XXVII
Rassegna Internazionale “Incontri d’Arte”
La
Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea 
Pontassieve
(Firenze), via di Grignano 25
PROGRAMMA prima  parte della
rassegna
sabato 30 giugno ore 17.00 - 22.00
Mostra Personale
Omaggio
ai 70 anni di RYOSUKE COHEN (1948-2018)  
a
cura di Sandro Bongiani
Durata della mostra: 30 giugno - 25 agosto 2018.
Con il patrocinio di:
Regione Toscana, Città Metropolitana Firenze,                                         Comune
di Firenze, Comune di Pontassieve.
Visite su appuntamento
Omaggio ai 70 anni di RYOSUKE COHEN (1948-2018) 
a cura di Sandro Bongiani della Collezione Bongiani e dell’Ophen Virtual Art Gallery di Salerno. Nel
1985 Ryosuke Cohen ha iniziato il progetto internazionale  “Brain Cell” e  nel 2001 il Progetto “Fractal  Portrait” (face e body), coinvolgendo
migliaia di artisti nel campo della collaborazione e della performance.  In mostra assieme ai 36 opere della serie
“Brain Cell” (Cervello Cellula) dal numero 966 dell’8 gennaio  2017 al 999 dell’ 8 novembre 2017 di cui una speciale opera realizzata appositamente per il numero
1000, inoltre, vengono presentati tre 
lavori  Fractal  Portrait  
body inediti di grande dimensione creati appositamente per questa mostra
a Pontassieve.
Un progetto  globale di arte partecipata
svolto da Cohen  da molti anni  nel campo dell’arte globale e della
performance. In tanti anni di  lavoro
hanno partecipato ai progetti di  Cohen
moltissimi artisti che periodicamente si 
sono avvicendati a collaborare con impegno e assiduità con l’artista
giapponese.   
Ryosuke Cohen, nato nel
1948, Osaka, in Giappone,  è un Mail
Artista. Il nome della famiglia è Kouen 
ma su consiglio di Byron Black, ha adottato  il nome 
inglese  'Cohen' come in ebraico.
Cohen scoprì la mail art in Canadà. 
Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi
Koen. I primi lavori di Cohen sono il risultato di un misto di tradizione e
immaginario giapponese, numeri  e icone
contemporanee  così com’è la sua firma,
la lettera "C". L’artista giapponese per
lungo tempo è stato interessato al movimento 
Dada e Fluxus,  in contatto con
Shozo Shimamoto e i membri del gruppo Gutai 
condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare
arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale e marginale giapponese,
ma sicuramente è l’autore giapponese più longevo nel network internazionale
Dopo Ray Johnson e  Gugliemo Achille
Cavellini, anche Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della
sperimentazione in  un sistema culturale
antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere
commercializzata. Lo fa  proponendo un
particolare suo progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel giugno
1985 con  migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi.   un lavoro che raccoglie  ogni 7-10 giorni le immagini di tanti artisti
su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori
provenienti da alcuni paesi 55 in media per opera, che lo ha visto coinvolto
per oltre  30 lunghi anni assieme a migliaia
di membri  sparsi in tanti paesi del
mondo,  rifiutando l’opera unica e
concetti  consueti come l’originalità e
quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà concreta dell’artista
volutamente collocato ai margini dell’attuale sistema culturale. Per questo
modo di fare, egli è forse il più 
interessante e attivo artista nella rete di chiunque altro per la
capacità organizzativa del progetto e per diffusione capillare dell’arte
marginale.  Nell'agosto 2001 ha iniziato
in Italia  il progetto “Fractal
Portrait”, facendo ritratti e silhouette del corpo ai suoi amici artisti in
occasione dei  vari Meeting   svolti in diverse parti del mondo; Stati
Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania,
Olanda, Corea, Italia e Francia.  Cohen è
l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera
d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il
ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale
(la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa
promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio,  che nasce 
dal contributo degli altri e  si
materializza insieme  nella
collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere
positivamente e  appassionatamente
coinvolti nella  creazione dell’opera. In
oltre trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e svolto performance  e incontri 
in diverse aree geografiche del 
mondo. Vive a Ashiya-City Hyogo in Giappone.


 
 
 

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