sabato 5 settembre 2009

ARTE CONTEMPORANEA/ NOTIZIE FLASH








CONVEGNI/ SALERNO





Filiberto Menna.
"La linea analitica dell'arte contemporanea"




Convegno internazionale a cura di Achille Bonito Oliva, Angelo Trimarco e Stefania Zuliani

Sono passati 20 lunghi anni da quando è scomparso Filiberto Menna. Ora, la Fondazione a lui dedicata, ha organizzato nella sua città di Salerno un convegno internazionale “Filiberto Menna. La linea analitica dell'arte contemporanea”, - per ricordarne il lavoro teorico e critico di uno dei più attivi critici italiani di questi ultimi tempi. Teorico e storico dell'arte di classe, ha legato il suo nome ad una teoria fondata su una visione “analitica” e interpretativa dell’arte. Il Convegno che si svolgerà a Salerno il 22 e 23 ottobre è promosso dalla Fondazione Filiberto Menna e dall'Università degli Studi di Salerno - Dipartimento di Beni culturali con il sostegno del Comune e della Provincia di Salerno, della Regione Campania e della Fondazione Carisal, con il contributo critico di importanti studiosi, come Renato Barilli, Massimo Carboni, Carlos Espartaco, Renato De Fusco, Maria De Rosa, Jose' Jime'nez, Cettina Lenza, Lorenzo Mango, Maria Passaro, Franco Purini, Antonella Trotta, Stefania Zuliani


Filiberto Menna. Il progetto moderno dell'arte 22-23 ottobre 2009


Per maggiori informazioni +39 089 254707 - +39 349 5813002
Chiesa dell'Addolorata / Complesso Monumentale di S. Sofia Largo Abate Conforti - Salerno ingresso libero mailto:liberoinfo@fondazionefilibertomenna.it





Arte

OMAR GALLIANI ALLA GALLERIA DEP ART DI MILANO

Apri gli occhi...chiudi gli occhi




Dal 16 ottobre al 12 dicembre, la galleria Dep Art di Milano presenta 40 opere tra disegni, tavole e olii recenti dell'artista Emiliano.




Inaugurazione venerdi' 16 ottobre, ore 18.30 Galleria Dep Art via Giuriati, 9 - 20129 Milano Orario: dal Martedi' al Sabato dalle 15 alle 19
Mattina e Festivi su appuntamento



QUASI UN BATTITO D'ALI


La mostra che la Galleria milanese Dep Art organizza e' un omaggio all'opera di uno dei protagonisti dell'arte contemporanea italiana e internazionale. Per Galliani, il disegno e' sempre stato uno dei principali strumenti d'esplorazione e di ricerca, vissuto nel solco della tradizione, ma allo stesso tempo aperto e sensibile alle dinamiche delle piu’ avanzate indagini artistiche contemporanee di oggi. Non a caso, l’artista esponente di punta della nuova figurazione italiana, crea figure evanescenti, ma al tempo stesso fortemente presenti, grazie alla tecnica che sfrutta le caratteristiche del supporto ligneo, per dare risalto a forme, linee ed effetti chiaroscurali. Il volto, la figura umana che scaturisce da questo processo si carica di insolita spiritualità e magica seduzione. Galliani sa come indirizzare il nostro sguardo e altresì, come illuminare e mettere a nudo la realtà, sa anche come fare, seppur per un solo momento, per farci aprire e socchiudere gli occhi e condividere assieme la magia alchemica di nuove e struggenti visioni poetiche. Giovanni Bonanno




La mostra e' accompagnata da un catalogo per le edizioni della Galleria Dep Art con un testo di Flavio Arensi.





Dentro lo studio di Giulio Paolini
Nomos “Le stanza d’artista”.

di Rachele Ferrario
GIULIO PAOLINI - Un viaggio a distanza
Stanza d’artista
Nomos edizioni - pp.144






"L’indagine di Paolini, è rivelatrice di una vocazione ambiziosa, alla scoperta del significato supremo e infinito dell’arte".

La Nomos Edizioni di Busto Arsizio, di recente ha inaugurato una nuova collana diretta da Rachele Ferrario, (nota storica e critica d’arte) “Stanza d’artista”, dedicata a protagonisti dell’Arte Contemporanea visti attraverso il luogo di lavoro, lo studio, dove l’artista crea l’opera. A inaugurare la nuova collana è la monografia dedicata a Giulio Paolini. Pittore, artista concettuale storicizzato come uno dei personaggi più importanti dell’Arte Povera. Non a caso, - spiega la stessa curatrice - la suddetta collana è stata pensata partendo proprio da lui, dal suo studio, da sempre luogo d'attesa, perchè l'opera di Paolini arriva da sè, senza annunciarsi e l'artista deve solo sedersi ed attendere che si manifesti.









" Giovane che guarda Lorenzo Lotto", foto in bianco e nero del 1967

L’indagine di Paolini, quindi, è la ricerca ambiziosa e nello stesso tempo ossessiva alla scoperta del significato "vero" dell’arte, perché, - spiega lo stesso artista - “un disegno è una traccia, una trama invisibile e nascosta. In Paolini, fotografia e disegno sembrano condividere in comune, “la vocazione a far affiorare”; la trasparenza non fa ‘immagine’ ma fa ‘immaginare’, al di là del limite contingente” e mutevole delle cose.






