ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART
Documentazione Arte Contemporanea
S. Calenda 84126 SALERNO (Italy).
http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/
ArtVerona 14/17 ottobre 2016
i7- Spazi Indipendenti italiani
a cura di Cristiano Seganfreddo
Verso un'area globale tra relazione, aggregazione e condivisione
(CONDIVISIONE, PER UNA COLLABORAZIONE DEMOCRATICA E GLOBALE)
Per una sharing art capace di unire mondi apparentemente distanti, generare senso e condivisione di idee, per creare ponti e progettualità che uniscano aree geografiche diverse e tematiche differenti. Una particolare progettualità indipendente con il mercato. la sharing economy, fenomeno che sta cambiando molte industrie e settori, un’idea di condivisione che genera valore. Anche l’arte viene toccata da questa onda maliziosa e benefica, che rinnoverà i ruoli e le dinamiche di costruzione di senso e significato primario che l’arte stessa ha.
COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM
Benvenuti nella visione di questo Museo Virtuale Italiano di Arte Contemporanea
Mostra Collettiva internazionale “VIRTUAL FLUXUS POETRY”
dedicate a SHOZO SHIMAMOTO, 1928 - 2013
Del 31 maggio 2015 – 12 luglio 2015
Visit:
COLLEZIONEBONGIANIARTMUSEUM.IT
Indirizzo: Via S. Calenda 105/D 84126
Salerno
Persona di riferimento:
Giovanni Bonanno
Telefono:
0895648159 Cell: 3937380225
E-mail: bongiani@alice.it
Presentazione della nostra realtà:
Collezione Bongiani Art Museum.it
nasce ufficialmente nel 2011. E’ uno spazio di ricerca e di sperimentazione per l’arte contemporanea in
cui vengono proposte attraverso strategie innovative forme alternative di
creatività rispetto il sistema ufficiale dell’arte. All’interno del Bongiani
Art Museum.it è presente “ Contemporary
Art Collection”, una collezione tutta
virtuale con 45 sale dedicate ad altrettanti artisti contemporanei e anche
“Collection of Contemporary Art
Graphics”, una raccolta in corso di grafica contemporanea integrata da diversi
progetti di “Arte Globale” attuati nel corso di diversi anni di lavoro.
Praticamente è una raccolta di grafica
contemporanea con opere in archivio di importanti artisti italiani e stranieri.
All’interno di questa piattaforma di ricerca e sperimentazione in ambito contemporaneo è presente una vera galleria
on-line “Spazio Ophen Virtual Art
Gallery 2.0”, che utilizza anche le strategie delle gallerie ufficiali del
sistema dell’arte in modo interattivo e digitale, proponendo in modo nuovo e
facendo conoscere già da alcuni anni importanti artisti internazionali visibili
in tempo reale in tutto il mondo.
La
Collezionebongianiartmuseum.it è uno
spazio no-profit virtuale e marginale, altamente innovativo e interattivo
specializzato nella documentazione dell’attività di diffusione dell’arte
contemporanea. E’ uno spazio sempre aperto e non commerciale, non ha una
superficie fisica ma solo virtuale, si trova idealmente e provvisoriamente a
Salerno ed è visibile contemporaneamente 24 ore su 24 in tutto il pianeta.
Descrizione del progetto collettivo:
La nostra proposta e di far interagire spontaneamente tra loro, diversi artisti di varie latitudini e aree geografiche alla creazione dell’opera secondo uno spartito non scritto ma spontaneo e geneticamente fattibile che dovrebbe apparire come una grosso puzzle mobile a forma di croce frattale. Ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo diversificato di nuove energie poetiche.
COLLEZIONEBONGIANIARTMUSEUM.IT
Titolo del
Progetto collettivo da realizzare per ArtVerona 2016:
“Verso la globalità intelligente”
A cura di Giovanni Bonanno
Titolo dell’opera: “Crucifixion”/Una croce per Shozo Shimamoto.
