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mercoledì 28 giugno 2017

Josè Molina - Reggia di Caserta









Fino al 3 giugno
José Molina. Paesaggio dopo la battaglia 
Retrostanze del '700, Reggia di Caserta

Le Retrostanze del ‘700 lungo il percorso degli Appartamenti Storici della Reggia di Caserta ospitano fino al 3 giugno la personale dell’artista madrileno José Molina dal titolo “Paesaggio dopo la battaglia”. L’importante mostra curata da Lorenzo Canova   è presente in una serie di ambienti  della Reggia che per diversi anni hanno ospitato la Collezione Lucio Amelio, una delle più importanti raccolte al mondo di arte contemporanea. La presenza di  Josè Molina  non fa che rinnovare la relazione originaria della Reggia con la terra di origine dell'artista, a partire dal suo committente, Carlo di Borbone. In questo contesto l'opera metamorfica e visionaria di Molina ha il potere di rendere ancora più affascinante la visita. L’esposizione offre al visitatore un corpus di 30 opere – dipinti, disegni e sculture che mette a fuoco  i temi  trattati frequentemente dall’artista spagnolo, con una serie opere  del tutto inedite realizzate proprio quest’anno, facente parte del ciclo “Paesaggio dopo la battaglia”, da cui la mostra prende il  particolare titolo.  L’artista, attraverso una abilissima tecnica grafica supportata da una insolita capacità  di  ricerca e d’indagine psicologica e antropologica è capace di far  emergere le insolite pulsioni e gli istinti  primordiali  che caratterizzano la particolare specie umana in un sottile e inquieto viaggio  solitario e atemporale vissuto tra  un passato atavico  che s’innerva nel  disagio del presente per divenire congiuntamente un tutt’uno. Un magistrale procedere e rapportarsi in un territorio dell’immaginazione e delle emozioni oscuro e imprevedibile, carico di improvvisi  e repentini scatti e slittamenti di umore  che riemergono in un incessante e lento  affiorare. Al centro dell’interesse dell’artista   madrileno vi è l’assidua attenzione  ad  indagare la vita dell’uomo, il suo malessere e  gli svariati aspetti che lo caratterizzano, rappresentandolo in atteggiamenti  spesso deformati e mostruosi allo scopo di svelarne le intime e diverse problematiche che lo caratterizzano, di un essere dall’identità perduta, che per paura  cerca egoisticamente di occultare. Lo si può percepire facilmente osservando sia le opere inedite create appositamente per  questa importante mostra, (Paesaggio dopo la battaglia), così come nei cicli storici precedenti come i Predatores, Los Olvidados, Peccati e Virtù  che dal 2005, sono  motivo assiduo d’indagine e di ricerca. L’intento essenziale di Molina è cercare  d’interessare e coinvolgere concretamente lo spettatore  affidandosi  non soltanto all’immaginazione ma anche alla definizione  dettagliata e definita dell’immagine che deve essere  motivo di attrazione convincente in questa insolita messa a fuoco della realtà, spingendolo ad interrogarsi più concretamente, così i prevaricatori, i deboli e i dimenticati dell’umanità, tra virtù e peccato si ripropongono intrecciandosi ripetutamente nel corso della intera storia dell’uomo. Una visione decisamente transitoria e trasversale che accoglie suggestioni di vario genere, da Goya a  Grosz, da Daumier a Bacon, e poi anche i contributi di diversa area culturale come il Surrealismo, la fotografia, l’Iperrealismo,  si badi bene, non semplice  sogno ludico e automatismo psichico di ascendenza surrealista, ma tipologie  oniriche di rappresentazione che convergono e si definiscono  tra loro in una sintesi più fattibile in un qualcosa di più  esistenziale che possa permettere una possibile catarsi. Un viaggio, quindi,  a ritroso e all’interno dell’immaginario, dentro e fuori dal corpo, per una messa a nudo di emozioni e stati d’animo che convivono tragicamente da sempre.  Rimane un campo di battaglia pieno di macerie,  segnato da una dura lotta cruenta e feroce che ha devastato e svuotato il destino e le coscienze, carico di presagi e anche di improvvise ricadute. Alla fine della  battaglia  rimangono a terra  i corpi  disfatti, le emozioni e i modi di sentire e agire  che ci appaiono come pesanti macigni inanimati in un procedere transitorio e ricorrente pieno di ostacoli e condizionamenti che di fatto impediscono una chiara presa di coscienza del proprio agire. In questa precaria realtà dell’animo umano l’incubo prende corpo e diventa metamorfosi,   sconfinamento allegorico attorno ai meandri di una realtà  irreparabilmente mutata. Dissolvenze, metamorfosi, deformazioni dell'anima, irrigidimenti  di zone  ridotte in un’altra dimensione ancora più confacente.  Ne permane, pertanto,  un trascendente ritratto sempre diverso  caratterizzato dai diversi aspetti della fragilità  dell’essere umano. Un’immagine ibrida dell’uomo alienato  ripreso a bocca aperta e a denti stretti in una dimensione di sofferto  e stressante disagio, oppure,  come nel ultimo monumentale “Crocefisso” di quest’anno,  vecchie larve  hanno preso il posto del disagio, riemergendo improvvisamente dal nulla a nuova vita.  Dopo la caduta, forse,  una  possibile speranza che si fa redenzione. Tutta l’opera di Molina è una incessante lotta, un continuo e sofferto procedere alla ricerca di un qualsiasi segnale che possa   permettere  all’uomo di prendere coscienza  della infausta situazione in cui si è arenato da tempo. Questa è  l’aria  d’inquietudine,  di attesa ma anche di possibile rinascita che si respira visitando  le magnifiche sale del visionario mondo di  Josè Molina.    
Sandro  Bongiani    