PIERO MANZONI
Foto di Tomasso Mattina, courtesy Gagosian Gallery, New York"Merda d'artista" (1961).
Barattolo di latta e carta stampata, 1 7 / 8 x 2 3 / 8 "

COPENHAGEN, Danimarca


Riguardo Piero Manzoni che nel 1961 ha inscatolato le sue feci in diverse confezioni di “merda d’artista” come arte , per la vendita il prezzo commerciale dell’opera, già altissimo, non è commisurato alla quantità di feci conservata o al peso della materia introdotta, ma al gesto provocatorio altamente dissacrante e artistico. Per la povera Pia Kjaersgaard, presidente del diritto danese ala partito populista, improvvisandosi al momento critico d’arte, dichiara ingenuamente ad un giornale: "Penso di poter giudicare che la merda è merda, e che la merda in un bicchiere di marmellata non è arte"

I FINANZIAMENTI PUBBLICI E PRIVATI in Italia



“IN ITALIA LA CULTURA VA IN CARROZZA”



In Italia la cultura non è finanziata da sponsor privati come succede all’estero. Una situazione in controtendenza a quella verificabile, per esempio, in Germania con la Siemens, colosso dell’elettronica che nonostante l’attuale crisi non diminuisce il budget di sostegno all’arte e ai progetti culturali. Questo è un esempio significativo di come il sistema tedesco supporta la cultura del paese. Il finanziamento pubblico tedesco o francese si ossigena dagli apporti dei privati per poi far funzionare al meglio la macchina pubblica. Questo è quello che si respira fuori dall’Italia tutto il contrario di quello che succede a casa nostra dove, salvo eccezioni, non decolla l’apporto dei finanziamenti privati. In Italia, sia per retaggio culturale sia per pigrizia, funzionano solo i finanziamenti pubblici. Oggi, più di prima vi è l’interesse ad approfittare dei finanziamenti pubblici, così molti si improvvisano gestori e guardiani della cultura; critici, teatranti e curatori. A proposito, chi sono veramente questi curatori? Ormai non sono più i vecchi critici di una volta che impiegavano il tempo a visionare e selezionare le diverse ricerche culturali in campo. Sono forse dei semplici “presentatori” che ipotizzano e prospettano situazioni “settoriali” utilizzando i finanziamenti pubblici e presentando ingenerosamente gli stessi artisti e gli stessi gruppi. Tanto per capirci, un caso eclatante è stato “l’ammucchiata” di mostre per la celebrazione del Centenario Futurista, rivelatosi alla fine controproducente persino per lo stesso Futurismo; un’accozzaglia di mostre slegate rispetto un filo conduttore unico, mal gestite, che in definitiva hanno dato il risultato opposto a quello sperato. La convinzioni che abbiamo in Italia, che fin quando è possibile approfittare, perché non farlo. Strano paese questo, anacronistico e per certi versi anomalo, che continua a muoversi per inerzia, abbandonandosi supinamente all’indifferenza . Di Orietta Berti, che di certo non è cult, vi è un brano di una futile canzone paesana nazional-popolare che incarna questo modo di fare:

Fin che la barca va lasciala andare, finché la barca va tu non remare.. -e aggiungiamo - … quando bisogno avrai, un campanello suonerai …


Questo testo, anche se è stato scritto molti anni fa dimostra di essere ancora molto attuale, perché ci rivela un’Italia “arruffona” dove il tempo sembra che si sia irreparabilmente raggrumato e raggelato.

