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lunedì 17 maggio 2021

Vernissage | CASTELLO MANIACE - Siracusa | Alfredo Pirri, PASSI | 17 maggio - 31 dicembre 2021

 

Alfredo Pirri, 'Passi - Castello Maniace', 2021 - Ph. © Iole Carollo 5

Alfredo Pirri

PASSI

 

a cura di Helga Marsala

 

 

Una produzione ADITUS per la Regione Siciliana

con la Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Siracusa

 

 

Dopo la Galleria Nazionale, Palazzo Altemps e il Foro di Cesare a Roma, la Certosa di Padula a Salerno, l’ex Bunker di Tito in Bosnia,

e altre prestigiose sedi in Italia e all’estero,

l’installazione di Alfredo Pirri arriva per la prima volta in Sicilia

 

 

Nel federiciano Castello Maniace, a Siracusa,

un gigantesco pavimento di specchi frantumati,

su cui trovano spazio antichi reperti del luogo,

apre un dialogo affascinante tra passato e presente

 

 

17 maggio - 31 dicembre 2021

Castello Maniace - Siracusa

 

 

Siracusa, 17 maggio 2021. Ottocento metri quadrati ricoperti di specchi calpestabili, una nuova temporanea pavimentazione per la Sala Ipostila del Castello Maniace, dove si moltiplicano le immagini delle volte a crociera, delle colonne in pietra luminosa, della sobria architettura normanna.

 

PASSI, la coinvolgente installazione itinerante di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957), giunge per la prima volta in Sicilia, dal 17 maggio al 31 dicembre, operando un’affascinante trasformazione di un monumento millenario grazie alla forza concettuale e al potere visionario dell’arte contemporanea. Si tratta della più grande edizione dell’opera realizzata fin qui in uno spazio chiuso, seconda solo a quella a cielo aperto pensata per il Foro di Cesare.

 

Per questo debutto in Sicilia, nell’affascinante corrispondenza tra lo specchio del mare che circonda il castello e il piano specchiante all’interno della Sala Ipostila, l’installazione trova un modo per ridisegnare l’ambiente, realizzando una perfetta sintesi tra architettura e natura, tra storia e arte contemporanea.

Il pubblico camminando sopra alla superficie – calpestabile in sicurezza grazie al tipo di materiale utilizzato – diventa protagonista di una performance collettiva frantumando gli specchi.

Sul pavimento in frantumi “galleggiano”, come testimonianze emerse dagli abissi, alcuni reperti provenienti dal Museo archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa, in dialogo con le leggerissime sfere colorate realizzate dall’artista: sono pesanti “proiettili” in pietra di antiche catapulte, divenuti qui oggetti misteriosi, metafisici, dal forte valore simbolico e formale.
In una seconda sala, intitolata all’aspetto grafico e progettuale del lavoro, sono esposti dei frammenti di capitelli ritrovati in loco, memorie storico-architettoniche accostate ad altre opere di Pirri: due nuovi disegni e una maquette di specchi dedicati al Maniace, insieme a una serie di acquerelli recenti.

 

Da un’idea della curatrice, Helga Marsala, l’approdo di Passi al Maniace si è reso possibile grazie all’impegno di ADITUS, concessionaria per i servizi aggiuntivi della Regione Siciliana per i principali siti archeologici e culturali della Sicilia orientale: in stretta collaborazione con la Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Siracusa, Aditus ha prodotto e realizzato la poderosa installazione che all’interno dello storico edificio genera una trasformazione radicale, tra suggestioni di tipo estetico e simbolico, nel moltiplicarsi di luce, spazio, linee, forme: il soffitto e le pareti, sdoppiandosi e frammentandosi sullo specchio, destinato a infrangersi sotto il peso di migliaia di passi, producono immagini nuove, dilatate, plurali, irregolari.

 

Grazie all’installazione, il Castello, macchina scenica luminosa e insieme macchina da guerra, mette insieme la potenza dell’arte e del paesaggio con l’epica della morte e del potere propria del suo passato di fortezza militare e dimora reale.

