SPAZIO
OPHEN VIRTUAL ART  GALLERY
“Ray Johnson Project, Relazioni marginali sostenibili”
La Collezione Bongiani Art Museum
è lieta di inaugurare presso lo spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno e in
contemporanea con la 59.  Biennale
Internazionale di Venezia 2022 la mostra collettiva dal titolo:  “Ray
Johnson Project, Relazioni marginali
sostenibili” a cura di Sandro 
Bongiani con un progetto “add to & return” realizzato da Ruggero
Maggi nel 1987 con 72  opere  scelte dell’Archivio Amazon di Milano. 
Per questo progetto Ray Johnson aveva scritto sul retro di un invito di una sua mostra al Nassau County Museum una frase quando mai profetica.. altro che l'impero della catena di distribuzione di Mr. Bezos!
Ruggero
Maggi scrive: Ray aveva già preso da anni
l'abitudine di spedire sue immagini per posta invitando gli artisti ad
intervenire nello spirito della New Correspondance School. Le "basi",
inviate agli artisti, come le chiamo io, furono sostanzialmente quattro  in cui si chiedeva  agli artisti di intervenire e rispedire, “add to & return”,  utilizzando le immagini che Johnson mi aveva
inviato a metà degli anni '80. Mi sorprende ancora oggi che alcuni di questi
fogli, dopo viaggi postali durati anni, ritornano al mittente!
A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) un altro importante evento in Italia dedicato all’artista americano Ray Johnson considerato dalla critica negli anni 60’ per essere “il più famoso artista sconosciuto di New York e un pioniere della performance e dell'uso della lingua scritta nell'arte visuale. Una pratica basata sulla contaminazione tra collage, fotografia, disegno, performance e testo scritto avvalorato attraverso l’invio postale. I suoi progetti includono prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali che nascono da piccole storie, da incontri con le altre persone, da relazioni e riflessioni spontanee capaci di innescare nuovi apporti e nuove azioni al pensiero creativo”.
Secondo Ray Johnson i l’arte è vita, del resto, anche la parola “Moticos” utilizzata molto spesso deriva dalla parola osmotic, una specifica qualità caratterizzata da una reciproca influenza, uno scambio fra individui, una compenetrazione di idee, atteggiamenti e realtà culturali, insomma, un nuovo modo di pensare in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela in modo puntuale esaminando gli scritti e le azioni performative “Zen Nothings” svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi è considerato dalla critica parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.
Ray Johnson, nel 1962, fondò la New York Correspondance School of Art, una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale gli elaborati grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano per la prima volta spediti per posta a conoscenti e persino ignari destinatari, dando completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero, al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte.
Precursore  e
anima ribelle, presenza enigmatica e convinto
individualista, trasgressivo, estroverso, diseredato  ed
eremita dell’arte americana, spesso viene  associato al
gruppo  Fluxus per il carattere  solitamente  minimal-concettuale
dei suoi progetti tuttavia, dobbiamo  segnalare che  Ray
Johnson non ha mai fatto parte del  “Fluxus”,  ma ha
comunque condiviso le  stesse problematiche e ”l’underground”  
sperimentale con molti artisti di questo raggruppamento. 
Nei  primi
anni 60, il mitico Johnson si dedicò definitivamente alla Mail Art (l’Arte
Postale),  combinando  oggetti trovati  con
fumetti, pubblicità, lettere e  anche pittura e
colore.  Diceva che “ amava realizzare opere che combinassero giochi
di parole, verbali e visivi".   Nasceva così l’arte postale,
divenendo essenzialmente “operazione artistica in progress” di scambi tra
individui scavalcando le figure  istituzionali del critico e del
gallerista d’arte contemporanea. 
Oggi,  ci
appare uno dei personaggi più influenti  della  Mail
Art  e nel contempo un  grande pioniere solitario dell’arte
visuale. americana, influenzando di fatto il futuro
dell'arte e  divenendo altresì il punto di riferimento
per  nuove generazioni di giovani artisti.  
La Mail
Art   -scrive Sandro Bongiani- è una  sorta di strana
ragnatela  di comunicazioni  creata da  altrettanti
corrispondenti  capace di superare le  infinite distanze
geografiche del pianeta coinvolgendo  concretamente  tutte
le  Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle
mobile, sempre variabile,  perennemente in movimento”.  L’arte
postale con il suo  tentacolare network di  contatti
abbraccia  ormai il mondo intero; ogni tessera è una micro-unità di
una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo
diversificato di nuove  energie poetiche, una sorta
di  grande “incontro” collettivo, in cui “i giochi di parole non sono
solo un gioco”, come giustamente affermava tanti anni fa Alfred
Jarry, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle
costrizioni e dagli impedimenti e  dedicarsi compiutamente
all’invenzione e alla  pura creatività. La Mail Art, per tanti
artisti è anche  libertà e  soprattutto amore e fratellanza.   
