lunedì 6 maggio 2024

SETTIMANA DELLE CULTURE A PALERMO, "Asemic Chiudimail" - Museo del disegno 11-20 maggio 2024

 

 


In occasione della XIIIa Settimana delle Culture, al MUSEO DEL DISEGNO, via Mogia,8 a Palermo, sabato 11 maggio 2024, alle ore 18.00 si inaugura la Mostra collettiva: ASEMIC CHIUDIMAIL a cura di Nicolò D’Alessandro e Enzo Patti.

Questa mostra ASEMIC CHIUDIMAIL è la prima ricognizione in Sicilia degli artisti che hanno praticato o praticano la scrittura asemica. La raccolta nasce dal continuo esplorare, dal monitoraggio che il Museo del Disegno compie sulla rete per comprendere meglio il valore della parola e dei linguaggi. Un gioco collettivo nato su Facebook ma diventato ormai fenomeno globale che si propone di indagare la scrittura asemica che non vuole comunicare alcun messaggio con uno specifico contenuto semantico ma la stessa natura di scrittura. Questa scelta operativa, affermatasi come stile internazionale, è presente in molti paesi del mondo. 


 

L’Arte è addizione e la scrittura asemica per scelta volontaria del non significato della parola, esprime invece sottrazione che diventa estranea a qualsiasi partecipazione attiva o impegnata. Sottende però la somiglianza della scrittura dove la lettura non è capita da chi legge, poiché essa ha deciso di non comunicare parole significanti e non vuole essere neppure espressione artistica. Le immagini virtuali dei chiudimail, reperibili in rete, sono ad alta definizione e possono essere stampate su carta adesiva.

Gli artisti: Michele Lambo, Giuseppina Riggi, Francesco Ortesi, Tommasina Squadrito, Lorenzo Li Greci, Giovanni Bonanno, Silvana Lunetta, Alfonso Lentini, Davide Ubaldini, Emilio Angelini, Carlo Monastra, Renato Lipari, Roberto Ganci, Agostino Tulumello, Orazio D'Emanuele, Cinzia Farina, Giusto Sucato, Salvatore Salamone, Franco Panella, Giuliana Crocivera, Nicolò D'Alessandro, Enzo Patti.

 

Nel corso dell’inaugurazione, che avverrà giorno 11 maggio alle ore 18.00, i curatori converseranno sul senso della “SCRITTURA ASEMICA” e illustreranno ai visitatori il fenomeno.

Nei giorni successivi 12/20 maggio 2024 la mostra sarà visitabile solo su appuntamento telefonico, dalle 18.00 alle 20.00, escluso il giovedì è la domenica.

Prenotazioni: MUSEO DEL DISEGNO cell. 338 8544404/ tel. 091 322030.

 

 

REEL:

 

https://www.facebook.com/reel/391906967134994 

 

 

 Evento segnalato dall'Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

Alla Fondazione Marcello Morandini di Varese le Geometrie Straordinarie dell’arte contemporanea / evento 11/05/2024 - 02/02/2025

 


 

 

GEOMETRIE STRAORDINARIE

FONDAZIONE MARCELLO MORANDINI - VARESE (VA)

 

 

 

 

EVENTO:

11/05/2024 - 02/02/2025

“Geometrie Straordinarie” rappresenta un’importante celebrazione dell’arte geometrica contemporanea.

La mostra esplora le infinite possibilità espressive della geometria non figurativa attraverso combinazioni inedite. Dieci artisti di rilievo internazionale, ciascuno con il proprio linguaggio visivo distintivo, contribuiscono a un dialogo affascinante sulle forme geometriche e sulla loro capacità di trasformare la percezione artistica.

Da Edgar Diehl e Peter Weber dalla Germania, i cui lavori esplorano il dialogo tra spazio e materia attraverso sculture astratte dinamiche e l’utilizzo del materiale per veicolare la forma, a Şakir Gökçebağ dalla Turchia, che trasforma oggetti di uso quotidiano in opere d’arte che celebrano la semplicità geometrica.

Patrick Hughes, dal Regno Unito, rivoluziona la percezione visiva con le sue “pitture in movimento”, opere che giocano abilmente con l’illusione ottica e la prospettiva. Anna Kruhelska dalla Polonia e Bruno Munari dall’Italia, si districano tra vari media per esplorare temi di identità, memoria e percezione visiva, offrendo prospettive uniche attraverso l’uso innovativo della forma e del colore.