 


 

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venerdì 14 giugno 2019

Marsala,"TRASPARENZE" - Opere su carta di Paolo Gubinelli






CONVENTO del CARMINE
Sede Ente Mostra di Pittura
Sala “G. Cavarretta “
Città di Marsala





PAOLO GUBINELLI
OPERE SU CARTA

“TRASPARENZE”

Testo critico di Francesco Gallo Mazzeo

Inaugurazione:  giovedì 13 giugno ore 18,00

dal 13 al 27 giugno 2019

Sala espositiva G.Cavarretta
all'interno del Convento del Carmine





sede dell'Ente Mostra di Pittura  
"Città di Marsala"
orari 10.00 – 13.00 e 18.00 – 20.00





















 “Trasparenze”

Presentazione di Francesco Gallo Mazzeo





Nessun termine scientifico è diventato più metaforico di quello di geometria, che ormai prescinde (e quasi nessuno se ne ricorda) dal suo originario “misura della terra”, diventando, nelle sue varie declinazioni, da quella euclidea, alle molteplici e mutevoli, non euclidee, un termine astratto e quindi metamorfico, in grado di inserirsi in tutte le infinitesime, molecolari e atomiche e nelle dilatazioni spaziali, tendenti ad infinito. Trasparenze chiamiamo le conoscenze, opacità le ignoranze, tracciando così l’ipotetico cammino di un andare e venire, che è indissolubile nella sua consistenza mentale e visiva ed è un modo per rendere tutto alla maniera della luce, della luminosità che mostra visibili le prominenze della pellicolarità, di cui tutto l’universo è fatto. La parte che costituisce il nostro tutto, è solo il cinque per cento, eppure per noi è tanto, che a volte ci confonde e rende ciechi anche di ciò che la vista ci concede, nella ricerca, a tutto tondo, del nostro interiore e del nostro esteriore, che paradossalmente coincidono, in una dimensione spazio temporale, che non cessa di attrarre e stupire. Una impalpabile geometria, quella di Paolo Gubinelli, giocato sul filo, sul segno, sul tratto cromatico, con una possibilità di variazioni che è un continuo traslato di enigmi e di ricerche, che la dice lunga sulla supremazia della vista nella instaurazione dell’identità e morfosi genetica dell’uno nell’altro di ogni uno in ogni altro, in complemento con la sonorità che raccorda tutto anche quando è silenzio, di una energicità che trasforma le nozze del caso e della necessità nella nostra grande avventura, per vedere, toccare, annusare, sentire, sognare, inventare (che è il lato umano del creare) facendo vedere le connessioni che possono sorgere e tramontare in una specularità tra la bellezza che è misura, ordine, simmetria e il sublime che è perdita del confine, potenza del caos, imprevedibilità, sbalordimento.  

Roma, Febbraio 2019  
Ed. Lineadarte Officina Creativa, Napoli






Biografia di Paolo Gubinelli


Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.


Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Mirella Branca, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico; Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.

Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri:
Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.


Stralci critici:
Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Claudio Di Benedetto, Nevia Pizzul Capello, Debora Ferrari, Claudio Di Benedetto, Fabio Corvatta, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Elverio Maurizi, Caterina Mambrini, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Patruno, Roberto Pinto, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Luisa Spaziani, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.


Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.

In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.  Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.

Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.


domenica 17 giugno 2018

IVANO TROISI / "PRIMA" - Galleria Nicola Pedana, Caserta





FINO AL  15.VI. 2018

IVANO  TROISI 

“PRIMA”

Galleria Nicola Pedana, Caserta


Ivano Troisi, Prima, 2018, veduta dell'installazione Galleria Nicola Pedana



Finissage della personale  di Ivano Troisi,  dal titolo “Prima”, negli spazi della Galleria Nicola Pedana a Caserta. Un ciclo di nuove opere in stretto rapporto con il parco della Reggia con una ricerca incentrata sulla natura a indagare i suoi intimi processi da sempre al centro degli interessi dell’artista. Un profondo e assiduo contatto e confronto con gli elementi della natura col fine di raccoglierne gli umori, le tracce, utilizzando opportunamente diverse tecniche tra cui il frottage, ottenuto grazie allo sfregamento della grafite su tela sovrapposta a un tronco d’albero. una sorta  di cosciente rilevamento  della natura capace di evidenziare  una sua  intima presenza/essenza. Di fatto, memoria e natura  attraversano tutta la mostra con opere in stretta connessione tra loro. Non a caso, presenta in una parte dello spazio della galleria un “wall drawing”, con la traccia  leggera a grafite di una silhouette di un albero della Reggia e al centro dello spazio espositivo, a colloquio, un tronco di castagno della Reggia divenuto quasi una colonna. Da diversi anni, il giovane artista salernitano lavora insistentemente sulla riflessione del fare, sulla sperimentazione e anche sulla manualità tra natura e rivelazione. Bisogna da subito rilevare il rapporto molto forte che Ivano Troisi  ha con la natura, una necessità primordiale a  interagire con essa e a rilevare per  tracce di senso l’intima natura.

