|
giovedì 5 aprile 2018
Pavia, Giovanni Manzo e l’Impressionismo contemporaneo
domenica 1 aprile 2018
IL MISTERO DELLA TRASFIGURAZIONE DI RAFFAELLO SANZIO
Il mistero della
resurrezione e della rinascita
“Il terzo giorno” (dalla sua
morte) Gesù risuscitò a una vita nuova. La sua anima e il suo corpo, pienamente
trasfigurati dalla gloria della sua Persona divina, tornarono a unirsi. L’anima
assunse di nuovo il corpo e la gloria dell’anima si comunicò pienamente al
corpo. (Compendio, 129).
LA TRASFIGURAZIONE DI RAFFAELLO SANZIO
La Risurrezione di Cristo è un mistero.
La Trasfigurazione è un dipinto
a tempera grassa su tavola (410x279 cm) di Raffaello, databile al 1518-1520 e conservato nella Pinacoteca
vaticana. È l' ultima opera eseguita
dall'artista prima di morire, rimasta incompleta è stata completata nella
parte inferiore da Giulio Romano.
Il quadro fu commissionato nel 1517 a Raffaello dal cardinale Giulio de' Medici, il futuro papa
Clemente VII, per essere destinato alla cattedrale di Narbona, città di cui il
cardinal de' Medici (futuro papa Clemente VII) era divenuto vescovo nel 1515. La
critica moderna ha confermato il racconto del Vasari che, indicando la Trasfigurazione come ultima opera di Raffaello, aveva scritto: “ Di sua mano, continuamente lavorando, (la) ridusse ad
ultima perfezione”. La costruzione dell'opera tiene conto di due diversi
punti di vista
prospettici e narrativi: la certezza del Signore e le inquietudini dei discepoli
che, ai piedi del monte, non sanno risolvere i problemi concreti della vita legati alla guarigione dell'ossesso.
sabato 31 marzo 2018
venerdì 30 marzo 2018
Bongiani Museum Project 2018, Museo Marino Marini di Firenze
Bongiani Museum
Virtual and interactive Art
Virtual and interactive Art
Idealmente dedicato al Museo Marini di Firenze
Logo del Progetto
Il Museo Virtuale
Un nuovo modo di intendere e percepire il Museo
Premessa:
un Museo evoluto e innovativo di arte deve mettere necessariamente insieme i campi della
tecnologia e dell’arte, tra innovazione tecnologica e il potenziale artistico.
Non soltanto l’utilizzo dello spazio fisico ma la diffusione della realtà
virtuale che di fatto ha creato una rivoluzione visiva modificando radicalmente sia la nostra percezione delle immagini, sia la nostra relazione
con la realtà. Gli spazi virtuali possono suggerire mondi immersive
sperimentabili direttamente. I visitatori si immergono nella percezione del
dato virtuale e in tal modo vengono coinvolti fisicamente tramite elementi
interattivi che modellano già il nostro presente e sicuramente il
nostro prossimo futuro. In un progetto di un museo immaginario virtualità
e realtà sono quindi strettamente collegati tra loro, con l’esigenza di mettere
in collegamento spazi fisici con gli spazi immaginari.
La
descrizione:
Per tale motivo, partendo idealmente
come prototipo base dalla mappa del piano terra del Museo Marino Marini di
Firenze è stato ideato un percorso espositivo immaginario di
opere con 12 mostre già svolte da noi in 12 spazi che possono essere
ulteriormente divisi anche in tre rispettive sale ciascuno, al fine di
rendere la complessa relazione tra spazi virtuali e fisici del museo
materialmente percettibile per il pubblico. In una società che fa affidamento
sull'innovazione tecnologica i musei e l’ esposizioni come questa sono
necessari per far conoscere in modo interattivo a 360° l’arte in
tutto il pianeta terra. Il Progetto Bongiani Museum da noi
ideato con una piattaforma
online, si rivolge proprio alle fondazioni
e ai musei oltre che agli utenti dell’arte, ben sapendo di dover investire sulle nuove tecnologie. Il gioco e la visita
interattiva è destinata a un pubblico italiano e internazionale di tutte le età
con lo scopo essenziale di incuriosire e invogliare a visitare
concretamente il museo.