sabato 22 agosto 2009

ARTE CONTEMPORANEA: FRaC Baronissi

FRaC Baronissi

FONDO REGIONALE

D'aRTE CONTEMPORANEA





Mostra Attuale: Luigi Vollaro

Convento Francescano della SS. Trinita' - Frac

Baronissi (SA)
fino al 30/11/09


Convento Francescano della SS. Trinita' - Frac




Sculture e disegni Sculture e disegni a cura di Massimo Bignardi


Sabato 31 ottobre, alle ore 18,30, nel Salone delle Conferenze del Fondo Regionale d'Arte Contemporanea di Baronissi, sarà presentata la mostra antologica dedicata a Luigi Vollaro. Circa cinquanta opere tra sculture in terracotta, in piombo, in rame e un ampio repertorio di disegni a documentare circa quarant'anni di attività di uno degli scultori campani che, nelle prima metà degli anni Ottanta, trova ampio consenso di critica con le opere esposte in occasione della Quadriennale di Roma del 1986. La mostra, curata da Massimo Bignardi, si snoda tra gli spazi dell'intero complesso, scandendo i tempi di un'esperienza che fonda la sua vitalità sul sapiente confronto con la materia. -La suggestione degli spazi un tempo conventuali del Fondo Regionale d'Arte Contemporanea di Baronissi - sottolinea Giovanni Moscatiello, Sindaco di Baronissi -, certamente contribuisce a rendere ancora piu' magico il percorso espositivo di questa mostra dedicata a Luigi Vollaro, uno scultore oramai da decenni affermatosi sulla scena artistica nazionale. Una mostra che si propone come attraversamento di linguaggi e, al tempo stesso di confronto con le materie, quelle che l'artista attinge al fertile patrimonio della nostra terra. L'impegno verso la promozione della cultura assunto dell'Amministrazione comunale di Baronissi si fa oggi volontà di parlare al futuro, alle giovanissime generazioni, consegnando loro i segni vivi della nostra contemporaneità-. -Le sculture realizzate a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta - scrive Massimo Bignardi nel saggio introduttivo al catalogo - riprendono ed ampliano tali orientamenti di scelta: ora sono le forme di carcasse a sollecitare l'immaginario. Esse servono all'artista per meglio comprendere il valore che lo spazio interno, quello contenuto dalla materia, assume nel suo nuovo rapporto con la forma. Penso che sono questi i presupposti che Vollaro pone alla base delle esperienze condotte a partire dal 1992, data alla quale appartengono i primi Guerrieri: per essi sceglie una materia morbida e malleabile qual e' il piombo. La tecnica e' ancora quella, cosi' come era stato per la terracotta, attinta al patrimonio della manualità artigiana della propria terra: tagli con saldature a stagno, lasciati vistosamente in evidenza, modulati da sottili segni di cera, paraffina bianca che anima ed arricchisce la superficie di corsive scritture, tracciati di una narrazione interiore. Le forme dei Guerrieri richiamano alla mente i reliquiari che adornano gli altari barocchi delle chiese napoletane, anneriti dalla patina del tempo, dallo spessore di polvere incrostata, con le lunghe bave di cera che la devozione popolare lascia cadere come segno e testimonianza di un lontano legame. Vollaro ruota lo sguardo nello spazio originario del suo essere; attinge da esso racconti che trascrive nel corpo della forma, nella sostanza della materia. Un dettato che nel tempo, o meglio a partire dall'opera Memorie di un viaggio del 1995, perde ogni approccio referenziale per approdare ad una forma esemplificata, ricondotta nella purezza di una linea che disegna e modula la materia e lo spazio che la contiene. Il passo per l'approdo ad un nuovo -classicismo- e' breve: la forma che ha perso ogni suo referente, sembra declinare lo spartito formale proprio di quegli oggetti (corpi) che popolano lo spazio della pittura metafisica, soprattutto di Morandi. Dettato che si rende palese nella bellissima scultura del 1996 da titolo Omaggio a Lisippo. Il confronto fra il bianco del basamento, poi del drappo con le pieghe imprigionate dalla cera, con la plumbea luce del capo, grigia come quella riflessa dai cristalli di galena, attesta pienamente il desiderio di sondare le pulsanti arterie di una classicità che sottende il quotidiano tecnologico. Dettato compositivo che ritroviamo, come confronto fra l'oggetto e la sua ombra nella grande installazione dal titolo Ex Voto del 1996: sono i segni-pittura delle ombre a far balzare nella spinta di un volo le -formelle- sospese alla parete. Sono, andando indietro, i segni di quei progetti incisi a trovare spazio e materia, a prendere possesso della superficie per poi slanciarsi nello spazio, accompagnati ciascuno dalla propria ombra ( dalla pittura) che, in fondo, e' un'astrazione-.

Con questa mostra, rileva Nicola Lombardi Assessore alla Cultura, -riparte la stagione espositiva del Fondo Regionale d'Arte Contemporanea di Baronissi, affermando ulteriormente la nostra attenzione allo studio e alla promozione della cultura, in particolare di generazioni che hanno contribuito a tracciare la storia dell'arte contemporanea nella nostra regione e, nel caso specifico del maestro Vollaro, dell'area salernitana-.



Catalogo: collana Contemporanea/Monografie Luigi Vollaro. Sculture e disegni, presentazione di Giovanni Moscatiello, testo critico di Massimo Bignardi, antologia della critica, con un-intervista all'artista di Pasquale Ruocco e apparati biografici e bibliografici curati da Marcella Ferro. Edizioni Plectica, Salerno; pp. 128, illustrazioni a colori e b/n. in brossura.



Inaugurazione sabato 31 ottobre - ore 18,30 Frac, Galleria dei Frati e Antiche Cisterne via Convento, Baronissi

Orario di apertura: lunedi' - venerdi' ore 9-19 lunedi' e giovedi' anche ore 16-19 sabato, domenica e festivi: previste aperture straordinarie ingresso libero




LA MOSTRA
GIA' SVOLTA


" LA COLLEZIONE PERMANENTE 2/ IL DISEGNO "
Fondo Peter Ruta – Nuove Acquisizioni

Frac Baronissi, Galleria dei Frati
9 luglio – 29 settembre 2009

inaugurazione giovedì 9 luglio ore 18,30




Giovedì 9 luglio alle ore 18,30 presso la Sala delle Conferenze del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, sarà inaugurata la mostra COLLEZIONE PERMANENTE 2 - Il Disegno. Si tratta di una raccolta di opere su carta articolata in due segmenti: il Fondo “Peter Ruta”, costituito da ventidue disegni che testimoniano del soggiorno positanese degli anni Cinquanta dell’artista tedesco trasferitosi a New York a metà del quarto decennio; e le ‘Nuove acquisizioni’, un notevole lotto di disegni che artisti contemporanei italiani hanno donato al Frac in occasioni diverse.




“A distanza di tempo dall’inaugurazione del 2002 – scrive il Sindaco di Baronissi, Giovanni Moscatiello – eccomi oggi a presentare la Collezione permanente dei disegni che, in questo lasso di tempo, il Frac ha acquisito attraverso donazioni, cioè attraverso una programmazione culturale che Massimo Bignardi ha saputo tracciare mantenendo fede ai propositi che, all’alba del Duemila, ci avevano sollecitato e dei quali mi sono sempre fatto caparbiamente promotore. Si tratta di una collezione che va ad affiancare quella dei dipinti di artisti che hanno segnato la storia delle vicende in area salernitana tra gli anni Settanta e il Duemila. Una raccolta, questa odierna, che col suo cospicuo numero di opere va dunque ad aggiungersi a quelle dei disegni di Guido Gambone, dei ‘Segnalibri d’autore’ e all’intera opera grafica di Renato Barisani”.