In questi ultimi decenni, purtroppo, si è assistito a una profanazione della natura raccontata per interventi sovversivi e spesso provocatori  e devianti, come si sono lungamente sperimentati  con la Land Art negli anni 70’ in poi, sovversivi  e laceranti  in attrito ad un ordine naturale. Troisi, a differenza di tanti altri artisti della sua generazione, preferisce convivere dentro il paesaggio in modo rispettoso, tra alberi secolari e i resti di ciò che erano e non sono più, seguendo le leggi della natura, le variazioni e i cambiamenti temporali in un rapporto profondo e nello stesso tempo nuovo. Un bisogno direi primario allo scopo di evidenziare le lente ma continue  e sofferte variazioni come possibili immagini di un nascosto e nuovo paesaggio. La natura, alla fine,  diventa l’elemento catalizzatore di nuove scoperte, di possibili altre visioni. Per tale motivo, Troisi, oggi, non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte, ma ricopre il ruolo di mediatore tra la rilevazione di un’idea (la sua) e colui che la osserva. Insomma, un “sensitivo osservatore” e raccoglitore di silenziosi svelamenti rivelati per tracce e per frammenti lirici. In fondo, il naturalismo implica la più grande disponibilità dell’artista e la massima apertura mentale, snaturando il meno possibile il dato reale con l’intendo di instaurare un “rapporto profondo” con il mondo naturale, forse anche per tentare di recuperare zone di immaginario ormai quasi perduto. Alla fine, la “mimesi del frottage” come strategia operativa diventa la prerogativa essenziale e “sensibile” per dialogare con essa. Entrare per lui nella natura vuol dire attivare un dialogo necessario utilizzando tutte le abilità e le strategie possibili, con l’artista totalmente immerso in quella “simbiosi” di natura e sensibilità alla ricerca della nascosta  armonia che governa il tutto. La realtà dell’immagine che ne viene fuori coincide perfettamente con la realtà della natura; una natura profonda, delicata, sospesa nella sottile vertigine della suggestione e dello svelamento.

Sandro Bongiani   
Mostra visitata il 19 aprile 2018





Biografia dell’artista

Ivano Troisi nasce a Salerno nel 1984, dove attualmente vive e lavora. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, il suo lavoro parte dall’osservazione della natura per attuare un’analisi dei processi che ne caratterizzano le trasformazioni e mutazioni. Tra le sue mostre personali, si ricordano quelle di Palazzo Genovese, Salerno (2007), Se il dubbio nello spazio è dello spazio, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, a cura di Namanja Cvijanovic e Maria Adele Del Vecchio (2014), Tiziana Di Caro, Salerno (2012 e 2014) e Leggerezza della terra, Tempo Imperfetto. Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno, un progetto della Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi di Arte Contemporanea, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zulian (2014). Sempre nel 2014 Troisi è stato nominato per il Prima Pagina Art Prize, il concorso promosso da Il Resto del Carlino e Quotidiano.net, nell’ambito di Arte Fiera Bologna. Nel 2017 ha preso parte al programma di residenze per artisti BoCS Art Cosenza. È presente nella collezione “Doni” – Imago Mundi Luciano Benetton Collection, a cura di Chiara Pirozzi, e nell’Atlante dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, a cura di Vincenzo Trione (Electa, 2017). Galleria Nicola Pedana Caserta “Prima” mostra personale con testi di Luca Beatrice e Alessandra Troncone.




Le opere di Ivano Troisi

Ivano Troisi, Ricordo 0, 2018. Grafite su cotone. 60 x 60 cm. Fotografia di Vincenzo Pagliuca. Courtesy l’artista.


Galleria Nicola Pedana, Ivano Troisi, ricordo 2018 grafite-su-tela. part.



Ricordo, 2018, graphite su tela 250x160cm 2018 - Courtesy l’artista



Ivano Troisi, Prima, 2018, veduta dell'installazione Galleria Nicola Pedana




Dal 7 aprile al 15 giugno 2018
Ivano Troisi “PRIMA”
(Mostra prorogata al 15 giugno 2018)

Galleria Nicola Pedana
Piazza Matteotti 60 81100 Caserta IT
Tel 0823322638 mobile 3926793401


martedì 17 aprile 2018

MARCELLO DIOTALLEVI, “In forma di viaggio, francobolli e lettere da Citera"



SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY


MARCELLO    DIOTALLEVI
“In forma di viaggio, francobolli e lettere da Citera"
 a cura di Sandro Bongiani


Dal 18 aprile 2018 al 1 luglio 2018

Inaugurazione:  mercoledì 18 aprile  2018,  ore 18.00
“In forma di viaggio, francobolli e lettere da Citera” è il titolo della mostra personale  che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica a Marcello Diotallevi, uno dei più interessanti   artisti contemporanei italiani nati negli anni quaranta, che per questa  mostra  presenta  42 opere (24 Francobolli d’artista  e 18 Lettere da Citera)  realizzati  tra il  1984  e il  2012, oltre quarant’anni di ricerca, dagli esordi figurativi dei primi anni ’80 fino a oggi.