Il viaggio espositivo continua con Paolo Scirpa e Martin Willing, il cui lavoro invita alla riflessione sull’universo e sulla struttura – reale in un caso e presunta nell’altro – attraverso la bellezza e la complessità delle forme geometriche. Infine, le opere di Beat Zoderer concludono il percorso espositivo, introducendo una ricca varietà di approcci alla geometria astratta.

Durante i dieci mesi della mostra, saranno organizzate conferenze mensili tematiche tenute dagli artisti stessi, durante le quali discuteranno delle loro opere in mostra e approfondiranno il tema centrale della loro arte.

ARTISTI

Diehl Edgar (DE), Gökçebağ Şakir (TR), Hughes Patrick (GB), Kruhelska Anna (PL), Munari Bruno (IT), Scirpa Paolo (IT), Seliger Reiner (PL), Weber Peter (DE), Willing Martin (DE), Zoderer Beat (CH)

 

 

DATE MOSTRA

11 maggio 2024 – 02 febbraio 2025

Visitabile giovedì, dalle 15:00 alle 18:00 e dal venerdì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00

Visita guidata due domeniche al mese alle 15:00

 

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

 

 

 

sabato 27 aprile 2024

60. Biennale Internazionale di Venezia / Un emporio equosolidale a cielo aperto”

 

 


Lettera aperta  di Sandro Bongiani al Direttore della 60. Biennale Internazionale di Venezia Adriano Pedrosa

 

“A Venezia un emporio equosolidale  a cielo aperto”

Un bazar coloniale del sud del mondo destinato a passare come una precaria biennale equosolidale indigena del “fuori tutto”, ben sapendo  che si è stranieri in qualsiasi luogo e situazione esistenziale, dimenticando volutamente di trattare la condizione difficile dell’artista che è sempre stato e sarà uno straniero in patria, al mondo e in ogni tempo.



L’espressione “Stranieri Ovunque” scelto da questa 60. Biennale Internazionale di Venezia 2024 ci vuole far intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi  l’artista nel profondo sarà sempre uno straniero. Non viene mai per niente sottolineata la condizione di disagio dell’artista poco compreso dal sistema dell’arte. Questa è l’altra faccia della medaglia per niente  indagata in questa rassegna. Inoltre, ci preme segnalare al curatore Adriano Pedrosa che aveva preso  in prestito il titolo di questa biennale da un’opera «Foreigners Everywhere» (2004-5) del collettivo italo-britannico Claire Fontaine, che in un tempo non recente ma già remoto rispetto l’opera di Claire Fontaine vi è stato un autentico “stranger” come il siciliano Ignazio Corsaro  vissuto per diverso tempo a Napoli fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2013 che ha indagato insistentemente dal 1986 in poi la condizione dell’artista “stranger” producendo a proprie spese  senza alcun finanziamento pubblico da parte delle istituzioni  un  insolito bollettino semestrale edito a  Napoli dal titolo “Lo Straniero”, in cui metteva in evidenza l’isolamento dell’artista contemporaneo di fronte a un sistema arrogante che costringe e umilia.” Infatti, nel semestrale “Lo Straniero” scriveva: “Prima o poi anche tu sbatterai contro “lo straniero” perché il vero straniero non è un estraneo ma te stesso”.

Da diverso tempo si è deciso di negare  la giusta attenzione a generazioni di artisti “marginali attivi” considerati  da parte della critica e dal sistema dell’arte spesso confuso  e arrogante poco influenti per il mercato dell’arte che di contro preferisce proporre insistentemente proposte deboli, valorizzando volutamente artisti a servizio del potere culturale, come in questa Biennale di quest’anno incentrata  sull’emigrazione intesa come osservatorio privilegiato del presente con una decisa e massiccia presenza  a Venezia di artisti provenienti dal sud del mondo di matrice indigena, ovvero artisti provenienti da comunità o aree geografiche considerate marginali. Tutto ciò ci appare un deludente  stratagemma  per buttare fumo negli occhi e nascondere di fatto i veri problemi che da diverso tempo agitano le coscienze e le proposte libere relegate ancora ai margini.

Ad un tema  generico scelto da  questa biennale bisognava caratterizzare gli eventi programmati,  non semplicemente nel senso geografico del termine  ma soprattutto  umano e esistenziale, indagando anche la condizione difficile e “marginale attiva” di diverse generazioni di artisti che in modo solitario hanno continuato a lavorare nell’isolamento  collettivo, alcuni anche per diversi decenni non curandosi  minimamente del mercato e del sistema ufficiale dell’arte producendo nel tempo opere per certi versi non conformi ai dettami imposti dal mercato e proseguendo in un cosciente viaggio  isolato e originale.