Partecipazione
all’intervento di 73 artisti contemporanei
Shozo Shimamoto, in un breve discorso in occasione
della partecipazione con il gruppo Gutai
alla Biennale di Venezia del 1993 aveva dichiarato che in futuro aspirava a
presentare un progetto con il possibile titolo
“Crucifixion”, con la collaborazione di diversi artisti internazionali
del Network. Dopo la morte avvenuta il 25 Gennaio del
2013, in omaggio all’artista giapponese, noi della Collezionebongianiartmuseum.it
di Salerno vogliamo attuare l’idea
allora pensata da Shozo come opera
collettiva con il contributo di 73 artisti
internazionali del Network internazionale. Pertanto, la nostra proposta è di
attuare tale desiderio dell’artista giapponese e far interagire spontaneamente
tra loro diverse realtà, diversi artisti di varie latitudini e aree geografiche
alla creazione dell’opera finale secondo uno spartito non scritto ma spontaneo
e geneticamente fattibile che dovrebbe definirsi come un grosso puzzle mobile a
forma di una grande croce. In essa, ogni tessera (card) è una micro unità di
una più vasta e imprevedibile macro-unità (l’opera finale), che rappresenta un
universo inaspettato e diversificato di inaspettate energie poetiche. Il Bongiani Art Museum.it utilizzerà 73
postcard del formato di cm 10x15 ciascuno in cui gli artisti invitati a tale
progetto potranno completare liberamente
con qualsiasi tecnica, linguaggio e
materiale espressivo. Ultimata l’opera tutte le card verranno assemblate assieme
sul pavimento dello spazio indipendente i7 di Art Verona 2016 ad ospitare
site-specific il lavoro conclusivo in forma di croce in una dimensione totale di cm 130 x 280.
Dettagli: Opera
Collettiva: Site-specific
Artisti
partecipanti e immagine finale
dell’opera
Nota di lavoro: Sarà
attivato nei giorni dal 14 al 17 ottobre 2016 la mostra interattiva “Crucifixion”/Una croce per Shozo Shimamoto,
visibile nel web da ogni parte del mondo con tutte le 73 opere degli artisti presenti ad Art Verona 2016.
La mostra interattiva virtuale sarà visibile anche nello stand “Collezionebongianiartmuseum.it”
di ArtVerona 2016.
Artisti presenti:
Progetto per ArtVerona 2016
Progetto per ArtVerona 2016
“CRUCIFIXION” – Una croce
per Shozo Shimamoto
a cura
di Giovanni Bonanno
73 Artisti
presentati a ArtVerona 2016.
Site-specific
Shozo Shimamoto, Hiogo – Giappone I Mirella Bentivoglio, Roma – Italia I Monica Rex, Los Angeles – Usa I Fernanda Fedi, Milano – Italia I Ruud Janssen, Breda –
Olanda I Vittore Baroni,
Viareggio – Italia I Julien
Blaine, Ventabren – Francia I Emilio
Morandi, Ponte Nossa – Italia I Pascal Lenoir, Grandfresnoy – Francia I Gino Gini, Milano – Italia I
Michel Della Vedova, Limoges –
Francia I Ruggero Maggi, Milano –
Italia I Clemente Padin, Montevideo
– Uruguay I Antonio Sassu,
Torreglia, Italia I Cesar Reglero,
Tarragona – Spagna I Mauro Molinari,
Velletri – Italia I Masayuki Koorida, Giappone I Anna Boschi, Castel San Pietro Terme - Italia I Dimitry Babenko, Krasnodar – Russia I Jacob de Chirico, Roma – Italia I Giovanni Bonanno, Salerno – Italia I C. Mehrl Bennett, Columbus – Usa I Rolando Zucchini, Foligno – Italia I Miguel Jimenez, Sevilla – Spagna I Maurizia Carantani, Milano – Italia I Marina Salmaso, Kobenhavn - Danimarca I Lancillotto Bellini,
Verona - Italia I Ko de Jonge,
Middelburg – Olanda I Guido Capuano,
Ispica - Italia I Nicolò
D'Alessandro, Palermo – Italia I David
Dellafiora, Geelohg – Australia I Bruno
Cassaglia, Quiliano – Italia I Borderline
Grafix, Austin – Usa I Eugenio
Giannì, Perugia – Italia I Gyorgy
