, Franco Montemagno, Clara Paci, Giorgio Pahor, Armando Pelliccioni, Giovanna Pesenti, Renata Petti, Tiziana Priori, Claudio Rotta Loria, Jeannette Rütsche, Eugenia Serafini, Elena Sevi, Micaela Tornaghi.
visita:

ARTE CONTEMPORANEA/ Mostra Personale di Ruggero Maggi


SPAZIO OPHEN VIRTUAL CON/TEMPORANEO


" LA MOSTRA TUTTA VIRTUALE "



UNO SPAZIO VIRTUALE SEMPRE APERTO



"LA MOSTRA TUTTA VIRTUALE" è' un vero e proprio spazio digitale, che permette al visitatore di godere delle opere esposte. E' l'Archivio Ophen, fra gli archivi di arte contemporanea digitali che apre ora le sue porte virtuali con un vero vernissage online. Protagonisti diversi artisti Italiani selezionati, che espongono le loro opere proprio attraverso le pagine del sito, dove possono far conoscere meglio la loro arte e le loro esperienze.


Opere in permanenza virtuale dell''Archivio Ophen Virtual Art di Salerno: Ruggero Maggi, Roberta Fanti , Giovanni Bonanno, Nicolò D'Alessandro, Gabriele Jardini, Andrea Bonanno, Lorenzo Cleffi, Franco Longo, Giuseppe Celi, Bruno Sapiente, Alzek Misheff.




MOSTRA PERSONALE VIRTUALE

DI
RUGGERO MAGGI






A R EA

D I

C O N F I N E

da sabato 14 novembre a domenica 10 gennaio 2010



Galleria del Corso: "Prima o poi ogni muro cade"
Ruggero Maggi intervistato da Gianni Marussi, installazione site-specific collettiva proposta a Milano

Video:



opera
autore:Ruggero Maggi
titolo: Morte caotica
tecnica: trasferibili e grafite su tela
Anno: 1993





PRESENT/AZIONE CRITICA



L’ arte di confine di un artista outsider



Il tecnologico e urbano Maggi, incarna la “perdita della natura” con vere e proprie installazioni, composte da tubi al neon, metallo e legno, eseguiti a partire dal 1989, fino alle più recenti opere dove il concetto “Artificiale/Naturale” assume un ruolo predominante e caratterizza gli ultimi felici esiti del suo lavoro.