Marcello Diotallevi, classe 1942, sul finire degli anni Settanta ha iniziato le sue irruzioni nell’area della Poesia Visiva, utilizzando le lettere dell’alfabeto per accumuli, disseminazioni liberati da qualsiasi senso  e significato letterale, e in questi ultimi anni, anche del recupero del colore  e dell’uso gioioso della pittura. Artista di voli a cielo aperto di  “parole al vento”,  di  insolite lettere senza destinatario che ritornano al mittente; lettere in cui l’accumulazione grafica di simboli di tipo grafico creano nuove associazioni sempre imprevedibili e nuove,  disarticolando il linguaggio  e riducendolo a pezzi. L’intera produzione  dell’artista di Fano nasce dall’ibridazione dei linguaggi fino a sconfinare con convincente disinvoltura nella poesia visiva. Di questi ludici interventi provocatori   ne è responsabile Marcel Duchamp artista amato da Marcello per la componente estetica e concettuale. Decisamente rigorosi appaiono i francobolli d’artista e le Lettere da Citera presenti in questa mostra personale che l’artista ha creato  durante  la sua lunga e intensa attività. L’attenzione verso il francobollo d’artista di piccolo formato nasce nel 1984  con un francobollo “Jeune Peinture”, con fiaba al vento,  presentato al Grand Palais di Parigi. Tutti i francobolli presenti trattano temi fantastici, ironici e soprattutto sociali  in linea con la poetica  pungente  e immaginifica dell’artista fanese. Anche le lettere da Citera, opere realizzate su carta (cm 21x30) con tecnica di dattilografia su foto xerografia, rispettano questa attenzione e rigorosa severità alla composizione e al poetico messaggio nascosto e ibridato tra i lineamenti  definiti del corpo. Dedicate alla donna, nascono per essere lette e magari decifrate. Francobollo, lettera e lettere dell’alfabeto diventano così gesto d’amore e nel contempo  veicolo alla ricerca di un ipotetico destinatario. Una sorta di volo poetico  dentro la fantasia e l’incanto  con   la messa a fuoco di  presenze che cercano di esercitarsi al viaggio e  condividere l’in-definito. Lettere dal destino vago relazionano tra gli oscuri anfratti della mente con immaginari  francobolli in attesa che qualche  possibile destinatario possa decrittare gli oscuri presagi della parola, si aggrappano avidamente all’immaginazione e si lasciano trasportare al flusso delle correnti, coscienti  di non poter essere più significato compiuto ma  sola  presenza e indizio sfuggente.    





PAROLE  AL  VENTO

Poema visivo di Giovanni Bonanno
dedicato a Marcello  Diotallevi

A
Fano,
a un passo
dal mare,
 aquiloni stretti
  ad un filo  e  appesi 
per la coda volano leggiadri
sospinti da arifugaci.
 lettere e caratteri tipografici,
si formano e si trasformano  in
anagrammi gentili  che solo pochi  sanno carpire.
Parole  di fiabe  solitarie destinate al vento  si rincorrono e si
arrampicano orgogliosi per la collina per poi lasciarsi 
andare all’ombra del buio   di   una notte stellata,
Sospinti dall’ebbrezza del mare,  formano  strane scie
di seta vellutata dai colori intensi e delicati.
Sotto il portico di Citera,  l’ora dell’oblio segna
il passo con Giove    che raccoglie le ceneri
di un amplesso regalando all’amata  Danae
sospiri, pagliuzze d’oro  e  dolci  lettere  cortesi.
Tra  un bacio rubato e una parola galante,
lettere al mittente
  dal destino ingrato,
francobolli
Cervi
volanti
nati
per caso,
vagano
curiosi
 in
c
e
r
c
a
 d
i
 t
 e

© Giovanni  Bonanno  2012





“DALLA  LETTERA  AL VIAGGIO” 