Galantai, Budapest – Ungheria I Renata
e Giovanni Stradada - Ravenna – Italia I
Stathis Chrissicopulos, Patrasso – Grecia I Ernesto Terlizzi, Angri – Italia I Ever Arts, Ncordgouwe – Olanda I M. P. Fanna Roncoroni,
Villorba – Italia I Karl -
Fridrich Hacker, Itzehoe – Germania I Lamberto Caravita, Massa Lombarda –
Ravenna I Rosa Gravino, Ganada de
Gomez – Argentina I Francesco Aprile,
Caprarica di Lecce – Italia I
Roberto Scala, Massa Lubrense – Italia I
Katerina Nikoltsou, Thessaloniki – Grecia I Santini Del Prete, Rosignano M.mo – Italia I Francesco Mandrino, San
Biagio in Padule – Italia I Remy Penard, Limoges – Francia I Claudio Grandinetti, Cosenza – Italia
I Carlo Iacomucci, Macerata – Italia
I Luc Fierens, Weerde - Belgio I Andrea Bonanno, Sacile – Italia I Mirta Caccaro, Dueville – Italia I Daniel Daligand, Levallois – Francia I Claudio Romeo, Villa Raverio – Italia
I Fulgor C. Silvi, Frontone – Italia
I Monica Michelotti, Carrara –
Italia I Roberto Zito, Simbario –
Italia I Alfonso Caccavale, Afragola – Italia I Antonio Amato, Caserta – Italia I Bruno Sayao, San Paolo – Brasile I Lorenzo Lome Menguzzato, Trento –
Italia I Lucia Spagnuolo, Ancona –
Italia I Juliana Hellmundt, Berlino
– Germania I Rosanna Veronesi,
Milano – Italia I G. Franco Brambati, Milano – Italia I Maurizio Follin, Favaro V.to – Italia
I Linda Pelati, Milano - Italia I Anabela
G. & Bruno C, Porto – Portogallo I Domenico
Severino, Pompei – Italia I Leonor
Arnao, La Plata - Argentina I Adriano Bonari, Bergamo – Italia I Ars&Design, Ciudad de Buenos Aires – Argentina.
Shozo Shimamoto, nel 1993 aveva realizzato in Finlandia una
performance dal titolo: “Crucifixion” con la collaborazione di Ilkka-Juhani
Takalo-Eskola. In quella occasione era stato girato un video di 23 min dal
titolo “HOLY MEN”, prodotto nel 1996 da Raimo Uunila and
Keijo Kivioja per conto
di Kroma Productions Ltd.
LA CARD
L'OPERA FINALE
Insieme dell'opera Crucifixion, una croce per Shozo Shimamoto
Art Verona 2016
LE OPERE
Crucifixion, una croce per Shozo Shimamoto,
Partecipazione con 73 artisti internazionali.
cm 130x280, tecnica mista, 2016
Verso un'area globale tra
relazione, aggregazione e condivisione.
Towards
a global network of relationship, aggregation and sharing
L’aspetto più
interessante e nuovo degli artisti di
oggi è quello d’interagire tra loro in una corale partecipazione. Questo accade anche in natura. L'aspetto interessante di tali sistemi
biologici è che questi comportamenti nascono ed emergono in modo spontaneo e
autonomo, e vede nella collaborazione tra gli individui l’aspetto fondante
anziché la competizione e supremazia del più forte come succede spesso nel
sistema ufficiale dell’arte contemporanea.
Comportamenti sociali
e intelligenza collettiva. La formazione di grandi gruppi coordinati ma
spontanei, ci appare come un immenso sciame assai noto in natura, vedi il
comportamento coordinato di insetti come le api, vespe e formiche. E’ un
organismo gigante con una mente propria e una intelligenza superiore alla somma
dei singoli individui. Lo studio di modelli di questi sistemi porta allo
sviluppo di algoritmi che appartengono alla classe chiamata swarm intelligence
("sciami intelligenti"). Il comportamento collettivo osservabile è il
frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo componente verso gli altri
oppure verso l'ambiente. In tutti
questi casi il gruppo sembra davvero un organismo gigante ed efficiente con una
mente propria e un’intelligenza superiore alla somma dei singoli individui.
Verso la globalità intelligente. Cos'è il Networker?