L’interfaccia
Virtuale:
Ingresso Virtuale
Home Page
Le sale del Museo Virtuale
L’idea di un Flipper-museo
Come ipotesi di base abbiamo immaginato di
utilizzare l’idea del gioco di un flipper, con una pallina metallica dal significato
ludico e nello stesso tempo altamente tecnologico che diventa il simbolo ideale
di un percorso espositivo museale. Utilizzando come ipotesi progettuale la mappa
reale del piano terra del Museo Marino Marini di Firenze abbiamo immaginato una
piattaforma prototipo simile ad un
flipper con 12 sale espositive. (in ambito virtuale le sale potrebbero essere
molte di più).
Cliccando con il mouse nell'apposito numero di sala si ha la
visione delle opere in modo immediato e interattivo. La visione di un museo virtuale come questo permette di
relazionare con un grande numero di utenti in varie parti del globo, che seduti anche a casa su un divano possono permettersi
di visionare e conoscere le opere in vista di un probabile viaggio alla scoperta del reale museo prescelto. Di certo, un contributo concreto e fattivo alla diffusione capillare dell'arte di un museo.
Pianta del Museo Virtuale Bongiani
La pagina base del Bongiani Museum
INIZIO
oppure:
Cliccando sul numero della sala parte la pallina con annesso il tipico suono d'inizio che percorre il percorso più breve per arrivare a destinazione.
Sound avvio:
colpisce il numero della sala,
si sente un nuovo suono che segnala l'obiettivo raggiunto.
https://www.zedge.net/ringtone/f2b60408-5b92-3393-85f5-dc95a05684d5
la pallina di metallo
diventa rossa con il logo del museo rappresentato.
Da questo momento si apre la schermata della sala con la relativa visione delle opere inserite. ( in ogni parete vi possono essere max 6 opere per un totale di 24 opere per sala. Nulla vieta di inserire un numero inferiore di opere).
I VARI STEP
DESCRITTIVI DEL PROGETTO:
I VARI STEP
DESCRITTIVI DEL PROGETTO:
SI ENTRA NELLA SALA INTERATTIVA SCELTA:
inizia la visita virtuale alle opere presentate
in una sala interattiva del Bongiani Museum
Ingrandimento di un'opera presente nella sala
VERIFICA L'INTERATTIVITÀ'
DI UNA DELLE MOSTRE VIRTUALI
PRESENTI IN QUESTO PROGETTO
Visit.
Crucifixion – Shozo Shimamoto
© Collezione
Bongiani Art Museum
Startup no-profit
giovedì 29 marzo 2018
CRUCIFIXION GENTILE
Venerdì Santo
giorno della passione e della crocifissione
Crocifissione
Pietro Cavallini & Shozo Shimamoto
Pietro Cavallini, San Domenico Maggiore - Napoli
La cappella degli affreschi (o Brancaccio) è una cappella della chiesa
di San Domenico Maggiore di Napoli affrescata da Pietro Cavallini nel 1308 circa.
È di fatto l'unica cappella della chiesa che conserva un ciclo di affreschi
risalente all' epoca angioina, quindi al periodo di edificazione del
complesso religioso. L’opera di Pietro Cavallini con la scena della Crocifissione
di Cristo si trova lungo
la parete di sinistra. Pietro Cavallini, il quale all'epoca del suo arrivo a
Napoli fu ospite illustre di Carlo II d'Angiò, dando vita ad un rapporto
lavorativo che legherà il pittore alla famiglia angioina fino al 1317.
Shozo Shimamoto, Crocifissione,
courtesy of photo Kristia & JJhan, 1993
mercoledì 14 marzo 2018
LA PORTA DI MILANO - 6 grandi sculture di Carlo Ramous all'Aeroporto di Milano Malpensa
CARLO RAMOUS
SHAPING THE
SPACE
Aeroporto di Milano Malpensa
fino al 30 giugno 2018
Milano 13 Marzo – La Porta di
Milano accoglie 6 grandi sculture, modelli in scala per interventi monumentali
destinati all’arredo urbano, e un bronzo storico, la Grande donna seduta, del
1955, di uno dei maggiori scultori italiani del Novecento.
SEA presenta a La Porta di
Milano all'aeroporto di Malpensa, fino al 30 giugno, Shaping
the space una mostra che celebra Carlo Ramous (Milano, 1926-2003), uno dei
maggiori scultori italiani del Novecento.
Con Carlo Ramous, scultore milanese che
a Milano ha lasciato importanti testimonianze, si sottolinea il legame
dell’aeroporto con la città e le sue atmosfere.