Marcello Diotallevi, classe 1942, sul finire degli anni Settanta ha iniziato le sue irruzioni nell’area della Mail Art con   contatti sempre più intensi  con la Poesia Visiva, utilizzando le lettere dell’alfabeto per accumuli, disseminazioni liberati da qualsiasi senso  e significato letterale, e in questi ultimi anni, anche del recupero del colore  e dell’uso gioioso della pittura. Artista di voli a cielo aperto di  “parole al vento”,  di  insolite lettere senza destinatario che ritornano al mittente; lettere in cui l’accumulazione grafica di simboli di tipo grafico creano nuove associazioni sempre imprevedibili e nuove,  disarticolando il linguaggio  e riducendolo a pezzi. Con le “Fiabe al vento” le parole incantate volano allegre nello spazio come dolci fiabe senza tempo. L’intera produzione  dell’artista di Fano nasce dall’ibridazione dei linguaggi fino a sconfinare con convincente disinvoltura nella poesia visiva. Di questi ludici interventi provocatori   ne è responsabile Marcel Duchamp artista amato da Marcello per la componente estetica e concettuale.

Decisamente rigorosi appaiono i francobolli d’artista e le Lettere da Citera presenti in questa mostra personale che l’artista ha creato  durante  la sua lunga e intensa attività. L’attenzione verso il francobollo d’artista di piccolo formato nasce nel 1984  con un francobollo “Jeune Peinture”, con fiaba al vento,  presentato al Grand Palais di Parigi,  e con un foglio di 20 artistamp dal titolo “For the Peace”  dedicato al tema della pace che rappresenta una colomba con un elmo da guerra in testa.  Successivamente a questa data si susseguiranno altri 22 francobolli fino al 2012, con  “Kite Christopher Marchant”, Canada (International Art Post 89),  “Mailyx”  e  “Mail Heart”, del 1990, “The Lie of Sin”,  “Ponza Island” e “War in the Gulf” tutti del 1991,  “Columbus 500 Years”, del 1992, “Tale to the Wind” e   “Metanetworker in spirit”, ideato per il collettivo Fiera di Bologna, del 1994, “Taboo”, “In memory of Ray Johnson”, del 1995,  “Erma”  del 1996, “Esemplare  2-5” del 1997, le due serie di francobolli “Love Poem in a Landscape” del 1998, “Halloveen” del 1999, “Roma 2000 Amor” e “Iubilaeum”, del 2000, “Chiusura delle case chiuse, 50 anni, 1958-2008” del 2008, e  poi, “Poema d'amore in un paesaggio”, “Italia”, del 2011. L’ultimo lavoro esposto è un “Francobollo Celebrativo per i 70 anni di Marcello  Diotallevi”,   che è stato realizzato appositamente nel 2012  in occasione della mostra Retrospettiva organizzata  presso lo Spazio Ophen Virtual Art di Salerno.

Tutti i francobolli trattano temi fantastici, ironici e soprattutto sociali  in linea con la poetica  pungente  e immaginifica dell’artista fanese. Anche le lettere da Citera, opere realizzate su carta (cm 21x30) con tecnica di dattilografia su foto xerografia, rispettano questa attenzione e rigorosa severità alla composizione e al poetico messaggio nascosto e ibridato tra i lineamenti  definiti del corpo. Alla base di tutto vi è l’ironia come sistema per evidenziare gli aspetti  più particolari,  lasciando alla casualità provvisoria  la possibilità di destare stupore e meraviglia. Migliaia di  caratteri di macchina da scrivere  occupano parti di un corpo estrapolato dal loro contesto per definirsi  come pura  suggestione poetica. Infatti, per ogni opera l’artista parte da un nudo  femminile fotografico, ne fa una fotocopia in bianco e nero, poi scrive sulle parti scoperte di una persona un reticolo di lettere a macchina. A tal proposito nel 1996 Marcello Venturoli scriverà: “E quale comunicazione più immediata, più visiva e insieme più scritta, di una pelle che racconta se stessa in una missiva? Dedicate alla donna, nascono per essere lette e magari decifrate. Francobollo, lettera e lettere dell’alfabeto diventano così gesto d’amore e nel contempo  veicolo alla ricerca di un ipotetico  destinatario. Una sorta di volo poetico  dentro la fantasia e l’incanto  con   la messa a fuoco di  presenze che cercano di esercitarsi al viaggio e condividere l’in - definito. Del resto, tutta l’intera  ricerca di Diotallevi è improntata da questo suo particolare  modo di fare. Lettere dal destino vago relazionano tra gli oscuri anfratti della mente con immaginari  francobolli in attesa che qualche  possibile destinatario possa decrittare gli oscuri presagi della parola, si aggrappano avidamente all’immaginazione e si lasciano trasportare al flusso delle correnti, coscienti  di non poter essere più significato compiuto ma  sola  presenza e indizio sfuggente.     Sandro  Bongiani






