martedì 10 dicembre 2024

Archivio di Stato di Salerno - Ministero della cultura - “Universi Possibili, carte, documenti e pagine sparse”

 

 

Comunicato stampa

Archivio di Stato di Salerno - Ministero della cultura

Piazza Abate Conforti,7 84121 Salerno (SA)

“Universi Possibili, carte, documenti e pagine sparse”    

Progetto collettivo “add to & Return”

 
 


Un viaggio a ritroso nel passato per poi connettersi con il presente. Una contaminazione  totale di diversi modi espressivi in cui la condivisione  diventa  presupposto essenziale di sedimentazione, stratificazione e dialogo  tra momenti diversi divenuti opera contemporanea.

 

L’Archivio di Stato di Salerno ha il piacere di presentare, venerdì 13 dicembre 2024 alle ore 19.00, la mostra collettiva dal titolo “Universi Possibili, carte, documenti e pagine sparse”, a cura di Sandro Bongiani. La mostra è organizzata dalla Collezione Bongiani Art Museum di Salerno è costituita dalle opere di 43 artisti italiani e stranieri appositamente invitati a questo importante evento collettivo.  

Dopo la mostra "Carte, cartapecore, scartoffie e pinzillacchere” del 2017 presentata all’Archivio di Stato di Salerno con l’esposizione di antiche pergamene, scritture e documenti  originali in un insolito viaggio dentro il passato e il ventre dell’Archivio, a distanza di 7 anni viene presentato nel Salone dell’Archivio di Stato di Salerno un secondo evento dal titolo: “UNIVERSI POSSIBILI, carte, documenti e pagine sparse” a  cura di Sandro Bongiani che comprende l’utilizzo di undici documenti già presentati nella precedente mostra per essere ora utilizzati come base di lavoro da 43 importanti artisti  italiani e stranieri, diversi per età e linguaggio espressivo, invitati a intervenire, ognuno con il proprio vissuto e visione poetica a realizzare l’opera “unica” per questo evento collettivo a Salerno.

Gli artisti invitati: Alessandra Angelini I Francesco Aprile I Antonio Baglivo I John M. Bennett I Raffaele Boemio I Andrea Bonanno I Sandro Bongiani I Anna Boschi I Ryosuke Cohen I Carmela Corsitto I Rosa Cuccurullo I Nicolò D’Alessandro I Marcello Diotallevi I Pablo  Echaurren I Cinzia Farina I Luc Fierens I Giovanni Fontana I Marco Giovenale I Coco Gordon I Paolo Gubinelli I Carlo Iacomucci I Ugo la Pietra I Giovanni Leto I Pietro Lista I Oronzo Liuzzi I Maya Lopez I Serse Luigetti  I  Ruggero Maggi I Mauro Magni I Elena Marini I Gabi Minedi I Giorgio Moio  I Mauro Molinari I Franco Panella I Filippo Panseca I Enzo Patti I Lamberto Pignotti I RCBz  I  Gian Paolo Roffi I Paolo Scirpa I Ernesto Terlizzi I Reid Wood I Rolando Zucchini.

“Universi possibili" è una mostra collettiva pensata espressamente per l’Archivio di Salerno, vuole ribadire prima di tutto il valore  primario del documento storico cartaceo come “materiale essenziale da costruzione” dell’opera nella sua qualità  storica e espressiva. Il progetto è stato pensato espressamente come una sorta viaggio a ritroso nel passato, per poi connettersi anche con il presente, integrandosi e vivendo  in un corpo e una voce unica.  Quello che ne viene fuori dalle opere  presentate è la sorprendente capacità degli artisti contemporanei a relazionarsi e dialogare con il passato in un procedere assorto e struggente aggiungendo alla  storia il presente e prospettando  attraverso la visione un unicum collettivo di “nuovi mondi possibili” di rappresentazione poetica.

Una contaminazione del tutto originale di un fare in cui la condivisione e la sintesi diventano presupposto essenziale di sedimentazione e dialogo  tra momenti temporali diversi tramutati eccezionalmente in opera creativa. In questa nuova dimensione, tra memoria  e invenzione, l’opera creata si anima di nuove suggestioni con significativi interventi grafici e pittorici alla scoperta delle possibili e diverse declinazioni del “documento storico” rinnovato opportunamente da parte degli artisti, ora, i segni del passato e le riflessioni dell’artista si integrano e ci appaiono in forma unitaria di trame e nuovi significati che vanno un po’ oltre il presente e il visibile.

