ERNESTO TERLIZZI
a cura di Marco Di Capua
opening - giovedì 8 giugno 2023 - ore 17.00
8 giugno
- 18 settembre 2023
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Sale della Farnesina
All’inaugurazione della mostra, che oltre al Matronato del Museo Madre di Napoli, Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, gode anche del Patrocinio della Fondazione Filiberto e Bianca Menna insieme alla Casa Museo Spazio Tadini di Milano, saranno presenti: Paolo Giulierini, Direttore del Museo MANN; Linda Irace, Presidente Associazione Culturale TempoLibero Napoli; Renato Lori, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ed il curatore della mostra Marco di Capua, Storico dell’Arte.
In mostra un corpo di 20 opere di diverso formato tutte tecniche miste realizzate su carta thailandese kozo martellata ed intelaiate su cui l’artista segna, incolla e strappa carte e cartoni per costruire e raccontare, tra cielo e mare, luoghi e forme profughe attraverso l’inconfondibile segno a china del suo rigoroso bianco e nero. Con questa mostra Terlizzi infatti, chiude questo ciclo di opere dedicato ai profughi e il Mediterraneo iniziato proprio dieci anni fa con la personale di Milano “Apologia della superfice” a Spazio Tadini e poi ancora a Ferrara, Galleria del Carbone con la mostra“Derive” e infine quella di Roma a “StudioS” di Carmine Siniscalco.
Un dramma questo epocale, di grande attualità ormai incontenibile e molto complesso da affrontare, su cui l’autore dal 2013 pone continuamente il suo sguardo d’artista. E oggi per questa mostra, lo fa innestando al centro di queste sue carte pregiate l’inconfondibile icona di un puttino alato della pittura pompeiana, come in una sorta di omaggio alla pittura di questo straordinario luogo di memoria e al Museo Napoletano che da tempo l’accoglie e la conserva.
Nel testo di presentazione alla mostra lo storico dell’Arte Marco di Capua cosi scrive... “Ancora una volta Ernesto Terlizzi riesce a sintonizzare la propria mente e il proprio liberissimo gesto sulle onde di frequenza di temi attualmente cruciali accogliendo simultaneamente il richiamo di un luogo illustre, apparentemente immune a ogni turba- mento. Proprio in tal modo egli riesce a innestare e fondere i frammenti e le schegge di un presente drammatico in uno spazio/tempo remoto, immemoriale. Le sue bellissime classicheggianti carte in bianco e nero, nel loro incessante farsi e disfarsi di strutture aperte quasi che certe virtù tanto raccomandate da Italo Calvino, come la molteplicità, l’esattezza, la leggerezza stiano ancora dicendo la loro sembrano sempre generarsi da un invito al decollo verso un fly/zone dove scorrono e si addensano vortici di memorie lacerate, segni fantasmi d’immagini”.
La mostra sarà visitabile fino al 18 settembre dove in seguito sarà pubblicato anche il relativo catalogo che, oltre ai testi del Direttore del Museo MANN e del curatore conterrà anche diverse testimonianze di critici ed intellettuali sulle opere in mostra. Catalogo che sarà presentato in seguito sia a Napoli che a “Spazio Tadini” di Milano Partner di questa mostra.
“Arie di mare”
(Poema visuale di Giovanni. Bonanno
dedicato a Ernesto Terlizzi)
(9 aprile 2015)
Ma che ne sanno gli altri,
traghettamenti continui di vecchie
carrette arrugginite,
notturni al nero di luna dentro le oscure ali della speranza,
di linee d’ombra e di teste nascoste dall’onda a scrutare il mare.
L’aria trabocca di occhi e di sogni
in attesa di prendere il largo a cercare fortuna,
stanno stipati come sardine salate
dentro angusti contenitori di latta di Sciacca.
Non si accorgono che vanno giù alla
deriva.
Rovesciamenti possibili a mare aperto,
si
agitano e si arrampicano
sull’acqua prima di svanire all’orizzonte
sospinti da un vento nauseante che ormai odora di niente.
Il buio della
notte nasconde presenze, sospiri e tenaci lamenti,
che al mattino si tramutano in gelidi corpi a pelo d’acqua.
Affiorano lievi in superficie,
s’infrangono al primo scoglio di mare che
trovano
e sembrano prendere il sole prima di scomparire
ancora.
Esseri sospesi e attenti a fissare il cielo,
ora si riposano sotto una coltre di gelide onde di acqua di mare.
Il Mediterraneo è ormai stanco di corpi muti lasciati ad asciugare in superficie,
di sogni sommersi che celano troppe ferite non più rimarginate,
di attraversamenti fugaci che lasciano tracce di speranze impedite.
dal nostro stupido orgoglio e tragico esistere.
© Giovanni Bonanno
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