Opere monumentali di Carlo Ramous presenti a Milano
Dopo l’importante
retrospettiva allestita alla Triennale di Milano nell’estate 2017, Ramous torna
protagonista di una esposizione che raccoglie sei grandi sculture, modelli in
scala per interventi monumentali destinati all’arredo urbano, accanto a un
bronzo storico, la Grande
donna seduta, del 1955, testimonianza della sua iniziale ricerca figurativa. Carlo
Ramous, autore di opere entrate nell’immaginario collettivo per la loro
presenza nell’orizzonte della città, ha indagato per anni, nel corso della sua
produzione matura, i rapporti ideali fra la scultura e l’ambiente circostante.
Ha studiato forme aperte, in grado di assorbire i ritmi del vissuto
metropolitano. Ha disegnato linee dinamiche, giochi calcolati di vuoti e di
pieni, elementi metallici capaci di dialogare con l’architettura e con i luoghi
che li ospitavano.
Fra i suoi lavori più
conosciuti spiccano Gesto
per la libertà (1972) in piazza Conciliazione a Milano e Timpano(1972), collocata nel
parco della Triennale del capoluogo lombardo.
Altri progetti hanno
raggiunto spazi pubblici e musei di tutto il mondo. Da Roma a New York, da
Venezia a Chiba City in Giappone. Invitato alla Biennale di Venezia (1958, 1962
e 1972), nel 1974 ha allestito opere monumentali in Piazzetta Reale, accanto al
Duomo. Di alcune di queste la mostra presenta i bozzetti, come Frantumazione del 1979 o Lo Schermo distratto del 1981, oltre
alle fotografie d’epoca scattate alle sue opere da maestri dell’obiettivo come
Enrico Cattaneo nelle diverse occasioni istituzionali.
Nel corso della mostra sarà presentata
una mappa milanese con i luoghi che ospitano le sculture del maestro e,
successivamente, un catalogo Idesia editoria dedicato all’evento.
L’esposizione è parte del programma di Novecento Italiano, il palinsesto lungo un anno, promosso per raccontare, ricordare e riflettere sulla grande avventura culturale del secolo scorso.
Biografia:
Carlo Ramous nasce a Milano nel
1926; frequenta il Liceo Artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna,
per continuare gli studi presso l’Accademia di Brera con Marino Marini e Giacomo
Manzù, dove espone per la prima volta un’opera nel 1946. La serie delle mostre
personali di rilievo comincia più tardi, con mostre importanti presso la
Galleria del Milione di Milano (1956), la Galleria del Cavallino di Venezia
(1962) la Galleira Jolas (1971). Risale al 1962 la sua prima partecipazione con
un gruppo di opere alla Biennale di Venezia, dove viene presentato da Gillo
Dorfles. Vi tornerà dieci anni più tardi (1972) con una sala all’interno della
rassegna Aspetti
della scultura contemporanea, con uno stile completamente mutato.
Mentre la critica più attenta, sia in Italia sia all’estero, scrive del suo
lavoro (Giuseppe Marchiori, Giovanni Carandente, Guido Ballo, Enrico Crispolti,
Herta Wescher, Marco Valsecchi), Ramous avvia una collaborazione con
l’architetto Mario Tedeschi, che porta alla realizzazione delle facciate a
rilievo per le chiese di Santa Marcellina a Milano e San Giovanni Bosco a
Baggio, inizio di una lunga collaborazione con architetti e progettisti ben
rappresentata dal monumentale intervento sullo stabilimento tipografico di Cino
Del Duca progettato da Tullio Patscheider a Blois. La sua scultura assume
presto una importante dimensione urbana, ben rappresentata dalle grandi mostre
di sculture all’aperto nel centro storico di Parma nel 1973 e in Piazzetta
Reale a Milano nel 1974. Una delle opere esposte allora, Gesto per la libertà, troverà collocazione
nel 1981 in piazza Conciliazione a Milano, prima di una serie di grandi
sculture collocate dall’artista in Italia e all’estero, fino alla realizzazione
di Ad
astra nel Chou Park a Chiba City, in Giappone (1992). Carlo Ramous muore a
Milano nel 2003. (Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno).
Etichette:
Carlo Ramous,
Malpensa,
Milano,
Scultura contemporanea,
SEA
Iscriviti a:
Post (Atom)