Sono sempre più convinto che la tecnoscienza prima o poi ci strangolerà, ingoierà tutto. Sicuramente stiamo distruggendo il pianeta e ci stiamo avviando a sondare un futuro pieno di incognite, per niente tranquillo. Infatti, l’uomo non si rende conto che distruggendo la natura in nome del progresso, del consumismo e dello spreco programmato, distruggerà anche se stesso. Porse in un futuro prossimo, gli unici abitatori del pianeta terra saranno le formiche e i topi che prenderanno definitivamente il posto dell‘uomo. Il futuro, quindi, sarà una catasta di logori relitti, a meno che venga riscoperto e propugnato uno spirito umanistico con un sentimento morale nei confronti della natura e delle sue straordinarie possibilità. Oggi, purtroppo, la sfida ambientale coincide con la nostra stessa esistenza; siamo in piena situazione “ post-ecologica “. Solo alcuni artisti contemporanei come Ruggero Maggi hanno il coraggio di porsi tali problemi di vitale importanza, interessati a scandagliare l’essenza “vera” del reale. Sono i nuovi ”primitivi post-industriali che vivono una dimensione tecnologica, che meglio si potrebbe chiamare di “confine”, per la maggiore difficoltà che abbiamo a accostarci alla natura, ormai annullata da una civiltà poco intelligente, che distrugge tutto. Sicuramente nello spazio-tempo della vita di un uomo, la natura è la misura della sua coscienza e della sua sensibilità. R. Maggi è cosciente della triste situazione dell’uomo senza futuro; evidenzia lo sforzo di convivere con la tecnologia e tenta di instaurare un possibile dialogo con essa, quasi una rivitalizzazione dei materiali naturali o artificiali , raccolti e riproposti in una dimensione “altra”. Ruggero Maggi lavora spesso sui materiali trovati, che colloca dentro lo spazio reale e in tal modo diventano memorie urbane, come ha scritto Pierre Restany, presentando più di una volta il lavoro di R. Maggi, scrive: “Siamo in una società post-industriale dunque in una società che non ha superato di fatto lo stadio industriale, anzi ne è satura, e totalmente satura di industrie. In questa società, è necessario reinventare il rapporto fra l’uomo e la macchina. Ridefinire questo rapporto implica creare le condizioni giuste e vere di un “dialogo". E’ proprio nel cuore di questo dialogo che si inserisce la ricerca linguistica di R. Maggi. Infatti, l’artista si interroga sulla natura che non può più rappresentare, tutt’al più la ricrea per frammenti di materia naturale e artificiale”. Per comprendere appieno i suoi lavori bisogna conoscere l’operazione “museo in casa” del 1980, in cui proponeva la “casa” svuotata da ogni mobile e suppellettile, dichiarando che era uno spazio quasi riabilitato al ruolo di Museo d’arte. Proprio da questa iniziale e fondamentale operazione, derivano tutti gli altri suoi lavori che accolgono frammenti di realtà, raccolti, conservati e rivitalizzati da un neon di luce industriale o da un laser tecnologico. Maggi, si affida ad una dialettica elementare e primaria che va a confrontare con la tecnologia e la sofisticazione; accostando il neon ai materiali primari li de-materializza e li concettualizza (l’arco della luna del 1975). Dice Jacqueline Ceresoli: una presenza silenziosa, in cui solo la vista – un raggio laser frantumato in tanti piccoli punti – può dare voce a tutti gli altri sensi isolati”. L’artista metropolitano, quindi, ha bisogno di recuperare i frammenti del reale e di immetterli nel circuito della memoria, così facendo, la scatola, l’installazione, diventa il luogo che archivia e conserva i dati raccolti, quasi una dimora della sopravvivenza. Questa immissione di elementi naturali e artificiali, in un rapporto continuo di intensa “interferenza” dove gli elementi naturali (il legno, la pietra, il fossile) convivono con elementi tecnologici (tubi al neon, plexglass, laser), creano uno strano sincronismo emozionale che diventa “cortocircuito” ad alta frequenza. Quello che crea Maggi è un universo privato che viene messo in vista, desideroso di essere conosciuto e che l’artista “generosamente” esibisce. Giovanni Bonanno







Visita la Galleria Virtuale:








Sala 1: Grandi Opere







opera
autore:Ruggero Maggi
titolo: Prolungamenti ideali - Identità
tecnica:neon
Anno: 1974
dimensioni: 80x80











opera
autore: Ruggero Maggi
titolo: L’arco della luna
tecnica: polimaterico su tela e neon
Anno: 1975
dimensioni: diametro cm. 60











opera
autore: Ruggero Maggi
titolo: Big dollar
tecnica. serpente imbalsamato e neon
Anno: 1975
dimensioni:






opera
autore: Ruggero Maggi
titolo: Left - Right
tecnica: radiografie e lampadine su legno
Anno: 1996 dimensioni: 50x50 cm.










opera
autore: Ruggero Maggi
titolo: Doppio Sguardo
tecnica: polimaterico e neon
Anno: 1997
dimensioni:220x120 cm.












scultura
autore: Ruggero Maggi
titolo: Arida acqua
tecnica: craquelet su metallo ed effetto sonoro
Anno: 1998
dimensioni: 58x85










opera
autore: Ruggero Maggi
titolo: Tutti i colori del caos (part.)
tecnica: circuito stampato ed olio su tela
anno: 2001
misure: cm. 50x70









opera
autore: Ruggero Maggi
titolo: Punto croce
tecnica: fotografia su carta Lambda
Anno: 2005











opera
autore: Ruggero Maggi
titolo: P@sso a p@sso
tecnica: fotografia su carta Lambda
Anno: 2005
dimensioni: 50X70 – 70x100







opera
autore: Ruggero Maggi
Titolo: Tavolozza - dati
Tecnica: bottiglie di vetro e aerografia digitale
Anno: 2008
Dimensioni: 70x150 cm.