E' la figura di un nuovo artista capace di ridefinire un ruolo
"diverso" al futuro dell'arte. Questa esperienza viene definita
"arte di confine", proprio perché desidera collocarsi in un
"altrove praticabile” rispetto allo scenario totalizzante di una
mediocrità planetaria. Praticamente un "laboratorio planetario"
composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di
idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Oggi ci appare una sorta di strana ragnatela di
comunicazioni creata da altrettanti corrispondenti capace di superare le
infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo concretamente tutte le
Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre
variabile, perennemente in movimento”.
LA SWARM ART
Swarm e arte globale/ L’arte di
confine è ormai una rete consolidata di rapporti relazionali composta da
migliaia di artisti del Network che si scambiano ogni giorno messaggi creativi
in forma di lettere, buste, cartoline, collage, poesie visive, libri d’artista
e persino oggetti tridimensionali. Con essa la comunicazione visiva assume
dimensioni planetarie, totalmente nuove e inaspettate. l’arte di oggi, ormai,
con il suo tentacolare network di contatti abbraccia il mondo intero; ogni
tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità.
Insomma, è il più grande laboratorio sperimentale di ricerca artistica del
pianeta terra (Il laboratorio globale del Network), un grande polmone di
ricerca libera. Osservato nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro
planetario, uno swarm intelligence, un magnifico essere dal grande occhio che
si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di tante presenze
individuali. La marginalità non condivide affatto l’omologazione del linguaggio,
essa è contaminazione di idee, confronto e condivisione fluida di nuove
proposte, invenzione e creatività senza alcun condizionamento e senza nessuna
costrizione. E’, soprattutto, sconvolgimento delle idee e delle regole
prefissate in un sistema decisamente anestetizzato e globalmente
impotente. L'arte, ormai, ha a che fare con la circolarità elastica,
nomade e planetaria delle idee. Sandro
Bongiani
La swarm intelligence (traducibile come: intelligenza dello sciame) è un termine coniato per la prima volta nel 1988 da Gerardo Beni, Susan Hackwood e Jing Wang in seguito a un progetto ispirato ai sistemi robotici. Esso prende in considerazione lo studio dei sistemi auto-organizzati, nei quali un'azione complessa deriva da un'intelligenza collettiva, come accade in natura nel caso di colonie di insetti o stormi di uccelli, oppure branchi di pesci, o mandrie di mammiferi. Secondo la definizione di Beni e Watt la swarm intelligence può essere definita come: “Proprietà di un sistema in cui il comportamento collettivo di agenti (non sofisticati) che interagiscono localmente con l'ambiente produce l'emergere di pattern funzionali globali nel sistema”.
Dalla
biologia all'arte.
Uno dei temi analizzati dai
ricercatori si basa sull'analisi del comportamento in natura degli insetti
rispetto alla collettività. In particolare, si prendono in esame sciami di api,
oppure colonie di formiche. Stupisce come una tale organizzazione collettiva di
alto livello scaturisca dalla somma delle più semplici azioni, come, ad
esempio, quelle svolte da una colonia di formiche per difendere il territorio,
costruire un nido perfettamente organizzato, ricercare fonti alimentari, il
tutto senza avere un ente simbolico che li comandi. A differenza di organismi
più evoluti, come ad esempio i mammiferi, gli insetti hanno quantità molto
limitata di intelligenza singola, che però, a livello di gruppo, presenta
caratteristiche sorprendenti: è il caso della ricerca del cibo delle formiche.
Ogni formica, mentre cammina, deposita sul terreno una sostanza chimica, il feromone. La scelta del percorso da seguire alla
ricerca del cibo è guidata dall'intensità del feromone: più esso è intenso, più
è probabile che venga scelta una determinata direzione; ma il feromone evapora
nel tempo, quindi rimarranno "marcati" solo i percorsi usati più di
frequente. In ambito informatico, la ricerca è interessata alla simulazione di
un comportamento intelligente analogo a quello esibito da sciami di insetti.
L'aspetto più interessante dei sistemi basati sulla swarm intelligence,
rispetto ai sistemi tradizionali, è che l'insieme degli individui che lo
compongono lavora senza un controllo centralizzato. Il comportamento collettivo
osservabile è, quindi, il frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo
componente verso gli altri oppure verso l'ambiente.