“RELAZIONI MARGINALI
SOSTENIBILI”
Presentazione di Sandro Bongiani
Sono trascorsi già 60 anni da quando l'artista americano Ray Johnson, nel 1962, fondò la New York Correspondance School of Art, una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale gli elaborati grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano per la prima volta spediti per posta a conoscenti e persino ignari destinatari, dando completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero, al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte.
Di origine finlandese,
era  nato a Detroit nel  Michigan,  il 16
ottobre  1927.  Tra il 1944 e il
1945 aveva studiato presso la "Art Students League" di New
York e dal 1945 al 1948 aveva seguito il corso
di  pittura  con Josef Albers al Black Mountain. In quel
contesto   aveva conosciuto  Ilya Bolotowsky, Lyonel Feininger, Robert
Motherwel,  Kooning, Merce Cunningham e John Cage. Successivamente,
nel 48, si era trasferito  a New York iniziando una produzione di
opere geometriche  aderendo così  al  “Gruppo degli
Artisti Astratti Americani”,  conoscendo personalità come  Robert
Rauschenberg,  Jasper Johns e Andy Warhol ed  esponendo con
artisti importanti come  Ad Reinhardt.  I suoi primi
lavori consistevano in  operazioni  di  matrice
geometrica-astratta  influenzati in quel periodo dalle “teorie sulla
relatività del  colore” di Albers.  A metà degli anni '50,
approdando al  Dada decise di abbandonare la precedente
pittura  geometrica e dedicarsi al collage, producendo centinaia
di piccoli lavori che chiamò  "moticos", quasi una sorta di
“Pop Art”  anticipatrice delle ricerche che a distanza di qualche
anno verranno messe in campo  con successo da Leo Castelli con il
gruppo  storico americano. Sono di questo periodo  le
opere ispirate a personaggi come  Elvis Presley o Marilyn
Monroe.   Precursore  e anima ribelle, presenza
enigmatica e convinto individualista, trasgressivo,
estroverso, diseredato  ed eremita dell’arte americana, spesso
viene  associato al gruppo  Fluxus per il carattere  solitamente 
minimal-concettuale dei suoi progetti; il gruppo Fluxus è stato
un vivace movimento internazionale che  in quel periodo si distinse
per una serie di azioni e interventi  a carattere neodadaista.
Dobbiamo  segnalare che  Ray Johnson non ha mai fatto
parte del  “Fluxus”,  ma ha comunque
condiviso le  stesse problematiche e ”
l’underground”  prettamente sperimentale con molti artisti di
questo raggruppamento. 
Nei  primi
anni 60, il mitico Johnson si dedicò definitivamente alla Mail Art (l’Arte
Postale),  combinando  oggetti trovati  con
fumetti, pubblicità, lettere e  anche pittura e
colore.  Diceva che “ amava realizzare opere che combinassero giochi
di parole, verbali e visivi".   Nasceva così l’arte
postale, la Mail Art, divenendo essenzialmente “operazione artistica in
progress” di scambi tra individui scavalcando le figure  istituzionali
del critico e del gallerista d’arte contemporanea. Una forma artistica del
tutto nuova nonostante  da tempo si erano avute le  prime
avvisaglie da  una parte dell’avanguardie storiche  come le
operazioni dei futuristi e dei dadaisti.  Infatti, agli inizi del
Novecento diversi artisti  avevano  iniziato a inviare
Cartoline Postali e disegni utilizzando il mezzo postale, tra questi ad esempio
il futurista  Cangiullo, Giacomo  Balla, Fortunato Depero e
persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche,
vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco.
Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla
quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna.