Sala 2 : Installazioni






neon installazione
autore:Ruggero Maggi
titolo: Platea (dettaglio)
Anno: 1988
installazione neon alla Biblioteca Comunale di Clusone (Bg)
dimensioni: misure variabili














laser installazione
autore:Ruggero Maggi & anonimo
titolo: Il peccatore casuale
tecnica: breviario e laser
Anno: 1995
dimensioni: misure variabili












installazione
autore:Ruggero Maggi
titolo: Arte a Peso/Il Peso delle Parole
tecnica: pane timbrato, pelle sintetica e smalti
Anno: 1997
dimensioni: misure variabili

















installazione
autore:Ruggero Maggi
titolo: “DNA – Dalla Nuova Arte”
Tecnica: installazione con tubi in plexiglass, immagini in poliestere, neon -
Anno: 1998
dimensioni: misure variabili














installazione
autore:Ruggero Maggi
titolo: Fractus
tecnica: terra pressata e meccanismo riproducente l’atto respiratorio
Anno: 2000 dimensioni: misure variabili


















installazione
autore:Ruggero Maggi
titolo: Velo d’ombra
tecnica: polimaterico
Anno: 2001
dimensioni: misure variabili




Velo d'ombra+ azione




“VELO D’OMBRA”
installazione di Ruggero Maggi
azione di K


“Velo d’ombra” conduce in uno spazio totemico in cui dieci sagome, alte quasi tre metri e rivestite con il burqa, nella loro esiguità di ombre di ciò che deve essere invisibile, concentrano la loro essenza in una proiezione di luce bianca che filtra dalle sottili feritoie del burqa.

Una presenza silenziosa, in cui solo la vista – un raggio laser frantumato in tanti piccoli punti – può dare voce a tutti gli altri sensi isolati, si aggira tra queste presenze che chiedono di essere vive e reali, nonostante la loro invisibilità.

Il buio ha sempre diviso gli animi: zona di quiete o spazio infinito che diventa claustrofobico. Un velo d’ombra può far risaltare bellezze nascoste, fuorviare l’apparenza con improvvisi ed improbabili giochi di chiaroscuro: ma come appare la realtà quando un velo d’ombra viene imposto? Come ogni materia che separa, per quanto sottile ed intangibile (devastante la violenza di un’ombra psicologica), il risultato si trasforma sempre in un limite che delinea campi visivi e d’azione, in cui l’imposizione affievolisce la libertà.

L’interno e l’esterno subiscono modifiche che condizionano sia l’individuo che la collettività. Forse soltanto acuendo al massimo la propria sensorialità si può tentare di infrangere quel distacco che ci rende muti osservatori.












installazione
autore:Ruggero Maggi
titolo: Aspetti di confine
tecnica: lattice e terra
dimensioni: misure variabili










Titolo: “Aspetti di confine”, installazione Giardino dei Ciliegi

POETICA DELL’INSTALLAZIONE:
L’inserimento di elementi primari geometrici – precisi tagli installativi resi più morbidi da strutture casuali e caotiche, formate da guanti di lattice trasparente riempiti di semplice terra – in un ambiente naturalistico, crea dissociazione, sorpresa ed una forte evocazione poetica. (R. Maggi)










installazione
autore:Ruggero Maggi
titolo: Ecce ovo
tecnica: polimaterico
Anno: 2009 dimensioni: misure variabili





