È una collezione che testimonia l’attività del Fondo Regionale, rivolta a documentare in quest’occasione, il maggiore livello di interesse rivolto al disegno dagli artisti contemporanei, attraverso le opere di Renato Barisani, Paolo Bini, Gabriele Castaldo, Antonio Davide, Teo De Palma, Paolo De Santoli, Gerardo Di Fiore, Franco Fienga, Massimo Giannoni, Tonino Lombardi, Salvatore Lovaglio, Vincenzo Ludovici, Ruggero Maggi, Franco Marrocco, Ignazio Moncada, Arturo Pagano, Luigi Pagano, Giacomo Palladino, Antonio Picardi, Francesca Poto, Virginio Quarta, Vincenzo Ruocco, Errico Ruotolo, Nicola Salvatore, Giovanni Tesauro e quelle di Peter Ruta.

“Nell’arte contemporanea è ancora forte la necessità di adottare il disegno come strumento d’indagine e di sperimentazione – scrive Mirella Tammelleo –; il foglio viene eletto a spazio appropriato a saggiare ipotesi, a misurare la forza delle prime scelte immaginate, ma spesso il disegno perde il carattere tradizionale di esercizio pratico, propedeutico a sviluppi ulteriori, quali la trasposizione su tela o plastica, e si costituisce come linguaggio in sé compiuto, efficace ed esaustivo. Non solo schizzi e studi preparatori, dunque, non solo ‘appunti’ attestanti lo sviluppo di una ricerca, ma anche disegni autorappresentativi, che si pongono come opere autonome. Ogni volta la carta si dispone ad accogliere il dettato interiore dell’artista, registrando l’interesse per una particolare soluzione, figurativa o astratta che sia, e configurandosi come luogo dove raccogliere le vibrazioni dell’animo che si manifestano sia nel gesto, minuziosamente analitico o rapido, sia mediante le scelte del supporto, come il suo colore, lo spessore, che contribuiscono a conferire all’elaborato grafico qualità cromatiche e d’ambientazione”.


“Unitamente ai disegni di artisti – precisa Massimo Bignardi – che hanno per più ragioni attraversato o affiancato l’attività del Frac-Baronissi, segnando una traccia di esperienze che, dagli anni Novanta arriva a noi e provenienti da aree di ricerca diverse, sono qui proposti i venti disegni e le due gouaches che Peter Ruta ha voluto donare al Fondo Regionale: si tratta di un preziosissimo lotto di opere, fogli, annotazioni, prime intuizioni del paesaggio, realizzate da Ruta nel corso degli anni Cinquanta, meglio ancora dal 1953, data del suo arrivo a Positano, al 1963 quando fa ritorno a New York. Disegni ad inchiostro di China, proposti come rapidi corsivi di un rapporto con un luogo incantato, ove l’artista, dopo il dramma della guerra, sosta a lungo per ritrovare la sua identità di uomo”.

La mostra resterà aperta fino al 29 settembre con i seguenti orari:
dal lunedì al venerdì ore 9.00/13.00 - lunedì e giovedì anche ore 16.00/19.00


Ufficio stampa: Giuseppe Napoli

Catalogo: collana Contemporanea/Quaderni


COLLEZIONI PERMANENTE 2 Il Disegno, presentazione di Giovanni Moscatiello, testi di Massimo Bignardi e Mirella Tammelleo, pp. 72 con illustrazioni a colori e b/n, e apparati biografici.



Convento Francescano SS. Trinità, 84081 Baronissi
Servizio Cultura - Sport, Comune di Baronissi
tel. 089 828210 – fax 089 828217

E-mail: cultura@comune.baronissi.sa.it

Web site: http://www.comune.baronissi.sa.it/



FRaC Baronissi

In questa sezione è possibile reperire informazioni sull'attività espositiva realizzata dal F.R.A.C. (Fondo Regionale d'Arte Contemporanea) presso il polo culturale "Astrolabio" all'interno del Convento della SS. Trinità di Baronissi.

Mostra "LA COLLEZIONE PERMANENTE 2/IL DISEGNO"

Mostra "BETWEEN PLACES AND BODIES"

Mostra "NUOVE ARGILLE"

Mostra "LUCE D'ANGELI"

Rassegna "VIDEA 2"

Mostra "ON THE ROAD" di Giovanni Tesauro

"TEATRO E DANZA NEL NOVECENTO"

Mostra "NECESSITA' DEL PRESENTE" di Errico Ruotolo

Mostra "DI ESTREMA MEMORIA" di Franco Cipriano

Mostra "PROVOCAZIONE DELLA PITTURA 1960 - 2007" di Virginio Quarta

Rassegna "VIDEA"

Mostra "ECHI TEMPORANEI"

Mostra "L'INQUIETUDINE DEL CLASSICO" di Gerardo Di Fiore

Mostra "EVANESCENZE" di Vincenzo D'Antonio

Mostra "SCULTURE" di Franco Fienga

Mostra "CORPI, MOTIVI" di Doriana e Patrizia Giannattasio

Mostra "PERIPLO" di Franco Massanova

Mostra "SCARTI DI STAMPA" di Alessandro Siniscalchi

Mostra "GUIDO GAMBONE - Disegni"