In contemporanea  al progetto “Universi possibili” presente nel Salone dell’Archivio di Stato sono visibili nella cappella di San Ludovico adiacente all’Archivio, anche le opere dell’artista Fluxus americana Coco Gordon, con una quindicina di libri tagliati, una serie di opere in metallo in forma di libri-prigione di Giovanni Bonanno creati  espressamente per lo spazio della Cappella e le pagine sparse dell’artista Franco Panella a cercare in qualche modo un connubio con il luogo e soprattutto con la memoria di questo importante spazio  storico  che Umberto Eco definiva come “deposito della memoria” e della vita degli uomini.

Si ringrazia l’Archivio Storico di Salerno e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno per la collaborazione alla realizzazione di questo importante evento.

 

 

Archivio di Stato di Salerno - Ministero della cultura

Presentazione dell’evento con  Salvatore Amato, Gabriella Taddeo e Sandro Bongiani

 

 


Evento / Salone Archivio di Stato di Salerno:

 “UNIVERSI POSSIBILI / Carte, documenti e pagine sparse”

Progetto Internazionale con 43 artisti invitati

Salone  dell’Archivio di Stato di Salerno                                                                                                  

dal 13 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025                                                                                          

Vernissage venerdì 13 dicembre 2024  ore 19.00                                                        

Piazza Abate Conforti, 7 - 84121 Salerno (SA)                                                                                 

Email: as-   sa@cultura.gov.it   

Tel: (+39) 089 22 50 44   - Fax: (+39) 089 22 66 41 

Vernissage della mostra  13 dicembre 2024  ore 19.00 – 22.00                                                               

 Orari: lunedì e venerdì 8.00 - 13.30;                                                                                                          

 martedì - mercoledì - giovedì: 8.00 - 17.00

 

 


Evento / Cappella di San Ludovico:

 “UNIVERSI POSSIBILI / Carte, libri d’artista e pagine sparse”              

Opere di  Coco Gordon, Giovanni Bonanno e Franco Panella                                                                    

Cappella di San Ludovico di Salerno    

dal 13 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025    

Piazza Abate Conforti, 7                                 

84121 Salerno (SA                                                                                        

Email:  as-sa@cultura.gov.it                    

Tel: (+39) 089 22 50 44   - Fax: (+39) 089 22 66 41                                                        

                                      

Vernissage della mostra  13 dicembre 2024  ore 19.00 – 22.00           

Orari: lunedì e venerdì 8.00 - 13.30;                                                    

martedì - mercoledì - giovedì: 8.00 - 17.00

 

venerdì 22 novembre 2024

MAURIZIO CATTELAN / QUANDO L’ARTE E’ SOLO UN POVERO BLUFF!!!


L'opera più discussa di Maurizio Cattelan, una banana attaccata al muro con il nastro adesivo,. Intitolata 'Comedian'  è stata venduta nel 2019  alla misera somma (si fa per dire), di 120.000 dollari.  Davvero una pazzia, soprattutto per  il compratore che ignaro si porta a casa una discutibile e inutile “sola” deperibile. Che dire, 'Comedian' del   fantomatico equilibrista Cattelan è bluff, uno scherzo, una burla iconoclasta che ha spinto il pubblico a interrogarsi sul precario e discutibile sistema omologato dell’arte e sul vero valore di una operazione e di un’opera  inutilmente contemporanea.  Il mercato da tempo si morde la coda e lo fa con un apparato gerarchico  totalitarista di gallerie a la page (ve ne sono persino dieci dello stesso gallerista sparse in tutto il mondo) che impongono qualsiasi idea che sia utile  al potere culturale imperante. Che fare?

 

“Oggi l’arte è un carcere”

Per capire come va realmente la faccenda ripropongo per l’occasione una parte di un mio saggio  del 2019 scritto per una mostra.  Già da diverso tempo il filosofo Mario Perniola  si era accorto del problema confessando: "l'arte è un carcere, perché gli artisti sono dei carcerieri; essi tengono imprigionata la creatività che si potrebbe manifestare nella società con ricchezza di forme e di espressioni". Il carcere per le false avanguardie è la società, il suo astratto ordine pianificato. Perché questa premessa, perché l’arte proposta dal sistema ufficiale culturale  viene pianificata in funzione di un ritorno economico sia del gallerista  che  dell’artista  e anche dal curatore di turno, che preferisce essere utile al sistema, accettando il ruolo di  subalterna condizione. Di fatto, l'arte "ufficiale" si adatta alle tattiche e alle mode pre-confezionate producendo oggetti sciatti che la critica asservita, cerca di avvalorare, dando motivazioni di vario genere a giustificare le qualità che molto spesso nelle opere non ci sono. Anche da queste considerazioni nasce il mio interesse a realizzare delle “piattaforme alternative virtuali” proponendo  l’altra faccia della medaglia dell’arte,  quella a lungo sottintesa e celata rispetto i dettami del panorama del sistema dell’arte ufficiale. Proposte e  esperienze di ricerca varie che io riassumo  complessivamente come “operazioni marginali attive”.