Sandro  Bongiani
EXIBART,  mostra visitata il 4 maggio
Dal 4 maggio al 3 giugno 2017
José Molina, Paesaggio dopo la battaglia 
Retrostanze del '700, Reggia di Caserta 






SALA 47 

giovedì 4 maggio 2017

UNA IMPORTANTE PERSONALE DI JOSE' MOLINA ALLA REGGIA DI CASERTA




JOSÉ MOLINA. PAESAGGIO DOPO LA BATTAGLIA

Dal 03 Maggio 2017 al 03 Giugno 2017
CASERTA
LUOGO: Reggia di Caserta - Retrostanze del '700
CURATORI: Lorenzo Canova
ENTI PROMOTORI:
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0823 277468



Opera di José-Molina


COMUNICATO STAMPA: 

La splendida cornice della Reggia di Caserta ospita dal 4 maggio al 3 giugno la grande personale dell'artista madrileno José Molina "Paesaggio dopo la battaglia" curata da Lorenzo Canova. La mostra è organizzata da Deodato Arte di Milano, coordinata da Augusto Ozzella, condivisa e ospitata dalla Reggia di Caserta.


L'esposizione offre al visitatore un corpus di oltre 50 opere - dipintidisegni sculture, che descrive minuziosamente i linguaggi e i temi cari all'artista e comprende un nucleo di lavori inediti, il ciclo Paesaggio dopo la battaglia, da cui la mostra prende il titolo.
Il soggetto della serie è l'uomo con il bagaglio di sentimenti, tensioni, inquietudini che lo caratterizzano e in ogni opera assume sembianze diverse, divenendo la personificazione di uno stato d'animo o di un particolare momento della vita. Una narrazione trasparente, dove convivono ed emerge un senso di speranza e di rinascita, come si osserva nelle opere Grande Fratello e La bontà è una caramella di cui tutti vogliono mangiarne un pezzo, due ritratti in cui le espressività dei visi deformi descrivono i moti interiori rintracciabili non solo nella totalità dell'opera, ma anche nei dettagli degli occhi, delle rughe, nella luce che illumina i volti.