Recentemente bisogna  anche ricordare  il lavoro di un
artista contemporaneo come Alighiero Boetti che ha fatto largo uso del mezzo
producendo un'ingente quantità di lavori postali; fin dalla fine degli anni
sessanta  Boetti ha scritto e  spedito migliaia di buste
contenenti frammenti di altri lavori.  Ci preme sottolineare
l’attivismo di tanti artisti sparsi in tutto il mondo a essere
parte  significativa di questo particolare  circuito
artistico.   Si racconta che Ray Johnson negli anni
60  era   già considerato  uno degli artisti
americani più  influenti del suo  tempo
e  nonostante tutto il  più  sconosciuto di New
York. All’inizio di questa particolare avventura  non sappiamo
se  si era  reso  veramente
conto  dell’innovazione rivoluzionaria  che
stava  apportando   all’interno
dell’arte  cosiddetta contemporanea. Oggi,  ci appare uno
dei personaggi più influenti  della  Mail Art  e
nel contempo un  grande pioniere solitario dell’arte
visuale.  Trasferitosi da New York  a Locust
Valley  a  Long Island,  continuò a
produrre opere di  mail
art  consolidando  un complesso sistema
internazionale  di comunicazione artistica incentrato
su  contatti postali strutturati su una
ramificata  rete  diversificata con diverse centinaia di
corrispondenti “abituali” e  anche “non consapevoli”, influenzando di
fatto il futuro dell'arte e  divenendo
altresì il punto di riferimento per  nuove generazioni di
giovani artisti.  Johnson ha sempre preferito lavorare su piccoli
formati, precludendosi  così l’appoggio del grande mercato dell’arte
ufficiale,  rifiutando  spesso di esporre o vendere
il  proprio lavoro. Del resto,  il mercato dell’arte
preferisce le grandi dimensioni e una produzione
creata  appositamente per essere “mercificata” in senso commerciale,
e quindi, poco interessato a diffondere e difendere concretamente i suoi
piccoli lavori considerati in quel tempo  “poca cosa”.  Nel
1995,  precisamente il 13 gennaio,  il corpo di Ray
Johnson fu trovato galleggiare senza vita in una baia di Sag Harbor, NY. Le
circostanze in cui è morto  sono ancora poco chiare e assai misteriose. In
questi ultimi decenni  il lavoro prodotto da  Johnson è
stato oggetto di diverse esposizioni  personali  come
quella negli anni ottanta presso il Nassau County Museum of
Art,   al Moore College of Art and Design in
Philadelphia  e da gallerie  come Goldie Paley,  Marian
Willard Gallery  e la Richard  L. Feigen Gallery, entrambe
in Manhattan che tutt’ora continuano a presentarlo al grande pubblico.
Ormai  le sue opere sono esposte presso  importanti
collezioni permanenti come il  Philadelphia Museum of Art, la
Corcoran Art Gallery di Washington  o il Walzer Art Center di
Minneapolis. Una delle sue  assidue occupazioni preferite era
quella di inviare  i suoi lavori  ad una persona "Add
to and return to", con le istruzioni di passarla ad altri.
La Mail Art è
un'esperienza d'arte concettuale  e comportamentale, trasversale ad
ogni precostituito  gruppo  di ricerca proposto in questi
ultimi decenni. Essendo  la risorsa
più  democratica  e liberista del pianeta, rifiuta
l’oggettualità in quanto tale e preferisce lo scambio di idee
affidandosi  ai  processi mentali e  immateriali
e  quindi,  a  operazioni incentrate
preferibilmente sul linguaggio e la comunicazione.  La Mail
Art   è una  sorta di strana ragnatela  di
comunicazioni  creata da  altrettanti
corrispondenti  capace di superare le  infinite distanze
geografiche del pianeta coinvolgendo  concretamente  tutte
le  Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle
mobile, sempre variabile,  perennemente in movimento”.  E’
sicuramente uno dei pochi movimenti artistici  al di  fuori
degli schemi dettati dal potere imperante del  mercato
dell’arte  che  ha resistito a tutte
le  offensive  di disturbo e interferenza attuate in questi
anni,  da chi non condivide la forza dirompente di questa particolare
esperienza  artistica del tutto svincolata dalle  modalità
pre-costituite.  Un sistema complesso che continuamente si confronta
con altre realtà del pianeta  mettendo in campo interventi sperimentali
e sperimentabili di ricerca  visuale.  Con
essa  la comunicazione  visiva assume dimensioni
planetarie, totalmente nuove e inaspettate.  L’arte postale con il
suo  tentacolare network di  contatti
abbraccia  ormai il mondo intero; ogni tessera è una micro-unità di
una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo
diversificato di nuove  energie poetiche. Forse, come dice
qualcuno,  lo stesso  “Networker”  è da
considerarsi  la vera e  più grande opera d'arte del
mondo. Una sorta di  grande gioco collettivo, in cui “i giochi
di parole non sono solo un gioco”, come giustamente affermava tanti anni
fa Alfred Jarry, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi
dalle costrizioni e dagli impedimenti e  dedicarsi compiutamente
all’invenzione e alla  pura creatività.