A nostro parete  “lo straniero” non è solo colui che si è spostato dalla propria terra, lo si può essere in qualsiasi luogo, mentre lei caro Pedrosa ha preferito la visione retorica marginale dello “straniero”, troppo vaga e insieme troppo indagata  in questi ultimi anni, preferendo di fare una scelta volutamente esotica e coloniale   piuttosto che indagare la dimensione del mondo reale con la sua immane complessità.  Un esercizio, il suo, decisamente distratto,  arbitrario e poco ispirato. nato  dalla considerazione che l’esperienza artistica possa essere riducibile a ricami, arazzi e manufatti artigianali in cui l’arte, l’immaginazione, la poesia non sono qui di casa ma emigrati altrove.

Da alcuni anni a questa parte la  Biennale di Venezia si è trasformata in un gigantesco Luna Park a cielo aperto e ora con la sua direzione persino in un nostalgico e multiforme bazar coloniale "equosolidale" del sud del mondo. Noi crediamo che bisognava  altresì indagare e rivolgere l’attenzione pure  a generazioni di artisti non considerati dal sistema volutamente in controtendenza rispetto alle “inscenate”  imposte dall’apparato culturale planetario dell’arte, presenze già da tempo trascurate e rimaste in ombra rispetto le dinamiche di mercato e dagli approcci sensazionalistici che caratterizzano l’arte di oggi.

La nostra impressione è che ad un mercato dell’arte piuttosto “opaco” caratterizzato da un momento di rallentamento, di incertezza e complessità economica e politica,  il sistema mercantile abbia deciso di pari accordo tra i diversi interlocutori  di attingere a piene mani nel serbatoio primitivo del sud del mondo allo scopo di ossigenare il mercato con nuove proposte e presenze da immettere urgentemente a basso costo nel circuito dell’arte. Non a caso vi è stata una notevole attenzione e apporto di risorse da parte di gallerie e istituzioni affiliate a supportare un parterre di iniziative e eventi collaterali ben confezionati sparsi per tutta Venezia, dando credito alla sua proposta di stranieri coloniali ovunque.

La sua, ci appare una lucida strategia di sistema  alla ricerca di nuovi “Gauguin coloniali” dalla rinnovata verginità primitiva da gestire e imporre, come risulta confermato dalla presenza di diversi artisti presenti qui a Venezia che prestissimo troveremo già a Art Basel come  ad esempio La Chola Poblete dall’Argentina, l’artista angolana Sandra Poulson, e l’artista norvegese-sudanese Ahmed Umar.  Caro Pedrosa, non è forse così?

Dopo Il Luna Park di Cecilia Alemani e il funambolico Palazzo Enciclopedico di Massimiliano Gioni, ecco ora anche il suo primo bazar coloniale del sud del mondo destinato a passare come una precaria biennale equosolidale indigena del fuori tutto, ben sapendo  che si è stranieri in qualsiasi luogo e situazione esistenziale, per cui, se si indaga  tale tema è doveroso anche evidenziare la condizione secolare dell’artista che è sempre stato uno straniero in patria, al mondo e in ogni tempo. 

In tutto ciò permane il dubbio che  ci sia stato davvero una sorta di  attivismo esagerato deciso  dal sistema ufficiale dell’arte, attivando una serie sorprendente di eventi collaterali col il fine di innescare un possibile ricambio mercantile di artisti e di opere. Di fatto, la chiamata del sud del mondo rimane un cambio di rotta che non promette niente di buono per l’arte tranne che per le finanze commerciali. Ci chiediamo dove sono stati relegati  gli artisti di area digitale e tecnologica e tutti gli altri che hanno fatto ricerca e sperimentazione.

Una rassegna decisamente folcloristica dedita all’artigianato coloniale  e decorativo con poca creatività e immaginazione incapace di far intravvedere una qualsiasi  riflessione sulla vita e sul mondo. Per tale motivo la sua rassegna  periferica del sud del mondo ci appare condizionata da una logica prefissata quasi subito arenata in qualche secca oscura della laguna veneziana senza essere stato capace di consegnare a noi un margine di riflessione per  magari intravvedere un barlume di speranza e di luce.   Cordialmente, Sandro Bongiani.