 


 

Viviamo ormai in un mondo uniformato e globale dove  nessuna cosa ha più valore ma  solo un prezzo.  Nel prezzo e nella sostanza consumistica  ci si è illusi di ritrovare un valore. .Abbiamo perso il valore della creatività e avvalorato la provocazione “tout court” fine a se stessa. Ormai si naviga a vista in un territorio sterile irto di dubbi e d’incertezze. Arte o Flop Art, prima o poi, bisognerà mettere a nudo la grande truffa che ci costringe a credere in nome della contemporaneità che tutta l’arte sia quella che oggi viene presentata e imposta dal sistema ufficiale.  Il gesto provocatorio di Marcel Duchamp aveva un senso e una logica negli anni 20,  oggi viene imitato e consegnato come atto formalistico e non più come provocazione esistenziale, l’attivismo di tanti falsi profeti non ha più senso se viene perpetrato come per esempio fa  un certo  Maurizio Cattelan con la “messa in opera” di una banana a muro. Infatti, nel 2019, l’artista Cattelan si permette di esporre una banana vera Comedian”, con nastro adesivo a parete all’Art Basel di Miami Beach, una delle fiere più importanti del mondo di arte contemporaneacon relativa orchestrazione collaborativa dell’artista David Datuna che andava a completare la performance iniziata dall’artista Italiano dedito al facile  conformismo e alla stanca ripetizione di idee indagate già da altri precedentemente. Un’idea debole, un’operazione banale di sterile provocazione, nient’altro. Un tempo la provocazione   sconvolgeva e destabilizzava i benpensanti e i moralisti, mentre oggi,  pur nascendo come pretesto e gesto dissacratorio, ha  perso la forza distruttiva e mordente della dissacrazione per essere  docilmente assorbita e resa innocua  come elemento  asettico e codificato fine a se stesso. Per il momento la parola d’ordine  è “Il suo valore risiede nell’idea”questa di Cattelan, appunto, è sicuramente “l’idea di azzerare tutte le idee”, facendo affiorare l’inconsistenza del pensiero divenuto vuoto e fenomeno del  giorno. Il sistema dell’arte si fa  così promotore, interprete e garante del pretesto assunto a opera d’arte in quanto oggetto  svuotato a servizio del mercato ufficiale dell’arte globale. Ormai tutto fa brodo. L'arte è stata uccisa  ma è mantenuta in vita volutamente come merce, e anche come spettacolo, con il fruitore che fa parte a pieno titolo della  messinscena, di una spettacolarizzazione globale dove esserci è importante “perché così siamo”. Un mondo realmente  ribaltato al contrario, in cui gli accadimenti provvisori prendono il posto  della tensione e dell’invenzioni creativa. Di  M. Duchamp, sappiamo che non ha mai venduto un'opera, disprezzava il denaro  ed era indifferente al successo che non ha mai assaporato in vita. L’importanza di Marcel Duchamp sta tutta nella pratica di inscenare interferenze attriti all’interno dell’avanguardia, assai poco giustificabili  e lecite se proposte in questa nostra attuale contemporaneità da epigoni come Maurizio Cattelan e relativi associati (artisti curatori e mercanti) che vogliono travisare e sabotare la portata  rivoluzionaria di questo importante artista. Il problema sta tutto in questo cambiamento di idee e di scopi  essenzialmente  mercantili. Imposto dal sistema ufficiale dell’arte, assunto  a sistema globale, che ha preferito rimpiazzare la critica d’arte e assumere a proprio servizio  nuove figure come i curatori, per imporre  in modo più sicuro le proprie scelte. Insomma, un  giustificare la produzione  degli artisti scelti  avvalorando il lavoro di questi di un’importanza anche estetica. È in questo passaggio e “transitorietà” da un oggetto qualsiasi in una accondiscendente valutazione estetica che si ha la valorizzazione di un oggetto feticcio qualsiasi a opera d’arte.  Di fatto non esiste più la categoria dei critici d’arte come s’intendeva un tempo, ma solo  una finta azione critica  da parte di molti per un fine  essenzialmente speculativo secondo una logica produttiva del mercato. Un tempo la storia dell’arte  veniva scritta passo dopo passo,  dopo altrettanti verifiche posteriori, mentre ora è già scritta, e secondo questi fantomatici personaggi, rimarrà immutabile nel tempo consegnandola  definitivamente ai posteri e alla storia. Diciamo che non è proprio così come ci vogliono far credere questi signori dell’arte.   Sandro Bongiani 