BIOGRAFIA 

Marcello Diotallevi è nato nel 1942 a Fano. E' vissuto per lungo tempo a Roma dove per un decennio ha esercitato l'attività di restauratore presso il Laboratorio di Restauro in Vaticano. Ha inizio in quegli anni anche la sua attività artistica all'insegna dell'irrequietezza. Come pittore prima, poi come scultore nei primi  anni Settanta, quindi per qualche tempo si occupa di grafica e infine inizia a scrivere. Sul finire degli anni Settanta hanno inizio le sue incursioni nell'area della Mail Art e della Poesia Visiva di cui è tuttora un impegnato protagonista. In oltre un quarto di secolo di attività artistica ha collaborato con suoi interventi a libri e riviste nazionali e internazionali. Nel corso del tempo ha tenuto varie mostre personali nelle maggiori città italiane, partecipando nel contempo a esposizione collettive in tutto il mondo. Fa parte del gruppo di intervento artistico "I metanetworker in spirit". Si occupa in prevalenza di installazione, Poesia Visiva e Mail Art. E' l'autore della copertina della Guida al Musée National d'Art Moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi (Hazan Editeur 1983). Nel 2003 riceve l'invito a tenere una performance nella Sezione "Extra 50" della 50esima Edizione Internazionale d'Arte - Biennale di Venezia ma, non essendo egli un performer, declina l'invito. Nel 2007 è stato invitato alla 52esima Biennale di Venezia e poi nel 2011 alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Tibet, a cura di Ruggero Maggi. Dal 1974 vive e lavora a Fano.
  




SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
MARCELLO DIOTALLEVI
"In the form of travel, stamps and letters from Citera"
Edited  by Sandro Bongiani
From 18 April 2018 to 1 July 2018
Inauguration: Wednesday 18 April 2018, 18.00

"In the form of travel, stamps and letters from Citera" is the title of the personal exhibition that the Ophen Virtual Art Gallery in Salerno dedicates to Marcello Diotallevi, one of the most interesting Italian contemporary artists born in the forties, who presents for this exhibition works (24 Stamps by artist and 18 Letters from Citera) made between 1984 and 2012, which cover over forty years of research, from the figurative beginnings of the early 80s, until today.

Marcello Diotallevi, born in 1942, at the end of the seventies began his raids in the area of ​​Visual Poetry, using the letters of the alphabet for accumulations, disseminations freed from any meaning and literal meaning, and in recent years, even of recovery of the color and joyful use of painting. Artist of open-air flights of "words to the wind", of unusual letters without a recipient returning to the sender; letters in which the graphic collection of graphic symbols create new associations that are always unpredictable and new, disarticulating the language and reducing it to pieces. The entire production of the artist of Fano comes from the hybridization of languages ​​to the point of crossing over with convincing confidence in visual poetry. Marcel Duchamp, an artist loved by Marcello for his aesthetic and conceptual component, is responsible for these playful provocative interventions. The artist's stamps and the Lettere da Citera appear in a rigorous and rigorous series of works. The attention to the stamp of a small-format artist was born in 1984 with a "Jeune Peinture" stamp, with a fairy tale in the wind, presented at the Grand Palais in Paris. All the stamps present deal with fantastic, ironic and above all social themes in line with the pungent and imaginative poetry of the Fano artist. Even the letters from Citera, works realized on paper (21x30 cm) with typing technique on photo xerography, respect this attention and rigorous severity to the composition and to the poetic message hidden and hybridized between the defined features of the body. Dedicated to women, they are born to be read and perhaps deciphered. Stamp, letter and letters of the alphabet thus become a gesture of love and at the same time a vehicle in search of a hypothetical recipient. A sort of poetic flight within the imagination and the enchantment with the focus of presences that try to practice the journey and share the in-defined. Letters from the vague destiny relate between the obscure recesses of the mind with imaginary stamps waiting for some possible recipient to decipher the obscure presages of the word, greedily cling to the imagination and let themselves be transported to the flow of currents, aware that they can no longer be meaning accomplished but mere presence and elusive clue.


