Eventi / Paolo Gubinelli "segni di luce" testo di Paola Ballesi, Politeama Tolentino
Mostra organizzata dal CeSMa in collaborazione con il Politeama di
Tolentino per l'artista Paolo Gubinelli. Il CeSMa Centro Studi Marche è una
Associazione che opera da anni con la Regione Marche Marchigiani nel Mondo.
Paolo Gubinelli, Graffi,colori in polvere e spray, cm77x112, 2020
SEGNI DI LUCE.
Al Politeama la mostra dedicata all’opera di Paolo Gubinelli
Paolo Gubinelli
“Segni di luce”
Dal 2 al 30 aprile 2022
Massimo Zenobi
Politeama – Direzione
A cura di Paola Ballesi
direzione@politeama.org
Mob.: +39 335 5987168
Tel.: +39 0733 968043
Corso Garibaldi, 80
62029 Tolentino (MC) Italy
Paolo Gubinelli,
“Segni di luce”
Carta piegata, incisa, tagliata, segnata, disegnata,
colorata, graffiata, piagata, illuminata, oscurata, ombrata. La carta per Paolo
Gubinelli è la superficie ideale, lo spazio più ricettivo ma anche più
reattivo, il campo di battaglia e la materia più duttile per
un corpo a corpo con il linguaggio espressivo. E con essa l’artista gioca
una partita lunga una vita perché c’è in palio il trofeo
dell’immaginazione creativa che sfonda il muro della consuetudine e
dell’acquietamento nell’abitudine per liberare il propellente energetico fatto
di segni e significati, sogni e costrutti, le impalcature culturali che
muovono il mondo.
La carta è infatti nel DNA dell’artista, e non poteva
essere altrimenti, nato a Matelica la città che, insieme a
Pioraco, fa parte del più importante distretto della carta dell’Italia centrale
il cui storico centro nevralgico è la più famosa Fabriano.
Dunque fin dagli esordi nella seconda metà degli anni
’60, Paolo Gubinelli, marchigiano di nascita ma toscano di adozione, imposta la
sua ricerca facendola virare dal più tradizionale supporto della tela al
materiale cartaceo che sente congeniale ed adatto per approfondite indagini
sulle incidenze della luce nelle sue infinite varianti e sull’articolazione
dello spazio nelle sue molteplici relazioni strutturali. L’analisi
dello spazio, a partire dalla percezione fino allo sfondamento virtuale, lo fa
entrare in stretta sintonia col filone astratto-geometrico
internazionale, con lo spazialismo e con il rigore delle sperimentazioni
optical che facevano capo ai già affermatissimi Dorazio, Fontana, Manzoni
e Castellani. Gubinelli li considera suoi maestri e naturali punti di
riferimento, così come sente il fascino intellettuale della ricerca analitica
sugli elementi primari di un linguaggio visivo elementare promossa dal
minimalismo di matrice americana, da Newman a Reinhardt.
L’indagine puntuale sui gradienti percettivi del
linguaggio visivo sperimentato sulla materia viva del supporto cartaceo hanno
caratterizzato da sempre il suo lavoro che nel tempo ha registrato il
passaggio, apparso attorno agli anni ’80, da una impronta inizialmente
razionalista, per la presenza di una componente grafico-architettonica costante
ed essenziale, a modalità espressive più aperte caratterizzate da una
libertà narrativa fatta di segni muti meno rigorosi, ma tanto più eloquenti
quanto più intriganti, innescata anche da certe seduzioni sulle infinite
potenzialità del vuoto dell’arte orientale. Così se nella prima fase era il
cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce,
ad essere inciso con una lama per creare strutture geometriche
tridimensionali sensibilizzate al gioco luministico con piegature manuali lungo
le incisioni, successivamente la ricerca spaziale avanzata attraverso linee e
giochi cromatici, apre alle più svariate tecniche e a nuove materie come le
creazioni in vetro propiziate dall’imprenditore e creativo mecenate
Vittorio Livi. Mentre l’indagine sempre più puntuale sui generi cartacei,
dalla grammatura al formato, lo porta a selezionare le superfici più
svariate, da quadrate a tonde, da fogli a rotoli che diventano il luogo
elettivo per dispensare tracce di passaggi esistenziali raccolti e
disseminati in tessiture poetiche.
Infatti suggerisce Lara Vinca Masini “l’uso del segno
colorato libero e gestuale crea un effetto di profonda suggestione
lirica”, un incantamento che Gubinelli insegue da sempre sciogliendo in
sequenze di pura poesia gli effetti luministici del colore, “ trame… di
prezioso cromatismo”, come le chiama Enrico Crispolti.
Anche le opere più recenti presentano segni
apparentemente indecifrabili ma eloquenti: graffi, tracce, impronte e colori
che interrogano la nostra percezione, alcuni più decisi e forti, altri
appena percettibili, ma aperti alla luce come impronte di lievi passi di danza
modulati su accordi musicali che toccano le corde del sentimento.
Parlano dell’artista che si abbandona ad una vena
espressiva sempre più libera per tradurre i suoi moti dell’anima, le eco
montanti del suo sentire profondo scaturite in tonalità affettive che
registrano i ritmi del cuore e l’ansimare delle sue passioni nella variazione
tonale del colore e nelle impronte del segno sciorinate in liriche partiture
musicali. Su questo fertile terreno della creatività e della poesia
è così avvenuto nel tempo anche il naturale incontro con grandi letterati e
poeti come Cesare Vivaldi, Luzi, Spaziani, Merini, Zanzotto, Loi, solo per
citarne alcuni, che sono diventati suoi compagni di strada.
Hanno condiviso con lui l’enigmatico tracciato del percorso esistenziale che
Paolo Gubinelli da più di mezzo secolo tenta di rischiarare e rendere più
agevole con il calore e il colore dei suoi “Segni di luce.”
Paola Ballesi, Marzo 2020
Politeama Tolentino
Paolo Gubinelli
“Segni di luce”
INAUGURAZIONE SABATO 2 APRILE 2022 ALLE ORE 17,30
DAL 2 AL 30 APRILE
Al Politeama la mostra dedicata all’opera di Paolo
Gubinelli
Biografia di Paolo Gubinelli
Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e
lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione
pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico
pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre
l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un
orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee
con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La
Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio,
Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino,
Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e
collettive in Italia e all’estero.
Le sue opere
sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.
Nel 2011
ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale
invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28
carte cm. 102x72 accompagnate
da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Sono stati
pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame,
Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti,
Mirella Branca, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Paolo Bolpagni, Luciano
Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova,
Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo
Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza,
Francesco Gallo, Roberto Luciani, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca
Masini, Marco Marchi, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari,
Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Davide Rondoni, Elena
Pontiggia, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni
Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Sono stati
pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri:
Adonis,
Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna
Buoninsegni, Enrico Capodaglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio
Cavalli, Antonio Colinas, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi,
Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Guido
Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian
Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro
Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano
Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni,
Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio
Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa
Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
Stralci
critici:
Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni,
Sandro Bongiani, Fabio Corvatta, Nevia
Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana,
Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio
Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini,
Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno,
Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia
Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
Nella sua
attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche
su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo
interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione
artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con
una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo
strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola
manualmente lungo le incisioni.
In un secondo
momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa
e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione
ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime
incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non
verbale.
Nella più
recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico,
con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che
traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili,
il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta
lirico musicale. Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di
toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Ha eseguito
opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in
rilievo in uno spazio lirico-poetico.
Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno