CONVENTO del CARMINE
Sede Ente
Mostra di Pittura
Sala “G.
Cavarretta “
PAOLO GUBINELLI
OPERE SU CARTA
“TRASPARENZE”
Testo critico di Francesco Gallo Mazzeo
Inaugurazione: giovedì 13 giugno ore 18,00
dal 13 al 27 giugno 2019 Sala espositiva G.Cavarretta
all'interno del Convento del Carmine
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Nessun termine scientifico è diventato più metaforico di
quello di geometria, che ormai prescinde (e quasi nessuno se ne ricorda) dal
suo originario “misura della terra”, diventando, nelle sue varie declinazioni,
da quella euclidea, alle molteplici e mutevoli, non euclidee, un termine
astratto e quindi metamorfico, in grado di inserirsi in tutte le infinitesime,
molecolari e atomiche e nelle dilatazioni spaziali, tendenti ad infinito.
Trasparenze chiamiamo le conoscenze, opacità le ignoranze, tracciando così
l’ipotetico cammino di un andare e venire, che è indissolubile nella sua
consistenza mentale e visiva ed è un modo per rendere tutto alla maniera della
luce, della luminosità che mostra visibili le prominenze della pellicolarità,
di cui tutto l’universo è fatto. La parte che costituisce il nostro tutto, è
solo il cinque per cento, eppure per noi è tanto, che a volte ci confonde e
rende ciechi anche di ciò che la vista ci concede, nella ricerca, a tutto
tondo, del nostro interiore e del nostro esteriore, che paradossalmente
coincidono, in una dimensione spazio temporale, che non cessa di attrarre e
stupire. Una impalpabile geometria, quella di Paolo Gubinelli, giocato sul
filo, sul segno, sul tratto cromatico, con una possibilità di variazioni che è
un continuo traslato di enigmi e di ricerche, che la dice lunga sulla
supremazia della vista nella instaurazione dell’identità e morfosi genetica
dell’uno nell’altro di ogni uno in ogni altro, in complemento con la sonorità
che raccorda tutto anche quando è silenzio, di una energicità che trasforma le
nozze del caso e della necessità nella nostra grande avventura, per vedere,
toccare, annusare, sentire, sognare, inventare (che è il lato umano del creare)
facendo vedere le connessioni che possono sorgere e tramontare in una
specularità tra la bellezza che è misura, ordine, simmetria e il sublime che è
perdita del confine, potenza del caos, imprevedibilità, sbalordimento.
Roma, Febbraio 2019
Ed. Lineadarte Officina Creativa, Napoli
Roma, Febbraio 2019
Ed. Lineadarte Officina Creativa, Napoli
Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Sono stati pubblicati
cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni
Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli,
Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Mirella Branca, Carmine Benincasa, Luciano
Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova,
Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico; Roberto Daolio, Angelo
Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza,
Francesco Gallo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco
Meneguzzo, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany,
Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso
Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri:
Adonis, Alberto Bertoni,
Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Roberto Carifi, Ennio
Cavalli, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De
Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino
Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario
Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico
Orengo, Alessandro Parronchi, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio
Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario
Santagostini, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico
Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
Stralci critici:
Giulio Angelucci,
Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Claudio Di Benedetto,
Nevia Pizzul Capello, Debora Ferrari, Claudio Di Benedetto, Fabio Corvatta,
Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Elverio
Maurizi, Caterina Mambrini, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Patruno,
Roberto Pinto, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Luisa
Spaziani, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In
un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente,
sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in
progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui
le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una
poesia non verbale.
Nella
più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno
geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione
più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni
appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una
interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti
acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Ha
eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni
incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.
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