 


https://www.youtube.com/watch?v=Drr2tiTw20A     durata 1:50

lunedì 18 novembre 2024

UNA MOSTRA SUL FUTURISMO A ROMA TUTTA "FRU FU GNAM GNAM"

 


ODE AL PENSIERO DEBOLE
di Sandro Bongiani

 “O curatori incoronati di gramigna

mi potete dire  perché cru cu fa la sugna

perche si scioglie e poi si s’arrugna?”


Della mostra sul Futurismo che vedremo presto alla GNAM  il  Prof  Simongini, ci illumina affermando che sarà  “una mostra in cui coinvolgere un pubblico più ampio e anche i giovani. Questa nuova mostra si propone di “offrire un’esperienza innovativa rispetto alle esposizioni passate, mirando a una platea più diversificata e non limitata agli specialisti, affinché il Futurismo possa essere apprezzato in tutta la sua rilevanza storica”. Anche  la direttrice Mazzantini della Gnam  è dello stesso avviso: "il Fururismo  sarà «una mostra dal taglio pop per bambini e non esperti". Insomma un grande evento inutile,  come avevamo già immaginato, con un evento  improntato a stupire  per effetti spettacolari allo scopo di attrarre un pubblico annoiato in cerca di effetti  strabilianti che possano  rendere piacevole e diversa la giornata alla Gnam.
Non importa se il pubblico non sia preparato  culturalmente e non conosce neanche cos’é stato realmente il movimento futurista.  Per  molti curatori di oggi importa che il pubblico si diverta con   proposte disneyane come questa,  puntando su interventi  teatrali  che non fanno bene alla cultura e neanche all'arte. Le mostre che si fanno da diverso tempo in Italia come le tre precedenti Biennali di Venezia di Massimiliano Gioni, della moglie  Cecilia Alemani e quella di quest'anno di Adriano Pedrosa sono state decisamente inutili e poco serie perché hanno avuto come  unica finalità il  richiamo ricreativo e  l'intrattenimento allo scopo di  ammaliare le masse turistiche spesso incompetenti e  senza offrire realmente alcun programma serio di approdimento critico del tema di volta in volta indagato.

Risulta esemplare l’articolo del Corriere della Sera di Vincenzo Trione pubblicato recentemente ( il 1 ottobre 2024) - courtesy Corsera,  scrivendo che “
C’è bisogno di uno scatto per fare “Grandi Mostre”, affermando: (riporto quasi integralmente il suo articolo), “Non si tratta di esterofilia. Basta recarsi a Parigi, per misurare le evidenti differenze tra il sistema delle mostre organizzate in Italia e il modello francese. Un  palinsesto di esposizioni di alto livello  con  una solida esperienza, esito di anni di ricerche, rigorose e,  insieme, sorprendenti, con quadri provenienti da importanti collezioni internazionali. Insomma, mostre “definitive”,  imperdibili,  destinate a entrare negli exhibition  studies. Invece, da anni, con rare eccezioni, le nostre città sono invase da  “mostriciattole” per dirla con Federico Zeri) prodotte per le  amministrazioni pubbliche da società “ for profit”,  che,  nascondendosi dietro l’alibi pedagogico dell’alfabetizzazione visiva,  ricorrono sempre agli stessi artifici: si  ripropongono le solite celebritiers, senza  svelarne lati poco indagati,  presentando opere per lo più provenienti da un’unica fonte.  Un  modo per abdicare alla responsabilità della critica. Per rinunciare alle incertezze insite in  ogni campagna prestiti.  E’ per rimuovere la lezione di coloro che hanno insegnato a “ fare-mostre”: tra gli altri, Longhi, Lea Vergine, Celant, Settis. L’esito di questa  degenerazione culturale: la proliferazione di eventi pret-à-porter condannati a essere consumati nell’indifferenza, ordinati da curatori conniventi e privi di serietà. E’ davvero  incolmabile la distanza tra una “mostra grande” e una “grande mostra”.

 Stando a questi motivi  non ci resta che attendere per divertirsi, come  aveva scritto  il futurista Aldo Palazzeschi in una canzonetta sonora e visuale del 1910 .

Tri tri tri,
fru fru fru,
ihu ihu ihu,
uhi uhi uhi!

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

“i tempi sono molto cambiati,
gli uomini non dimandano
più nulla dai poeti,
e lasciatemi divertire! “