Sala 3 : LIBRI D'ARTISTA E OPERE DI MAIL ART





libro d’artista
autore: Ruggero Maggi
Titolo: Bonjardin









libro d’artista
autore: Ruggero Maggi
Titolo: Netland










libro d’artista
autore: Ruggero Maggi
Titolo: Sacred god








libro d’artista
autore: Ruggero Maggi
Titolo: Sacred god








Opere di Mail Art
































Ruggero Maggi







autoritratto Neon
autore: Ruggero Maggi



Torinese di nascita, milanese di adozione, figlio del mondo, Ruggero Maggi vive intensamente il suo ruolo d‘artista e di uomo libero; un outsider non allineato,al punto che risulta difficile catalogarlo. Incomincia la sua attività di artista agli inizi degli anni 70 con lavori giovanili, caratterizzati da un certo surrealismo e con l’inserimento, sempre più insistente, di elementi di realtà che la visione, volutamente, non riesce ad assorbire.Con il passare degli anni,questa immissione di elementi “devianti” all’interno dell’opera diventa sempre più evidente,in un rapporto di intensa “osmosi”, con gli elementi del passato il legno,la pietra, il fossile), che convivono energeticamente con elementi tecnologici (tubi al neon, plexglass, laser),quasi una sorta di“sincronismo concettuale” ed emozionale. Il suo linguaggio“combina -dice Pierre Restany elementi di alta tecnologia con i materiali primari ed elementari, il primitivismo con la sofisticazione”. Scrittore, ricercatore poetico-visivo,animatore della Mail Art e teorico “dell’arte caotica”, Ruggero Maggi vanta opere esposte in permanenza al Museo di Storia Cinese di Pechino, al Museo d’Arte Moderna di Città del Messico e al Museo dell’Olografia di Parigi.







L'intervista a un caotico casuale

-L‘intervista si riferisce a un incontro tra Ruggero Maggi e Giovanni Bonanno negli anni 90, nello studio di Milano.


Giovanni Bonanno: In questi ultimi anni c’è un proliferare di artisti, di critici, di gallerie e soprattutto di artisti giovani che si “offrono” ai vari critici alla moda e accettano di essere sacrificati sull’altare dell’arte. Cosa ne pensi?

Ruggero Maggi: Conosco giovani che sono dei veri e propri arrampicatori sociali. D’altronde, giovani o vecchi, gli artisti che vogliono arrivare in fretta a certi traguardì,devono bruciare le tappe, così usano qualsiasi mezzo. Non è tanto un fatto di gioventù o di vecchiaia, ma di mentalità.
G. B.: Io sono convinto che se non si hanno dei riferimenti, che possano garantire degli stimoli; una presa di coscienza autentica, non si può lavorare seriamente. Barilli, con le sue ondate di caldo e di freddo, pensa che l’arte si rinnovi a scadenze periodiche, per cui a ogni decennio, c”e il tentativo di rivelarci dove va l’arte contemporanea, purtroppo sempre lontano dall’interno della “cosa”, cioè della creatività più infuocata.

R. M.: Barilli, pensa che ci sia in atto qualche cosa di nuovo (vedi la rassegna “AnniNovanta”, tenutasi recentemente a Bologna), in realtà le situazioni nuove sono ben poche e quelle poche non sono sempre inserite in un certo circuito ufficiale.
G. B.: E’ colpa dei critici “creativi”, se l’arte diventa sempre più ripetitiva e omologata?

R. M.: E’ colpa dei critici che non fanno il proprio mestiere. Il vero critico deve scrivere, criticare e non solo limitarsi a organizzare rassegne.

G. B.: Perchè il critico non ha più voglia di criticare?

R. M.: Perchè il critico non è più un poeta. Una volta, vedi P. Restany, erario dei poeti, degli artisti loro stessi, adesso è un personaggio impelagato nel sistema politico e istituzionale e quindi strumentalizzato.

G. B.: Nel panorama contemporaneo dell’arte esistono due tipi di artisti; quei pittori che collaborano con il sistema “mafioso” dell’arte, e poi “gli altri”, i franchi tiratori, come noi, liberi da obblighi e da vincoli.

R.M.: L’artista, emarginato volutamente o comunque costretto a farlo, ha una visione più lucida rispetto ad un artista inserito in un certo mondo ufficiale. Per forza di cose egli viene “assorbito” dal mercato, con una produzione, a livello poetico, quanto meno ripetitiva e involutiva.

G. B. ; Sicuramente,Barìlli e A. Bonito Oliva, sono stati i grandi artefici che hanno “condizionato”,un pò troppo, il sistema dell’arte in Italia, con il relativo appiattimento di idee e di contenuti.
R. M.: Molti artisti sono diventati pigri, non vogliono sacrificarsi molto vogliono arrivare in fretta, comodamente. L’artista non deve diventare un “bancario”,un manager di se stesso. Trovando sulla propria strada tutti questi critici che “inventano” continuamente ipotesi tipo trans, post, neo, alcuni artisti accolgono tali proposte e partecipano a tali “comodi movimenti”.Secondo me, non sono assolutamente dei “veri movimenti”, sono delle copie, brutte copie di movimenti passati. Il vero artista è il ricercatore.