BIOGRAPHY
Marcello Diotallevi was born in 1942 in Fano. He lived for a long time in Rome where for a decade he worked as a restorer at the Restoration Laboratory in the Vatican. In those years also began his artistic activity in the name of restlessness. As a painter first, then as a sculptor in the early seventies, then for some time he deals with graphics and finally begins to write. At the end of the Seventies his raids began in the area of ​​Mail Art and Visual Poetry, of which he is still a committed protagonist. In over a quarter of a century of artistic activity he has collaborated with his works on national and international books and magazines. Over the course of time he has held several solo exhibitions in major Italian cities, participating at the same time in collective exhibitions around the world. He is part of the group of artistic intervention "I metanetworker in spirit". He mainly deals with installation, Visual Poetry and Mail Art. He is the author of the cover of the Guide to the Musée National d'Art Moderne - Center Georges Pompidou in Paris (Hazan Editeur 1983). In 2003 he received an invitation to hold a performance in the "Extra 50" Section of the 50th International Art Exhibition - Venice Biennale but, not being a performer, he declined the invitation. In 2007 he was invited to the 52nd Venice Biennale and then in 2011 to the 54th Venice Biennale, Tibet Pavilion, curated by Ruggero Maggi. Since 1974 he lives and works in Fano.





BIOGRAPHY
Marcello Diotallevi was born in 1942 in Fano. He lived for a long time in Rome where for a decade he worked as a restorer at the Restoration Laboratory in the Vatican. In those years also began his artistic activity in the name of restlessness. As a painter first, then as a sculptor in the early seventies, then for some time he deals with graphics and finally begins to write. At the end of the Seventies his raids began in the area of ​​Mail Art and Visual Poetry, of which he is still a committed protagonist. In over a quarter of a century of artistic activity he has collaborated with his works on national and international books and magazines. Over the course of time he has held several solo exhibitions in major Italian cities, participating at the same time in collective exhibitions around the world. He is part of the group of artistic intervention "I metanetworker in spirit". He mainly deals with installation, Visual Poetry and Mail Art. He is the author of the cover of the Guide to the Musée National d'Art Moderne - Center Georges Pompidou in Paris (Hazan Editeur 1983). In 2003 he received an invitation to hold a performance in the "Extra 50" Section of the 50th International Art Exhibition - Venice Biennale but, not being a performer, he declined the invitation. In 2007 he was invited to the 52nd Venice Biennale and then in 2011 to the 54th Venice Biennale, Tibet Pavilion, curated by Ruggero Maggi. Since 1974 he lives and works in Fano.



L’intervista di  Luciano Marucci a  Marcello Diotallevi



MARCELLO   DIOTALLEVI / Intervista …….grafico, pittore, scultore, mailartista, poeta, ‘aforista’… Qual è il tuo vero ‘mestiere’?
Non so se le attività che tu hai elencato possano essere qualificate come mestieri,  professioni o vocazioni. Di tutte, quella di “aforista” è – per chi mi conosce – la più calzante. L’aforisma verbale mi seduce, ma ancor più quello visivo. Con ciò non intendo sminuire gli altri esercizi creativi che hanno caratterizzato e arricchito la mia vita nel corso degli anni. Tutto ha concorso a fare di me ciò che ora non sono…

Cos’è per te l’opera d’arte?
Qualcosa che viene da molto lontano, da luoghi reconditi della mente e giunge a noi artisti per vie sconosciute, ma l’impulso creativo può essere anche un semplice fatto gestuale che talvolta non supera la misura del braccio. È la più alta espressione dell’ingegno umano. O… dell’inganno umano? Giova ricordare che in greco technìtes designa sì l’artista e l’artigiano, ma anche l’imbroglione.

Da quale contesto proviene la tua ludica e poetica ‘pro-vocazione’?
Marcel Duchamp è il maggior responsabile della mia ricerca artistica: una sorta di padre adottivo involontario dal quale ho appreso, da figlio eretico, alcune lezioni. Per prima, quella estetica; e più cospicuamente, quella concettuale; infine quella morale, che ritengo la più importante.

Dalla parola all’oggetto. Sei per l’affermazione o il superamento della ‘materia’?
Mai come in questo momento la ricerca artistica converge verso una smaterializzazione dell’opera.  Basti pensare alle ultime Biennali di Venezia, di San Paolo e a Documenta di Kassel. Il virtuale tira, ma ciò non vuol dire che l’arte oggettuale, che fa uso della materia, sia in crisi e il suo tramonto vicino. In questo decennio, in  compagnia di qualche collega, anch’io ho condotto alcune esperienze video. Per la verità, un po’ poco per uno che decide di cambiare pelle…

Dalla poesia visiva ai dipinti, alle opere tridimensionali e installative. Con quali lavori ti identifichi maggiormente?
Per molti anni ho lavorato in Vaticano, nel Laboratorio del mosaico. Da allora il feeling verso quella tecnica non è mai venuto meno e talvolta amo tornare “sul luogo del delitto”.