Mostra "ATTRAVERSO LE MANI" di Matteo Carbone

Mostra "NEL CORPO NELLA MATERIA" di Ernesto Terlizzi

Mostra "TRACCIATI DELL'ASTRAZIONE" di Teo De Palma

Mostra"NURAGHE CONTEMPORANEE" di Pasquale Petrucci

Mostra "CERAMICA ED OLII" di Michele Carpentieri

Mostra "RENATO BARISANI - Opere grafiche 1951 - 2002"

150 Opere di Marc Chagall Al Blu di Pisa



150 Opere
di Marc Chagall
al Blu di Pisa


Marc Chagall, il Mediterraneo e i colori dell’anima







BLU palazzo d’arte e cultura, Pisa 19 ottobre 2009 - 17 gennaio 2010
a cura di Claudia Beltramo Ceppi e Meret Meyer


Catalogo Giunti






info: tel. 199285141 / +39 05528515; info@impegnoefuturo.it; http://www.palazzoblu.org/




L'esposizione e' la prima di un ciclo triennale dedicato ai grandi maestri dell'arte del Novecento e al loro rapporto con le tradizioni, la luce e le culture del Mediterraneo e che, nel 2010, vedrà protagonista Joan Miró. Forse la mia arte è un’arte insensata, un mecurio cangiante,un’anima azzurra che precipita sopra i miei quadri."






Pisa ricorda il genio di Marc Chagall con una grande esposizione visibile fino al 17 gennaio 2010. La mostra presenta 150 opere, tra dipinti, sculture, ceramiche e tavole selezionate dalle storiche edizioni Teriade - provenienti dalle più importanti istituzioni pubbliche francesi, come il Musee National Marc Chagall di Nizza, il Centre Pompidou di Parigi, il Musee Matisse di Le Cateau Cambresis e da collezioni private - che l'artista russo creò a partire dal 1926 quando per la prima volta incontrò la luce, i colori e il paesaggio del Mediterraneo. Il percorso offre in esposizione grandi dipinti scaturiti dall’incontro dell’artista con il Mediterraneo, tra cui opere celeberrime come “La musica”, “il Circo in rosso”, “Gli amanti a St. Paul. Cinque le sezioni dell'esposizione che analizzano i grandi temi con cui il pittore affrontò la sua vita artistica dopo l'esilio dalla Russia A chiudere l'esposizione, le sezioni dedicate alla scultura, le ceramiche e i Collages.





“forse la mia arte è un’arte insensata, un mercurio cangiante, un’anima azzurra che precipita sopra i miei quadri” (Marc Chagall)


Marc Chagall nasce a Vitebsk nel 1887.
Primogenito di una numerosa famiglia, Chagall sembrava destinato a vivere nel piccolo borgo tra contadini e piccole fabbriche artigiane. I primi lavori di Chagall, nati tra il 1908 e il 1909, risentono dell’influsso delle esperienze francesi di Van Gogh, Cezanne, e soprattutto del colore puro e selvaggio del grande Gauguin. Dopo tre anni vissuti a San Pietroburgo, Marc Chagall, nonostante sia già un artista conosciuto, decide che il suo destino è Parigi. Nel 1910, dopo quattro giorni di viaggio giunge a Parigi, proprio nel momento che trionfava il cubismo di Picasso, trovandosi a contatto con artisti, come Soutine, Leger, Modigliani e R. Delaunay. I temi pittorici affrontati in questo primo periodo da Chagall sono di vita quotidiana; nascite, matrimoni, ritratti dei genitori e dello zio violinista, espressi con un linguaggio infantile stimoli. Questi sono anni di intensa creatività, di incantamento e anche di struggente ricerca, della malinconia. Proprio nella capitale dell’arte scopre la libertà della pittura di Cézanne, il senso preciso delle forme, la scomposizione dei piani,e quindi, le nuove possibilità di “sintetizzare” la tradizione e il razionalismo con la fantasia e il sogno. Nell’opera “Io e il villaggio” del 1911, l’artista applica la molteplicità dei punti di vista del cubismo analitico, scomponendo per piani cromatici trasparenti. Chagall aveva accolto con interesse le nuove invenzioni cubiste ma sentiva anche l’urgente bisogno di “trasformare” le forme razionali del cubismo analitico in una visione espressiva ed. emozionale molto più intensa. Di certo, il lavoro di Chagall nasce dal folclore russo e dalla tradizione popolare ebraica. L’artista non vuole abbandonare i ricordi della sua infanzia, per cui ricerca nelle avanguardie di quel periodo una soluzione di ordine formale. Non desidera incarnarsi nell’asetticità del cubismo di Picasso e neanche nella negazione riduttiva di Malevic. In Picasso c’è troppa logica e razionalismo borghese, mentre in Malevic tutto diventa intuizione e sottrazione. Chagall -come afferma C. Benincasa-“invoca un mondo popolato dall’arca di Noè, gioca il destino della pittura sull’addizione iconica, sulla moltiplicazione infinita” e poi “ egli dipinge il mondo di passaggio e non lo stadio definitivo”.Il concetto spaziale antiprospettico del cubismo viene sviluppato da Chagall fino alla perdita del senso di gravità, assemblando immagini senza peso, che si muovono su ogni parte della superficie pittorica generando episodi apparentemente senza senso. Ogni diversa grandezza della forma rappresentata tende all’intima visionarietà dell’artista che rifugge dalla consueta scala dei valori oggettivi. Una realtà visionaria -dice G. Di Milia- “ fatta di esseri microscopici e giganti che convivono con una umanità volante, leggiadra e contorta che sembra prediligere soste sugli alberi e sui tetti”. E’ la tradizione ebraica russa che Chagall cerca di far convivere con il formalismo cubista. Si trova, di colpo a condividere una visione tutta protesa verso una realtà intimamente psichica. Questa è anche la via che percorre Klee, tuttavia, la pittura di Marc rimane più vicina al piano dell’esperienza sensoria. Scomponendo le immagini, cerca di riformulare una nuova realtà dove è normale camminare al contrario, volare e persino avere il volto verde. Uno spazio impossibile che incarna inconsuete associazioni immaginative. Gli anni che vanno dal 1914 al 1922, culminanti con le creazioni per il teatro ebraico costituiscono una fase creativa diversa rispetto il periodo russo e quello parigino. In queste opere, l’artista si concede totalmente fino a sublimarsi con gli episodi narrati, raggiungendo un livello di alta qualità poetica. Nel dipinto della “Musica” del 1920, per esempio, l’uomo che suona il violino occupa la parte centrale dei dipinto, appoggiato (o forse sospeso) su un minuscolo paesaggio di case su cui vola una leggiadra figura femminile: tutto intorno vi sono apparizioni e frammenti di eventi che si dipanano senza un apparente senso logico su tutta la superficie della tela. Per Chagall l’apparizione è anche finzione, il sogno magia, la realtà pura malinconia. La pittura nasce, quindi, come flusso incontenibile di ricordi, da uno stato d’animo che carico di tensione, è capace di frantumare la realtà sdoppiandola in tanti frammenti di essenza ansiosa. A partire dal 1926 in poi, la sua visione poetica cambiò di colpo e prese più vigore quando per la prima volta incontrò la luce e i colori del Mediterraneo. Di certo, questi elementi contribuirono a modificare l’arte di Chagall in una pittura più fascinosa in cui la magia intima e lirica dei colori del Mediterraneo diventa elemento condizionante di un percorso poetico, trasformando il suo mondo in spazi e visioni d’incantato stupore. Chagall, tornato in Russia nel giugno del 1973, alcuni anni prima di morire (Saint-Paul-De Vence, 1985), volle rivedere ancora la sua amata Vitebsk prima di concedersi per l’ultimo e definitivo viaggio. Giovanni Bonanno