G. B.: Riguardo il sistema “ufficiale” dell’arte, il tuo posizionamento è autonomo, rispetto a mode e tendenze pre-confezionate. Una ricerca senza contenuti, senza ripensamenti o riflessioni, non ha senso. Iil silenzio serve a costruire un lavoro nuovo. Diceva Marcel Duchamp : Il grande artista deve andare nella clandestinità e nell’anonimato. Sicuramente, con la Mail Art, la dichiarazione di Duchamp diventa un lucido programma, dal momento che non c’è nessun interesse commerciale e si presta a questa “nuova dimensione” per la sua intrinseca capacità di scavalcamento della critica, dei galleristi, del mercato, in un confronto “diretto”, tra un artista e l’altro e, soprattutto, in un attraversamento “libero” delle più diverse tendenze dell’arte di ricerca.

R. M.: Ognuno di noi, Mail Artisti, contribuisce alla Mail Art, apportando qualcosa di nuovo, con la propria mentalità, esperienza, fantasia. La Mail Art, per me, ha un’importanza prevalente; realizzo operazioni di Mai Art dal 1975, e, al tempo stesso, ho sempre operato anche a livello professionale anche se mi reputo molto poco ufficiale perchè non seguo le mode.

G. B.: In questi ultimi tempi, dopo che il linguaggio dell’arte risulta nettamente omologato a livello planetario, si parla, con insistenza, di marginalità, di periferia, mi chiedo: Più marginale dell’operazione Mail, come mai gli artisti postali, non vengono presi in considerazione?

R. M.: In verità, tra il mondo “ufficiale” dell’arte e quello della Mail Art non ci sono punti di contatto, per tanti fattori, anche se ultimamente, certi passi per avvicinare i due mondi sono stati fatti, vedi la Mostra di novembre dell’anno scorso, al Palazzo degli Uffizi a Firenze, dedicata, appunto, alla Mail Art, e tante altre cose che sono state realizzate in questi ultimi anni. Prima hai accennato all’aspetto “ludico” della Mail art; molti, purtroppo, pensano che la Mail Art sia soltanto giocare con le cartoline, i francobolli, i timbrini, ma non è così, io per esempio, ho organizzato più volte una manifestazione chiamata “Progetto Ombra”, dedicato. alla distruzione atomica di Hiroshima, argomento il quale non mi sembra che ci sia proprio da scherzare. Ci sono operatori, tipo Clemente Padin in Uruquay, che sono stati, addirittura messi in galera per le loro opinioni politiche, e dalle prigioni mandavano dei messaggi a tutto il mondo, sulla situazione politica e dittatoriale de loro paese.

G.B.: Sei un artista, un organizzatore”perfetto” di interessanti rassegne e, soprattutto, un uomo libero e autentico in questa giungla di cartapesta. Come hai iniziato la tua attività, come è sorto questo bisogno incontenibile di fare arte? Se non ricordo male, hai iniziato come gallerista, gestendo a Milano, in via Fatebenefratelli, il Milan Art Center

R. M.: Nel 1973 avevo solo 22 anni, in quell’epoca l’artista era per me un personaggio talmente affascinante e importante, che non pensavo lontanamente di poter fare quel lavoro a livello professionale, perchè li vedevo come dei “mostri sacri”. Vivendo dentro al mondo dell’arte e conoscendo quindi gli artisti stessi un pò più da vicino, mi sono convinto che potevo fare benissimo un certo tipo di lavoro. Dal 1973 al 1979 ho continuato a gestire il Milan Art Center. Dopo il 1979 sono andato a vivere in Perù per diverso tempo. Ritornato a Milano, dopo aver preso la direzione,assieme a T. Montanari, del Centro Lavoro Arte riaprii il Milan Art Center, inteso come spazio multimediale, interessato ad un certo tipo di sperimentazione che certe gallerie ancora rifiutano perforrnances, installazioni, video arte, mail art etc).
G. B.: Vuoi dirci qualcosa del tuo metodo di lavoro, per realizzare l’opera parti da un progetto?
R. M.: No, generalmente parto da una visione particolarmente stimolante avuta in ....strada. Sono un “raccoglitore” dei più disparati oggetti, che trovo, appunto per la strada e che poi riutilizzo. Sono sempre stato attratto dalla luce,dai tubi al neon,d al laser;tutti elementi tecnologici,che associo ai materiali trovati, più primitivi, ( terra, legno , pietra, fossile)

