Visualizzazione post con etichetta ARTE: La collezione dei desideri di Mail Art Archivio Ophen di Salerno. Mostra tutti i post
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sabato 5 settembre 2009

ARTE CONTEMPORANEA/ G. A. CAVELLINI








Guglielmo Achille Cavellini






Francobollo di G. Bonanno




A PROPOSITO DI GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI



Qual è il problema se l’opera di G,A.C. viene anche mercificata?




Alcuni giorni fa avevo posto già il problema dichiarando: “la Mail Art a me interessa perché riesco a trovarmi più libero e più disponibile in senso creativo a sperimentare particolari modalità di lavoro al di fuori del circuito dell'arte ufficiale”. Ne avevo discusso anche con Claudio Romeo, chiarendo il mio pensiero su tale mia affermazione. Mi accorgo che non ci troviamo troppo distanti se Claudio oggi afferma: “Il mercato prima o poi omologa tutto, l'importante che l'artista non si senta vincolato adesso, e Cavellini sicuramente non lo era, il mercato dell'arte è da rifiutare quando crea personaggi ad uso e consumo di se stesso...” Siamo pienamente d’accordo, e poi, aggiunge, “ non "demonizzo" il mercato dell'arte, non lo apprezzo, ma questa è cosa diversa... Molta "arte contro" ora è in bella mostra in salotti "radical chic" o nei pied-à-terre sui Navigli a Milano... Pensi che abbiano così perso il loro potere dissacratorio?” No di certo !!!. Il destino di ogni artista, se di valore, è inesorabilmente il mercato. Non guardatelo come una dannazione, esso lavora anche per voi, per far conoscere il lavoro interessante di un artista, e di fatto l’opera “mercificata non perde nessuna qualità se viene venduta. Come dice Vittore Baroni: “crediamo forse che le carte dadaiste o le opere postali dei Futuristi siano esenti da leggi di mercato? E' inutile mettere la testa sotto la sabbia, sono quarant'anni che singoli pezzi o intere collezioni di materiali fluxus, mail art, poesia visiva, vengono vendute, smembrate, collocate in musei, come è del tutto normale che accada” Tutto ciò è stato capito molto bene, da artisti di grande interesse che hanno lavorato, alcuni in modo intenso su questo versante di ricerca, non ponendosi alcun problema su tale questione, come per esempio : JOHN CAGE, GEORGE MACIUNAS, JOSEPH BEUYS, ALIGHIERO BOETTI, ENRICO BAJ, PABLO ECHAURREN, RUGGERO MAGGI, GIANNI DE TORA, MICHELE PERFETTI, TOMASO BINGA, ARRIGO LORA-TOTINO, PAOLO BARRILE, LUCIANO CARUSO, PAOLO SCIRPA, CLEMENTE PADIN, ROBERT FILLIOU, MARCEL STUSSI E WOLF VOSTELL E PERSINO RAY JOHNSON E S HOZO SHIMAMOTO.

Condivido anche il ragionamento di Anna Boschi: “diversamente, l'artista (anche se appartenente al circuito della mail art) è libero di vendere qualsiasi altra opera che produce e che non transita in questo circuito. Questo non vuol dire che nel momento in cui pratichi l'arte postale questa non possa essere la più disinteressata e anticommerciale forma di espressione di questo mondo”. Sono convinto che un'opera non perde alcun significato e qualità se viene mercificata e messa in vendita secondo le leggi del mercato dell’arte. Questo, aggiungo io, è un falso problema che tanti si portano continuamente appresso. Anche G. Achille Cavellini, come afferma Bruno Chiarlone, “non faceva differenzazioni della sua opera: nei suoi libri che inviava a domicilio vi erano le sue opere dissacratorie, ironiche, paradossali, i costumi, i cimeli, tutto il suo mondo creativo...”, non si poneva il problema visto che si era posto in una posizione volutamente anticommerciale, non poteva pensare mai di essere un giorno commercializzato proprio come sta facendo il figlio (Piero Cavellini) che dirige a Brescia il rispettabile Museo Ken Damy . Non si tratta di “Schiumarne una parte consistente, il nucleo duro e puro, metterla in vendita sul mercato”,come dice Bruno. Questa è la logica del fare arte, visto che si produce, carte, oggetti, cose, che attribuiamo “un valore” culturale, artistico, di qualità e in quanto tale sono destinate a essere conservate, scambiate, vendute, barattate con altre cose di valore. Pensate che le povere cartoline postali di Balla, Klee, Prampolini e Cangiullo non sono state vendute a caro prezzo come qualsiasi altro cimelio di cantanti, attori famosi personaggi di successo e falsi profeti del momento. Tutto ciò che diamo un valore diventa oggetto mercificabile, anche la “merda d’artista” di Piero Manzoni è diventata oggetto e prodotto di consumo . Giovanni Bonanno