ARTE CONTEMPORANEA/ Qual'è la differenza tra i mobiles di Calder e le macchine inutili di Munari?

CALDER AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
Via Nazionale, 194
RomaInfo: 06489411

















Vernissage: 23 ottobre.

La mostra prosegue fino al 14 febbraio 2010




La prima monografica a Roma sul più innovativo scultore del XX secolo. I suoi famosissimi mobile e stabile, le sue sculture realizzate con filo di ferro, i bronzi, le gouache, i disegni e i dipinti ad olio, saranno esposti in una rassegna che ricostruirà le tappe fondamentali del suo percorso artistico, curata da Alexander S.C. Rower, presidente della Fondazione Calder di New York.



Alexander Calder 1898-1976

Orario: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30;lunedì chiusoBiglietti: intero € 12,50; ridotto € 10,00. Permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni. Biglietto integrato Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale, valido per 3 giorni: intero € 18,00; ridotto € 15,00


Forme astratte in movimento
e in armonia nello spazio reale


Qual'è la differenza tra i mobiles di Calder e le macchine inutili di Munari?
Ho conosciuto Bruno Munari negli anni 80 a Milano. Mi ricordo un mattino di primavera nel suo studio, guardavamo assieme un minerale sopra il suo tavolo e mi diceva: guarda la natura come è perfetta. Credo che dalla natura si debba partire per capire tutta l’opera di questo grandissimo artista Italiano ancora non completamente compreso, perché risulta assai poliedrico, come del resto lo sono tutti i grandi che faticano per farsi capire; basta pensare al virtuoso e geniale Andrea De Chirico in arte Alberto Savinio e a suo fratello Giorgio De Chirico, quest'ultimo molto più apprezzato dalla critica perché risulta più visibile, non certo più profondo. Gli artisti geniali vivono d’incomprensione e faticano persino a trovare spazio per esporre le proprie opere. Questo è successo diverse volte anche a Bruno Munari. Di Alexander Calder parlare “di copie di opere del grande Munari” mi pare un po’ riduttivo. Sono, credo, due ricerche parallele che tentano di smantellare la bidimensionalità dell’opera pittorica e di liberarla nello spazio reale. Persino Bruno Munari sembra più comprensivo riguardo chi per primo ha creato le macchine inutili o i mobiles. Sono due visioni parallele e anche convergenti prodotte in un dato periodo storico. Munari parte dalla natura per creare geometria e armonia pura, mentre Calder dalla geometria ritorna alla natura. Proprio così, e questo non credo che sia roba da poco conto. Le “macchine inutili” hanno un’origine geometrica e sfruttano le variazioni cromatiche, mentre i “mobiles” di Calder hanno una natura vegetale; sembrano albero, rami, foglie. Il principio generatore delle due visioni è lo stesso; il movimento spontaneo. Sia Munari che Calder hanno annullato la frontalita’ e la bidimensionalità della pittura astratta immettendo le forme dinamiche in uno spazio reale in modo che possano vivere con noi, in un movimento sensibile all’atmosfera e ai cambiamenti dell’aria. Diceva Munari: “non so se Calder parte dallo stesso principio, fatto sta che ci troviamo assieme a comprendere un passaggio dall’arte figurativa da due, o tre dimensioni alla quarta dimensione: il tempo”. Giovanni Bonanno