Comportamento collettivo globale
60.000 Starlings in Flight.mpg
Gretna Green Starling Murmurations
Le immagini
60.000 Starlings in Flight.mpg
Video
durata 7:08 https://youtu.be/ctMty7av0jc
Gretna Green Starling Murmurations
Video durata 3:09
Altri video:
Starling Murmuration. Natomas, Sacramento,
California
Video durata 1:06 https://youtu.be/e8Prw9AZ9jw
L'INCREDIBILE VOLO DELLO STORMO DI UCCELLI
Amazing
starlings murmuration of birds
amazing
starlings murmuration (full HD) -www.keepturningleft.co.uk
Video durata
3:54 https://youtu.be/eakKfY5aHmY
Wonders in the Sky
Video durata 2:19 https://youtu.be/h2AOsRS1jmk
Le immagini
I pesci
Swarm nell'arte
Lago
d’Iseo, The Floating Piers di Christo Javacheff, 2016
In Galleria
Ben Patterson's Memorial Day - 27 settembre 2016
Galleria UnimediaModern, Genova
Add To and Return To:
ESTATE AT RICHARD L. FEIGEN & CO
LA RICERCA ARTISTICA MARGINALE
Sotto il segno del Futurismo, Dadaismo, Fluxus e Gutai
L’arte postale, (Arte Marginale) è Il più grande laboratorio di ricerca artistica in tutto il pianeta terra; un grande polmone planetario di ricerca libera.
E' un movimento che usa il servizio postale per inviare le opere creando così un feed-back tra mittente e destinatario. Gli artisti di mail art vengono regolarmente coinvolti sullo sviluppo di tematiche specifiche per poi realizzare mostre o pubblicazioni. I materiali più comunemente utilizzati per la mail art includono cartoline, carta, collage composti da oggetti di uso comune ed immagini riciclate, francobolli. La mail art si basa sulla comunicazione interpersonale, sullo scambio e sulla creazione di opere spesso collettive.
E' un movimento che usa il servizio postale per inviare le opere creando così un feed-back tra mittente e destinatario. Gli artisti di mail art vengono regolarmente coinvolti sullo sviluppo di tematiche specifiche per poi realizzare mostre o pubblicazioni. I materiali più comunemente utilizzati per la mail art includono cartoline, carta, collage composti da oggetti di uso comune ed immagini riciclate, francobolli. La mail art si basa sulla comunicazione interpersonale, sullo scambio e sulla creazione di opere spesso collettive.
Le origine della mail art possono essere rintracciate nei primi esperimenti del futurismo (Giacomo Balla), Francesco Cangiullo, Fortunato Depero, con i collaggi postali di Ivo Pannaggi (1920) e alcune cartoline di P. Klee inviate per posta, con la creazione di francobolli di Dadaisti come Marcel Duchamp e Kurt Schwitters e persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco . Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna. Negli anni '50, Yves Klein realizzò il suo francobollo blu, che fu fatto circolare nei circuiti postali creando problemi alla burocrazia di quel periodo. La costituzione di un vero e proprio network di artisti postali risale agli anni '50 e '60, quando dal movimento Fluxus si sviluppò in tutto il mondo, con migliaia di partecipanti provenienti da oltre 50 nazioni. Fu poi Ray Johnson e la sua New York Correspondence School a sviluppare il primo network di artisti postali. La comunità degli artisti postali danno valore alla interconnettività dei partecipanti e promuovono un'etica di egualitarismo. I mail artist fanno affidamento sulla rete di contatti come principale metodo di diffusione del loro lavoro. Bisogna ricordare anche il lavoro di diversi artisti contemporanei che hanno lavorato su questo versante di ricerca come: JOHN CAGE, GEORGE MACIUNAS, JOSEPH BEUYS, ALIGHIERO BOETTI, ENRICO BAJ, PABLO ECHAURREN, RUGGERO MAGGI, MICHELE PERFETTI, TOMASO BINGA, ARRIGO LORA-TOTINO, LUCIANO CARUSO, PAOLO SCIRPA, SHOZO SHIMAMOTO, CLEMENTE PADIN, ROBERT FILLIOU, MARCEL STUSSI E WOLF VOSTELL.
Ray Johnson, la New York Correspondance School
Gli esperimenti di Ray Johnson con le istruzioni di
spedizione ed i solleciti all'attività dai suoi destinatari si sviluppò sul
finire degli anni '50 e fornì alla mail art una planimetria per il libero
scambio dell'arte tramite la posta. Nel 1962, Plunkett coniò il termine
"New York Correspondence School" per riferirsi alle attività di
Johnson, che dal canto suo adottò questo pseudonimo sbagliandone
volontariamente l'ortografia.