Molina, estremamente attento alla ricerca psicologica e antropologica, sonda l'inconscio e attraverso un personalissimo codice simbolico traduce le pulsioni, gli istinti e compie un viaggio senza tempo che connette passato e presente. I suoi lavori popolati da uomini, demoni, animali, personaggi mitici ed eroi svelano l'identità dell'uomo, ciò che si tende a mostrare e ciò che si è spinti a nascondere.
Afferma il curatore della mostra Lorenzo Canova: "L'artista, come un grande romanziere, lavora pertanto componendo grandi cicli, con una lunga e paziente azione che sembra voler costruire una nuova, grande 'Commedia Umana' composta attraverso capitoli serrati e analitici che attraversano la metamorfica e sfaccettata natura dell'animo umano, i suoi vizi e le sue virtù, in bilico perenne tra peccato e redenzione, tra misericordia e crudeltà".
Lo si evince nelle opere inedite, così come nei cicli storici i PredatoresLos OlvidadosPeccati e Virtù, esposti in mostra. In essi la stretta connessione con l'attualità, la politica, il potere sono un passaggio obbligato, rappresentato da un linguaggio metaforico, come nell'opera Serpenti (serie Predatores) che incarna la figura del politico o nella tela intitolata Potere (Los Olvidados). Qui la testa di un uomo cieco è trasportato da altri uomini nella medesima condizione, una scena simbolica e di forte impatto in cui chi ha occhi per vedere viene penalizzato a favore della cieca ignoranza. Los Olvidados si sofferma infatti su figure sconosciute, dimenticate, esseri umani sconfitti, vinti e messi a tacere, inseriti in un contesto dove si privilegiano i peggiori anziché i meritevoli.
Nello sguardo di Molina sul genere umano non manca l'analisi dei peccati e delle virtù, rivisitati in chiave personale e attuale, rappresentati con esasperazioni di gesti o elementi allegorici che riconducono ai vizi capitali. Così l'Ira è un volto aggrottato con due braccia alzate a pugni chiusi, la Gola diviene il ritratto di un uomo nell'atto di divorare un arto e la Lussuria è rappresentata da numerose lingue che lambiscono il corpo di una donna sdoppiata e coperta da veli leggeri.
Ad essi, nella serie Peccati e Virtù, si aggiungono "nuovi vizi" legati alla società contemporanea fra cui l'incapacità di ascoltare nell'opera Solo parole, l'indifferenza nei confronti delle responsabilità ben riprodotta nel volto di Un altro giorno in paradiso e l'avidità di potere ritratta in Una sola lacrima di memoria spiccatamente orwelliana.
Un'ulteriore approfondimento di queste tematiche è ripreso nelle sculture, realizzate in resina e legno acidificati. Nella serie Morsi l'artista si sofferma nuovamente sul potere inteso come manipolazione e oppressione, in contrapposizione al dialogo e alla comunicazione, quindi bocche, denti e le mandibole assumono un ruolo centrale e forte impatto visivo, ne sono esempio BunkerBucefalo e Il Sopravvissuto. Nel gruppo di sculture inedite Insidie, caratterizzata da lavori simili a grandi tazze labirintiche con una caratterizzazione umana all'esterno e a spirale all'interno, presenta invece come spunto di riflessione la Paura e il Dubbio come sentimenti paralizzanti ed estremamente rappresentativi dell'attuale periodo storico dominato da un'incertezza dilagante.

Viene così ricomposto un universo fatto da frammenti enigmatici e contrastanti, da universi mostruosi e talvolta grotteschi, che ritraggono le innumerevoli sfaccettature dell'umanità.




Cenni biografici. Nato a Madrid nel 1965, José Molina dall'età di undici anni frequenta diverse scuole d'arte e in seguito, parallelamente agli studi presso l'Università delle Belle Arti di Madrid, lavora nella pubblicità fino all'età di trentacinque anni, quando decide di dedicarsi totalmente alla pittura. La prima mostra è nel 2004 presso la Galleria Rubin di Milano; tra il 2005 e il 2010 tiene una personale al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano a cura di Vittorio Sgarbi e espone in altre sedi tra cui la Fondazione Mudima. Il 2013 è per Molina un anno di grandi mostre personali e collettive, le sue opere sono infatti esposte a Milano presso il Museo Poldi Pezzoli, lo Spazio Oberdan e la Triennale. Nel 2014 a Roma alla Real Academia de España ha luogo la sua prima antologica, nel 2015 presenta "Humanitas" il volume che raccoglie la produzione dell'artista dal 2002 ad oggi e nel 2016 espone con una personale presso il Museo del Mare di Genova la Galleria Deodato Arte di Milano. 
Attualmente vive e lavora a Gravedona, sul lago di Como.















Inaugurazione mercoledì 3 maggio ore 18

Orari Appartamenti storici: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 19 - uscita dal museo 19.25)
Parco dalle 8.30 a dalle 8.30 alle 19 (ultimo ingresso ore 18)
Giardino Inglese: dalle 8.30 alle 18 (ultimo ingresso ore 17)
MARTEDÌ CHIUSURA SETTIMANALE