Bruno Munari

In un minuscolo ma grande libro di Munari “Arte come mestiere del 1966 Editori Laterza, ormai introvabile, l’artista chiarisce l’annosa questione:


“prima di tutto sono diversi i materiali, ma sono diversi anche i metodi costruttivi. L'unica cosa in comune è che si tratta di oggetti appesi che girano. Ma di oggetti appesi ce ne sono molti e ce ne sono sempre stati, a parte il fatto che il mio amico Calder ha un precursore in Man Ray che nel 1920 costruì un oggetto con il medesimo principio, e poi, tutti gli elementi di una macchina inutile sono in rapporto armonico (matematico) tra loro, per misure, forme, pesi. Tutti gli elementi ruotano senza toccarsi, hanno una forma geometrica e sono dipinti con tinte piatte su entrambe le facce per consentire effetti di variazione cromatica. I mobiles di Calder invece sono di ispirazione vegetale, l'equilibrio non è progettato ma raggiunto per incremento di elementi successivi, come nel caso della crescita di una struttura arborea. Si potrebbe dire che Calder è il primo scultore degli alberi [...] scultori di alberi intesi nel senso vivo di cose che oscillano, di rami e foglie in misure progressive, non ce n'erano mai stati. Prendete un ramo con le foglie e osservate un mobile di Calder, hanno lo stesso principio”.


Visita:

ARTE CONTEMPORANEA: La Galleria dei Desideri dell'Archivio Ophen di Salerno


La Galleria dei Desideri
dell'Archivio Ophen
di Salerno
Con la Galleria dei Desideri nasce la collezione virtuale. Con il Mese di ottobre incomincia l'avventura e viene raccolta la prima serie di opere scelte dall'Archivio Ophen Virtual Art che proverà a proporre una collezione ideale dei desideri d'arte contemporanea . Verrà scelto periodicamente un dipinto, un disegno o un'opera digitale, e un'opera di Mail Art, cercando di presentare ogni mese le diverse acquisizioni della collezione. Le opere prescelte ogni mese saranno visibili nel sito personale dell'Archivio Ophen di Salerno, all'indirizzo:





UN ARTISTA AL MESE

Novembre 2009



Sala 1 -Collezione dei Desideri Artisti Contemporanei
RUGGERO MAGGI


L'arco della luna - 1975 - Diam. 60 cm. - Polimaterico

Chi è Ruggero Maggi?
Ruggero Maggi artista e poeta, vive e lavora a Milano; in questa città compie gli studi e si diploma in architettura di interni. Dagli anni settanta la sua ricerca artistica è all’insegna della sperimentazione, affiancando alle innovazioni tecnologiche quali laser, neon, l’olografia, materiali naturali come roccia sabbia canapa. Dal 1973 si occupa di poesia visiva e dal 1975 di copy art, libri d’artista, arte postale. Trai suoi numerosi progetti si segnala la Mail Art: intrapresa già nel 1975, oggi, nell’era di internet, l’artista si pone come centro di una comunicazione capillare. Come egli stesso afferma “probabilmente il Network stesso della Mail Art è la più grande opera d’arte del mondo!”. Nella pluralità di esperienze che lo caratterizzano, possiamo individuare l’Uomo come comune denominatore: il suo agire, il suo destino, il suo ruolo e la sua funzione sulla Terra a testimonianza di una costante attenzione al sociale. Numerose sono le mostre alle quali partecipa dagli anni ’70 ad oggi: nel 1994, ad esempio, presenta l’installazione-neon Il peccatore casuale al Museo d’Arte contemporanea di San Paolo in Brasile. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 2001 nel progetto “Bunker poetico”. Fautore del contatto diretto tra gli operatori d’arte, a Milano ha costruito nel 1973 il Milan Art Center, una casa dell’arte crocevia di conoscenze e creatività. Nel 2007 ha curato per la Biennale di Venezia l’evento “Camera 312 – promemoria per Pierre”.
Collegamento :
http://www.ruggeromaggi.it/

http://www.camera312.it/ita/index.htm



Sala 2 -Collezione dei Desideri Grafica Contemporanea

CLAUDIO ROMEO



Oltre la nuda realtà 2005 -opera digitale

CHI E' CLAUDIO ROMEO?
Claudio Romeo: grafico nato a Monza nel 1962. Dal 2002 attivo nel network della Mail Art, anche se già da prima di tale data si interessava a questa forma artistica. Nell’arco di questi anni ha partecipato a numerosi progetti e in molti numeri di "Brain Cell" di Ryosuke Cohen e "Di segni di Sogni" di Claudio Jaccarino oltre che in Friour Magazine, Nada Zero e Pips 2004, BAU#2. Ha organizzato alcuni progetti di “Arte postale”: Sign, Dream, Picasso, T-Shirt e Opera & Artista (che vede abbinati i ritratti da lui elaborati e le opere di diversi artisti internazionali della Mail Art), Stamp and Envelope Exhibition. Ma meglio di ogni elenco di partecipazioni, parlano le immagini dei suoi lavori (in massima parte realizzati a computers con, a volte, interventi a collage), dove i riferimenti ai grandi movimenti artistici storici (futurismo, surrealismo, dada) s'inframmezzano citazioni Pop Art, sempre giocando sull'ironia e la fantasia.
Indirizzo postaleClaudio RomeoViale Kennedy 14420050 Villa Raverio (Mi)

e-mail : big_orko@yahoo.es mail@dododada.ning.com


link/http://www.guzzardi.it/arte/romeomuseo.html

http://www.hi5.com/friend/photos/displayUserAlbums.do?ownerId=15429...