 

 

domenica 21 aprile 2024

VENEZIA / “MAIL ART, ARTE IN TRINCEA” - SPAZIO THETIS

 

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SPAZIO THETIS VENEZIA

“MAIL ART, ARTE IN TRINCEA”

incontro di Arte Postale a cura di Ruggero Maggi

MERCOLEDì 8 MAGGIO 2024 ore 17.00

 


Mercoledì 8 maggio alle ore 17.00 a Venezia presso lo Spazio Thetis | Palazzina Modelli (Castello) si terrà l'incontro “Mail Art, arte in trincea” a cura di Ruggero Maggi.

Interverranno Chuck Welch (aka CrackerJack Kid) mailartista americano, Willie Marlowe artista verbovisuale americana, Antonietta Grandesso  Responsabile dello Spazio Thetis, Piergiorgio Baroldi Presidente dell'associazione culturale Paolo Rizzi ETS, Stefano Schiavoni Direttore del MAM Museo d'Arte Moderna e della Mail Art di Montecarotto (AN) e l'artista Ruggero Maggi.

Dedicato a Giorgio Nelva e BuZ Blurr (Russel Butler), tornati recentemente al mittente.

Mail Art, arte in trincea.... una trincea artistica refrattaria ai condizionamenti ed alle mode dell'imperante “sistema dell'arte”... trincea sociale contro le tragiche derive belliciste che stanno dilagando nel mondo.

Un tipo di ricerca artistica che trova nella comunicazione creativa la propria naturale sedimentazione poetica; d'altronde non vi è la comunicazione alla base di ogni contatto umano, di ogni pulsione artistica? La Mail Art rappresenta l'apice di questo tipo di sperimentazione. Nel rapporto tra mittente/destinatario ed attraverso l'oggetto spedito essa trova la giusta sublimazione concettuale. Ho sempre pensato che ogni azione umana dovesse essere motivata da un anelito di spiritualità derivante da arte e scienza e che dovesse avere come meta il raggiungimento di alti e profondi scopi.“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” come scrisse Dante (XXVI canto dell'Inferno, v. 119). La Mail Art non fa eccezione, è sempre stata attenta portavoce di messaggi artistici e poetici, con profondi risvolti sociali.

Vi sono stati artisti postali incarcerati per le loro idee di libertà, come l'uruguaiano Clemente Padín ed il salvadoregno Jesus Romeo Galdamez. Artisti postali che si sono rivolti anche alla ricerca tecnologica come il belga Charles François, Sandro Bongiani - Ophen Virtual Art Gallery, Claudio Grandinetti - Artefice, Claudio Romeo - DodoDada e lo statunitense Chuck Welch (aka CrackerJack Kid) con i suoi progetti e la sua importante collezione Smithsonian Artistamp e Mail Art Library presente negli archivi dell’Arte Americana a Washington, D.C. A proposito di Chuck Welch, che sarà presente al nostro incontro, voglio ricordare uno dei più raffinati progetti di arte postale che Chuck realizzò alla fine degli anni '70: mi chiese di spedirgli un paio di vecchi jeans e sorprendentemente, dopo un po', ricevetti un originale kit da lettere formato da fogli e buste ottenuti con il tessuto dei miei vecchi pantaloni, una vera sorpresa mail art! Vi sono poi artisti postali che si sono dedicati a veri e propri progetti editoriali, come il tedesco/cileno Hans Braumüller con la sua rivista Artist Matter Zine e la pubblicazione di libri come “Uniti nella Mail Art”, “Meta+Verse” realizzato con Ruggero Maggi e “Mail Art In Cyberspace” di Chuck Welch.

La Mail Art ha davvero molti volti, lontano dall'essere un mero scambio di cartoline, ha assunto da tempo una dimensione planetaria e sono ormai veramente pochi i Paesi in cui non risieda almeno un artista postale. Mail Art quintessenza della comunicazione creativa, network internazionale che abbraccia il mondo intero, antesignano dei recenti social. Un “Network Eterno” – così la definì Robert Filliou – aperto a tutti, artisti e non: è proprio questo il grande scardinamento rappresentato dalla Mail Art.

Il networker è come la tessera di un formidabile mosaico in uno sconfinato universo di energie poetiche. In realtà la sua funzione è unica, poiché unico è il suo collocamento all'interno del circuito stesso con le relative connessioni con altri operatori. Probabilmente il network stesso è la più grande opera d'arte del mondo!

 

La Mail Art non si fa per soldi,non si fa per la fama...

si fa... si vive... è emozione..