Perché fai da te…?
Io non ho mai creduto al vecchio adagio “chi fa da sé, fa per tre”. L’ostinazione non paga e l’opera sicuramente ne patisce. Ma un conto è avere dei collaboratori – spesso indispensabili – altro è lasciar fare tutto a loro.

Sei portato a privilegiare l’estetica o il significato?
Nel mio lavoro non è possibile separare significante e significato, se il risultato finale deve essere un’opera compiuta.

Dall’immagine mentale a quella sessuale. Qual è più stimolante?
Di tutti gli dèi, Eros è certamente il più vicino agli uomini. È sempre lui che governa gli umani desideri, sia dai piani superiori, sia dai piani inferiori – teoria e prassi. La vita – o gli dèi – hanno deciso che io facessi l’artista, ma se le cose fossero andate diversamente, avrei fatto il maniaco sessuale.

Ma nella tua attività che ruolo riveste la sensualità?
Zodiacalmente parlando, sono un Toro, quindi è pleonastico dire che la sensualità si riversa inevitabilmente nella mia attività artistica. Però la ragione non la perde mai del tutto di vista.

È ancora il caso… di praticare la Mail Art mentre imperversa la posta elettronica?
I mailartisti sono piuttosto ostinati e penso che frequenteranno questa tendenza sine die. Bisogna dire che molti di loro conducono anche una ricerca personale, come nel mio caso. La posta elettronica ci permette di tenere a distanza le seduzioni esercitate dalle Sirene della modernità.Io non uso il computer per due motivi:l’assenza dell’oggetto manipolato dall’artista e l’impossibilità di modificare l’opera durante il percorso mittente-destinatario.

Nel tempo torni anche sui cicli precedenti?
Fino a oggi non mi è mai accaduto, sebbene consideri aperti alcuni cicli. Altra cosa è completare un’opera che non appartiene ad alcun ciclo, iniziata molti anni prima e messa da parte in attesa di migliori auspici. Giusto da qualche mese, ho concluso un lavoro cominciato vent’anni fa.
Cosa ti sollecita a spaziare in senso orizzontale e verticale?
L’essenza di ogni ricerca, e quella artistica non fa eccezione, è, fuor di dubbio, la curiosità abbinata alla passione. Spinte, queste, che mantengono giovani anche in tarda età e che mi auguro di non perdere mai.

Vai costantemente alla ricerca di un altrove?
Io nell’altrove, solitamente, ci vivo.

Meglio la precarietà o la stabilità?
Se ti riferisci alla vita, direi che in medio stat virtus; se invece alludi al gesto creativo, il discorso cambia, perché la storia dell’arte ci insegna che la precarietà o la stabilità hanno scarsa incidenza sulla qualità dell’opera e sul successo o l’insuccesso di un artista

È possibile realizzare… la fiaba?
Io l’ho fatto ripetutamente con le mie “Fiabe al vento”.

È lecito de-mitizzare attraverso il quotidiano?
Non solo non è lecito, ma non lo ritengo possibile. Il quotidiano spesso è di basso profilo e non possiede la forza sufficiente a demitizzare (al massimo, a derattizzare…). Il Mito, per fortuna, è più potente anche della Storia; figuriamoci del quotidiano! Io ho realizzato l’operazione inversa: attraverso il mito ho de-quotidianizzato.

Oggi sono più forti le suggestioni reali o intellettuali?
Non saprei. Anche se può apparire provocatorio, il problema riguarda la transustanziazione. Secondo te, si tratta di una suggestione reale o intellettuale? Rispondere a una domanda con una domanda mi pare la maniera migliore di concludere questa conversazione a distanza.   
        [«Juliet» (Trieste), n. 115, dicembre 2003-gennaio 2004, p. 47]



Le opere. 














MARCELLO DIOTALLEVI,
“In the form of travel, stamps and letters from Citera”

SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105 / D - Salerno
Salerno Tel / Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it
Hours continued every day from 00.00 to 24.00



 Marcello Diotallevi, artistamp di Domenico Ferrara Foria, Foria - Italia 
Opera creata in occasione di questa mostra personale  a Salerno