La scelta deliberata di errori ortografici divenne poi una caratteristica dello
spirito ludico della Correspondance School e del suo modo di agire. Molti dei
membri della Correspondance School erano nomi sconosciuti, e le lettere che
mandavano erano spesso composte esclusivamente da adesivi o disegni, spesso
insegnando al destinatario a compiere una serie di semplici azioni. Il lavoro di Johnson consisteva principalmente
in lettere spesso con l'aggiunta di scarabocchi e stampe gommate che spesso
inviava ad amici e conoscenti in una sorta di richiesta di partecipazione “Please
Add To and Return To” tra i vari corrispondenti designati all’intervento
creativo.
RAY JOHNSON
Ray-Johnson-Collage
Add To and Return
Add To and Return
Add To and Return
Shozo Shiimamoto
Head di Shozo Shimamoto
Ryosuke Cohen e Catherine Mehrl Bennett
Ryosuke Cohen e Catherine Mehrl Bennett
Altre collaborazioni
Frank-Voig, Germany e Lancilloto Bellini, Italia
Frank-Voig, Germany e Lancilloto Bellini, Italia
Frank-Voig, Germany e Lancilloto Bellini, Italia
PAWEL PETAZ e LANCILLOTTO BELLINI, Verona - Italia 2016
John M. Bennett e Tom Cassidy
John M. Bennett e Tom Cassidy
John M. Bennett e Tom Cassidy
John M. Bennett & Jim Leftwich.
John M. Bennett e Jim Leftwich.
la ricerca di Ryosuke Cohen, (Giappone).
Nato nel 1948, Osaka, in Giappone, Ryosuke è il più longevo artista giapponese attivo nel network internazionale per la diffusione capillare della Mail Art. Dopo il progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel 1985 che ha visto Ryosuke Cohen coinvolto per 30 lunghi anni, assieme a migliaia di membri sparsi in oltre 80 paesi. Nell'agosto 2001 ha iniziato il progetto chiamato “Fractal Portrait Project”, allo scopo di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo una serie di ritratti e Silhouette del corpo agli amici artisti incontrati in questi anni (15 anni) nei diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. I lavori “Fractal Portrait Project”
John M. Bennett e Ryosuke Cohen
Lettera inviata a Giovanni Bonanno, ottobre 2016
Brain Cell, ottobre 2016, n° 954
con la collaborazione di 58 artisti internazionali.
Brain Cell (1985 - 2016).
Fractal Portrait, (2001 - 2016).
L'artista giapponese Ryosuke Cohen
Fractal Portrait Project (2001 - 2016)
L'artista mentre realizza in Francia una Performance Fractal Body
Fractal Portrait Project: Le Opere
LABORATORIO MARGINALE DADAISTA
(Ricorrenza dei 100 anni dalla nascita del movimento Dadaista (1916-2016).
Contemporaneamente alla presentazione del progetto “Verso la globalità intelligente”
Kurt Schwitters
La sua creazione più nota è probabilmente un'installazione
intitolata Cattedrale delle Miserie Erotiche, detta anche dallo stesso artista
Merzbau, esistita ad Hannover tra il 1923 e il 1944, quando fu distrutta dai
bombardamenti. All'interno di questa costruzione, che
l'artista espandeva lentamente fino a fonderla con la sua casa, Schwitters
dedicò ad ognuno dei suoi amici una cappella che custodiva una specie di reliquia,
un oggetto appartenuto a quella persona, come, ad esempio, mozziconi di
sigaretta, punte di matita, pezzi di unghie. L'opera, volutamente, non si
concluse mai; si trattava infatti di un work in progress; nelle
intenzioni dell'artista, quest'opera, non giungendo a un punto fermo, deve
sconvolgere e destabilizzare.
Marcel Duchamp
Marcel Duchamp, “Étant donnés” è un'installazione
ambientale (242.6 x 177.8 x 124.5 cm) costruita con materiali vari tra il
1946 e il 1966, e conservata a Filadelfia presso il Philadelphia Museum of Art.
http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/