http://album.foto.virgilio.it/my_name_is_not_picasso

Oltre_la_nuda_realta_LOW.pdf






Sala 3 -Collezione dei Desideri Mail Art Contemporary

PAUL KLEE
opera storica




P. Klee,

Cartolina indirizzata a Gabriele Munter nel 1913.


La cartolina, indirizzata da P. Klee a Gabriele Munter è di cm. 6,5x5,1. Si trova a Monaco alla Stadtische Galerie im Lenbachhaus, da Bayern è datata 1913, precisamente 28.6.13 (28 giugno 1913). L'opera, presenta un disegno a china in bianco e nero di un personaggio fantastico e onirico, già anticipatore e rivelatore del mondo visionario e personale dell'artista svizzero. L'eccezionale raccolta di Gabriele Munter donata, alla vigilia della sua morte alla Stadtische Galerie di Monaco,dove si trova la suddetta opera, esposta assieme a diversi quadri da lei creati ci permette di ritrovare le primissime anticipazioni di una forma di arte che verrà successivamente chiamata "Mail ART".


VISITA LA GALLERIA DEI DESIDERI dell'ARCHIVIO OPHEN DI SALERNO

ARTE CONTEMPORANEA: CAOS


StuckTempelherrenstraße 22, 10961
Berlin/Kreuzberg





CAOS
il Caos sempre e ovunque
8 ottobre 2009 – 27 gennaio 2010

G.A.S-station-TeamElisa Asenbaum & Thomas


CAOS

il Caos sempre e ovunque
mostra collettiva con più di 40 lavori tra scienza ed arte sul tema CAOS, ORDINE o CASO con una particolare attenzione alla visione tra il micro ed il macrocosmo.
8 ottobre 2009 – 27 gennaio 2010
vernissage : mercoledì 7 ottobre – ore 19.00
orari: lunedì/venerdì 14.00 -19.00 sabato 14.00 – 17.00
catalogo in galleria





Artisti:
Alpago Alpago (Literature), Elisa Asenbaum und Tomax (Video, Foto), Ruben Aubrecht (Foto), Franco Berardi (Science), Reinhold A. Bertlmann und Tanja Traxler (Science), Nina Dick (Lecture), Michael Edward Edgerton und Jan Heinke (Music, Performance, Lecture), Franz Embacher (Science), Clint Enns (Video), Dominic Gagnon (Video), Matthias Geitel (Fine Art), Hans-Jürgen Grimm (Fine Art), Florian Grond (Videoinstallation), Yikui (Coy) Gu (Fine Art), Stephanie Hanna (Fine Art), Harald Hofer (Science), Jochen Höller (Fine Art), Batya Horn, Christian Baier - Edition Splitter (Literature), Jang Young Jung (Video), Team K.U.SCH. (Renate Krätschmer, Jörg Schwarzenberger, Sito Schwarzenberger) (Installation), Karl W. Kratky (Science), Yvonne Lacet (Foto), Ruggero Maggi (Video), Martin Motycka (Fine Art), Chris Nau (Fine Art), Wolfgang Neipl (Video), Otto Neumaier (Science), Erin Newell (Fine Art), Herwig Peterlik (Science), Günter Puller (Video), Gernot Riether (Installation), Andrew Johann Salgado (Video), Nina Samuel (Lecture), Käthe Schönle (Fine Art), Vadim Schäffler und Sebastian Reuter (Video, Music), Klaus Taschler (Video, Installation), Ralf Tekaat (Installation), Mirko Tzotschew (Video), Barbara Ueber (Video, Performance), Frans van Lent (Video), Lorelinde LJM Verhees (Foto), Bernhard Weingartner und Stefan Rotter (Science).

G.A.S. – station è concepito come progetto di ricerca per lo sviluppo di visioni artistiche e scientifiche e si propone di valorizzare le reciproche contaminazioni attraverso contatti a tema specifico. Inoltre è una piattaforma per sviluppare ed esplorare nuove forme di presentazione e di esposizione artistica. Come criterio di selezione per il progetto Caos abbiamo concentrato il nostro interesse su lavori che mostrano strutture di organizzazione complessa percepibili e riconoscibili solo attraverso un’osservazione ed un approccio da lontano. Abbiamo mantenuto la stessa valutazione anche per le opere che presentano sistemi di ordine i cui aspetti caotici e le complesse caratteristiche non sono dapprima evidenti, ma risultano distinti dopo un più approfondito esame. Riteniamo inoltre sia molto interessante il fatto che “l’ordine quotidiano delle cose del nostro mondo di ogni giorno” possa essere percepito come caos, così come i complessi, imperscrutabili o casuali elementi delle nostre sensazioni.



Contatti:
G.A.S-station-TeamElisa Asenbaum & Thomas Stucktel: +49 30 221 609 312 cell. +49 (0)160 995 78 158http://www.2gas-station.net - info@2gas-station.net