Il mistero della
resurrezione e della rinascita
“Il terzo giorno” (dalla sua
morte) Gesù risuscitò a una vita nuova. La sua anima e il suo corpo, pienamente
trasfigurati dalla gloria della sua Persona divina, tornarono a unirsi. L’anima
assunse di nuovo il corpo e la gloria dell’anima si comunicò pienamente al
corpo. (Compendio, 129).
LA TRASFIGURAZIONE DI RAFFAELLO SANZIO
La Risurrezione di Cristo è un mistero.
La Trasfigurazione è un dipinto
a tempera grassa su tavola (410x279 cm) di Raffaello, databile al 1518-1520 e conservato nella Pinacoteca
vaticana. È l' ultima opera eseguita
dall'artista prima di morire, rimasta incompleta è stata completata nella
parte inferiore da Giulio Romano.
Il quadro fu commissionato nel 1517 a Raffaello dal cardinale Giulio de' Medici, il futuro papa
Clemente VII, per essere destinato alla cattedrale di Narbona, città di cui il
cardinal de' Medici (futuro papa Clemente VII) era divenuto vescovo nel 1515. La
critica moderna ha confermato il racconto del Vasari che, indicando la Trasfigurazione come ultima opera di Raffaello, aveva scritto: “ Di sua mano, continuamente lavorando, (la) ridusse ad
ultima perfezione”. La costruzione dell'opera tiene conto di due diversi
punti di vista
prospettici e narrativi: la certezza del Signore e le inquietudini dei discepoli
che, ai piedi del monte, non sanno risolvere i problemi concreti della vita legati alla guarigione dell'ossesso.