La Mail Art  è  ormai una rete  consolidata
di rapporti relazionali composta da diversi centinaia di artisti del Network
che si scambiano  ogni giorno messaggi creativi in forma di lettere,
buste, cartoline postali, collage, poesia visiva, libri d’artista e persino
oggetti tridimensionali. È un'arte che non viene creata per essere collocata in
un museo o per essere mercificata, ma è “creatività spontanea” che viene
scambiata senza alcun fine speculativo. In questi ultimi anni, scambi,
incontri, interventi, congressi, rapporti, progetti, si sono avvicendati in un
clima di  corale partecipazione  sempre più attiva, nel
superamento di qualsiasi barriera geografica, politica e ideologica. Oggi
ci  appare in modo più compiuto, un grande fenomeno poetico
e sociale, un vero e proprio “laboratorio di idee” che preferisce collocarsi ai
margini di un’area periferica che io considero decisamente  “di
confine”,  ai margini di un sistema culturale che inaspettatamente
trova la libertà e la possibilità di mettere a fuoco le idee e la
creatività. Insomma, è  il più grande
laboratorio sperimentale di ricerca artistica del pianeta terra (Il
laboratorio globale del Network), un grande polmone di ricerca libera.  Osservato
nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro planetario, un magnifico essere
dal grande occhio che si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di
tante  presenze  individuali. La Mail Art non
condivide  affatto l’omologazione del linguaggio o   i
modi di fare anacronistici e sclerotizzati. Essa  è contaminazione di
idee, confronto e condivisione di nuove
proposte, invenzione e  creatività allo stato
puro, senza alcun condizionamento e senza nessuna costrizione. La
Mail Art, per tanti artisti è anche  libertà e  soprattutto
amore.   Sandro  Bongiani
Artisti presenti a questa rassegna
internazionale di Mail Art:
Acosta Bentos, Uruguay I Andrej Tišma, Yugoslavia I Angel Borrero, USA I Angela e Henning Mittendorf, Germania I Anne King, Canada I Antonio Tregnaghi, Italia I Artpool, Ungheria I B. Charpentier, Francia I Brad Goins, USA I Charles Francois, Belgio I ciTIZeN X, Canada I Cleasby, USA I CrackerJack Kid, USA I Creative Thing, USA I D. Jenkins, USA I Daniel Daligand, Francia I Daniel Plunkett, ND I Daniele Sasson, Italia I David Tiffen, England I Desireau, Italia I E. F. Higgins III, USA I Emilio Morandi, Italia I Ennio Carbone, Italia I Gaetano Colonna, Italia I Georg Mühleck, Germania I Gerard Barbot, USA I Gilberto Prado, Brasile I Giorgio Nelva, Italia I Giovanni Fontana, Italia I Giovanni Strada, Italia I Giuseppe Canzi, Italia I Guido Bondioli, USA I Guillermo Deisler, Cile I Harley, Usa I Harry Fox, USA I Heino Otte, Austria I Herbert A. Meyer, Germania I Irja Lähteenmäki, Finlandia I Isao Yoshii, Giappone I J!B!B!, Spagna I Jenny Soup, USA I John M. Byrum, USA I Jorge Caraballo, Uruguay I Josè Van De Broucke, Belgio I Kees Oosterbaan, NL I Keith Bates, GB I Lancillotto Bellini, Italia I Le Depli Amoreux Mensuel, Francia I Lothar Trott, Svizzera I Mágìco Verdún, Spagna I Marcel Stüssi, Svizzera I Massimo Medola, Italia I Mike Bidner, Canada I Mike Duquette, Canada I Mogens Otto Nielsen, Danimarca I Mukata Takamura, Giappone I Mumbles, USA I Nenad Bogdanović, Yugoslavia I Oh Boy!, USA I Oronzo Liuzzi, Italia I Pascal Lenoir, Francia I Phosphorusflourish, USA I PLAGIaT, Danimarca I PLUTØNIUM PRESS, Australia I R. & D. Kamperelić, Yugoslavia I Ray Johnson, USA I Rea Nikonova, Russia I Roberto Keppler, Brasile I Roberto Zito, Italia I Rocola, USA I Ronaldo Comix, USA I Rudi Rubberoid, USA I Ruggero Maggi, Italia I Ruud Janssen, NL I Salvatore Anelli, Italia I Salvatore De Rosa, Italia I Shigeru Nakayama, Giappone I Shozo Shimamoto, Giappone I Stewart Home, GB I Thompson, USA I Tim Mc Haughlin, Canada I Walter Rovere, Italia.
Biografia di Ray Johnson (1927-1995)
Archivio AMAZON di Ruggero Maggi | Ray Johnson / Project Add
& Return1. serie | 1987
Si ringrazia l’Archivio AMAZON di Milano
creato da Ruggero Maggi nel 1979  per
aver permesso la realizzazione di questa importante mostra dedicata all’artista
americano Ray Johnson.
COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM
TITOLO: Ray Johnson Project,  Relazioni marginali sostenibili 
Dal 11 Maggio 2022 al 30 Giugno
2022
SALERNO
Opening 11
maggio 2022 h. 18:00
LUOGO: Spazio
Ophen Virtual Art Gallery
INDIRIZZO: Via
S. Calenda 105/D
ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
CURATORI: Ruggero  Maggi e Sandro  Bongiani
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225
E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com
SITO UFFICIALE: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/


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