G. B.:Quali progetti hai realizzato recentemente?

R. M.: Ho organizzato una rassegna d’arte contemporanea italiana, “Italian Report” nel prestigioso Museo Municipale di Tokyo, all’Art Space di Nishinomiya,vicino Osaka e al City Museum di Kyoto. Nel 1993, con P. Barrile, ho realizzato un omaggio a Piero Manzoni, alla sua linea infinita. Piero Manzoni è stato un grande ricercatore, spesso polemico, ma molto intelligente. Piero, poteva essere un grande Mail Artista, peccato che nel 1963, anno in cui è morto, non era ancora nata la Mail Art.

G. B.: Come artista, hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

R. M.: Di sogni ne ho tanti. Vorrei fare un’installazione al Castello di Barletta, un castello “bellissimo”, che ha dei sotterranei ancora più splendidi; sono dei luoghi fantastici, magici,dove mi piacerebbe collocare un enorme serpente di pietra e tubi al neon. Un altro sogno è quello di realizzare “il libro d’artista più grande del mondo”, in una cava semi-abbandonata vicino a Prato. Su una parete nuda della collina sono visibili diverse stratificazioni geologiche che mi sembrano pagine di un libro. Su queste “stratificazioni”, con delle enormi lettere al neon,vorrei scrivere una lettera ideale di Darwin.


CHI E' RUGGERO MAGGI ?

Dal 1973 si occupa di poesia visiva; dal 1975 di copy art, libri d’artista, arte postale; dal 1976 di laser art, dal 1979 di olografia, dal 1980 di X-ray art e dal 1985 di arte caotica sia come artista - con opere ed installazioni incentrate sullo studio del caos, dell’entropia e dei sistemi frattali - sia come curatore di eventi: “Caos italiano” 1998; “Caos – Caotica Arte Ordinata Scienza” 1999 – 2000; “Isole frattali” 2003, “CaoTiCa” 2004, “Attrazione frattale” 2006 (Premio Oscar Signorini – Fondazione d’Ars), “Caos e Complessità” 2009 (Università La Sapienza – Museo della Chimica – Roma).Tra le installazioni olografiche: “Una foresta di pietre” (Media Art Festival - Osnabrück 1988) e “Un semplice punto esclamativo” (Mostra internazionale d’Arte Olografica alla Rocca Paolina di Perugia – 1992); tra le installazioni di laser art: “Morte caotica” e “Una lunga linea silenziosa” (1993), “Il grande libro della vita” e “Il peccatore casuale” (1994), “La nascita delle idee” al Museo d’Arte di San Paolo (BR). Suoi lavori sono esposti al Museo di Storia Cinese di Pechino ed alla GAM di Gallarate. Ha inoltre partecipato alla 49. Biennale di Venezia ed alla 16. Biennale d’arte contemporanea di San Paolo nel 1980 e, dal 1973, a numerosi eventi artistici in tutto il mondo. Nel 2006 realizza “Underwood” installazione site-specific per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate. Nel 2007 presenta come curatore il progetto dedicato a Pierre Restany “Camera 312 – promemoria per Pierre” alla 52. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Nel 2008 presenta come curatore il progetto “Profondità 45 – Michelangelo al lavoro” sul rapporto Arte -Tecnologia. Nel 2008 a Villa Glisenti (BS) ed all’Art Centre della Silpakorn University di Bangkok, per un simposio artistico italo-thailandese dedicato alle problematiche del riscaldamento globale, realizza l’installazione “Ecce ovo” successivamente presentata a VertigoArte (CS).