Biografia




Nasce a Brescia nel 1914 in una famiglia di commercianti, alla cui attività collaborerà per gran parte della sua esistenza, assicurandosi un’autonomia economica che sarà condizione essenziale per la sua indipendenza artistica.Dopo alcune prove di iniziazione al disegno e sporadici tentativi pittorici interrompe quello che sembra un desiderio innato per convogliare tutta la sua capacità espressiva in un progetto collezionistico che lo vedrà giungere ai vertici internazionali raccogliendo e promuovendo le opere degli artisti suoi contemporanei impegnati in una ricerca informale-astratta.Riprende nei primi anni Sessanta un’attività personale sentendosi pronto a ripartire dall’esperienza fatta come collezionista per cercare una propria autonomia di linguaggio.Già da allora prova a coniugare il lavoro di altri autori in un processo di appropriazione che porterà avanti durante tutta la sua attività artistica.Parte dall’esperienza pittorico informale che modula attraverso un segno autonomo che sottolinea la scrittura autobiografica e coinvolge elementi della sua realtà personale. Nel 1965 usa gli oggetti della sua attività quotidiana unendoli a sfondi di scarto industriale in una sorta di autobiografia oggettuale.Vengono poi le cassette che contengono le sue opere precedenti soggette ad una sistematica autodistruzione e gli omaggi ad autori che rappresentano la storia dell’arte in forma di francobollo celebrativo o di ricostruzione fantastica delle loro opere più famose in cui inizia a rapportare se stesso. Dal 1968 produce i carboni bruciati con cui estende i due concetti di distruzione e celebrazione in un lavoro sistematico ed accurato su di una buona fetta della storia dell’arte.Nel 1971 conia il termine “autostoricizzazione” attraverso il quale prende forma una ramificata elaborazione concettuale che lo porta ad esporre se stesso al centro della propria opera in una specie di combattimento ideale con il sistema artistico di cui si fa analitico destrutturatore.Questo concetto da allora sarà il motore del suo lavoro che prenderà le forme più varie ed articolate, da una proliferante ed ossessiva riscrittura della propria biografia sulla realtà circostante alla formulazione delle “mostre a domicilio”, libri opera che lo condurranno al centro di un circuitio mailartistico internazionale di cui fu uno dei più celebrati esponenti.Muore a Brescia nel 1990, fino all’ultimo al lavoro secondo una personale concezione del rapporto tra arte e vita di cui fu uno strenuo paladino.





Mostre personali (selezione):
1965 Galleria Apollinaire, Milano
1990 Galleria Piero Cavellini, BresciaArtestudio, Ponte Nossa (BG)
1991 Galerie Air de Paris Nice Art Box Carpi Sala EstenseMuseo Ken Damy, Brescia
1992 Espace, TorinoMuseo Ken Damy, Brescia
1993 Fondazione Mudima Milano Musei Civici di Rimini Galleria d'arte moderna Museo Ken Damy di fotografia contemporaneaChiesa del Carmine BresciaMuzeum Moderného Umenia Warholovcov
1994 Slovenska Vytarna Unia, BratislavaMuseo Ken Damy di fotografia contemporaneaComune di Sirmione, Palazzo Civico "GAC Drugstore"
1995 Comune di Pesaro Ass. alla cultura. Sala LaurianaMuseo Ken Damy di fotografia contemporanea Stamp Art Gallery S. Francisco USA
1996 Archivio Cavellini, BresciaMuseo Ken Damy
1997 Sarenco Club Art Gallery (Verona)Passage Ierimonti Milano Museo Ken Damy, Brescia
1998 Wella Italia Castiglione delle Stiviere MNMuseo Ken Damy di fotografia contemporanea BresciaExpo Arte Montichiari BS Teatro Nuovo Giovanni da Udine (UD)
1999 Municipio, Sala delle colonne, BotticinoGalleria Spaziotemporaneo, MilanoScuola Media Tovini, BresciaCavalese, Palazzo dei Congressi Museo Ken Damy di fotografia contemporanea, BresciaGalleria Peccolo, Livorno









Mostre collettive (selezione):
1948 Roma, Rassegna nazionale di arti figurative.
1990 Sala dell'Accademia del Disegno, FirenzeMuseo Ken Damy, Brescia
1991 Civica Raccolta del Disegno. Palazzo Civico. Salò BSAir de Paris a Paris
1992 Galerie Saqqarah Gstaad (CH) Galerie Montaigne Paris (F)
1993 Villa Brunati Città di Desenzano del GardaComune di Maderno Centro culturale Sincron Brescia
1994 Il mercato del pesce Sesto S. Giovanni MIPremio Vasto "Sala personale"
1995 Le Consortium Dijon (F)
1996 Ierimonti Gallery (MI)Il mercato del pesce Sesto S. Giovanni MIAAB Brescia
1997 Galleria S. Michele Brescia Ex chiesa di Santa Rita RomaTorre Gonzaghesca Rocca Spia d'Italia Solferino MN Galleria d'arte moderna di Palazzo Forti Verona
1998 Palazzo della Ragione MantovaMagazzini del sale Palazzo comunale SienaConsortium Dijon (F)
1999 Luciano Inga-Pin, MilanoAkropolis, Brescia




Visita:

Archivio Generale di Gugliemo Achille Cavellini

http://www.cavellini.org/Cavellini.org/Home.html

venerdì 21 agosto 2009

ARTE/ COLLEZIONE ARTISTI CONTEMPORANEI - Sala 3/ La Mail Art

La Galleria dei Desideri
dell'Archivio Ophen di Salerno










SALA3

PAUL KLEE
1879 - 1940



P. Klee, Cartolina indirizzata a Gabriele Munter nel 1913.



La cartolina, indirizzata da P. Klee a Gabriele Munter è di cm. 6,5x5,1. Si trova a Monaco alla Stadtische Galerie im Lenbachhaus, da Bayern è datata 1913, precisamente 28.6.13 (28 giugno 1913). L'opera, presenta un disegno a china in bianco e nero di un personaggio fantastico e onirico, già anticipatore e rivelatore del mondo visionario e personale dell'artista svizzero. L'eccezionale raccolta di Gabriele Munter donata, alla vigilia della sua morte alla Stadtische Galerie di Monaco,dove si trova la suddetta opera, esposta assieme a diversi quadri da lei creati ci permette di ritrovare le primissime anticipazioni di una forma di arte che verrà successivamente chiamata "Mail ART".