R.Maggi

 

 

info | maggiruggero@gmail.com

Per raggiungere Spazio Thetis

Linea 5.1/5.2 fermata Bacini

Linea 4.1/4.2 fermata Bacini

QRcode Mailartistamp con breve intervento video sulla storia dell'arte postale

https://www.ruggeromaggi.com/camera312-welcome/qr-mail-artistamp-by-ruggeromaggi.php

 

 

 


Eng

SPAZIO THETIS VENICE

“MAIL ART, ART IN TRENCH”

Mail Art meeting by Ruggero Maggi

 WEDNESDAY 8 MAY 2024 at 5.00 pm

 

“Mail Art, art in trench” meeting curated by Ruggero Maggi will be held on Wednesday 8 May 2024 at 5.00 pm in Venice at the Spazio Thetis | Palazzina Modelli  (Castello).

Speakers will be Chuck Welch (aka CrackerJack Kid) American mailartist, Willie Marlowe American verbovisual artist, Antonietta Grandesso Manager of Spazio Thetis, Piergiorgio Baroldi President of the Cultural Association Paolo Rizzi ETS, Stefano Schiavoni Director of the MAM Museum of Modern Art and Mail Art of Montecarotto (AN ) and the artist Ruggero Maggi.

Dedicated to Giorgio Nelva and BuZ Blurr (Russel Butler), who recently returned to sender.

Mail Art, art in trench.... an artistic trench refractory to the conditioning and fashions of the prevailing "art system"... a social trench against the tragic war-mongering tendencies that are spreading throughout the world. A type of artistic research that finds its natural poetic sedimentation in creative communication; after all, isn't communication at the basis of every human contact, of every artistic impulse? Mail Art represents the apex of this type of experimentation. In the relationship between sender/recipient and through the object sent it finds the right conceptual sublimation. I have always thought that every human action should be motivated by a longing for spirituality deriving from art and science and that it should have as its aim the achievement of high and profound goals. “You were not made to live like brutes, but to follow virtue and knowledge” as Dante wrote (XXVI canto of Hell, v. 119). Mail Art is no exception, it has always been a careful spokesperson for artistic and poetic messages, with profound social implications.

There have been mailartists imprisoned for their ideas of freedom, such as the Uruguayan Clemente Padín and the Salvadorian Jesus Romeo Galdamez. Mailartists who turned also to technological research such as the Belgian Charles François,  Sandro Bongiani - Ophen Virtual Art Gallery, Claudio Grandinetti - Artefice, Claudio Romeo - DodoDada and the American Chuck Welch (aka CrackerJack Kid) with his projects and his important collection Smithsonian Artistamp and Mail Art Library present in the archives of American Art in Washington , D.C. Speaking of Chuck Welch, who will be present at our meeting, I want to remember one of the finest mail art projects that Chuck created in the late 70s: he asked me to send him a pair of old jeans and surprisingly, after a while, I received an original letter kit made up of sheets and envelopes made from the fabric of my old trousers, a real mail art surprise! Then there are mailartists who have dedicated themselves to real editorial projects, such as the German/Chilean Hans Braumüller with his magazine Artist Matter Zine and the publication of books such as "United in Mail Art", "Meta+Verse" realized with Ruggero Maggi and “Mail Art In Cyberspace” by Chuck Welch.

Mail Art truly has many faces, far from being a mere exchange of postcards, it has long since taken on a global dimension and there are now very few countries in which at least one mailartist does not reside. Mail Art, the quintessence of creative communication, an international network that embraces the entire world, a forerunner of recent social networks. An “Eternal Network” – as Robert Filliou defined it – open to everyone, artists and otherwise: this is precisely the great disruption represented by Mail Art.

The networker is like a piece of a formidable mosaic in a boundless universe of poetic energies. In reality its function is unique, since its placement within the circuit itself with the relative connections with other operators is unique. Probably the network itself is the greatest work of art in the world!

 

Mail Art isn't done for money, it isn't done for fame...

it's done... it's lived... it's emotion..

R.Maggi


 

info | maggiruggero@gmail.com

to reach Spazio Thetis

Lines ACTV 5.1/5.2 fermata Bacini

Lines ACTV 4.1/4.2 fermata Bacini

QRcode Mailartistamp with short video intervention on Mail Art.

https://www.ruggeromaggi.com/camera312-welcome/qr-mail-artistamp-by-ruggeromaggi.php

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di salerno