http://www.ruggeromaggi.it/
http://www.camera312.it/







CAOS/VILLAGGIO GLOBALE


Dice Ruggero Maggi: All'inizio degli anni '80 scrivevo "La mail art non è solo arte spedita per posta e neppure solo arte che si crea per mezzo del servizio postale…è molto di più - so bene che, ad un osservatore superficiale essa potrebbe apparire così, in fin dei conti, nella grande maggioranza dei casi, essa si manifesta sotto forma di cartoline, francobolli, buste, timbri, ecc…tutti elementi facilmente identificabili con una funzione postale specifica - ma non è così. Maturando all'interno del Network (perché oggi la mail art è diventata un vero e proprio network mondiale!) si può benissimo osservare come dalle prime esperienze di carattere prettamente "postale", attraverso i mezzi sopra descritti e persistenti successivamente, anche se con differenti motivazioni, si possa arrivare ad uno stadio particolare di fare, anzi "vivere" con/di/per l'Arte. In questo periodo in cui la comunicazione assume dimensioni planetarie ed in cui i Cyberpunk, i nuovi corsari dell'era telematica, saccheggiano le banche dati, l'artista si pone come centro ideale di tutto un circuito internazionale e multimediale di contatti (personali o meno) poetici. Il mezzo più frequente per ottenere questi rapporti capillari è costituito dall'arte postale che, come un tentacolare network, abbraccia non solo idealmente il mondo intero, traendo avidamente da questo ogni input di percezione artistica. Il networker è come la tessera di un formidabile mosaico, solo apparentemente peso in un universo sconfinato di energie poetiche. In realtà la sua funzione è unica, poiché unico è il suo collocamento all'interno del circuito stesso con le relative connessioni con gli operatori. Solo attraverso la visione totale degli sforzi di ogni networker vi può essere la percezione globale di questa gigantesca aggregazione artistica. Probabilmente il Networker stesso è la più grande opera d'arte del mondo! La cellula networker ricercherà poi i propri simili seguendo quasi una sorta di irresistibile forza di coesione. "Bene!…(riprendo ora il discorso dopo circa 17 anni!) Questa irresistibile forza di coesione che aggrega, unisce le varie tessere poetiche in un fantastico mosaico artistico altro non è che il…CAOS! Attraverso le forze che regolano la Natura e che, lentamente ma inesorabilmente, sono scoperte dalla teoria del Caos, la nostra percezione sta cambiando. I sistemi caotici hanno cominciato a svelarci segreti meravigliosi che ci apriranno strade fino a poco tempo fa inimmaginabili. La superficie globale del tessuto naturalistico, sociale, psicologico del mondo è messa in luce; la relativa complessità di ciò che circonda non ci spaventa più. Questo tessuto connettivo della Natura viene avvertito come una frammentazione su larga scala, su una scala che ingloba l'Universo. Da lontano ci giungeranno le pulsazioni apocalittiche delle stelle, i movimenti dei pianeti, il lento fluire delle correnti galattiche con le loro comete, i loro meteoriti… Ad un esame più approfondito si potranno osservare le "maree" di magma incandescente delle stelle che ne regolano l'inesorabile pulsare, l'atmosfera od il turbinio, l'ineluttabile stasi di alcuni pianeti, la cui costituzione fisica squisitamente frattale di tutti i corpuscoli celesti, …e così via scavando sempre più nel tessuto, nella materia, nella "carne" stessa dell'Universo per riscoprirsi, dopo il viaggio a ritroso, ad osservare nel Micro-cosmo un altro…Universo! A livello poetico tutto ciò è ben rappresentato dal mosaico mail artistico fatto di strettissime interconnessioni creative tra artisti di paesi diversi; il "villaggio globale" è facilmente decifrabile - a livello visivo - in un variopinto pannello costituito da astratti picchi e isole di colori, di tonalità e sfumature diverse che, ad un esame più approfondito, rivelano inaudite presenze poetiche! Le varie tessere del mosaico si ritrovano, le diverse esperienze si fondono in un tutto dove però l'unicità ed originalità di ognuno rimangono invariate. Ogni pezzo è insostituibile…come il poeta che ne è stato l'artefice! Ora i frattali invadono il campo, ogni elemento è al suo posto…il gioco può iniziare! Ruggero Maggi



Visita:
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